A cinquant'anni dal secondo Statuto speciale una gara tra classi di scuole superiori
Il liceo delle scienze umane don Guetti di Tione vince la sfida tra studenti “A suon di parole” sull'autonomia
In allegato, alcune foto
Una sfida <A suon di
parole> sul tema dell’Autonomia, nell’anno del cinquantesimo
del Secondo Statuto, tra le due classi finaliste di questo torneo
dialettico inventato e coordinato dall’Iprase ormai undici anni fa:
la 4 A del liceo delle Scienze Umane don Guetti di Tione, che ha
vinto la gara, e la 3A del liceo “Steam International” di
Rovereto. Ma al di là delle classifiche, per quanto importanti,
l’incontro – scontro (verbale, ovviamente) che si è tenuto oggi
pomeriggio nell’emiciclo di piazza Dante ha avuto il grande merito
di dare speranza, anzi, la certezza, che il futuro del Trentino non
potrà che essere migliore. Una speranza che il Presidente del
Consiglio Walter Kaswalder, in chiusura di questa gara che ha visto,
disciplinatissimi, gli studenti delle due classi sfidarsi
dialetticamente (socraticamente ha ricordato il professor Paolo
Sommaggio dell’Università di Trento, con Chiara Tamanini
dell’Iprase, l’inventore di questa formula didattica), ha
espresso affermando: “Questa sera vado a casa rincuorato perché,
dopo aver sentito questi ragazzi, so che l’Autonomia è in buone
mani. Non si poteva iniziare meglio di così l’anno del
cinquantenario”. Una soddisfazione condivisa dal consigliere e
assessore regionale, Lorenzo Ossanna.Tutt’altro
che facili i due temi sui quali le due classi si sono date battaglia.
La classe 3 A dello “Steam” ha sfoderato il titolo: “L’Autonomia
del Trentino si fonda sulle radicate competenze di autogoverno del
proprio territorio”; la 4UA del Guetti su: “L’Autonomia del
Trentino si fonda sulla capacità di collaborare oltre i propri
confini con realtà territoriali e culturali diverse”.
Due
tesi difese con abilità dagli oratori delle due squadre. Primo
“assalto” quello di Michele del don Guetti che, ripercorrendo i
tratti salienti della storia trentina, ha messo in evidenza che
l’identità della nostra terra sta soprattutto nella secolare
collaborazione tra la cultura italiana e quella tedesca. Ne sarebbero
testimonianza figure come Bernardo Clesio, Cesare Battisti, Alcide
Degasperi. Benedetta dello “Steam” a ribattere che l’albero
autonomista ha dato i suoi grandi frutti perché ha le radici
piantate nelle, appunto, radicate competenze autonomiste. Eh no, ha
contrattaccato Giulia dell’istituto di Tione, le radici sono forti
sì, ma perché sono transnazionali e transregionali. Un esempio? La
contaminazione linguistica: in Trentino non c’è un dialetto eguale
all’altro, le inflessioni sono venete a est e sud, lombarde a sud
ovest. Ben quattrocento sono i termini di derivazione tedesca:
prosac, putela, sgnap. Se poi
andiamo in cucina troviamo i canederli, lo strudel
“todeschi” o i grostoi
di origine veneta. Stesso
discorso per il patrimonio artistico. Insomma, Autonomia significa
apertura e incontro. Giulia (“Steam”) ha puntato il dito
sull’individuo dicendo che Autonomia significa libertà come
responsabilità. Una scalata verso l’autodeterminazione. E Valeria
del Guetti a ribadire che la vita dei nostri istituti scientifici, a
partire dall’Università, stanno a testimoniare l’importanza
decisiva della collaborazione. Sì però, ha detto d’infilata
Daniele dello “Steam” un’identità è fatta anche di confini
che delimitano un territorio e che definiscono ciò
che siamo.
Alla
fase della tesi è seguita quella dell’antitesi vera e propria:
quella delle controdeduzioni. I ragazzi si sono riuniti per alcuni
minuti per studiare la strategia e quindi, di
nuovo in aula, Davide del
“Guetti” ha ribadito che la tesi dei “colleghi” oratori dello
“Steam”
è debole perché, lo ha dimostrato e dimostra il contatto con le
popolazioni sudtirolesi, non c’è Autonomia senza collaborazione.
Un confronto tra culture
che ha portato anche ottimi frutti economici
visto che il Trentino, nel
dopoguerra, è passato da terra sottosviluppata a
terra con i più alti standard europei. E Riccardo dello “Steam”:
no, la collaborazione è l’effetto dell’Autonomia non la
causa. Invece, ha aggiunto
Cristina delle Scienze Umane di Tione, è stata
la capacità di dialogo con
lo Stato e con la Ue ad
aver determinato la crescita. Infine, le ultime “bordate”
dialettiche sono state quelle di Sofia dello “Steam” la quale ha
ribadito che la nostre istituzioni autonome sono merito della nostra
tradizione e delle competenze di autogoverno; e quelle di Sara che ha
difeso i colori del Guetti affermando che se non ci fossero stati i
rapporti col mondo tedesco e con il resto d’Italia il Trentino non
sarebbe quello che è.
Un
confronto, quello che si è tenuto nell’emiciclo consiliare, bello,
vivace. Come ha ricordato il direttore del Museo Storico che è
andato a toccare le basi “costituenti” della nostra Autonomia.
Autonomia che va studiata
perché grazie a questa conquista il Trentino è passato dalla
povertà al benessere. Basti solo pensare che solo nel 1971, all’alba
del Secondo Statuto, l’emigrazione ha invertito la rotta.
Autonomia, ha ricordato il
Presidente della Giunta chiudendo il pomeriggio di scuola (di vera e
propria maieutica socratica, ha ricordato il prof. Sommaggio) che
nella crisi del Covid ha sofferto perché in nome dell’emergenza lo
Stato ha invaso spazi ormai tradizionalmente assegnati al nostro
autogoverno, come quello della scuola.
Difficile
il compito della Giuria che, come detto, ha assegnato la vittoria al
Don Guetti con 147 punti contro i 124 del liceo roveretano. Un premio
è stato assegnato anche ai migliori oratori: Giulia Carella e
Cristina Colizzolli del “Guetti” e Giulia Zucchelli dello
“Steam”. Premiati dal presidente dell’Iprase Renato Troncon i
rappresentanti di un gruppo di studenti del Sophie Sholl per la
competizione in inglese e del Rosmini di Rovereto per quella in
tedesco.