In Consiglio provinciale. Emendamenti per la tutela del paesaggio
Iniziata la discussione del ddl che semplifica l'installazione di impianti per prorurre energie rinnovabili
Nella foto, l'assessore Tonina. In allegato, l'ordine del giorno con i testi in discussione
La
seduta aggiuntiva del Consiglio provinciale convocata oggi per
l’esame di due disegni di legge urgenti proposti dalla Giunta, si è
aperta con un momento di silenzio dedicato a Remo Jori. Il presidente
Kaswalder ha reso omaggio allo
spessore politico e di governo dell’esponente
democristiano che fu consigliere provinciale dal 1978 al 1993 e che
ricoprì
il ruolo di assessore con varie
competenze
negli esecutivi guidati da Mengoni, Angeli, Malossini e Bazzanella.
All’inizio
dei
lavori Rossi
di Azione, Zeni e Ferrari del Pd, Marini (Misto-5stelle) e Degasperi
di Onda Civica, hanno lamentato
la
mancata convocazione da
parte del presidente di
una riunione dei capigruppo che a
loro avviso avrebbe
dovuto
“strutturare”
più
dettagliatamente i
lavori di oggi,
prevedendo
l’esame di questi ddl urgenti senza tempi contingentati. Kaswalder
ha precisato che era stata proprio
una conferenza
dei capigruppo a
decidere, il 29
marzo scorso, quali ddl esaminare oggi e
con che
modalità.
E
ha segnalato comunque la
possibilità per i
capigruppo di
stabilire anche adesso che i due ddl siano discussi senza tempi contingentati. Paccher
(Lega) ha osservato
che
a
suo avviso vi è tutto
il tempo (sei
ore)
per discutere di questi testi.
Dalzocchio
(Lega) ha ribadito che i lavori di questa seduta del Consiglio erano
stati decisi senza obiezioni. Demagri (Patt) ha rivendicato il
diritto di sollevare questa questione di metodo, confidando in
una sintesi del
presidente a
cui ha riconosciuto il
merito di
aver chiesto
scusa per
la
scelta
compiuta.La
discussione generale sul ddl della Giunta che semplifica le procedure
burocratiche per l’installazione di impianti che permettono
l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, si concluderà
alle 15.00 con la replica dell’assessore Tonina, che ha aperto agli
emendamenti proposti dalle minoranze orientati soprattutto a chiedere
la tutela del paesaggio.
Tonina:
il
ddl
semplifica
prevedendo
un
solo
procedimento
autorizzatorio.
Sì
ai
contributi dell’aula.
L’assessore
all’energia
e all’ambiente Mario Tonina
ha illustrato il ddl
136 da
lui proposto
a
nome dell’esecutivo,
ringraziando la conferenza dei capigruppo per la procedura d’urgenza
accordata all’esame del
testo.
Si
tratta – ha
spiegato – di adeguare
con
questa iniziativa la
legge provinciale a
un decreto governativo,
il
199 del 2021, adottato in attuazione di una direttiva europea,
introducendo
così
nel nostro ordinamento norme
di semplificazione e di sburocratizzazione per incentivare la
diffusione in Trentino di impianti per l’utilizzo di energie
derivanti da fonti rinnovabili e
specialmente dal sole.
“Costruire
impianti di questo tipo ha un costo importante – ha proseguito –
e se mancano incentivi a questo scopo l’interesse viene meno”.
Oggi la sensibilità verso questi impianti è cresciuta anche se una
parte di energia prodotta con il gas dovrà comunque rimanere. Le
produzioni da fonti rinnovabili non sostituiscono il gas ma
costituiscono un’integrazione. Si prevedono autorizzazioni
differenziate a seconda delle tipologie e delle soglie di potenza. In
sostanza il ddl prevede di racchiudere in un unico procedimento tutte
le autorizzazioni e i pareri necessari per l’installazione di
questi impianti. Tonina ha “aperto” a emendamenti migliorativi
anche se il voto unanime ottenuto dal testo in Commissione testimonia
che la condivisione tra maggioranza e minoranza su questo tema.
Tonina ha precisato di aver già tenuto conto di due modifiche
chieste in
Commissione raccogliendo
alcune proposte
del
Consiglio
delle autonomie locali sia
in
merito al fotovoltaico installato sui tetti sia
per installare
impianti anche nelle aree di pertinenza degli edifici una volta
esaurito lo spazio disponibile sui tetti. “Quando
sarà approvato
questo provvedimento – ha concluso Tonina – sarà molto più
facile l’uso
per le famiglie di
energie da fonti rinnovabili aggiungendo
aiuti alla
detrazione del 50% già
prevista
dallo Stato. Vi sarà a breve anche
un
bando voluto
dall’assessore
Spinelli che prevede 20 milioni di euro per contribuire alle
iniziative promosse da imprese e da artigiani che
intendono fronteggiare
il caro-bollette. “Il Trentino in questo campo si può distinguere
rispetto ad altre regioni”.
Rossi:
il provvedimento è l’occasione per andare verso le comunità
energetiche.
Ugo
Rossi
(Trentino in Azione) ha
presentato alcuni
emendamenti
da lui proposti per fare un passo avanti nella direzione delle
“comunità energetiche” come strumento della legge provinciale in
questo settore, mettendo a disposizione in tal senso, come Provincia,
mezzo milione di euro all’anno. Rossi ha suggerito di seguire
l’esempio della Lombardia per affidare a una struttura provinciale
o a Dolomiti Energia che curi la componente di informazione e di
assistenza a sostegno di chi vuole mettere in piedi delle comunità
energetiche. Infine un emendamento del consigliere riguarda le
attività di formazione in vista di questo obiettivo. Rossi
ha concluso sottolineando la parola “sacrifici” da associare al
termine “risparmio” in tema di energia, invitando a lavorare
perché il Trentino primeggi in Italia nel campo della
compartecipazione dei cittadini a rinunciare a un po’ del loro
benessere per poter attingere a energie rinnovabili.
Cavada:
l’autoproduzione da fonti rinnovabili è la strada del futuro.
Gianluca
Cavada (Lega)
ha
ricordato l’approvazione unanime di questo ddl in Commissione,
segno della collaborazione di tutti all’obiettivo di incentivare
l’uso di energie da fonti rinnovabili. Molto importante per il
consigliere la diversificazione delle fonti massimizzando il più
possibile l’utilizzo dell’energia idroelettrica garantendo
l’ecosistema fluviale e i deflussi minimi ecologici. Bene anche lo
snellimento delle procedure per l’installazione del fotovoltaico e
lo sviluppo delle comunità energetiche già esistenti in altri Paesi
europei in funzione della green economy e della mobilità
sostenibile. Per questo Cavada ha annunciato di aver presentato un
ordine del giorno collegato al ddl. Nel 2035 vi sarà lo stop ai
motori non elettrici e sarà quindi importantissimo poter alimentare
le batterie con l’idroelettrico. Anche il biogas è una fonte
preziosa che si potrebbe produrre dai rifiuti. Certo vi sarà sempre
bisogno di altre fonti ma l’autoproduzione da fonti rinnovabili è
la strada da imboccare fin d’ora.
Ossanna:
gli emendamenti proposti dal Patt mirano solo a chiarire alcuni
aspetti.
Lorenzo
Ossanna (Patt),
firmatario
di alcuni emendamenti che chiedono più delle precisazioni che delle
modifiche degli articoli, ha
osservato che il focus principale di questo ddl è il fotovoltaico
perché più alla portata di famiglie e aziende. Il
consigliere ha chiesto chiarimenti all’assessore su alcuni
emendamenti proposti dalla Giunta per la semplificazione delle
procedure per l’installazione di impianti fotovoltaici. In sostanza
per Ossanna e il Patt occorre che la Giunta faccia il più possibile
chiarezza già nel testo di legge su vari aspetti di dettaglio in
modo da ridurre poi un sovraccarico di lavoro per gli uffici della
Provincia quando si tratterà di attuare la normativa. Il
consigliere ha plaudito ai Bim
che
si
sono
resi
disponibili a promuovere forme di aiuto degli utenti per
l’installazione di questi nuovi impianti per l’uso delle energie
da fonti rinnovabili, collaborando con la Provincia e le società di
sistema e in aggiunto al sostegno del 50% previsto dallo Stato.
Degasperi:
sul fotovoltaico ricerca necessaria per non dipendere dalla Cina.
Filippo
Degasperi
(Onda Civica) ha
dichiarato di condividere lo spirito e i contenuti di questo ddl.
“L’Italia si è risvegliata dal letargo sul tema dell’energia
solo quanto Putin ha invaso l’Ucraina. Siamo quindi in ritardo”,
ha ricordato il consigliere “causato dal disinteresse di chi ha
governato l’Italia negli ultimi anni nei confronti delle
rinnovabili, per le quali gli investimenti sono crollati a partire
dal 2011”. Per Degasperi il ddl si occupa di burocrazia e di
frammentazione decisionale e va quindi nella giusta direzione. A suo
avviso anche sugli edifici esposti meno al sole andrebbe favorita
l’installazione del fotovoltaico per il risparmio energetico. Sul
fotovoltaico il consigliere ha presentato un ordine del giorno perché
la Giunta si impegni ad avviare una ricerca in
questo campo per
svincolarci dalla dipendenza dalla Cina e a pensare al riutilizzo di
questi impianti che si dovranno dismettere soprattutto a cavallo del
2030. Da essi si potranno recuperare vari materiali utili come
silicio e rame, evitando che finiscano in discarica. Con il
riciclaggio si potrebbero recuperare almeno due miliardi di impianti
di fotovoltaico. L’unica
perplessità sul ddl espressa da Degasperi riguarda il mix delle
energie rinnovabili di cui si parla, perché non si capisce quale
sarà.
Manica:
attenzione alla qualità del paesaggio. Biomassa alternativa al
metano.
Alessio
Manica (Pd)
ricordato che su questo tema è emerso anche in Commissione un
conflitto sulla conciliazione tra qualità architettonica, qualità
paesaggistica e necessità di rafforzare l’autonomia energetica del
Trentino. Anche la geotermia per i riscaldamenti domestici è un tema
di cui per Manica di cui si dovrebbe iniziare a parlare. In questa
spinta che si cerca di dare alla produzione di energie sostenibili
occorre porre attenzione ad alcune questioni. La prima è a suo
avviso quella della qualità. La Provincia ha investito in cultura
del paesaggio e occorre quindi stare attenti a che l’emergenza
sull’energia non ci faccia perdere di vista questo
aspetto prezioso del
nostro territorio, da cui dipende anche il turismo. Secondo:
prevedendo la possibile installazione a terra degli impianti, bisogna
prestare attenzione al problema del consumo del suolo. Terzo: il tema
dell’equità. Nell’ansia della transizione energetica non vi è
ancora una riflessione sufficiente sul fatto che questa
sia
alla portata solo di chi è ricco. Le auto elettriche oggi se le
possono permettere solo le persone che hanno un certo reddito. Per
l’equità lo sforzo spetta alla Giunta e al Consiglio. Ad esempio
cercando percorsi collettivi per offrire la possibilità di
partecipare a operazioni non individuali attraverso le comunità
energetiche. Occorre costruire progetti collettivi per la
realizzazione di questi impianti nelle aree di minor pregio, come ad
esempio nelle zone industriali e dove esistono capannoni. Questo in
alternativa al proliferare nei centri storici di pannelli fuori
fisionomia. Manica ha presentato
i suoi emendamenti, il primo per escludere
dai centri storici l’installazione a terra degli impianti, il
secondo per evitare
il
fotovoltaico
nelle aree da riservare ai parcheggi, la
terza per espandere la produzione
di energia per il teleriscaldamento da biomassa con l’utilizzo di
materiale legnoso da risulta in
alternativa al
completamento della metanizzazione del territorio.
Olivi:
si porti avanti “Manifattura Domani”per l’intreccio tra ricerca
e impresa.
Alessandro
Olivi
(Pd) ha messo l’accento sull’esigenza di far sì che sul fronte
delle rinnovabili non cresca solo un sistema di regole rigorose,
aperte e flessibili e strumenti urbanistici, ma nasca un distretto
tecnologico capaci di accompagnare verso una crescita delle
competenze. Oggi il Trentino si è lasciato alle spalle la pandemia,
la crisi internazionale ed è dentro le priorità del Pnrr e ha la
possibilità di non limitarsi a rincorrere i cambiamenti. Olivi ha
ricordato che superando il modello della fabbrica fordista, la nuova
manifattura a Rovereto – Manifattura Domani – era stata concepita
dalla Provincia per puntare al risparmio energetico e alla produzione
di energie rinnovabili. IL Trentino può e deve rinnovare punto di
riferimento per la realizzazione di un distretto produttivo
fortemente innovativo e competitivo. Per questo Olivi chiede con un
ordine del giorno alla Giunta di continuare a sviluppare l’idea di
Manifattura Domani, vale a dire di una convivenza virtuosa tra
imprese, ricerca e laboratori, per creare un cluster che sia punto di
attrazione per aziende non solo trentine ma provenienti anche da
fuori provincia nel campo della bioedilizia.
Zanella:
ddl utile perché anche l’idroelettrico rischia di non essere più
sostenibile.
Paolo
Zanella
(Futura) ha sottolineato l’urgenza di agire in questo settore a
fronte degli aumenti del costo dell’energia e della crisi climatica
e ambientale. Va quindi sposato senz’altro quel ddl anche se pur
sempre tutelando la qualità paesaggistica. Per questo l’energia
prodotta non dev’essere solo per l’autoconsumo individuale ma per
l’autoconsumo collettivo. In questo senso occorre sostenere di più
le comunità energetiche realizzando impianti che vadano a beneficio
di intere comunità. Oggi anche i grandi impianti idroelettrici
rischiano di non essere più sostenibili come un tempo a causa della
scarsità dell’acqua e dell’immissione di gas serra quando si
svuotano i bacini. Anche su questo fronte la Provincia si troverà
sempre più in difficoltà perché non si sa quando questa produzione
durerà e già quest’anno sarà minore rispetto agli anni scorsi.
Per questo è importante spingere verso altre forme di energie
rinnovabili e in particolare della fonte solare con i pannelli
fotovoltaici. Pannelli che hanno il limite di non essere prodotti qui
ma soprattutto in Cina da cui sono importati. Sarà quindi importante
svincolarsi da questa dipendenza producendo i pannelli nel nostro
territorio anche per evitare una bolla speculativa con una
progressiva esplosione dei costi. Infine Zanella ha ricordato
l’ordine del giorno da lui presentato in passato per l’istituzione
delle prime comunità energetiche. Questa è a suo avviso la strada
per garantire maggiore equità nel nostro territorio.
Rossato:
bene il ddl purché sia tutelato il paesaggio.
Katia
Rossato
(FdI) ha condiviso in pieno il ddl perché è concreto nel tendere la
mano al territorio semplificando la burocrazia. Va però tutelata a
suo avviso la qualità paesaggistica del territorio dalle
installazioni di impianti per l’uso delle energie rinnovabili.
Marini:
voto di astensione per la mancata analisi tecnica dell’impatto del
ddl.
Alex
Marini
(Misto-5stelle) ha
preannunciato la sua “probabile” astensione di questo ddl perché
privo di valutazioni di impatto. Il testo non individua i passaggi
logici che collegano il provvedimento agli obiettivi indicati dalle
Nazioni Unite e dall’Ue, ma interviene solo sul regime
autorizzatorio. Per Marini la Giunta avrebbe potuto allegare dei
documenti su questo aspetto. Manca a suo avviso soprattutto
un’analisi tecnica di impatto sugli effetti della normativa. Questo
ddl sarebbe stato ideale per iniziare a sperimentare l’analisi
preventiva di impatto di un provvedimento. Non sono state
previste
misure mitigative per proteggere il suolo, il paesaggio e per
perseguire l’obiettivo di aumentare la percentuale di autoconsumo.
Non si evince quanti saranno ad esempio gli impianti che la Provincia
ipotizza che si installeranno grazie a questa liberalizzazione. Se
questi dati
vengono
considerati “informazioni
interne” si fa solo propaganda. Non
si può a suo avviso non chiarire preventivamente quanti sono i metri
quadrati degli
stabilimenti
industriali sprovvisti di pannelli dove gli impianti si potrebbero
installare e
non si può non stimare l’impatto
sul paesaggio che questo ddl avrà. Sul tema dell’autoconsumo
Marini ha ricordato che in Trentino vi sono oggi 15.000 impianti di
fotovoltaico che
producono 176
mgw, pari
al 5%
rispetto a quanto produce Dolimiti Energia con l’energia
idroelettrica. A
suo avviso quindi si dovrebbe puntare
a rafforzare l’autoconsumo di energia idroelettrica che
oggi non esiste.
Job:
è mancata programmazione politica soprattutto da parte dell’Ue.
Ivano
Job
(Lega) ha auspicato
che dall’applicazione di questa normativa non
emergano criticità sul territorio per le ricadute che avrà sui
cittadini e sulle amministrazioni locali non solo in termini
ambientali e
di problematiche
relative
ai confini.
Ha
anche chiesto di prestare la massima attenzione all’impatto del
provvedimento sul paesaggio. A suo avviso su questo argomento in
Trentino, in Italia e soprattutto da parte dell’Ue non c’è
stata programmazione. Job
ha
espresso sfiducia
nell’Ue
la cui miopia programmatoria a a suo avviso all’origine nelle
difficoltà
di
oggi
per
quanto riguarda i costi
dell’energia, non
imputabili
solo
alla guerra in atto”.
Non c’è quindi da essere entusiasti perché politicamente si è
molto in ritardo e
ora si rincorrono affannosamente delle
soluzioni. Il rischio è di ritrovarci
fuori
dei mercati con conseguenti sconvolgimenti anche per i posti di
lavoro. In
ogni caso per
Job questo ddl costituirà un’iniezione di fiducia. E
le comunità energetiche
potrebbero evitare aumenti del costo dell’energia idroelettrica.
Sul
fotovoltaico Job ha messo in guardia sul problema dello smaltimento
dei pannelli che si porrà tra 15-20 anni. Ha infine auspicato la
realizzazione in Italia di centrali nucleari
sicuri perché di nuova generazione e l’avvio delle trivellazioni
per l’estrazione
del gas. “L’alternativa – ha
concluso – è continuare
a rincorrere i mercati che forse l’Ue potrebbe calmierare per
evitare aumenti dei costi improvvisi”.
Lavori
sospesi su richiesta dell’assessore per valutare emendamenti e odg.
L’assessore
Tonina
ha
chiesto e
ottenuto una
sospensione per poter valutare gli ordini del giorno e gli
emendamenti depositati fin’ora preannunciando la propria replica
alla ripresa dei lavori alle 15.00.