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25/11/2021 - In aula o in commissione

Manovra di bilancio 2020: approvata a palazzo trentini la proposta di legge collegata

dalla Prima Commissione che ha iniziato l'esame del provvedimento di stabilità

Manovra di bilancio 2020: approvata a palazzo trentini la proposta di legge collegata

In allegato, la convocazione con i testi in discussione

Manovra di bilancio 2020: approvata a palazzo trentini la proposta di legge collegata
La Prima Commissione presieduta da Vanessa Masè (La Civica) ha completato e approvato nel pomeriggio, con 5 voti favorevoli della maggioranza e 4 voti di astensione delle minoranze (Tonini del Pd, Zanella di Futura, Marini del Misto 5 stelle e Rossi del Misto Trentino in Azione), l’esame del disegno di legge 120, “Legge collegata alla manovra di bilancio della Provincia per il 2022”, firmato dal presidente della Giunta Fugatti. Subito dopo l’organo consiliare a iniziato l’esame del secondo provvedimento della finanziaria: il ddl 121, vale a dire la legge di stabilità. Approvato l’articolo 1, i lavori sono stati sospesi subito prima della votazione dell’articolo 2 e riprenderanno domani alle 14.30.


 

SI’ AL DDL 120, LEGGE COLLEGATA.


 

L’esame del ddl 120, legge collegata alla manovra di bilancio di previsione della Provincia per il 2022, è ripartito nel pomeriggio dall’articolo 11 e si è concluso con l’approvazione del provvedimento, che ha ottenuto 5 voti favorevoli e 4 di astensione espressi da Tonini del Pd, Rossi del Misto-Trentino in Azione, Marini del Misto-5 stelle e Zanella di Futura. La sintesi che segue riguarda solo gli articoli sui quali vi sono stati interventi dei consiglieri e della Giunta.


 

L’articolo 11, in materia di contratti pubblici, è stato approvato insieme a un emendamento, in entrambe i casi con 5 favorevoli, 3 voti contrari (Rossi Misto-Azione, Tonini del Pd e Zanella di Futura) e uno di astensione (Marini, Misto 5 stelle). La modifica – ha ha spiegato l’assessore Spinelli – chiarisce che l’affidamento di incarichi riguarda appalti e concessioni e non attività di studio.

Rispondendo a una domanda di Ugo Rossi (Misto-Azione) l’assessore ha precisato che l’obiettivo dell’emendamento è arrivare ad un testo unico che semplifica e sistematizza la disciplina provinciale in materia di contratti pubblici, per fornire alle stazioni appaltanti disposizioni comprensibili e maneggevoli.

Paolo Zanella (Futura) ha osservato che dal punto di vista tecnico, il continuo rinvio di una normativa all’altra, statale e provinciale, rende difficoltosa l’interpretazione.

Leonardo Caronna, dirigente provinciale, ha ulteriormente precisato che la disposizione, che può effettivamente apparire complessa. Per questo sarà messo a disposizione un testo unico telematico digitale per individuare qual è la normativa corretta, statale o provinciale, da applicare ad un determinato istituto, come ad esempio il subappalto.

Rossi ha chiesto di spiegare come, rispetto al tentativo di intrecciare in materia le norme statutarie con ciò che è venuto avanti a livello nazionale e comunitario, ha chiesto come possa un regolamento individuare le norme di legge da abrogare. Che bisogno c’è, in altri termini, di un regolamento?

Caronna ha risposto che l’articolo presenta un allegato che limita le possibilità di abrogazione alle norme provinciali riferite agli istituti elencati nell’allegato per applicare direttamente il codice dei contratti statale.

Nicola Foradori, altro dirigente provinciale, ha chiarito che la scelta del regolamento risponde all’esigenza non di eliminare disposizioni di legge ma funge da strumento interpretativo che regolerà l’abrogazione di singoli commi.

Secondo Rossi resta il problema che non si può con un regolamento abrogare disposizioni legislative. E questo espone il ddl al rischio di un’impugnativa del governo. Meglio sarebbe scrivere un articolo programmatorio che preannuncia delle abrogazioni.

Foradori ha replicato che non è vero in assoluto che un regolamento non possa abrogare una legge.

Il presidente Fugatti ha assicurato una verifica tecnica che la Giunta effettuerà da qui all’esame in aula. Proposta accettata sia da Rossi che da Zanella.


 

L’articolo 12, ancora sui contratti pubblici, è stato approvato con un emendamento presentato dalla Giunta – approvato con 5 favorevoli, tre contrari e uno di astensione – e spiegato dall’assessore Spinelli, allo scopo di abrogare in modo puntuale alcune norme provinciali in materia di contratti pubblici. In particolare si interviene in materia di subappalto e riguardo i rapporti tra appaltatore e subappaltatore a tutela dei lavoratori. Marini (Misto-5 stelle) sul codice dei contratti pubblici provinciali, ha chiesto a che punto sia l’elaborazione di un testo unico in materia come previsto da un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale nell’ottobre 2019 per la riorganizzazione complessiva della materia. Rossi ha chiesto perché le abrogazioni di norme già individuate e preannunciate non si possano operare subito. I dirigenti Foradori e Caronna hanno risposto che il regolamento permette alla Giunta di abrogare solo le norme elencate dall’allegato. Non, quindi, tutte le norme. Per questo è stato necessario anticipare in legge le abrogazioni puntuali. Le abrogazioni puntuali avverranno non appena entrerà in vigore il regolamento in questione. Giorgio Tonini (Pd) ha osservato che sembra che la Giunta non sia del tutto consapevole della strada seguita. Non si capisce perché rinviare a regolamento anziché abrogare direttamente le norme che si vogliono cancellare. Diversamente si entra in un istituto diverso che è quello della legge delega, con cui il Parlamento delega al Governo i decreti legislativi che attuano i principi indicati. Bastava quindi elencare le norme da abrogare. Con regolamento si possono definire le eventuali conseguenze di queste abrogazioni. Trattandosi di una normativa così delicata qual è il codice degli appalti, è rischioso intraprendere una strada così difficile da giustificare. Ci si avventura in un territorio molto insidioso.

Il dirigente Foradori ha risposto che il testo unico indica l’idea di un ordinamento completo. Questa formulazione, invece, sostituisce il testo unico facendo pulizia delle norme che non si discostano da quelle statali. In tal modo si semplifica la normativa sui contratti pubblici, come richiesto peraltro dalle categorie economiche interessate.


 

L’articolo 15, riguardante il comparto della sanità, è stato approvato con 4 voti di astensione delle minoranze.

Zanella ha osservato che questo articolo mostra come alla Giunta manchi completamente una visione del settore perché questa norma procede a una pura e inutile operazione terminologica.

Rossi ha approfittato di questo articolo per chiedere al presidente Fugatti se alla luce dell’attuale carenza dei medici non si possa ragionare su alcune modalità che consentano di incentivare maggiormente nell’Azienda sanitaria a lavorare nelle posizioni e nei settori particolarmente critici, come nel caso delle professioni infermieristiche. Inoltre, poiché il problema del reperimento del personale sanitario esiste in tutto il Paese, Rossi ha chiesto se non sia al caso di attirare qui professionisti provenienti dall’estero.

Fugatti ha risposto dichiarandosi favorevole ad accogliere questo spunto per prevedere degli incentivi per acquisire il personale sanitario di cui c’è bisogno. Sul tema del personale anche straniero, il presidente ha assicurato che sarà affrontato in modo laico, purché si punti ad avere professionisti qualificati con un adeguato titolo di studio, senza alcun tipo di pregiudizio, offrendo anche degli incentivi per mostrare che il Trentino è un territorio attrattivo. In aula la Giunta si renderà disponibile a ragionare sull’argomento anche con altre proposte.


 

L’articolo 16, dedicato al raccordo tra Azienda sanitaria e Università per partire con la formazione di specialità in loco, è stato approvato con 3 voti di astensione.

Secondo Zanella, sull’esigenza di attrarre personale ha ricordato che la regione Val d’Aosta offre compensi molto più alti a medici e infermieri. Lo stesso dovrebbe avvenire anche per attrarre personale sanitario dall’estero. Serve un piano strategico importante per attrarre personale, non offrendo lo skipass, oppure sempre più professionisti se ne andranno dal sistema pubblico verso il privato.


 

L’articolo 17, proposto per coordinare misure statali e provinciali, è stato approvato con 5 sì e 4 voti di astensione, come pure l’emendamento proposto dall’assessore Spinelli per introdurre una regolamentazione volta a definire le condizioni per il mantenimento dell’assegno unico provinciale. Questo, ha spiegato, anche con riferimento all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro o di lavori socialmente utili. La norma potrebbe migliorare la propensione all’inserimento e al reinserimento nel mercato del lavoro dei soggetti che beneficiano dell’assegno unico. Rossi ha chiesto all’assessore di confermare che è in corso su questo tema una interlocuzione a livello parlamentare per quanto riguarda l’assegno ai figli, anche in questo caso per coordinare le norme statali e provinciali. Ha chiesto anche se questo emendamento riguarda anche l’assegno ai figli e su quali tipologie di erogazioni c’è la necessità di questo coordinamento.

Tonini ha giudicato per lui non comprensibile questa norma che non avrà alcun impatto finanziario. Il problema del coordinamento tra le norme sull’assegno unico provinciale e quello statale esiste sicuramente. Ma non è chiaro che si tratti di una norma priva di effetti pratici, senza alcun impatto finanziario, effetti che andrebbero quantificati indicando quanto la Provincia prevede di risparmiare.

Zanella ha espresso perplessità sulla delega in toto all’esecutivo delle condizionalità, ad esempio su quante volte un lavoro può essere rifiutato. Si tratta di un nodo politico che dovrebbe spettare al Consiglio provinciale e non con una delega in bianco al governo.

L’assessore Spinelli ha confermato che la questione politica riguarda il rapporto tra accettazione di un reddito da lavoro e beneficio derivante dall’assegno unico, ricordando che questa revisione delle condizionalità era richiesta da tempo. La Giunta si sta muovendo insieme a Bolzano e con altre autonomie per rappresentare questa posizione in Italia. Si è cercata una maggiore flessibilità ma il risparmio è prevedibile ma difficilmente quantificabile. Su questo tema la Giunta potrebbe intervenire ulteriormente sul regolamento dell’assegno unico provinciale in particolare sulla condizionalità per responsabilizzare rispetto a questo beneficio. L’obiettivo è la flessibilizzazione della disciplina per consentire, man mano che la normativa statale progredisce, un coordinamento con la legge provinciale. L’orientamento al risparmio è evidente perché la norma parla di casi di incompatibilità, di cumulo e di decurtazioni, ma in rapporto a quel che lo Stato introduce in materia. La norma riguarda anche l’assegno per i figli.

Rossi ha suggerito di quantificare il risparmio nel periodo che intercorre da qui all’aula, perché la Provincia potrebbe aggiungere risorse rispetto a quel che sarà messo in campo dallo Stato.

Zanella ha auspicato un raccordo con le norme dello Stato: il reddito di libertà statale viene erogato dall’Inps, mentre le donne vittime di violenza in Trentino non possono ancora ricevere l’assegno di autodeterminazione nonostante la Provincia abbia legiferato per tempo. E questo perché il regolamento attuativo della norma provinciale è in ritardo di otto mesi.

Il presidente Fugatti ha preannunciato una stima finanziaria dell’impatto da qui all’aula.


 

L’articolo 18 è proposto per integrare la legge sulle misure urgenti a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e dei settori economici, connesse all'emergenza Covid. La norma è stata approvata con 5 sì e 4 voti di astensione come anche un emendamento spiegato dall’assessore Spinelli prevede che l’affitto d’azienda possa intervenire prima dell’avvio della liquidazione. I contributi continueranno ad essere corrisposti al beneficiario.

Tonini ha chiesto e ottenuto un chiarimento su come possa questa norma non determinare ulteriori oneri a carico della Provincia. Il dirigente Daniele Bernardi ha spiegato che la norma riattiva la procedura automatica e consente di presentare le domande di contributo anche nel 2022.

Rossi ha chiesto notizie sull’operatività della piattaforma. Bernardi ha confermato che il portale è già attivo da alcuni mesi, ma gli operatori sono stati sovraccaricati dagli adempimenti ed è stato quindi permesso di presentare domande anche l’anno prossimo.


 

L’articolo 22 modifica una norma della legge provinciale sul commercio 2010 (birrifici). Approvato con 5 sì e 4 di voti di astensione. Marini ha chiesto se dal confronto della Giunta con le associazioni di categoria vi sono stati altri momenti di interlocuzione perché dopo il primo incontro sono emerse alcune osservazioni, con alcuni soggetti favorevoli agli interventi e altri meno. Il dirigente Paolo Nicoletti ha spiegato che alcuni rappresentanti di associazioni di categoria hanno contestato la possibilità che verrebbe data da queste norme ai birrifici di produzione artigianale rispetto agli altri pubblici esercizi che devono attenersi a varie norme sulla sicurezza. Nei birrifici si va per assaggiare la birra. In realtà le due attività sono e rimangono distinte molto chiaramente, perché nel negozio di generi alimentari come i birrifici è consentita solo una somministrazione veloce e in piedi senza somministrazione.


 

L’articolo 23 prevede un’integrazione della legge che disciplina l'attività di somministrazione di alimenti e bevande e dell'attività alberghiera, nonché modifica all'articolo 74 della legge provinciale 29 aprile 1983, n. 12 in materia di personale. Un emendamento proposto dalla Giunta e approvato come l’articolo con 5 sì e 4 voti di astensione, esclude che i birrifici siano equiparati ad esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al pubblico.


 

L’articolo 26, approvato con 5 sì e 4 voti di astensione, interviene sulla legge provinciale sull'agricoltura sociale e sulle strade tematiche del 2001 a favore delle attività di produzione e vendita di olio trentino.

Rispondendo a una domanda di Rossi il dirigente Nicoletti ha spiegato che la produzione di olio è importante per il Trentino in cui l’assaggio è stato regolamentato con una procedura legata alla Scia. La norma copre un vuoto normativo come richiesto dai produttori, permettendo anche alle attività produzione e vendita di olio sia possibile permettere l’assaggio dell’olio come negli agritur.


 

L’articolo 28 inserisce in una norma della legge provinciale sull'energia del 2012 il riferimento all’estensione anche ai provati dell’utilizzo delle biomasse legnose. Un emendamento presentato dall’assessore Spinelli ha spiegato che la modifica introduce l’obiettivo della decarbonizzazione e della costruzione di impianti di teleriscaldamento e relative reti. Rispondendo a una domanda di Marini, la dirigente Laura Boschini ha ricordato l’obiettivo del piano energetico provinciale con l’estensione della metanizzazione nel Trentino occidentale, verificando la compatibilità dell’estensione del gas con la presenza di impianti di teleriscaldamento. Impianti che è stato accertato che non sono utilizzati sfruttandone la massima capacità. Per questo si è proposto di ampliare anche agli allacciamento dei privati questi impianti fino ad oggi vincolati a servizio delle sole strutture pubbliche. Purché il servizio alle utenze private sia limitato al 20% e sia quindi “ancillare” all’utilizzo dell’impianto pubblico. Articolo ed emendamento sono stati approvati con 5 voti a favore e 4 di astensione.


 

L’articolo 29 modifica la legge provinciale del 2020 con cui la Provincia ha previsto ulteriori misure di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori economici connesse all'emergenza Covid e una conseguente variazione al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Trento per gli esercizi finanziari 2020 – 2022. Due gli emendamenti della Giunta. Emendamenti e articoli sono stati approvati con 5 voti favorevoli e 4 di astensione.

Zanella ha ricordato il parere contrario a questa norma espresso dal Consiglio delle autonomie locali. Ciò nonostante la Giunta insiste a portare avanti questa norma che prevede la proroga di un anno della scadenza.

La dirigente Placidi ha spiegato che la Giunta ha abrogato una norma per corrispondere alla richiesta del Cal rispetto alla non proroga del regime semplificatorio.


 

L’articolo 30 propone di integrare il decreto del Presidente della Giunta provinciale del 26 gennaio 1987 riguardante il Testo unico provinciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti. Due gli emendamenti aggiuntivi proposti dalla Giunta e spiegati dall’assessore Spinelli. Il primo riguardante il mobility manager, il secondo prevede che la Provincia possa affidare le concessioni per la contivazione delle cave alle Asuc. Marini ha chiesto perché SIA un’opzione e non un dovere della Provincia la concessione alle Asuc dal momento che sono proprietarie. Il dirigente Roberto Andreatta ha spiegato che il recepimento della disciplina statale non ha alcun impatto sul bilancio provinciale. L’assessore ha risposto a Marini spiegando che la norma riguarda solo i casi in cui l’uso civico non è vigente. L’articolo e i due emendamenti sono stati approvati con 5 voti a favore e 4 di astensione.


INIZIATO L’ESAME DEL DDL 121, LEGGE DI STABILITA’ PROVINCIALE 2022


 

Dopo l’approvazione del primo provvedimento della manovra, la Commissione è passata all’esame del disegno di legge 121, la legge di stabilità provinciale per il 2022 sempre proposta, nell’ambito della finanziaria, dal presidente della Giunta Fugatti. I lavori sono stati sospesi durante la discussione dell’articolo 2 (il testo ne ha in tutto 28) e riprenderanno domani alle 14.30 fino al voto finale della manovra.


 

L’articolo 1, che prevede di modificare la legge provinciale del 2015 in materia di imposta regionale sulle attività produttive (Irap), è stato emendato su proposta del presidente Fugatti che ha spiegato l’aggiunta introdotta per prevedere l’esenzione dall’Irap anche per le Onlus che nel 2021 hanno subito un calo di fatturato superiore al 10% rispetto al 2019. Articolo ed emendamento sono stati approvati con 5 voti a favore e 4 di astensione.


 

L’articolo 2 propone di modificare le disposizioni introdotte dalla Provincia nel 2019 in materia di addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). Due gli emendamenti presentati da Filippo Degasperi di Onda Civica Trentino per porre rimedio – ha spiegato – a un grave errore politico compiuto dalla Giunta con l’azzeramento delle agevolazioni sull’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) a favore delle famiglie con reddito non superiore ai 20.000 euro. La prima proposta di modifica del consigliere prevede quindi che per il periodo d’imposta 2022 e 2023, ai soggetti passivi aventi un reddito complessivo non superiore a 20.000 euro sia riconosciuta una deduzione dalla base imponibile di 15.000 euro e che ai fini della verifica della soglia per beneficiare di questa deduzione si tenga conto anche del reddito assoggettato a cedolare secca sugli affitti e dei redditi assoggettati a regime forfetario. Il secondo emendamento propone, in alternativa al primo, che per gli stessi anni d’imposta ai soggetti passivi aventi un reddito imponibile ai fini dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef) non superiore ai 20.000 euro, sia riconosciuta una deduzione dalla base imponibile di 15.000 euro (senza più tener conto del reddito assoggettato a cedolare secca sugli affitti e dei redditi assoggettati a regime forfetario) e che questa deduzione non spetti ai soggetti passivi con un reddito imponibile ai fino dell’addizionale regionale all’Irpef superiore ai 20.000 euro. Degasperi ha spiegato che proponendo questa progressività nella concessione dell’agevolazione, si eviterebbe di destabilizzare il rapporto tra contribuenti e di generare iniquità.

Rossi su questo articolo, che riguarda l’utilizzo della leva fiscale da parte della Provincia per quanto riguarda l’Irpef, ha preso atto della scelta di mantenere inalterati gli sconti fiscali a favore delle imprese, mentre non si sono volute agevolare con l’Irpef le famiglie. La norma conserva la disparità tra famiglie imprese. Ha poi ricordato di aver sempre proposto, in occasione delle manovre degli anni scorsi, emendamenti finalizzati a riportare l’esenzione dall’addizionale Irpef ai livelli precedenti per sostenere chi ha redditi sotto una certa soglia. Rispetto però a questa manovra Rossi ha spiegato di non voler presentare di nuovo questi emendamenti perché il governo ha preannunciato una riforma del fisco che toccherà anche l’Irpef. Con una riduzione delle aliquote che favorirà i cittadini ma avrà inevitabilmente ripercussioni negative sul bilancio della Provincia. Il consigliere ha chiesto a Fugatti quale strategia abbia la Giunta rispetto a questa prospettiva ravvicinata.

Il presidente della Giunta ha risposto che la riduzione delle imposte ipotizzata dallo Stato con l’intervento sull’Irpef sarà di 6 o 7 miliardi di euro, che per la Provincia si tradurrebbero in un perdita di 60-70 milioni. E ha ricordato di aver spiegato nella relazione introduttiva alla manovra, che rimane aperto il tema delle accise sui carburanti ma soprattutto che sul problema dell’Irpef si dovranno concentrare le prossime trattative delle due Province autonome con il governo.

Marini ha sollecitato la Giunta, in attesa della riforma fiscale del governo, a prendere in considerazione le proposte di Degasperi, perché la Provincia può esercitare questa competenza a sostegno di una fascia di cittadini con reddito basso.

Claudio Cia (FdI) ha esortato però ad essere realisti ricordando che rispetto alla Provincia di Bolzano quella di Trento non ha toccato le agevolazioni sull’Irap. In tal modo l’Alto Adige incasserà circa 130 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso mentre la Provincia di Trento rinuncerà sulla stessa imposta a circa 70 milioni di euro. E questo nonostante Bolzano abbia un bilancio di 6 miliardi e 300 milioni di euro, superiore di un miliardo e 400 milioni rispetto a quello del Trentino.

Rossi ha replicato a Cia precisando di apprezzare l’intenzione della Giunta. E ha suggerito al presidente Fugatti di utilizzare il Consiglio provinciale in occasione della manovra finanziaria la Giunta per indirizzare al governo una presa di posizione unanime capace di rafforzare la giusta azione di Trento e Bolzano a tutela delle risorse dell’autonomia.


 

I lavori riprendono domani alle 14.30 con la conclusione dell’esame dell’articolo 2 ​.

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