Dalla Prima Commissione. In allegato, il testo del provvedimento
Dalle audizioni giudizi favorevoli al disegno di legge di Marini sul Difensore civico
Diego Bettoni proposto dalla Giunta è l'unico candidato ad avere i requisiti per il cda della FBK
In Prima commissione,
presieduta da Vanessa Masè (La Civica), si sono svolte le audizioni
del ddl n.
71/XVI
di Alex Marini (5 Stelle) che
ha l’obiettivo
di allargare il campo
di intervento del
Difensore civico alla sanità e alla
tutela dei diritti
degli anziani e dei
disabili.La
seduta si è però
aperta con
l’approvazione (4 sì, tre astensioni) delle 22 candidature per i
tre posti
nel cda di Trentino
Digitale. Per il posto
nel cda Fbk nessuno dei tre auto candidati
è risultato avere i requisiti scientifici richiesti e quindi non
sono stati presi in considerazione dalla Commissione. Invece
via libera, sempre con
4 sì e tre voti di astensione, a Diego Bettoni dottore in ricerca
dell’Istituito di fisica nucleare che è stato proposto dalla
Giunta. Si è passati
poi alle audizioni sul ddl Marini.
Il
Difensore civico: per gli interventi sulla sanità serve un supporto
tecnico
Il
Difensore civico, l’avvocatessa
Gianna Morandi ha detto che il ddl mira ad attuare la legge statale
del 2017
che prevede che
le regioni possano
attribuire le facoltà
di garante della salute
al difensore civico
e si basa sulla norma
della Regione Toscana la
prima, con Bolzano, ad attuare la normativa dello Stato.
Ma il
difensore civico, ha
ricordato l’avvocatessa,
è già garante della salute perché la legge Pat dice che può
intervenire negli enti nel sistema provinciale che
comprende anche l’Apss.
Infatti, il Difensore
civico si interfaccia
quasi quotidianamente con l’Apss. Il problema, ha
sottolineato Gianna Morandi,
è quello del supporto tecnico sanitario
per i casi di malpractice
sanitaria che è
previsto dalla legge
toscana. Va fatta poi una valutazione, ha
continuato, su
come si innesta la
proposta
con l’organizzazione dell’Apss nella quale, a differenza di
quella toscana, la gestione diretta del risarcimento arriva
a 500 mila euro, sopra entrano in campo assicurazioni private sulle
quale il difensore
civico non può
interferire. Nel merito del ddl l’avvocato Gianna Morandi ha
rilevato che i livelli essenziali delle prestazioni sono
di competenza dello
Stato e sulla tutela degli anziani ha affermato di essere contraria
alla parcellizzazione delle funzioni del difensore perché, nella
realtà, tutte
le materie rientrano
nella sua competenza.
Marini
ha affermato che nella legge sull’handicap il Difensore
civico prevede
un coordinamento, del
quale dovrebbe far parte anche il Difensore civico,
che però non è mai
stato attivato. Gianna
Morandi ha detto
di conoscere il problema e ha aggiunto
che questi organi
andrebbero attuati
perché sono importanti.
C’è la
Commissione mista conciliativa, presieduta dal Difensore civico, che
però non ha competenze
sulla
malpractice
sanitaria che potrebbe essere affrontata invece nella Camera
conciliativa che però non è operativa. Un problema che Marini ha
sollevato più volte in alcune interrogazioni. L’esponente di 5
Stelle ha poi chiesto all’avvocatessa Morandi se sarebbe disposta a
partecipare alla Camera conciliativa una volta avviata. Il difensore
civico ha detto che l’attivazione
e la composizione della
Camera conciliativa dipende dalla Giunta e
comunque potrebbe
entrare a farne parte ma serve sempre un supporto tecnico –
sanitario. Marini,
infine, ha chiesto se ritiene di avere oggi strumenti sufficienti a
disposizione. Gianna Morandi ha risposto che il carico di lavoro è
molto aumentato e
cambiato con
l’emergenza pandemica. Non passa giorno, ha aggiunto, che non ci
siano cittadini che di rivolgono all’ufficio perché contestano il
green pass o
le ordinanze della Giunta o si lamentano nei confronti dell’Apss.
La
struttura è composta da tre funzionari più il difensore civico e
non è sottodimensionata anche se il carico di lavoro è gravoso ma
non
ci sono pratiche pendenti. Certo, ha concluso, un funzionario in più
non farebbe male.
L’esperienza
toscana
Vittorio
Gasparrini
dell’Ufficio
della difesa civica della Toscana ha detto che il ddl Marini è molto
simile alla legge toscana anche se questa impostazione rimane ancora
minoritaria in
Italia.
La
norma della Regione ha
limitato il
ricorso alla
giustizia ordinaria e
ha migliorato
anche la prassi informativa sanitaria. Gasparrini
ha invitato la
difesa civica trentina, per
gli interventi in campo sanitario,
a
sottoscrivere convenzioni con Apss terze per la medicina legale. In
Toscana, ha aggiunto, le Apss hanno
la gestione diretta dei risarcimenti e
quindi il
Difensore
civico
può intervenire per favorire l’accordo tra le parti. Rispondendo
a Marini ha detto che la
difesa civica
della Toscana ha una struttura dedicata alla sanità ma la casistica
è relativamente bassa anche perché i reclami tecnico professionali
spesso
non
vengono trasmessi dalle Aziende sanitarie e il servizio non è molto
conosciuto. In materia sanitaria le pratiche trattate dal 1991 sono
state 2628 e
ultimamente si affronano
una quarantina di casi all’anno.
In Trentino, ha
aggiunto il dirigente toscano,
la situazione dovrebbe essere diversa anche perché la Difesa civica
è
diffusa nei comuni. Gasparrini,
sempre rispondendo a Marini, ha affermato infine
che
il difensore civico può essere utile anche per i medici e le Aziende
sanitarie perché col suo intervento si possono evitare ricorsi
giudiziari per motivi futili o errori formali. Su anziani e disabili,
ha aggiunto, il Difensore civico interviene su segnalazioni e c’è
attenzione su anziani e le difficoltà dell’uso degli strumenti
informatici, come
lo Spid.
L’Azienda
sanitaria: bene il ddl, ma attenzione alle sovrapposizioni
Il
dottor Gino
Gobber dell’Azienda sanitaria, ha affermato che l’Apss si è
dotata da una struttura di
gestione del rischio che ha il compito di svolgere
analisi delle situazioni critiche per
arrivare
a
una
valutazione non solo dell’eventuale danno ma anche per evitare il
ripetersi degli errori. C’è quindi la necessità di non
sovrapporre le attività e ha ricordato che la legge statale
Gelli – Bianco prevede già
di
affidare al difensore civico le competenze in materia sanitaria.
Quindi, va capito come le previsioni
del ddl Marini intervengono
su questa struttura che lavora da anni in Apss. Mentre Gobber ha
definito interessante la previsione del ddl di poter accedere a un
parere esterno della medicina legale di un’altra Azienda sanitaria.
Un secondo parere, ha affermato Gobber, è sempre benvenuto anche
perché spesso i contenzioni sono innescati da pareri medico legali
non del tutto disinteressati. Molto bene anche la tutela degli
anziani, anche se,
pure in questo caso, si deve porre attenzione a ciò che c’è già
per evitare ridondanze ad esempio con l’amministratore di sostegno.
Rispondendo
a Marini, Gobber ha detto che la struttura di
gestione
del rischio prende a modello un’iniziativa della Toscana che venne
seguita dal Veneto
e ora è diffusa in tutt’Italia. A fronte di qualsiasi
segnalazione di evento avverso o danno a un utente
viene istituita una pratica di valutazione dell’accaduto da uno
staff composto dal medico legale e dall’ufficio legale dell’Apss.
Questa
struttura ha aggiunto, non
nasce da una sorta di autodifesa, ma dal
principio del diritto al risarcimento
del danno subito dal cittadino. Una
gestione del rischio, ha concluso,
nata alla fine degli anni ‘90 quando le Aziende sanitarie venivano
usate come un bancomat e come risposta alla medicina difensiva.
Secondo il medico, la strada principale
rimane
questa perché crea una cultura improntata alla prevenzione tra il
personale sanitario.
Gli
amministratori di sostegno: un ddl importante
Massimo
Zanoni, presidente dell’Associazione degli amministratori di
sostegno che operano sempre più con gli anziani ha
detto che
i supporti previsti dal ddl Marini sono
importanti, anche
se vanno coordinati con le strutture esistenti. Marini ha chiesto una
valutazione da parte di Zanoni sul fatto il tavolo degli
amministratori di sostegno previsto dalla legge 4 del 2011. Il
presidente dell’Associazione ha detto che il tavolo si riunisce una
volta all’anno ed
è
stato utile per stipulare una serie di accordi, ma si potrebbe fare
molto di più.
Le
associazioni: un ddl che va nella direzione giusta
Marco
Groff
del Fand, presidente
Federazione
delle
associazioni delle persone con disabilità del
Trentino
(presente
con Marcello Manganiello dell’Associazione
degli invalidi civili) ha detto che il Difensore civico deve avere
potere e funzioni specifiche e vere nei confronti degli enti
pubblici. Paolo
Tonelli della Consulta per le politiche sociali ha definito molto
importante il ddl Marini perché è importante allargare le
competenze del Difensore civico anche perché tra gli anziani e i
disabili l’impatto della pandemia è stato pesantissimo in termini
di solitudine e isolamento. Sempre il Covid ha aumentato la distanza
tra cittadini e burocrazia rendendo sempre più difficile la vita dei
cittadini. Per Tonelli concentrare nelle mani dell’ufficio del
Difensore una larga parte di tutele va
nel verso giusto. Nello specifico del
ddl
Tonelli ha chiesto un allargamento della partecipazione
all’intervento
del Difensore,
previsto al comma 4 dell’articolo 6, anche
all’assistenza domiciliare e al cohousing
senza limitarsi alle Rsa. Renzo
Dori, presidente della Consulta della salute, ha detto che
l’allargamento dello spettro d’intervento del Difensore civico va
nella direzione di una maggior tutela dei diritti delle persone che,
soprattutto se fragili, si trovano in una situazione di debolezza nei
confronti del sistema. Le preoccupazioni, ha aggiunto Dori,
riguardano le possibilità di accesso ai servizi di tutela dei
diritti di salute particolarmente difficile per le persone sole o
disabili. Il ddl è positivo ma, anche
per Dori,
va posta attenzione al punto 4 dell’articolo 6 che parla di
coinvolgimento delle famiglie e di una fitta serie di associazioni.
Articolo per il
presidente della Consulta
troppo dettagliato e che rischia di escludere molti attori del mondo
socio – sanitario. Bene il coinvolgimento dell’amministratore di
sostegno e nel complesso il parere sul ddl della Consulta è
positivo.
Anche
Massimo
Giordani direttore Upipa ritiene importante il ddl, anche se
andrebbero inclusi tutti i servizi per anziani che potrebbero avere
bisogno di tutela del Difensore civico, così come sarebbe importante
trovare la possibilità di dare maggiore spazio alle consulte o alle
associazioni dei parenti degli anziani nelle strutture di assistenza.
Infine, ha raccomandato il coordinamento delle previste azioni di
formazione e di prestare attenzione anche all’invecchiamento
consapevole e non solo quello attivo. Bene, infine,
il riferimento alla Carta europea dei diritti e delle responsabilità
delle persone anziane.