In Prima Commissione Cia vota con le minoranze su uno dei candidati al cda di Sanifonds
Marini ha presentato in I Commissione la sua riforma della legge sui referendum provinciali
In allegato, la convocazione con accesso ai testi in discussione
Ad
impegnare oggi la I
Commissione guidata da Vanessa
Masè (La
Civica)
è
stato
soprattutto
Alex Marini (Misto),
con
i testi da lui proposti
in
materia di modifica dello statuto di autonomia e
della
legge sul difensore civico, in
questo secondo caso per tutelare di più i diritti di malati e
anziani.
Marini
ha poi illustrato un ddl
in cui delinea una vera e propria riforma della normativa provinciale
sui referendum del 2003. Subito
prima l’organismo si
era espresso
a
favore di tre
auto-candidature
presentate, ciascuna
con
curriculum, per
sostituire il rappresentante della Provincia nel cda di Sanifonds
spa. Il sì è passato con l’astensione dei consiglieri di
minoranza, ai quali si è unito in una delle
tre votazione
anche
Claudio Cia (FdI), che ha sconsigliato la Giunta di scegliere uno
dei
candidati
perché
a
suo avviso già troppo gravato di responsabilità all’interno
nell’assessorato alla salute e
al welfare per
potersi dedicare a Sanifonds.
Ecco
come dovrebbe cambiare per
Marini la
legge sui referendum della
Pat.
Marini
ha poi illustrato un altro
disegno
di
legge da
lui proposto, il numero
89, che
configura una vera e propria riforma della
legge
provinciale
sui
referendum del
2003.
Obiettivo:
introdurre
il voto
per corrispondenza, la
raccolta
delle firme elettronica e
un opuscolo
informativo. Una
delle norme riguarda anche il referendum
sul Trentino biodistretto agricolo rinviato
dalla Provincia
a
fine settembre. Voto
che
per Marini
avrebbe
dovuto essere
calendarizzato prima:
per
questo una delle norme disciplina l’eventuale necessità di
rinviare un referendum
in
modo da evitare tempi troppo lunghi come in questo caso.
Marini ha spiegato
che
il ddl, formato da 16 articoli, rivede
molti aspetti della legge provinciale sui referendum del 2003 che a
suo avviso oggi ha diverse
lacune che ostacolano l’esercizio del diritto referendario. Diritto
previsto
dalla Costituzione e da vari trattati internazionali siglati dalle
Nazioni Unite e ripresi da varie Raccomandazione della Commissione di
Venezia poi ratificate dal Consiglio d’Europa. Con
questo provvedimento Marini mira a rimuovere
dall’attuale
legge
provinciale gli
ostacoli che
impediscono il pieno esercizio dei diritti referendari.
Via
il quorum di partecipazione per la validità della consultazione.
Quanto
agli articoli, il testo
prevede innanzitutto di permettere referendum provinciali anche in
materia di tributi locali, quindi su tasse e imposte, per rendere i
cittadini più
consapevoli
e partecipi di
questa
delicata materia e
della spesa pubblica.
Il ddl propone poi
di rimuovere il
quorum di partecipazione per la validità dei referendum popolari.
L’articolo 4 definisce con maggiore dettaglio la natura e la forma
che deve assumere la richiesta di referendum propositivo. La
disposizione prevede la possibilità di
allegare
alla relazione accompagnatoria dell’iniziativa referendaria uno
schema di disegno di legge, una proposta di atto amministrativo o un
atto d'indirizzo politico, che in tal caso sono oggetto del quesito.
L’articolo 5 disciplina le procedure di pubblicizzazione delle
iniziative di raccolta delle firme e introduce la possibilità di
raccogliere le dichiarazioni di sostegno alle proposte referendarie
su supporto digitale e per via telematica. La
norma pone i
presupposti normativi per uniformare le procedure di raccolta delle
firme per le iniziative provinciali a quelle statali e del diritto
dell’Ue.
E
uniforma
i tempi di raccolta delle firme ai termini previsti nella normativa
statale e in quella regionale relativa ai referendum degli enti
locali. L’articolo 6 mira a dare la massima possibilità possibile
alle consultazioni referendarie, semplificando le procedure di
richiesta e concessione dell’uso di spazi pubblici e commerciali
per poter esercitare il diritto a promuovere referendum come avviene
normalmente nelle altre democrazie occidentali.
La
“Controproposta” da discutere con il Consiglio e i promotori del
referendum.
Dopo
alcune norme finalizzate a semplificare le procedure di richiesta dei
referendum, l’articolo 9 – che
per Marini è il “cuore” di questa sua proposta di riforma –
disciplina la
procedura per la trattazione del quesito del referendum propositivo
prevedendo la possibilità di elaborare quella che nella
Confederazione elvetica viene denominata “controproposta” ovvero
un disegno di legge o una proposta di atto amministrativo articolato
dalla Giunta e discusso dal Consiglio provinciale congiuntamente con
i proponenti del quesito referendario per accogliere e riformulare
integralmente o in parte la proposta referendaria originaria.
L’articolo disciplina anche la procedura di voto qualora la
controproposta non riceva il parere favorevole del comitato
promotore, prevedendo la possibilità di sottoporre al voto popolare
la proposta elaborata dalla Giunta e approvata dal Consiglio
provinciale e la proposta originaria del comitato. L’articolo
10 che
introduce
il libretto informativo sulla consultazione referendaria prendendo a
riferimento il modello utilizzato nei referendum della Provincia
autonoma di Bolzano, di vari Stati degli USA, della Svizzera a tutti
i livelli di governo e degli enti locali della Regione Trentino-Alto
Adige/Südtirol. Mira altresì a conformare la legislazione
provinciale alle raccomandazioni della Commissione di Venezia.
L’articolo 14 disciplina la procedura del voto per corrispondenza
sul modello elvetico e di altre democrazie occidentali nel rispetto
delle raccomandazioni della Commissione di Venezia. Questa
norma mira a recepire
le indicazioni contenute in
una risoluzione approvata dal Parlamento europeo nel 2015 sulla
Riforma della legge elettorale per
incoraggiare gli
Stati membri ad autorizzare il voto per corrispondenza, elettronico e
via internet per
aumentare
la partecipazione al
voto.
Tre
professori universitari per le audizioni sulle due proposte di
progetto di modifica dello Statuto.
La
Commissione ha poi deciso tre esperti da consultare attraverso le
audizioni da dedicare alle
due
“proposte
di
progetto” presentate da Marini
per
modificare lo Statuto di autonomia in materia di tributi e di
referendum
sulle politiche fiscali
locali.
Tutti
i consiglieri si sono espressi a favore dei tre docenti universitari
da ascoltare: Toniatti e Giovanardi dell’università di Trento e
Luvini dell’Università di Trieste.
Va
precisato che
le proposte di progetto
di legge si distinguono dai disegni di legge perché riguardano
normative statali (in questo caso lo Statuto di autonomia della
regione, che è parte della Costituzione) alla cui formazione le
regioni e le Province autonome possono concorrere:
se condivise dal Consiglio provinciale queste
proposte sono trasmesse
dalla
Provincia al
Governo che
poi sottopone il testo al
Parlamento per l’approvazione.
Modifiche
alla legge sul difensore civico per tutelare
malati
e anziani. Accolta la proposta di Marini di esaminare il suo ddl
insieme
a quello
di Leonardi.
Sul
disegno di legge numero
71 proposto
da
Marini per
modificare la legge
provinciale sul difensore civico del
1982
con
l’obiettivo di una
difesa
civica in ambito sanitario e salvaguardare
i diritti
degli anziani, il
consigliere ha
optato per abbinare la discussione e la valutazione di questo
provvedimento, quindi anche le audizioni, con l’esame un ddl
proposto sempre in merito al difensore civico da Giorgio Leonardi
(Forza Italia).
Via
libera a tre candidature per sostituire Livia Ferrari in
rappresentanza della Pat
nel cda di Sanifonds spa. Cia si astiene su uno dei candidati che a
suo avviso “è
già troppo impegnato nell’assessorato
alla
salute”.
La
I
Commissione
ha anche
espresso
un
parere
positivo
sulle
tre auto-candidature
pervenute
per la designazione,
che
spetta alla Giunta, di
un componente del consiglio di amministrazione di Sanifonds spa.
Visti i nominativi e i curricula Claudio Cia (FdI) ha osservato di
essere rimasto colpito dall’auto-candidatura
di
una persona
già fin
troppo
gravata
dai
suoi attuali e importanti incarichi e
dalle importanti responsabilità all’interno
del dipartimento
salute della Provincia. L’importante
impegno
richiesto per partecipare al cda di Sanifonds risulterebbe insomma
incompatibile
con
quello
attuale. Secondo
Cia
sarebbe
quindi
opportuno
che la Giunta nominasse
una
figura maggiormente
disponibile e in grado di dedicarsi
a questo incarico, in
modo da rispettare
gli
impegni
di
lavoro
di
questo candidato.
Masè
ha ricordato che il
componente
del cda che
la Giunta nominerà
scegliendo uno di questi tre nomi, sostituirà
la
dott.ssa Livia
Ferrario,
che in Sanifonds rappresentava la Provincia. Il capogruppo di Fdl ha
chiesto e
ottenuto il voto separato
sui tre
candidati. Due
curricula
hanno ottenuto il parere favorevole con
5 sì della
maggioranza e l’astensione di
4 commissari di minoranza.
Astensione cui si è aggiunto anche da Cia sul candidato da lui
sconsigliato.