La Prima Commissione ha ascoltato le organizzazioni sindacali e degli imprenditori
Avviate le audizioni sull'assestamento di bilancio 2020 proposto dalla GIunta
Documenti allegati. I segretati di Cgil, Cisl e Uil Grosselli, Bezzi e Alotti
Audizioni
sull’assestamento di bilancio questa mattina presso la prima
Commissione permanente presieduta da Vanessa Masè. Sono stati
sentiti i sindacati e gli imprenditori. Le audizioni proseguiranno
anche nel pomeriggio di lunedì. A partire da martedì si
discuteranno i disegni di legge. Ricordiamo che sul tavolo ci sono i
testi 59 e 60 -rispettivamente il rendiconto generale della Provincia
per il 2019 e l’assestamento del bilancio di previsione della
Provincia per gli esercizi 2020-2022- e il Defp, il documento di
economia e finanza provinciale 2021.
I
Sindacati:
serve un piano sanitario; sconcerto per l’assenza di risorse per le
politiche del lavoro; rischio
nuova austerità; non
si perda il treno degli aiuti europei
Andrea
Grosselli (Cgil),
Walter
Alotti (Uil)
e
Michele
Bezzi (Cisl)
hanno sottoscritto un documento unitario (allegato).
In premessa, hanno rilevato una difficoltà oggettiva ad approfondire
la complessità della manovra di assestamento, che si configura come
un disegno di legge omnibus.
Una
questione di metodo, amplificata quest’anno da interventi
finanziari incerti: ai
140 milioni di euro di mancato gettito potrebbero aggiungersi
altri 210 milioni in
meno, sulla
base di come si concluderà la trattativa tra Regioni
a statuto speciale
e Stato.
Se ci saranno modifiche sostanziali nella parte finanziaria, con
possibilità di investimento e risorse aggiuntive i
sindacati hanno chiesto
che si faccia
un ulteriore passaggio di
ascolto.
Gli effetti della pandemia non sono certo estranei alla scrittura di
queste norme e l’emergenza è tutt’altro che finita,
sebbene
la situazione
epidemiologica sia migliorata, hanno
osservato.
Per la terza volta consecutiva (dopo
i disegni di legge anticrisi approvati nei mesi scorsi), anche in
queste norme la
parte riguardante l’emergenza sanitaria è marginale: un richiamo
ad inserire in legge dei riferimenti per la gestione
dell’emergenza di qui ai prossimi
mesi. L’impatto
profondo, quasi drammatico di questa crisi può essere misurato con
le ore di cassa integrazione, hanno
notato:
secondo stime ufficiali in Trentino nei tre mesi di confinamento
sono
state autorizzate 16 milioni di ore di cassa integrazione. Per avere
un termine di paragone, nei tre anni della recessione economica del
2009-10-11, furono 17 milioni. A
questo si aggiunge un’emorragia
di 10.000 posti di lavoro, perlopiù lavoratori precari e
stagionali che ha messo in crisi migliaia di famiglie che su quei
redditi, seppur discontinui, facevano conto.
In una situazione tanto grave, sconcerto da parte dei sindacati è
stato espresso per la mancanza di finanziamenti
nell’assestamento
per
sostenere
le
politiche del lavoro. Servono
risorse, mentre non c’è un solo euro per le politiche del lavoro:
chiediamo di investire sugli strumenti che possano rendere meno
impattante la crisi occupazionale. Accanto
a questo, Grosselli ha notato
che la produttività del lavoro nel 2019 in Trentino è calata, della
stessa misura in cui è calata la media nazionale. L’assenza
di un piano programmatico oggi, ha aggiunto, rischia di creare la
tentazione nella Giunta di cedere ad una nuova forma di austerità,
spingendo sul taglio della spesa pubblica e sociale. Ci sono già dei
segnali che purtroppo vanno in questa direzione, ad esempio nei
servizi per l’impiego. Si va in controtendenza anche
sul lavoro
agile, pur con i dati che confermano la maggiore produttività del
lavoro da remoto, quando
continuare
questa sperimentazione avrebbe contribuito ad accelerare sulla
digitalizzazione.
A scongiurare il rischio di una nuova austerità potrebbero
essere finalmente l’Europa e le istituzioni eurounitarie. Su questo
fronte il Trentino è importante disegni una propria strategia e
sviluppi la capacità di andarsi a prendere i fondi europei perché
queste risorse, diversamente da quelle statali, possono essere
direttamente accessibili anche alla Provincia di Trento.
Allarme
esternalizzazione dei servizi scolastici e sanitari
Walter
Alotti ha
sottolineato la sfacciataggine della Giunta che nella relazione
all’assestamento scrive di essere intervenuta attraverso misure
emergenziali a sostegno dei lavoratori. Tra
l’altro,
ha aggiunto, siamo molto preoccupati sia per la scuola che per la
sanità, perché aldilà della questione sicurezza, c’è un
tentativo di esternalizzare il servizio della scuola pubblica e
quello sanitario, con l’introduzione delle cooperative per la
gestione del tempo didattica della scuola e con l’accentuazione
della logica dell’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture
private accreditate. Nella manovra, poi, ci sono molti provvedimenti
elettorali, come la distribuzione a pioggia di contributi ai comuni:
chiediamo che gli interventi siano finalizzati a politiche
strutturali rispetto alla risorsa acqua e al digitale, ha suggerito.
Positivo l’annuncio della riapertura di un nuovo fondo social
housing per
il quale si auspica venga
usata la sgr in
house
della Regione,
con risparmi dal
punto di vista fiscale ed economico rispetto alla
finanziaria
veneta. A
parte questo, assenti dalla manovra i riferimenti all’edilizia
sostenibile e alla casa: chiediamo l’istituzione dell’Osservatorio
sull’abitare, operazione a costo zero, che prevede il
coinvolgimento delle parti sociali nell’interlocuzione con
l’amministrazione. In questi due mesi di aprile e maggio i
lavoratori in cassa integrazione e
le famiglie hanno subito una riduzione del
40% delle loro
retribuzioni: la Giunta deve intervenire perché se non si rilanciano
i consumi il territorio difficilmente riuscirà a ripartire.
Assente
una strategia sulle riaperture scolastiche; serve una rivalutazione
del capitale umano della Pat
Michele
Bezzi
ha rimarcato il mancato coinvolgimento di tutti nell’elaborazione
di una visone su dove si vuole andare e su come affrontare questa
crisi. La pandemia ha messo in gravissima difficoltà il turismo, ma
in questo contesto il nostro territorio potrebbe essere una fonte
strategica da valorizzare, così come gli operatori attivi nel
comparto. Servirebbe una rivalutazione del capitale umano della
Provincia
e degli enti locali, magari mediante nuove integrazioni
di organico: ci aspettiamo in questo senso il rinnovo dei dipendenti
pubblici, con un riconoscimento e il rispetto del protocollo siglato
a suo tempo. Manca una strategia sulla riapertura delle scuole a
settembre, ha detto, e le famiglie e i lavoratori dipendenti sono
stati esclusi da questi provvedimenti.
Fenalt
su rinnovo contrattuale e informatizzazione
Maurizio
Valentinotti (Fenalt)
ha ribadito la richiesta delle risorse per il rinnovo contrattuale
del pubblico impiego, considerato anche il basso reddito, sopratutto
in considerazione che il ceto medio è quello che mette in circolo
l’economia. Strategico il tema dell’investimento
sull’informatizzazione, mentre le aperture domenicali vanno
in controtendenza rispetto a questo.
Gli
spunti dei consiglieri e le repliche sei sindacati
Il
consigliere
Ugo Rossi (Patt)
ha chiesto se da un punto di vista della necessità della ripresa, si
può individuare in anticipo qualche possibilità di incentivo in
relazione alle risorse che potrebbero rendersi disponibili. Inoltre,
ha
chiesto ai sindacati se
hanno potuto verificare la presenza sul 2020 e sul 2021 di 100
milioni di riduzione di spesa che ad oggi non sono ancora visibili.
Giorgio
Tonini (PD)
ha espresso preoccupazione per la definizione di questa
manovra
come
“espansiva”
(che
mette nell’economia più di quello che toglie):
tutte
misure sono infatti
a
legislazione
vigente, salvo una, di 100 milioni di
riduzione quest’anno
e altri 100 milioni
l’anno
prossimo. La manovra è dunque restrittiva, non espansiva.
Grosselli
ha
osservato che dobbiamo offrire nuovi servizi e lo possiamo fare
grazie alle nuove tecnologie, non nella
logica di replicare a tutti i livelli gli stessi servizi. Alcuni
servizi vanno addirittura accentrati, a beneficio delle casse
pubbliche, ma in generale vanno ideati nuovi modelli organizzativi
dei servizi pubblici sanitari. Per gli investimenti infrastrutturali
serve un patto tra Provincia e enti locali per decidere le opere che
servono al nostro territorio su energia, turismo, paesaggio, ambiente
ecc. Sulla spesa pubblica, se già c’è una riduzione, come
evidenziato da Rossi e Tonini secondo un prospetto appena
distribuito, non
possiamo che confermare la grande preoccupazione già evidenziata per
una fase molto drammatica che purtroppo non possiamo definire già
chiusa. Alotti
ha ribadito il rischio del taglio alle risorse e altri aspetti già
evidenziati nell’intervento
precedente.
Imprenditori:
parere
favorevole anche
se serve
un’idea di sviluppo di ampio respiro; bene
le misure a sostegno del turismo, ma preoccupa la riduzione delle
risorse per il 2021 e 22
Marco
Segatta per
il Coordinamento imprenditori ha presentato un documento unitario in
due parti, con osservazioni generali e puntuali sugli articoli
(allegato) e
un parere sostanzialmente favorevole rispetto alle norme proposte.
Positivo
a loro avviso, in una
congiuntura economica difficile come quella attuale, essere riusciti
a portare in equilibrio il bilancio e poter disporre di 455 milioni
di euro.
Bene i contributi a favore dell’edilizia
abitativa, i lavoratori pubblici
comunali di immediata cantierabilità,
gli investimenti per
le Olimpiadi, i lavori pubblici
provinciali, i contributi per la sistemazione paesaggistica dei
centri abitati. Sul versante turistico bene anche agli interventi per
il sostegno alla
assunzioni e il dimezzamento dell’Imis.
Drammatica la situazione occupazionale: si chiedono informazioni
precise sulla
prosecuzione della cassa
integrazione e sull’operatività del Fondo territoriale di
solidarietà.
Le
chiusure domenicali sono
state invece
definite “economicamente illogiche”, penalizzanti
per gli
operatori commerciali del territorio a vantaggio dell’e-commerce
o
delle altre regioni. Altro tema rilevante assente dall’assestamento,
quello della cablatura delle imprese e
dell’internazionalizzazione. Preoccupante, inoltre, la mancanza di
risorse destinate agli operatori economici e ai loro dipendenti con
percorsi formativi ad
hoc
che consentano di colmare il gap
di
conoscenza e di superare il divario con i competitors
stranieri. La crisi ha sparigliato le carte in tavola, questo è
ovvio, tuttavia occorre fornire un’idea chiara di sviluppo e
rilancio dell’economia del
Trentino e in questo senso gli imprenditori si impegnano a presentare
una rosa di proposte da inserire nella prossima finanziaria.
Inquietante
la generale incertezza
sulla disponibilità
delle risorse: la priorità assoluta in questo senso sarebbe definire
con il Governo un quadro nazionale, in accordo con la Provincia di
Bolzano, per permettere
una pianificazione strategica. Evidenziamo infine
le
richieste alla Giunta di un supplemento di riflessione per dare un
aiuto agli operatori dell’autonoleggio, “comparto maggiormente
colpito dall’emergenza sanitaria” e alla filiera del legno che
sta tuttora soffrendo le conseguenze della tempesta Vaia, con un
aggravamento della situazione oggi con il Covid.
Alessandro
Ceschi (Cooperazione)
è entrato nello specifico e
ha
chiesto di aumentare le risorse ai progetti di sviluppo dei territori
(articolo 2). Belli gli interventi sulla prima casa all’articolo
20, si chiedono però particolari finanziamenti
per l’edilizia cooperativa. Manca una norma nell’assestamento, ma
si suggerisce di incrementare le risorse per il
fondo partecipativo. Infine,
sul tema dell’edilizia si chiede la riduzione del vincolo da 10 a 7
anni per gli immobili di edilizia pubblica e per le cooperative
edilizie indivise si chiede di prevedere un meccanismo che possa
agevolarne la chiusura. Infine, sul tema della ristorazione
scolastica, Ceschi ha ricordato che ci sono aziende messe in
ginocchio dall’emergenza e ha chiesto per queste una norma ad
hoc
che riconosca almeno i costi vivi che non si possono recuperare.
Aldi
Cekrezi per
Confesercenti ha posto l’accento sull’articolo 30 che fa
riferimento al commercio ambulante: sulla
falsa riga di quanto già approvato con emendamento dalla V
Commissione Bilancio della Camera si chiede il rinnovo per 12 anni
delle concessioni per il commercio ambulante con scadenza al
31.12.2020.
Marco
Fontanari (Confcommercio)
ha ringraziato per gli interventi
per
il
settore turistico, ma ha ricordato anche i
pubblici
esercizi, la
ristorazione
e i
bar,
tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria:
si potrebbe ridurre la Tari, ha
suggerito.
All’articolo 18 ha
evidenziato
la necessità di un chiarimento, bene l’art. 26 sugli incentivi
per le operazioni immobiliari e l’articolo 27 assolutamente
condivisibile,
che assegna contributi agli operatori economici dei settori legati al
turismo che salvaguardano le assunzioni nella stagione 2020: si
chiede però che questa misura possa essere estesa a tutti i settori
economici.
Con
riferimento all’articolo 30, Ferruccio
Veneri (Confcommercio)
ha condiviso in pieno la linea di Confesercenti. Ha
poi evidenziato altri passaggi sui quali occorre intervenire. Tra
questi, la questione delle agenzie di viaggio che si stima che nel
2020 registreranno un calo delle prenotazioni con perdite pari
all’80% rispetto all’anno precedente. Per le strutture ricettive
all’aria aperta (campeggi), a capienza ridotta, si chiede si
adeguare la capacità ricettiva e di apportare alcune modifiche alle
norme per sostenere la categoria.
Giulio
Misconel ha
illustrato alcune richieste sull’articolo 1 (richiesta di prorogare
al 2021 le misure di
sconto sull’IMIS
di
cui all’articolo 1),
una valutazione negativa sull’articolo 19 perché quelle risorse
sarebbero meglio dirette su piccoli appalti subito cantierabili, bene
l’articolo 38 in materia di accelerazione nel rilascio dei titoli
edilizi.
Alberto
Bertolini
(Asat) ha confermato l’apprezzamento per le misure presenti nella
manovra a sostegno del comparto turistico. Tra le osservazioni,
all’articolo 1 che prevede lo sconto sull’Imis si chiede se si
possa fare uno sforzo in più, all’articolo 16 si suggerisce
di adottare misure specifiche per garantire la protezione dal
contagio secondo precisi criteri e azioni, all’articolo 28 si
chiede che la Pat preveda una contribuzione per l’anticipazione del
credito d’imposta derivante dal bonus vacanze. In via generale,
Bertolini ha rilevato con preoccupazione la riduzione di risorse di10
milioni di euro sul 2021 e altrettanti sul 2022: non è un segnale
positivo, ha concluso raccomandando massima attenzione a questo
settore, strategico per la crescita del territorio.
Roberto
Busato
(Confindustria) ha ripreso alcuni concetti già introdotti da Segatta
ed ha evidenziato come le misure che si introducono con questo
assestamento servono ad andare incontro all’emergenza, ma non si
possono configurare come una manovra di rilancio dell’economia pe
ri prossimi 2,3 o 4 anni. I provvedimenti sono modulati sulle
dinamiche territoriali, ma non c’è nulla che faccia intravedere
una visione di ampio respiro per il futuro. In un contesto di
contrazione delle risorse e di grande cambiamento, diventa sempre più
importante rilanciare l’economia con un’idea di sviluppo del
Trentino. Serve sedersi al tavolo e pensare e magari avere a
disposizione il lavoro elaborato dal tavolo degli esperti nella fase
più drammatica dell’emergenza Covid. Infine, Budato ha chiesto che
la riduzione dell’Imis per il turismo possa essere estesa anche
agli altri impianti produttivi e
che non si dimentichi di sostenere il finanziamento a ricerca e
innovazione per consentire un rilancio della competitività del
nostro sistema produttivo.
Gli interventi dei consiglieri e le repliche sei Sindacati
Paolo
Ghezzi
(Futura) ha posto l’accento sui limiti messi in evidenza dagli
imprenditori che rispondo alla persistente esigenza di fare
propaganda da parte del presidente della Giunta in una sorta di
“riciclaggio mediatico” espressione che
ha definito
“molto efficace”. Ghezzi ha quindi chiesto una specifica sulle
risorse per la formazione, annunciate e non contenute in questo
assestamento alle quali ha fatto riferimento il presidente Segatta.
Ugo
Rossi ha
evidenziato la connotazione ragionieristica della manovra alla luce
del mancato gettito ed ha chiesto, qualora lo Stato possa garantire
una copertura, se gli imprenditori hanno qualche idea per il
rilancio. Inoltre,
tutti gli indicatori individuano nel turismo il settore trainante
dell’economia trentina, un settore che ahimè sarà più in
sofferenza rispetto agli altri, a seguito della pandemia. In
relazione a questo, ha chiesto, come vi ponete rispetto al fatto che
aldilà della riduzione Imis in questo assestamento non vi siano
indicazioni programmatiche su come sostenere la caduta del settore in
futuro?
Giorgio
Tonini ha
apprezzato la franchezza e la libertà di giudizio. Tuttavia forse,
ha
osservato,
si potrebbe dire
qualcosa in più sul cosiddetto carattere espansivo di questa manovra
che non si vede per niente. Il
tema è come utilizzare gli spazi di indebitamento per aumentare la
capacità di spendere. Un tema che si accompagna a quello della
macchina, con la capacità di spesa che è ulteriormente calata.
Senza una visione gli aggiustamenti non potranno che produrre una
situazione di gravissima recessione che appare senza risposta.
Segatta
ha
notato che questa è evidentemente una manovra che guarda
all’emergenza, Bertolini
ha
convenuto sulla necessità di rilanciare il territorio trentino, ma
l’importante è che vengano congelati gli effetti negativi di
quest’anno per permettere nuovi investimenti. Noi sosteniamo per
questo, ha concluso, che sia importante procedere con un grande piano
di infrastrutturazione fondato sulla sostenibilità. Fontanari
ha
ribadito la straordinarietà dell’emergenza Covid e la necessità
di azioni straordinarie per farvi fronte. I contributi a fondo
perduto di poche migliaia di euro valgono poco per molte aziende che
alla fine hanno dovuto indebitarsi ulteriormente per il Covid anziché
per investire, come
dovrebbe essere.
Necessario il supporto al turismo, ma altrettanto importante dire che
il turismo è tutto un sistema fatto non solo di alberghi o
ristoranti.