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31/07/2020 - In aula o in commissione

Assestamento, le minoranze via dall'Aula a causa dei 217 milioni di euro inseriti nel fondo di riserva

In Consiglio prosegue l'esame degli articoli della manovra

Assestamento, le minoranze via dall'Aula a causa dei 217 milioni di euro inseriti nel fondo di riserva

In allegato, l'emendamento oggetto dello scontro. Nella foto, alcuni esponenti dell'opposizione

Prosegue in Consiglio provinciale la discussione della manovra di assestamento della Provincia. L’accordo intervenuto nella notte aveva permesso il ritiro di una parte degli oltre 12.000 emendamenti ostruzionistici, ma restavano ancora diversi nodi irrisolti. A questi si è aggiunta stamattina una questione sollevata da un consigliere di minoranza: un subemendamento all’articolo 13 che accantona ingenti risorse sui fondi di riserva della Presidenza. La questione, vista dalle minoranze come un attacco all’autorevolezza del Consiglio, ha motivato la richiesta di sospensione dei lavori. Il presidente della Giunta ha chiarito che non è la prima volta che questo accade e che le modalità di spesa saranno comunicate a Commissione competente e Consiglio nei tempi più brevi possibili. Al rientro in aula la Garante delle minoranze ha annunciato la volontà dei gruppi che rappresenta di abbandonare l’aula lasciano alla maggioranza la responsabilità di quanto accade.


Il fatto “nuovo”: gli accantonamenti sul fondo di riserva

Le votazioni sono ripartite stamane dall’articolo 12 con le minoranze a chiedere fin dal principio il voto segreto sugli emendamenti. Un consigliere di opposizione ha chiesto delucidazioni in merito ad un subemendamento all'articolo 43 che accantonerebbe 350 milioni di euro provenienti dallo Stato sui fondi di riserva della Presidenza e ne permetterebbe un utilizzo con semplice delibera e senza ricorrere ad una variazione di bilancio. Lo stesso consigliere ha poi denunciato la completa esautorazione del Consiglio provinciale in relazione alla formazione del bilancio della Provincia.

L’esame è proseguito e all’altezza dell’articolo 15, quello che precede la norma sulle slot machines, è stata chiesta dalle minoranze una sospensione dei lavori di mezzora.

Una richiesta giudicata ingenerosa dalla maggioranza e definita “il venire meno agli accordi dei capigruppo che avevano già concesso alle minoranze del tempo aggiuntivo”.

Il “fatto nuovo”, hanno chiarito le minoranze, sono i 213 milioni di euro riconosciuti dal Governo sulla base di un lavoro corale che si diceva non sarebbero stati messi a bilancio e ora vengono accantonati sul fondo di riserva del presidente, ovvero “il cuore del bilancio se ne va dal Consiglio“: la questione riguarda il ruolo statutario del Consiglio perché siamo noi a dover autorizzare il presidente a spendere quei soldi. Così viene messo in gioco il principio della trasparenza e della correttezza istituzionale e viene compromesso il senso stesso della nostra presenza in quest’aula.

Prima della sospensione un consigliere di opposizione ha quindi riepilogato le questioni “non negoziabili” che rallentano l’approvazione dell’assestamento, perché attinenti a questioni “morali”: caduti, dopo il saggio ritiro dell’emendamento “eversivo” sul Forum per la Pace gli emendamenti su quell’argomento, resta l’opposizione intransigente su due emendamenti di sapore propagandistico e xenofobo, sul punto “etico e profondamente sensibile” delle slot machines e sulla riduzione del cda della Fondazione Mach. A questo si aggiunge l’ultima questione delle risorse accantonate sui fondi di riserva del presidente.


Questione nota e non è la prima volta che accade

Il presidente della Giunta ha replicato che il subemendamento in questione non nasce stamattina, ma era nella piena conoscenza dei consiglieri da lunedì scorso e il tema non era mai stato posto nel corso di tutti gli incontri realizzati in questi giorni con i singoli gruppi di minoranza. Non si tratta comunque di 350 milioni di euro, ha chiarito, bensì di 213: un fondo di riserva nato per accantonare risorse che saranno messe a disposizione dal Governo nel decreto agosto. Tra l’altro non è la prima volta che questo accade, ha aggiunto: già nel 2008 la Giunta di allora accantonò 189 milioni di euro e 117 nel 2009 e 90 nel 2012. Non faremo certo un assalto alla diligenza, ha concluso: ci prenderemo il tempo per decidere come spendere quei soldi e lo comunicheremo agli organismi competenti.


Le minoranze abbandonano l’aula

Alla ripresa, dopo la sospensione, la garante delle minoranze ha denunciato con forza che l’intero ammontare delle risorse provenienti dallo Stato non solo non vengono utilizzate per la comunità trentina ma vengono parcheggiate sui fondi di riserva a disposizione del presidente della Giunta. Si tratta, ha aggiunto, di un grave danno sociale ed economico, di delegittimazione del ruolo del Consiglio. Le minoranze, ha concluso, decidono con rammarico di compiere un gesto inusuale ma necessario, lasciando la responsabilità di quanto accade alla sola maggioranza.



Allegati
L'emendamento all'emendamento 4 all'articolo 43 del ddl 60 sull'assestamento del bilancio proposto dal presidente della Giunta provinciale