Per la presidente della Commissione pari opportunità le donne ne uscirebbero penalizzate
No della Cpo al passaggio da due a tre delle preferenze nella legge elettorale della Provincia
La
Commissione provinciale pari Opportunità tra donna e uomo, in questa
come nel corso delle precedenti legislature, è sempre stata
impegnata nel cammino verso una piena democrazia paritaria. Insieme a
tutta la società civile, la Commissione aveva salutato positivamente
la riforma della legge elettorale provinciale del 2003 ed è un
dispiacere, ad oggi, trovarsi a dover discutere delle preoccupazioni
e perplessità destate da alcune proposte legislative, volte a
cancellare questa conquista.
La
Commissione ha già avuto modo di esprimersi nelle opportune sedi in
merito alla proposta che vorrebbe introdurre la possibilità di
esprimere tre preferenze e in data 7 maggio 2021 aveva espresso la
sua posizione anche in prima Commissione consiliare permanente;
tuttavia reputiamo che alcune considerazioni possano giovare al
dibattito pubblico attualmente in corso.
La
proposta infatti, che vorrebbe ampliare il raggio di esercizio
democratico dell’elettrice/elettore, finirebbe per avere
ripercussioni significative in chiave di genere, squilibrio che certo
non giova alle democrazie. Sebbene
formalmente sia fatto salvo il principio dell’alternanza di genere,
nella sostanza paventiamo la possibilità che il meccanismo finisca
con il riproporre, in luogo di spezzare, prassi discriminatori nei
confronti delle donne. È noto infatti che la sotto-rappresentanza
del genere femminile in politica si alimenta di profondi meccanismi
culturali che vengono nutriti sia all’interno dei movimenti e
partiti politici,
sia
diffusi nella popolazione generale. Il fondato timore è che, ove
effettivamente venga esercitata
la
tripla preferenza, sia molto più probabile che questa venga espressa
a vantaggio di due candidati (in luogo di due candidate), di fatto
diminuendo le chance
per le donne in lista di venire elette. Guardando alla composizione
del Consiglio Provinciale ad oggi, vediamo lievi ma progressivi
miglioramenti all’interno di uno scenario in cui, tuttavia, lo
squilibrio persiste. Gli sforzi della politica, delle istituzioni e
di tutta la società civile devono essere indirizzati alla
diffusione
di una cultura paritaria che consenta l’esercizio effettivo della
doppia preferenza, non invece nel modificare un sistema che si è
rivelato funzionante. Il meccanismo della doppia preferenza di
genere, che è stato giudicato in linea con la nostra Costituzione e
conforme in particolare all’art. 51 (Pari opportunità nell’accesso
agli uffici pubblici) dalla sentenza
n. 4/2010 della Corte costituzionale, è invece uno strumento che
favorisce - ove adottato come buona pratica da elettori ed elettrici
- l’effettiva distribuzione paritaria delle votazioni. Che il
meccanismo ad oggi vigente nella nostra Provincia rappresenti dunque
una buona pratica, è indubbio.
In
definitiva crediamo che la proposta sul tavolo
rappresenti
un passo indietro rispetto al lavoro fatto in questi anni e che possa
ostacolare il raggiungimento di una piena democrazia paritaria,
innescando meccanismi a detrimento del genere femminile, già
ampiamente sottorappresentato in politica, effetti - di certo non
secondari - sui cui sentiamo il dovere di portare l’attenzione
della cittadinanza tutta e che scongiuriamo con decisione e fermezza.
Trento,
18
ottobre 2021
La Presidente della CPO
- dott.a Paola M. Taufer -