La direttiva europea discussa dalla Prima Commissione che ha ascoltato i soggetti interessati
Rotazione nei contratti pubblici. Il Consiglio ha recepito le linee guida proposte dalla Giunta
Documenti allegati
Audizioni
nel pomeriggio di oggi presso la prima Commissione permanente
presieduta da Vanessa Masè, riunita nella Sala Lenzi di
Palazzo Trentini.
Sono
stati ascoltati la Consulta delle politiche sociali, i sindacati e
gli imprenditori in ordine alle "Linee guida per l'uniforme
applicazione del principio di rotazione” che recepiscono le
direttive europee in materia di contratti pubblici. L’organismo
consiliare ha poi espresso il parere favorevole alla delibera della
Giunta che ne prevede l’adozione, delibera che tiene conto delle
osservazioni emerse.
Consulta
politiche sociali: un principio pericoloso per il Terzo Settore
Il
principio di rotazione, hanno osservato Massimo Occello e
Liliana Giuliani, rispettivamente Presidente e Vice della
Consulta provinciale delle politiche sociali, nasce per ridurre
sacche di privilegio o rendite di posizione per piccoli appalti e
settori con margini alti. Assicura dunque un po’ di equità e di
distribuzione di ricchezza, aprendo mercati protetti. Tuttavia
dimentica e lascia in secondo piano la continuità dei servizi, la
professionalità e la qualità delle prestazioni. E’ dunque un modo
approssimativo di curare il pubblico interesse perché non entra nel
dettaglio dell’interesse specifico del servizio prestato, ha
aggiunto Occelli: è il principio cardine del liberismo più spinto
che viene dalla Gran Bretagna e suppone che siamo tutti uguali,
mentre nei servizi sociali questo principio andrebbe semplicemente
abolito. Le Linee guida oggetto dell’audizione cercano di mitigare
la durezza del principio, individuando alcuni casi di esclusione, ma
tuttavia il principio rimane pericoloso per il terzo settore che vive
di territorialità e di piccoli margini. Si dovrebbe lavorare in
primo luogo a Bruxelles sulla normativa europea per abolire questo
principio da tutti i servizi sociali anche contando sul fatto che c’è
un cambiamento culturale in atto in Europa favorevole a mantenere una
specificità dei servizi sociali. Accanto a questo, al fine di
attenuarne la portata, si dovrebbe lavorare sulla motivazione
all’esclusione dal principio di rotazione: dare cioè qualche
informazione in più alle stazioni appaltanti ed essere più precisi
nelle Linee guida descrivendo in modo ampio e dettagliato i casi di
possibile esclusione.
Per
i servizi socio assistenziali rivolti a beneficiari particolarmente
fragili, ha aggiunto Giuliani, la continuità e la personalizzazione
dei servizi sono ancora più importanti in quanto questi soggetti
sono particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali e si
aggrappano ad elementi di stabilità di contesto per cercare una
forma, pur minima, di ancoraggio alla vita.
Sindacati:
attenzione alla descrizione delle deroghe e ai raggruppamenti
d’impresa
Maurizio
Zabbeni (Cgil) e Milena Sega (Cisl) hanno condiviso la
finalità del principio di rotazione, che evita rendite di posizione,
anche se manca l’aspetto della continuità importante sopratutto
negli appalti di servizi. Zabbeni ha espresso l’auspicio che le
deroghe che vengono concesse non vanifichino la finalità della norma
e ha osservato dunque l’opportunità di definirle e descriverle
meglio nel dettaglio. Altro aspetto di criticità, hanno osservato,
quello dei raggruppamenti di imprese, riferendosi la norma al singolo
operatore economico con il rischio di un suo possibile raggiro.
Imprenditori:
modifiche sul principio di rotazione e disapplicazione nel caso di
servizi particolarmente sensibili
Alessandro
Ceschi (direttore Federazione della Cooperazione), intervenuto
con Ferruccio Veneri (Confcommercio) Marzia Albasini (Artigiani) e
Oscar Fruet (Confindustria), ha osservato che il principio di
rotazione, introdotto in maniera piuttosto integralista a livello
nazionale, ha comportato serie difficoltà applicative. Alla luce di
questo quadro lo scorso anno fu commissionato un parere giuridico per
capire come ammorbidire questo principio e il Consiglio provinciale
ha approvato nell’agosto scorso una norma ad hoc ed
oggi si disciplinano le modalità con cui applicarla.
Ringraziamo la Giunta e il Consiglio, ha detto Ceschi, per questa
apertura che costituisce a livello nazionale un esempio da seguire.
Rispetto alla proposta oggetto di questa audizione sono stati
rilevati elementi positivi con il recepimento di numerosi
suggerimenti che hanno colto le esigenze rappresentate. Ci sarebbe
tuttavia qualche piccola correzione, in particolare sul tema dei
servizi socio assistenziali e sulle deroghe al principio di
rotazione. Quanto ai primi si chiede una valutazione attenta
nell’applicazione di questo principio vista la particolarità dei
servizi erogati e si propone una modifica che tende a riconoscere la
possibilità di disapplicare la rotazione nel caso di servizi
particolarmente sensibili. In tema di deroghe al principio di
rotazione, laddove le Linee guida prevedono che se si invita lo
stesso fornitore il numero degli invitati alla gara deve essere di
quindici imprese, si propone per appalti fino a 150.000 euro di
raddoppiare da 3 a 6 il numero delle imprese invitate alla gara e
aumentarlo da 6 a 8 sopra i 150.000 euro.
Le
Linee guida approvate
Il
dirigente provinciale competente dott. Luca Comper ha
illustrato le Linee guida così come modificate, con il recepimento
dell’osservazione sulle casistiche di deroga per i servizi socio
assistenziali prestati a soggetti affetti da forme di demenza e le
deroghe al principio di rotazione secondo la proposta degli
imprenditori (6 invitati sotto i 150.000 euro e 8 sopra i 150.000).
Ugo
Rossi (Patt) ha osservato che c’è lo sforzo di ammorbidire il
principio di rotazione sopratutto nel caso dei servizi socio
assistenziali. Tuttavia non è convincente far passare l’idea che
con queste Linee guida si esce dalle problematiche create da questo
principio, che restano tutte intatte. Era preferibile, per servizi
ricorrenti, definire delle soglie inferiori ai 46.000 euro.
Ugo
Rossi, Claudio Cia (Agire) e Alex Marini (5 Stelle)
hanno aggiunto che sarebbe bene pensare a una vera e propria norma
che interpretasse queste criticità e si facesse carico di queste
questioni. Un’osservazione in tal senso è stata aggiunta al parere
della delibera.
La
Commissione ha quindi espresso parere favorevole alla proposta di
deliberazione con due astensioni (5 Stelle e Futura).