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25/01/2022 - In aula o in commissione

Riapertura cementificio a Sarche: Comitato contro, Wwf e Italia Nostra chiedono rigorose garanzie

Audizioni in Terza Commissione. Rassicurazioni dall'assessore Tonina e dal dirigente Appa

Riapertura cementificio a Sarche: Comitato contro, Wwf e Italia Nostra chiedono rigorose garanzie

In allegato i due documenti presentati dai soggetti ascoltai oggi

Riapertura cementificio a Sarche: Comitato contro, Wwf e Italia Nostra chiedono rigorose garanzie

​​Altre audizioni oggi, presente l’assessore all’ambiente Mario Tonina e il dirigente dell’Appa Enrico Menapace, sulla petizione popolare presentata contro la riaccensione del forno del cementificio di Sarche per la III Commissione presieduta da Ivano Job (Lega). Sul documento sostenuto dalle firme di oltre 1.200 persone, che era stato depositato in Consiglio provinciale il 6 settembre scorso, sono intervenuti in videoconferenza sia i referenti della petizione che i rappresentanti del WWF e di Italia Nostra. Al termine l’assessore ha ricordato che la Provincia non ha il potere di negare oggi al cementificio l’autorizzazione alla riapertura che era stata concessa nel 2016. ma ha aggiunto di aver incontrato sia i rappresentanti della petizione sia i Comuni interessati e l’azienda, ritenendo importanti e da accogliere le osservazioni emerse dai primi e ottenendo dalla proprietà le garanzie richieste per il controllo e il monitoraggio delle emissioni a tutela della salute e dell’ambiente. Anche il dirigente dell’Appa Enrico Menapace è intervenuto preannunciando tra l’altro l’accoglimento di una delle principali richieste dei promotori della petizione: di prevedere che le emissioni del ​​ cementificio rispettino il limite minimo e non più il massimo consentito. 



Le sei richieste dei promotori della petizione popolare.


Il referente della petizione, Marco Pisoni, ha presentato un documento (allegato) con alcune richieste del comitato promotore suddivise in sei punti. Primo: uno studio preventivo sulla ricaduta degli inquinanti prima dell’avviamento del forno in un raggio di 20 km dallo stabilimento. Secondo: un monitoraggio permanente della qualità dell’aria con stazioni mobili, inserendone alcune nei punti più critici prestando particolare attenzione anche agli inquinanti non aeriformi come i metalli pesanti, destinati col tempo ad incrementare la loro concentrazione nei suoli. La misurazione andrà avviata prima dell’accensione del forno per poter poi confrontare i dati con quelli ad impianto avviato. Il comitato chiede di subordinare l’autorizzazione alla riaccensione del forno al completamento dell’indagine. Terzo: rendere pubblici i dati sull’inquinamento prodotto: i dati misurati a camino da Heidelberg dovranno essere acquisiti in tempo reale da Appa mediante collegamento in rete. Gli stessi dati dovranno essere resi pubblici utilizzando un tabellone elettronico posto in un luogo da individuarsi. Il Comitato chiede inoltre una seconda linea di misura posta in stand by e pronta ad intervenire in caso di guasti, in modo da non interrompere la raccolta dei dati. Quarto: il rispetto dei limiti minimi imposti sugli inquinanti a differenza del rispetto dei limiti massimi stabilito nel 2016. Per il Comitato è troppo elevato il limite sulle polveri, in considerazione di quanto ottenibile tecnologicamente. Quinto: una procedura di “Via postuma” per la quale il Comitato chiede alla Provincia di allinearsi all’orientamento amministrativo attuale di Toscana e Lombardia. Si tratterebbe di prevedere che, anche se il sito produttivo è stato già sottoposto a una procedura di Via o a una verifica di assoggettabilità, questa sia nuovamente richiesta in caso di riesame/modifica degli impianti, pur non essendo previsto dalla normativa. La Via postuma non dovrebbe valutare solo gli impatti futuri ma anche quelli pregressi per poter poi adottare tutte le azioni mitigatrici necessarie. Sesto: l’istituzione di un tavolo permanente, per la cui creazione Pisoni ha ricordato di aver già ottenuto il parere favorevole della Provincia, sulla questione Cementificio di Sarche. Tavolo composto dal Comitato promotore della petizioen, dalla Provincia, dal Comune di Madruzzo e dedicato al controllo delle garanzie richieste e sullo studio multi-criteriale finanziato dalla Provincia già nel 2022.


La discussione.


Alessio Manica (Pd) ha giudicato di facile attuazione la richiesta di pubblicizzare i dati sull’inquinamento con un tabellone. Ma ha chiesto il parere dell’Appa sui punti 4 e 5 (Via e rispetto dei limiti minimi anziché massimi delle emissioni inquinanti).

Lucia Coppola (Misto-Europa Verde), ritenendo scontata l’accoglimento della proposta del tavolo, ha apprezzato il metodo dell’approfondimento adottato dal Comitato e ha posto le stesse domande di Manica.

Paolo Zanella (Futura) ha chiesto che siano messe in campo tutte le garanzie chieste dal Comitato a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente. Fondamentale per Zanella è in particolare la richiesta di rispettare i limiti minimi e non massimi delle emissioni. Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha chiesto quali cosa si aspetta dalle scelte politiche della Provincia il Comitato promotore della petizione.

Pisoni ha risposto che la richiesta fondamentale è la messa in rete dei dati sull’inquinamento perché siano accessibili a tutti e che sia imposto il rispetto del minimo e non del massimo di emissioni inquinanti.

Marco Ferrari, del Comitato, ha osservato che quelle evidenziate dal comitato rappresentano il minimo delle richieste per tutelare la salute, l’economia e l’occupazione oltreché l’ambiente, dal momento che la Valle dei Laghi è un gioiello da preservare e un cementificio collocato in questo contesto, se si poteva capire un tempo, non è più giustificabile oggi.


Il Wwf chiede monitoraggio e propone verifiche permanenti.


Il rappresentante della sezione trentina del Wwf, Sergio Negrisolo, ha sottoposto alla Commissione consiliare un documento condiviso con Italia Nostra con sei richieste da valutare prima del nulla osta all’apertura del cementificio. Eccole: a) Monitoraggio preventivo e continuativo della qualità dell’aria con centralina/e indipendente/i messa/e a disposizione da Appa con costi a carico dell’azienda; b) Modello di simulazione della ricaduta al suolo di inquinanti al fine di avere dati di confronto sulla qualità dell’aria e dei suoli prima della riaccensione e durante l’attivazione (come richiesto anche dal Consiglio comunale di Madruzzo); c) Messa in funzione prima del riavvio dei forni delle misure di tutela ambientale previste da Italcementi (impianto DeNox, copertura sito di lavorazione materiali); d) Accertamento delle emissioni provenienti dalla cottura di ceneri pesanti, scorie di fonderie e fanghi di cartiere miscelate al calcare e alla marna per valutare se intercettate dai filtri; e) Rispetto dei limiti previsti dalla zonizzazione acustica (come richiesto anche dal Consiglio comunale); f) Analisi delle acque di scolo del cementificio nel Rimone. Wwf e Italian Nostra hanno inoltre avanzato 8 proposte: a) Effettuazione della VIncA per valutare gli impatti sulla ZSC del Lago di Toblino prima di autorizzare il riavvio; b) Verifica di assoggettabilità alla VIA in relazione alle modifiche sostanziali all’AIA del 2016 conseguenza delle diverse condizioni di produzione rispetto ad allora; c) Adozione dei limiti alla emissione di CO2 previste dalle norme da emanare entro il I trimestre dalla CE; d) Applicazione delle nuove BAT (sigla inglese che sta per “le migliori soluzioni tecniche impiantistiche e gestionali in grado di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente“) appena emanate dall’Ue; e) Analisi a campione sui fanghi essiccati per accertare presenza di sostanze chimiche non intercettate dai filtri; f) Redazione di uno stato di consistenza del patrimonio edilizio posto nel raggio di 1 km dalla cava dove avvengono i brillamenti delle mine per il prelievo del materiale in modo da poter verificare l’eventuale presenza di danni successivi all’inizio dell’attività (come richiesto dal Consiglio comunale); g) Organizzazione di un tavolo permanente (amministratori pubblici, azienda, portatori di interessi diffusi) per il monitoraggio e l’applicazione delle misure adottate (come richiesto anche dal Consiglio comunale); h) Predisposizione di una fidejussione assicurativa al fine della tutela del paesaggio e/o della rimessa in pristino del sito allo scadere della concessione mineraria nel 2024. Vista la distanza di appena 390 del cementificio dalla Zona Speciale di conservazione “lago di Toblino”, Wwf e Italia Nostra chiedono di valutare l’impatto da tutti i punti di vista: dalla emissione in atmosfera di inquinanti, alla produzione di polveri, dai rumori prodotti dallo sparo delle mine all’incremento di traffico pesante e inquinante sulla SS45 bis della Gardesana che lambisce la zona protetta del lago. Le due associazioni ambientaliste sottolineano infine che in tutti gli anni di attività del cementificio, la produzione lavorativa e gli impianti non sono mai stati sottoposti a Verifica di Impatto Ambientale. Per Wwf e Italia Nostra sarebbe quindi ora di sottoporre almeno ora l’azienda a questo tipo di procedura per fornire garanzie minime di prudenza e mettere in sicurezza sia la popolazione che l’ambiente.


Baldracchi di Italia Nostra: la questione è quale futuro si vuole per questo territorio.


L’architetto Manuela Baldracchi, presidente della sezione trentina di Italia Nostra, ha condiviso le richieste e le proposte del Wwf, ha lanciato l’allarme per l’impatto che la riapertura del cementificio avrà sulla strada della Gardesana soprattutto a causa del traffico pesante che condizionerà l’ambiente in quest’area ecologicamente pregiata e delicata. Una contraddizione – ha evidenziato Baldracchi – rispetto alla campagna di marketing turistico che attira in Trentino perché qui si respira. E ha manifestato quindi grande preoccupazione sia per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici e ambientali, sia per quelli socio-sanitari, per l’inquinamento dai fumi, dalle polveri, dalla CO2 e dal traffico veicolare che sarà implementato di circa 100 camion al giorno, in andata e in ritorno, in questo tratto della statale già notevolmente congestionato, soprattutto nel periodo primaverile ed estivo e comunque in tutto l’arco dell’anno nelle ore di punta di inizio e fine giornata lavorativa, perché su questa direttrice converge verso Trento tutto il Trentino sud-occidentale. Baldracchi ha sottolineatao che questa strada, la “Gardesana”, è la “porta sul lago di Garda per chi proviene da nord, è il biglietto da visita, il punto di accoglienza, il momento in cui si passa da una ecosistema alpino a un ambiente semi-mediterraneo. Ma questo territorio è importante anche solo di per sé, unico esempio di macchia mediterranea in Trentino, ci offre l’apertura ad una luce diversa e al clima mite, dove la natura, con la presenza degli ulivi e dei lecci, oltre a quella dei pregiati vigneti, ci anticipa possibilità di immersione, di liberazione, di nuovo respiro. Proprio come promette la campagna pubblicitaria del Trentino che in epoca Covid. Italia Nostra sottolinea che la zona delle Sarche e del Lago di Toblino si sta caratterizzando sotto l’aspetto della proposta turistica con una certa autonomia e rilevanza: il turismo slow con i percorsi di trekking e di mountainbike, l’arrampicata, i percorsi fluviali, il volo con deltaplano, il base-jumping; il turismo eno-gastronomico con il biodistretto, le cantine dei vini, i prodotti agricoli Dop. Questo è il Trentino che ha la potenzialità di richiamare una tipologia di frequentatori sempre più numerosa, alla ricerca di ambienti curati ma incontaminati. E questo è il turismo che potrà costituire la base della nostra economia futura. Ma poco potrà fare la natura se noi continuiamo la nostra opera di aggressione. Cosa centra un cementificio – ha chiesto – in un ambiente così caratterizzato?” “Amministrare – ha proseguito la presidente di Italia Nostra – significa pensare anche al futuro, assumersi l’onere di fare programmazione, implica la responsabilità di delineare un sistema organico a servizio della società e del territorio. Tra questi oneri senz’altro c’è anche quello relativo alla necessità di rimuovere ciò che è dannoso, eliminare le dissonanze, riconvertire strutture e funzioni al fine di ottenere sistemi armonici. Come può il Trentino guardare avanti mantenendo vecchi stereotipi ed evitando di delineare un chiaro progetto per il futuro di questa terra?” Baldracchi ha concluso evidenziando quella che a suo avviso è la questione di fondo: “cosa si intende fare nel 2024, quando la proprietà chiederà la possibilità di continuare a scavare e sparare mine? Che si intende fare nel 2027 quando l’attuale concessione scadrà e quando Heidelberg chiederà la sua proroga?” Noi chiediamo ai nostri amministratori di guardare avanti, di decidere che Trentino vogliono lasciare alle future generazioni e di essere coerenti con una visione d’insieme.


La discussione.


Coppola ha chiesto se a fronte di queste osservazioni da lei pienamente condivise, valga la pena per i 30 posti di lavoro promessi dal cementificio accettare di subire i danni che l’impianto arrecherà al territorio e all’economia della Valle dei Laghi.

Marini ha segnalato che non sono emersi i temi della pianificazione territoriale di comunità e della pianificazione urbanistica. Pianificazioni nelle quali non è mai menzionato il cementificio.

Baldracchi ha osservato che il Pup del Trentino non tiene conto dei piani economici, sociali e di sviluppo del territorio. La Provincia è rimasta ancorata a una settorialità che non permette di considerare la complessità della questione. Secondo Baldracchi è comunque possibile puntare ad una riconversione, prospettando la chiusura del cementificio alla scadenza dell’attuale contratto. Si lascerebbero così all’agricoltura due ettari di terreno incolto nei quali espandere produzioni di pregio.

Alessia Ambrosi (FdI), che abita nella Valle dei Laghi, si è detta totalmente d’accordo con le osservazioni degli auditi. E si chiesta in particolare, pensando alla strada di Pergolese, come potrà transitare da questa zona un così alto numero di mezzi pesanti legati all’attività del cementificio. Impianto destinato per di più a diventare riferimento di tutto il Nordest per il trattamento dei fanghi. Ambrosi ha ricordato di aver chiesto incentivi per favorire la delocalizzazione di quest’attività. Ma siccome ormai tutto è avviato, si è unita alla richiesta di un monitoraggio che misuri la qualità dell’aria. Perché – ha concluso – la Valle di Laghi è una zona di passaggio turistico e dove si potrebbe espandere l’agricoltura biologica.


L’assessore Tonina: “Intendiamo evitare la penalizzazione della Valle dei Laghi”.


L’assessore Mario Tonina ha ricordato che la Provincia non ha mai stimolato la proprietà perché riattivi il cementificio. “Siamo venuti a conoscenza nel giugno scorso che il cementificio avrebbe ripreso a breve l’attività, dal momento che le autorizzazioni erano già in possesso della proprietà dal 2016 mentre la produzione era stata interrotta nel 2015. Appa – ha proseguito l’assessore – è impegnata a tranquillizzare tutti i soggetti interessati circa la tutela della salute e del territorio”. Tonina ha ricordato di aver già avuto vari incontri con i sindaci dei Comuni interessati e la proprietà del cementificio. E che i consigli comunali avevano deliberato e scritto sia alla parte politica sia all’Appa per chiedere l’attivazione di una serie di procedure a garanzia e tutela della salute pubblica in vista della riapertura del cementificio. Giusto, per l’assessore, che i Comuni abbiano chiesto queste garanzie. Tonina ha condiviso la richiesta di adottare strumenti di controllo per tutelare al massimo la popolazione, il territorio, il paesaggio e l’ambiente. Ma ha aggiunto di aver già trovato la disponibilità dei proprietari in questa direzione. Del resto, ha aggiunto, prima dell’interruzione del 2015 il cementificio ha operato per anni in Valle dei Laghi. “La Provincia – ha concluso l’assessore – con i proprietari è stata chiara e alla richiesta delle azioni che Appa imporrà all’azienda a tutela della salute pubblica, otterrà una risposta”. L’assessore ha ribadito che la Provincia intende evitare assolutamente la penalizzazione della Valle dei Laghi anche per quanto riguarda gli importanti sviluppi raggiunti negli ultimi anni sui versanti del turismo e dell’agricoltura.


Il dirigente dell’Appa Menapace: l’impianto dovrà rispettare i limiti minimi e non più massimi di emissioni inquinanti.


Il dirigente dell’Appa Enrico Menapace ha ricordato che “noi stiamo collaborando dall’inizio di questa vicenda sia con il comitato sia con i Comuni interessati sia con il Wwf”. tant’è vero che molte delle richieste, delle osservazioni e delle proposte contenute nei due documenti presentati oggi sono frutto di una riflessione congiunta con Appa. “Il metodo utilizzato dal Comitato promotore della petizione – ha osservato – è partecipativo e collaborativo”: Menapace ha ribadito che l’autorizzazione del cementificio è valida fino al 2028. E che quindi oggi la Provincia sta sta verificando questa autorizzazione e che quindi già da domani l’azienda potrebbe avvalersi del nulla osta di cui è in possesso. Appa sta verificando piuttosto il sistema di monitoraggio dell’impianto e lo strumento utile all’abbattimento degli ossidi di azoto, perché si tratta di interventi migliorativi dell’impianto esistente. Con il Comune di Madruzzo è in fase di definizione un piano di controllo della qualità dell’aria che sarà gestito con una centralina mobile che ha la stessa efficacia delle centraline fisse. Così in un anno si otterranno i dati relativi sia alle polveri che agli ossidi di azoto. Il monitoraggio – ha annunciato – sarà eseguito completamente da Appa. Menapace ha ricordato che il monitoraggio effettuato nel 2014 aveva fornito dati tranquillizzanti per quanto riguarda l’impatto dell’impianto sull’aria. E ha preannunciato però che oggi, non limitandosi fidarsi dei dati del 2014 e d’intesa con il Comitato della petizione e i Comuni Appa procederà a un nuovo monitoraggio. Anche la pubblicità dei dati è stata concordata con gli stessi soggetti. Probabilmente i dati raccolti saranno resi accessibili a tutti attraverso un portale internet e non con cartelloni all’ingresso dell’impianto. L’importante è assicurare la piena pubblicità di questi dati. Menapace ha poi risposto in merito alle due richieste più importanti contenute nel documento del Comitato promotore della petizione. Ha riconosciuto che i limiti alle emissioni inquinanti previsti per l’impianto contenuti nell’autorizzazione del 2016 sono quelli massimi. Il dirigente ha invece risposto di no alla richiesta di l’impianto alla “Via postuma”. Non c’è da prevedere né un riesame né una modifica dell’autorizzazione. Menapace ha concluso assicurando che le osservazioni sia delle associazioni ambientaliste sia dei Consigli comunali saranno attentamente valutate nell’ambito di questo nuovo procedimento autorizzatorio. Quanto all’utilizzo di fanghi a fini energetici cui aveva accennato Ambrosi, il dirigente ha escluso che vi sia una prospettiva che il cementificio diventi un riferimento per tutto il Nordest potendo trattare un quantitativo massimo di 10mila tonnellate l’anno. Infine per quanto riguarda la tutela del Sic “Lago di Toblino”, anche in questo caso il servizio conservazione della natura della Provincia ha già valutato l’incidenza dell’impianto.


Job: altra audizione a metà febbraio con i Comuni, la Comunità, la proprietà e l’Appa.


Il presidente Job ha proposto, ottenendo i voti a favore di tutti i consiglieri, di convocare un’ulteriore seduta della Commissione intorno a metà febbraio per un’ulteriore audizione che coinvolga i sindaci di Madruzzo, Vallelaghi e Cavedine, il presidente della Comunità e la proprietà del cementificio, per acquisire le loro osservazioni. Poi si passerà all’esame finale della petizione. A Marini che chiesto un riscontro politico e tecnico da parte della Giunta, ha assicurato che nella prossima riunione arriveranno tutte le valutazioni del caso da parte della Giunta. Accolto il suggerimento di Manica di prevedere anche un’audizione ancor più esaustiva dell’Appa.​

Allegati
Il documento del Comitato Salviamo la valle dei Laghi
Il documento di Wwf e Italia Nostra del Trentino