Prosegue la discussione sul testo unificato di Degasperi e Ferrari. Domani il voto finale
Poteri più condivisi nella scuola trentina. E una selezione per la scelta del Sovrintendente
Proposti cinque ordini del giorno. Zeni chiede la dad solo per i non vaccinati
Raggiunto
l’accordo con l’assessore all’istruzione Bisesti, nel
pomeriggio
il Consiglio ha proseguito la
discussione generale relativa al testo
unificato dei disegni di legge 15 e 24 proposti da Filippo Degasperi
(Onda Civica) e da Sara Ferrari (Pd) per modificare la normativa
provinciale sulla scuola. I
due consiglieri hanno concordato
con la Giunta un
pacchetto di sette emendamenti
di
rilievo che
hanno
indotto al ritiro degli ordini
del giorno ostruzionistici inizialmente presentati. Le modifiche
condivise vanno
in due
direzioni: cambiano
la governance
degli istituti, dando
più peso ai collegi docenti e alle consulte dei genitori e degli
studenti ai fini dell’adozione del progetto d’istituto, per
evitare
l’eccessiva
concentrazione dei
poteri nelle
mani del dirigente e subordinare alle esigenze della didattica le
scelte organizzative; e in merito al Sovrintendente scolastico,
prevedendone
l’assunzione non più per chiamata diretta della Giunta ma previa
procedura selettiva tra dirigenti di istituzioni scolastiche e
formative con almeno 5 anni di esperienza. L’obiettivo è garantire
a questa figura un ruolo più autonomo dalla politica valorizzandone
la
competenza professionale in campo didattico anche
nell’individuazione
dei dirigenti da proporre alla guida degli istituti, da
proporre alla Giunta di concerto con il dirigente generale del
dipartimento istruzione della Provincia. Cinque gli ordini del giorno
fin’ora presentati: due da Marini e uno a testa da Rossi, Zanella e
Zeni. Quest’ultimo chiede tra l’altro di impegnare la Giunta a
garantire la possibilità di rimanere in presenza nelle classi ai
soli studenti vaccinati, per non discriminarli rispetto ai non
vaccinati per i quali prevedere l’obbligo della dad.
La
discussione prosegue domani alle 10.00.
Degasperi:
il testo assegna finalmente più peso all’autonomia didattica delle
scuole.
Nella
precedente discussione, presente anche l’assessore all’istruzione
Mirko Bisesti, Filippo
Degasperi (Onda
Civica) ha
ricordato che il testo unificato mirava a riordinare la legge
Salvaterra del 2006, sia perché piuttosto datata sia perché molto
lunga (120 articoli), più volte rimaneggiata con interventi di
dettaglio. Il consigliere ha sottolineato l’esigenza di
perfezionare con il ddl il sistema delle relazioni tra gli organismi
della scuola trentina, superando una visione burocratica come se le
istituzioni educative fossero un’articolazione della macchina
provinciale, con i dirigenti che governano e gli insegnanti che
eseguono, relegati a formatori-esecutori. L’obiettivo del ddl è di
rendere gli insegnanti liberi professionisti e pensatori che oltre a
svolgere la loro funzione esecutiva provano a contribuire anche alla
missione educativa del sistema. Originariamente anche la legge
Salvaterra aveva questo obiettivo perché aveva sancito l’autonomia
della scuola e rapporti adeguati tra gli organismi e la dirigenza.
Senonché questa visione iniziale, a causa delle successive modifiche
si è andata offuscando. Sono così prevalse delle interpretazioni
nell’ottica di una visione burocratica, appunto, della scuola. Il
testo unificato vuole riportare chiarezza ed equilibrio tra i
soggetti che operano all’interno della scuola. Iniziando a rendere
paritetiche l’autonomia didattica e l’autonomia organizzativa,
senza che gli aspetti organizzativi prevalgano come oggi accade sugli
aspetti didattici. Per questo occorre riconoscere la supremazia
dell’autonomia didattica rispetto all’autonomia organizzativa,
rendendo quest’ultima una parte dell’autonomia didattica.
“L’organizzazione – ha sottolineato Degasperi – deve
assicurare che gli obiettivi della didattica siano raggiunti.
Dovrebbe essere ovvio, ma nella pratica questo oggi non succede”.
In
secondo luogo il ddl – ha proseguito il consigliere – propone di
intervenire sul progetto di istituto, rendendo il collegio docenti
competente anche sulla parte organizzativa e non solo su quella
didattica, perché la prima dovrebbe essere posta a servizio della
seconda. Prevale oggi invece il principio gerarchico secondo il quale
solo il dirigente decide. La proposta è di affidare al collegio
docenti la delibera sul progetto educativo d’istituto.
Altro
aspetto toccato dal ddl ma
bocciato dalla Giunta:
le consulte. Consulte degli studenti e dei genitori che sono previste
dalla legge, ma che non hanno oggi dignità. Il provvedimento ne
riconosce il ruolo e riabilita questi organismi. Ancora: il ddl
prevede che ogni componente del Consiglio di istituzione della scuola
e non solo un membro, possa avanzare proposte di deliberazione e per
definire l’ordine del giorno. In tal modo si responsabilizzerebbero
i
vari
componenti
del
Consiglio e
in particolare i genitori, assegnando loro la possibilità di
contribuire alla vita della scuola. Sul
dirigente scolastico, il ddl prevede che gli autonomi poteri di
gestione attribuiti a questa figura non venga interpretato come
possibilità di scavalcare con le sue decisioni sia il collego
docenti sia il consiglio dell’istituzione. Occorre quindi
alleggerire quest’autonomia decisionale del dirigente distribuendo
il potere anche su altri soggetti. Del ddl – ha lamentato Degasperi
– non è stata accolta la proposta che quel che viene votato e
deliberato dal Consiglio di istituto dagli non possa essere
vanificato dal dirigente scolastico. Il ddl prevede anche che il
dirigente scolastico condivida con il collegio docenti la valutazione
degli insegnanti e la conseguente distribuzione delle premialità.
Oggi il collegio docenti deve scegliere con il voto i libri di testo
convocando per questo una riunione con tutti gli insegnanti.
Degasperi ha segnalato come il ddl preveda un passo in avanti –
accolto dalla Giunta – perché sui libri di testo decidano i
dipartimenti che, altrimenti, non si capisce che funzione abbiano e
che coinvolgono solo gli insegnanti interessati a un determinato
testo.
Ferrari:
migliorata la figura del Sovrintendente.
Sara
Ferrari (Pd),
co-proponente del testo unificato, ha spiegato che la parte sulla
quale ha lavorato in questo ddl recupera una proposta depositata nel
2019 e condivisa allora in passato dalla Lega, che prevedeva la
necessità di ripristinare la figura del Sovrintendente scolastico
perché si occupi delle funzioni didattiche. Funzioni assegnate
invece al dirigente generale del Dipartimento istruzione della
Provincia che, però, non ha competenze didattiche. Si tratta di
ripristinare con il Sovrintendente un punto di riferimento di natura
didattica all’interno del Dipartimento scuola per evitare che
prevalgano le questioni organizzative anche a prescindere da quelle
educative. Il ddl mira a svincolare l’autonomia degli istituti
dalla responsabilità politica che è in capo al governo provinciale.
Ma se vi è una legge che riconosce autonomia agli istituti
scolastici, occorre che questa sia garantita anche dalle decisioni
politiche. Un sovrintendente dovrebbe garantire questo tipo di
autonomia degli istituti. Questa visione orientata al ripristino di
questa figura di Sovrintendente contenuta nel ddl – ha proseguito
Ferrari – non è stata condivisa dalla Giunta. Rimane la mancanza
di autonomia del Sovrintendente dal Dipartimento e di un’autonomia
di questa figura dalla politica dal momento che la scelta della
persona a cui affidare questo ruolo è della Giunta. La
Sovrintendenza avrebbe dovuto rimanere una figura autonoma,
affiancata e non subalterna a quella del dirigente generale della
Provincia, anche prevedendone la scelta con pubblica selezione e non
per decisione del potere politico. Anche il dirigente scolastico non
è, per Ferrari, un dirigente provinciale qualsiasi, perché ha la
responsabilità di guida dell’autonomia educativa dell’istituto.
Per la consigliera, quindi, occorre fugare il rischio che il
dirigente scolastico subisca l’influenza della politica. Per essere
certi della libertà di questa figura da qualsiasi condizionamento
politico, occorre che la decisione di quale dirigente preporre in
capo a un istituto non debba essere della sola Giunta provinciale ma
sia affidata al Sovrintendente scolastico, chiamato a confrontarsi
quotidianamente con l’attività didattica delle scuole e con
l’interpretazione del progetto d’istituto. Il ddl unificato
prevedeva che sia il Sovrintendente scolastico a elaborare la
proposta del dirigente da assegnare a un istituto.
Ferrari
ha ricordato di aver atteso due anni, lei e Degasperi, per sapere se
da parte della Giunta vi era una disponibilità nei confronti di
queste proposte. E si è dichiarata soddisfatta che in questi ultimi
giorni il ddl unificato sia stato preso in considerazione nel merito
trattando le proposte in esso contenute in modo sereno e non
confluittuale. Con l’apertura dell’assessore Bisesti, Ferrari ha
evidenziato la condivisione di alcune proposte migliorative della
legge provinciale sulla scuola, riguardanti le modalità di
reclutamento del Sovrintendente e il come questa figura formula la
proposta dell’elenco dei dirigenti che vanno preposti agli
istituti. Si tratta per la consigliera di un passo avanti importante
anche se non esaustivo del ruolo del Sovrintendente rispetto alla
differenza con il dirigente generale dell’istruzione. Ma
sicuramente ora c’è più chiarezza, ha concluso.
Rossi:
non togliere potere decisionale ai dirigenti. Introdurre
l’educazione
all’etica.
Ugo
Rossi (Misto-Trentino
in Azione) ha condiviso in
particolare le
novità proposte
con
il ddl dall’ex
assessora all’istruzione Ferrari
sulla figura del Sovrintendente.
Ha
messo però in guardia dal rischio che la modifica della legge
provinciale sulla scuola introdotta da questo ddl, alla
fine ostacoli
l’innovazione attuata
dai dirigenti,
che ha portato all’eccellenza alcuni istituti trentini. Giusto
quindi a
suo avviso coinvolgere gli
organi della scuola nelle decisioni che riguardano la didattica, ma
lasciando
sempre
al
dirigente la possibilità di decidere. Altrimenti si rischia
di paralizzare le scuole.
Rossi
si è anche espresso contro lo smantellamento degli ambiti
territoriali introdotti nella precedente legislatura entro i quali i
dirigenti possono scegliere i docenti. Per il consigliere questa è
stata una promessa mantenuta a inizio legislatura con i sindacati che
trasforma il sistema di assunzione degli insegnanti in un deleterio
concorsificio.
Il
consigliere ha lamentato che il tema del trilinguismo è
completamente scomparso dal radar degli interventi dell’attuale
Giunta sulla scuola, smantellando un sistema che offriva grandi
opportunità ai ragazzi e assegnava al Trentino un primato in Italia.
Ancora, Rossi ha infine
presentato l’ordine del giorno da lui proposto in relazione a
questo ddl, che chiede l’insegnamento dell’etica a scuola per gli
studenti che scelgono di non frequentare l’insegnamento della
religione.
Zeni:
si
riservino le lezioni
in presenza ai
vaccinati. In dad solo i non
vaccinati.
Luca
Zeni (Pd)
ha presentato l’ordine del giorno da lui proposto insieme
ai colleghi del gruppo
in merito alla gestione
della pandemia
nelle
scuole trentine,
per impegnare la Giunta a
permettere la presenza in classe dei soli alunni vaccinati senza
temere di discriminare i non vaccinati, che potranno seguire le
lezioni utilizzando la didattica a distanza. L’odg prevede che
nelle scuole
medie si mantenga come nel resto d’Italia le lezioni in presenza
anche con 2 positivi, mandando, appunto, in dad solo gli studenti non
vaccinati. Questo per non penalizzare gli studenti vaccinati. Infine
il dispositivo stabilisce che Provincia fornisca a tutte le scuole
dispositivi di protezione FFP2 per insegnanti e studenti per una
maggior prevenzione del contagio. Zeni
è poi nuovamente intervenuto nella discussione per parlare dei
protocolli Covid nelle scuole, perché uno dei problemi maggiormente
segnalati dalle famiglie è una certa confusione nella gestione delle
situazioni che si creano. C’è disorientamento di fronte a
disposizioni provinciali che non si adeguano a quelle nazionali o che
modificano queste ultime. Ora è stata annunciata un’ordinanza del
presidente della Provincia di cui non si sa ancora nulla. Il
consigliere ha sollecitato quindi una certa linearità nelle
disposizioni che la Provincia mette in campo riguardo alla
rilevazione di positività che toccano le scuole. Il
consigliere ha raccomandato la coerenza tra ordinanze del presidente
della Provincia rispetto ai decreti introdotti dal governo nazionale.
Demagri:
chiudere le classi con 4 casi positivi senza attendere il permesso
della Pat.
Paola
Demagri (Patt)
ha criticato
la
volontà della Giunta di associare le iscrizioni attualmente in corso
dei bambini alle scuole dell’infanzia per
l’anno
scolastico 20221-2022, alla frequenza anche nel mese di luglio al
pari l’anno
scorso, chiedendo la
relativa quota di 50
euro. E ha chiesto quale sia l’intenzione sottesa alla mail inviata
a questo riguardo alle famiglie, per indurre i genitori ad iscrivere
i loro bambini anche al estivo con il versamento di questa quota
aggiuntiva. La
consigliera ha stigmatizzato anche il fatto che una scuola abbia
scelto, probabilmente per mancanza di autonomia, di proseguire
l’attività con i bambini in presenza, nonostante 4 casi di alunni
risultati positivi al Covid. Questo sostenendo che per poter
sospendere l’attività in presenza fosse necessario attendere un
permesso formale dell’Apss e della Provincia. Si tratta di un
esempio di mancato rispetto delle regole che, invece, devono valere
per tutti.
Zanella:
difendere l’autonomia scolastica attraverso i docenti e il
Sovrintendente.
Paolo
Zanella
(Futura) ha ricordato che in origine, i due ddl poi unificati,
avevano incontrato la contrarietà dell’assessore. “Solo con
l’arrivo in aula del ddl senza tempi contingentati alla
fine siamo arrivati ad un
accordo con
la Giunta su questo testo”, ha lamentato Zanella.
“Come
dire che per
ottenere qualcosa
occorre un
ricatto”. A
suo avviso con
questo ddl ha
il merito di contenere
lo
strapotere del
dirigente.
Responsabilità deontologica dei docenti è di far prevalere la
dimensione didattica nell’interesse degli studenti riconducendo e
subordinando a questo aspetto le questioni organizzative. Per
questo il
consigliere ha preannunciato il proprio sostegno al testo. Il
consigliere di Futura ha giudicato interessante la proposta contenuta
nell’ordine del giorno di Rossi per l’educazione etica nelle
scuole per allenare il pensiero critico. Bisognerebbe però per
Zanella non considerare l’etica come un’alternativa
all’insegnamento della religione ma come una disciplina necessaria.
Come fondamentale sarebbe inserire nelle 33
ore
di educazione alla cittadinanza previste
dalla Stato anche
lo sviluppo sostenibile, la formazione digitale, l’educazione alla
relazione di genere e l’educazione alla salute comprensiva della
prevenzione delle dipendenze, dell’educazione alimentare e
dell’educazione alla sessualità. Zanella
ha presentato Con
l’ordine
del giorno depositato
in relazione a questo ddl, per chiedere
al Consiglio di
impegnare la Giunta ad inserire attraverso l’Iprase percorsi
formativi rivolti ai docenti sul tema dell’alfabetizzazione
finanziaria, finalizzate alla progettazione nelle scuole di unità
didattiche di apprendimento che permettano agli alunni di acquisire
competenze, abilità e di saper affrontare e risolvere problemi in
questo campo. Il
consigliere ha anche evidenziato che nella scuola pubblica non
dovrebbero esistere disuguaglianze e discriminazioni legate alla
condizione sociale e alla provenienza degli studenti da Paesi
extracomunitari.
Marini:
puntare alla formazione di soggetti consapevoli, responsabili e
flessibili.
Alex
Marini
(Misto-5 Stelle) ha osservato che il fatto che questo ddl sia stato
modificato in modo sostanziale solo pochi minuti fa ne rende
difficile l’interpretazione. Marini si è pronunciato a favore di
questo testo unificato che scardina la logica piramidale del governo
della scuola, mentre occorre adottare una logica orizzontale di
partecipazione alle decisioni. Il modello verso il quale è orientato
questo ddl è quello della responsabilità diffusa da promuovere
all’interno della scuola. Il testo unificato di questi 2 ddl va in
questa direzione: dare più potere ai vari soggetti che operano nella
scuola per superarne le rigidità. Marini
ha sottolineato che non è l’uomo solo al comanda che risolve i
problemi nella scuola. Per questo l’autonomia degli istituti va
potenziata ed
esercitata concretamente per potersi
sviluppare fornendo agli
studenti oltre
a una qualifica
anche
la capacità di essere soggetti attivi, responsabili,
flessibili
e capaci di interagire nella società e nel mondo del lavoro. Marini
ha messo l’accento sull’esigenza che la scuola si occupi anche
dell’educazione all’emotività e all’espressività artistica ed
estetica come modalità di comunicazione preziosa per migliorare la
capacità di relazione dei ragazzi.
Il
consigliere ha infine presentato i due ordini del giorno da lui
proposti per prevedere nella scuola più attività all’aria aperta
e introdurre la figura del coordinatore ambientale.
La
discussione prosegue domani alle 10.00.