In Prima Commissione. No della Lega al referendum in materia fiscale
Sospese le due proposte di revisione dello Statuto
In allegato, la convocazione con link ai testi di cui si è discusso
In Prima
commissione quest’oggi
si è discusso
delle due proposte (n.
1
e
n. 2
) di
modifica statutaria a
firma del consigliere
di 5 Stelle. La prima,
in sintesi, riguarda i tributi locali e la disciplina del
trasferimento dei fondi statali; la seconda mira a introdurre
l’obbligo della maggioranza assoluta in Consiglio per le leggi
fiscali e l’introduzione di un referendum confermativo che potrebbe
essere applicato anche dai comuni.
Il
proponente, che
ha chiesto la sospensione dei due ddl,
ha affermato che, dopo le audizioni, le due proposte vanno
approfondite, anche
perché sembra
possano trovare uno
spazio politico.
Inoltre, secondo l’esponente 5 Stelle, le
due proposte
vanno sottoposte al
parere del Consiglio
delle autonomie locali.
Per il
primo ddl,
inoltre,
sarà necessaria una riformulazione in base anche all’esperienza
concreta dei rapporti fiscali con lo Stato durante l’epidemia
Covid e, in generale,
da quanto è emerso
dalle audizioni
degli esperti dai quali
sono venute
sollecitazioni che consigliano una revisione dei testi.
Inoltre,
ha sottolineato il
consigliere 5 Stelle, dalle
audizioni si è resa
evidente la necessità
di definire un rapporto più aperto e informato, anche
in materia fiscale e finanziaria,
tra la
Giunta
il Consiglio e il Cal. Per
ciò che riguarda il secondo ddl, gli
esperti ascoltati in commissione hanno
evidenziato le difficoltà, non solo giuridiche ma anche sociali,
per un
referendum in
materia fiscale. Anche
se, ha
aggiunto l’esponente
pentastellato,
introdurre quello consultivo potrebbe
servire a
“tastare il terreno” col Parlamento per trovare possibili
soluzioni costituzionali.
Il rappresentante di Azione,
dichiarandosi contrario alla
proposta
referendaria,
ha ricordato
che la nostra rimane una fiscalità derivata, quindi sempre regolata
dalle scelte dello Stato. Se
il bilancio della Pat sta in piedi in base alle aliquote fissate
delle Stato
è evidente che in caso di tagli la Giunta deve trovare risorse
fiscali autonome e il
referendum rischierebbe di creare un corto
circuito indebolendo
l’Autonomia. Ma i
tempi del Covid, ha ricordato, hanno portato una novità importante:
a Trento sono arrivati
fondi statali su
settori come la sanità e il trasporto pubblico che
sono stati sempre finanziati dal bilancio Pat.
Un fatto, ha aggiunto,
buono in sé, ma che
ha scalfito l’Autonomia perché l’approccio dei
finanziamenti vincolati
è quello tipico di una regione ordinaria. Aver
preso questi soldi è
stato un bene, ma
secondo il consigliere,
si doveva stipulare un accordo con lo Stato evitando di creare un
pericoloso precedente. L’esponente di Azione ha infine
ricordato che il Patto
di garanzia, spesso
criticato da esponenti della maggioranza,
è fondamentale perché ci dà la possibilità di avviare un rapporto
più dinamico con lo Stato. Comunque,
ha concluso,
il ddl di revisione
statutaria può servire
ad aprire un dialogo per arrivare ad una nuova definizione del
rapporto fiscale Roma – Trento.
No
secco al referendum fiscale da parte di un consigliere della Lega.
Proposta, ha detto, che non sta in piedi dal punto di vista
costituzionale; poco seria, perché nessuno è d’accordo
all’aumento delle aliquote, e che toglie responsabilità a
chi governa. Apertura, invece, sulla modifica dello Statuto sui
rapporti finanziari con lo Stato perché è
ormai indispensabile avviare
una trattativa a tutti i livelli con Roma.
Il consigliere di Futura ha
condiviso il metodo scelto dal proponente per
portare avanti i due disegni di legge e
ha condiviso il primo
ddl.
Anche se alcuni
aggiustamenti del testo vanno fatti,
ha detto, il
primo centra il tema
della necessità di una definizione dei rapporti finanziari con lo
Stato. Forti dubbi
invece da parte
dell’esponente di Futura
sul referendum confermativo fiscale.
Il
vicepresidente della Giunta sul
primo ddl ha detto di non voler esprimere ora un parere, anche
perché lo stesso proponente ha chiesto di approfondire e di fare un
giusto passaggio al Cal. La materia, ha
aggiunto, è delicata,
ma la Giunta può essere collaborativa. Però
è necessario un
confronto con Bolzano anche per i passaggi che si dovranno fare
nel caso di un approvazione da
parte del Consiglio.
Sul secondo ddl, quello del referendum, no secco dal
governo provinciale.
Rinviata
invece a lunedì la discussione degli altri due ddl in materia
elettorale.