In Prima Commissione. Contratto del settore pubblico, appello di Fugatti alla responsabilità
Conclusa la discussione generale sulla manovra di bilancio. Votati 10 articoli della collegata
In allegato, la convocazione con accesso ai testi della manovra
In
Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), si è
chiusa in mattinata la discussione generale sulla manovra finanziaria
2022. Il presidente Fugatti, in apertura di seduta, ha presentato
alcuni degli 11 emendamenti che ha depositato oggi in commissione. I
più importanti riguardano la sospensione dell’Imis per i
proprietari di alloggi nel caso della procedura di sfratto degli
inquilini e la riduzione dell’ Irap per le onlus nel caso di un
calo di fatturato superiore al 10%.
Poi
Fugatti è intervenuto sul Fondo riserva del presidente, precisando
che aumenta ad una cifra complessiva di 190 milioni; 34 milioni
vengono destinati al rinnovo del contratto del pubblico impiego 2022
– 2024; 37 milioni per la quota una tantum sul 2019 – 2021; 59
milioni sono destinati al protocollo di finanza locale in base
all’accorso con Cal. Queste tre macro voci vengono quindi a
“gonfiare” il fondo di riserva.
La
Giunta non ha una strategia per il rinnovo del contratto della Pa
Ugo
Rossi (Azione), che aveva sollevato la questione del fondo nelle
sedute di commissione, ha apprezzato la trasparenza del presidente,
ma ha aggiunto che per il rinnovo dei contratti si devono destinare
risorse sui capitoli indicando la strategia che si è scelta e il
limite di spesa. Il metodo scelto da Fugatti, ha aggiunto, è di
impronta monarchica: quello del re che trae i soldi per il contratto
dalla propria cassaforte. E’ invece sbagliato, per l’esponente di
Azione, non avere una strategia, non incontrare i sindacati e non
andare alla conciliazione davanti al Commissario del Governo
limitandosi a mandare all’incontro i dirigenti. Secondo Rossi è
legittimo non voler aumentare la spesa, ma il metodo adottato dalla
Giunta è sbagliato e unico in Italia. Tutti i presidenti hanno avuto
i sindacati sotto la finestra, ha ricordato, ma si deve aprire al
dialogo per arrivare alla sintesi tra aumenti salariali e aumenti di
produttività. Incomprensibile per l’ex presidente della Pat, anche
il fatto che si voglia scambiare lo smart – working con il
contratto. Inoltre, ha continuato, sul bilancio della Pat, in seguito
alla pandemia, non ci sono mai stati tanti soldi. Ora le
responsabilità della Giunta sono enormi, soprattutto perché nella
sanità si rischia di arrivare allo sciopero e, in un momento nel
quale si richiede il massimo di coesione sociale, c’è si rischio
di dividere il Trentino tra dipendenti pubblici e no.
Da
Fugatti appello alla responsabilità: abbiamo bisogno di un sistema
sanitario al massimo dell’efficienza
Fugatti
ha precisato che quella del Fondo è una novità contabile ma non
sostanziale. In questa manovra, ha aggiunto, per il contratto della
Pa la Giunta mette 190 milioni per il rinnovo 2022 – 2024 e 37 per
il 2019 – 2021 più i 30 di vacanza contrattuale, in tutto 257
milioni. Poi se il sindacato li ritiene insufficienti si discuterà.
I 37 milioni, ha spiegato, fanno parte dei gettiti arretrati che il
Governo ha concesso alla Pat con il recente accordo Pat – Roma e
sono posti su un fondo specifico per il rinnovo contrattuale.
Paolo
Zanella (Futura) ha detto che non c’è nulla di nuovo perché
gli aumenti tabellari per il 2019 – 2021 non ci sono. Ciò
significa che i lavoratori hanno perso uno scatto contrattuale.
Rossi
ha ribattuto che il tema è politico perché c’è il rischio di
andare in contro ad una situazione difficile con uno sciopero in
piena pandemia.
Il
presidente Fugatti ha risposto affermando che in prospettiva
mancheranno nel bilancio Pat mancheranno 150 – 180 milioni e ogni
anno un rinnovo contrattuale costa circa 65 milioni all’anno.
Inoltre, ha aggiunto , c’è ancora incertezza sul futuro. Perché
in Trentino, ma va detto con prudenza, la situazione è sotto
controllo ma nessuno sa cosa può accadere nel prossimo futuro.
Quindi, c’è bisogno di un sistema sanitario in piena efficienza e
quindi serve senso di responsabilità da parte di tutti a partire dai
consiglieri, anche di quelli di maggioranza, perché saremo chiamati
a chiedere ai sanitari ulteriori sforzi. Ci sono problemi obiettivi,
non ci sono medici e infermieri e si deve puntare su una campagna
vaccinale che dovrà essere ancor più robusta.
Il
bilancio della Provincia è e sarà in calo.
Alessandro
Savoi (Lega) ha invitato Rossi a guardare i dati che segnano per
il bilancio Pat un continuo meno. Quindi, non è vero che ci sono più
soldi a disposizione. Rossi ha ribadito che la pandemia ha cambiato
la traiettoria delle finanze pubbliche grazie a nuove risorse che non
sono della Pat. E comunque una via d’intesa col sindacato in queste
settimane va cercata; un confronto va fatto anche se non è certo
indispensabile cedere alle richieste.
Il
contratto della Pa deve essere la leva per le riforme
Giorgio
Tonini (Pd), ricordando che nel contratto della pubblica
amministrazione c’entra anche la sanità e la scuola, ha affermato
che il problema non è solo quello delle risorse, ma di come
implementare l’efficienza della macchina pubblica. Il ministro
Brunetta, ha ricordato, sta cercando di fare questa “rivoluzione”
ritenendola fondamentale per il successo del Pnrr. Nella manovra di
piazza Dante, invece, non si vede nulla di questo. Eppure, ha
aggiunto, si tratta di un’occasione ghiotta per uno scambio
virtuoso: la concessione di risorse in cambio di obiettivi di
miglioramento della macchina pubblica. Si rischia, insomma, di
perdere una gran bella occasione perché ci si sta immiserendo nella
logica del vi do poco in cambio di poco impegno. La stessa Nadefp, la
Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza
provinciale, ha continuato l’esponente dem, mette in luce un
contrasto tra la strategia del Governo che ha l’obiettivo della
crescita della produttività con la riforma della Pa, del fisco,
scuola e giustizia. Per questo, ha aggiunto Tonini, il Governo ha
rinviato il consolidamento delle finanze pubbliche a dopo il 2024
proprio per permettere una crescita strutturale indispensabile per
pagare il debito. Di questa strategia, tranne due paginette, nella
Nadefp, non c’è traccia e nella manovra finanziaria, c’è solo
la preoccupazione, certo giusta, di reperire risorse dai livelli più
alti, cioè dallo Stato e dall’ Europa. Noi invece, ha detto ancora
il consigliere Pd, ci dovremmo preoccupare di come aumentare
l’efficienza della nostra economia anche attraverso un
miglioramento di una pubblica amministrazione già efficiente, ma che
ha ampi spazi di miglioramento.
Apprezzabile,
per Giorgio Tonini, la volontà espressa dal presidente Fugatti di
non esasperare il confronto con il sindacato, ma la trattativa va
inserita in una logica di crescita strutturale. La manovra in
discussione si limita invece all’ordinaria amministrazione con la
giustificazione dell’emergenza ma, ha detto l’esponente dem, in
tempo di crisi si deve avere lo sguardo perlomeno nel medio periodo
per rendere il nostro sistema più competitivo per non accontentarsi
di crescite dello 0 virgola. Lo stesso presidente degli industriali
Manzana, ha ricordato il consigliere, ha affermato che scambierebbe
due soldi con un in più di efficienza.
E’
l’occasione per cambiare l’amministrazione pubblica.
Vanessa
Masè (La Civica) ha anche lei affermato che il Covid ha aperto
la porta all’opportunità di cambiare le cose nella pubblica
amministrazione. Ma la dicotomia tra lavoro pubblico e privato non fa
bene al Trenino. Un pericolo, questo della divisione tra i
lavoratori, sottolineato anche dal Consiglio delle autonomie locali
che ha fatto un richiamo all’unità. Vero è, però, che la Giunta
sta seguendo da tempo la strada delle riforme: basti pensare alla
scelta della digitalizzazione delle domande che ha dato buoni
risultati, alla riconferma contenuta nella manovra di bilancio della
semplificazione per i plateatici. Ma si deve agire sulla mentalità
del settore pubblico e il momento è quello buono perché, come è
emerso nelle audizioni c’è una forte volontà di ripresa. Sul
bilancio ha affermato che sul 2022 ci sono 150 milioni di meno,
nonostante le risorse che vengono da Bruxelles e Roma e quindi
bisogna tenerne conto. Comprensibile, anche davanti alla situazione
epidemica in Alto Adige, la preoccupazione per la crescita anche se i
dati dicono che le cose vanno meglio del previsto.
La
riforma della Pa non basta, per la crescita servono gli investimenti.
Fugatti
ha replicato che il tema del rinnovi Pa è collegato al tema delle
riforme. Quindi non si tratta solo di reperire risorse, ma non si può
dimenticare che il bilancio Pat è in calo. Oggi, ha detto ancora,
avere a disposizione 100 milioni in più per investimenti è
difficile; così come è difficile trovare soldi per la sanità.
Quindi, dove si possono trovare risorse? I tagli sul sociale sono
impossibili, così come è impraticabile l’aumento delle imposte.
Impraticabile anche la strada di trovare risorse nella scuola o sul
lavoro. Il tema vero, ha sottolineato il presidente della Giunta, è
che il Trentino deve fare investimenti. L’Alto Adige ha trovato
sbocchi nel mondo tedesco nella crisi del 2008, ma ora il 10% in più
di Pil deriva dagli investimenti che in Provincia di Bolzano si
vedono dal numero di cantieri aperti. Il Pnrr può aiutarci sugli
investimenti, ma si è sul campo del medio periodo. Noi oggi, ha
detto ancora Fugatti, dobbiamo coinvolgere i privati, senza
criminalizzarli altrimenti vanno ad investire a Bolzano o in Veneto.
Sui 930 milioni del bypass ferroviario di Trento Fugatti ha detto che
questi soldi tutti dello Stato porteranno un moltiplicatore
importantissimo per la nostra economia, così come i 2 miliardi
previsti per la Valdastico. Quindi, rivolgendosi a Tonini, ha
affermato che le nostre dimensioni sono troppo piccoli per far
crescere il Pil con le sole riforme della pubblica amministrazione.
La chiave è dunque quella degli investimenti di qualunque tipo:
della Pat, dello Stato, europei e privati.
Investimenti
sì ma per l’ambiente e l’equità sociale.
Paolo
Zanella ha detto che servono investimenti sì, ma il
problema è quali investimenti. Servono investimenti che non hanno un
impatto negativo sull’ambiente ma devono essere sostenibili anche
dal punto di vista sociale. Perché di fratture nella nostra società
ce ne sono anche troppe e non serve crearne un’altra tra lavoratori
pubblici e privati. La sfida della crescita equa e sostenibile
richiede lungimiranza, ha aggiunto, e quindi i 200 milioni di debito
autorizzato vanno investiti con oculatezza e intelligenza. Ad esempio
per la protezione del territorio, per affrontare gli eventi climatici
che tendono a diventare (la tempesta Vaia insegna) catastrofici. Si
deve investire sulla ricerca e sulla sanità e c’è la sfida,
ancora dai confronti confusi, del Pnrr che si rischia di affrontare
frammentando i progetti. C’è poi la situazione sanitaria che certo
va affrontata sul territorio, ma, ha detto l’esponente di Futura,
si devono capire cosa saranno le 11 case della salute e gli ospedali
di comunità. Intanto, va affrontata l’emergenza della carenza di
medici e infermieri per garantire almeno l’assistenza ospedaliera.
In emergenza ci si trova anche di fronte alla situazione demografica
e al rischio di trovarsi con un popolo di pensionati senza
lavoratori. Perciò, secondo Zanella, si deve pensare
all’integrazione dei lavoratori stranieri che non si possono
privare di casa, servizi e diritti creando conflitti che certo non
possano portare risorse. Altro tema da affrontare quello delle
diseguaglianze che stanno drammaticamente crescendo. Nella manovra ci
sono poi scelte per Zanella sbagliate, come le scuole delle infanzia
aperte a luglio e la questione delle questioni del rinnovo del
contratto pubblico che sta portando i lavoratori della sanità al
limite dello sciopero in piena quarta ondata pandemica.
Nella
manovra non si parla di criminalità organizzata.
Alex
Marini (5 Stelle) ha detto che nella manovra di bilancio non si
dovrebbe ragionare solo dal punto di vista contabile, ma pensare
anche ai bisogni psicologici e sociali della popolazione. Si
dovrebbero quindi vincolare le riforme strutturali ai piani di
sviluppo della Pat, compreso quello energetico. Per Marini c’è
poco nella manovra sulla questione della delega fiscale e sui
rapporti finanziari con lo Stato e la relazione tra gettito fiscale e
l’impiego delle risorse per perseguire gli obiettivi ambientali.
Sul Pnrr, ha aggiunto, la Pat svolge un ruolo di subordine nei
confronti dello Stato che mette ancora una volta in luce la necessità
di una revisione dello Statuto per utilizzare in modo autonomo i
fondi statali per le emergenze. Proposta avanzata dal consigliere
pentastellato che la Giunta ha però giudicato come poco più di una
provocazione tanto che nella manovra non se ne trova traccia. La
Nadefp, ha detto ancora, andrebbe maggiormente collegata alla manovra
e si dovrebbe introdurre la valutazione di impatto ambientale del
bilancio e di tutte le leggi. Il consigliere 5 Stelle, parlando degli
obiettivi del Nadefp, ha ricordato che per ciò che riguarda la
scuola si è dimenticato il “disastro educativo” derivato dal
Covid. Il Trentino, ha ricordato ancora, registra inoltre un deficit
di partecipazione politica a fronte del quale la Giunta si è sempre
opposta alle proposte di allargamento dello strumento referendario e
dei sistemi di coinvolgimento dei cittadini. Sul terreno economico
Marini ha sottolineato che il trend degli investimenti è in calo e
quindi si devono mettere assieme pubblico, privato e sistema della
ricerca. Puntando sul quella biologica, un’eccellenza italiana, che
vede però il Trentino arretrato e nonostante questo gap non si è
colta la possibilità offerta dal referendum di settembre. Nella
manovra non si affronta inoltre il problema di rendere più
produttivi i giovani e dell’inserimento delle donne a fronte
dell’invecchiamento della popolazione. Per l’ambiente si dovrebbe
collegare il bilancio in modo più deciso ai documenti Pat sulla
sostenibilità, in primo luogo per il contenimento degli sprechi
energetici e lo sviluppo delle comunità energetiche. Sul tema della
sicurezza si dimentica che a gennaio inizia il processo “Perfido”
e, nonostante la manifesta presenza di infiltrazioni mafiose, si
fanno spallucce sulla proposta del consigliere pentastellato di
istituire un Osservatorio sulla criminalità organizzata. Sulle
infrastrutture, ha affermato ancora Marini, la manovra punta sulle
strade ma nello stesso tempo si afferma che va aumentato il trasporto
pubblico. Una contraddizione evidente perché ci sono i soldi per le
gallerie ma non per migliorare i trasporti pubblici. Per quanto
riguarda l’obiettivo dell’accessibilità delle istituzioni ha
ricordato che, quanto a digitalizzazione, i comuni trentini sono
all’ultimo posto. Una questione che si inserisce nel problema del
ruolo del Cal che avrebbe grandi potenzialità ma è troppo soggetto
alla Pat.
Il
sì ai primi dieci articoli della collegata.
Conclusa
la discussione generale si è passati all’esame degli articoli del
ddl collegato al bilancio
120 ,
approvati
gli articoli dal
primo al 10 con 5
sì e 4 astenuti. Tonini (Pd) ha mostrato la propria contrarietà
all’articolo 3 perché modifica la legge di contabilità, un
errore di metodo perché si interviene per modificare le regole
mentre si è in gioco. Al punto che, ha ricordato, nella finanziaria
dello Stato è vietato.
Sull’articolo
5 Spinelli ha spiegato l’emendamento della Giunta, approvato,
che
amplia le
attività
di Tsm. Sull’articolo
7, che riguarda gli usi civici che
potranno diventare, in base alla legge nazionale, enti esponenziali
delle collettività titolari,
Marini ha detto che queste associazioni andrebbero coinvolte per
legge nel caso di cambiamenti normativi. Molte
domande sull’articolo 8 che riguarda l’accessibilità delle
delibere che non sono più disponibili nel periodo antecedente 2015
per ottemperare alle norme privacy. Ai comuni, con questa norma,
verrà data la possibilità, con una convenzione, di accedere alle
vecchie delibere per motivi tecnici e di lavoro. Vanessa Masè ha
chiesto che la stessa convenzione venga estesa anche al Consiglio.
Mentre Marini ha chiesto che vengano specificati i principi in base
ai quali alcune delibere e determine non vengono pubblicate. Inoltre,
andrebbero introdotti sistemi di ricerca ipertestuali.