Kadrija Hodžic: "Ogni edificio della nostra città porta il segno della mano di un trentino"
Incontro tra Kaswalder e il presidente del Cantone bosniaco di Tuzla
Un
incontro che si è svolto lungo il filo della storia quello tra il
Presidente del Consiglio, Walter Kaswalder, i consiglieri Denis Paoli
e Alex Marini (consultori per l’emigrazione) e il Primo Ministro
del Cantone di Tuzla della Federazione di Bosnia Erzegovina, il
professor Kadrija Hodžic. E il filo della storia è quello che lega
il Trentino alla Bosnia dove centinaia di famiglie trentine si
trasferirono a partire dal 1880. Tra loro c’era anche una bambina
di Aldeno, una Menegoni che con i suoi si stabilì nei pressi di
Banja Luka. Lì, diventata adulta, s’innamorò di un giovane di
Tuzla che sposò e dal quale ebbe quattro figli. Questa ragazza
originaria di Aldeno era la nonna del Presidente Hodžic che
nell’incontro a palazzo Trentini di oggi pomeriggio non si è
limitato a raccontare con orgoglio questa sua vicenda personale; l’ha
inserita nella vicenda dei trentini che hanno avuto un ruolo
importante nella storia della Bosnia e della città di Tuzla, oggi la
terza città bosniaca dopo Sarajevo e Banja Luka. “Nella mia città
– ha detto - non c’è edificio, non c’è chiesa ortodossa,
cattolica, moschea o sinagoga, che non abbia il segno della mano di
un trentino. I lavoratori venuti dal Trentino hanno contribuito a
creare la storia della città. Erano abili costruttori, che seppero
battersi per i diritti dei lavoratori e che hanno compiuto il
miracolo di inserirsi bene nella nostra terra mettendo solide
radici”. Radici, ha raccontato il professor Hodžic, che sono
ancora salde e sono tenute vive dall’associazione Rino Zandonai di
Tuzla.
“Parole
– ha affermato Walter Kaswalder – che ci rendono orgogliosi della
nostra gente che ha saputo lasciare un segno positivo con il lavoro”.
Ma,
l’oggi della Bosnia e quindi del Cantone di Tuzla è ancora
difficile. Purtroppo, ha detto il Primo ministro eletto 11 mesi fa,
nel Paese balcanico stanno riemergendo i nazionalismi e le divisioni
e la situazione politica è tesa. Tensioni, ha detto ancora, che
hanno ritardato le risposte all’epidemia da Covid che ha pesato
sull’economia della Repubblica. Il cantone di Tuzla è un polo
minerario (sale e carbone) e industriale che ha risentito molto della
crisi Covid. Ma, ha aggiunto il professor Hodžic, ci sono segni di
ripresa: l’occupazione è cresciuta del 2% e del 22% le
esportazioni. Però il Cantone ha un bilancio magro, 230 milioni di
euro. Anche per questo il rapporto col Trentino e con l’Italia (uno
dei principali importatori dei prodotti bosniaci) è importante.
“Abbiamo una storia comune – ha detto il Primo Ministro -, una
mentalità simile e profondi legami culturali e sarebbe un peccato
che questi punti in comune non sfociassero in una collaborazione sul
piano culturale e economico”.
Il
Presidente Kaswalder, che ha presentato alla delegazione di Tuzla,
accompagnata dal presidente della Trentini nel Mondo Armando Maistri,
le principali tappe della nostra autonomia, ha assicurato l’impegno
per cercare di mobilitare investimenti nella zona di Tuzla. Alex
Marini, che ha visitato il Cantone tre mesi fa, ha assicurato a
Hodžic che il memorandum di collaborazione istituzionale è
all’attenzione dell’Ufficio emigrazione della Pat.