Le audizioni in Quarta Commissione
Grido di allarme del Terzo Settore: quasi impossibile trovare personale. Alcuni servizi sono a rischio
In allegato, il documemnto della Consulta
Mattinata di audizioni, in
Quarta commissione, presieduta da Claudio Cia (FdI), su un tema
caldo: la drammatiche difficoltà che le associazioni del Terzo
Settore incontrano nel reclutamento di figure professionali nel
settore socio – sanitario, assistenziale e educativo. Un momento di
confronto chiesto alla Quarta commissione dagli stessi esponenti di
questo mondo. Il quadro uscito dall’audizione di questa mattina è
allarmante perché la mancanza di personale nelle Rsa, infermieri e
Oss, si aggrava di giorno in giorno al punto da mettere a rischio i
servizi, come quelli della Rsa ospedaliera di Tione che, salvo
soluzioni dell’ultima ora, giovedì saranno sospesi. Inoltre,
secondo gli esponenti del Terzo settore intervenuti in mattinata, la
situazione è appesantita dalle rigidità contenute nel regolamento e
nel catalogo dei servizi.
Tonelli: ormai è
impossibile trovare infermieri e Oss
Il primo ad essere ascoltato è
stato Paolo Tonelli, presidente della Consulta provinciale delle
politiche sociali che ha presentato il documento consegnato alla
Quarta commissione. Primo punto, il reperimento di alcune
professionalità sul mercato del lavoro è diventato impossibile per
gli enti del Terzo settore. Una situazione gravissima che pesa sul
mantenimento dei servizi. L’interesse principale, ha aggiunto, non
è quello delle coop, collaboratori o soci: è quello degli utenti.
Perché la storia del welfare trentino negli ultimi 40 anni, ha
affermato Tonelli, sta a dimostrare risultati che sono riconosciuti
da tutti. Inoltre, sta accadendo che gli enti del terzo settore si
stanno trasformando in involontari formatori di personale per la
sanità e gli enti pubblici. In questo drammatico momento, ha
aggiunto, la Pat dovrebbe fare pressioni su Roma perché si possano,
ad esempio, trovare le figure mancanti tra i profughi che stanno
arrivando dall’Ucraina offrendo loro lavoro e dignità. C’è poi
il problema degli Oss, un lavoro che non piace più ai giovani e per
il quale servirebbe una campagna informativa tra le fasce di età
giovanili per spiegare, più n generale, la bellezza di un lavoro
sociale e educativo.
Tutto ciò, ha detto ancora il
presidente della Consulta, si lega alla questione della particolare
rigidità dei parametri di accreditamento e del catalogo dei servizi.
Rigidità, ha detto Tonelli, che impediscono di impiegare persone che
avrebbero la sensibilità ma non il diploma specialistico previsto.
Eppure, la storia del welfare dimostra che avere persone vocate dà
un valore aggiunto alla qualità al lavoro. Un principio ancora più
vero in un’attività di assistenza e sociale nella quale le
capacità di relazione sono fondamentali. Quindi, per Paolo Tonelli,
deve essere data a coop e enti del Terzo settore la possibilità di
far lavorare persone che hanno passione accompagnandole in un
percorso di formazione e certificazione. Le separazione introdotta
due anni fa dalla Consulta tra mercato e servizi sociali ha tagliato
la strada al “mercatismo” aprendo quella della coprogettazione
che deve partire dalle esigenze del territorio. Esigenze che si
scontrano con la rigidità di accreditamento e del catalogo. Tonelli
ha concluso affermando che ci sono stati incontri con l’assessorato
positivi, anche per la costante presenza dell’assessora Segnana, e
al tavolo tecnico aperto ieri si sono stati fatti passi avanti. Un
processo che però ha bisogno anche un intervento del legislativo.
Monfredini: La Rsa
ospedaliera di Tione sarà costretta a sospendere i servizi
Il vicepresidente della
Federazione della coop, Italo Monfredini, rimanendo nel campo delle
Rsa ha messo in evidenza il fenomeno della mancanza di infermieri e
Oss, aggiungendo che il reclutamento di queste figure da parte della
Apss ha inciso moltissimo sulla vita delle coop. Una situazione
giunta al punto di rottura al punto che, ha aggiunto il
vicepresidente della Federcoop, i servizi della Rsa ospedaliera di
Tione, se non verrà trovata una soluzione in extremis, verranno
sospesi dopodomani, giovedì, perché su 7 infermieri, 4 sono andati
a lavorare all’Azienda sanitaria. Una situazione che, purtroppo,
non è destinata a rimanere l’unica. Non si tratta quindi, ha
aggiunto Monfredini, di un allarme per il futuro, è giunto il
momento di agire perché una volta distrutto questo ecosistema di
integrazione tra società e Pat le conseguenze per la comunità
saranno pesanti.
Cipriani: va colta
l’opportunità della nuova immigrazione
Serenella Cipriani, presidente
di Consolida ha detto che il Terzo settore cerca sempre di garantire
qualità anche se ora si trova sotto scacco per la carenza di
personale. Va colta l’opportunità delle nuove immigrazione, per
dare loro dignità e reddito e continuare l’attività di welfare.
Marchesi: vanno superate le
rigidità nelle assunzioni
Per Michelangelo Marchesi
della Cnca, Coordinamento nazionale comunità di accoglienza, la
questione ha una rilevanza politica per il suo impatto reale e sulla
garanzia dell’erogazione dei servizi nei confronti di soggetti
vulnerabili. Una parte della società nei confronti della quale la
politica ha responsabilità e doveri istituzionali. Una parziale
soluzione, per Marchesi, può essere il superamento di rigidità,
come quella della richiesta di titoli per il personale che oggi non è
disponibile. Altro aspetto importante quello della formazione
permanente che spesso oggi è garantita, non sempre con efficienza,
dagli stessi enti. In passato, ha ricordato, si era studiato un
sistema di formazione con la Demarchi, un percorso che però si è
interrotto.
Dossi: il Terzo Settore
nella tempesta perfetta
Chiara Dossi, del
Coordinamento inclusione e prevenzione, ha detto che il settore si
trova in una tempesta perfetta, tra le rigidità del sistema e le
necessità di dare assistenza e al tempo stesso lavoro a soggetti
deboli. Persone che non hanno la possibilità di farsi riconoscere il
titolo di studio ma per le quali le coop sono l’ultima occasione
prima del lavoro nero. Un sistema che ingabbia e che crea distorsioni
perché si è costretti ad assumere il primo laureato che si presenta
e che deve essere inserito subito a livello più alto rispetto a chi
lavora da anni. Fatto che crea inevitabili tensioni. Inoltre, il
sistema di accreditamento ha fatto aumentare i costi e non permette
possibilità di manovra, ad esempio quello di creare occasioni
diverse di entrata. A tutto ciò si aggiunge la crescita generale dei
prezzi a fronte di contratti fermi da anni. Angelo Prandini, ha detto
che il quadro regolamentare, aggiornato nel 2020, dopo una pandemia e
ora una guerra deve essere ripreso di nuovo in mano dalla Pat. Anche
per Prandini va aperta la possibilità di poter ampliare la quota
degli operatori da assumere in base alle loro motivazioni e non per
titoli, garantendo loro un percorso formativo. Questo per avere una
maggiore flessibilità. Nel 2020, ha anche lui ricordato, la Corte ha
emesso la sentenza che sancisce che la coprogettazione si può fare
valorizzando gli attori del Terzo Settore locale ma questa
possibilità cozza contro le previsioni del catalogo. Sul tema degli
Oss, secondo Prandini, va pensato un marketing sociale tra le giovani
generazioni.
I consiglieri
Alex Marini (5 Stelle)
ha affermato che è avvertibile l’ampio gap che esiste tra la
burocrazia e la realtà del Terzo settore. Una distanza dolorosa che
provoca un senso di impotenza. Anche se un luogo per alleviare i
problemi potrebbe essere quello della riforma delle Comunità di
valle che sono chiamate a gestire i servizi socio – assistenziali.
Paola Demagri (Patt) ha
affermato che la situazione di difficoltà va avanti da mesi e già
si evidenziano eventi negativi come la chiusura della Rsa di Tione
ricordata da Monfredini. Uno dei problemi principali, ha ricordato,
sono le differenze contrattuali tra dipendenti che operano nelle Rsa
e Apss e una parificazione economica potrebbe essere decisiva per
interrompere i passaggi dal privato al pubblico. Una considerazione
va fatta, secondo la capogruppo Patt, nella riorganizzazione
sanitaria, che deve abbracciare anche il mondo socio – sanitario, e
nella quale si possono trovare figure utilizzabili nelle Rsa. Per
l’esponente del Patt si potrebbe sfruttare anche il servizio
civile, per avviare verso il lavoro nel Terzo settore quei giovani
che non hanno le idee chiare dopo le superiori fornendo loro un
percorso formativo.
Paolo Zanella (Futura)
ha detto che l’audizione è stato un bagno di realtà attraverso la
tempesta perfetta che sta investendo il settore. All’orizzonte c’è
il problema della garanzia dei servizi anche a fronte al dramma del
numero di lavoratori che cala in seguito alle dinamiche demografiche.
Inevitabile, quindi ampliare la platea dei lavoratori, come
dimostrano i vuoti nella scuola Oss che fino a poco tempo fa
rappresentava una possibile soluzione per lavoratori che avevano
perso il lavoro. Quindi, si dovrà lavorare sui profughi ucraini e su
persone che vengono da altri posti del mondo. Ci si trova di fronte
al rischio di un collasso dei servizi socio assistenziali, ha
aggiunto l’esponente di Futura, e quindi i problemi vanno
affrontati con grande realismo. Pensando anche a percorsi per nuove
figure professionali. Il tema della coprogettazione, per Zanella, è
centrale anche se ci sono evidenti difficoltà con le Comunità di
valle commissariate. Ed evidente che serve una maggiore flessibilità
rispetto alla gara. Ultimo punto toccato dal consigliere, quello del
ruolo della cooperazione che va garantito.
Claudio Cia ha
affermato che pare sia mancata una sufficiente comunicazione per fare
emergere questo tema della mancanza di personale. Tema del quale,
peraltro, si sente parlare già dalla scorsa legislatura. Così come
i costi del sistema di accreditamento che ha puntato molto sui titoli
tralasciando il tema dell’empatia degli operatori. Una qualità che
spesso si trova, paradossalmente, tra chi ha meno titoli. Non solo,
ma le coop in passato formavano il personale, in alcuni casi con
corsi di 600 ore. Infine, Cia, ha chiesto all’assessora Segnana
quali siano gli spazi di manovra sul sistema di accreditamento.
Segnana: il confronto col
Terzo settore è continuo
L’assessora ha affermato che
il confronto col Terzo settore c’è sempre stato; mentre Federica
Sartori, dirigente del Servizio Politiche sociali ha ricordato che è
stata segnalata l’esigenza di un Osservatorio sulle professioni e
il catalogo va seguito nella sua applicazione. Sarebbe utile, per
avere il polso della situazione, con lo strumento del forum dove gli
enti possono segnalare la richiesta dei profili. Questo strumento
permette di valutare la possibilità di deroghe perché il catalogo
si pone tra la garanzia di fornire servizi di qualità e la
continuità dei servizi. Altro tema è quello della certificazione
delle competenze e dei requisiti di accesso. In prospettiva, ha
aggiunto, c’è la revisione del catalogo e sul requisito 80 – 20
(80% del personale deve avere un diploma specifico, il 20% o la
maturità o un diploma di scuola professionale) si deve intervenire
sul regolamento. Anche se nel catalogo vengono valutati gli elementi
legati alla motivazione personale e il servizio civile. Comunque, ci
si trova in una fase sperimentale del catalogo che terrà contro dei
problemi emersi.
Tonelli: ci sono cose che
si possono cambiare subito
Tonelli ha ribadito la
positività trovata nel tavolo aperto con l’assessorato ieri. Ma ci
sono questioni che si possono correggere subito, tenuto conto della
sperimentalità del catalogo dei servizi. Negli ultimi due anni ci
sono stati cambiamenti rapidissimi che hanno bisogno di correzioni
altrettanto rapide. Al fondo va superata, ha aggiunto Tonelli, la
logica che la Pat pensa i servizi e gli enti del Terzo settore gli
erogano. Serve invece collaborazione e confronto. Infine, sul tema
della riforma delle Comunità il presidente del coordinamento, ha
detto che va posta attenzione al coinvolgimento sulle politiche
sociali dei comuni perché si rischia la separazione tra le scelte
sociali e le loro ricadute.
Chiara Dossi, ha ribadito che
c’è un esodo di Oss che transitano dalle Case di riposo a
ospedali. E ci sono casi in cui per mantenere l’equilibrio 80 –
20 in alcuni casi non si è potuto assumere nessuno finendo per
“tirare il collo” ai dipendenti.
Angelo Prandini ha detto che
se le Comunità servono solo a fare appalti si possono anche
chiudere, se invece servono a valorizzare le qualità e le identità
territoriali o la coprogettazione ben vengano. Ma le scelte sulle
politiche sociali sono sempre politiche e non tecniche. Inoltre,
andrebbero tagliate spese inutili imposte dal catalogo dei servizi.