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27/04/2022 - In aula o in commissione

Respinto il disegno di legge di Marini sul Difensore civico garante della salute e degli anziani

In Prima Commissione

Respinto il disegno di legge di Marini sul Difensore civico garante della salute e degli anziani

Il consigliere pentastellato del Gruppo misto

Respinto il disegno di legge di Marini sul Difensore civico garante della salute e degli anziani

In Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica) è stato bocciato con 5 no e tre favorevoli il disegno di legge n. 71 di Alex Marini (5 Stelle) che ha come obiettivo la modifica della legge sul Difensore civico per estenderne la sfera d’intervento all’ambito sanitario e alla salvaguardia dei diritti degli anziani come garante per il diritto alla salute. 


Marini, in discussione generale, ricordando che questa non è la sua prima proposta di riforma della difesa civica, ha affermato che il ddl riguarda le funzioni del Difensore civico come garante della salute. Funzione che ha già, ma che il ddl intende potenziare a favore dell’utente che si sente insoddisfatto nei confronti dell’Apps. Il modello è quello della legge toscana che ha portato alla riduzione delle contese giudiziarie in materia sanitaria. Nelle audizioni, ha ricordato Marini, l’Apps, per bocca del dottor Gobber, affermato che c’è già una struttura di gestione dei rischi. Ma questa è interna all’Azienda e non si interfaccia con il Difensore. Ci sarebbe anche la Camera conciliativa, prevista dalla legge ma mai attuata. Esiste poi la commissione mista conciliativa ma che si occupa perlopiù di contenziosi sulle sanzioni. Gli interventi della maggior parte degli auditi sono stati favorevoli al ddl perché cerca di favorire una mediazione tra le parti al di fuori dei tribunali e mettere in condizioni di parità utenti, soprattutto se anziani, Azienda e strutture sanitarie. Sul versante dei disabili, secondo Marini, il Difensore civico è debole. Una situazione, ha continuato il consigliere pentastellato, aggravata dalla mancanza di un luogo per raccogliere i temi e i problemi. Per questo ha anticipato un emendamento al suo disegno di legge per far dare una risposta a questa problematica. 


Zanella: sì, perché la tutela degli anziani è innovativa 


Favorevole al ddl Paolo Zanella (Futura) perché precisa le modalità con le quali il Difensore civico si fa carico della difesa dei diritti del malato e i rapporti con l’Apss. Innovativa la parte che riguarda i diritti degli anziani ma si dovrebbe pensare ad una figura specifica, sul modello del garante dei detenuti o dei minori, perché, altrimenti, le competenze giustamente previste dal ddl, diventerebbero troppo onerose per il Difensore civico. Inoltre, gli ultra sessantacinquenni sono oltre un quarto della popolazione e quindi anche dal punto di vista dell’impatto sociale sarebbe giusto pensare ad una figura di garante ad hoc. 


Dalzocchio: no, si appesantirebbe troppo il Difensore civico. 


Mara Dalzocchio (Lega), pur condividendo la filosofia generale del ddl, ha sottolineato che si rischierebbe però di appesantire troppo il Difensore civico affidandogli un ruolo di garante su un tema complicatissimo come quello della salute. La legge Gelli – Bianco, ha ricordato, prevede di assegnare alla difesa civica le competenze sulla sanità, ma non si può dimenticare che in Trentino, a differenza delle altre realtà, il Difensore può agire d’ufficio. Inoltre, si rischia di gravare troppo sulle funzioni dell’ufficio aumentando la confusione e ci sarebbe un aggravio di costi e di tempi burocratici. Definire in modo dettagliato le sue competenze in materia di salute finirebbe, insomma, per caricare la difesa civica di responsabilità troppo pesanti. Mara Dalzocchio ha quindi concluso affermando di non condividere la proposta Marini. 


Tonini: proposta giusta che non può essere liquidata 


Giorgio Tonini (Pd) al contrario ha condiviso la proposta e ha aggiunto liquidarla sarebbe un’occasione persa. Una bocciatura, ha detto ancora, aggraverebbe una situazione di ritardo del Trentino, quando l’autonomia dovrebbe essere sempre un passo avanti rispetto alla legislazione statale. Altrimenti l’autonomia rischia di trasformarsi in una roccaforte contro il cambiamento. La legge Gelli Bianchi, ha ricordato Tonini, è il frutto di due personalità autorevoli in campo sanitario che hanno affrontato il grave problema della medicina difensiva perché la paura dei medici delle cause giudiziarie va a scapito della salute dei pazienti. La Pat deve inserirsi in questa corrente, ha detto Tonini, perché la Gelli – Bianco nazionale parla del Difensore civico fin dall’articolo due e qui sarebbe perlomeno strano lasciare la situazione così com’è mantenendo aperti i problemi interpretativi e di intervento per la difesa civica in materia di salute. Insomma, per Tonini non si può trattare il ddl come una pratica da archiviare e ha auspicato un lavoro di emendamento su un testo che non rappresenta una fuga in avanti bensì un passo avanti. Avere un filtro prima del sistema giudiziario, ha sottolineato, è utile alla sanità trentina e per i cittadini. 


Cia: no la difesa civica è già attiva sul fronte della salute 


Claudio Cia (FdI) ha chiesto se ci sono stati problemi in materia sanitaria per il Difensore civico. Anche perché nell’audizione l’avvocatessa Morandi ha detto che i temi sanitari sono stati al centro del suo lavoro e ha ricordato la buona collaborazione dell’Azienda sanitaria. Questo per dire, ha continuato Cia, che la difesa civica è già pienamente attiva sul fronte della salute. Si deve stare attenti, ha aggiunto, a non estendere troppo le figure dei garanti che, teoricamente, potrebbero diventare tantissimi. Invece, si dovrebbe prendere in considerazione il potenziamento, soprattutto sul territorio, del Difensore civico. In sintesi per Cia il ddl non dà risposte e rischia di complicare le cose. 


Masè: no, il garante della salute dovrebbe affrontare solo pochi casi 


Vanessa Masè (La Civica) ha detto che il passaggio in Commissione del ddl è stato interessante e significativo e ha fatto riflettere sull’allarmante andamento demografico e il suo impatto sulla realtà trentina. L’esperienza toscana, come è stata presentata in audizione, ha messo in evidenza l’importanza del numero di abitanti che se rapportato con quello Trentino porterebbe a ritenere che ogni anno il garante dovrebbe affrontare solo un paio di casi. Inoltre, la proposta Marini va nel senso contrario alla scelta fatta da anni di differenziare le figure di garanzia. Insomma, anche la presidente della Prima commissione ha espresso perplessità sul ddl. 


Segnana: i contenziosi con gli utenti sono già da tempo in calo 


L’assessora alla salute Segnana, ricordando il buon rapporto di collaborazione con il Difensore civico che ha già la funzione di garante della salute, ha ricordato che c’è il rischio di una sovrapposizione di competenze che finirebbero per appesantire burocraticamente il lavoro dell’Azienda sanitaria. Apss, ha aggiunto, che già da tempo lavora sul modello toscano e ha permesso di limitare i contenziosi con gli utenti. Inoltre, alcuni articoli, come il 3, il 4 e il 5 vanno analizzati meglio perché si rischia di cozzare contro la legge sulla privacy. Dubbi, inoltre, sono stati sollevati anche su alcuni aspetti di costituzionalità del ddl. Il parere della Giunta è quindi negativo anche per i maggiori costi che il ddl implicherebbe e che sarebbero sostenuti dal Consiglio. Quindi, le criticità sono per Segnana molte, dal rischio di appesantimento delle funzioni del Difensore civico, alla sovrapposizione con la struttura dell’Apss, alla privacy, ai costi: perciò il parere della Giunta nei confronti della proposta Marini è negativo. 


Marini: la tutela dei i diritti avvicina i cittadini alle istituzioni 


Il consigliere di 5 Stelle ha replicato che la proliferazione delle figure di garanzia è un problema e varrebbe forse la pena averne una sola per poi specializzare i diversi uffici interni. Del resto la stessa organizzazione del Consiglio mette in luce la scarsa rilevanza dei garanti, basti pensare che in aula si discute solo la relazione del Difensore civico. Inoltre, la legge è obsoleta e si potrebbe guardare alla riforma fatta a Bolzano. A Dalzocchio Marini ha ricordato che il Difensore può agire d’ufficio ma nella realtà non succede mai anche perché ci sono resistenze da parte della Pat e dell’Apss. Sui costi il problema non esiste perché sarebbero ampiamente coperti dal calo dei contenziosi e dalla maggiore efficienza dei servizi. Il riferimento fatto da Tonini a Gelli e Bianco, padri della legge nazionale del 2017 , è stato molto apprezzato dal consigliere 5 Stelle. Nel 2020 i casi trattati dal Difensore civico sono calati, ma ciò non significa che non ci sono stati problemi nella sanità ma che i cittadini sono stati ancor più disorientati. La questione centrale non è quella del numero dei casi ma del servizio che si fa al cittadino anche dal punto di vista educativo e della comprensione. Un Difensore civico, quindi, secondo la visione del consigliere di opposizione, che si impegna a migliorare la qualità dei servizi a partire da quelli sanitari. Marini, infine, ha ancora una volta sottolineato la mancanza di un supporto tecnico ai consiglieri che nella stesura dei ddl e nel lavoro ispettivo si trovano in una situazione di enorme svantaggio nei confronti della Giunta. 


Le dichiarazioni di voto


Nelle dichiarazioni di voto Marini ha detto che la tutela dei diritti e dello stato di diritto comporta un aumento della ricchezza economica. Perché lo sviluppo è frutto anche del capitale umano e sociale che aumenta coltivando la fiducia attraverso la tutela dei diritti e nel rapporto collaborativo tra cittadini e enti pubblici. Il tema di questo ddl, ha affermato ancora, è questo. 


I tagli al bilancio stanno intaccando gli organi vitali del Consiglio 


In dichiarazione di voto Cia ha affermato che avrebbe votato solo l’articolo 7 del ddl Marini che parla dell’indennità del Difensore che oggi è costituita dai due terzi di quella di consigliere. E questo perché, ha aggiunto il capogruppo di FdI, da troppo tempo in Consiglio si effettuano tagli delle spese anche per funzioni importanti. Claudio Cia ha quindi sollevato in Prima commissione la questione dei del Consiglio. 


Tema che l’esponente dem Giorgio Tonini ha preso al balzo affermando che da anni si tagliano le spese di Palazzo Trenini finendo per ridurre i poteri dei consiglieri a livello lillipuziano se paragonati a quelli della Giunta che sono andati, al contrario crescendo. Le possibilità di penetrazione del Consiglio nei confronti dell’esecutivo è risibile e molto molto inferiore a quelle del Parlamento e la retorica sul contenimento del bilancio del legislativo è inaccettabile per Tonini. E anche nel caso del ddl è ridicolo parlare di necessità di contenimento della spesa. Non si tratta, ha sottolineato con forza, di limitare lussi e sprechi perché ormai si è arrivati ad intaccare gli organi vitali del Consiglio. Basti pensare che sulla vicenda A22 non c’è stato un straccio di discussione sul suo futuro. Tra l’altro, ha detto ancora, ci si trova di fronte a una retorica diffusa in molti Paesi anche dell’Occidente per la quale i parlamenti sono un inutile orpello e, come qualcuno ha detto in tv, si vivrebbe meglio, bambini compresi, nei sistemi autoritari. Ma, ha concluso, sopratutto un’autonomia deve essere democratica e non fondata sull’autorità. 


Anche Paolo Zanella ha detto che non si può continuare con i tagli di spesa per l’assemblea legislativa e certo non si può pensare che il no al ddl sul Difensore civico si basi sulla questione dei costi. E neppure su cavilli legati alla privacy. Il problema, ha detto ancora, è di condividere o no l’impostazione del ddl e anche le possibili resistenze esterne vanno superate dalla politica e questa proposta andava nella direzione di chiarire le funzioni della difesa civica. 


La presidente della Commissione, Vanessa Masè, ha condiviso il fatto che ormai i risparmi stanno intaccando gli organi vitali del Consiglio ma ha sottolineato che ciò non dipende da un calo di trasferimenti da parte della Giunta a palazzo Trentini. 


Mara Dalzocchio su questo tema del risparmio ha detto infine che uno dei motivi sta nelle difficoltà di trovare personale idoneo per il Consiglio e si stanno cercando figure qualificate nei comuni. Nei risparmi, inoltre, vanno inserite anche le manifestazioni che non si sono potute fare a causa del Covid. 


Marini ha ringraziato Tonini per aver sollevato il tema dei costi del Consiglio e ha ricordato che una democrazia ha dei costi necessari. Il risparmio, inoltre, si può ottenere con una gestione razionale delle risorse. Se si possono migliore la funzionalità e la qualià dei servizi perché non procedere in questa direzione. Infine, Marini ha ricordato la recente visita della delegazione del Canton Zurigo al Consiglio e ha aggiunto che sarebbe opportuno ricambiarla con un viaggio di studio in un fine settimana alle istituzioni del cantone svizzero.​​