Nella seduta straordinaria del Consiglio provinciale
Tutte le interrogazioni a (mancata) risposta scritta discusse oggi in aula
In allegato, i testi esaminati
Dopo l'approvazione del ddl 102 il Consiglio
provinciale ha discusso le interrogazioni portate in aula
perché non avevano ottenuto la risposta scritta chiesta alla Giunta.
Interrogazione
188 di Filippo Degasperi (Onda Civica) sull’assetto organizzativo e
del personale dell’U.O. di ostetricia e ginecologia dell’ospedale
S. Chiara.
Nove
le domande del consigliere: 1. quanti
medici si sono dimessi dall'U.O. di Ginecologia ed Ostetricia
dell'Ospedale Santa
Chiara o si
sono trasferiti
negli anni 2016, 2017 e 2018; 2.
se i
posti vacanti siano
stati coperti, entro quanto tempo e
con quali modalità concorsuali; 3.
se
i medici
abbiano
usufruito, come da contratto e da norme europee, di
ferie e di
riposi maturati
negli anni 2016, 2017 e 2018, dettagliando
per ciascun medico
in servizio le eventuali ferie non godute; 4.
se
sia
stata utilizzata la procedura della libera professione, POA o altre
tipologie per ricoprire le esigenze della turnistica medica ed in
caso affermativo per quante volte negli anni 2016, 2017 e 2018;
5.
se corrisponde al vero che un medico dell'U.O. di Ostetricia e
Ginecologia di Trento è stato licenziato dall'APSS, in caso
positivo con quali motivazioni, se successivamente sia stato
riassunto ed eventualmente destinato ad altro reparto e con quali
motivazioni; 6. se il dottor Bordon abbia avuto un colloquio con il
presidente dell'Ordine dei medici in merito alla situazione
dell’U.O. di Ginecologia ed Ostetricia di Trento; 7. in
caso di risposta affermativa al punto 6., quali verifiche ha
effettuato l’APSS e con quali riscontri;
La
risposta. L’assessora
Segnana ha risposto che 13 sono stati le cessazioni di medici nel
reparto di ginecologia; il personale
medico è stato reintegrato con 3 concorsi; nel 2012 si è
verificato un mancato superamento del periodo prova di una
dottoressa, impugnato dall’interessata e nel 2015 si è arrivati a
una transazione anche se la professionista ha trovato occupazione in
altra realtà. Per quanto riguarda Bordon l’assessora non ha
fornito risposte perché non è più alla guida dell’Apss.
La
replica.
Risposta
molto tecnica, ha detto il consigliere di Onda Civica, che arriva
dopo due anni e mezzo e che elude le responsabilità gestionali del
reparto. Alla
domanda più interessante quella
sulle
verifiche dell’Azienda non è stata data risposta perché non c’è
più Bordon. Verifiche, ha
aggiunto Degasperi,
che se
l’Azienda
avesse fatto
quando le
era stato suggerito da un’interrogazione
forse le cose sarebbero andare in modo diverso e
il Trentino non sarebbe di nuovo salito, negativamente, agli onori
della cronaca.
La Giunta continua far finta di nulla, ha
concluso, purtroppo
quello che sta
scritto nelle interrogazioni
si verifica puntualmente nel disinteresse della Giunta e
dell’Azienda. Se l’assessora,
oltre
all’Apss, avesse
fatto il suo dovere le cose sarebbero andate in modo diverso.
Interrogazione
990 di Claudio Cia (FdI) sulle iniziative per il recupero e la
riqualificazione dell’ex Hotel Panorama di Sardagna.
Sull’ex
Hotel Panorama di Sardagna, imponente
struttura di proprietà della Provincia che vanta la più bella vista
sulla città di Trento,
Cia
ha chiesto alla
Giunta se e quando sarà pubblicato un
bando
per il
recupero e la riqualificazione dell’ex
Hotel Panorama di Sardagna.
La
risposta.
Per quanto riguarda l’ex Panorama, ha risposto Fugatti, in epoca
pre Covid, nel 2019 si era avviata un’ interlocuzione con un
privato che aveva mostrato interesse per il recupero turistico
ricettivo dell’immobile. L’iter che avrebbe condotto a un bando
per la concessione non ha avuto seguito a causa dell’epidemia e
della sofferenza che interessa da anni il mercato alberghiero.
Insomma, ha detto il presidente della Giunta, per quanto è accaduto
non si è fatto il bando. La Pat comunque valuterà l‘inserimento
dell’immobile nelle permute degli immobili pubblici previsti dalla
legge.
La
replica.
Cia ha detto di sperare che il bando venga pubblicato prossimamente
anche perché il Panorama presenta
dei costi pesanti
anche se chiuso: nel 2013
– 2014
sono
stati spesi più
di 56 mila euro di utenze. Dal
2014 al 2018 i costi di manutenzione e utenza sono arrivati 95 mila
euro. Quindi, sommando tutto, più di 160 mila euro. Quindi, ha
concluso Cia, questa struttura va ceduta anche per eliminare questi
coni fissi e inutili.
Interrogazione
1190 di Giorgio
Tonini
(Pd) sulla realizzazione della variante di Cles.
Nonostante
ripetute interrogazioni ancora
senza risposta e i numerosi solleciti, nulla
risulta in merito all’avvio dei lavori per la variante di Cles,
opera
attesa da oltre 20 anni, per la quale l’importo dell’appalto
aggiudicato nel 2013 ammonta a quasi 40
milioni di euro
e
che dovrebbe vedere lavori
in
fase di avanzata
realizzazione per togliere
il traffico soprattutto pesante dal centro urbano. Per
questo Tonini ha chiesto alla Giunta
se
l’opera sia
integralmente
finanziata, se i lavori siano
già
stati assegnati, quando inizieranno,
se
vi
siano impedimenti
all’avvio dei lavori, qual è la situazione allo stato attuale; e
in
caso di impedimenti all’avvio dei lavori cosa sta facendo la Giunta
per risolverli.
La
risposta. Il
presidente ha riposto affermando che l’opera è finanziata per più
di 56 milioni, la gara è stata vinta da un’associazione
temporanea d’impresa e l’inizio dei inizia lavori sono previsti
per la fine 2021 inizio 2022 anche perché non ci sono impedimenti
all’avvio del cantiere.
La
replica.
Soddisfatto
il consigliere Tonini.
Interrogazione
2285 di Paolo Zanella (Futura) sulla costituzione e convocazione
della Commissione provinciale Aids.
Zanella
ha chiesto perché
si sia dichiarato in
una risposta a un’interrogazione che
la Commissione provinciale Aids
è
stata istituita a fine 2019, quando invece l’istituzione risale al
21 dicembre 2018, perché non si sia stata
convocata
nel
corso
del 2019, anno
durante il
quale la pandemia non era ancora in atto, e
se non
si ritenga utile convocarla in tempi brevi anche con strumenti
telematici per dare maggiore incisività alla politiche preventive
dell’HIV che
rappresenta ancora un grave problema sanitario. Tra, l’altro i
casi nel 2020 sono stati i 14 casi rispetto ai 30 degli anni prima.
Un dato che potrebbe essere anche letto negativamente perché
causato da un minor controllo causato dall’emergenza Covid.
Zanella ha ricordato che sono stat 282 le infezioni negli ultimi 10
anni, molte di queste diagnosticate già in fase di Aids
La
risposta. L’assessora
Segnana ha risposto affermando che
effettivamente la Commissione è stata istituita il 21 dicembre, la
data di
fine 2019 è stato un errore materiale.
Nel 2019 si è fatto da
parte dell’Apss un
quadro per migliorare la risposta nei confronti dell’Hiv e il
documento è stato mandato
alla Commissione il 20 maggio 2020, in
piena pandemia.
La Commissione, ha concluso l’assessora, sarà convocata a breve.
La
replica.
Il
consigliere ha ricordato l’importanza dell’educazione alla
sessualità e alla consapevolezza della presenza dell’Hiv.
Servirebbe
poi
una
strategia anche nei confronti dei tossicodipendenti, magari con la
distribuzione gratuita delle siringhe. Importante sarebbe formare i
medici di base su questa infezione. Inoltre, ha
concluso Zanella, va
fatta informazione per evitare lo stigma nei confronti dei
sieropositivi e andare invece verso la siero consapevolezza.
Interrogazione
2387 di Ugo
Rossi
(Misto–Azione) sul rinnovo
contrattuale del pubblico impiego trentino.
Rossi
ricorda che con il
protocollo firmato il 13 gennaio 2020 la Provincia si impegnava a
prevedere, nei
ddl di
stabilità e di assestamento approvati nel 2020 e nel
2021,
lo stanziamento di risorse per aumenti contrattuali complessivi per
circa
67.000.000 di euro da
destinare a tutto
il comparto pubblico provinciale. Ad
oggi, osserva però Rossi, l’esecutivo non
solo non ha poi previsto alcun stanziamento per rinnovi nella legge
di stabilità 2021, ma ha cancellato i primi 20 milioni, già
stanziati con la finanziaria provinciale 2020 per il rinnovo dei
contratti pubblici. Dopo un incontro con le organizzazioni sindacali
il giorno 21 ottobre 2020 il
Presidente Fugatti confermava la volontà
di onorare gli impegni assunti, ma
fino
a
oggi
il Trentino non ha un euro stanziato a bilancio per il rinnovo dei
contratti pubblici (lo ha fatto sia lo Stato che l'Alto Adige) e
nessuna interlocuzione poi è intervenuta con le organizzazioni
sindacali. Per
questo il consigliere ha chiesto al presidente della Giunta sia il
governo provinciale abbia intenzione
del governo provinciale onorare gli impegni assunti
con il protocollo del 13 gennaio 2020 e con quanto successivamente
dichiarato, se
sì come
intenda procedere e con quali modalità e tempi intenda stanziare le
risorse necessarie, e
infine se intenda
riprendere
il confronto con le organizzazioni sindacali.
La
risposta. Il
presidente
Fugatti ha risposto che il rinnovo dei contratti collettivi
potrà essere
affrontato
quando Pat avrà un quadro
più chiaro
sul bilancio soprattutto
nel
rapporto finanziario
col
Governo. Fugatti
ha poi
ricordato
che il contratto è stato rinnovato
nel
2016
ed che
era
scaduto da 8 anni. Insomma,
ha concluso, c’è incertezza
e questa condiziona anche i rapporto
con le organizzazioni sindacali.
La
replica.
Rossi
ha detto che Fugatti non ha risposto e comunque
la
finanza pubblica Pat sta
a dimostrare che lo Stato
ha sanato i mancati gettiti e quindi
questa Giunta sta
meglio finanziariamente
delle
Giunte precedenti.
I contratti, ha
ricordato l’ex presidente della Pat,
sono stati fermi per otto anni per norma nazionale e europea e
dopo
tre anni di
governo non
si può continuare
a dare la colpa a chi c’era prima. Rossi ha invitato Fugatti a dire
chiaramente, anche
ai sindacati,
che il rinnovo dei contratti non è per
lui prioritario
rispetto agli investimenti. Invece
di appellarsi all’incertezza nei rapporti con Roma, anche perché
non fa onore ad una provincia autonoma dire che si aspettano i soldi
dallo Stato. Almeno che i motivi del no al rinnovo non stiano nella
volontà di blandire chi ritiene che i lavoratori pubblici per
definizione non lavorano.
Interrogazione
2568 di Vanessa Masè (Civica). Qual
è la mappa delle scuole d’infanzia e dei nidi?
La consigliera ha chiesto di
conoscere la mappatura dei servizi per l’infanzia; le scuole per
l’infanzia suddivise tra provinciali e equiparate, la suddivisione
dei nidi tra gestione diretta e indiretta; i servizi conciliativi e
Tagasmutter, i nidi aziendali. Inoltre, Vanessa Masè ha chiesto di
conoscere il numero di frequentanti nell’ultimo triennio nei nidi,
nelle scuole per l’infanzia e strutture conciliative; il rapporto
tra frequentanti e nuovi nati nel 218 – 2020 e se esistono realtà
paragonabili ai “poli per l’infanzia”.
La
risposta. Bisesti ha risposto
consegnando alla consigliera della Civica i numeri richiesti. Il calo
degli iscritti nella scuola per l’infanzia è noto, ha detto
l’assessore, e si è passati dai circa 14.800 ai circa 13.300 nel
2021 a causa del calo demografico. Pur con cinquecento
bimbi in meno, si è scelto di mantenere gli investimenti e
rimane l’obiettivo del 33%
di coperture del servizio.
La
replica. Masè
ha sottolineato l’importanza della scelta della Giunta di mantenere
le sezioni (malgrado
gli alti costi, circa
200 mila euro a sezione) nonostante il calo di iscritti. Le
politiche di investimento sull’infanzia sono fondamentali, ha
ricordato, anche
per contenere il calo delle nascite.
Interrogazione
2550 di Paolo Zanella (Futura). Not,
il progetto è congruente al disciplinare di gara?
Il consigliere di Futura ha
chiesto se a gennaio sia giunta agli uffici Pat una nota che
evidenziava l’incongruenza tra il disciplinare di gara e il
progetto vincitore del nuovo ospedale; se a questa nota sia stata
data risposta; quali siano i progetti di miglioramento del progetto
in fase esecutiva, visto che sono passati 5 anni dalla nuova gara,
anche a fronte dell’apertura della Facoltà di medicina, della
necessità di riorganizzare la rete ospedaliera e il sistema
sanitario.
La
risposta. Il presidente della
Giunta ha affermato che
sulle tempistiche del Not non ritiene di intervenire perché ci sono
accertamenti giudiziari in corso. Quando sarà concluso questo
complesso iter
giudiziario la Giunta fornirà le informazioni richieste.
La
replica. Risposta laconica, ha
ribattuto l’esponente di
Futura, e che non entra,
come spesso accade, nei fatti. Ma
c’è una richiesta di
informativa in Aula, ha ricordato Zanella, su un appalto da un
miliardo sul quale non si vuole discutere. Con questa risposta, ha
concluso, la Giunta
afferma in sostanza
che i cittadini non hanno il diritto di sapere se chi ha vinto la
gara era titolato a vincere.
Interrogazione
2570 di Pietro De
Godenz (UpT). Mutui,
la Giunta chiederà una proroga delle moratorie?
Il consigliere dell’Upt ha
chiesto se la Giunta intenda accogliere l’appello dei
rappresentanti delle attività economiche trentine ad attivarsi col
Governo perché vengano prorogati i termini di scadenza delle
moratorie sui mutui.
La
risposta. L’assessore
Gottardi ha affermato che appare scontata l’estensione della
proroga delle moratorie da parte della Giunta ma la Giunta si impegna
a fare pressioni affinché la proroga divenga realtà.
La
replica. Impegno importante per
De Godenz perché lo spostamento delle moratorie sui mutui a fine
anno o, meglio, a marzo, è importantissimo per rilanciare il
turismo.
Interrogazione
2580 di Sara Ferrari
(Pd) Marini (5 Stelle) Zanella (Futura). La
Pat ha avviato i controlli sulla situazione dei drivers?
La consigliera del Pd,
ricordando la situazione di estrema difficoltà dei lavoratori, i
cosiddetti drivers, di una ditta trentina resa nota dal
sindacato di Base nelle scorse settimane, ha chiesto se la Giunta
abbia attivato tutti gli strumenti di controllo dell’Ispettorato
del lavoro e le Uopsal; cosa intenda fare se le condizioni di lavoro
venissero confermate e se la ditta interessata abbia ricevuto qualche
forma di sostegno dalla Pat.
La
risposta. Il presidente Fugatti
ha risposto che, solitamente,
le verifiche nelle aziende
vengono fatte
su richiesta
dei lavoratori e dei
sindacati o da parte dalle forze di polizia
o per iniziativa autonoma degli uffici preposti della Pat.
In questo caso non ha
agito
su segnalazione
ma la situazione
è stata
presa in carico
dagli uffici ispettivi e
l’Uopsal e con
il coinvolgimento dei tecnici
della Motorizzazione
per il controllo delle
condizioni dei furgoni. La
visita a sorpresa
in
questo
caso è stata svilita per l’esposizione mediatica
che si è avuta.
Negli ultimi anni, ha detto
ancora Fugatti, il settore
dell’autotrasporto
è stato sottoposto a
verifiche: 350 ditte
controllate;
per1800
autisti sono stati
controllati i tempi di
riposo per 180 mila giorni
di lavoro. Trenta piccole aziende di trasporto sono state
controllate per un totale di
200 lavoratori.
La
replica. La capogruppo Pd ha
detto che c’è il fatto positivo che la situazione è stata presa
in carico e si farà un controllo in azienda nonostante sia venuta
meno la sorpresa.
Ma la questione denunciata dai lavoratori ha fatto scalpore in
Trentino anche per ciò che
riguarda la sicurezza stradale.
Interrogazione
2453 di Michele Dallapiccola (Patt). Quando
le riunioni pubbliche sulla Valdastico?
Il consigliere del Patt ha
chiesto alla Giunta quando abbia l’intenzione di dar vita ad una
serie di riunioni pubbliche in Valsugana sui progetti per la statale
e in particolare sui risvolti che avrà la Valdastico sulla viabilità
e la vita valle.
La
risposta. La
Giunta attuale, ha detto Fugatti, continua a valutare l’uscita
della Valdastico a Rovereto sud in confronto con le altre soluzioni
che
sono state elaborate, senza però attivare la valutazione ambientale
strategica, nella scorsa legislatura.
Questo iter sarà l’occasione di discutere tutte le soluzioni.
La
replica. Il
consigliere Patt
ha affermato che la valutazione sulla soluzione dalla Valsugana
doveva farla la Giunta attuale. Insomma, secondo Dallapiccola, quella
di Fugatti è stata una non risposta. E l’atteggiamento è quello,
ormai
consolidato,
del rimpallo col passato.
Interrogazione
717
di
Alex Marini
(Misto 5 Stelle) sulla
diffusione
della conoscenza sul ruolo svolto dall'Osservatorio sulla mobilità
sostenibile.
Marini
ha chiesto alla Giunta se
intenda mettere in campo iniziative per assicurare la massima
diffusione sul ruolo svolto dall’Osservatorio sulla mobilità
sostenibile, anche attraverso campagne promozionali nei luoghi di
transito dei mezzi di TPL, affinché i fini relativi
alla legge
della mobilità sostenibile siano perseguiti come maggiore efficacia;
e
se intenda
creare una pagina web dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile
a cui collegarsi tramite un link diretto dai siti istituzionale della
Giunta provinciale e del Consiglio, dove siano illustrate le funzioni
attribuite all’Osservatorio, le modalità per richiedere un parere
dello stesso e dove sia possibile pubblicare i verbali delle
riunioni, le relazioni e i documenti di indirizzo prodotti da
quest’organo.
La
risposta. Il
presidente Fugatti ha preannunciato modalità di informazione sui
compiti dell’Osservatorio che peraltro già coinvolge tutti i
soggetti interessati.
La
replica.
Marini
ha replicato ribadendo che pochissimi conoscono l’esistenza e le
funzioni dell’Osservatorio sulla modalità sostenibile. Considerate
le ingenti risorse di cui la Provincia disporrà con il al Recovery
Fund, l’Osservatorio potrebbe fungere da strumento informativo tra
i cittadini e gli importanti progetti infrastrutturali per il
trasporto già prefigurati in tutto il Trentino sia su strada che su
rotaia. Questo perché i cittadini possano formarsi un’opinione su
questi interventi concretizzando i principi della trasparenza e della
democrazia. Diversamente si rischierà di costruire opere pubbliche
che non rispondano alle esigenze della popolazione e del territorio.
Interrogazione
1023 di Filippo Degasperi (Onda Civica) sull’immobile
di Trentino Digitale spa sito in Via Pedrotti e rispetto della
normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sul superamento
delle barriere architettoniche.
Sull’utilizzo
degli spazi dell’immobile proprietà di Trentino Digitale spa sito
in via Pedrotti (Trento) in uso anche alla Centrale operativa del
118, con un verbale del 30 marzo 2019 il Settore Ispezione Lavoro
della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della
Repubblica di Trento aveva rilevato una serie di inadempienze sul
fronte del rispetto della disciplina per il superamento delle
barriere architettoniche. Situazione analoga caratterizza l’immobile
di via Gilli in cui ha sede la società ma che è di proprietà di
terzi. Al datore di lavoro (Trentino digitale spa) era stato quindi
assegnato il termine del 30 settembre 2019 per regolarizzare la
situazione. Il documento segnalava poi che con apposito atto sarebbe
stato comunicato l’ammontare delle contravvenzioni conseguenti. Per
questo Degasperi ha chiesto al presidente della Provincia su
chi ricade la responsabilità delle inosservanze individuate nel
verbale citato, a
chi compete la vigilanza sul rispetto delle norme citate in premessa,
se
Trentino digitale spa ha provveduto all’adempimento delle
prescrizioni nel termine indicato ed eventualmente con quali costi,
l’ammontare delle contravvenzioni conseguenti agli inadempimenti
rilevati nel verbale citato, il costo complessivo della
ristrutturazione 2010–2014 dell’immobile di via Pedrotti di
proprietà di Trentino digitale spa, e
infine se
l’ammontare
delle contravvenzioni comprenda anche gli
oneri conseguenti al rispetto delle prescrizioni delle
norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e le barriere
architettoniche.
Degasperi
ha precisato che la responsabilità degli errori progettuali o delle
inadempienze a monte da individuare, al di là del datore di lavoro,
è di chi ha provveduto alla ristrutturazione senza tener conto delle
prescrizioni sulle barriere architettoniche, quindi i professionisti
che hanno verificato il progetto.
La
risposta. L’assessore
Spinelli ha ricordato
che per legge la
responsabilità di
queste inosservanze
è
del datore
del lavoro per
la sicurezza. Responsabilità rilevata e sanzionata
al
momento dell’accertamento delle inosservanze. Trentino
Digitale (TD)
ha
attivato le iniziative necessarie ad ottemperare a tutte le
contestazioni formulate dall’organo ispettivo incaricato delle
verifiche. Considerata
la complessità
degli interventi richiesti e per
rispettare quanto
previsto dalla normativa, TD ha formulato due richieste di proroga
della scadenza assegnata per gli adempimenti prescritti. Richieste
accolte
dalla Procura vista
la situazione emergenziale legata alla pandemia. Il termine
assegnato dalla Procura per completare gli adeguamenti prescritti
era stato fissato da ultimo al 30 settembre 2020. Gli oneri dei
lavori per garantire il rispetto delle prescrizioni impartite, sono
stati assunti da TD per la sede di via Gilli. Per la quota parte
degli interventi di competenza sono stati invece a carico della
società Argo srl in quanto proprietaria dell’immobile dato in
locazione. Spinelli ha poi informato che il costo complessivo della
ristrutturazione 2010-2014
dell’immobile di via Pedrotti, come risultante dal certificato di
collaudo del 13 agosto 2015, è stato di 6. 731.287,39 euro. Su
questo importo finale è stato a suo tempo sospeso il pagamento del
credito a saldo finale pari
a 172.639,72 euro, in considerazione di irregolarità e vizi emersi
nel periodo immediatamente successivo.
La
replica.
Degasperi
ha giudicato “frettolosa” la risposta dell’assessore perché
non indica chi ha sottoscritto il certificato di collaudo del 13
agosto 2015. Qualcuno ha sottoscritto quella certificazione
contestata quattro anni dopo perché la ristrutturazione non
rispettava le norme sulle barriere architettoniche. Ecco chi bisogna
andare a cercare in termini di responsabilità. Non si capisce poi se
nel costo della ristrutturazione dell’immobile per oltre 6,7
milioni di euro vi sono anche quelli a carico del proprietario
costretto ad adeguare l’immobile alle leggi. Insomma, chi certifica
che un’opera pubblica è collaudata e poi emerge che così non è,
deve rispondere del danno arrecato.
Interrogazione
2180 di Olivi (Pd) sull’iter di approvazione del regolamento di
gestione delle cave di proprietà frazionale e coinvolgimento delle
Asuc.
Il
consigliere ha chiesto per quali
motivi l’iter di approvazione del regolamento di gestione delle
cave di proprietà frazionale è bloccato da ottobre 2018, e
quali
sono stati nel corso degli ultimi due anni i confronti tra l’attuale
Esecutivo, i Comuni e le Asuc per l’attuazione della disciplina
che prevede obbligatoriamente il coinvolgimento delle
amministrazioni separate di uso civico nel procedimento di
concessione delle aree estrattive. Per
la prima volta con legge del 2017 è stata riconosciuta alle Asuc la
titolarità di soggetti che partecipano alla pianificazione ed
esercitano le funzioni fino a quel momento esercitate dai Comuni,
rilasciando quindi le concessioni ai soggetti che ne fanno richiesta
e ne hanno diritto.
La
risposta. L’assessore
Spinelli ha precisato
che occorre tener conto che in seguito alla riforma della disciplina
nazionale sulle Asuc cui è riconosciuta personalità giuridica e
autonomia statutaria, il recepimento era previsto nel 2018 in
Provincia ma non è andato avanti. La comunicazione sia con i Comuni
che con le Asuc non è però venuta meno e si è ripresa la
procedura per arrivare al regolamento. Il regolamento ad oggi è
pronto per la preadozione in Giunta. L’approvazione da parte
dell’esecutivo potrà avvenire solo previa intersa con il
Consiglio delle autonomie locali e con l’associazione delle le
stesse Asuc. In un recente incontro citato da Spinelli, si è
cercato di andare sulla strada di una soluzione per arrivare con le
Asuc ad una nuova norma che riequilibri il rapporto con i Comuni
visto il peso amministrativo legato alle tante incombenze che la
legge atribuisce a loro.
La
replica.
Risposta
insoddisfacente per Olivi, perché se si è stati fremi 3 anni per
comprendere se la normativa nazionale dovesse essere recepita in
quella provinciale, vuol dire che le Asuc non erano soddisfatte.
Olivi ha osservato che evidentemente le Asuc sono preoccupate delle
incombenze amministrative e organizzative conseguenti alla
titolarità amministrativa assegnata ad esse dalla legge. Per
superare questo timote si poteva per Olivi realizzare una
convenzione con i Comuni che assicurasse alle Asuc un riconoscimento
economico derivante dall’assunzione di queste competenze che ad
oggi non sono in grado di esercitare. Un anno fa la Giunta aveva
dichiarato che il regolamento era pronto e che la sua approvazione
era questione di qualche settimana. Ora si apprende che il
regolamento è pronto ma manca l’intesa con i Comuni e le Asuc.
Addossare alle Asuc la responsabilità di questa situazione, ha
concluso Olivi, “sa tanto di una scusa poco plausibile”.
Interrogazione
2359 di Pietro de Godenz (UPT) sulla realizzazione di un collegamento
ferroviario con l’aeroporto Catullo.
Il
consigliere
ha chiesto alla Giunta se
siano stati fatti concreti
passi
avanti per lo sviluppo progettuale di un collegamento funzionale del
Trentino con l’aeroporto Catullo, che preveda la realizzazione di
una apposita linea ferroviaria o
la
modifica dall’attuale, e
di una stazione dedicata, e
se la intenda
insistere,
in
alternativa,
per la realizzazione di un collegamento tramite treno o metro di
superficie tra l’aeroporto Catullo e la stazione Verona Dossobuono
sulla linea Verona-Mantova-Modena.
La
risposta. Il
presidente Fugatti ha
ricordato che nel giugno 2019 si registravano in media circa 60 voli
tra arrivi e partenze (30 e 30). La clientela che arriva al Catullo
necessiterebbe di treni dedicati o di Frecce. Il
presidente ha presentato le due
ipotesi
di intervento che
si potrebbero prendere in considerazione. La
prima ipotesi di collegamento
Catullo Dossobuono prevede
un’opera
da
realizzazione in
territorio veneto, tipo scala mobile o altro per coprire la distanza
di circa 1 km tra aeroporto e stazione di Dossobuono. L’opera
consentirebbe nel periodo delle Olimpiadi (ed eventualmente anche
poi in periodo di afflusso turistico) di potenziare il servizio
ferroviario tra Dossobuono e la nostra Regione, con collegamenti ad
hoc. La seconda ipotesi riguarda il collegamento Catullo –
Stazione di Porta Nuova tipo people
move
o tram. L’opera
in
vista del periodo
delle Olimpiadi invernali del 2026 – ha
concluso – consentirebbe di
sviluppare
il
servizio ferroviario tra Dossobuono e la nostra regione. In
ogni caso – ha ricordato Fugatti – la soluzione ideale,
che si potrà adottare solo con una
forte concertazione tra Catullo e imprese, dovrebbe
consistere in un sistema di prenotazione integrato che comprenda
treno, aereo e shuttle già esistente e da potenziare, eventualmente
implementato da una convenzione con taxi.
La
replica.
De
Godenz ha rilevato
che
sul
piano delle analisi,
stando
alla risposta del presidente pare di essere ancora
al punto di partenza: non si capisce se vi siano
studi
veri. Certo,
il sistema
shuttle può essere incrementato – ha
osservato – ma non
è certo questa
la
soluzione definitiva
che gli
operatori del Trentino chiedono.
La
loro
proposta
è piuttosto di un
chilometro di metropolitana che colleghi il Catullo con la stazione
di Dossobuono da cui transitano anche le Frecce dirette a Milano.
Indubbiamente servirebbero anche treni dedicati, ma sull’ipotesi
metropolitana,
per
De
Godenz, la Provincia dovrebbe convincere sia
gli
interlocutori veronesi che
quelli romani.
Interrogazione
2446 di
Lucia
Coppola (Europa Verde). La
Pat intende valorizzare l’ostello di Trento?
La
consigliera di Europa Verde ha chiesto come si intende valorizzare
l’Ostello di Trento; se si ritenga che, anche in tempo di Covid,
questa struttura possa essere sostenuta con opportuni ristori; se la
Giunta intenda interloquire con il Comune sul futuro di questa
struttura; se sia pensabile riconvertire l’Ostello per
l’accoglienza nei periodi critici; se, finita l’emergenza, non si
ritenga di dare la giusta importanza alla struttura dell’ostello
Giovane Europa, vicina alle stazioni di Trento e al centro storico.
La
risposta. L’assessore
Gottardi ha ricordato che nel periodo Covid le misure messe in atto
sono state previste dai decreti nazionali, mentre la Provincia è
intervenuta con la legge provinciale 7 del 2021 da poco approvata e
ora in fase attuativa, affiancandosi alle iniziative statali. Quanto
alle possibilità di impiego della struttura durante il periodo
Covid, la Provincia è intervenuta nei limiti delle sue possibilità.
Quanto alle altre domande oggetto dell’interrogazione, Gottardi ha
segnalato che la responsabilità degli interventi è del Comune di
Trento, anche per quanto riguarda la valorizzazione dell’Ostello
Giovane Europa. Dal canto suo – ha concluso – la Giunta
provinciale verificherà in che modo potrà affiancare il Comune
negli interventi.
La
replica. Coppola ha manifestato
fiducia nella disponibilità della Provincia ad attivarsi a fianco
del Comune di Trento, anche per quanto riguarda il problema dei senza
fissa dimora.
Interrogazione
2547 di Luca Guglielmi. Alla Provincia di Bolzano 140 euro al minuto
per l’elicottero dell’Aiut alpin?
Il consigliere della Lista
Fassa ha chiesto alla Giunta se corrisponda al vero che la Pat paghi
alla Provincia di Bolzano 140 euro al minuto per il servizio di
elisoccorso in Val di Fassa dell’Aiut Alpin Dolomites a fronte dei
62,48 euro riconosciuti all’associazione di soccorso.
La
risposta. Il presidente Fugatti
ha segnalato
all’associazione
Aiut Alpin Dolomites e
all’Azienda sanitaria di Bolzano risulta applicata la tariffazione
di 62,42 euro al
minuto di volo per gli
interventi di
elisoccorso forniti da
quest’associazione.
Nel caso in cui l’intervento
dell’elicottero sanitario di Aiut Alpin sia svolto nel territorio
del Trentino per soccorrere
persone residenti nella
nostra provincia, l’Azienda sanitaria di Bolzano applica
all’Apss la tariffa di
compensazione “di mobilità interregionale e internazionale” di
140 euro al minuto. Dal canto suo anche
l’Apss imputa, sempre per
compensazione economica “di mobilità”,
la tariffa di 140 euro al
minuto di volo come costo
di ogni intervento di elisoccorso che implichi un trasporto in
ospedale condotto con elicotteri del Nucleo provinciale sia
in favore di persone non
residenti in Trentino ma
presenti nel nostro territorio
sia fuori
provincia.
La
replica. Guglielmi
ha ricordato che
l’intervento in Trentino dell’Aiut
Alpin Dolomites si è
verificato in
soli tre casi. E ha aggiunto
che la Val di Fassa spinge
perché si arrivi ad una
convenzione con questa associazione in modo da ridurre il costo a
carico della Provincia di Trento per riuscire a risparmiare sulla
tariffa per ogni minuto di volo. Questo valorizzerebbe anche i
volontari trentini che
operano in questa associazione
altoatesina di soccorso che,
quindi, costituisce un’eccellenza
non solo della provincia di
Bolzano, perché vi è anche
un po’ di Trentino al suo
interno. In Alto Adige – ha
concluso Guglielmi – gli elicotteri
non sono concentrati in un solo punto come
nel Trentino, ma risultano
dislocati in modo tale
da ridurre i tempi di
intervento.
Interrogazione
2542 di Paola Demagri e Michele Dallapiccola (Patt). Pieve
Tesino, il distretto produttivo si farà?
Al posto della collega,
assente, a presentare l’interrogazione è stato il secondo
firmatario Michele . Il consigliere ha chiesto alla Giunta se il
progetto per il nuovo distretto produttivo di Pieve Tesino è ancora
operativo; e se la Provincia prevede di acquisire l’immobile ex
Bailo o se l’investimento verrà fatto sul terreno privato; ha
chiesto infine se l’intenzione è di progettare la variante del
Tesino per facilitare le imprese che si insidieranno nell’area.
La
risposta. L’assessore
Spinelli ha risposto ai
primi due punti sul progetto di distretto del Tesino promosso da
Trentino Sviluppo
(TS) per il recupero del
compendio ex Bailo e l’avvio di un condominio produttivo
artigianale, non ha
riscontrato sufficienti interessamenti in
una prima fase, per poter
costruire come avvenuto a
Malè con l’Innovation Centre nella ex Lowara una progettualità
una progettualità concreta
e plurale.
C’è da dire he nonostante
l’intervento promozionale di TS l’avviso è stato travolto dal
periodo Covid nella prima fase di lockdown con tutte le conseguenze
del caso sulle proiezioni di futuro. Di conseguenza la Giunta
non ha proceduto a finanziare l’intervento con l’acquisto
dell’immobile privato
e oneri di urbanizzazione. Resta aperta
tuttavia per la Giunta la disponibilità ad effettuare un secondo
tentativo mirato a favorire al territorio del Tesino un compendio
unitario di servizi a sostegno dell’artigianato e della piccola
industria. Spinelli ha proseguito ricordando che il piano di
investimenti 2014-2018 della precedente Giunta provinciale propose
per la costruzione della variante di Strigno sulla strada provinciael
78 del Tesino la revoca del finanziamento dello stesso progetto dai
propri strumenti di programmazione per l’importo complessivo di 48
milioni di euro.
La
replica. Dallapiccola
ha ribattuto
che la risposta
dell’assessore evidenzia
la volontà di non
prevedere
alcun
progetto
di distretto produttivo per il Tesino, causa mancanza
di risorse provinciali.
Questo impedisce
alla Giunta di impegnarsi
anche
per la variante
del Tesino, sulla
quale la Provincia brancola
nel buio. L’ex azienda in
questo territorio destinato a rimanere solo agricolo, resterà
la “Bailo addormentata nel bosco”.
Interrogazione
2569 di Luca Zeni (Pd). Ospedale
di Cavalese, perché si sceglie il project financing?
Il consigliere del Pd ha
chiesto al presidente della Giunta come spiega che nel gennaio 2020
lo stesso capo dell’esecutivo abbia ipotizzato con il sindaco di
Cavalese e il presidente della Comunità di prevedere la costruzione
di un nuovo ospedale a Masi di Cavalese e che alcuni dirigenti
provinciali abbiano fatto lo stesso con lo Scario e il fatto che
un’impresa privata abbia presentato una proposta di progetto di
project financing proprio in quell’area che la pianificazione
provinciale destina a zona agricola di pregio. Zeni ha chiesto
inoltre se la scelta di togliere dal bilancio Pat il nuovo ospedale
di Cavalese secondo il progetto approvato sia legata alla decisione,
mai resa pubblica peraltro, per realizzarlo in project financing.
L’esponente dem ha chiesto infine come si concilia questa scelta
con l’articolo 28 della legge provinciale di recepimento delle
direttive europee in materia di contratti pubblici.
La
risposta. Il
presidente Fugatti ha
ricordato che l’intervento per
l’ospedale di Cavalese è
previsto dal 2019 per un importo complessivo di 36 milioni e 600 mila
euro. Quanto alla proposta presentata per la realizzazione di
un nuovo nosocomio,
Fugatti
ha spiegato che vi è la necessità
di verificare
l’ammissibilità
urbanistica del progetto con
l’apposito nucleo.
“Lei capisce – ha spiegato rivolto a Zeni – la delicatezza di
un accesso agli atti come
quello che chiede, perché su
questo argomento il nucleo non
si è ancora espresso”.
Fugatti
ha concluso precisando che per progetti come questo non sono
ammesse proposte di partenariato se incompatibili con le previsioni
del Pup, mentre
permane l’obbligo
della Valutazione di impatto ambientale.
La
replica. Zeni ha ribattuto
che il presidente non ha
risposto alle
sue specifiche domande
riguardanti l’iter
dell’opera. La programmazione del 2019 citata
da Fugatti, contrasta
infatti per Zeni con
le ricostruzioni e le dichiarazioni dello
stesso presidente della Giunta, dello
Scario e del Sindaco di Cavalese. Zeni
ha confermato che in base a queste dichiarazioni Fugatti
avrebbe ipotizzato
lo spostamento dell’ospedale a Masi di Cavalese. Circa
la valutazione in corso
sull’ammissibilità del progetto segnalata
da Fugatti, per Zeni questo significa
che un problema urbanistico effettivamente
esiste, dal momento che
l’area in questione ha destinazione agricola. Quanto all’accesso
agli atti, il Consiglio di Stato è chiaro nel prevedere proprio in
casi come questi in cui ci troviamo prima del bando di gara, il
diritto di un consigliere ad avere accesso agli atti pur garantendo
la riservatezza. Zeni ha concluso dicendo quindi di attendersi una
risposta positiva alla sua domanda di accesso agli atti entro i
termini previsti dal regolamento, per capire come la Giunta intende
procedere.
Interrogazione
2575 di Michele Dallapiccola (Patt). Che
fine ha fatto il progetto di radio controllo di lupi e orsi?
Il
consigliere del Patt ha chiesto quali siano le intenzioni della
Giunta riguardo al progetto di radio-controllo dei grandi carnivori.
Un progetto avviato con la Fondazione Mach, in collaborazione con
Unitn, Fbk e privati di cui non si sa più nulla dal 2018 e che è
stato attuato in Veneto per il controllo del lupo.
La
risposta. Il
presidente Fugatti ha informato
che l’applicazione dei
radiocollari su orsi e lupi è considerata suggestiva ma di difficile
concreta applicazione. L’esperienza condotta in Europa e in
Trentino non hanno prodotto sistemi attivi di prevenzione a beneficio
degli allevatori. Il contenimento dei danni dipendono dalla presenza
del pastore, le protezioni elettrificati e i cani da guardiania. I
radiocollari risultano molto costosi e dovrebbero essere applicati a
molti grandi carnivori. Con i lupi è praticamente impossibile.
Impensabile la prospettiva in termini di costi-benefici. Sussistono
limiti tecnici che ne limitano l’utilizzo a regime come il numero
assai ridotto di poligoni. Non v’è dubbio che la radiotelemetria
satellitare con collari gps che la Provincia utilizza è uno
strumento di supporto per la prevenzione dei danni sugli esemplari
problematici. Anche questo monitoraggio intensivo presenta però
limiti nel caso del lupo. Ferma restano l’attenzione per ogni
soluzione innovativa, il Servizio faunistico è in contatto con altre
realtà europee ed è opportuno garantire un controllo stabile per le
attività di allevamento.
La
replica. Dallapiccola
ha replicato che la
gestione dei grandi carnivori è per l’attuale Giunta unoo dei più
grandi fallimenti. Il radiocollare costa 2.500 euro. Quelle riferite
da Fugatti sono bugie. La Giunta dimostra malavoglia nell’applicare
sistemi innovativi come questi radiocollari almeno su orsi
particolarmente pericolosi. Sull’orso della Val di Sole questo
sistema avrebbe fatto comodo. Gli unici che dormono in questo settore
siamo noi trentini. Quanto alla guardiania, un pastore ha osservato
che “se nel nostro territorio ci vogliono lupo e orso significa che
questo è opportuno, ma di voler custodire le pecore e non il lupo.
Se li ha voluti la Provincia è lei che deve badarci come io bado
alle pecore”. Questo pastore – ha evidenziato il consigliere –
si è però preso i pastori maremmani, il doppio recinto, i cavi di
acciaio e custodiscono i lupi della Provincia.