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04/05/2021 - In aula o in commissione

Stop in Trentino al rilascio di palloncini nell'aria: è plastica che inquina. Primo sì al ddl di Cia

La Terza Commissione ha anche concluso le audizioni sulla petizione per tutelare Malga Lagorai

Stop in Trentino al rilascio di palloncini nell'aria: è plastica che inquina. Primo sì al ddl di Cia

In allegato, il documento dei firmatari e la relazione dell'assessore Tonina

Presente anche l’assessore all’ambiente Mario Tonina, la III Commissione presieduta da Ivano Job ha approvato oggi all’unanimità il disegno di legge 70 proposto da Claudio Cia (FdI) per introdurre nel territorio provinciale il divieto di liberare palloncini nell’aria in modo da contrastare la dispersione di plastica nell’ambiente. L’organismo si è poi occupato di tre petizioni popolari: la prima contro il progetto Translagorai i cui sostenitori si oppongono alla valorizzazione turistico-ricettiva di Malga Lagorai; la seconda per rimozione delle strutture impiantistiche dismesse dalla zona di Pian dei Fiacconi sulla Marmolada; la terza presentata per chiedere la delocalizzazione di un’attività produttiva particolarmente impattante situata nell’area residenziale di Quaere a Levico.


Approvato all’unanimità il ddl 70 di Cia che vieta di liberare palloncini nell’aria in occasione di eventi, feste e manifestazioni in tutto il territorio della provincia. Un piccolo contributo concreto contro la dispersione della plastica nell’ambiente.


La III Commissione ha approvato il disegno di legge 70 proposto da Claudio Cia (FdI) che introduce il divieto di liberare nell’aria i palloncini di plastica abitualmente utilizzati in occasione di feste, eventi pubblici, ricorrenze o manifestazioni anche sportive, che inquinano l’ambiente. Il provvedimento è formato da un solo articolo che modifica il testo unico provinciale in materia del 1987 applicando ai trasgressori la stessa sanzione prevista dalla legge già in vigore per l’abbandono dei rifiuti.

Cia ha ricordato che l’obiettivo del ddl, il cui unico articolo è stato emendato appunto per assimilare le sanzioni a quelle già applicate dai Comuni per l’abbandono dei rifiuti, è di contenere con questo nuovo divieto la dispersione di materiali in plastica. Materiali che non inquinano solo il territorio del Trentino perché i palloncini valicano spesso anche i confini di regioni e Stati. La Provincia non può impedire la vendita dei palloncini ma può proibirne il lancio all’interno del proprio territorio. Si tratta di un piccolo segnale che non ha l’ambizione di risolvere il proble​ma dell’inquinamento dovuto alla plastica, ma è una goccia concreta con cui impegnarsi. Vi sono già sanzioni comminate dai Comuni per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, mentre questo ddl introduce questo divieto con un emendamento tecnico nel testo unico provinciale sulla tutela dagli inquinamenti.

Coppola, che sarà relatore in Aula, ha espresso condivisione per questo ddl e sostenuto che questo tema non va assolutamente sottovalutato. In realtà i danni che provocano questi palloncini liberati nell’aria in molteplici contesti, giustificano l’approvazione di questa norma. Serve per Coppola anche un lavoro informativo importante soprattutto tra i bambini e i ragazzi. Si tratta di spiegare che questi palloncini che appaiono belli e colorati finiscono per causare gravi danni ambientali, ad esempio alla fauna ittica.


Prima petizione. Malga Lagorai: l’audizione degli ambientalisti secondo i quali non va valorizzata turisticamente ma solo sistemata e conservata.


Sulla petizione popolare 11 per la tutela di malga Lagorai l’organismo, che ha già effettuato alcune consultazioni, ha ascoltato i referenti dei firmatari e la Comunità territoriale della val di Fiemme.

Tiziana Vanzo ha premesso di non rappresentare un comitato ma semplici cittadini. Secondo Vanzo non è chiaro chi beneficerà del progetto di valorizzazione di Malga Lagorai: a suo avviso non saranno sicuramente né i turisti né i pastori ma solo chi assumerà la gestione dell’agriturismo. Per Vanzo sarebbe stato eticamente più sensato incentivare invece la cura della struttura integrando il reddito del pastore. Invece la Magnifica Comunità di Fiemme vorrebbe stipendiare un gestore non si sa bene con quali garanzie di reddito. Secondo Vanzo sarebbe sbagliato favorire il turismo di massa anche per proteggere l’area dall’inquinamento evitando, ad esempio, due delle novità previste dal progetto: l’installazione di un generatore di energia elettrica a motore diesel e una termo-cucina a legna. Se poi l’agricoltore a cui verrà assegnata la gestione dovesse utilizzare il trattore per trasportare la legna, si andrebbe a compromettere anche l’antica strada per la Malga. Manca per Vuna visione completa del progetto che resta oscuro in vari punti. Come quelli relativi ai lavori di realizzazione, che potrebbero comportare il trasporto del materiale anche con l’elicottero. La richiesta, insomma, è di valutare con meno superficialità il progetto.

Luigi Casanova ha letto il documento (allegato) condiviso da tutti i sottoscrittori della petizione. Restano da chiarire e approfondire alcuni aspetti progettuali ritenuti fondamentali. Dopo aver ricordato la vocazione della Magnifica Comunità di Fiemme all’ecosostenibilità e alla partecipazione, la domanda è come mai questo enti non si è occupato della tutela della Malga dal progetto Translagorai. Si è preferito beneficiare dei contributi provinciali destinati al percorso della traversata che soddisfano alcuni appetiti. Secondo i firmatari del documento chi porta avanti il progetto non vogliono ammettere che Malga Lagorai verrà trasformata in un’attività ricettiva. Occorre conservare un patrimonio naturale che sta scomparendo in questa zona. I cittadini chiedono di non cambiare la destinazione d’uso della Malga perché non sia sfruttata a fini turistico-commerciali. La Malga andrebbe invece ristrutturata a beneficio solo del pastore per dare un riparo agli escursionisti. Un agriturismo costringerebbe il gestore a rifornirsi quotidianamente di prodotti acquistati nel fondovalle e non certo prodotti in zona. Le principali criticità riguardano per i presentatori della petizione l’energia elettrica, i rifiuti e l’acqua. Non emerge dal progetto una stima della produzione dell’energia e i 14 pannelli fotovoltaici previsti non copriranno il fabbisogno di una struttura che potrebbe ospitare 17 persone. Un gruppo elettrogeno alimentato a gasolio, previsto anche questo dal progetto Translagorai, dovrà quindi essere utilizzato frequentemente. Tuttavia non si precisa dove sarà raccolto il combustibile. Mentre la realizzazione di una centralina idroelettrica sul Rio Pieroni è stata esclusa per carenza di acqua. Impianto fognario: la fossa prevista dovrà essere pulita e svuotata, ma i mezzi che dovranno raggiungere Malga Lagorai potrebbero danneggiare l’antica mulattiera. Si dovranno smaltire le acque nere per 20 abitanti oltre a 30 derivanti dalla somministrazione di 50 pasti al giorno. Questo potrebbe portare alla saturazione della vasca Imhoff con conseguenti e molto probabili rischi di inquinamento del lago Lagorai, tenuto conto della permeabilità del suolo. L’auspicio dei firmatari della petizione è che non sia stravolto l’uso della Malga e che si riconosca la non idoneità dell’attuale progetto a garantire l’integrità ambientale della zona che sta a cuore a molti. Si tratta di guardare al valore etico di questa tutela. Casanova ha anche citato una riflessione di Papa Francesco che chiede a tutti di farsi carico della custodia della natura affinché essa si prenda cura di noi. Si tratta, in definitiva, di garantire la pastorizia e la cura del pascolo a Malga Lagorai, contro il consumo del suolo e il degrado del territorio. Un esempio negativo è dato dalla baita Monte Cauriol nel Comune di Ziano di Fiemme, cui è stata attribuita la qualifica di rifugio alpino. Se il progetto per Malga Lagorai rimarrà come ora è strutturato, ci troveremo in un’analoga situazione. Sta alla coscienza di tutti impedire che ciò accada.

Lucia Coppola (Misto) ha detto di condividere pienamente la richiesta conservativa di Malga Lagorai evitando una trasformazione che rischia di impattare negativamente sul territorio. La Malga è stata trascurata e va sistemata – ha aggiunto – ma questo non giustifica interventi finalizzati alla ricettività. Per Coppola non tutto all’interno del territorio provinciale dev’essere sacrificato ad un turismo di massa. Vi sono nicchie che per le loro caratteristiche di conservazione delle specie sono da adibire ad accogliere tutti i visitatori. Giusto prevedere un bivacco adeguato per gli escursionisti e un riparo dignitoso, ma senza che la ristrutturazione superi limiti e necessità di questo tipo.

Gianluca Cavada (Lega) dopo aver premesso di seguire da valligiano la vicenda di Malga Lagorai e di tenere molto all’ambiente, ha preso posizione a favore della termo-cucina alimentata a legna dal momento che questo combustibile è presente in abbondanza in questa zona, della realizzazione di servizi igienici adeguati al malgaro, al pastore e anche ai turisti di passaggio, e anche della trasformazione della struttura in un rifugio. Certo il lago va protetto dall’inquinamento ma questo si può garantire costruendo bene la vasca Imhoff. Per Cavada tutto questo allarmismo è eccessivo e ingiustificato.

Filippo Degasperi (UpT) ha plaudito ai cittadini che si sono mossi con la petizione per la tutela di Malga Lagorai e ha chiesto ai sottoscrittori un giudizio sul percorso partecipato del progetto di cui si sta discutendo. Partecipazione decantata dalle istituzioni (Provincia e Comune di Tesero) a sostegno del progetto Translagorai. Per Degasperi su questo progetto si è registrata piena continuità tra amministrazione provinciale di centro-sinistra e amministrazione di centro-destra. Giusto incalzare i responsabili con interrogativi tecnici ai quali non sono mai state date risposte puntuali ma solo politiche. Il problema è il modello di sviluppo: qui si sta andando verso una progressiva e inesorabile omologazione ad un’idea di turismo che fa della tutela dell’ambiente, della Malga e della pastorizia la classica foglia di fico. La verità è che con questo progetto il volume dedicato all’attività di allevamento viene dimezzato. Se vi sono condizioni di disagio per i pastori, occorrerebbe sistemare la struttura e dare loro condizioni decorose, ma non snaturare e stravolgere la Malga perché diventi struttura ricettiva dimezzando lo spazio per i pastori.

Pietro De Godenz (UpT), che ha detto di considerarsi uno dei residenti della zona, ha obiettato che se lo spazio della stalla è diminuito nel progetto, è perché da ambiente dedicato alle mucche è diventato ambiente per pecore. De Godenz ha poi respinto l’accusa rivolta a chi sostiene il progetto di volere un turismo di massa, perché a Malga Lagorai arriveranno poche persone e i 18 posti previsti dal progetto non stravolgeranno la struttura. Tutti sono d’accordo sulla necessità che i parcheggi restino dove sono, ma è altrettanto vero che non si può lasciare quest’area senza alcun servizio. Per dare una prospettiva anche futura a Malga Lagorai impedendone il declino, questo progetto va realizzato. Se il rifugio tutelerebbe di più l’ambiente di un agritur, si faccia un rifugio, ma si tenga conto che tutti i soggetti responsabili si sono espressi a favore del progetto.

Casanova ha replicato a De Godenz ricordando le battaglie ambientaliste ad esempio contro l’asfaltatura delle strade analoghe a quelle verso Malga Lagorai. Le aree libere sono un valore per gli amministratori. Non è un sacrificio lasciare a pastori e allevatori Malga Lagorai, ma un regalo alle generazioni future. Non tutto il territorio dev’essere valorizzato con l’arroganza degli umani. Se non vi sarà il presidio umano – ha aggiunto Casanova – vi sarà quello di altri animali. Sul valore dell’allevamento al quale l’antropologo Annibale Salsa Casanova ha esortato alla necessità di controllare l’attività degli allevatori per migliorare la qualità dei pascoli di alta quota. Non vi sono invece né controlli né formazione degli allevatori. Che se sono il cardine del presidio della montagna non devono deturpare l’ambiente ad esempio con l’uso del trattore e di mezzi inadeguati.

Vanzo ha risposto a Cavada segnalando che per approvvigionarsi di legna a Malga Lagorai sarà sempre necessario l’utilizzo del trattore. Quanto al percorso partecipativo condiviso, Vanzo ha precisato che una minima parte dei firmatari della petizione era informata circa il progetto Translagorai. Non si è visto quindi alcun percorso condiviso per i semplici cittadini. Forse c’è stato solo per le categorie economiche ma non per la gente del posto. Quanto alla mulattiera, Vanzo ha messo in guardia dal rischio di rovinare questa strada permettendone un uso diverso.

Cavada ha precisato che non vi sarà bisogno di quintali di legna. E ha negato che non siano state date risposte alle richieste di informazione dei cittadini.


Il commissario della Comunità di Fiemme: si al progetto anche perché partecipato.


Giovanni Zanon, attuale commissario della Comunità della Val di Fiemme. ha ricordato il sostegno dell’ente al progetto Translagorai e il percorso partecipativo realizzato per coinvolgere non solo i portatori di interesse ma di tutti in questa iniziativa. Per questo il progetto è stato sottoscritto dalla Comunità. La questione del recupero della Malga è stata molto discussa e ragionata e la sua valorizzazione è stata fortemente sostenuta dagli amministratori locali. Quanto alla Malga Lagorai, che è la parte meno toccata dal progetto, sono stati sottolineati alcuni aspetti importanti come la necessità di non mettere in discussione né modificare la mulattiera originaria nella parte ancora intonsa. Altre precisazioni sono state fatte sulle modifiche della struttura della Malga, ormai non più adatta alla produzione di latte: dal 1966 in poi è stata abbandonata e non è stata quasi più caricata a pascolo e solo per l’utilizzo dei titoli europei. Difficile per Zanon che la Malga attiri flussi turistici importanti: per chi proviene dal Cermis non vi è alla Malga né un posto dove ripararsi né un minimo di servizi igienici. Così la zona assomiglia talvolta a un gabinetto a cielo aperto. Per queste ragioni al progetto è stato detto da tutti di sì pur con la garanzia di lavori che conservino l’edificio perché resti a disposizione dei pastori. Pastori che non hanno mai dormito nella malga ma sempre in un locale della stalla. Giusto per Zanon preoccuparsi dello smaltimento dei liquami ma l’ufficio tecnico di Tesero ha previsto un intervento che da questo punto di vista offre delle sicurezze. Il commissario ha quindi sottolineato la correttezza delle amministratori locali circa il percorso partecipativo che è stato favorito fino in fondo.

De Godenz ha chiesto di precisare gli incontri promossi per la partecipazione e Zanon ha risposto che il percorso di coinvolgimento c’è stato e ha permesso a tutti di conoscere e di condividere il progetto. Non è giusto dipingere i residenti della Val di Fiemme come dei tonti che si lasciano pilotare. Per De Godenz è vergognoso vedere arrivare alla Malga escursionisti che non trovano servizi igienici. Il vero problema attuale è dato dalla presenza dei grandi carnivori per cui occorre sostenere il reddito del pastore.

Coppola ha chiesto a Zanon se la posizione e le sollecitazioni dei firmatari della petizione gli sembrano sbagliate visto lo sforzo profuso dal basso da queste persone. Zanon ha detto di non aver ricevuto il documento dei presentatori della petizione ma di aver sempre condiviso alcune osservazioni. L’importante è avere un approccio rispettoso delle idee altrui, ma questo talvolta sembra mancare agli “ambientalisti puri”. Bisognerebbe essere sempre aperti al dialogo, al confronto e a una mediazione che permetta di valutare bene le situazioni. Se si lasciano ad esempio bivacchi non gestiti si corrono dei rischi, preoccupandosi anche di un approccio educativo per gli escursionisti.

Job ha sottolineato l’esigenza di prestare molta attenzione allo smaltimento. A suo avviso la fossa Imhoff andrebbe collocata a valle del lago. E ha proposto di predisporre una relazione sul tema per la prossima seduta della Commissione.

L’assessore Tonina ha detto di aver concordato con il presidente una proposta di relazione (allegata) sul progetto Translagorai. Ha poi precisato di aver ereditato questo tema e di non aver mai sottovalutato i problemi. Tanto da aver creato un gruppo di lavoro che approfondisse le questioni aperte. Non è quindi vero – ha assicurato Tonina – che l’attuale Giunta provinciale abbia portato avanti “pari pari” lo stesso progetto della precedente come ha affermato Casanova. No, su Malga Lagorai – ha sottolineato – sono stai fatti ulteriori approfondimenti per tener conto di tutte le osservazioni emerse anche oggi. Approfondimenti sui quali si sono impegnati i dirigenti Andreatta e Stanchina. E che saranno recapitati alla Magnifica Comunità di Fiemme perché il progetto non è ancora completo, ha segnalato Tonina. Questo perché i sostegni promessi dalla Provincia vanno subordinati ad un lavoro accurato a tutela dei nostri territori e prestando forte attenzione all’ambiente. Anche Tonina ha citato l’interessante articolo dell’antropologo Annibale Salsa dedicato a quei “custodi del territorio” che sono gli agricoltori. Per Malga Lagorai – ha insistito l’assessore – puntiamo a recuperare la struttura per garantire un servizio sia a chi intende alpeggiare con gli animali in quota sia frequentare quel luogo. E se oggi possiamo offrire un territorio montano com’è oggi quello del Trentino , è perché impegniamo risorse per la tutela dell’ambiente. Con questo spirito e attraverso il dialogo con cui è stato possibile anche introdurre giusti correttivi ai progetti. Tonina ha concluso esprimendo l’impegno di raccogliere quel che di positivo è emerso oggi dai soggetti ascoltati dalla Commissione.


Seconda Petizione. Via dalla Marmolada i residui degli impianti dismessi: sì unanime alla relazione.


La Commissione ha poi approvato all’unanimità la relazione conclusiva elaborata in merito all’avvenuto esame della petizione popolare 8 che chiede di liberare da strutture impiantistiche obsolete la Marmolada e in particolare la zona di Pian dei Fiacconi.


Terza Petizione. Delocalizzare la Edilpavimentazioni da Quaere di Levico. Decise le audizioni. La Giunta sta preparando una soluzione.


L’organismo ha poi deciso di procedere il 19 maggio alle audizioni in merito alla petizione popolare 12 che chiede la delocalizzazione di un'attività produttiva particolarmente impattante come Edilpavimentazione, situata nell'area residenziale di Quaere di Levico, che dà lavoro a molti in questa zona. La petizione era stata presentata il 10 marzo scorso a palazzo Trentini sostenuta dalle firme di 372 residenti di Quàere. Oltre ad ascoltare i referenti della petizione saranno invitati ad intervenire il sindaco di Levico e il titolare della ditta. Job ha ricordato che la Giunta provinciale sta individuando una possibile soluzione del problema.​

Allegati
Il documento dei firmatari della petizione per la tutela di Malga Lagorai
La relazione dell'assessore Tonina sulla petizione per Malga Lagorai