Mattinata di audizioni per la V Commissione
Il confronto tra i consiglieri provinciali e i protagonisti della chiusura del quotidiano Trentino
Michl Ebner, l'editore
Diamo
conto di seguito della riunione della
quinta
Commissione permanente di Alessia
Ambrosi,
che
ha
ospitato questa mattina le consultazioni in merito alle recenti
vicende che hanno interessato il quotidiano il Trentino.
Ambrosi
ha
premesso che l’incontro su
questo tema è
un dovere istituzionale: è
nostro compito confrontarci e provare a individuare dei possibili
interventi, quando
si parla di una vicenda che coinvolge uno
strumento storico
e strategico per
tutto il territorio
come
il quotidiano Trentino.
Athesia:
la situazione era insostenibile, stiamo cercando soluzioni per i
giornalisti
Il
primo ad intervenire
è stato Michl
Ebner.
Il
Ceo del gruppo Athesia ha
rinnovato il rammarico del cda della società per una decisione
“molto sofferta, non presa a ciel sereno, ma imposta dalla
situazione difficilissima del mercato, aggravata
dal Covid”.
Ha
poi descritto la situazione
nazionale, dove
il fatturato pubblicitario dal 2007, anno di avvio della crisi
economica e finanziaria, al
2019, è
diminuito del
75% e nello stesso
periodo
si
è registrata una
contrazione
del 68% della diffusione. Per
capirci, nel 2007
la diffusione in Italia
era poco meno
di 6 milioni, mentre oggi siamo a 2. Il quotidiano Trentino
ha
registrato una
conformità della
curva di decremento simile, mentre l’Adige ha
prestazioni
decisamente
migliori.
L’acquisizione da parte di
Athesia
risale al 2016. Da
6 mesi il gruppo Espresso voleva liberarsene, nessuno si fece avanti
e
allora lo comprò l’Athesia. Si
cominciò subito con iniziative di rilancio, con
l’apertura
delle
sedi
di
Rovereto
e Riva,
con
l’aumento
dell’organico
nelle
sedi
esterne,
la
modernizzazione
di
tutta
struttura tecnologica, l’investimento
sulla grafica
e il
raddoppio
degli inserti a prezzo
invariato, l’acquisto
del settimanale
Bazar inserito
nel quotidiano con 4 edizioni all’anno, il
nuovo
settimanale
Monitor
con 52 edizioni all’anno e tutta una serie di interventi
per migliorare la vendita del giornale, come
la veicolazione
di
prodotti
collaterali (libri,
cd)
per rendere il prodotto
più appetibile e interessante. Dopo tutte queste attività
la grave perdita è rimasta,
oltre 5 milioni di euro dall’acquisizione,
con
l’azzeramento
di
tutto
il patrimonio netto e la necessità di ricostituzione del capitale
sociale da parte degli azionisti. Il Trentino
ha perso 1 milione
643.00
euro
nel 2019 e perde 1,6 milioni
nel
2020, ne avrebbe perso nella
previsione
più ottimistica altrettanti nel 2021. Previsione che non tiene conto
della variabile Covid. Per
capirci si trattava di una perdita di 4500
euro al giorno per 365 giorni all’anno. Tra il 2016 e
il 18
anche l’Adige era in vendita, ma nessuno si faceva avanti per
l’acquisto. L’unica proposta è stata nel luglio 2018 quella di
Athesia. Molti sostenevano l’idea di fare un giornale unico. Il
sottoscritto
ha tenuto il giornale in vita, nonostante i notevoli costi. Oggi
tanti si mettono dalla
parte dei giornalisti, ma dov’erano quando Fraccaro definiva
“inaccettabile” l’acquisto dell’Adige
da parte
di Athesia’? ha
chiesto. Questo
avrebbe messo in pericolo
tutta l’editoria quotidiana in Provincia
di Trento. Il politico Fraccaro non si è mai reso disponibile ad un
incontro nonostante 18 richieste scritte. Questo
vale anche per
latri interventi
politici che osteggiavano le azioni di salvataggio dell’Athesia:
sarebbe
stato più utile sottoscrivere abbonamenti e promuovere il quotidiano
perché i giornali vivono con abbonamenti, pubblicità
e acquisti in edicola, ha
aggiunto.
Entrambe
le proprietà delle
società Seta spa e Sie sono state riportate
in Regione,
ha
continuato Ebner, per
dire la vicinanza e la responsabilità
dell’editore. E
ancora: dopo
la fusione, il cda ha visto al suo interno una maggioranza di
consiglieri trentini. Con l’inasprimento del Covid, tuttavia,
Ebner ha detto che la
situazione è precipitata evidenziando una
incontenibile emorragia
diffusionaria e pubblicitaria,
che ha visto venire meno di
moltissimi
clienti
tradizionali.
Per anni abbiamo garantito l’occupazione
di 41 persone al Trentino
e ad oggi
11 amministrativi
3 grafici,
8 commerciali stanno
continuando
ad operare senza
interruzione,
mentre
per i
19 giornalisti stiamo valutando alcune opzioni. Inutile ricordare che
da un anno la redazione era in solidarietà per arginare il pesante
calo dei ricavi: quello
della chiusura è solo
l’epilogo
di una situazione ormai insostenibile.
Le
domande dei consiglieri
Gianluca
Cavada (Lega)
ha chiesto se non si crede
che la
simile linea editoriale di
Trentinoe Adige possa aver
nuociuto al bacino di lettori
che difficilmente si avvalgono
di fonti simili. Una linea diversa tra Adige e Trentino avrebbe
giovato.
Lucia
Coppola (Misto)
ha chiesto quali potrebbero essere le eventuali opzioni citate da
Ebner per i giornalisti, se ci sia con loro un’interlocuzione e se
è stata valutata la situazione
dei
collaboratori che a vario titolo negli anni hanno attivamente e
proficuamente contribuito al giornale.
Alessia
Ambrosi
(Lega)
ha
chiesto ad Ebner se sia sicuro di aver fatto di tutto per evitare
questo
doloroso
epilogo e se la testata, attiva in versione
online sarà salvaguardata e insieme alla stessa gli organici. Quanto
al ruolo politico, ha chiesto quale sostegno potrebbe venire dalle
autorità locali e dalla politica e se Athesia
abbia
tentato la vendita della
testata e se ci sarebbe la disponibilità alla vendita nel caso
dell’interesse
di eventuali cordate imprenditoriali.
Sara
Ferrari
(PD)
ha
ribadito la domanda sul destino dei lavoratori e
ha poi chiesto, nel rispetto del
contesto
imprenditoriale privato, se
Athesia
abbia avuto negli ultimi tempi un’interlocuzione con la Giunta
provinciale trentina.
Paolo
Zanella
(Futura) ha osservato che il fulmine a ciel sereno non è stata tanto
la crisi, ma la modalità in cui si è proceduto alla chiusura da un
giorno all’altro, senza dichiarare intenzioni e valutare opzioni
preventivamente.
Alex
Marini
(5 Stelle) ha rivolto tre domande: se al momento dell’acquisto
della testata era stata considerata la possibile situazione di
monopolio e il venir meno del
valore aggiunto rappresentato
dalla concorrenza; quali rapporti siano intervenuti con il governo,
con i sottosegretari all’informazione e all’editoria; quale è
stato il rapporto con il sottosegretario Fraccaro in qualità di
parlamentare e componente dei 5 Stelle e quale confronto avrebbe
voluto avere.
Filippo
Degasperi
(Onda Civica) ha ribadito la domanda di
Marini su
Fraccaro, ovvero cosa si sarebbe aspettato l’editore rispetto al
confronto con il Governo. Infine ha rilevato un’apparente
contraddizione, osservando che suona strano aver proseguito in
continuità di linea editoriale rilevando un’azienda
già allora in forte perdita.
La
replica di Ebner
Ebner
ha
replicato a Cavada, sulla linea editoriale, osservando che
l’esperienza di lungo corso nell’editoria, ha permesso di fare
delle attente valutazioni sulla sensibilità dei lettori ed
“abbiamo fatto una scelta di continuità” ha
detto,
“che il cambio di linea politica non avrebbe permesso”.
Abbiamo confermato
il cda,
il
direttore, i ruoli che i giornalisti avevano all’interno dei
giornali ed anche la
linea editoriale. La
differenziazione della linea politica avrebbe portato
alla discontinuità, ha
chiarito.
Alle
sollecitazioni di Coppola ha risposto che c’è una
interlocuzione in corso con i giornalisti, nello
stesso
pomeriggio di
oggi
è programmato un incontro in cui saranno valutate le diverse
opzioni. Condivido le preoccupazioni sui collaboratori delle valli e
dato che il sito Trentino rimane attivo e manteniamo di fatto in vita
la testata, dovremo rafforzare quel contesto. Non sarà un rapporto
uno ad uno, ma permetterà di mantenere in parte
la storia del giornale Trentino ed adeguarsi al contempo alle nuove
generazioni
e ai nuovi modi di fruire l’informazione.
Alla
domanda di Ferrari Ebner
ha
risposto che ci sarà sicuramente l’occasione
di parlare
con Fugatti e Spinelli per valutare come la Giunta possa intervenire
nell’ambito delle
proprie possibilità.
Ad
Ambrosi ha risposto che le possibilità di sopravvivenza sono state
valutate ampiamente in questi ultimi anni. Quanto alla ricerca degli
investitori, non credo che ci siano molte aziende disponibili a
spendere oltre 5 milioni di euro per far sopravvivere un giornale e
per questo non abbiamo nemmeno tentato di vendere la testata, ha
osservato.
Cosa
può fare la politica? A questa domanda Ebner ha risposto con un
raffronto tra Italia, Austria e Germania in termini di spese
istituzionali in pubblicità
nel periodo Covid: il governo italiano non ha speso un centesimo,
l’Austria
ha speso
65 milioni,
la
Germania
cifre esorbitanti.
A
Zanella Ebner
ha replicato dicendo che
il Trentino soffriva notevolmente da tempo e questo era noto,
l’aspetto più lampante è
stata l’attivazione dei contratti di
solidarietà. Poi la situazione è precipitata per il Covid che è
stato deleterio, sopratutto nella seconda ondata rendendo la
situazione insostenibile. Come possiamo vendere un giornale se i bar
sono chiusi, come possiamo chiedere agli inserzionisti di comprare
pagine pubblicitarie se non sanno se potranno aprire le loro aziende
e se e quando si tornerà ad una vita economica normale? Perdere 4500
euro al giorno, con la prospettiva
dell’attuale
mutazione del virus e la situazione dei vaccini era impensabile. Sui
19 giornalisti stiamo lavorando alla ricerca di una soluzione, mentre
il resto del personale lo abbiamo assorbito
immediatamente. Chiudere un quotidiano è una sofferenza e una
sconfitta,
ma quando una
situazione non è più gestibile un imprenditore deve fare delle
scelte perché l’azienda nel suo complesso non è solo il Trentino:
questa
è stata
una
forma di rispetto anche per chi lavora
in altri rami di azienda.
A
Marini
Ebner
ha
replicato di
aver
preso atto dei rapporti di forza politici e che di conseguenza si è
comportato.
Quanto
al monopolio, ha risposto che l’unificazione
delle
testate è avvenuta in altre province oltre 10 anni fa. Il tema posto
da Fraccaro politicamente
ci stava,
ma così come è stato posto era solo un pretesto, dal momento
che poi si è rifiutato di incontrare l’editore per avere
spiegazioni sull’editoria italiana, sull’editoria
della
Regione
e della
Provincia.
I rapporti
con i segretari di Stato Crimi e Matella sono stati corretti, di
totale trasparenza e nessuno dei due ha presentato
una sua proposta. Per quanto riguarda la prosecuzione
in continuità richiamata da Degasperi, Ebner ha detto che l’idea
era di migliorare
la
qualità e la diffusione di un
giornale di informazione:
un’impresa
che non è riuscita, purtroppo.
Il
sindacato FNSI: procedura irrituale e in violazione del contratto
giornalistico.
Rocco
Cerone
(segretario sindacato giornalisti FNSI) ha detto
che da un momento all’altro è stato cancellato un patrimonio della
comunità trentina con 75 anni di storia: un delitto inaccettabile.
Venerdì 15 gennaio alle ore 11 con
procedura
irrituale e in violazione del contratto giornalistico venne
comunicata
la chiusura con effetto immediato
del
Trentino. Questo è illegale e irrispettoso delle leggi e ci saranno
le
autorità competenti ad esprimere il loro giudizio. Anche
perché il
18 novembre 2020, meno
di due mesi prima,
l’azienda certificò che non ci sarebbero stati esuberi, con un
accordo sottoscritto dai tre giornali e dalla Federazione della
stampa: un accordo diventato carta straccia, uno spregio fatto ai
colleghi, al sindacato e alla Federazione della stampa. Ma c’è di
più. Il giorno 20 gennaio ci sarebbe dovuto essere un incontro
formale tra
Azienda e
sindacato, mentre il giorno prima l’azienda
aveva già autonomamente avanzato la
richiesta di cassa integrazione
a zero ore, senza nemmeno attendere l’interlocuzione con il
sindacato.
I colleghi hanno fatto diverse proposte all’azienda, compresa
un’autoriduzione
sensibile dello stipendio, o possibili
ricollocazioni in
altre testate del gruppo,
alle quali è stata data risposta negativa.
Credo ci siano delle possibilità, ha concluso, di assorbire una
buona parte dei colleghi nel giornale digitale.
La redazione del Trentino: chiediamo il riassorbimento nel gruppo Athesia
Ubaldo
Cordellini per
Comitato di redazione del Trentino ha sottolineato l’aspetto
storico della testata: è stata spenta un voce che rappresenta una
buona parte della comunità, ha detto, che raccontava il territorio.
Una voce che adesso non c’è più. La comunicazione ci ha
scioccati,
ha aggiunto, anche perché è avvenuta dalla sera
alla mattina,
non solo per
noi, ma per
l’intero territorio
trentino.
Chiediamo il riassorbimento nel grande
gruppo Athesia, che
conta oltre 1000 dipendenti, delle
19 persone che si trovano oggi
senza
un
lavoro.
Chiediamo che l’editore ci ripensi e che rifletta
sul fatto che
l’impresa deve tenere conto anche delle ricadute sulla
società. Chiediamo alla
politica il sostegno per
riaccendere questa voce, ha
concluso.
Paolo
Morando ha
sottolineato le ricadute sociali non solo sui lavoratori, ma
sull’intero sistema dell’informazione
regionale,
sulla
democrazia
e la libera circolazione
delle
idee.
Ha poi sottolineato e chiarito alcuni aspetti: il sistema usato
dall’editore
per procedere alla chiusura
del
giornale
è avvenuto in violazione delle
elementari regole di civiltà, con
un comportamento simile all’eliminazione
di un tumore. All’editore
non importa nulla di attivare un percorso di ricollocamento, ha
aggiunto.
Le
domande dei consiglieri
Lucia
Coppola
ha espresso ammirazione per la professionalità ed il lavoro svolto
dai giornalisti del Trentino. Dalle parole dell’editore è emerso
un quadro secco e definitivo della situazione economica. Io nutro la
speranza che in qualche modo si possa uscire da questa situazione non
solo per le nostre, ma anche per le vostre vite. L’annuncio di
Ebner di voler sottoporre delle proposte per i giornalisti e di avere
in programma un incontro non sembra sovrapponibile a quanto da voi
riportato.
Sara
Ferrari ha
chiesto come i giornalisti immaginano che il sistema pubblico possa
intervenire, nei limiti delle proprie competenze e possibilità, a
sostegno della situazione, sia presso l’editore che nell’immaginare
nuovi scenari.
Alessia
Ambrosi ha
chiesto ai giornalisti se a loro avviso sia stato fatto il possibile
per cercare di contestualizzare il giornale ai tempi correnti. Ha
inoltre sottolineato la volontà dell’editore, manifestata in
Commissione, di tentare delle opzioni per il collocamento dei
giornalisti.
Paolo
Zanella è
intervenuto ad esprimere solidarietà ai giornalisti e ha osservato
che l’editore è stato elusivo rispetto alla domanda sul modo in
cui è stata messa la parola fine a questa vicenda, senza attivare
prima spazi di confronto. Ha espresso la speranza del riassorbimento
da Athesia e ha anche espresso preoccupazione sul monopolio.
Alex
Marini ha chiesto se ad avviso dei giornalisti ci sono spazi per
un intervento legislativo e quali dovrebbero eventualmente essere gli
accorgimenti di un eventuale intervento in questo senso.
La
replica del Sindacato
Cerone
ha replicato che occorre ristabilire la verità dei fatti,
riepilogando nuovamente come sono andate le cose e precisando che
Ebner avrebbe ricondotto la decisione finale
alle
pressioni del Movimento 5 Stelle e della Federazione della Stampa sul
tema della concentrazione editoriale. L’azienda, ha poi chiarito,
non ha presentato nessuna proposta ed
Ebner non venderà mai la testata Trentino e alle nostre richieste
di ricollocamento
dei
giornalisti presso
il gruppo Athesia,
gli altri giornali del
gruppo oppure
sul web, al risposta
è stata picche.
Unica apertura riguarda
un collega che è già impegnato
nel sito web.
L’obiettivo aziendale, ha
concluso, non
è quello di avere altri soci, ma di poter essere monopolista
informativo e del mercato pubblicitario.
Cordellini
ha
aggiunto
che la Pat ha tutti gli strumenti per
poter sostenere un’azienda editoriale in crisi e ha
riportato
l’esempio della Regione
Lazio che
ha attivato un bando per
aiuti ad aziende editoriali in difficoltà a causa del Covid. Si
potrebbe creare
un fondo simile, ha
suggerito.
Coppola
ha
chiesto agli auditi di mantenere i contatti per non fare venire meno
la possibilità di un’interlocuzione in
merito ad
eventuali soluzioni.
Cerone
ha
dichiarato
la totale disponibilità a presentare un piano organico con proposte
e ipotesi scritte e
con
possibilità di intervento da parte della Provincia autonoma di
Trento. Ambrosi
ha ringraziato e ha proposto una successiva audizione delle testate
del territorio per capire, anche aldilà della vicenda del Trentino,
cosa stia avvenendo nel campo dell’informazione.
L’Ordine
dei giornalisti: sconcerto per una situazione senza preavviso
Mauro
Keller,
presidente dell’Ordine dei giornalisti ha
espresso lo sconcerto per la situazione venutasi a creare, precisando
tuttavia di non avere nessuna competenza in ambito sindacale. Siamo
rimasti sorpresi per le modalità in cui è stata messa in atto la
chiusura, in maniera improvvisa, senza l’avvio preventivo di una
trattativa. Sarebbe auspicabile, ha aggiunto, l’interessamento alla
vicenda da parte della Provincia, magari sondando il terreno su
interessi da parte di imprenditori ad una possibile cordata e la
disponibilità dell’editore al ricollocamento dei giornalisti
all’interno del gruppo.
Coordinamento
Imprenditori: solidarietà
ai dipendenti, ma
non
si può biasimare l’editore
Per
l’Associazione artigiani Marco
Segatta ha
espresso rammarico per la chiusura della testata, pur sottolineando
come non sia stato un evento inatteso, se si ragiona in generale sui
giornali cartacei e il venire meno dei lettori di questa forma di
comunicazione. Nella nostra piccola Provincia avevamo ben tre testate
e forse questa domanda ce la dovevamo porre quattro anni fa al
momento dell’acquisto del Trentino da parte di Ebner. Dispiace, ma
la decisione non sarà certo stata presa a cuore leggero, ha
aggiunto.
Per
Confindustria Fausto
Manzana si
è associato all’amarezza per la chiusura. Ho una chiara
consapevolezza sulla questione economica ma far venire meno una voce
deve fare molto riflettere, ha
detto: a
mio modo di vedere, ha
aggiunto, è
necessario che ci sia l’impegno da parte di tutti nel comprendere
il senso del venir meno di questa voce e una riflessione rispetto
all’eventuale impegno per trovare una soluzione.
Roberto
Pallanch
(Asat)
ha espresso le stessa amarezza di chi lo ha preceduto e la
solidarietà e il sostegno a chi perde il lavoro, anche se il disegno
si poteva già leggere molto tempo fa. Bene la sfida lanciata
dall’editore, ha concluso, di una prosecuzione del giornale in
forma digitale, nel segno di come si stanno evolvendo le testate
internazionali più avanzate. Un
editore che tuttavia non
si può biasimare per una scelta fatta seguendo una razionalizzazione
produttiva e il risparmio dei costi, ha aggiunto, concludendo con una
considerazione finale: anche questa vicenda denota un impoverimento
dell’autonomia provinciale che avrebbe potuto sostenere
un’evoluzione diversa, nel segno del pluralismo e della qualità
dell’informazione.
Corecom:
il
nostro, un ruolo passivo
Marco
Sembenotti presidente
del Corecom ha espresso dispiacere per la vicenda, pur chiarendo che
le strette competenze del Corecom toccano solo marginalmente il
sistema informativo per quanto riguarda i quotidiani. In questo caso
quindi l’organismo non ha nessun tipo di informazione privilegiata
e non può che esprimere grande dispiacere per l’impoverimento del
mondo dell’informazione con la perdita di una voce storica ed
autorevole come quella del quotidiano Trentino, che mancherà
moltissimo all’intera popolazione dato
che ben il 96% dei trentini si informa attraverso i mezzi
d’informazione locale (dati
del 2019).
Il
timore
e insieme l’auspicio
è che si trovi una soluzione all’occupazione dei giornalisti, ma
anche di collaboratori e fotografi.
Adele
Gerardi
ha
osservato che in base all’art 12 della legge costitutiva del
Corecom, l’organismo può formulare pareri e proposte e fornire
indicazioni in materie interessanti il settore della comunicazione.
Ma c’è di più: la legge provinciale 18/2016 sull’editoria
prevede anche agevolazioni alle testate online, a patto che venga
tutelata l’occupazione, suggerendo così una possibile soluzione
per il portale online del Trentino.
Le
domande dei consiglieri
Ferrari
ha
ribadito il ruolo di consulenza del Corecom e ha chiesto se ci siano
dei dati sulla situazione trentina e sulla fruizione dei mezzi di
comunicazione. Inoltre, ha chiesto se il Corecom possa essere
strumento di consulenza attivo per la Giunta in questo contesto.
Ferrari
ha poi suggerito di mantenere il rapporto con il Corecom e avviare
altri momenti di confronto al momento della diffusione dei dati
sull’informazione.
Marini
ha posto il
serio problema del monopolio e
ha aggiunto che la
legge provinciale che prevede aiuti ai portali non affronta il
problema dell’informazione.
La
replica del
Corecom
Sembenotti
ha
chiarito che ogni anno si tiene la Conferenza d’informazione nella
quale si mettono a confronto le esigenze dei lavoratori e quelle
degli amministratori. Un appuntamento purtroppo poco considerato,
sopratutto da parte degli amministratori che hanno quasi totalmente
disertato l’appuntamento quest’anno e anche l’anno scorso. Non
abbiamo dati sulla carta stampata, ha replicato
a Ferrari,
che riguarda infatti
solo
marginalmente il nostro agire quotidiano, se non nei periodi di
consultazione elettorale. Sarebbe anche bello, ha aggiunto, poter
monitorale l’evolversi del panorama informativo in Provincia,
mentre abbiamo dati vecchi e poco significativi.
Quelli,
comunque, dicono che nella nostra provincia l’informazione locale è
ritenuta preponderante: il 75% segue la tv e i notiziari televisivi,
il 20% segue la radio e il 90% i giornali. Posso impegnarmi a
trasmettere, appena usciranno, i nuovi dati sul monitoraggio
dell’informazione che saranno diffusi dall’Agcom. Infine, ha
aggiunto di sentirsi impoverito, come lettore, dalla chiusura del
giornale, anche se forse si sarebbe dovuto intervenire qualche anno
fa. A
Marini ha risposto che la situazione del Trentino AA è abbastanza
favorita e i dati che riguardano i contributi concessi nel 2017
ammontano a 900.000 euro, che sono stati dimezzati nel 2018 e 2019
anche a fronte di meno domande.