Giornale Online
13/05/2021 - In aula o in commissione
La II Commissione approva le delibere di Spinelli
Porfido, novità su marchio e legalità
Contrario Olivi: rompendo l’unicità della filiera produttiva si apre la strada all'illegalità
La II Commissione approva le delibere di Spinelli
Porfido, novità su marchio e legalità
Contrario Olivi: rompendo l’unicità della filiera produttiva si apre la strada all'illegalità
Le regole di funzionamento del
settore cave trentino approdano a un nuovo aggiornamento, dopo la
riforma del 2017. Oggi la II Commissione consiliare, presieduta da
Luca Guglielmi, ha dato via libera a due delibere con cui la
Giunta provinciale interviene sul marchio di qualità del porfido e
amplia poi (dal 20% al 40%) la quota di prodotto estratto che la
ditta cavatrice – purché certificata con marchio - potrà cedere
ad altre imprese per la seconda lavorazione.
L’assessore Achille
Spinelli è intervenuto per illustrare le novità. Il marchio di
certificazione non sarà più “del porfido e delle pietre
trentine”, ma “Trentino pietre”. Esso sarà concesso a fronte
tra l’altro di maggiori garanzie riguardo alla qualità dei
contratti di lavoro applicati agli addetti. Spinelli ha annunciato
poi regole antimafia più stringenti; e ha spiegato poi che Lona
Lases sottoscriverà un significativo patto di collaborazione con le
forze dell’ordine, per garantire una più attenta sorveglianza non
tanto del lavoro nelle cave, quanto sulla circolazione di persone e
di cose nel territorio. La legalità nelle attività estrattive viene
invece ancora affidata in toto ai servizi minerario e lavoro della
Pat, assieme ad Inps.
La delibera sul marchio è
stata approvata all’unanimità, la seconda invece ha registrato
l’astensione di Pietro De Godenz e Lorenzo Ossanna e il voto
contrario di Alessandro Olivi. Quest’ultimo – che promosse
(con Walter Viola) la riforma del 2017 – ha sottolineato che
si è passati “da una lastra a un cubetto”, nel senso che
l’esecutivo ha profondamente e positivamente modificato lo schema
di delibera ipotizzato un paio di mesi or sono. Resta la contrarietà
del consigliere per la scelta di massimizzare la quota prevista in
legge di prodotto cedibile a terzi: scelta prematura e quindi
inopportuna, perché – dice Olivi – è proprio quando si rompe
l’unicità della filiera produttiva che si creano i presupposti per
situazioni torbide o illegali.