In Consiglio prosegue l'esame degli articoli della manovra
Assestamento, le minoranze via dall'Aula a causa dei 217 milioni di euro inseriti nel fondo di riserva
In allegato, l'emendamento oggetto dello scontro. Nella foto, alcuni esponenti dell'opposizione
Prosegue
in Consiglio
provinciale
la
discussione
della manovra di
assestamento
della Provincia. L’accordo
intervenuto nella notte aveva
permesso il ritiro di una
parte degli oltre 12.000 emendamenti ostruzionistici, ma
restavano ancora
diversi
nodi irrisolti. A questi si è aggiunta stamattina una questione
sollevata da un consigliere di minoranza: un subemendamento
all’articolo
13 che
accantona
ingenti
risorse
sui
fondi di
riserva della
Presidenza. La
questione, vista
dalle minoranze come un attacco all’autorevolezza del Consiglio, ha
motivato la richiesta di sospensione dei lavori. Il presidente della
Giunta ha chiarito che non
è la prima volta che questo accade e che le modalità di spesa
saranno comunicate a Commissione competente e
Consiglio nei
tempi più brevi possibili. Al
rientro
in aula la Garante delle minoranze ha annunciato la volontà dei
gruppi che rappresenta di abbandonare l’aula lasciano alla
maggioranza la responsabilità di quanto accade.
Il
fatto “nuovo”: gli accantonamenti
sul fondo di riserva
Le
votazioni sono ripartite stamane dall’articolo 12 con le minoranze
a chiedere fin dal principio il voto segreto sugli emendamenti. Un consigliere di
opposizione
ha chiesto delucidazioni in merito ad un subemendamento all'articolo 43 che
accantonerebbe
350
milioni di euro provenienti
dallo Stato sui
fondi di
riserva della
Presidenza e ne
permetterebbe un utilizzo con
semplice delibera e senza ricorrere ad una variazione di bilancio. Lo
stesso consigliere ha poi denunciato
la completa esautorazione del Consiglio provinciale in relazione alla
formazione del bilancio della Provincia.
L’esame
è proseguito e all’altezza
dell’articolo 15, quello che precede la norma sulle slot
machines,
è stata chiesta dalle
minoranze una
sospensione dei lavori di
mezzora.
Una
richiesta giudicata ingenerosa dalla maggioranza e definita “il
venire meno agli accordi dei capigruppo che avevano già concesso
alle minoranze del tempo aggiuntivo”.
Il
“fatto nuovo”, hanno chiarito le minoranze, sono i 213
milioni
di
euro riconosciuti
dal Governo
sulla base di un lavoro corale che si diceva non sarebbero stati
messi a bilancio e ora vengono accantonati
sul fondo di riserva del presidente, ovvero “il cuore del bilancio
se ne va dal Consiglio“: la questione riguarda il ruolo statutario
del Consiglio perché siamo noi a dover autorizzare il presidente a
spendere quei
soldi. Così
viene messo in gioco il principio della trasparenza e della
correttezza istituzionale e
viene
compromesso il senso stesso della nostra presenza in quest’aula.
Prima
della sospensione un
consigliere
di opposizione ha quindi
riepilogato
le
questioni “non negoziabili” che
rallentano l’approvazione dell’assestamento,
perché
attinenti a
questioni
“morali”:
caduti,
dopo
il saggio ritiro dell’emendamento “eversivo” sul Forum per la
Pace gli
emendamenti su quell’argomento, resta
l’opposizione intransigente
su due emendamenti di sapore propagandistico e xenofobo, sul punto
“etico e profondamente sensibile” delle slot
machines e sulla
riduzione del cda della Fondazione Mach. A
questo si aggiunge l’ultima questione delle risorse accantonate sui
fondi di riserva del presidente.
Questione
nota e non è la prima volta che accade
Il
presidente della Giunta ha replicato
che il subemendamento in questione non nasce stamattina, ma era nella
piena conoscenza dei consiglieri da lunedì scorso e il tema non era
mai stato posto nel corso di tutti gli incontri realizzati in questi
giorni con i singoli gruppi di minoranza. Non si tratta comunque di
350 milioni di euro, ha chiarito,
bensì di 213:
un fondo di riserva nato per accantonare risorse che saranno messe a
disposizione dal Governo nel decreto agosto. Tra
l’altro non
è la prima volta che questo accade, ha aggiunto:
già nel 2008 la Giunta di allora accantonò 189 milioni di euro e
117 nel 2009 e 90 nel 2012. Non faremo certo un assalto alla
diligenza, ha concluso:
ci prenderemo il tempo per decidere come spendere quei soldi e lo
comunicheremo agli organismi competenti.
Le
minoranze abbandonano l’aula
Alla
ripresa, dopo la sospensione, la
garante delle minoranze ha denunciato
con forza che l’intero ammontare delle
risorse
provenienti
dallo Stato non
solo non vengono utilizzate per la comunità trentina ma vengono
parcheggiate
sui fondi di riserva a disposizione
del presidente della Giunta.
Si
tratta, ha aggiunto, di un grave
danno sociale
ed economico, di
delegittimazione
del ruolo del
Consiglio.
Le
minoranze, ha concluso, decidono
con rammarico di compiere un gesto
inusuale ma necessario, lasciando la responsabilità
di quanto accade
alla sola maggioranza.