dalla Prima Commissione che ha iniziato l'esame del provvedimento di stabilità
Manovra di bilancio 2020: approvata a palazzo trentini la proposta di legge collegata
In allegato, la convocazione con i testi in discussione
La
Prima Commissione presieduta da Vanessa Masè (La Civica) ha
completato
e approvato nel pomeriggio, con 5 voti favorevoli della maggioranza e
4 voti di astensione delle minoranze (Tonini del Pd, Zanella di
Futura, Marini del Misto 5 stelle e Rossi del Misto Trentino in
Azione), l’esame del disegno di legge 120, “Legge collegata alla
manovra di bilancio della Provincia per il 2022”, firmato dal
presidente della Giunta Fugatti. Subito dopo l’organo consiliare a
iniziato l’esame del secondo provvedimento della finanziaria: il
ddl 121, vale a dire la legge di stabilità. Approvato l’articolo
1, i lavori sono stati sospesi subito prima della votazione
dell’articolo 2 e riprenderanno domani alle 14.30.
SI’
AL DDL 120, LEGGE COLLEGATA.
L’esame
del ddl 120, legge collegata alla manovra di bilancio di previsione
della Provincia per il 2022, è ripartito nel pomeriggio
dall’articolo 11 e si è concluso con l’approvazione del
provvedimento, che ha ottenuto 5 voti favorevoli e 4 di astensione
espressi da Tonini del Pd, Rossi del Misto-Trentino in Azione, Marini
del Misto-5 stelle e Zanella di Futura. La sintesi che segue riguarda
solo gli articoli sui quali vi sono stati interventi dei consiglieri
e della Giunta.
L’articolo
11, in materia di contratti pubblici,
è
stato approvato insieme
a un emendamento, in entrambe i casi con 5 favorevoli, 3 voti
contrari (Rossi
Misto-Azione, Tonini del Pd e Zanella di Futura) e
uno di astensione (Marini,
Misto 5 stelle).
La modifica – ha ha
spiegato l’assessore Spinelli – chiarisce
che
l’affidamento di incarichi riguarda appalti e concessioni e non
attività di studio.
Rispondendo
a una domanda di Ugo Rossi (Misto-Azione) l’assessore
ha precisato che l’obiettivo
dell’emendamento
è
arrivare
ad un testo
unico che semplifica e sistematizza la disciplina provinciale in
materia di contratti pubblici, per fornire alle stazioni appaltanti
disposizioni comprensibili e maneggevoli.
Paolo
Zanella (Futura) ha osservato che
dal punto di vista tecnico, il
continuo rinvio di una normativa all’altra, statale e provinciale,
rende difficoltosa l’interpretazione.
Leonardo
Caronna, dirigente provinciale, ha ulteriormente precisato che la
disposizione, che può effettivamente apparire complessa. Per questo
sarà messo a disposizione un testo unico telematico digitale per
individuare qual è la normativa corretta, statale o provinciale, da
applicare ad un determinato istituto, come ad esempio il subappalto.
Rossi
ha chiesto di spiegare come, rispetto al tentativo di intrecciare in
materia le norme statutarie con ciò che è venuto avanti a livello
nazionale e comunitario, ha chiesto come possa un regolamento
individuare le norme di legge da abrogare. Che bisogno c’è, in
altri termini, di un regolamento?
Caronna
ha risposto che l’articolo presenta un allegato che limita le
possibilità di abrogazione alle norme provinciali riferite agli
istituti elencati nell’allegato per applicare direttamente il
codice dei contratti statale.
Nicola
Foradori, altro dirigente provinciale, ha chiarito che la scelta del
regolamento risponde all’esigenza non di eliminare disposizioni di
legge ma funge da strumento interpretativo che regolerà
l’abrogazione di singoli commi.
Secondo
Rossi resta il problema che non si può con un regolamento abrogare
disposizioni legislative. E questo espone il ddl al rischio di
un’impugnativa del governo. Meglio sarebbe scrivere un articolo
programmatorio che preannuncia delle abrogazioni.
Foradori
ha replicato che non è vero in assoluto che un regolamento non
possa abrogare una legge.
Il
presidente Fugatti
ha
assicurato
una
verifica tecnica che
la Giunta effettuerà da
qui all’esame in aula. Proposta accettata sia da Rossi che da
Zanella.
L’articolo
12, ancora
sui
contratti pubblici,
è
stato approvato con un emendamento presentato dalla Giunta –
approvato
con 5 favorevoli, tre contrari e uno di astensione – e spiegato
dall’assessore Spinelli, allo scopo di abrogare in modo puntuale
alcune norme provinciali in materia di contratti pubblici. In
particolare si interviene in materia di subappalto e riguardo i
rapporti tra appaltatore e subappaltatore a tutela dei lavoratori.
Marini (Misto-5 stelle) sul codice dei contratti pubblici
provinciali, ha chiesto a che punto sia l’elaborazione di un testo
unico in materia come previsto da un ordine del giorno approvato dal
Consiglio provinciale nell’ottobre 2019 per la riorganizzazione
complessiva della materia. Rossi ha chiesto perché le abrogazioni di
norme già individuate e preannunciate non si possano operare subito.
I dirigenti Foradori e Caronna hanno risposto che il regolamento
permette alla Giunta di abrogare solo le norme elencate
dall’allegato. Non, quindi, tutte le norme. Per questo è stato
necessario anticipare in legge le abrogazioni puntuali. Le
abrogazioni puntuali avverranno non appena entrerà in vigore il
regolamento in questione. Giorgio Tonini (Pd) ha osservato che sembra
che la Giunta non sia del tutto consapevole della strada seguita. Non
si capisce perché rinviare a regolamento anziché abrogare
direttamente le norme che si vogliono cancellare. Diversamente si
entra in un istituto diverso che è quello della legge delega, con
cui il Parlamento delega al Governo i decreti legislativi che attuano
i principi indicati. Bastava quindi elencare le norme da abrogare.
Con regolamento si possono definire le eventuali conseguenze di
queste abrogazioni. Trattandosi di una normativa così delicata qual
è il codice degli appalti, è rischioso intraprendere una strada
così difficile da giustificare. Ci si avventura in un territorio
molto insidioso.
Il
dirigente Foradori ha risposto che il testo unico indica l’idea di
un ordinamento completo. Questa formulazione, invece, sostituisce il
testo unico facendo pulizia delle norme che non si discostano da
quelle statali. In tal modo si semplifica la normativa sui contratti
pubblici, come richiesto peraltro dalle categorie economiche
interessate.
L’articolo
15, riguardante il comparto della sanità,
è
stato approvato con 4
voti
di astensione delle minoranze.
Zanella
ha
osservato che questo articolo mostra come alla Giunta manchi
completamente una
visione
del
settore perché questa norma procede a
una pura e
inutile operazione
terminologica.
Rossi
ha
approfittato di questo articolo per chiedere al presidente Fugatti se
alla luce dell’attuale carenza dei medici non si possa ragionare su
alcune modalità che consentano di incentivare maggiormente
nell’Azienda sanitaria a lavorare nelle posizioni e nei settori
particolarmente critici, come nel caso delle professioni
infermieristiche. Inoltre, poiché il problema del reperimento del
personale sanitario esiste in tutto il Paese, Rossi ha chiesto se non
sia al caso di attirare qui professionisti provenienti dall’estero.
Fugatti
ha risposto dichiarandosi favorevole ad accogliere questo spunto per
prevedere degli incentivi per acquisire il personale sanitario di cui
c’è bisogno. Sul tema del personale anche straniero, il presidente
ha assicurato che sarà affrontato in modo laico, purché si punti ad
avere professionisti qualificati con un adeguato titolo di studio,
senza alcun tipo di pregiudizio, offrendo anche degli incentivi per
mostrare che il Trentino è un territorio attrattivo. In aula la
Giunta si renderà disponibile a ragionare sull’argomento anche con
altre proposte.
L’articolo
16, dedicato al
raccordo
tra
Azienda sanitaria e Università
per partire con la formazione di specialità in loco, è stato
approvato con 3 voti di astensione.
Secondo
Zanella, sull’esigenza di attrarre personale ha ricordato che la
regione Val d’Aosta offre compensi molto più alti a medici e
infermieri. Lo stesso dovrebbe avvenire anche per attrarre personale
sanitario dall’estero. Serve un piano strategico importante per
attrarre personale, non offrendo lo skipass, oppure sempre più
professionisti se ne andranno dal sistema pubblico verso il privato.
L’articolo
17, proposto per coordinare misure statali e provinciali,
è stato approvato con
5 sì e 4 voti di astensione, come pure
l’emendamento
proposto
dall’assessore Spinelli per
introdurre
una
regolamentazione volta a definire le condizioni per il mantenimento
dell’assegno unico provinciale. Questo, ha spiegato, anche con
riferimento all’inserimento o al reinserimento nel mercato del
lavoro e all’accettazione di offerte di lavoro o di lavori
socialmente utili. La norma potrebbe migliorare la propensione
all’inserimento e al reinserimento nel mercato del lavoro dei
soggetti che beneficiano dell’assegno unico. Rossi ha chiesto
all’assessore di confermare che è in corso su questo tema una
interlocuzione a livello parlamentare per quanto riguarda l’assegno
ai figli, anche in questo caso per coordinare le norme statali e
provinciali. Ha chiesto anche se questo emendamento riguarda anche
l’assegno ai figli e su quali tipologie di erogazioni c’è la
necessità di questo coordinamento.
Tonini
ha giudicato per lui non comprensibile questa norma che non avrà
alcun impatto finanziario. Il problema del coordinamento tra le norme
sull’assegno unico provinciale e quello statale esiste sicuramente.
Ma non è chiaro che si tratti di una norma priva di effetti pratici,
senza alcun impatto finanziario, effetti che andrebbero quantificati
indicando quanto la Provincia prevede di risparmiare.
Zanella
ha espresso perplessità sulla delega in toto all’esecutivo delle
condizionalità, ad esempio su quante volte un lavoro può essere
rifiutato. Si tratta di un nodo politico che dovrebbe spettare al
Consiglio provinciale e non con una delega in bianco al governo.
L’assessore
Spinelli ha confermato che la questione politica riguarda il rapporto
tra accettazione di un reddito da lavoro e beneficio derivante
dall’assegno unico, ricordando che questa revisione delle
condizionalità era richiesta da tempo. La Giunta si sta muovendo
insieme a Bolzano e con altre autonomie per rappresentare questa
posizione in Italia. Si è cercata una maggiore flessibilità ma il
risparmio è prevedibile ma difficilmente quantificabile. Su questo
tema la Giunta potrebbe intervenire ulteriormente sul regolamento
dell’assegno unico provinciale in particolare sulla condizionalità
per responsabilizzare rispetto a questo beneficio. L’obiettivo è
la flessibilizzazione della
disciplina per
consentire, man mano che la normativa statale progredisce, un
coordinamento con la
legge provinciale.
L’orientamento al risparmio è evidente perché la norma parla di
casi di incompatibilità, di cumulo e di decurtazioni, ma in rapporto
a quel che lo Stato introduce in materia. La norma riguarda anche
l’assegno per i figli.
Rossi
ha suggerito di
quantificare il risparmio
nel
periodo che intercorre da
qui all’aula, perché
la Provincia potrebbe aggiungere
risorse
rispetto a quel che sarà messo in campo dallo Stato.
Zanella
ha auspicato un raccordo con le norme dello Stato: il reddito di
libertà statale viene erogato dall’Inps, mentre
le
donne vittime di
violenza
in Trentino non possono ancora ricevere l’assegno di
autodeterminazione nonostante la Provincia abbia legiferato per
tempo. E
questo perché il
regolamento attuativo della
norma
provinciale è in ritardo di otto mesi.
Il
presidente Fugatti ha preannunciato una stima finanziaria
dell’impatto da qui all’aula.
L’articolo
18
è
proposto
per integrare la legge sulle misure
urgenti a
sostegno
delle
famiglie,
dei
lavoratori e dei
settori economici, connesse all'emergenza Covid.
La
norma è stata approvata con 5 sì e 4 voti di astensione come anche
un
emendamento
spiegato dall’assessore Spinelli prevede che l’affitto d’azienda
possa intervenire prima dell’avvio della liquidazione. I contributi
continueranno ad essere corrisposti al beneficiario.
Tonini
ha chiesto e ottenuto un chiarimento su come possa questa norma non
determinare ulteriori oneri a carico della Provincia. Il dirigente
Daniele Bernardi ha spiegato che la norma riattiva la procedura
automatica e consente di presentare le domande di contributo anche
nel 2022.
Rossi
ha chiesto notizie sull’operatività della piattaforma. Bernardi ha
confermato che il portale è già attivo da alcuni mesi, ma gli
operatori sono stati sovraccaricati dagli adempimenti ed è stato
quindi permesso di presentare domande anche l’anno prossimo.
L’articolo
22
modifica
una norma della legge
provinciale sul commercio 2010 (birrifici).
Approvato
con 5 sì e 4 di voti di astensione. Marini ha chiesto se dal
confronto della Giunta con le associazioni di categoria vi sono stati
altri momenti di interlocuzione perché dopo il primo incontro sono
emerse alcune osservazioni, con alcuni soggetti favorevoli agli
interventi e altri meno. Il dirigente Paolo Nicoletti ha spiegato che
alcuni rappresentanti di associazioni di categoria hanno contestato
la possibilità che verrebbe data da queste norme ai birrifici di
produzione artigianale rispetto agli altri pubblici esercizi che
devono attenersi a varie norme sulla sicurezza. Nei birrifici si va
per assaggiare la birra. In
realtà le due attività sono e rimangono distinte molto chiaramente,
perché
nel negozio di generi alimentari come
i birrifici è
consentita solo una somministrazione veloce e in piedi senza
somministrazione.
L’articolo
23
prevede
un’integrazione
della
legge che disciplina l'attività
di somministrazione di alimenti e bevande e dell'attività
alberghiera,
nonché modifica all'articolo 74 della legge provinciale 29 aprile
1983, n. 12 in materia di personale. Un
emendamento proposto dalla Giunta e approvato come l’articolo con 5
sì e 4 voti di astensione, esclude che i birrifici siano equiparati
ad esercizi di somministrazione di alimenti e bevande aperti al
pubblico.
L’articolo
26, approvato con 5 sì e 4 voti di astensione, interviene sulla
legge
provinciale sull'agricoltura sociale e sulle strade tematiche del
2001
a
favore delle attività di produzione e vendita di olio trentino.
Rispondendo
a una domanda di Rossi il dirigente Nicoletti ha spiegato che la
produzione di olio è importante per il Trentino in cui l’assaggio
è stato regolamentato con una procedura legata alla Scia. La norma
copre un vuoto normativo come richiesto dai produttori, permettendo
anche alle attività produzione e vendita di olio sia possibile
permettere l’assaggio dell’olio come negli agritur.
L’articolo
28
inserisce
in una norma della legge
provinciale sull'energia del
2012
il
riferimento all’estensione anche ai provati dell’utilizzo delle
biomasse legnose.
Un
emendamento presentato dall’assessore Spinelli ha spiegato che la
modifica introduce l’obiettivo della decarbonizzazione e della
costruzione di impianti di teleriscaldamento e relative reti.
Rispondendo a una domanda di Marini, la dirigente Laura Boschini ha
ricordato l’obiettivo del piano energetico provinciale con
l’estensione della metanizzazione nel Trentino occidentale,
verificando la compatibilità dell’estensione del gas con la
presenza di impianti di teleriscaldamento. Impianti che è stato
accertato che non sono utilizzati sfruttandone la massima capacità.
Per questo si è proposto di ampliare anche agli allacciamento dei
privati questi impianti fino ad oggi vincolati a servizio delle sole
strutture pubbliche. Purché il servizio alle utenze private sia
limitato al 20% e sia quindi “ancillare” all’utilizzo
dell’impianto pubblico. Articolo ed emendamento sono stati
approvati con 5 voti a favore e 4 di astensione.
L’articolo
29 modifica la legge
provinciale del
2020 con cui la Provincia ha previsto ulteriori
misure di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori
economici connesse all'emergenza Covid
e
una
conseguente
variazione al bilancio di previsione della Provincia autonoma di
Trento per gli esercizi finanziari 2020 – 2022. Due
gli emendamenti della Giunta. Emendamenti
e articoli sono stati approvati con 5 voti favorevoli e 4 di
astensione.
Zanella
ha ricordato il parere contrario a questa norma espresso dal
Consiglio delle autonomie locali. Ciò nonostante la Giunta insiste a
portare avanti questa norma che prevede la proroga di un anno della
scadenza.
La
dirigente Placidi ha spiegato che la Giunta ha abrogato una norma per
corrispondere alla richiesta del Cal rispetto alla non proroga del
regime semplificatorio.
L’articolo
30
propone
di integrare il decreto
del Presidente della Giunta provinciale del
26
gennaio 1987 riguardante
il Testo
unico provinciale sulla tutela dell'ambiente dagli inquinamenti.
Due
gli emendamenti aggiuntivi proposti dalla Giunta e spiegati
dall’assessore Spinelli. Il primo riguardante il mobility manager,
il secondo prevede che la Provincia possa affidare le concessioni per
la contivazione delle cave alle Asuc. Marini ha chiesto perché SIA
un’opzione e non un dovere della Provincia la concessione alle Asuc
dal momento che sono proprietarie. Il dirigente Roberto Andreatta ha
spiegato che il recepimento della disciplina statale non ha alcun
impatto sul bilancio provinciale. L’assessore ha risposto a Marini
spiegando che la norma riguarda solo i casi in cui l’uso civico non
è vigente. L’articolo e i due emendamenti sono stati approvati con
5 voti a favore e 4 di astensione.
INIZIATO
L’ESAME DEL DDL 121,
LEGGE
DI STABILITA’ PROVINCIALE
2022
Dopo
l’approvazione del primo provvedimento della manovra, la
Commissione è passata all’esame del disegno di legge 121, la legge
di stabilità provinciale per il 2022 sempre proposta, nell’ambito
della finanziaria, dal presidente della Giunta Fugatti. I lavori sono
stati sospesi durante la discussione dell’articolo 2 (il testo ne
ha in tutto 28) e riprenderanno domani alle 14.30 fino al voto finale
della manovra.
L’articolo
1, che prevede di modificare la legge provinciale del 2015 in materia
di imposta regionale sulle attività produttive (Irap),
è stato emendato su proposta del presidente Fugatti che ha spiegato
l’aggiunta introdotta per prevedere l’esenzione dall’Irap anche
per le Onlus che nel 2021 hanno subito un calo di fatturato superiore
al 10% rispetto al 2019. Articolo ed emendamento sono stati approvati
con 5 voti a favore e 4 di astensione.
L’articolo
2 propone di modificare le disposizioni
introdotte
dalla Provincia nel 2019 in
materia di addizionale regionale all'imposta sul reddito delle
persone fisiche (Irpef).
Due gli emendamenti presentati da Filippo Degasperi di Onda Civica
Trentino per
porre rimedio – ha spiegato – a un
grave
errore
politico
compiuto dalla Giunta con l’azzeramento
delle agevolazioni sull’addizionale regionale all’imposta sul
reddito delle persone fisiche (Irpef) a
favore delle famiglie con reddito non superiore ai 20.000 euro. La
prima proposta di modifica del consigliere prevede quindi che per il
periodo d’imposta 2022 e 2023, ai soggetti passivi aventi un
reddito complessivo non superiore a 20.000 euro sia riconosciuta una
deduzione dalla base imponibile di 15.000 euro e che ai fini della
verifica della soglia per beneficiare di questa deduzione si tenga
conto anche del reddito assoggettato a cedolare secca sugli affitti e
dei redditi assoggettati a regime forfetario. Il secondo emendamento
propone, in alternativa al primo, che per gli stessi anni d’imposta
ai
soggetti passivi aventi un reddito imponibile ai fini
dell’addizionale regionale all’imposta sul reddito delle persone
fisiche (Irpef) non superiore ai 20.000 euro, sia
riconosciuta una deduzione dalla base imponibile di 15.000 euro
(senza più tener conto del reddito assoggettato a cedolare secca
sugli affitti e dei redditi assoggettati a regime forfetario) e che
questa deduzione non spetti ai soggetti passivi con un reddito
imponibile ai fino dell’addizionale regionale all’Irpef superiore
ai 20.000 euro. Degasperi ha spiegato che proponendo questa
progressività
nella
concessione dell’agevolazione,
si
eviterebbe di destabilizzare il
rapporto tra contribuenti e
di generare iniquità.
Rossi
su questo articolo, che riguarda l’utilizzo della leva fiscale da
parte della Provincia per quanto riguarda l’Irpef, ha preso atto
della scelta di mantenere inalterati gli sconti fiscali a favore
delle imprese, mentre non
si sono volute agevolare con l’Irpef le famiglie.
La
norma
conserva la
disparità tra famiglie imprese. Ha poi ricordato
di aver sempre proposto, in
occasione delle manovre degli anni scorsi, emendamenti
finalizzati
a riportare
l’esenzione dall’addizionale Irpef ai livelli precedenti per
sostenere
chi ha redditi sotto una certa soglia. Rispetto
però a questa manovra Rossi ha spiegato di non
voler presentare di nuovo questi emendamenti perché
il
governo ha preannunciato una riforma del fisco che toccherà
anche
l’Irpef. Con
una riduzione
delle aliquote che
favorirà i cittadini
ma
avrà inevitabilmente
ripercussioni negative
sul
bilancio della Provincia. Il
consigliere
ha chiesto a Fugatti quale strategia abbia
la Giunta
rispetto
a questa prospettiva ravvicinata.
Il
presidente della
Giunta ha
risposto che la
riduzione delle imposte ipotizzata dallo Stato con l’intervento
sull’Irpef sarà di 6
o
7
miliardi di euro,
che per la Provincia si
tradurrebbero in un perdita
di 60-70 milioni. E ha ricordato di aver spiegato nella relazione
introduttiva alla
manovra,
che rimane aperto il tema delle accise sui carburanti ma soprattutto
che
sul problema
dell’Irpef
si
dovranno concentrare le prossime trattative delle due Province
autonome con il governo.
Marini
ha sollecitato la Giunta, in attesa della riforma fiscale del
governo, a prendere
in considerazione le
proposte di Degasperi, perché
la Provincia può esercitare questa competenza a
sostegno di una fascia di cittadini con
reddito basso.
Claudio
Cia (FdI) ha esortato però
ad
essere realisti ricordando che rispetto alla Provincia di Bolzano
quella
di Trento
non ha toccato le
agevolazioni sull’Irap.
In tal modo l’Alto Adige incasserà
circa
130 milioni di euro in più rispetto all’anno scorso mentre
la Provincia
di Trento rinuncerà
sulla
stessa imposta a
circa 70 milioni di euro. E questo
nonostante Bolzano
abbia
un bilancio
di 6 miliardi e 300 milioni di euro, superiore
di un
miliardo e 400
milioni
rispetto
a quello del Trentino.
Rossi
ha
replicato a Cia precisando di
apprezzare l’intenzione della Giunta. E
ha
suggerito al presidente
Fugatti di
utilizzare il Consiglio provinciale in
occasione della manovra finanziaria la Giunta per
indirizzare al governo
una presa di posizione unanime capace
di rafforzare
la
giusta azione di Trento e Bolzano a
tutela delle risorse dell’autonomia.
I
lavori riprendono domani alle
14.30 con la conclusione dell’esame dell’articolo 2 .