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19/01/2022 - In aula o in commissione

Poteri più condivisi nella scuola trentina. E una selezione per la scelta del Sovrintendente

Prosegue la discussione sul testo unificato di Degasperi e Ferrari. Domani il voto finale

Poteri più condivisi nella scuola trentina. E una selezione per la scelta del Sovrintendente

Proposti cinque ordini del giorno. Zeni chiede la dad solo per i non vaccinati

Poteri più condivisi nella scuola trentina. E una selezione per la scelta del Sovrintendente

Raggiunto l’accordo con l’assessore all’istruzione Bisesti, nel pomeriggio il Consiglio ha proseguito la discussione generale relativa al testo unificato dei disegni di legge 15 e 24 proposti da Filippo Degasperi (Onda Civica) e da Sara Ferrari (Pd) per modificare la normativa provinciale sulla scuola. I due consiglieri hanno concordato con la Giunta un pacchetto di sette emendamenti di rilievo che hanno indotto al ritiro degli ordini del giorno ostruzionistici inizialmente presentati. Le modifiche condivise vanno in due direzioni: cambiano la governance degli istituti, dando più peso ai collegi docenti e alle consulte dei genitori e degli studenti ai fini dell’adozione del progetto d’istituto, per evitare l’eccessiva concentrazione dei poteri nelle mani del dirigente e subordinare alle esigenze della didattica le scelte organizzative; e in merito al Sovrintendente scolastico, prevedendone l’assunzione non più per chiamata diretta della Giunta ma previa procedura selettiva tra dirigenti di istituzioni scolastiche e formative con almeno 5 anni di esperienza. L’obiettivo è garantire a questa figura un ruolo più autonomo dalla politica valorizzandone la competenza professionale in campo didattico anche nell’individuazione dei dirigenti da proporre alla guida degli istituti, da proporre alla Giunta di concerto con il dirigente generale del dipartimento istruzione della Provincia. Cinque gli ordini del giorno fin’ora presentati: due da Marini e uno a testa da Rossi, Zanella e Zeni. Quest’ultimo chiede tra l’altro di impegnare la Giunta a garantire la possibilità di rimanere in presenza nelle classi ai soli studenti vaccinati, per non discriminarli rispetto ai non vaccinati per i quali prevedere l’obbligo della dad.

La discussione prosegue domani alle 10.00.


Degasperi: il testo assegna finalmente più peso all’autonomia didattica delle scuole.


Nella precedente discussione, presente anche l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti, Filippo Degasperi (Onda Civica) ha ricordato che il testo unificato mirava a riordinare la legge Salvaterra del 2006, sia perché piuttosto datata sia perché molto lunga (120 articoli), più volte rimaneggiata con interventi di dettaglio. Il consigliere ha sottolineato l’esigenza di perfezionare con il ddl il sistema delle relazioni tra gli organismi della scuola trentina, superando una visione burocratica come se le istituzioni educative fossero un’articolazione della macchina provinciale, con i dirigenti che governano e gli insegnanti che eseguono, relegati a formatori-esecutori. L’obiettivo del ddl è di rendere gli insegnanti liberi professionisti e pensatori che oltre a svolgere la loro funzione esecutiva provano a contribuire anche alla missione educativa del sistema. Originariamente anche la legge Salvaterra aveva questo obiettivo perché aveva sancito l’autonomia della scuola e rapporti adeguati tra gli organismi e la dirigenza. Senonché questa visione iniziale, a causa delle successive modifiche si è andata offuscando. Sono così prevalse delle interpretazioni nell’ottica di una visione burocratica, appunto, della scuola. Il testo unificato vuole riportare chiarezza ed equilibrio tra i soggetti che operano all’interno della scuola. Iniziando a rendere paritetiche l’autonomia didattica e l’autonomia organizzativa, senza che gli aspetti organizzativi prevalgano come oggi accade sugli aspetti didattici. Per questo occorre riconoscere la supremazia dell’autonomia didattica rispetto all’autonomia organizzativa, rendendo quest’ultima una parte dell’autonomia didattica. “L’organizzazione – ha sottolineato Degasperi – deve assicurare che gli obiettivi della didattica siano raggiunti. Dovrebbe essere ovvio, ma nella pratica questo oggi non succede”. In secondo luogo il ddl – ha proseguito il consigliere – propone di intervenire sul progetto di istituto, rendendo il collegio docenti competente anche sulla parte organizzativa e non solo su quella didattica, perché la prima dovrebbe essere posta a servizio della seconda. Prevale oggi invece il principio gerarchico secondo il quale solo il dirigente decide. La proposta è di affidare al collegio docenti la delibera sul progetto educativo d’istituto.

Altro aspetto toccato dal ddl ma bocciato dalla Giunta: le consulte. Consulte degli studenti e dei genitori che sono previste dalla legge, ma che non hanno oggi dignità. Il provvedimento ne riconosce il ruolo e riabilita questi organismi. Ancora: il ddl prevede che ogni componente del Consiglio di istituzione della scuola e non solo un membro, possa avanzare proposte di deliberazione e per definire l’ordine del giorno. In tal modo si responsabilizzerebbero i vari componenti del Consiglio e in particolare i genitori, assegnando loro la possibilità di contribuire alla vita della scuola. Sul dirigente scolastico, il ddl prevede che gli autonomi poteri di gestione attribuiti a questa figura non venga interpretato come possibilità di scavalcare con le sue decisioni sia il collego docenti sia il consiglio dell’istituzione. Occorre quindi alleggerire quest’autonomia decisionale del dirigente distribuendo il potere anche su altri soggetti. Del ddl – ha lamentato Degasperi – non è stata accolta la proposta che quel che viene votato e deliberato dal Consiglio di istituto dagli non possa essere vanificato dal dirigente scolastico. Il ddl prevede anche che il dirigente scolastico condivida con il collegio docenti la valutazione degli insegnanti e la conseguente distribuzione delle premialità. Oggi il collegio docenti deve scegliere con il voto i libri di testo convocando per questo una riunione con tutti gli insegnanti. Degasperi ha segnalato come il ddl preveda un passo in avanti – accolto dalla Giunta – perché sui libri di testo decidano i dipartimenti che, altrimenti, non si capisce che funzione abbiano e che coinvolgono solo gli insegnanti interessati a un determinato testo.


Ferrari: migliorata la figura del Sovrintendente.


Sara Ferrari (Pd), co-proponente del testo unificato, ha spiegato che la parte sulla quale ha lavorato in questo ddl recupera una proposta depositata nel 2019 e condivisa allora in passato dalla Lega, che prevedeva la necessità di ripristinare la figura del Sovrintendente scolastico perché si occupi delle funzioni didattiche. Funzioni assegnate invece al dirigente generale del Dipartimento istruzione della Provincia che, però, non ha competenze didattiche. Si tratta di ripristinare con il Sovrintendente un punto di riferimento di natura didattica all’interno del Dipartimento scuola per evitare che prevalgano le questioni organizzative anche a prescindere da quelle educative. Il ddl mira a svincolare l’autonomia degli istituti dalla responsabilità politica che è in capo al governo provinciale. Ma se vi è una legge che riconosce autonomia agli istituti scolastici, occorre che questa sia garantita anche dalle decisioni politiche. Un sovrintendente dovrebbe garantire questo tipo di autonomia degli istituti. Questa visione orientata al ripristino di questa figura di Sovrintendente contenuta nel ddl – ha proseguito Ferrari – non è stata condivisa dalla Giunta. Rimane la mancanza di autonomia del Sovrintendente dal Dipartimento e di un’autonomia di questa figura dalla politica dal momento che la scelta della persona a cui affidare questo ruolo è della Giunta. La Sovrintendenza avrebbe dovuto rimanere una figura autonoma, affiancata e non subalterna a quella del dirigente generale della Provincia, anche prevedendone la scelta con pubblica selezione e non per decisione del potere politico. Anche il dirigente scolastico non è, per Ferrari, un dirigente provinciale qualsiasi, perché ha la responsabilità di guida dell’autonomia educativa dell’istituto. Per la consigliera, quindi, occorre fugare il rischio che il dirigente scolastico subisca l’influenza della politica. Per essere certi della libertà di questa figura da qualsiasi condizionamento politico, occorre che la decisione di quale dirigente preporre in capo a un istituto non debba essere della sola Giunta provinciale ma sia affidata al Sovrintendente scolastico, chiamato a confrontarsi quotidianamente con l’attività didattica delle scuole e con l’interpretazione del progetto d’istituto. Il ddl unificato prevedeva che sia il Sovrintendente scolastico a elaborare la proposta del dirigente da assegnare a un istituto.

Ferrari ha ricordato di aver atteso due anni, lei e Degasperi, per sapere se da parte della Giunta vi era una disponibilità nei confronti di queste proposte. E si è dichiarata soddisfatta che in questi ultimi giorni il ddl unificato sia stato preso in considerazione nel merito trattando le proposte in esso contenute in modo sereno e non confluittuale. Con l’apertura dell’assessore Bisesti, Ferrari ha evidenziato la condivisione di alcune proposte migliorative della legge provinciale sulla scuola, riguardanti le modalità di reclutamento del Sovrintendente e il come questa figura formula la proposta dell’elenco dei dirigenti che vanno preposti agli istituti. Si tratta per la consigliera di un passo avanti importante anche se non esaustivo del ruolo del Sovrintendente rispetto alla differenza con il dirigente generale dell’istruzione. Ma sicuramente ora c’è più chiarezza, ha concluso.


Rossi: non togliere potere decisionale ai dirigenti. Introdurre l’educazione all’etica.


Ugo Rossi (Misto-Trentino in Azione) ha condiviso in particolare le novità proposte con il ddl dall’ex assessora all’istruzione Ferrari sulla figura del Sovrintendente. Ha messo però in guardia dal rischio che la modifica della legge provinciale sulla scuola introdotta da questo ddl, alla fine ostacoli l’innovazione attuata dai dirigenti, che ha portato all’eccellenza alcuni istituti trentini. Giusto quindi a suo avviso coinvolgere gli organi della scuola nelle decisioni che riguardano la didattica, ma lasciando sempre al dirigente la possibilità di decidere. Altrimenti si rischia di paralizzare le scuole. Rossi si è anche espresso contro lo smantellamento degli ambiti territoriali introdotti nella precedente legislatura entro i quali i dirigenti possono scegliere i docenti. Per il consigliere questa è stata una promessa mantenuta a inizio legislatura con i sindacati che trasforma il sistema di assunzione degli insegnanti in un deleterio concorsificio. Il consigliere ha lamentato che il tema del trilinguismo è completamente scomparso dal radar degli interventi dell’attuale Giunta sulla scuola, smantellando un sistema che offriva grandi opportunità ai ragazzi e assegnava al Trentino un primato in Italia. Ancora, Rossi ha infine presentato l’ordine del giorno da lui proposto in relazione a questo ddl, che chiede l’insegnamento dell’etica a scuola per gli studenti che scelgono di non frequentare l’insegnamento della religione.


Zeni: si riservino le lezioni in presenza ai vaccinati. In dad solo i non vaccinati.


Luca Zeni (Pd) ha presentato l’ordine del giorno da lui proposto insieme ai colleghi del gruppo in merito alla gestione della pandemia nelle scuole trentine, per impegnare la Giunta a permettere la presenza in classe dei soli alunni vaccinati senza temere di discriminare i non vaccinati, che potranno seguire le lezioni utilizzando la didattica a distanza. L’odg prevede che nelle scuole medie si mantenga come nel resto d’Italia le lezioni in presenza anche con 2 positivi, mandando, appunto, in dad solo gli studenti non vaccinati. Questo per non penalizzare gli studenti vaccinati. Infine il dispositivo stabilisce che Provincia fornisca a tutte le scuole dispositivi di protezione FFP2 per insegnanti e studenti per una maggior prevenzione del contagio. Zeni è poi nuovamente intervenuto nella discussione per parlare dei protocolli Covid nelle scuole, perché uno dei problemi maggiormente segnalati dalle famiglie è una certa confusione nella gestione delle situazioni che si creano. C’è disorientamento di fronte a disposizioni provinciali che non si adeguano a quelle nazionali o che modificano queste ultime. Ora è stata annunciata un’ordinanza del presidente della Provincia di cui non si sa ancora nulla. Il consigliere ha sollecitato quindi una certa linearità nelle disposizioni che la Provincia mette in campo riguardo alla rilevazione di positività che toccano le scuole. Il consigliere ha raccomandato la coerenza tra ordinanze del presidente della Provincia rispetto ai decreti introdotti dal governo nazionale.


Demagri: chiudere le classi con 4 casi positivi senza attendere il permesso della Pat.


Paola Demagri (Patt) ha criticato la volontà della Giunta di associare le iscrizioni attualmente in corso dei bambini alle scuole dell’infanzia per l’anno scolastico 20221-2022, alla frequenza anche nel mese di luglio al pari l’anno scorso, chiedendo la relativa quota di 50 euro. E ha chiesto quale sia l’intenzione sottesa alla mail inviata a questo riguardo alle famiglie, per indurre i genitori ad iscrivere i loro bambini anche al estivo con il versamento di questa quota aggiuntiva. La consigliera ha stigmatizzato anche il fatto che una scuola abbia scelto, probabilmente per mancanza di autonomia, di proseguire l’attività con i bambini in presenza, nonostante 4 casi di alunni risultati positivi al Covid. Questo sostenendo che per poter sospendere l’attività in presenza fosse necessario attendere un permesso formale dell’Apss e della Provincia. Si tratta di un esempio di mancato rispetto delle regole che, invece, devono valere per tutti.


Zanella: difendere l’autonomia scolastica attraverso i docenti e il Sovrintendente.


Paolo Zanella (Futura) ha ricordato che in origine, i due ddl poi unificati, avevano incontrato la contrarietà dell’assessore. “Solo con l’arrivo in aula del ddl senza tempi contingentati alla fine siamo arrivati ad un accordo con la Giunta su questo testo”, ha lamentato Zanella. “Come dire che per ottenere qualcosa occorre un ricatto”. A suo avviso con questo ddl ha il merito di contenere lo strapotere del dirigente. Responsabilità deontologica dei docenti è di far prevalere la dimensione didattica nell’interesse degli studenti riconducendo e subordinando a questo aspetto le questioni organizzative. Per questo il consigliere ha preannunciato il proprio sostegno al testo. Il consigliere di Futura ha giudicato interessante la proposta contenuta nell’ordine del giorno di Rossi per l’educazione etica nelle scuole per allenare il pensiero critico. Bisognerebbe però per Zanella non considerare l’etica come un’alternativa all’insegnamento della religione ma come una disciplina necessaria. Come fondamentale sarebbe inserire nelle 33 ore di educazione alla cittadinanza previste dalla Stato anche lo sviluppo sostenibile, la formazione digitale, l’educazione alla relazione di genere e l’educazione alla salute comprensiva della prevenzione delle dipendenze, dell’educazione alimentare e dell’educazione alla sessualità. Zanella ha presentato Con l’ordine del giorno depositato in relazione a questo ddl, per chiedere al Consiglio di impegnare la Giunta ad inserire attraverso l’Iprase percorsi formativi rivolti ai docenti sul tema dell’alfabetizzazione finanziaria, finalizzate alla progettazione nelle scuole di unità didattiche di apprendimento che permettano agli alunni di acquisire competenze, abilità e di saper affrontare e risolvere problemi in questo campo. Il consigliere ha anche evidenziato che nella scuola pubblica non dovrebbero esistere disuguaglianze e discriminazioni legate alla condizione sociale e alla provenienza degli studenti da Paesi extracomunitari.


Marini: puntare alla formazione di soggetti consapevoli, responsabili e flessibili.


Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha osservato che il fatto che questo ddl sia stato modificato in modo sostanziale solo pochi minuti fa ne rende difficile l’interpretazione. Marini si è pronunciato a favore di questo testo unificato che scardina la logica piramidale del governo della scuola, mentre occorre adottare una logica orizzontale di partecipazione alle decisioni. Il modello verso il quale è orientato questo ddl è quello della responsabilità diffusa da promuovere all’interno della scuola. Il testo unificato di questi 2 ddl va in questa direzione: dare più potere ai vari soggetti che operano nella scuola per superarne le rigidità. Marini ha sottolineato che non è l’uomo solo al comanda che risolve i problemi nella scuola. Per questo l’autonomia degli istituti va potenziata ed esercitata concretamente per potersi sviluppare fornendo agli studenti oltre a una qualifica anche la capacità di essere soggetti attivi, responsabili, flessibili e capaci di interagire nella società e nel mondo del lavoro. Marini ha messo l’accento sull’esigenza che la scuola si occupi anche dell’educazione all’emotività e all’espressività artistica ed estetica come modalità di comunicazione preziosa per migliorare la capacità di relazione dei ragazzi. Il consigliere ha infine presentato i due ordini del giorno da lui proposti per prevedere nella scuola più attività all’aria aperta e introdurre la figura del coordinatore ambientale.


La discussione prosegue domani alle 10.00.