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10/05/2021 - In aula o in commissione

La Consulta del sistema educativo denuncia: la Giunta non ci ascolta. Presto un incontro con Giovanni Kezich

Le audizioni della V Commissione su cultura, spettacolo, scuola e ricerca

La Consulta del sistema educativo denuncia: la Giunta non ci ascolta. Presto un incontro con Giovanni Kezich

In allegato, i testi e le consultazioni di oggi. Nella foto, il direttore del Museo di S. Michele

La Consulta del sistema educativo denuncia: la Giunta non ci ascolta. Presto un incontro con Giovanni Kezich
​​Nella prima parte della lunga seduta della Quinta commissione sono stati ascoltati i rappresentanti del mondo dello spettacolo dell’Agis triveneta che hanno chiesto un potenziamento del Fondo unico per lo spettacolo provinciale e la previsione dei ristori anche per il 2021. Seconda audizione quella del Consiglio del sistema educativo dal quale è emerso il disagio dei componenti di questo organismo consultivo che lamentano di non essere ascoltati dalla Giunta. Infine, Alessia Ambrosi, ha reso noto che il direttore del Museo di S.Michele, Kezich, ha chiesto di essere ascoltato in commissione. Verrà ascoltato sulla sua vicenda personale in seduta informale, mentre sulle prospettive del museo l’audizione avverrà in una seduta normale.


Il mondo dello spettacolo: mantenere i ristori anche nel 2022.


La seduta di questa mattina della Quinta commissione, presieduta da Alessia Ambrosi (Fdi), si è aperta con l’incontro con i rappresentanti dell’Unione interregionale triveneta Agis. Tema, la crisi del mondo dello spettacolo e del cinema causata dall’emergenza Covid.

Il presidente Franco Oss Noser ha aperto il suo intervento sul Fondo unico dello spettacolo provinciale (Fusp), un provvedimento molto positivo anche se, anche in questo caso, la pandemia ha scompaginato i piani. Il Fus nazionale, secondo la richiesta Agis nazionale,dovrebbe probabilmente prendere il via nel 2023 e la richiesta di Oss Noser è quella di allineare il Fondo locale con quello nazionale. C’è poi la questione della capienza finanziaria del Fusp che, ha detto il presidente Agis, dovrebbe essere riportato alle cifre del 2020. Altra richiesta è quella di comprendere nel Fondo per lo spettacolo anche il cinema.

Chiara Zanoni Zorzi, vicepresidente Haydn, ha detto che il primo triennio del Fusp è andato molto bene. Lo slittamento al 2023, per allineare il Fondo provinciale a quello nazionale, sarebbe una scelta positiva anche per sperimentare il suo allargamento al cinema e ai festival. Massimo Lazzeri, presidente del comparto cinema Agis, ha detto che l’entrata del settore nel Fondo potrebbe essere interessante soprattutto per la programmazione del cinema d’essai.

Sara Ferrari (Pd) ha chiesto al dirigente del Dipartimento cultura Claudio Martinelli se ritiene possibile introdurre l’aumento delle capacità finanziarie del Fondo già nella manovra in discussione da domani. Martinelli ha confermato che il Fondo per lo spettacolo ha la capienza del 2020 e ha ricordato che si sta lavorando, sui criteri, per portare tutti i settori dello spettacolo, compreso il cinema, nel Fondo. Difficile invece la proroga del triennio per allinealo a quello nazionale, perché ciò renderebbe difficile allargare il Fusp a tutti gli attori del settore. Oss Noser ha insistito sulla necessità di “sincronizzare” il triennio del Fondo nazionale e quello provinciale per permettere alle aziende di programmare con precisione. Riguardo al cinema, il presidente Agis triveneta, ha ricordato, anche attraverso il Fusp, che va recuperata la chiusura del cinema Astra e la sua programmazione di cinema di qualità.

Oss Noser si è soffermato infine sui ristori chiedendo alla Pat di prevederli anche per il 2022.


La Quinta commissione ascolterà informalmente Kezich.


Chiuso il confronto con i rappresentanti dello spettacolo, la presidente Ambrosi ha comunicato ai membri della Quinta che il direttore del Museo di S.Michele, Giovanni Kezich, ha chiesto di poter essere ascoltato dalla commissione sulle prospettive del Museo. Richiesta irrituale, secondo Alessia Ambrosi, e che riguarda anche un fatto personale. Quindi, ha proposto, in un primo momento, un confronto informale tra presidente e vice della Quinta con il direttore. Lucia Coppola (Misto – Europa Verde) ha detto che la questione non riguarda solo il direttore scientifico ma tutto il Museo. Quindi, ha chiesto che l’incontro, per quanto informale, venga esteso a tutti i componenti. Mara Dalzocchio (Lega) ha invece chiesto che il confronto si limiti alla presidente e alla vice. Sara Ferrari Pd ha detto che c’è la necessità di conoscere i motivi, l’eventuale programmazione che sta alla base di una scelta sul direttore di San Michele che può anche essere legittima. Per questo il confronto dovrebbe essere trasparente e con la presenza dell’assessore. Alla fine la presidente Ambrosi ha proposto di trattare in modo informale la questione privata di Kezich, mentre sulla questione delle prospettive del Museo si farà una seduta normale anche alla presenza del direttore.

Infine, si è andati al voto e la proposta di un incontro informale è passata con i sì di Ambrosi, Demagri (Patt), Ferrari e Coppola, l’astensione di Dalzocchio e Moranduzzo (Lega), e il no di Guglielmi (Lista Fassa). Sì anche alla seduta normale sulle linee guida del Museo degli usi e costumi con il sì di Ambrosi, Demagri, Ferrari e Coppola e l’astensione di Dalzocchio, Moranduzzo e Guglielmi. Mara Dalzocchio ha precisato di non essere contraria a discutere le linee del museo ma alla presenza del direttore uscente.


Il Consiglio del sistema educativo, siamo ridotti al mutismo e all’irrilevanza.


Seconda audizione, quella del Consiglio del sistema educativo provinciale. Il presidente Giovanni Ceschi​ ​ha ricordato che la richiesta dell’incontro con la commissione deriva dal disagio dei consiglieri, espresso in una mozione mandata a Fugatti e Bisesti, causato dal fatto che nessun parere, peraltro obbligatorio per legge, è stato richiesto a questo organismo dalla Giunta anche in presenza di una situazione di emergenza, così come non c’è stata risposta ai documenti trasmessi. In sostanza i consiglieri rilevano la loro irrilevanza, anche perché il Consiglio del sistema educativo si è trovato davanti a dati di fatto ed è stato quindi relegato al ruolo di mero luogo di dibattito. Ceschi ha chiesto che in una prossima revisione normativa vengano inserite norme chiare sul ruolo del Consiglio del sistema educativo provinciale. Inoltre, ha aggiunto, sul sito del Consiglio non è stato possibile pubblicare i verbali, secondo l’amministrazione provinciale, per motivi di privacy. Un fatto, secondo Ceschi, inconsistente, perché i verbali riguardano solo le valutazioni sulle scelte per il mondo della scuola. Insomma, ha detto ancora, il Consiglio è ridotto al mutismo e all’irrilevanza.

Nei fatti il Consiglio vorrebbe esprimere il suo parere sulle assunzioni, dei 45 milioni di euro stanziati da Bisesti, ha aggiunto Freschi​, ne sono stati spesi 15 milioni ma stando all’ultima delibera l’incremento del personale, per il prossimo anno scolastico, sembra essere tornato ai volumi pre pandemici. Il Consiglio, inoltre, ha espresso il suo dissenso per l’allungamento dell’anno scolastico delle scuole d’infanzia a luglio e c’è il timore che questa scelta, fatta nel nome dell’emergenza, diventi col prossimo anno normalità. Infine, Giovanni Ceschi ha detto che c’è la necessità di un informazione sulle vaccinazioni per gli insegnanti, interrotte a metà di aprile, e sugli esami di fine corso della formazione professionale.

Il vicepresidente Maurizio Freschi ha affermato che sulla riapertura totale, dopo metà mese, delle scuole ci si chiede come si potranno garantire i trasporti al 50% e ha espresso il timore che gli studenti diventino, come è accaduto a novembre, il “capro espiatorio” per tornare alla zona arancione. Quindi, ha chiesto all’assessore di ponderare bene la scelta.

Lucia Coppola, che in passato ha presieduto a lungo il Consiglio del sistema educativo, ha espresso il rammarico per il fatto che quello che dovrebbe essere il parlamentino della scuola continua ad affrontare difficoltà. Eppure, ha aggiunto, il Consiglio dovrebbe essere visto con favore anche dall’assessore perché gli permetterebbe di avere il polso preciso della situazione. La consigliera di Europa Verde ha ricordato, inoltre, i rischi di un ritorno alla situazione pre Covid frettoloso quando ci sono ancora 90 classi in quarantena. Sulla scuola d’infanzia, Coppola ha ricordato che la scelta della Giunta, fatta con superficialità, va contro il contratto ed è stata presa senza alcun confronto.

Paola Demagri (Patt) ha affermato che dalla relazione di Ceschi emerge un accanimento sul sistema educativo quando la pandemia richiederebbe invece un forte appoggio. Inoltre, emerge l’emarginazione del ruolo Consiglio che rappresenta i protagonisti del mondo scolastico. Anche l’esponente Patt ha detto che la scelta di allungare l’anno scolastico della scuola d’infanzia non è condivisibile e non rientra in una visione complessiva del sistema scolastico.

Sara Ferrari (Pd) ha espresso sconcerto per le parole pronunciare dai vertici del Consiglio e ha ricordato che il sistema scolastico trentino ha toccato vertici di eccellenza grazie al dialogo. Oggi questa chiusura, invece, mina alle base le conquiste di qualità e preoccupa la leggerezza con la quale da parte della Giunta si violano le norme che impongono il confronto con organismi come il Consiglio del sistema educativo e lo stesso Consiglio provinciale, come dimostra l’assenza dalla Quinta commissione, dell’assessore. La consigliera ha ricordato che la sovrintendenza è sottomessa alla Giunta anche se, paradossalmente, la latitanza del governo provinciale richiederebbe un ruolo autonomo della sovrintendenza. Infine, Sara Ferrari s’è detta preoccupata che la logica emergenziale possa servire a eliminare il dibattito sulla nuova scuola.

Mara Dalzocchio (Lega) ha detto di rimanere basita di fronte alle accuse di irresponsabilità e accanimento della Giunta nei confronti della scuola. La capogruppo leghista ha ricordato che non siamo in un anno normale, ma nonostante ciò la Giunta ha cercato le migliori soluzioni per gli insegnanti ma soprattutto per gli studenti. La consigliera ha ricordato che, proprio per riconoscere l’importanza della scuola, si è deciso di tenere le scuole aperte a luglio per recuperare le chiusure e per andare incontro alla famiglie che possono affidare i loro figlioli a strutture di alto livello. Inoltre, ha aggiunto, si dovrebbero guardare le cose dalla parte dei bambini e dei ragazzi che hanno dovuto affrontare gravi difficoltà in questo anno di pandemia. L’esponente della Lega ha affermato che il sistema scolastico trenino è ottimo e andrebbe riconosciuto lo sforzo del governo provinciale di mantenere alto il livello dei servizi in un momento assolutamente straordinario. Momento, ha continuato, che richiede sacrifici da parte di tutti. Mara Dalzocchio ha infine ricordato che la Giunta ha sempre puntato al ritorno della scuola in presenza e ha ricordato che l’assessora Segnana ha stanziato 700 mila euro per i buoni d’accesso alle strutture educative estive.

Alessia Ambrosi ha affermato che i giovani in questo anno sono state e sono le vere vittime invisibili. I bambini, in particolare, stanno affrontando silenziosamente il disagio e quindi le scelte vanno fatte partendo da qui, dagli utenti della scuola. Per questo ci si deve chiedere, ha aggiunto, se abbia senso smembrare le classi.

Freschi ha detto che un anno difficile diventa ancor difficile se si sceglie di smembrare le classi e sul fronte della scuola d’infanzia ha affermato che da parte dei genitori vengono le richieste di poter avere buoni per accedere ad altre offerte formative estive.

Il presidente Ceschi ha chiuso affermando che la richiesta di porre al centro gli studenti sfonda una porta aperta, e il Consiglio, ha detto ancora, c’è proprio per permettere al governo provinciale di fornire il migliore servizio agli studenti. Ceschi, infine, ha condiviso il fatto che la figura del sovrintendente ha alla base un vulnus normativo. L’emergenza, inoltre, dovrebbe essere estesa anche alle assunzioni e non va limitata alla sola scuola d’infanzia.

Il dirigente del Dipartimento scuola, Roberto Ceccato, sulla funzionalità del Consiglio del sistema educativo, ha detto che i pareri obbligatori sono legati solo agli atti programmatori e in questo periodo non ne sono stati fatti. Sui verbali ha fatto presente che anche il Consiglio provinciale non li pubblica sul sito. Sugli impegni finanziari, i 45 milioni inseriti in finanziaria, per il 2020, ha affermato, sono stato impegnati 15 milioni e altri 30 lo saranno nel corso del 2021. Un investimento che non ha uguali in Italia. La delibera sulla ripresa di settembre, ha detto ancora, è simile a quella del Governo. Il rispetto dei parametri sanitari, fissati lo scorso luglio, implica 250 classi in più e per questo servono circa 20 milioni per il 2021 - 2022, soldi che non ci sono e sono rinviati all’assestamento. Sui trasporti servono investimenti sui mezzi che richiedono una programmazione perlomeno biennale.

Lucia Coppola ha concluso affermando che l’assenza di dialogo tra Consiglio del sistema è assessorato è evidente e quindi si auspica una ripresa dell’interlocuzione con il mondo scolastico.



Seconda parte delle audizioni di questa mattina in V Commissione. Per Hit il ddl Spinelli precisa il ruolo della Fondazione di rappresentante degli enti di ricerca del Trentino in Europa e per lo sviluppo della formazione. Dalle consultazioni è emersa anche la richiesta delle famiglie di potenziare il voucher cultura.


La V Commissione ha dedicato la seconda parte della mattina alle audizioni sul 97 dell’assessore proposto dalla Giunta con l’assessore Spinelli per perfezionare la legge provinciale sulla ricerca in merito alla Fondazione Hit e ridurre gli oneri a carico delle famiglie in modo da favorire attraverso il voucher cultura l’accesso dei figli a corsi utili alla loro crescita. A favore del ddl si sono espressi la Fondazione Hit, la Consulta della famiglia e il Forum delle associazioni familiari. Questi ultimi due soggetti hanno chiesto di potenziare e migliorare il voucher cultura per permettere a un maggior numero di famiglie anche nelle valli di disporre delle risorse con cui far frequentare ai figli scuole musicali ma anche i cinema e altre opportunità di crescita culturale offerte sul territorio.


Le audizioni sul ddl 97 di Spinelli. La Fondazione Hit: ruolo rafforzato in Europa.


Per la Fondazione Hub Innovazione Trentino (Hit) il presidente Paolo Girardi ha osservato che le modifiche proposte dal ddl Spinelli alla legge sulla ricerca approvata l’ottobre scorso precisano meglio il ruolo di Hit. Vengono in sostanza sistemate alcune parti per evitare dubbi interpretativi dell’Ue su concetti come quello di cluster che in italiano non indica un’attività imprenditoriale (che beneficerebbe impropriamente di aiuti di Stato) ma una rete di stakholder che si occupano di un determinato argomento, ad esempio anche della dimensione sociale.

Andrea Sartori, direttore, ha sottolineato il rafforzamento di Hit che il ddl prefigura.

Sara Ferrari (Pd) ha chiesto come Hit partecipi ai progetti europei e ai finanziamenti che sarà possibile ottenere con il Piano di ripresa e resilienza.

Sartori ha risposto segnalando che Hit viene confermato dal ddl nel ruolo di rappresentare unitario accreditato a livello europeo del settore ricerca-innovazione e alta formazione a livello europeo. Hit partecipa già con propri progetti al fondi europei per la ricerca-innovazione coinvolgendo varie imprese attive nel territorio trentino come Bonfiglioli. Quanto al PNRR vi sono alcuni punti interessanti ma mancano ancora gli elementi per poter concorrere ai progetti. Quanto alla formazione, Sartori ha spiegato che Hit opera con studenti universitari e ricercatori dell’Università, FBK e FEM per assicurare loro sostegno nel fare innovazione, nel brevettare, nel trasferire e anche nella vendita delle tecnologie in modo che non restino nel cassetto. Si tratta di attività molto partecipate e che alimentano nuovi spin-off e start up.

Carla Strumendo, direttore dell’ufficio industria e ricerca, ha confermato che sul PNRR la relazione con Roma è aperta e appena vi saranno i bandi a livello nazionale Hit avrà la possibilità di concorrere. Per questo l’evoluzione del Piano è oggetto di attenzione.



Consulta famiglia e Forum associazioni familiari: potenziare il voucher cultura.



Per la Consulta provinciale per la famiglia il presidente Massimo Sebastiani ha auspicato che lo strumento del voucher culturale venga rinnovato e rifinanziato dalla Provincia perché molte famiglie del Trentino sfruttino ancor più questa possibilità di accesso dei figli ai servizi culturali. Sebastiani ha segnalato alcune difficoltà di accesso allo strumento sul territorio per gli utenti che non risiedono in città ma nelle valli periferiche. Associazioni musicali e artistiche, cinema e teatri che aderiscono sono infatti soprattutto a Trento. Si tratta quindi di incentivare le realtà culturali sul territorio montano e nelle valli. Inoltre i cinema in particolare lamentano ritardi che arrivano anche 7-9 mesi nei rimborsi dei voucher. Occorrerebbe vincolare ad accettare i voucher cultura, per evitare che se ne servano solo i cinema di maggiori dimensioni a Trento.

Per il Forum delle associazioni familiari del Trentino Paola Pisoni ha evidenziato che l’intervento è rivolto alle famiglie a bassissimo reddito, che sono però molto poche. Bisognerebbe quindi permettere anche a famiglie con 1-2 figli e con reddito medio-basso di accedere al voucher, se è vero che l’obiettivo è l’inclusione per permettere ai figli l’accesso a scuole musicali e ad altre opportunità culturali. Anche il Forum condivide il problema della visione Trentocentrica lamentata dalla Consulta. E chiede una valutazione dell’utilizzo del voucher cultura da parte dalle famiglie in questo ultimo anno di emergenza Covid-19.

Sara Ferrari ha chiesto a Malfer se vi sia la possibilità di utilizzare il voucher cultura anche, ad esempio, per l’acquisto di libri o materiali scolastici. E se sia sia possibile innalzare, ed eventualmente di quanto, l’indicatore Icef come chiesto da Pisoni, visto che il periodo è difficile e i redditi delle famiglie potrebbero abbassarsi ulteriormente.

Luciano Malfer, dirigente dell’Agenzia della famiglia ha risposto che il progetto del voucher cultura è sperimentato da 4 anni ma ha generato un forte interesse sia da parte delle famiglie che degli erogatori. La cifra oggi disponibile ammonta a circa 150-160.000 euro di fondi regionali e il target dei destinatari è costituito dalle famiglie numerose e a basso reddito. Tuttavia visto che l’utilizzo di questo strumento sta crescendo molto, l’aggiunto di fondi provinciali potrebbe permetterne il potenziamento nel senso auspicato. Quanto al problema del Trentocentrismo, Malfer ha ricordato che il voucher cultura è stato pensato da un lato per favorire l’accesso di bambini e ragazzi alle scuole musicali e dall’altro per permettere alle loro famiglie di spendere la somma in enti dello spettacolo accreditati in sinergia con il Centro Servizi Santa Chiara di Trento. Nell’ultimo anno gli enti accreditati sono stati 35 di cui 15 scuole musicali. Vi sono più di 100 Comuni certificati che possono costituire canali per promuovere quest’offerta culturale. Secondo Malfer se la sperimentazione di questo voucher cultura entrerà a regime sarà possibile potenziare l’offerta. Alcune lentezze nell’erogazione del voucher sono dovute al fatto che le famiglie hanno usato solo l’80% dell’importo. Francesca Tabarelli De Fatis, direttore con incarico speciale per le politiche familiari, ha precisato che nei territori diversi da Trento i ragazzi utilizzano il voucher cultura più per iscriversi a cori e bande che per andare al cinema. In ogni caso lo strumento è stato molto apprezzato anche dalle famiglie non con reddito bassissimo. Su una ventina di Comuni, più della metà delle 480 domande pervenute sono arrivate da famiglie della quota B1 (100 euro di stanziamento). Per il cinema – ha concluso – il voucher è stato posticipato fino al 31 dicembre 2021 e le domande pervenute dalle famiglie sono state moltissime.

Lucia Coppola (Misto) ha chiesto, considerata l’importanza dell’iniziativa, di aumentare se possibile il budget nei prossimi anni visto il probabile aumento delle difficoltà economiche delle famiglie. E ha suggerito di valutare l’inserimento tra i servizi anche di viaggi o uscite culturali spesso precluse alle famiglie meno abbienti.

Malfer ha precisato che i voucher sono pensati per l’acquisto di prodotti culturali come i cinema e la musica. Servirebbe a suo avviso un coordinamento con la politica scolastica e con la politica culturale per creare sinergie tra i vari servizi a livello di sistema. Tabarelli De Fatis ha aggiunto che un primo aggancio con le scuole c’è comunque già stato attraverso le scuole musicali.



Emendamento alla manovra anticrisi concordato con l’assessore Bisesti potrebbe superare il ddl del Pd che chiede un sostegno straordinario alle attività culturali.



A proposito degli altri tre disegni di legge di cui la V Commissione avrebbe dovuto occuparsi ma il cui esame è stato rinviato, Sara Ferrari ha segnalato che un emendamento concordato con l’assessore Bisesti e da inserire nella manovra anticrisi che il Consiglio provinciale discuterà e approverà questa settimana, potrebbe risolvere la questione del sostegno straordinario alle attività culturali e dello spettacolo oggetto del ddl proposto da Zeni.​

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