Se ne è discusso in V Commissione sulla base dei risultati di una ricerca nelle scuole trentine
Alunni e docenti hanno risentito della dad che, però, ha permesso di contenere l'emergenza
In allegato, i risultati dei questionari somministrati agli insegnanti e agli studenti
Seduta dedicata agli
effetti della didattica a distanza quella della Quinta commissione
dove sono stati presentati i risultati di una ricerca svolta tra gli
studenti e i docenti. In evidenza gli effetti sulla qualità
dell’apprendimento dei ragazzi e i problemi di adattamento degli
insegnanti alle nuove modalità di insegnamento, ma il giudizio non è
negativo. Sospeso di nuovo, su richiesta della capogruppo Pd, Sara
Ferrari, il ddl Tonini sull’istituzione dell’Osservatorio sulle
discriminazioni.
In Quinta commissione,
presieduta da Alessia Ambrosi (FdI), si è parlato degli effetti
della Dad e della didattica digitale integrata. L’assessore
all’istruzione Bisesti, chiamato a fare una relazione sugli effetti
della didattica a distanza in base alla risoluzione 29 approvata dal
Consiglio, ha ricordato che il Dipartimento ha effettuato una
puntuale ricognizione sull’esperienza della Dad i cui risultati
sono stati presentati in commissione dalla Sovrintendente Viviana
Sbardella e dal dottor Francesco Pisanu, direttore dell’Ufficio per
la valutazione delle politiche scolastiche. La professoressa
Sbardella ha ricordato che a docenti e studenti sono stati
somministrati 7220 questionari, agli insegnanti nel febbraio 2021 e
agli studenti (perlopiù di superiori e medie) la scorsa primavera,
per testare l’efficacia della didattica online.
Lezioni tradizionali anche
se a distanza
Per ciò che riguarda i prof,
ha aggiunto, la sovrintendente, va tenuto conto che non erano
preparati a questo modo di fare scuola, ma dall’analisi delle
risposte è emerso che circa l’80% ha avuto e ha la disponibilità
di strumenti, compresa la rete, e luoghi idonei per lavorare. Il 60%
degli insegnanti hanno insegnato da casa, il 25% a scuola. Le
modalità sono state perlopiù tradizionali, il 50% ha dichiarato di
aver fatto lezioni frontali a distanza. Pochissimi i forum online e i
video. Insomma, ha detto la sovrintendente scolastica, professoressa Viviana Sbardella, la modalità
sono rimaste quelle solite anche perché non c’è stato il tempo di
aggiornare gli insegnanti che sono andati, per così dire, sul
sicuro. Una situazione, ha aggiunto, comprensibile ma che, nonostante
l’inedita emergenza, è riuscita a parare i colpi.
La Dad, una lezione per i
docenti
Gli insegnanti hanno anche
imparato dalla Dad ad esempio il 53% ha affermato che l’esperienza
li ha spinti a organizzare l’insegnamento in modo più efficiente,
a diversificare le metodologie e a modulare l’apprendimento degli
studenti. Soprattutto, ha sottolineato la Sovrintendente, nel 36% dei
casi ad elevare il grado di collaborazione con i colleghi.
Collaborazione, ha ricordato Sbardella, che è uno dei punti
critici della scuola soprattutto alle superiori.
I livelli di apprendimento
sono scesi
I livelli di apprendimento,
secondo la percezione dei docenti,, hanno risentito molto della Dad.
In crescita, rispetto ai livelli pre – Covid, gli studenti che si
collocano nella fascia bassa (+ 11,9%); segno più anche per quelli
di livello medio – basso (+ 27%); in forte aumento i ragazzi di
livello medio degli studenti (+ 40%); mentre quelli del livello più
alto sono aumentati solo del 2,7%. Particolarmente colpite da questa
situazione elementari e medie, scuole nelle quali il rapporto in
presenza con l’insegnante è fondamentale. Anche le prove Invalsi
hanno mostrato che sono aumentati i livelli più alti e diminuiti i
più bassi. Per dare una risposta a questa situazione l’80% dei
docenti, in varia misura, ha messo in campo lezioni di recupero.
Sul piano psicologico gli
insegnanti hanno espresso un giudizio per circa il 50% positivo
sull’esperienza e anche sulla formazione per la Dad. Ma sul piano
della percezione dello stato di salute un terzo ha percepito la
didattica a distanza come negativa. Un dato, ha detto la
professoressa Sbardella, non certo irrilevante e che deve essere
costantemente monitorato. Il giudizio dei docenti sul supporto
organizzativo non è stato entusiasmante ed è peggiorato rispetto ai
rilevamenti pre – Covid. Un risultato comprensibile e influenzato
dalla mancata presenza a scuola dei prof.
Per gli studenti pochi
problemi con i computer
Sul lato degli studenti la
Sovrintendente ha ricordato che il questionario è stato
somministrato nella primavera del 2021. Buone le risposte sulla
qualità dell’ambiente per studiare (87%) e sugli strumenti a
disposizione, il 97% ha dichiarato di avere un computer a
disposizione, anche se il 28% ha affermato di non avere una camera e
il 18% di dover condividere il Pc o il tablet.
Tanto telefono, pochissimi
libri
Dalle domande sulle attività
quotidiane che i ragazzi hanno svolto tra le mura domestiche nel
periodo di Dad è emerso che ben il 45% degli studenti non ha letto
neppure una pagina di un libro a fronte di un 20% che ha passato più
di due ore al giorno davanti allo schermo utilizzando giochi
elettronici e ben il 48% ha trascorso più di due ore con il
cellulare i mano.
Per la metà dei ragazzi la
Dad è stata un’esperienza negativa
Le video lezioni in diretta
sono state seguite per 4 - 6 ore al giorno dal 51,3% degli studenti,
la contro prova che i docenti hanno soprattutto adottato il metodo
della lezione frontale. La percezione dei ragazzi è stata ottima
(84%) per le competenze digitali; complessivamente positiva
sull’apertura mentale; per il 47% delle risposte neutro il giudizio
sulla coscienziosità. Per quanto riguarda la resilienza il 22% ha
dato un parere negativo e il 47% neutro. Netto e negativo quello
sulla qualità della didattica e dell’apprendimento in Dad: per il
42,6 degli studenti l’esperienza è stata negativa; per il 41%
neutra e solo per il 16% positiva.
Le domande dei consiglieri
Alessia Ambrosi (FdI) ha
chiesto quanto la Dad ha pesato sulle elementari e ha sottolineato il
fatto che nel questionario non si parla di disabilità e Bes.
Sara
Ferrari (Pd), affermando che il questionario apre molte piste di
riflessione, se si rileva un impatto della Dad sui test Invalsi e
cosa pensa di fare il Dipartimento per mettere in campo nei mesi
estivi qualche tipo di azione per organizzare i recuperi.
Filippo
Degasperi (Onda Civica), proponente della risoluzione approvata da
Consiglio, ha chiesto se è stata presa in considerazione anche la
Formazione professionale che riguarda il 25% dei ragazzi del secondo
ciclo. Inoltre, ha affermato che sarebbe opportuno da parte della
Commissione ascoltare gli studenti sulle modalità sulla maturità
scelte a sorpresa dal Ministero.
Anche Lucia Coppola (Europa Verde),
ricordando l’impegno degli insegnanti, ha auspicato il
coinvolgimento degli studenti in relazione ad alcune fragilità
evidenziate dallo studio.
Mentre Alex Marini (5 Stelle) ha messo in
evidenza i disagi causati dagli spazi abitativi o dalle connessioni e
ha chiesto se si è pensato a dare risposte ai ragazzi più fragili.
L’esponente pentastellato ha chiesto poi se sono emerse difficoltà
per i disabili e sui deficit formativi e se sono stati presi in
considerazione, nella ricerca, i dati disastrosi emersi nel resto
d’Italia. Infine, Marini ha chiesto se sono state prese in
considerazione le alternative alla Dad come le attività all’aria
aperta.
Paolo Zanella (Futura) ha chiesto se ci sono dati sul
rapporto tra abbandono scolastico e dad.
Sbardella: si deve lavorare sul fronte
del benessere scolastico
Viviana Sbardella ha risposto
che nel questionario non sono stati presi in considerazione i Bes, che sono
stati seguiti con attenzione direttamente dal Servizio Istruzione. La
Formazione professionale non è stata inclusa perché il Comitato
di valutazione riguarda la scuola statale. Quanto alla necessità di puntare
sulla qualità del benessere scolastico (sottolineata da Sara
Ferrari), ha assicurato che c’è attenzione anche se c’è ancora da lavorare.
Infine, sulla possibilità di intervenire sulle situazioni critiche
per mancanza di spazi o di strumenti, la Sovrintendente ha ricordato che le scuole hanno messo in campo
attività di recupero e supporto.
Con la Dad abbandoni
scolastici in calo
Il dottor Pisanu ha ricordato
che l’indagine nasce dalla necessità di avere dati di analisi
sull’apprendimento e per quanto riguarda i Bes verranno messe sotto
la lente le informazioni a livello di classe. Sul benessere, il
Trentino è il primo dal 2018 a rilevare queste componenti psico –
sociali. Per ciò che riguarda gli abbandoni, in un quadro tutto
sommato positivo, 350 unità in media, nel 2019 – 20 sono calati ma
il dato è distorto dal lockdown.
Il dirigente generale Roberto
Ceccato ha sottolineato che gli insegnanti chiedono, oltre alla
formazione, maggiori dotazioni tecnologiche anche se in questi due
anni s’è fatto molto per accrescere il capitale delle scuole.
Infine, Ceccato ha detto che si sta puntando molto sulla promozione
sportiva. Per la maturità ha ricordato che Draghi ha sempre
insistito sul ritorno alla normalità e oggi in Trentino ci sono 24
classi in Dad alle superiori e ci si è attestati sul 10% delle
classi. Dati non paragonabili con quelli dello scorso anno.
Alessia Ambrosi, ha
sottolineato l’importanza dei genitori che hanno dovuto seguire i
figli, soprattutto i più piccoli.
L’assessore Bisesti, in conclusione, ha
ricordato lo sforzo fatto da docenti e studenti e l’impegno della
Sovrintendenza, dell’Iprase e dell’assessorato. Sui Bes ha
ribadito che gli investimenti per questi ragazzi sono decisivi.
Musica, si punta al dialogo
tra Conservatorio, scuole e medie musicali
Sul secondo punto, sull’odg
di Degasperi che prevede la promozione della collaborazione tra
scuole musicali e Conservatorio, l’assessore Bisesti ha detto che
è stato istituito il tavolo di lavoro. Degasperi ha ribattuto che
Scuole musicali, Conservatorio e Smim (Scuole medie musicali) devono
essere spinti a lavorare insieme e a dialogare altrimenti ne risente
il mondo della musica. Si devono aprire le porte del Conservatorio
che deve lavorare con Scuole e Smim. L’assessore ha affermato che
il sistema non può fare concorrenza a sé stesso, ma ha aggiunto che
il Conservatorio è perfettamente inserito nel sistema musicale; ha
avviato collaborazioni con la Haydn e a livello nazionali senza
perdere di vista la realtà locali. Il sistema, ha detto ancora
Bisesti, è forte e ha saputo resistere ai due anni di pandemia.
Lucia Coppola ha ricordato il ruolo delle Scuole musicale per
promuovere la musica tra i giovani, un fatto decisivo anche il
Conservatorio.