L'ultima delle tre giornate in aula dell'assemblea legislativa provinciale
Conclusa con l’approvazione di cinque mozioni la prima sessione consiliare di ottobre
Si è conclusa poco dopo le
13, con l’approvazione di cinque mozioni e la bocciatura di quella
di 5 Stelle, la sessione di ottobre del Consiglio provinciale.
FdI: la Provincia estenda
l’applicazione del progetto BrennerLEC a tutta la tratta dell’A22
di sua competenza.
Il
dispositivo della mozione,
approvata con 21 sì, un
contrario della Lega,
un astenuto di Onda
Civica e un non partecipante
della
Lega,
impegna la Giunta ad
attivarsi - in
considerazione del traffico
intenso concentrato nei periodi di flusso turistico e soprattutto
nell’ottica di una visione che rispetti l’ambiente - per
estendere l’applicazione del progetto BrennerLec.
Progetto che ha l’obiettivo
ridurre le emissioni nel corridoio
del Brennero per tutelare la salute della popolazione anche
attraverso una gestione
dinamica della velocità, abbassandola
in caso di traffico intenso o meteo avverso,
con l’utilizzo
temporaneo della corsia d’emergenza come corsia di transito, e la
segnaletica “intelligente”. Un
progetto, ha chiesto la consigliera di FdI, che andrebbe applicato in
modo sistematico sull’A22,
da definire di concerto con la Provincia di Bolzano ed il
concessionario,
anche in un’ottica di valorizzazione ambientale della concessione
stessa. Un progetto, il
BrennerLec,
ha aggiunto,
che va a beneficio delle popolazioni locali, è finanziato dalla Ue e
ha la caratteristica di mettere assieme l’efficienza dei trasporti
con la tutela dell’ambiente. E
che, inoltre, porta alla
responsabilizzazione dell’utenza. Un programma,
ha affermato la consigliera riportando una serie di dati,
all’avanguardia e che va nella direzione del green
deal. Con
la Giunta, la consigliera di
FdI ha concordato un
emendamento in base al quale, il governo provinciale, di concerto con
Bolzano dovrà promuovere la necessaria modifica del codice della
strada per poter attuare le misure di riduzione della velocità.
L’esponente
di Onda Civica, dichiarando
la sua astensione, ha
detto che l’A22 è responsabile nella nostra Regione
del 31% delle emissioni di
ossidi di azoto del il 26% di biossido di carbonio. Una presenza,quella
dell’Autobrennero, che ha
portato sviluppo ma che pesa moltissimo
sull’inquinamento, quindi,
per l’esponente di Onda Civica
il BrennerLec è un palliativo. Se crediamo che la velocità incida
sui livelli di inquinamento si deve fare come a
Innsbruck e attorno a
Bolzano: il limite ai
100 all’ora. Ha
aggiunto poi che se siamo preoccupati del fatto che un terzo degli
inquinanti vengono dall’autostrada è assurdo pensare di fare la
Valdastico, almeno che non si pensi di far andare le auto ai 30
all’ora. C’è poi un
problema dei
pedaggi, visto che con il
costo di quelli attuali si
richiama il traffico da tutta Italia. Insomma,
se si vuole intervenire concretamente si devono introdurre i limiti
di velocità come hanno fatto a Bolzano e Innsbruck e aumentare i
pedaggi che per i mezzi pesanti sono fermi
da anni e attirano camion da tutta Europa. Sull’intermodalità, ha
ricordato, è stato chiuso
il polo di Rovereto e se l’Interbrennero lavora quasi
un terzo dei treni di 10 anni fa
non è colpa certo dell’opposizione.
Il
consigliere del Misto –
Azione s’è espresso a favore della mozione, anche
perché, ha ricordato,
il progetto ha dato risultati all’estero. L’A22 è stata ed è
un’opportunità, ha detto
ancora, ma porta,
inevitabilmente, problemi di
sostenibilità
ma cercare di farvi fronte
con i limiti di velocità è
complicato perché vengono
determinati a Roma. E
palazzo Chigi non sempre attento a questi temi: basti pensare che
quando si è parlato di pedaggi ambientali nel Governo non si sono
trovate orecchie attente anche da parte di ministri a parole
ambientalisti. Ma se
il tema è quello dei limiti, ha aggiunto, va colta l’occasione
della mozione perché, in linea con Bolzano, si può
arrivare a sperimentare
limitazioni della velocità.
L’esponente
del Misto – Europa Verde,
dichiarando il suo sì alla mozione, ha però sottolineato la
contraddizione di una maggioranza che sottolinea i problemi dell’A22
e al tempo stesso vuole farne un’altra, la
Valdastico, che aggraverebbe
la situazione ambientale. Comunque,
BrennerLec si pone il problema di portare benefici ambientale e ha
aggiunto che una limitazione
dinamica della velocità delle auto avrebbe
un impatto benefico perché
le emissioni di ossido di carbonio dipendono molto dall’andatura.
Nel tratto San Michele – Egna il limite di 100 all’ora, ad
esempio, ha portato a
una riduzione delle
emissioni autostradali. Stesso risultato si è riscontrato tra Trento
Sud e Rovereto Sud in seguito ai rallentamenti causati
dal traffico eccessivo.
Un consigliere del Pd ha detto
che il consigliere di Onda Civica ha ragione quando parla di placebo,
la soluzione vera sta nella riduzione dei mezzi spostando il
trasporto merci sulla ferrovia. L’A22, oltre all’inquinamento, è
intasata quindi più pericolosa perciò operare sui limiti di
velocità è razionale. Ma, ha ricordato, se pensiamo di limitare la
velocità (anche per contenere l’impatto acustico) si deve essere
coerenti perché se si dà il via libera alla Valdastico, che porterà
17 - 20 mila mezzi al giorno sulla Brennero, ogni azione diventa
inutile,
Un consigliere della Lega ha
detto che questi 17 – 20 mila veicoli al giorno vanno comunque
verso nord. E questi numeri dimostrano che la Valdastico servirà a
far calare il traffico in Valsugana. Quindi, per il leghista, si
tratta di argomenti pretestuosi.
Il
consigliere del Misto – 5
Stelle ha ricordato che si
stimano 9 milioni di morti
al mondo per inquinamento, 800 mila in Europa. Ed è evidente che chi
vive vicino alle fonti dell’inquinamento è più a rischio. Per
questo vanno fatte ricerche epidemiologiche e ha ricordato che non
a caso durante l’epidemia
Covid si è cercata una
relazione tra morti per infezione e inquinamento. Per il
consigliere la Giunta
dovrebbe portare in Consiglio una proposta di legge, o al limite una
proposta di voto anche se è meno forte, da mandare a Roma per
arrivare ad una modifica del Codice della strada. C’è
poi il tema che riguarda la reale necessità di questo volume di
trasporti per portare merci che, in
moltissimi casi, potrebbero
essere a km zero e quello dello sviluppo della tecnologia e della
riduzione del traffico su gomma anche mettendo sui treni i camion a
Verona.
La
proponente ha replicato
ricordando che la mozione
riguarda anche al salute pubblica e sui limiti di velocità ha
affermato che, paradossalmente, non si può intervenire sui limiti
per motivi ambientali. Comunque, l’emendamento della Giunta va nel
verso della collaborazione con Bolzano per intervenire a Roma per i
limiti di
velocità. Sui costi ha ricordato che l’A22 è tra le più care
d’Italia e quindi non si può parlare di aumenti delle tariffe.
Sulla Valdastico ha affermato che questa verrà fatta in un futuro
non vicino e quindi non si può rimanere fermi per
anni. Il progetto BrennerLec è concreto, interviene
nei momenti di traffico intenso, e può aiutare a migliorare la
situazione tenendo presente che, al di là dei camion, il peso delle
emissioni delle auto è grande. L’approccio ha poi
un risvolto culturale e
incide sulla
responsabilizzazione dell’utente.
Un
consigliere Pd ha ricordato
alla Lega che
la stessa concessionaria,
in base al
progetto della Giunta della
Valdastico, stima l’arrivo
fino a 19 mila auto su A22, cioè un aumento di
traffico del 7%. Lo studio
commissionato dalla Giunta, dice che la Valdastico sposterebbe solo
il 13% dei mezzi dalla
Valsugana. Quindi, sulla Valdastico passerebbe il
traffico che passa oggi
anche per il Tarvisio.
Quindi, non c’è una posizione ideologica da parte del Pd, al
contrario le affermazioni ideologiche vengono dal centro destra.
Per
il consigliere di Azione il progetto
Serenissima (del quale la Giunta attuale
non si vuole occupare) che
non è la Valdastico. Un
progetto che potrebbe
già essere portato alla valutazione e in base al quale la società
ha ottenuto la concessione. Il resto sono solo chiacchiere, ha
aggiunto, compresa la
revisione del Pup e ha chiuso affermando che comunque ci si dovrà
occupare del traffico in
Valsugana anche con la Valdastico.
Alla fine, ha detto ancora,
si preferisce parlare di un’opera che non si farà mai, facendo
credere che si toglierà traffico dalla Valsugana e che
si farà una
specie di Eden
a Rovereto Sud. Il
consigliere di Azione ha insistito sul fatto che la
Giunta va impegnata a
muoversi con Roma per arrivare ai limiti di velocità. Dai
banchi della lega è stato ribattuto
che la Valdastico alleggerirebbe molto di più del 13% la Valsugana
sulla quale gli unici interventi sono stati fatti dalla Giunta.
Inoltre, di Valdastico si parla da più di 50 anni e una soluzione va
trovata visto che le Giunte di
centro sinistra non hanno
mai mosso un dito.
Il
consigliere di Futura,
dichiarando il suo sì,
ha affermato che il BrennerLec è un intervento di minima che ha però
una sua utilità. Ovviamente gli interventi risolutivi sono altri
dalla mobilità elettrica ai treni, ma, per ora, l’intervento più
serie sarebbe
sulle tariffe per evitare il problema del traffico deviato.
Un
consigliere del Patt ha
ribattuto che in Valsugana durante la Giunta precedente
un disegno c’era. Una visione che vedeva la Valsugana come una rete
di imprese agricole e turistiche e per
questo sono state finanziate
opere che sono lì, come il compendio di Sant’Orsola per i piccoli
frutti o il rinnovo degli impianti irrigui a Susà o il Castello di
Pergine e le Terme di Levico, il progetto del Tesino. Anche
per assecondare questo disegno non si è pensato a ridurre la statale
in una sorta di autostrada.
Un esponente leghista ha
dichiarato il suo dissenso alla mozione e ha aggiunto che è giusto
intervenire quando c’è di mezzo la salute, ma in questo momento
c’è un grave problema economico e quindi anche un intervento sulla
velocità non è condivisibile.
Misto - M5S:
coinvolgere i Comuni confinanti sui progetti di area vasta. No
della Giunta.
Il
dispositivo della mozione
respinta con 17 no 12 sì, mirava
a impegnare la Giunta ad
avviare un confronto con il Governo
per promuovere adeguamenti normativi e/o regolamentari affinché sia
assicurato il coinvolgimento dei comuni confinanti delle Province di
Trento e Bolzano e delle Regioni Veneto e Lombardia, nelle procedure
della
programmazione dei progetti
di area vasta, da realizzarsi con
il Fondo comune confinanti, attraverso la costituzione di tavoli
permanenti di coordinamento territoriale. Questo
per armonizzare le
strategie, le politiche pubbliche e i servizi
pubblici erogati dagli enti locali nelle aree di confine. Una
necessità, ha aggiunto il
proponente,
anche per evitare situazioni incresciose come quella del ponte di
Ponte Caffaro dove si è realizzata una infrastruttura che è lì
ferma dal
2017 o del tunnel della Valvestino che si è deciso di costruire
senza neppure sentire
il comune di Bondone. E’
quindi evidente che serve un tavolo dei sindaci per coordinare gli
interventi e i servizi in base ai bisogni. La
Giunta ha espresso parere contrario alla mozione perché in parte
superata e perché
rischierebbe
di
appesantire le procedure di decisione.
,
esprimendo
il suo sì, ha
ricordato che i fondi per i comuni di confine nacquero per
depotenziare il moto di antipatia verso la nostra autonomia e
che
i comuni beneficiari hanno sempre voluto avere piena libertà
nell’uso di
queste risorse. La scorsa legislatura si è intervenuti allargando i
comuni confinanti e si
è costruito un
percorso di integrazione degli interventi tra Trento Bolzano e le
regioni confinanti. La
mozione, secondo
Azione,
avrebbe aperto
una
necessaria riflessione per garantire alle comunità la possibilità
di esprimere un parere.
Anche per futura la mozione,
di assoluto buon senso, prevedeva di fare in modo che gli interventi
sui comuni confinanti siano più razionali.
Il proponente ha replicato
affermando che il no della Giunta significa che i comuni non possono
dire la loro e avere un ruolo nell’utilizzo di risorse della Pat.
Si tratterebbe solo di buongoverno e di evitare sperperi di milioni
di euro
Onda Civica: riconoscere il
ruolo professionale e il lavoro svolti dagli autisti delle ambulanze
di Trentino Emergenza.
Il
dispositivo della mozione
(bocciata
premessa e punto uno)
è stato approvato all’unanimità e impegna
la Giunta a dare mandato alla
Giunta di valutare la
possibilità e le modalità per
riconoscere anche agli autisti di ambulanza dell’Apss l’indennità
di malattie infettive per il
periodo indicati dalla delibera del 9 aprile 2021.
Mentre il primo punto che
prevedeva l’impegno a dare all’Apran
il mandato di colmare la
lacuna di trattamento degli autisti delle ambulanze in servizio
presso l’azienda sanitaria provinciale, procedendo ad inquadrarli
nella categoria C. Ci si
trova di fronte, ha detto il
proponente, a un’anomalia
contrattuale che paragona
questi lavoratori dell’emergenza gli
autisti dell’economato, a
parte il riconoscimento di
1800 euro all’anno. Tendendo conto che questi lavoratori pur
soccorrendo le persone non sono soccorritori, oggi
sono chiamati a effettuare
interventi come quello di
collocare gli elettrodi per gli elettrocardiogrammi e viene loro
richiesto un continuo aumento di competenze. Non solo, ma gli autisti
sono stati esclusi dal riconoscimento, durante il Covid,
dell’indennità di due euro al giorno per il rischio malattie
infettive. In tutto qualcosa
come 70 mila euro. Quindi,
ha aggiunto l’esponente di Onda Civica,
l’infermiere che risponde al telefono al 112 ha un’indennità,
giusta, di 5 euro al giorno per
il rischio infettivo chi va
a prendere i malati no. L’assessora alla
salute ha detto che anche
nella conferenza Stato – Regioni si è affrontato il tema ma
la definizione
di figure professionali spetta allo Stato. La figura dell’autista
soccorritore è ancora senza risposta. L’assessora,
infine, ha ricordato che gli
autisti hanno ricevuto il bonus Covid.
Una consigliera del Patt,
appoggiando la mozione, ha affermato che l’indennità malattie
infettive per il Covid ha portato a divisioni tra il personale e che
il tema fondamentale rimane quello contrattuale, che rimane sempre
aperto anche di fronte alle difficoltà della sanità.
L’esponente
di Futura ha detto che
questa non è l’unica
cosa bizzarra nella sanità: la più bizzarra è quella
del mancato adeguamento
contrattuale. Tema che
riguarda gli autisti, chi lavora nelle Rsa. Bizzarrie
si riscontrano anche per i titoli di studio: la
laurea di un infermiere, ad
esempio, vale economicamente
meno di quella di chi lavora
negli uffici Pat; chi
ha un master come professionista sanitario o infermiere di famiglia
oggi non trova una collocazione contrattuale. Quindi, vanno trovate
le risorse per adeguare i contratti della sanità e pubblico impiego.
Sull’indennità del rischio di contagio non è pensabile non
riconoscerla a chi entra in contatto con i possibili contagiati.
La
capogruppo Pd, esprimendo
il sì alla mozione pur
ritenendo debole l’emendamento della Giunta,
ha affermato che questi lavori, pur non avendo la corretta
collocazione hanno svolto sempre la loro funzione subendo una doppia
beffa: il non riconoscimento dell’indennità di contagio,
riconosciuta all’infermiere che lavora con loro, e il mancato
rinnovo del contratto. Tra l’altro il costo di due euro al giorno
sembra del tutto sostenibile.
Il
consigliere del Misto –
Azione ha affermato che le modalità per dare l’indennità ci sono:
basta estendere a questa categoria la delibera del 9 aprile scorso.
La capogruppo della Lega ha
aggiunto che il riconoscimento della figura dell’autista -
soccorritore deve passare dallo Stato, ma è chiaro che questi
lavoratori si sono trovati pienamente coinvolti nella pandemia e va
riconosciuta all’assessora la sensibilità di andare incontro a
questa categoria riconoscendo l’indennità malattie infettive.
Il proponente ha replicato
affermando che il riconoscimento, col passaggio alla categoria C dopo
5 anni di servizio, si potrebbe già fare e va fatto. Si è poi
augurato che la delibera per l’indennità venga fatta in tempi
rapidi perché basta solo aggiungere un “operatore tecnico –
autista”. Comunque, ha concluso, fino a quando non saranno
riconosciuto questi lavoratori non vanno definiti come autisti
soccorritori.
La Civica: un
riconoscimento tangibile alle forze di polizia locale.
Il
dispositivo della mozione,
approvata con 21 sì, 7 astenuti un non partecipante al voto, impegna
la Giunta a valutare l’adozione di modifiche al Dpgp del 30 aprile
2008 numero 16-123/Leg, utili a prevedere il conferimento di un
riconoscimento ufficiale, che potrebbe essere a foggia di nastrino,
per il servizio reso dal personale della polizia locale durante il
periodo di pandemia, individuando un momento ufficiale – quale
potrebbe essere il 20 gennaio, S. Sebastiano “Giornata nazionale
della polizia
locale” – momento individuato dal citato regolamento per il
conferimento delle onorificenze.
Ul
consigliere di Futura ha
affermato che tante sono state le figure professionali, tra queste i
servizi sociali e i volontari, che si sono impegnate nella fase
pandemica e quindi ha espresso la sua astensione.
UpT: sostenere Asuc, Comuni
e Magnifica Comunità di Fiemme nella lotta al bostrico.
Il
dispositivo della mozione,
approvata all’unanimità,
impegna la Giunta a considerare nell’opera di prevenzione prevista
dalla Provincia attraverso la Fem per contrastare il bostrico
l’introduzione di predatori antagonisti come già avviene in altre
foreste delle Dolomiti; ad attivare un tavolo di confronto con le
parti interessati tra cui Comuni, Asuc e Magnifica Comunità di
Fiemme, per valutare le soluzioni da adottare per
la lotta ai cambiamenti climatici compromettere
la filiera del legno; a valutare un sostegno economico per le Asuc, i
Comuni e la Magnifica Comunità, interessati dalla perdita del
patrimonio boschivo, affinché possano avere un aiuto concreto nella
gestione della lotta contro il bostrico, tenendo
conto, in
generale, dei mancati ricavi
nella vendita del legname.
L’assessora alla
salute ha detto che il tema
del bostrico è presente in Alto Adige e nelle regioni del Nord, ma
più in generale colpisce il
patrimonio
forestale europeo.
E’ stato inserito un emendamento nel decreto incendi per
potenziare la lotta al parassita, mentre la Patt ha investito 31
milioni per mettere mano alle ferite inferte
da Vaia; il monitoraggio sul bostrico continua e gli interventi
andranno valutati in base alle funzioni del bosco. Con
Magnifica Comunità e Asuc il confronto è avviato e ora si farà
quello con i comuni. Si è riattivato inoltre
il tavolo legno per
ragionare sulle strategie per rilanciare il settore. L’esperienza
dei paesi mitteleuropei, ha
detto l’assessora, ha
evidenziato che servono 5 – 6 anni, cambiamenti
climatici permettendo, per
ottenere la vittoria sul bostrico. Quindi, non si potranno fare
miracoli, ma si sta facendo il possibile sapendo che gli esboschi
devono tenere presente dell’assetto idrogeologico.
Un
consigliere del Pd,
approvando la mozione, ha detto che la situazione è allarmante e ha
sottolineato che molti focali si sviluppano in boschi di
privati che spesso non si occupano più delle loro proprietà.
Sì
alla mozione anche da parte di un
esponente della Lega che
ha sottolineato l’importanza di un tavolo di confronto Pat –
Magnifica – Asuc. Mentre
il capogruppo di FdI
ha ricordato che recentemente una consigliera del proprio gruppo, ha evidenziato
il problema in una domanda di attualità.
Futura: intensificare l’
assistenza psicologia e psicopedagogica nelle scuole.
Il dispositivo della mozione,
approvata all’unanimità, impegna la Giunta – in base al
protocollo d’intesa con il ministero dell’istruzione per il
supporto psicologico nelle istituzioni scolastiche stipulato con
l’Ordine degli psicologi -, ad intensificare l’attività
preventiva e di supporto psicologico e psicopedagogico in tutte le
scuole di ogni ordine e grado, confrontandosi con l’Ordine degli
psicologi della provincia, rafforzando quanto già previsto dalla
legge provinciale sulla scuola. Una bisogno di sostegno che è
cresciuto in seguito all’impatto che il Covid ha avuto sul
benessere psicologico dei ragazzi. Il proponente ha auspicato che
questo tema venga affrontato nel bilancio per superare, sostituendola
con quella del team, quindi con un servizio più strutturato, la
logica dello sportello psicologico. Positivo il parere dell’assessore
all’istruzione il quale ha ricordato che il supporto psicologico è
attivo nel 90% delle scuole ed è cresciuto del 20% negli ultimi
anni, ma si possono fare ancora passi avanti.
La capogruppo Pd ha
ricordato un suo emendamento in materia nell’assestamento del 2020
che venne però bocciato. Il 18 novembre dell’anno scorso con una
mozione, votata all’unanimità, si chiedeva di supportare gli
istituti per l’adesione al protocollo nazionale. Stessa unanimità
venne espressa ad una mozione analoga della Lega. Ma, anche nel
luglio scorso nell’assestamento venne proposto da Pd e Futura un
emendamento che fissava il budget necessario, che venne di nuovo
bocciato. Quindi, la capogruppo dem, ha detto di sperare, visto
l’impegno che l’assessore ha assicurato, che nel prossimo
bilancio vengano posti i finanziamenti per potenziare il supporto
psicologico ai ragazzi.