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26/10/2021 - Documenti e Interventi

La Cpo scrive alle ministre: fermiamo la terza preferenza

Lettera a quattro ministre: il disegno di legge è un ritorno indietro per la parità di genere

La Cpo scrive alle ministre: fermiamo la terza preferenza

La Cpo scrive alle ministre: fermiamo la terza preferenza

​​La Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo ha chiesto, con una lettera firmata dalla presidente Paola Taufer, l’intervento delle ministre Cartabia, Gelmini,  Lamorgese e Bonetti, sul ddl che ha l’obiettivo di reintrodurre, nella legge elettorale trentina del 2003, la terza preferenza di cui una di genere diverso. Una proposta, secondo la Commissione, che “costituisce una concreta minaccia per la democrazia paritaria del Paese e una misura peggiorativa rispetto allo standard nazionale previsto ex lege 165/2004, per quanto concerne Regioni e Province autonome”.

Nella lettera la presidente Taufer ricorda che la doppia preferenza di genere introdotta nel 2017 è stata salutata dalla Cpo con soddisfazione assieme al principio della rappresentanza paritaria dei sessi nelle liste elettorali. Per questo, continua la missiva alle tre ministre del Governo Draghi, le componenti della Commissione sono molto sconcertate da quanto è accaduto in Prima commissione del Consiglio dove, il 19 ottobre, il ddl è stato approvato. In particolare per le modifiche della legge elettorale trentina che eliminano la doppia preferenza di genere e la previsione che nelle liste si alternino candidature di genere diverso. “La Cpo – di legge nella lettera – si è già più volte espressa nelle opportune sedi su questo intervento legislativo, evidenziando le ricadute sulle donne e in generale sulla democrazia rappresentativa”. Una posizione che la Commissione ha espresso in audizione in Prima commissione il 10 maggio scorso, ma della quale - così come per altre valutazioni di esponenti della società civile e dell’accademia - non è stato tenuto conto. Un disegno di legge per il Cpo che segue una logica regressiva, “che si pone in contrasto con i principi della legge 165 del 2004 in particolare sotto il profilo del bilanciamento dell’equilibrio della rappresentanza di genere, dando inoltre luogo ad un aggravamento nei rapporti di parità di genere nell’accesso alle cariche elettive in violazione dei principi di eguaglianza formale e sostanziale sanciti dall’articolo 3 della Costituzione”. “A nostro avviso – continua la lettera – il meccanismo finirà con il riproporre, in luogo di spezzare, prassi discriminatorie nei confronti delle donne”. Secondo la Commissione la tripla preferenza va a favore di due candidati maschi, diminuendo così le chances delle donne. La doppia preferenza di genere del resto, si afferma, ha dato buona prova nelle elezioni del 2018 aprendo le porte del Consiglio ad un numero maggiore di donne, anche se lo squilibrio permane. Insomma, per la Cpo il ddl rappresenta un passo indietro rispetto al lavoro fatto in questi anni e può ostacolare il raggiungimento della democrazia paritaria, innescando meccanismi a detrimento del genere femminile già ampiamente sotto rappresentato in politica.

Le componenti della Cpo chiedono dunque alle tre ministre di “adoperarsi per evitare che il principio di parità di accesso alle cariche elettive, che trova fondamento nella Costituzione, possa subire arretramenti nella Provincia autonoma di Trento e che non costituisca un esempio negativo anche per altre Regioni e Province a statuto speciale, ingenerando un effetto “cascata” di cattive prassi che comprometterebbero l’unità giuridica nazionale”.

Allegati
Lettera della Cpo alle ministre