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08/02/2020 - Incontri

Gli operatori sociali: senza laurea rischiamo il lavoro

Accorato appello oggi in un incontro con i consiglieri provinciali

Gli operatori sociali: senza laurea rischiamo il lavoro

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Gli operatori sociali: senza laurea rischiamo il lavoro

Non meno di cinquanta operatori sociali – un comitato spontaneo formato di recente – hanno incontrato oggi i consiglieri provinciali, al termine dei lavori d’aula della mattinata.

Accolti anzitutto dal presidente Walter Kaswalder, gli ospiti hanno portato al tavolo tutta la loro preoccupazione per il provvedimento che la Giunta provinciale dovrebbe adottare, recante il Catalogo dei servizi socioassistenziali e le linee guida in materia di affidamento di questi servizi. Massimiliano Pozzetti – e le altre voci del comitato – hanno spiegato che l’impostazione a quanto pare abbracciata dalla Giunta minaccia di colpire il lavoro e la vita di molti dei 9 mila operatori del settore in Trentino.

Primo punto: il Catalogo non prevede, tra il personale abilitato ad operare nei servizi come educatore, le centinaia di iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento, istituiti con legge nel 2018.

Secondo punto: il Catalogo dispone il possesso di una laurea per quasi tutte le figure professionali, anche per quelle per cui non è prevista una formazione universitaria. Un requisito, questo, che taglierebbe fuori una rilevante quota di addetti, pure di riconosciuta eccellenza professionale per esperienza, passione e skills personali.

Terzo punto: la Pat si appresta ad appaltare circa 400 servizi socioassistenziali a ditte e cooperative, un pacchetto da 110 milioni di euro e che riguarderà 37 mila utenti. Il timore, già manifestato pubblicamente da parecchi mesi, è che le logiche di mercato regnino nella redazione delle gare d’appalto, con il risultato di mettere in pericolo - “per un pugno di dollari”, viene come da dire - un sistema di welfare trentino collaudato e di ottimo livello.

Fin qui l’allarme lanciato dagli operatori sociali presenti oggi a palazzo della Regione. Il presidente Kaswalder – assicurando attenzione e interessamento – ha opinato che di certo non può essere solo la laurea la porta d’accesso a queste preziose professioni.

Lucia Coppola ha lamentato che escludendo gli elenchi speciali, di fatto si disattende una legge nazionale.

Ugo Rossi – e con lui la collega di gruppo Paola Demagri - ha indicato una strada, ossia l’attivazione di un tavolo di lavoro con i dirigenti Pat e di un supplemento d’indagine, allo scopo di adattare alla situazione reale la pur comprensibile volontà dell’ente pubblico di alzare l’asticella della qualità degli addetti cui affidare servizi socioassistenziali.

Filippo Degasperi ha colto una contraddizione: la Giunta – ha detto – dice sempre di voler favorire l’accesso diretto dei giovani al lavoro, poi però pretende la laurea in mestieri che si possono fare bene anche senza il titolo accademico. Il consigliere s’è poi rammaricato per la bocciatura, proprio stamane in aula, della mozione Ghezzi, che chiedeva di sospendere le decisioni di Giunta per approfondire le ragioni di tutti.

Alex Marini ha lamentato l’assenza dell’assessora Stefania Segnana, Paolo Ghezzi ha esortato la IV Commissione consiliare a riprendere in mano il tema, paventando che gli addetti del settore socioassistenziale debbano subire questi “schiaffi” oltre alle riduzioni di stipendio legate all’avvio del nuovo contratto di lavoro.

Claudio Cia è il presidente della IV Commissione, che ha svolto di recente una ricognizione sull’ampio tema del terzo settore. Il consigliere e assessore regionale s’è detto pronto a occuparsi anche del problema specifico, convinto tra l’altro che assumere solo laureati voglia dire poi elevare pure il costo dei servizi, a danno dell’utente finale.

Vanessa Masè ha sollecitato massima attenzione alla configurazione degli imminenti appalti dei servizi in scadenza, Mara Dalzocchio ha garantito che l’assessora competente sta seguendo questa problematica e sarà messa al corrente di tutti i rilievi emersi, dopo che peraltro in IV Commissione già sono stati auditi tutti i soggetti legati a questo ambito.

L’incontro – cui ha preso parte anche il consigliere provinciale Alessio Manica – si è concluso con la promessa di dare un seguito alle segnalazioni del comitato, dal quale si è levata anche una voce accorata a segnalare quanto impagabile valore aggiunto di dedizione, buona volontà e generosità stia dietro l’orario di lavoro degli educatori che operano nelle scuole e nelle rsa, degli animatori culturali, degli operatori sociali a contatto quotidiano – assieme a un gran numero di volontari – con i minori, gli anziani, il disagio sociale, la disabilità, l’emarginazione.

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