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11/01/2022 - In aula o in commissione

Le audizioni sul programma 2022 dell'Unione europea, ricordando David Sassoli

I lavori della Quinta Commissione. in allegato, i documenti inviati dai soggetti consultati oggi

Le audizioni sul programma 2022 dell'Unione europea, ricordando David Sassoli

Il palazzo sede dell'Unione europea a Bruxelles

​​​​​​​Alle consultazioni promosse oggi dalla Quinta Commissione presieduta da Alessia Ambrosi (FdI) sul coinvolgimento della Provincia autonoma di Trento nel programma di lavoro definito dalla Commissione europea per il 2022, sono intervenuti i rappresentanti dei sindacati confederali, del Coordinamento imprenditori, della Camera di commercio e dell’Università, mentre il Consiglio delle autonomie locali ha inviato un proprio documento. In apertura Ambrosi ha espresso sgomento e profondo dispiacere per la prematura scomparsa, questa notte, del presidente del Parlamento europeo David Sassoli, “politico di grande spessore, che ha improntato tutta la propria attività al dialogo in campo comunitario”. Analoghi sentimenti di dolore, insieme alle condoglianze rivolte ai familiari di Sassoli, sono emersi da tutti gli auditi.



I SINDACATI: SI LAVORI PER L’ANNO EUROPEO DEI GIOVANI E LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA


Andrea Grosselli, segretario della Cgil del Trentino si è unito al cordoglio per la morte di Sassoli che – ha ricordato – da presidente dell’Europarlamento ha spinto per una maggiore integrazione a livello comunitario. I contenuti del programma europeo 2022 vanno per Grosselli nella giusta direzione. Ha evidenziato in particolare due argomenti sui quali si concentrerà nei prossimi mesi l’attività dell’Us: l’anno europeo dei giovani e la conferenza sul futuro dell’Europa. I sindacati chiedono che le istituzioni trentine e quindi anche il Consiglio provinciale lavorino in queste due direzioni. Sul versante dell’energia, Grosselli ha anche auspicato che Provincia punti quest’anno all’obiettivo europeo della decarbonizzazione per ridurre l’utilizzo dei combustibili fossili. Tenendo conto delle pressione derivanti dai crescenti costi legati all’approvvigionamento, allo stoccaggio e alla distribuzione del gas naturale che sta subendo forti aumenti di prezzo scaricati sulle famiglie e sulle imprese. Si tratta di garantire una transizione il più possibile giusta al nuovo modello di sviluppo. Obiettivo che non si ottiene, per i sindacati, rallentando, bensì accelerando la transizione ecologica. Anche a livello provinciale, come le OOSS hanno chiesto senza che la Giunta abbia finora risposto adeguatamente a questo appello. Occorre che l’ente pubblico incentivi le aziende ad investire in questa direzione per far crescere un mercato della sostenibilità. “Sappiamo – ha aggiunto Grosselli – che la transizione ecologica ha un impatto sociale ed economico, impatto che l’intervento pubblico deve bilanciare per non penalizzare le imprese e i le fasce deboli della popolazione. Quanto all’economia digitale, altro grande obiettivo dell’Ue per quest’anno, servono investimenti sulle dotazioni tecnologiche che rendano più forte il sistema produttivo. Infine le politiche sociali. Per Grosselli su questo versante l’Europa deve concretizzare il pilastro dei diritti con maggiori investimenti. Infine secondo il segretario della Cgil la Giunta provinciale dovrebbe confrontarsi con i sindacati perché le risorse del Pnrr siano equamente distribuite a favore di un reale processo di ripresa dalla crisi causata dalla pandemia.


Walter Alotti della Uil ha ricordato la presenza di David Sassoli a Trento per la commemorazione di Antonio Megalizzi. La Uil sottolinea tre questioni. Innanzitutto la necessità di spingere anche come Provincia l’Ue affinché nel 2022 e 2023 prenda decisioni importanti sul fiscal compact a sostegno delle politiche economiche e dei bilanci dei Paesi membri. Occorre evitare un ritorno al regime di austerità e di tagli della spesa degli anni precedenti alla pandemia mantenendo flessibili i margini delle politiche economiche. Secondo: sulla lotta all’inquinamento ambientale l’Europa deve puntare a un minor utilizzo dei pesticidi in agricoltura e al miglioramento della qualità delle acque. Questo vale anche per la Provincia, visto che la situazione del Trentino non è affatto confortante, perché ne va innanzitutto della salute dei cittadini. Per questo è urgente intervenire anche sugli allevamenti e per il biologico. Alotti ha messo l’accento anche sul tema, di rilevanza europea, dell’editoria perché anche nella nostra provincia vi è il rischio è di una centralizzazione del mercato e della pubblicità. Sabato, ha preannunciato, la Uil parteciperà alla manifestazione organizzata dai giornalisti in occasione del primo anniversario della chiusura del quotidiano Trentino. Infine anche secondo Alotti è necessario che l’Europa si impegni maggiormente per la tutela dei diritti civili e contro le discriminazioni, perché vi sono Paesi comunitari in cui sono a rischio i valori della democrazia e della libertà, che vanno quindi riaffermati perché siano riconosciuti.


La discussione: il salario minimo europeo dev’essere legato al lavoro.


Ambrosi ha segnalato che il tema dei giovani verrà preso seriamente in considerazione anche dalle istituzioni provinciali e regionali in questo 2022, anno a loro dedicato, mettendo al centro dell’attenzione le prospettive dell’Euregio.

Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha ricordato che l’Ue chiede l’introduzione del salario minimo per garantire una retribuzione accettabile a tutti, in particolare alle donne. A livello provinciale – ha lamentato – quando si è tentato di affrontare l’argomento, la Giunta si è opposta. Marini ha chiesto ai sindacati di esprimersi anche sulle misure di sostegno al lavoro.

Grosselli ha risposto che a livello europeo sul reddito minimo non vi è una direttiva vincolante ma una raccomandazione ai Paesi membri. Reddito che secondo il sindacalista non dev’essere solo un sostegno sociale ma uno strumento legato al lavoro per favorire l’uscita dalla povertà. Le OOSS stanno lavorando in questa direzione.

Alotti ha aggiunto che lo strumento da adottare a livello locale è il riconoscimento dei contratti nazionali per garantire ai lavoratori un trattamento economico dignitoso.



COORDINAMENTO IMPRENDITORI: ALLEGGERIRE LE REGOLE EUROPEE SUI PICCOLI ISTITUTI DI CREDITO


Roberto Simoni, presidente pro-tempore del Coordinamento, ha presentato il documento unitario delle associazioni imprenditoriali, che al programma europeo 2022 chiedono soprattutto di promuovere la sburocratizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative per favorire la ripresa dell’economia regredita a causa della crisi pandemica. Anche la Provincia dovrebbe applicare il principio che ad ogni nuova legge introdotta ne sia rimossa un’altra. Il Coordinamento chiede alla Provincia una riorganizzazione della sanità trentina e di affrontare in particolare il problema della carenza di medici, infermieri e personale preposto all’assistenza con una riforma che sciolga i gravi nodi emersi nel corso della pandemia. Gli imprenditori sollecitano anche la Giunta Fugatti ad insistere con la campagna vaccinale per sostenere le imprese che hanno bisogno di lavorare per uscire dalla crisi. Crisi che si protrae anche quest’anno e per questo il Coordinamento chiede alla Provincia di prorogare interamente anche nel 2022 le misure di sostegno finanziario e le agevolazioni a favore delle imprese introdotte nel 2020 e 2021. Sul tema del credito Simoni ha ricordato lo stress al quale sono oggi sottoposte le Casse rurali del Trentino a causa di una normativa europea che sono applicabili solo dalle grandi banche. Le autorità europeo vanno stimolate a rimediare a questo errore, riportando i piccoli istituti sotto il controllo della Banca d’Italia e riducendo gli eccessi regolamentari per permettere l’erogazione del credito alle imprese locali. Quest’anno servirebbe poi una riforma fiscale, urgenza questa molto sentita dagli imprenditori. Quanto alla transizione ecologica, per Simoni occorre evitare che abbia un impatto penalizzante sulle imprese trentine. Per la transizione digitale, il Coordinamento ritiene che il Trentino abbia fatto grossi passi avanti, ma che sia necessario puntare all’educazione informatica degli operatori e dei cittadini per evitare che una parte della popolazione non benefici di questa risorsa. Spingere sulla digitalizzazione permetterebbe anche anche alle piccole e medie imprese trentine un grande salto di qualità rendendo più competitivo tutto il sistema economico. Infine il Trentino ha il problema dello scarso legame tra mondo della scuola e imprese. Servono risorse umane e professionali per far crescere l’economia e l’occupazione. Serve anche una gestione corretta a livello europeo del fenomeno dell’immigrazione, per permettere di fronteggiare il problema della denatalità che emergerà nei prossimi anni. Sull’anno europeo dedicato ai giovani, per contrastare il problema dei ragazzi che non studiano né lavorano, secondo gli imprenditori è necessario offrire opportunità formative.


La discussione: bene la transizione ecologica, ma con la necessaria gradualità.


Sara Ferrari (Pd), che si è associata al grande dispiacere per la perdita di David Sassoli, ha chiesto come gli imprenditori e la Provincia intendano cooperare per superare il gap tra formazione e lavoro che rende difficile alle imprese trovare figure professionali adeguate nel nostro territorio.

Ambrosi ha richiamato le sollecitazioni da lei sottoposte alla Giunta per attivare iniziative di educazione finanziaria rivolte ai giovani. E ha chiesto come si intende affrontare il problema del credito dovuto alle piccole dimensioni delle Casse Rurali.

Marini ha riproposto il tema del salario minimo a livello europeo chiedendo quale sia la posizione degli imprenditori su questo argomento i lavoratori.

Gianpiero Orsino di Confcommercio ha sottolineato l’esigenza che le imprese siano messe nelle condizioni di adeguarsi al processo di trasformazione digitale.

Roberto Pallanch, direttore dell’Asat, ha osservato che per il salario minimo non si può prescindere dalla condizione economica delle imprese. Sul tema del rapporto scuola-lavoro ha ricordato che vi sono dei tavoli aperti con l’assessorato provinciale, ma che servirebbe un maggior livello di confronto ad esempio sul tema della riforma della formazione professionale al quale la Giunta provinciale sta lavorando ma di cui non ha informato adeguatamente gli imprenditori.

Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti, sul salario minimo ha risposto che si tratta di un tema molto complesso e non ancora affrontato dalle categorie, di cui tuttavia occorrerà parlare nel 2022 tenendo però conto dell’aumento dei costi che mette in sofferenza le aziende. Quanto alla forbice tra domanda e offerta di lavoro, per Cekrezi occorre puntare sulla formazione professionale e sull’alta formazione per trovare un equilibrio che soddisfi le esigenze delle imprese dei vari settori economici.

Alessandro Santini, vicedirettore di Confindustria, ha sottolineato gli obiettivi europei della transizione verde e della transizione digitale. Sul primo, mentre è a suo avviso necessario procedere verso la sostenibilità ambientale garantendo, però, gradualità per non penalizzare le imprese, ad esempio nel settore dell’automotiv a livello europeo. Non si può quindi imporre una tecnologia piuttosto che un’altra. Per il digitale è invece indispensabile sviluppare la banda ultralarga ma anche l’educazione nelle scuole e dei lavoratori. Serve un impegno anche per la cyber security per difendere le aziende dalle trappole informatiche. Collegare formazione e lavoro è possibile, a suo avviso, promuovendo esperienze di relazioni tra scuole e imprese con il coinvolgimento delle famiglie, per mostrare le opportunità occupazionali offerte ai figli. Salario minimo: più che su questo obiettivo secondo Santini per le imprese è opportuno agire sui contratti collettivi di lavoro. Il problema è inoltre dovuto anche al cuneo fiscale.

Claudio Filippi, dell’Associazione artigiani, ha ribadito la difficoltà di pensare a un salario minimo a livello europeo. Quanto al rapporto tra domanda e offerta di lavoro anche a suo avviso occorre lavorare su scuole e famiglie per permettere ai ragazzi l’inserimento nelle aziende artigiane trentine e anche di poter diventare loro stessi imprenditori artigiani. Infine per Filippi l’Ue fatica a capire le esigenze specifiche delle imprese italiane caratterizzate dalle piccole dimensioni e quindi dal difficile accesso alle opportunità offerte a livello comunitario. Questo è il problema da superare con un rinnovato small business act da inserire nella programmazione europea.

Simoni sul tema del credito ha evidenziato la grande differenza tra le banche sistemiche e i piccoli istituti di credito come le casse rurali trentine, in parte compensata dalla nascita in Italia di due grandi gruppi di banche territoriali, uno dei quali con sede a Trento. Gruppo che avendo però natura cooperativo-mutualistica è gravato dall’obbligo di rispettare regole europee previste per istituti di credito con strutture amministrative e burocratiche di dimensioni gigantesche. In una prospettiva futura, quindi, per incentivare il credito alle imprese è necessario tutelare dal punto di vista normativo le piccole realtà come quelle delle Casse rurali del Trentino. Ad esempio non imponendo il possesso dei medesimi requisiti ai consiglieri di una banca come Unicredit e di un piccolo istituto come una Cassa rurale. A livello nazionale vi è stato un passo avanti per premere sull’Ue affinché modifichi le regole che assoggettano anche le piccole banche a regole pensate solo per i grandi istituti di credito.



CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO AGRICOLTURA: L’AUMENTO DEI PREZZI DELL’ENERGIA E DELLE MATERIE PRIME PER L’EDILIZIA POTREBBE INFLUENZARE LE POLITICHE DELLA BCE.


Alberto Olivo, dirigente di Cciaa di Trento, ha ricordato il supporto dato dall’ente camerale alle imprese locali sulla base di dati e analisi del sistema economico.

Massimo Pavanelli ha evidenziato il rimbalzo dell’economia avvenuto nel 2021 al netto della stagione invernale che peserà negativamente sulla crescita del Pil dell’anno scorso. La Cciaa ha calcolato un amento di fatturato delle imprese trentine del 16,2% tra il 2020 e il 2021 e del 7,2% rispetto al 2019. Fatturato oggi eroso, però, dalla crescita dell’inflazione che toglie una parte dei guadagni alle imprese. Enorme è stato poi l’aumento dei costi dell’energia dovuto sia gas naturale proveniente dall Russia sia alla domanda di alcune economie molto dinamiche. Forti aumenti hanno subito anche i prezzi dei metalli e dei materiali per l’edilizia. Questi aumenti non erano previsti 12 mesi fa e sono destinati ad influenzare le politiche monetarie delle Bce. Sulla digitalizzazione, la Camera di commercio ha evidenziato in un’indagine la contraddizione tra big players molto competitivi e un tessuto imprenditoriale di piccole dimensioni che è ancora solo all’inizio del processo. Occorre quindi accompagnare le piccole imprese ad investire di più sulla digitalizzazione. Infine la Cciaa evidenzia in Trentino lo scarto tra la digitalizzazione spinta della pubblica amministrazione e la capacità delle imprese di relazionarsi con questi enti non disponendo di sistemi innovativi e rapidi.

Olivo ha aggiunto che per quanto riguarda la digitalizzazione la Cciaa punta a dare supporto alle piccole attività economiche locali con corsi di formazione organizzati dall’Accademia d’impresa per fornire elementi conoscitivi che suscitano interesse per l’innovazione e appaiono utili e convenienti. Molto importante sarà portare avanti il lavoro sullo sportello unico per le attività produttive per facilitate i rapporti con la pubblica amministrazione. Olivo ha anche ricordato che sul difficile rapporto delle imprese trentine con l’Austria per il trasporto merci l’Ue si è dimostrata molto timida nel far rispettare le regole dell’ordinamento comunitario.


La discussione: l’Accademia di impresa stimola l’innovazione nelle aziende.


Sara Ferrari ha chiesto se vi siano percorsi di formazione all’approccio con le tecnologie digitali anche per gli imprenditori artigiani non più giovani.

Olivo ha risposto ricordando il coinvolgimento in questi corsi di Trentino Sviluppo per calibrare gli interventi sul target specifico degli imprenditori rendendo compatibili le attività formative con le esigenze degli operatori. Accademia d’impresa ha anche aperto un portale a cui le imprese possono accedere per ottenere stimoli in termini di opportunità di innovazione che appaiano alla portata delle piccole attività. I risultati finora ottenuti da questi corsi sono incoraggianti.



SCUOLA DI STUDI INTERNAZIONALI DELL’ATENEO TRENTINO: PER LA DI9GITALIZZAZIONE LA PROVINCIA POTREBBE OFFRIRE PROCEDURE E SERVIZI DA REMOTO FIN DALL’ORIGINE


Il professor Stefano Schiavo sulle 6 aree tematiche individuate dalla Commissione europea, in particolare il Green deal e la transizione digitale. Fulcro del programma 2022 è la ripresa post-pandemia per cui la transizione digitale è considerata un volano per emergere dalla crisi. Traspare dal programma il desiderio della Commissione di mantenere un ruolo guida assunto durante la gestione della pandemia e di essere protagonista anche in ambiti come le politiche industriali e le politiche sociali che competono agli Stati nazionali. La Scuola di studi internazionale di Trento osserva anche che le risorse mobilitate attraverso il Next Generation Ue hanno creato un maggior interesse tra azioni europee e livelli nazionali e regionali. Green deal e digitalizzazione, inoltre, sono obiettivi che impongono di ragionare in modo integrato tra aree di intervento, quindi anche tra i diversi assessorati della Provincia. Le risorse messe a disposizione richiedono la capacità di gestire progetti pluriennali per i quali non vi è un’abitudine spinta negli enti pubblici. Un principio interessante che la Provincia potrebbe adottare in materia di digitalizzazione per corrispondere al programma dell’Ue consiste nella messa in campo di procedure e servizi accessibili fin dall’orgine da remoto. Evitando cioè il passaggio dal cartaceo al digitale. Altro tema: la sostenibilità ambientale. La Provincia potrebbe muoversi da subito per dare certezza normativa alle imprese europee a favore del processo di decarbonizzazione incoraggiando gli investimenti su tecnologie innovative orientate al traguardo delle emissioni zero. Si tratta di certificare la quantità di Co2 assorbita attraverso le pratiche agricole e forestali. Per il contesto provinciale sono di grande interesse le novità introdotte a livello europeo per la riduzione dei pesticidi e la crescita del biologico, obiettivi legati anche alla maggiore sensibilità dei consumatori verso la qualità dei prodotti. Da questo punto di vista, per l’Università, si possono mettere a sistema anche esperienze e competenze locali che già ci sono come la Fondazione Mach, superando – ha osservato Schiavo – la diatriba con l’università di Trento. Con le risorse pubbliche messe a disposizione della transizione ecologica si potrà puntare a ridurre le contrapposizioni tra produttori agricoli e consumatori. Per la digitalizzazione è importante ricordare la legge europea annunciata in materia di sicurezza informatica. Per la crescita della competenze digitali nella scuola e nella formazione dei lavoratori la Provincia dovrà puntare sulla formazione anche dei docenti. Ancora, sul 2022 come anno europeo dei giovani la Provincia potrebbe raccogliere spunti importanti dalla conferenza sul futuro dell’Europa, puntando ad offrire ai giovani opportunità di inserimento di formazione e lavoro. Infine vi sarà una legge europea sulla libertà dei media, in considerazione del ruolo avuto dai messaggi e dall’informazione durante la pandemia.


La discussione: nel corso del 2022 la Provincia stimoli iniziative dal basso coivolgendo i giovani per contribuire alla conferenza sul futuro dell’Europa.


Sara Ferrari, a proposito dei giovani, ha chiesto come, secondo l’università, si potrebbe raccogliere anche i loro suggerimenti per contribuire alla conferenza sul futuro dell’Europa, in vista della quale la Provincia non ha ancora prodotto nulla.

Schiavo ha risposto che le iniziative in questa direzione dovrebbero partire dal basso, ma per questo servirebbero degli incentivi che spronino ad organizzare iniziative, fornendo un quadro di riferimenti che stimoli a organizzare delle attività. Meglio sarebbe pensare a tante piccole attività locali auto-organizzate piuttosto che un unico grande consesso al quale però poi partecipano poche persone.

Ambrosi ha aggiunto che anche il Consiglio provinciale sta pensando alle iniziative da adottare coinvolgendo il territorio e i giovani a partire dalla primavera, iniziative sono frenate però dal peggioramento della situazione pandemica e per questo da posticipare.

Marini ha ricordato uno studio comparativo tra gli istituti di partecipazione popolare nel Tirolo, nell’Alto Adige e in Trentino.Sui salari minimi il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che andrebbe recepita dagli Stati nazionali membri.

Schiavo ha risposto che c’è un conflitto di competenza perché sui salari minimi sono gli Stati e non l’Ue a poter prendere decisioni. Si tratta semmai per l’Europa di stimolare i governi ad agire. Probabilmente si andrà verso un coordinamento su questo tema. Il processo sarà però lento per ragioni elettorali e politiche. In ogni caso il Parlamento europeo ha preso posizione sul reddito minimo e non sul salario minimo.

Ambrosi ha rinviato alla prossima seduta la discussione finale del programma della Commissione europea per poter visionare tutta la documentazione acquisita sul tema e elaborare la relazione conclusiva sui lavori.​

Allegati
Le osservazioni delle organizzazioni sindacali
Le osservazioni del Coordinamento provinciale imprenditori
Le osservazioni della Camera di commercio industria agricoltura e artigianato di Trento
Le osservazioni della Scuola di studi internazionali dell'Università di Trento
Altro documento con osservazioni della Scuola di studi internazionali dell'Unioversità di Trento
Le osservazioni del Consiglio delle autonomie locali Consorzio dei Comuni