Manovra finanziaria, via alla maratona in commissione
In
Prima commissione, presieduta oggi dal vicepresidente Alex Marini, è
iniziata, con le audizioni dei sindacati e il Coordinamento
imprenditori e l’Ance, l’associazione dei costruttori, la
“maratona” consigliare per la manovra di bilancio 2022. I
rappresentanti sindacali hanno ribadito il loro no alla manovra
finanziaria e hanno attaccato la Giunta per il mancato rinnovo
contrattuale della Pa del triennio 2019 – 21 confermando lo stato
di agitazione dei dipendenti pubblici. Diverso il tenore del mondo
imprenditoriale che ha apprezzato i tagli fiscali, anche se
preoccupazioni sono state espresse per la crescita del Pil del
Trentino che è prevista inferiore a quella nazionale e per l’aumento
della spesa corrente della Pat.
Il
sindacato: il rinnovo contrattuale non c’è. La mobilitazione
continua.
Ha
aperto la seduta sul tema delle tre leggi, la
legge
collegata, la
legge
di stabilità e
la
legge
del bilancio
di previsione 2022-2024 che
compongono la manovra finanziaria,
Andrea
Grosselli
segretario
della
Cgil. Il sindacalista ha lamentato
che non c’è stato alcun
coinvolgimento
delle parti sociali nella manovra finanziaria e che la Giunta
sta cercando di intercettare le risorse europee e statali in
perfetta solitudine.
Esempi
ne sono
il bypass di Trento e
le case di comunità e gli ospedali di valle. Grosselli
ha poi affrontato il tema dell’emergenza climatica particolarmente
acuta per un territorio come il nostro che avrebbe bisogno di un
piano straordinario di messa in sicurezza. Mentre
il governo
provinciale
non
ha accettato la proposta di investire il 60% dei 180 milioni per la
sostenibilità. Sul piano del mercato del lavoro, il segretario Cgil
ha evidenziato che in
questi mesi è
aumentata la precarietà, problema al quale va dato risposta con il
potenziamento dell’Agenzia del lavoro con le politiche di sostegno
al reddito. Una strategia
che non si vede nella manovra di bilancio che è tutta sbilanciata
sulle opere pubbliche progettate nella scorsa legislatura. La
transizione ecologica e digitale, ha
aggiunto,
avrebbe
bisogno di investimenti in ricerca orientando il sistema degli
incentivi verso aziende con alti standard ambientali e di
qualità del lavoro. Mancano,
inoltre,
scelte di finanziamento della sanità locale. Infine, sul capitolo da
tempo “caldo”
del contratto dei lavoratori pubblici, il
segretario della Cgil
ha detto che, contrariamente alle altre amministrazioni pubbliche
italiane, non c’è alcun rinnovo contrattuale.
Waler
Alotti,
segretario Uil, ha detto che in
questa manovra
il 99% dei
contribui
e degli
sgravi
sono andati alle aziende. Scelta ormai tradizionale di questa Giunta
che pensa all’impresa ma non ai cittadini. Un anomalia, l’ha
definita il sindacalista, basi
pesare che tra
agevolazioni fiscali e fondi
speciali
alle ditte vanno 430
milioni, contro
i 5 milioni
per
i cittadini.
Poco più dell’1%. La dimostrazione che Fugatti, ha
continuato Alotti,
pensa più all’offerta che
alla domanda. Assenti i provvedimenti sulla casa, poco
o
nulla c’è per l’affitto e non c’è il rinnovo del fondo
sociale scaduto nel 2018. Il Fondo alberghi, ha
detto ancora,
non dovrà essere l’ennesimo finanziamento
per imprenditori senza
ricambio generazionale o che vogliono investire in altri settori. Non
dovrà diventare, insomma,
l’ennesima elargizione alle imprese. Sul contratto della Pa, Alotti
ha detto che andrebbe concesso il rinnovo 2019 – 21 con risorse
della Pat.
Giuseppe
Pallanch
della Cisl si è concentrato sul protocollo 2020 per il rinnovo del
contratti che è stato disatteso anche sul versante del
riconoscimento del capitale umano. Più
in generale per il sindacalista, va
fatto un ragionamento sui fondi per i rinnovi contrattuali perché
non è accettabile che Apran
non abbia mai finanziamenti sufficienti. C’è poi l’aspetto del
fondo sanitario del quale non si conosce la consistenza. Il rinnovo
contrattuale, ha
ricordato Pallanch,
è un obbligo civilistico ed è impensabile che proprio la Pat non lo
rispetti.
Quindi, il
rappresentante della
Cisl ha
auspicato il
varo di una
legge per recepire questo principio e
per legare i rinnovi a quelli del settore pubblico nazionale.
Anche
perché non
è pensabile legare il rinnovo ai
120 milioni ottenuti da Roma perché
con
questo principio i rinnovi contrattuali
non
si farebbero
più.
La
logica per Pallanch è chiara: si
pensa agli stipendi dei sindaci, agli adeguamenti dei consiglieri ma
non ai lavoratori.
Michele
Bezzi,
della Cisl, ha anche lui sottolineato che per le aziende ci sono
agevolazioni mentre per i pensionati e i lavoratori non c’è nulla.
Mentre a Bolzano l’addizionale Irpef è stata di molto abbassata e
ha
affermato
che fino a 15 mila euro servirebbe
una no tax area per
rilanciare i consumi.
Inoltre,
sul piano sociale Bezzi, ha chiesto un potenziamento di Spazio
Argento per ritardare l’ingresso nelle case di riposo e per dare
fiato al Terzo settore. Nella manovra, ha continuato, non si fa cenno
ai lavoratori stranieri indispensabili per il mercato del lavoro.
Maurizio
Valentinotti
della Felnalt si è concentrato sul contratto della Pa affermando che
a parole si riconosce l’efficienza di tutta l’ amministrazione
e poi in bilancio si inseriscono solo i finanziamenti per il 2022 .
Dal 1990
al 2020 gli stipendi in
Europa sono
aumentati del 30% in Italia è invece sono
diminuiti
del 3% e
in
Trentino abbiamo perso il 7% del potere d’acquisto. Il paradosso di
fronte al quale ci troviamo
è quello
di
avere la Pa migliore d’Italia e quella meno pagata. Anche
Valentinotti ha definito
ingiusta di concedere
aumenti
ai
sindaci del 20% mentre gli operai comunali non avranno nulla.
Impoverire le 35 mila famiglie trentine che dipendono dal pubblico,
ha
concluso,
non gioca a favore dell’economia trentina e
ha
ricordato che la legge 7 prevede già che alla scadenza il contratto
va rinnovato. Il sindacato chiede, quindi, anche per dignità,
l’introduzione in bilancio delle risorse per il contratto dal 2019.
Sanità,
con questi stipendi non si possono attirare professionisti.
Cesare
Hoffer
di Nursing Up ha affermato che ciò che sta accadendo
nella
sanità
è
grave.
Duecento infermieri andranno in pensione prossimamente,
l’età
media è
alta
a
fronte di un bisogno di assistenza in
grande crescita. In
Trentino abbiamo
7,5 infermieri ogni 1000 abitanti contro i 9 della
media europea e
in l’Italia, con
la Grecia, è
il fanalino di coda europeo per gli stipendi. A Bolzano, ha
ricordato,
mediamente gli infermieri
guadagnano 500 euro in più e
il
problema è quindi quello di attirare i professionisti della salute
senza i quali la case della salute e
gli ospedali periferici rimarranno
cattedrali nel deserto. La via maestra è quella del contratto e
lo 0,7% di aumento previsto significa mettere il Trentino fuori
mercato non solo rispetto a Bolzano ma anche rispetto
ai Paesi europei.
Il rischio evidente
è
quello
di formare professionisti per l’estero.
Senza
contratto non c’è rilancio per la scuola.
Anche
Ennio
Montefusco
di
Satos ha chiesto un rinnovo contrattuale dalla sua scadenza tenendo
conto degli aumenti che sono stati concessi dallo Stato anche
agli insegnanti.
Ci sono precari, ha
ricordato,
da 15 anni che continuano ad avere stipendi al gradone più basso e
non potranno avere speranza di avere un miglioramento. Anche per
questo il contratto non potrà essere saltato con un una
tantum.
Altra richiesta la possibilità, prevista dallo Stato,
di poter chiedere aspettativa per poter svolgere un altro impiego.
Sull’allungamento della scuola dell’infanzia Montefusco ha
affermato che non è possibile allungare di un mese perché c’è
bisogno di un servizio conciliativo. Servizio che non può essere
posta al centro di un’istituzione scolastica. L’esponente del
Satos ha detto che c’è bisogno di una nuova legge sulla scuola
anche per cancellare la norma (non applicata dallo Stato) secondo la
quale si può chiedere trasferimento solo dopo tre anni.
Non
mancano i soldi, quella della Giunta è una scelta politica.
Rispondendo
a Ugo
Rossi
(Azione) (come
ha motivato la Giunta il rinnovo solo dal 2022)
e
Lucia
Coppola
di
Europa
Verde (i finanziamenti per il contratto vanno assolutamente
recuperati perché non è possibile perdere tre anni di rinnovo e ha
condiviso il no all’allungamento a luglio della scuola d’infanzia)
Luigi
Diaspro
della Fp Cgil ha detto che non si dovrebbe arrivare a questo rinnovo
perché
il settore pubblico ha dimostrato la sua importanza
nell’epidemia.
Nonostante
ciò, ha affermato, Fugatti
non parla da tempo con
il sindacato.
L’impegno del 2020 non è stato mantenuto e l’alibi della crisi
economica è caduto di fronte al miglioramento, con 120 milioni
all’anno, del bilancio Pat. Quindi, ha
continuato, la
scelta di
non rinnovare il contratto dal 2019 al 2021 è
politica: si
è deciso di
destinare risorse in altri
bacini di consenso mortificando
chi sta tenendo in piedi il Trentino.
Anche
legare i rinnovi a risorse estemporanee non fa onore alla Giunta.
Quindi, non c’è stata alcuna interlocuzione istituzionale,
nonostante
le
leggi che stabiliscono i rinnovi contrattuali. Anche
sul piano delle risorse umane non c’è nulla mentre il ministro
Brunetta ha riconosciuto l’adeguamento della formazione stanziando
200 milioni. Insomma,
ha aggiunto Diaspro, se
non ci saranno i soldi del contratto si traccerà una cesura
insanabile.
Per
questo lo stato di agitazione continua.
Walter
Alotti ha detto che il 2 novembre Fugatti ha convocato i segretari di
Cgil, Cisl e Uil per comunicare che la
sua decisione
era quella di saltare 2029 – 21, sostituendolo con un una
tantum,
limitando
il rinnovo per
il 2022 e 24. Comunicazione alla quale il sindacato ha risposto che
si metteva in mora smart
working
e allungamento a luglio dell’anno scolastico delle scuole
d’infanzia. Valentinotti, ha detto che i funzionari hanno riferito
ai sindacalisti
che il problema non sono i soldi ma che si tratta di una scelta
politica. Cinzia
Mazzacca
della Flc Cgil ha ricordato che Fugatti ha detto che non ci sono
soldi per il pubblico perché si deve stimolare l’industria e il
commercio. La sindacalista ha affermato inoltre che centrale è il
potenziamento e il consolidamento del personale nella scuola e il
riconoscimento delle graduatorie per gli insegnanti di sostegno per
ovviare al sovraffollamento delle classi. Inoltre, dal primo
settembre i supplenti annuali vanno assunti, come è accaduto nello
Stato, ma non in Trentino dove
sono entrati in classe a scuola già iniziata.
Infine, il controllo mensa va riconsegnato agli insegnanti e ha
ribadito il no all’apertura a luglio della scuola dell’infanzia
che non può supplire ai bisogni di conciliazione delle famiglie.
Stefania
Galli
della Cisl scuola ha ricordato che la Dad è stata inserita senza
regole e non è stato certo un favore agli insegnanti. Inoltre, di
fronte alla carenza di insegnanti si deve fare qualcosa con
l’Università. Mentre sul rinnovo del contratto ci si trova di
fronte alla Pat che dice ai suoi dipendenti: avete lavorato bene ma
il rinnovo non ve lo concedo. Con
la Giunta non c’è comunicazione, perché
non
vuole riconoscere nulla e ritiene
il
sindacato pregiudizialmente contro.
Giuseppe
Varagone della Cgil Sanità ha sottolineato che dopo due anni di
Covid la Giunta ringrazia i lavoratori della sanità non rinnovando
il contratto. Quando a livello nazionale si stanno pensando aumenti e
indennità. Se continua così, se viene confermato il no al confronto
con i lavoratori, all’orizzonte si profila lo sciopero generale.
Giorgio
Tonini (Pd) ha detto che il governo sa saldando rinnovi
contrattuali e riforme e qui non si vede né l’uno né l’altro.
Gli
imprenditori: bene i tagli fiscali, ma attenzione alla spesa
corrente.
Andrea
Basso
dell’Anci ha espresso preoccupazione per la riduzione
delle risorse del bilancio e per delle lentezze della crescita del
Pil previsto
al 5,6%
rispetto al 6% nazionale. Va ridotta, inoltre,
la spesa corrente della
Pat per
puntare su quella produttiva e va fatto un incisivo intervento sulla
sburocratizzazione. Altro
problema, l’aggiornamento del prezzario per
le opere pubbliche,
che
andrebbe adeguato
alla crescita impetuosa delle materie prime. Un
tema che preoccupa anche perché rischia di causare ritardi degli
appalti e l’abbandono delle aziende delle gare.
Il
presidente della Cooperazione e del coordinamento imprenditori
Roberto
Simoni ha
detto che va preso atto del buon andamento della ripresa economica e
va riconosciuto lo sforzo della Pat durante la fase acuta della
pandemia, sia sul versante finanziario che
dei ristori. Il turismo, ha
detto ancora,
ha dato segnali positivi, ma ci sono categorie ancora in crisi anche
se molto è legato all’andamento epidemico. Gli sforzi della Pat
devono continuare e anche le categorie sono disponibili per
promuovere la campagna vaccinale che non può essere compromessa da
una sparuta minoranza. Bene per Simoni il successo della trattativa
finanziaria con lo Stato ma va preso atto che le risorse pubbliche
vanno calando e vanno gestite con la massima attenzione. Sul Pnrr e
sui fondi europei il presidente della Federazione
dei consorzi cooperativi ha chiesto il massimo coinvolgimento dei
settori imprenditoriali. Apprezzamento da parte di Simoni sugli
sgravi fiscali
e
ha ricordato che nella finanziaria nazionale si prevede l’esenzione
fiscale
per i piccoli negozi nei comuni fino ai 500 abitanti, norma che
andrebbe recepita anche dalla Pat. Per
ciò che riguarda la Cooperazione ha ribadito
che andrebbe affrontato il problema del lavaggio degli atomizzatori
e,
nella scuola,
andrebbero finanziati gli interventi per i ragazzi Bes almeno per
permettere alle iniziative già partite di giungere a conclusione
così
come
servono nuove risorse per i nidi. Infine,
vanno superati i vincoli burocratici per la concessione di spazi
comunali ai piccoli negozi.
Gianni
Battaiola,
presidente dell’Associazione albergatori (Asat) ha affermato che
vanno contenute le spese correnti del
settore pubblico
e pur in presenza delle risorse del Pnrr si deve guardare alle
dinamiche del bilancio Pat.
Per quanto riguarda il turismo molti target del Pnrr interessano il
settore e quindi le categorie vanno coinvolte. Purtroppo, ha
aggiunto, si vede un’autoreferenzialità del pubblico e la
prevalenza del centralismo statale. Necessario,
inoltre, il coinvolgimento
nelle
Olimpiadi 2026,
con la nomina nel
Comitato
provinciale olimpico di un rappresentante del turismo. Anche sui
fondi previsti gli albergatori chiedono di essere coinvolti.
Preoccupazione
rimangono anche per il futuro perché la
stagione estiva non ha permesso di recuperare
le perdite dell’inverno 2020 – 21. Per
questo si chiedono
interventi urgenti, come la possibilità di effettuare vaccini da
parte dei turisti e il
potenziamento dei centri
per i tamponi. Sul
tema della manodopera servono
interventi per riconvertire gli
immobili
turistici dismessi per ospitare lavoratori. Sul piano fiscale, bene
le esenzioni previste,
anche
se l’Asat
ha rinnovato la richiesta del prolungamento esenzione Imis per le
strutture ricettive. Sull’imposta
di soggiorno va chiarita la questione dell’albergatore come
responsabile d’imposta. Mentre,
per
quanto riguarda la mobilità sostenibile, bene la gratuità dell’A22
tra Trento e Rovereto ma tra le due città vanno studiate soluzioni
più strutturata.
Giovanni
Profumo direttore
generale di
Confcommercio ha affermato che su Imis e Irap c’è condivisione e
ha anche lui auspicato il recepimento della norma nazionale sui
piccoli negozi di vicinato e
ha chiesto la proroga dell’esenzione
parziale della tassa di posteggio degli ambulanti. Forte
perplessità
è stata espressa sul provvedimento della
collegata
che consente ai piccoli
negozi
alimentari
di
vicinato di
far
consumare ai
clienti all’esterno degli esercizi alimenti
e bevande. Questo perché, ha
detto Profumo,
bar e ristoranti hanno attraversato un momento drammatico e non si
può estendere l’attività di consumo sul posto senza che vengano
previste le medesime regole che valgono per i locali pubblici. Se
si vuole liberalizzare lo si deve fare anche per i ristoratori
concedendo loro di vendere i
prodotti.
Stesso ragionamento per i piccoli birrifici che potranno offrire
anche piatti, e
non solo freddi,
sul
modello delle cantine. Bene la promozione dei prodotti, ha
aggiunto,
ma non si può tollerare che dalla promozione si arrivi di fatto alla
ristorazione. Scandaloso per Profumo l’articolo che prevede la
possibilità nei locali di vendita dell’olio
di promuovere il prodotto offrendo ai clienti
piatti che,
senza i controlli, diventano di fatto pranzi e cene.
Nicola
Berardi dell’Associazione
artigiani ha espresso la preoccupazione per la prevista crescita,
fino al 71% nel 2024, a fronte di un calo del 10% delle risorse,
della spesa corrente. Sulla legge di stabilità condivisione per i
contribui alle società sportive
per
i furgoni anche se sarebbe più interessante finanziare buoni per il
noleggio i mezzi. E’ auspicabile anche che il finanziamento per
rafforzamento patrimoniale
venga esteso alle microimprese individuali
abbassando la soglia di
accesso al contributo ai
25 mila euro. Anche gli artigiani hanno auspicato una revisione dei
prezzi negli appalti edili. Inoltre, Berardi
ha sottolineato che va posto un limite alla
concorrenza ai
privati che
viene fatta dalle società di sistema della Pat. Va
innalzato, inoltre,
il contributo per la ricerca per le piccole aziende. Sul tema del
bostrico gli artigiani chiedono il
coinvolgimento
nella strategia di contenimento. Infine, Berardi ha ricordato che per
la promozione dell’artigianato sono stati stanziati solo 200 mila
euro. Netta
difesa invece sulle norme che permettono ai birrifici artigianali di
offrire spuntini ai visitatori.
Per
Confesercenti il vicepresidente Massimiliano
Peterlana
ha condiviso la posizione di Profumo su piccoli negozi alimentari e
birrifici, una scelta ha detto che rischia di pesare sulla qualità
dell’offerta.
Il
Trentino non può crescere meno del resto del Paese.
Il
presidente di Confindustria Fausto
Manzana
ha detto che la categoria approva la manovra su Irap e Imis e il
raggiungimento
dell’accordo finanziario
con
lo Stato, ma
ha sottolineato che la crescita del Pil alla fine del 2021 sarà
inferiore
al resto del Paese, secondo
la Giunta
per la perdita della stagione invernale. Ma, ha
sottolineato che
questo gap rispetto al resto d’Italia, viene previsto anche per il
2023 e 2024,
un
fatto
che preoccupa. Per contrastare questa tendenza vanno investite
risorse nell’Agenzia del lavoro e nella formazione. Dalla
crisi, ha continuato Manzana, si esce in accelerazione e andrebbe
creato un tavolo di coordinamento con le associazioni di categorie
sul Pnrr. Sul tema delle discariche ha detto che la manovra cerca di
guadagnare tempo quando si dovrebbe invece puntare sul
termovalorizzatore
e sul
contenimento delle emissioni andrebbe fatto un intervento fiscale a
favore del rinnovamento dei mezzi pesanti.
Rispondendo
a Rossi (c’è un’emergenza forza lavoro che deriva dal peso della
questione demografica e la Pat dovrebbe impostare politiche
immigratorie) e a Tonini (giusta la
preoccupazione
degli imprenditori per la crescita del Trentino e per il progressivo
degrado della spesa pubblica con la crescita della spesa corrente a
fronte di una risposta della Pat di segno diverso
a quello dello Stato che vede riforme a fronte di investimenti
pubblici) e
a Alex
Marini (5
Stelle) (ha chiesto a Confesercenti e artigiani se sia possibile
trovare una sintesi su birrifici, oleifici e piccoli negozi e se c’è
la disponibilità di introdurre parametri ambientali anche su Irap e
Imis) Profumo ha detto che sugli articoli contestati va fatto un
confronto sulla base dell’eguaglianza delle regole. Perché non è
possibile che la ristorazione sia soggetta a norme severe, mentre
vignaioli,
birrai e produttori di olio
possono fare quello che vogliono senza controlli. Manzana, ha
condiviso che la natalità è il problema dei problemi perché
abbiamo costruito una società ostile alla famiglia e
quindi si deve pensare alla gestione dell’immigrazione.
Sulle riforme il presidente degli industriali
ha detto che rinuncerebbe
al Pnrr per
la riforma fiscale e quella della giustizia.
La
mancanza di manodopera è il problema dei problemi.
Il
direttore della Cooperazione, Alessandro
Ceschi,
ha aggiunto che anche
nei Fse
è stato
sottolineato il rischio denatalità e quindi ci si deve interrogare
sui flussi migratori perché già
oggi
non ci sono le risorse lavorative necessarie. Sulle
riforme Ceschi
ha
detto che da noi la
riforma delle riforme dovrebbe riguardare il futuro della Regione. La
questione della sostenibilità, ha
ricordato,
riguarda anche le banche che, su spinta europea, dovranno tenere
conto di questo aspetto nella
concessione dei crediti.
Berardi
ha dichiarato la disponibilità ad affrontare il tema degli articoli
contestati da Confcommercio e ha ricordato che il tema della mancanza
di manodopera,per quanto riguarda l’edilizia, si sta affrontando
anche pensando all’importazione di lavoratori dall’estero. Ma
vanno
migliorati i centri dell’impiego e va tagliata la burocrazia.
Aldi
Cekrezi
direttore di Confesercenti ha affermato
che le riforme non possono essere fatte
contro
qualcuno. Mentre
il
tema della manodopera, per Battaiola che ha chiuso la mattinata, è
il tema dei temi e va risolto anche attraverso la promozione di
un’etica del lavoro.