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22/06/2021 - In aula o in commissione

Tutte le interrogazioni a (mancata) risposta scritta discusse oggi in aula

Nella seduta straordinaria del Consiglio provinciale

Tutte le interrogazioni a (mancata) risposta scritta discusse oggi in aula

In allegato, i testi esaminati

Tutte le interrogazioni a (mancata) risposta scritta discusse oggi in aula
​Dopo l'approvazione del ddl 102 il Consiglio provinciale ha discusso le interrogazioni portate in aula perché non avevano ottenuto la risposta scritta chiesta alla Giunta.


Interrogazione 188 di Filippo Degasperi (Onda Civica) sull’assetto organizzativo e del personale dell’U.O. di ostetricia e ginecologia dell’ospedale S. Chiara.

Nove le domande del consigliere: 1. quanti medici si sono dimessi dall'U.O. di Ginecologia ed Ostetricia dell'Ospedale Santa Chiara o si sono trasferiti negli anni 2016, 2017 e 2018; 2. se i posti vacanti siano stati coperti, entro quanto tempo e con quali modalità concorsuali; 3. se i medici abbiano usufruito, come da contratto e da norme europee, di ferie e di riposi maturati negli anni 2016, 2017 e 2018, dettagliando per ciascun medico in servizio le eventuali ferie non godute; 4. se sia stata utilizzata la procedura della libera professione, POA o altre tipologie per ricoprire le esigenze della turnistica medica ed in caso affermativo per quante volte negli anni 2016, 2017 e 2018;

5. se corrisponde al vero che un medico dell'U.O. di Ostetricia e Ginecologia di Trento è stato  licenziato dall'APSS, in caso positivo con quali motivazioni, se successivamente sia stato riassunto ed eventualmente destinato ad altro reparto e con quali motivazioni; 6. se il dottor Bordon abbia avuto un colloquio con il presidente dell'Ordine dei medici in merito alla situazione dell’U.O. di Ginecologia ed Ostetricia di Trento; 7. in caso di risposta affermativa al punto 6., quali verifiche ha effettuato l’APSS e con quali riscontri;

La risposta. L’assessora Segnana ha risposto che 13 sono stati le cessazioni di medici nel reparto di ginecologia; il personale medico è stato reintegrato con 3 concorsi; nel 2012 si è verificato un mancato superamento del periodo prova di una dottoressa, impugnato dall’interessata e nel 2015 si è arrivati a una transazione anche se la professionista ha trovato occupazione in altra realtà. Per quanto riguarda Bordon l’assessora non ha fornito risposte perché non è più alla guida dell’Apss.

La replica. Risposta molto tecnica, ha detto il consigliere di Onda Civica, che arriva dopo due anni e mezzo e che elude le responsabilità gestionali del reparto. Alla domanda più interessante quella sulle verifiche dell’Azienda non è stata data risposta perché non c’è più Bordon. Verifiche, ha aggiunto Degasperi, che se l’Azienda avesse fatto quando le era stato suggerito da un’interrogazione forse le cose sarebbero andare in modo diverso e il Trentino non sarebbe di nuovo salito, negativamente, agli onori della cronaca. La Giunta continua far finta di nulla, ha concluso, purtroppo quello che sta scritto nelle interrogazioni si verifica puntualmente nel disinteresse della Giunta e dell’Azienda. Se l’assessora, oltre all’Apss, avesse fatto il suo dovere le cose sarebbero andate in modo diverso.


Interrogazione 990 di Claudio Cia (FdI) sulle iniziative per il recupero e la riqualificazione dell’ex Hotel Panorama di Sardagna.

Sull’ex Hotel Panorama di Sardagna, imponente struttura di proprietà della Provincia che vanta la più bella vista sulla città di Trento, Cia ha chiesto alla Giunta se e quando sarà pubblicato un bando per il recupero e la riqualificazione dell’ex Hotel Panorama di Sardagna.

La risposta. Per quanto riguarda l’ex Panorama, ha risposto Fugatti, in epoca pre Covid, nel 2019 si era avviata un’ interlocuzione con un privato che aveva mostrato interesse per il recupero turistico ricettivo dell’immobile. L’iter che avrebbe condotto a un bando per la concessione non ha avuto seguito a causa dell’epidemia e della sofferenza che interessa da anni il mercato alberghiero. Insomma, ha detto il presidente della Giunta, per quanto è accaduto non si è fatto il bando. La Pat comunque valuterà l‘inserimento dell’immobile nelle permute degli immobili pubblici previsti dalla legge.

La replica. Cia ha detto di sperare che il bando venga pubblicato prossimamente anche perché il Panorama presenta dei costi pesanti anche se chiuso: nel 2013 – 2014 sono stati spesi più di 56 mila euro di utenze. Dal 2014 al 2018 i costi di manutenzione e utenza sono arrivati 95 mila euro. Quindi, sommando tutto, più di 160 mila euro. Quindi, ha concluso Cia, questa struttura va ceduta anche per eliminare questi coni fissi e inutili.


Interrogazione 1190 di Giorgio Tonini (Pd) sulla realizzazione della variante di Cles.

Nonostante ripetute interrogazioni ancora senza risposta e i numerosi solleciti, nulla risulta in merito all’avvio dei lavori per la variante di Cles, opera attesa da oltre 20 anni, per la quale l’importo dell’appalto aggiudicato nel 2013 ammonta a quasi 40 milioni di euro e che dovrebbe vedere lavori in fase di avanzata realizzazione per togliere il traffico soprattutto pesante dal centro urbano. Per questo Tonini ha chiesto alla Giunta se l’opera sia integralmente finanziata, se i lavori siano già stati assegnati, quando inizieranno, se vi siano impedimenti all’avvio dei lavori, qual è la situazione allo stato attuale; e in caso di impedimenti all’avvio dei lavori cosa sta facendo la Giunta per risolverli.

La risposta. Il presidente ha riposto affermando che l’opera è finanziata per più di 56 milioni, la gara è stata vinta da un’associazione temporanea d’impresa e l’inizio dei inizia lavori sono previsti per la fine 2021 inizio 2022 anche perché non ci sono impedimenti all’avvio del cantiere.

La replica. Soddisfatto il consigliere Tonini.


Interrogazione 2285 di Paolo Zanella (Futura) sulla costituzione e convocazione della Commissione provinciale Aids.

Zanella ha chiesto perché si sia dichiarato in una risposta a un’interrogazione che la Commissione provinciale Aids è stata istituita a fine 2019, quando invece l’istituzione risale al 21 dicembre 2018, perché non si sia stata convocata nel corso del 2019, anno durante il quale la pandemia non era ancora in atto, e se non si ritenga utile convocarla in tempi brevi anche con strumenti telematici per dare maggiore incisività alla politiche preventive dell’HIV che rappresenta ancora un grave problema sanitario. Tra, l’altro i casi nel 2020 sono stati i 14 casi rispetto ai 30 degli anni prima. Un dato che potrebbe essere anche letto negativamente perché causato da un minor controllo causato dall’emergenza Covid. Zanella ha ricordato che sono stat 282 le infezioni negli ultimi 10 anni, molte di queste diagnosticate già in fase di Aids

La risposta. L’assessora Segnana ha risposto affermando che effettivamente la Commissione è stata istituita il 21 dicembre, la data di fine 2019 è stato un errore materiale. Nel 2019 si è fatto da parte dell’Apss un quadro per migliorare la risposta nei confronti dell’Hiv e il documento è stato mandato alla Commissione il 20 maggio 2020, in piena pandemia. La Commissione, ha concluso l’assessora, sarà convocata a breve.

La replica. Il consigliere ha ricordato l’importanza dell’educazione alla sessualità e alla consapevolezza della presenza dell’Hiv. Servirebbe poi una strategia anche nei confronti dei tossicodipendenti, magari con la distribuzione gratuita delle siringhe. Importante sarebbe formare i medici di base su questa infezione. Inoltre, ha concluso Zanella, va fatta informazione per evitare lo stigma nei confronti dei sieropositivi e andare invece verso la siero consapevolezza.


Interrogazione 2387 di Ugo Rossi (Misto–Azione) sul rinnovo contrattuale del pubblico impiego trentino.

Rossi ricorda che con il protocollo firmato il 13 gennaio 2020 la Provincia si impegnava a prevedere, nei ddl di stabilità e di assestamento approvati nel 2020 e nel 2021, lo stanziamento di risorse per aumenti contrattuali complessivi per circa 67.000.000 di euro da destinare a tutto il comparto pubblico provinciale. Ad oggi, osserva però Rossi, l’esecutivo non solo non ha poi previsto alcun stanziamento per rinnovi nella legge di stabilità 2021, ma ha cancellato i primi 20 milioni, già stanziati con la finanziaria provinciale 2020 per il rinnovo dei contratti pubblici. Dopo un incontro con le organizzazioni sindacali il giorno 21 ottobre 2020 il Presidente Fugatti confermava la volontà di onorare gli impegni assunti, ma fino a oggi il Trentino non ha un euro stanziato a bilancio per il rinnovo dei contratti pubblici (lo ha fatto sia lo Stato che l'Alto Adige) e nessuna interlocuzione poi è intervenuta con le organizzazioni sindacali. Per questo il consigliere ha chiesto al presidente della Giunta sia il governo provinciale abbia intenzione del governo provinciale onorare gli impegni assunti con il protocollo del 13 gennaio 2020 e con quanto successivamente dichiarato, se sì come intenda procedere e con quali modalità e tempi intenda stanziare le risorse necessarie, e infine se intenda riprendere il confronto con le organizzazioni sindacali.

La risposta. Il presidente Fugatti ha risposto che il rinnovo dei contratti collettivi potrà essere affrontato quando Pat avrà un quadro più chiaro sul bilancio soprattutto nel rapporto finanziario col Governo. Fugatti ha poi ricordato che il contratto è stato rinnovato nel 2016 ed che era scaduto da 8 anni. Insomma, ha concluso, c’è incertezza e questa condiziona anche i rapporto con le organizzazioni sindacali.

La replica. Rossi ha detto che Fugatti non ha risposto e comunque la finanza pubblica Pat sta a dimostrare che lo Stato ha sanato i mancati gettiti e quindi questa Giunta sta meglio finanziariamente delle Giunte precedenti. I contratti, ha ricordato l’ex presidente della Pat, sono stati fermi per otto anni per norma nazionale e europea e dopo tre anni di governo non si può continuare a dare la colpa a chi c’era prima. Rossi ha invitato Fugatti a dire chiaramente, anche ai sindacati, che il rinnovo dei contratti non è per lui prioritario rispetto agli investimenti. Invece di appellarsi all’incertezza nei rapporti con Roma, anche perché non fa onore ad una provincia autonoma dire che si aspettano i soldi dallo Stato. Almeno che i motivi del no al rinnovo non stiano nella volontà di blandire chi ritiene che i lavoratori pubblici per definizione non lavorano.


Interrogazione 2568 di Vanessa Masè (Civica). Qual è la mappa delle scuole d’infanzia e dei nidi?

La consigliera ha chiesto di conoscere la mappatura dei servizi per l’infanzia; le scuole per l’infanzia suddivise tra provinciali e equiparate, la suddivisione dei nidi tra gestione diretta e indiretta; i servizi conciliativi e Tagasmutter, i nidi aziendali. Inoltre, Vanessa Masè ha chiesto di conoscere il numero di frequentanti nell’ultimo triennio nei nidi, nelle scuole per l’infanzia e strutture conciliative; il rapporto tra frequentanti e nuovi nati nel 218 – 2020 e se esistono realtà paragonabili ai “poli per l’infanzia”.

La risposta. Bisesti ha risposto consegnando alla consigliera della Civica i numeri richiesti. Il calo degli iscritti nella scuola per l’infanzia è noto, ha detto l’assessore, e si è passati dai circa 14.800 ai circa 13.300 nel 2021 a causa del calo demografico. Pur con cinquecento bimbi in meno, si è scelto di mantenere gli investimenti e rimane l’obiettivo del 33% di coperture del servizio.

La replica. Masè ha sottolineato l’importanza della scelta della Giunta di mantenere le sezioni (malgrado gli alti costi, circa 200 mila euro a sezione) nonostante il calo di iscritti. Le politiche di investimento sull’infanzia sono fondamentali, ha ricordato, anche per contenere il calo delle nascite.



Interrogazione 2550 di Paolo Zanella (Futura). Not, il progetto è congruente al disciplinare di gara?

Il consigliere di Futura ha chiesto se a gennaio sia giunta agli uffici Pat una nota che evidenziava l’incongruenza tra il disciplinare di gara e il progetto vincitore del nuovo ospedale; se a questa nota sia stata data risposta; quali siano i progetti di miglioramento del progetto in fase esecutiva, visto che sono passati 5 anni dalla nuova gara, anche a fronte dell’apertura della Facoltà di medicina, della necessità di riorganizzare la rete ospedaliera e il sistema sanitario.

La risposta. Il presidente della Giunta ha affermato che sulle tempistiche del Not non ritiene di intervenire perché ci sono accertamenti giudiziari in corso. Quando sarà concluso questo complesso iter giudiziario la Giunta fornirà le informazioni richieste.

La replica. Risposta laconica, ha ribattuto l’esponente di Futura, e che non entra, come spesso accade, nei fatti. Ma c’è una richiesta di informativa in Aula, ha ricordato Zanella, su un appalto da un miliardo sul quale non si vuole discutere. Con questa risposta, ha concluso, la Giunta afferma in sostanza che i cittadini non hanno il diritto di sapere se chi ha vinto la gara era titolato a vincere.



Interrogazione 2570 di Pietro De Godenz (UpT). Mutui, la Giunta chiederà una proroga delle moratorie?

Il consigliere dell’Upt ha chiesto se la Giunta intenda accogliere l’appello dei rappresentanti delle attività economiche trentine ad attivarsi col Governo perché vengano prorogati i termini di scadenza delle moratorie sui mutui.

La risposta. L’assessore Gottardi ha affermato che appare scontata l’estensione della proroga delle moratorie da parte della Giunta ma la Giunta si impegna a fare pressioni affinché la proroga divenga realtà.

La replica. Impegno importante per De Godenz perché lo spostamento delle moratorie sui mutui a fine anno o, meglio, a marzo, è importantissimo per rilanciare il turismo.


​Interrogazione 2580 di Sara Ferrari (Pd) Marini (5 Stelle) Zanella (Futura). La Pat ha avviato i controlli sulla situazione dei drivers?

La consigliera del Pd, ricordando la situazione di estrema difficoltà dei lavoratori, i cosiddetti drivers, di una ditta trentina resa nota dal sindacato di Base nelle scorse settimane, ha chiesto se la Giunta abbia attivato tutti gli strumenti di controllo dell’Ispettorato del lavoro e le Uopsal; cosa intenda fare se le condizioni di lavoro venissero confermate e se la ditta interessata abbia ricevuto qualche forma di sostegno dalla Pat.

La risposta. Il presidente Fugatti ha risposto che, solitamente, le verifiche nelle aziende vengono fatte su richiesta dei lavoratori e dei sindacati o da parte dalle forze di polizia o per iniziativa autonoma degli uffici preposti della Pat. In questo caso non ha agito su segnalazione ma la situazione è stata presa in carico dagli uffici ispettivi e l’Uopsal e con il coinvolgimento dei tecnici della Motorizzazione per il controllo delle condizioni dei furgoni. La visita a sorpresa in questo caso è stata svilita per l’esposizione mediatica che si è avuta. Negli ultimi anni, ha detto ancora Fugatti, il settore dell’autotrasporto è stato sottoposto a verifiche: 350 ditte controllate; per1800 autisti sono stati controllati i tempi di riposo per 180 mila giorni di lavoro. Trenta piccole aziende di trasporto sono state controllate per un totale di 200 lavoratori.

La replica. La capogruppo Pd ha detto che c’è il fatto positivo che la situazione è stata presa in carico e si farà un controllo in azienda nonostante sia venuta meno la sorpresa. Ma la questione denunciata dai lavoratori ha fatto scalpore in Trentino anche per ciò che riguarda la sicurezza stradale.


Interrogazione 2453 di Michele Dallapiccola (Patt). Quando le riunioni pubbliche sulla Valdastico?

Il consigliere del Patt ha chiesto alla Giunta quando abbia l’intenzione di dar vita ad una serie di riunioni pubbliche in Valsugana sui progetti per la statale e in particolare sui risvolti che avrà la Valdastico sulla viabilità e la vita valle.

La risposta. La Giunta attuale, ha detto Fugatti, continua a valutare l’uscita della Valdastico a Rovereto sud in confronto con le altre soluzioni che sono state elaborate, senza però attivare la valutazione ambientale strategica, nella scorsa legislatura. Questo iter sarà l’occasione di discutere tutte le soluzioni.

La replica. Il consigliere Patt ha affermato che la valutazione sulla soluzione dalla Valsugana doveva farla la Giunta attuale. Insomma, secondo Dallapiccola, quella di Fugatti è stata una non risposta. E l’atteggiamento è quello, ormai consolidato, del rimpallo col passato.


Interrogazione 717 di Alex Marini (Misto 5 Stelle) sulla diffusione della conoscenza sul ruolo svolto dall'Osservatorio sulla mobilità sostenibile.

Marini ha chiesto alla Giunta se intenda mettere in campo iniziative per assicurare la massima diffusione sul ruolo svolto dall’Osservatorio sulla mobilità sostenibile, anche attraverso campagne promozionali nei luoghi di transito dei mezzi di TPL, affinché i fini relativi alla legge della mobilità sostenibile siano perseguiti come maggiore efficacia; e se intenda creare una pagina web dell’Osservatorio sulla mobilità sostenibile a cui collegarsi tramite un link diretto dai siti istituzionale della Giunta provinciale e del Consiglio, dove siano illustrate le funzioni attribuite all’Osservatorio, le modalità per richiedere un parere dello stesso e dove sia possibile pubblicare i verbali delle riunioni, le relazioni e i documenti di indirizzo prodotti da quest’organo.

La risposta. Il presidente Fugatti ha preannunciato modalità di informazione sui compiti dell’Osservatorio che peraltro già coinvolge tutti i soggetti interessati.

La replica. Marini ha replicato ribadendo che pochissimi conoscono l’esistenza e le funzioni dell’Osservatorio sulla modalità sostenibile. Considerate le ingenti risorse di cui la Provincia disporrà con il al Recovery Fund, l’Osservatorio potrebbe fungere da strumento informativo tra i cittadini e gli importanti progetti infrastrutturali per il trasporto già prefigurati in tutto il Trentino sia su strada che su rotaia. Questo perché i cittadini possano formarsi un’opinione su questi interventi concretizzando i principi della trasparenza e della democrazia. Diversamente si rischierà di costruire opere pubbliche che non rispondano alle esigenze della popolazione e del territorio.


Interrogazione 1023 di Filippo Degasperi (Onda Civica) sull’immobile di Trentino Digitale spa sito in Via Pedrotti e rispetto della normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e sul superamento delle barriere architettoniche.

Sull’utilizzo degli spazi dell’immobile proprietà di Trentino Digitale spa sito in via Pedrotti (Trento) in uso anche alla Centrale operativa del 118, con un verbale del 30 marzo 2019 il Settore Ispezione Lavoro della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Trento aveva rilevato una serie di inadempienze sul fronte del rispetto della disciplina per il superamento delle barriere architettoniche. Situazione analoga caratterizza l’immobile di via Gilli in cui ha sede la società ma che è di proprietà di terzi. Al datore di lavoro (Trentino digitale spa) era stato quindi assegnato il termine del 30 settembre 2019 per regolarizzare la situazione. Il documento segnalava poi che con apposito atto sarebbe stato comunicato l’ammontare delle contravvenzioni conseguenti. Per questo Degasperi ha chiesto al presidente della Provincia su chi ricade la responsabilità delle inosservanze individuate nel verbale citato, a chi compete la vigilanza sul rispetto delle norme citate in premessa, se Trentino digitale spa ha provveduto all’adempimento delle prescrizioni nel termine indicato ed eventualmente con quali costi, l’ammontare delle contravvenzioni conseguenti agli inadempimenti rilevati nel verbale citato, il costo complessivo della ristrutturazione 2010–2014 dell’immobile di via Pedrotti di proprietà di Trentino digitale spa, e infine se l’ammontare delle contravvenzioni comprenda anche gli oneri conseguenti al rispetto delle prescrizioni delle norme sulla sicurezza dei luoghi di lavoro e le barriere architettoniche. Degasperi ha precisato che la responsabilità degli errori progettuali o delle inadempienze a monte da individuare, al di là del datore di lavoro, è di chi ha provveduto alla ristrutturazione senza tener conto delle prescrizioni sulle barriere architettoniche, quindi i professionisti che hanno verificato il progetto.

La risposta. L’assessore Spinelli ha ricordato che per legge la responsabilità di queste inosservanze è del datore del lavoro per la sicurezza. Responsabilità rilevata e sanzionata al momento dell’accertamento delle inosservanze. Trentino Digitale (TD) ha attivato le iniziative necessarie ad ottemperare a tutte le contestazioni formulate dall’organo ispettivo incaricato delle verifiche. Considerata la complessità degli interventi richiesti e per rispettare quanto previsto dalla normativa, TD ha formulato due richieste di proroga della scadenza assegnata per gli adempimenti prescritti. Richieste accolte dalla Procura vista la situazione emergenziale legata alla pandemia. Il termine assegnato dalla Procura per completare gli adeguamenti prescritti era stato fissato da ultimo al 30 settembre 2020. Gli oneri dei lavori per garantire il rispetto delle prescrizioni impartite, sono stati assunti da TD per la sede di via Gilli. Per la quota parte degli interventi di competenza sono stati invece a carico della società Argo srl in quanto proprietaria dell’immobile dato in locazione. Spinelli ha poi informato che il costo complessivo della ristrutturazione 2010-2014 dell’immobile di via Pedrotti, come risultante dal certificato di collaudo del 13 agosto 2015, è stato di 6. 731.287,39 euro. Su questo importo finale è stato a suo tempo sospeso il pagamento del credito a saldo finale pari a 172.639,72 euro, in considerazione di irregolarità e vizi emersi nel periodo immediatamente successivo.

La replica. Degasperi ha giudicato “frettolosa” la risposta dell’assessore perché non indica chi ha sottoscritto il certificato di collaudo del 13 agosto 2015. Qualcuno ha sottoscritto quella certificazione contestata quattro anni dopo perché la ristrutturazione non rispettava le norme sulle barriere architettoniche. Ecco chi bisogna andare a cercare in termini di responsabilità. Non si capisce poi se nel costo della ristrutturazione dell’immobile per oltre 6,7 milioni di euro vi sono anche quelli a carico del proprietario costretto ad adeguare l’immobile alle leggi. Insomma, chi certifica che un’opera pubblica è collaudata e poi emerge che così non è, deve rispondere del danno arrecato.


Interrogazione 2180 di Olivi (Pd) sull’iter di approvazione del regolamento di gestione delle cave di proprietà frazionale e coinvolgimento delle Asuc.

Il consigliere ha chiesto per quali motivi l’iter di approvazione del regolamento di gestione delle cave di proprietà frazionale è bloccato da ottobre 2018, e quali sono stati nel corso degli ultimi due anni i confronti tra l’attuale Esecutivo, i Comuni e le Asuc per l’attuazione della disciplina che prevede obbligatoriamente il coinvolgimento delle amministrazioni separate di uso civico nel procedimento di concessione delle aree estrattive. Per la prima volta con legge del 2017 è stata riconosciuta alle Asuc la titolarità di soggetti che partecipano alla pianificazione ed esercitano le funzioni fino a quel momento esercitate dai Comuni, rilasciando quindi le concessioni ai soggetti che ne fanno richiesta e ne hanno diritto.

La risposta. L’assessore Spinelli ha precisato che occorre tener conto che in seguito alla riforma della disciplina nazionale sulle Asuc cui è riconosciuta personalità giuridica e autonomia statutaria, il recepimento era previsto nel 2018 in Provincia ma non è andato avanti. La comunicazione sia con i Comuni che con le Asuc non è però venuta meno e si è ripresa la procedura per arrivare al regolamento. Il regolamento ad oggi è pronto per la preadozione in Giunta. L’approvazione da parte dell’esecutivo potrà avvenire solo previa intersa con il Consiglio delle autonomie locali e con l’associazione delle le stesse Asuc. In un recente incontro citato da Spinelli, si è cercato di andare sulla strada di una soluzione per arrivare con le Asuc ad una nuova norma che riequilibri il rapporto con i Comuni visto il peso amministrativo legato alle tante incombenze che la legge atribuisce a loro.

La replica. Risposta insoddisfacente per Olivi, perché se si è stati fremi 3 anni per comprendere se la normativa nazionale dovesse essere recepita in quella provinciale, vuol dire che le Asuc non erano soddisfatte. Olivi ha osservato che evidentemente le Asuc sono preoccupate delle incombenze amministrative e organizzative conseguenti alla titolarità amministrativa assegnata ad esse dalla legge. Per superare questo timote si poteva per Olivi realizzare una convenzione con i Comuni che assicurasse alle Asuc un riconoscimento economico derivante dall’assunzione di queste competenze che ad oggi non sono in grado di esercitare. Un anno fa la Giunta aveva dichiarato che il regolamento era pronto e che la sua approvazione era questione di qualche settimana. Ora si apprende che il regolamento è pronto ma manca l’intesa con i Comuni e le Asuc. Addossare alle Asuc la responsabilità di questa situazione, ha concluso Olivi, “sa tanto di una scusa poco plausibile”.


Interrogazione 2359 di Pietro de Godenz (UPT) sulla realizzazione di un collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo.

Il consigliere ha chiesto alla Giunta se siano stati fatti concreti passi avanti per lo sviluppo progettuale di un collegamento funzionale del Trentino con l’aeroporto Catullo, che preveda la realizzazione di una apposita linea ferroviaria o la modifica dall’attuale, e di una stazione dedicata, e se la intenda insistere, in alternativa, per la realizzazione di un collegamento tramite treno o metro di superficie tra l’aeroporto Catullo e la stazione Verona Dossobuono sulla linea Verona-Mantova-Modena.

La risposta. Il presidente Fugatti ha ricordato che nel giugno 2019 si registravano in media circa 60 voli tra arrivi e partenze (30 e 30). La clientela che arriva al Catullo necessiterebbe di treni dedicati o di Frecce. Il presidente ha presentato le due ipotesi di intervento che si potrebbero prendere in considerazione. La prima ipotesi di collegamento Catullo Dossobuono prevede un’opera da realizzazione in territorio veneto, tipo scala mobile o altro per coprire la distanza di circa 1 km tra aeroporto e stazione di Dossobuono. L’opera consentirebbe nel periodo delle Olimpiadi (ed eventualmente anche poi in periodo di afflusso turistico) di potenziare il servizio ferroviario tra Dossobuono e la nostra Regione, con collegamenti ad hoc. La seconda ipotesi riguarda il collegamento Catullo – Stazione di Porta Nuova tipo people move o tram. L’opera in vista del periodo delle Olimpiadi invernali del 2026 – ha concluso – consentirebbe di sviluppare il servizio ferroviario tra Dossobuono e la nostra regione. In ogni caso – ha ricordato Fugatti – la soluzione ideale, che si potrà adottare solo con una forte concertazione tra Catullo e imprese, dovrebbe consistere in un sistema di prenotazione integrato che comprenda treno, aereo e shuttle già esistente e da potenziare, eventualmente implementato da una convenzione con taxi.

La replica. De Godenz ha rilevato che sul piano delle analisi, stando alla risposta del presidente pare di essere ancora al punto di partenza: non si capisce se vi siano studi veri. Certo, il sistema shuttle può essere incrementato – ha osservato – ma non è certo questa la soluzione definitiva che gli operatori del Trentino chiedono. La loro proposta è piuttosto di un chilometro di metropolitana che colleghi il Catullo con la stazione di Dossobuono da cui transitano anche le Frecce dirette a Milano. Indubbiamente servirebbero anche treni dedicati, ma sull’ipotesi metropolitana, per De Godenz, la Provincia dovrebbe convincere sia gli interlocutori veronesi che quelli romani.


Interrogazione 2446 di Lucia Coppola (Europa Verde). La Pat intende valorizzare l’ostello di Trento?

La consigliera di Europa Verde ha chiesto come si intende valorizzare l’Ostello di Trento; se si ritenga che, anche in tempo di Covid, questa struttura possa essere sostenuta con opportuni ristori; se la Giunta intenda interloquire con il Comune sul futuro di questa struttura; se sia pensabile riconvertire l’Ostello per l’accoglienza nei periodi critici; se, finita l’emergenza, non si ritenga di dare la giusta importanza alla struttura dell’ostello Giovane Europa, vicina alle stazioni di Trento e al centro storico.

La risposta. L’assessore Gottardi ha ricordato che nel periodo Covid le misure messe in atto sono state previste dai decreti nazionali, mentre la Provincia è intervenuta con la legge provinciale 7 del 2021 da poco approvata e ora in fase attuativa, affiancandosi alle iniziative statali. Quanto alle possibilità di impiego della struttura durante il periodo Covid, la Provincia è intervenuta nei limiti delle sue possibilità. Quanto alle altre domande oggetto dell’interrogazione, Gottardi ha segnalato che la responsabilità degli interventi è del Comune di Trento, anche per quanto riguarda la valorizzazione dell’Ostello Giovane Europa. Dal canto suo – ha concluso – la Giunta provinciale verificherà in che modo potrà affiancare il Comune negli interventi.

La replica. Coppola ha manifestato fiducia nella disponibilità della Provincia ad attivarsi a fianco del Comune di Trento, anche per quanto riguarda il problema dei senza fissa dimora.


Interrogazione 2547 di Luca Guglielmi. Alla Provincia di Bolzano 140 euro al minuto per l’elicottero dell’Aiut alpin?

Il consigliere della Lista Fassa ha chiesto alla Giunta se corrisponda al vero che la Pat paghi alla Provincia di Bolzano 140 euro al minuto per il servizio di elisoccorso in Val di Fassa dell’Aiut Alpin Dolomites a fronte dei 62,48 euro riconosciuti all’associazione di soccorso.

La risposta. Il presidente Fugatti ha segnalato all’associazione Aiut Alpin Dolomites e all’Azienda sanitaria di Bolzano risulta applicata la tariffazione di 62,42 euro al minuto di volo per gli interventi di elisoccorso forniti da quest’associazione. Nel caso in cui l’intervento dell’elicottero sanitario di Aiut Alpin sia svolto nel territorio del Trentino per soccorrere persone residenti nella nostra provincia, l’Azienda sanitaria di Bolzano applica all’Apss la tariffa di compensazione “di mobilità interregionale e internazionale” di 140 euro al minuto. Dal canto suo anche l’Apss imputa, sempre per compensazione economica “di mobilità”, la tariffa di 140 euro al minuto di volo come costo di ogni intervento di elisoccorso che implichi un trasporto in ospedale condotto con elicotteri del Nucleo provinciale sia in favore di persone non residenti in Trentino ma presenti nel nostro territorio sia fuori provincia.

La replica. Guglielmi ha ricordato che l’intervento in Trentino dell’Aiut Alpin Dolomites si è verificato in soli tre casi. E ha aggiunto che la Val di Fassa spinge perché si arrivi ad una convenzione con questa associazione in modo da ridurre il costo a carico della Provincia di Trento per riuscire a risparmiare sulla tariffa per ogni minuto di volo. Questo valorizzerebbe anche i volontari trentini che operano in questa associazione altoatesina di soccorso che, quindi, costituisce un’eccellenza non solo della provincia di Bolzano, perché vi è anche un po’ di Trentino al suo interno. In Alto Adige – ha concluso Guglielmi – gli elicotteri non sono concentrati in un solo punto come nel Trentino, ma risultano dislocati in modo tale da ridurre i tempi di intervento.


Interrogazione 2542 di Paola Demagri e Michele Dallapiccola (Patt). Pieve Tesino, il distretto produttivo si farà?

Al posto della collega, assente, a presentare l’interrogazione è stato il secondo firmatario Michele . Il consigliere ha chiesto alla Giunta se il progetto per il nuovo distretto produttivo di Pieve Tesino è ancora operativo; e se la Provincia prevede di acquisire l’immobile ex Bailo o se l’investimento verrà fatto sul terreno privato; ha chiesto infine se l’intenzione è di progettare la variante del Tesino per facilitare le imprese che si insidieranno nell’area.

La risposta. L’assessore Spinelli ha risposto ai primi due punti sul progetto di distretto del Tesino promosso da Trentino Sviluppo (TS) per il recupero del compendio ex Bailo e l’avvio di un condominio produttivo artigianale, non ha riscontrato sufficienti interessamenti in una prima fase, per poter costruire come avvenuto a Malè con l’Innovation Centre nella ex Lowara una progettualità una progettualità concreta e plurale. C’è da dire he nonostante l’intervento promozionale di TS l’avviso è stato travolto dal periodo Covid nella prima fase di lockdown con tutte le conseguenze del caso sulle proiezioni di futuro. Di conseguenza la Giunta non ha proceduto a finanziare l’intervento con l’acquisto dell’immobile privato e oneri di urbanizzazione. Resta aperta tuttavia per la Giunta la disponibilità ad effettuare un secondo tentativo mirato a favorire al territorio del Tesino un compendio unitario di servizi a sostegno dell’artigianato e della piccola industria. Spinelli ha proseguito ricordando che il piano di investimenti 2014-2018 della precedente Giunta provinciale propose per la costruzione della variante di Strigno sulla strada provinciael 78 del Tesino la revoca del finanziamento dello stesso progetto dai propri strumenti di programmazione per l’importo complessivo di 48 milioni di euro.

La replica. Dallapiccola ha ribattuto che la risposta dell’assessore evidenzia la volontà di non prevedere alcun progetto di distretto produttivo per il Tesino, causa mancanza di risorse provinciali. Questo impedisce alla Giunta di impegnarsi anche per la variante del Tesino, sulla quale la Provincia brancola nel buio. L’ex azienda in questo territorio destinato a rimanere solo agricolo, resterà la “Bailo addormentata nel bosco”.


Interrogazione 2569 di Luca Zeni (Pd). Ospedale di Cavalese, perché si sceglie il project financing?

Il consigliere del Pd ha chiesto al presidente della Giunta come spiega che nel gennaio 2020 lo stesso capo dell’esecutivo abbia ipotizzato con il sindaco di Cavalese e il presidente della Comunità di prevedere la costruzione di un nuovo ospedale a Masi di Cavalese e che alcuni dirigenti provinciali abbiano fatto lo stesso con lo Scario e il fatto che un’impresa privata abbia presentato una proposta di progetto di project financing proprio in quell’area che la pianificazione provinciale destina a zona agricola di pregio. Zeni ha chiesto inoltre se la scelta di togliere dal bilancio Pat il nuovo ospedale di Cavalese secondo il progetto approvato sia legata alla decisione, mai resa pubblica peraltro, per realizzarlo in project financing. L’esponente dem ha chiesto infine come si concilia questa scelta con l’articolo 28 della legge provinciale di recepimento delle direttive europee in materia di contratti pubblici.

La risposta. Il presidente Fugatti ha ricordato che l’intervento per l’ospedale di Cavalese è previsto dal 2019 per un importo complessivo di 36 milioni e 600 mila euro. Quanto alla proposta presentata per la realizzazione di un nuovo nosocomio, Fugatti ha spiegato che vi è la necessità di verificare l’ammissibilità urbanistica del progetto con l’apposito nucleo. “Lei capisce – ha spiegato rivolto a Zeni – la delicatezza di un accesso agli atti come quello che chiede, perché su questo argomento il nucleo non si è ancora espresso”. Fugatti ha concluso precisando che per progetti come questo non sono ammesse proposte di partenariato se incompatibili con le previsioni del Pup, mentre permane l’obbligo della Valutazione di impatto ambientale.

La replica. Zeni ha ribattuto che il presidente non ha risposto alle sue specifiche domande riguardanti l’iter dell’opera. La programmazione del 2019 citata da Fugatti, contrasta infatti per Zeni con le ricostruzioni e le dichiarazioni dello stesso presidente della Giunta, dello Scario e del Sindaco di Cavalese. Zeni ha confermato che in base a queste dichiarazioni Fugatti avrebbe ipotizzato lo spostamento dell’ospedale a Masi di Cavalese. Circa la valutazione in corso sull’ammissibilità del progetto segnalata da Fugatti, per Zeni questo significa che un problema urbanistico effettivamente esiste, dal momento che l’area in questione ha destinazione agricola. Quanto all’accesso agli atti, il Consiglio di Stato è chiaro nel prevedere proprio in casi come questi in cui ci troviamo prima del bando di gara, il diritto di un consigliere ad avere accesso agli atti pur garantendo la riservatezza. Zeni ha concluso dicendo quindi di attendersi una risposta positiva alla sua domanda di accesso agli atti entro i termini previsti dal regolamento, per capire come la Giunta intende procedere.


Interrogazione 2575 di Michele Dallapiccola (Patt). Che fine ha fatto il progetto di radio controllo di lupi e orsi?

Il consigliere del Patt ha chiesto quali siano le intenzioni della Giunta riguardo al progetto di radio-controllo dei grandi carnivori. Un progetto avviato con la Fondazione Mach, in collaborazione con Unitn, Fbk e privati di cui non si sa più nulla dal 2018 e che è stato attuato in Veneto per il controllo del lupo.

La risposta. Il presidente Fugatti ha informato che l’applicazione dei radiocollari su orsi e lupi è considerata suggestiva ma di difficile concreta applicazione. L’esperienza condotta in Europa e in Trentino non hanno prodotto sistemi attivi di prevenzione a beneficio degli allevatori. Il contenimento dei danni dipendono dalla presenza del pastore, le protezioni elettrificati e i cani da guardiania. I radiocollari risultano molto costosi e dovrebbero essere applicati a molti grandi carnivori. Con i lupi è praticamente impossibile. Impensabile la prospettiva in termini di costi-benefici. Sussistono limiti tecnici che ne limitano l’utilizzo a regime come il numero assai ridotto di poligoni. Non v’è dubbio che la radiotelemetria satellitare con collari gps che la Provincia utilizza è uno strumento di supporto per la prevenzione dei danni sugli esemplari problematici. Anche questo monitoraggio intensivo presenta però limiti nel caso del lupo. Ferma restano l’attenzione per ogni soluzione innovativa, il Servizio faunistico è in contatto con altre realtà europee ed è opportuno garantire un controllo stabile per le attività di allevamento.

La replica. Dallapiccola ha replicato che la gestione dei grandi carnivori è per l’attuale Giunta unoo dei più grandi fallimenti. Il radiocollare costa 2.500 euro. Quelle riferite da Fugatti sono bugie. La Giunta dimostra malavoglia nell’applicare sistemi innovativi come questi radiocollari almeno su orsi particolarmente pericolosi. Sull’orso della Val di Sole questo sistema avrebbe fatto comodo. Gli unici che dormono in questo settore siamo noi trentini. Quanto alla guardiania, un pastore ha osservato che “se nel nostro territorio ci vogliono lupo e orso significa che questo è opportuno, ma di voler custodire le pecore e non il lupo. Se li ha voluti la Provincia è lei che deve badarci come io bado alle pecore”. Questo pastore – ha evidenziato il consigliere – si è però preso i pastori maremmani, il doppio recinto, i cavi di acciaio e custodiscono i lupi della Provincia.