Accorato appello oggi in un incontro con i consiglieri provinciali
Gli operatori sociali: senza laurea rischiamo il lavoro
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Non
meno di cinquanta operatori sociali – un comitato spontaneo formato
di recente – hanno incontrato oggi i consiglieri provinciali, al
termine dei lavori d’aula della mattinata.
Accolti
anzitutto dal presidente Walter Kaswalder, gli ospiti hanno
portato al tavolo tutta la loro preoccupazione per il provvedimento
che la Giunta provinciale dovrebbe adottare, recante il Catalogo dei
servizi socioassistenziali e le linee guida in materia di affidamento
di questi servizi. Massimiliano Pozzetti – e le altre voci
del comitato – hanno spiegato che l’impostazione a quanto pare
abbracciata dalla Giunta minaccia di colpire il lavoro e la vita di
molti dei 9 mila operatori del settore in Trentino.
Primo
punto: il Catalogo non prevede, tra il personale abilitato ad operare
nei servizi come educatore, le centinaia di iscritti agli elenchi
speciali ad esaurimento, istituiti con legge nel 2018.
Secondo
punto: il Catalogo dispone il possesso di una laurea per quasi tutte
le figure professionali, anche per quelle per cui non è prevista una
formazione universitaria. Un requisito, questo, che taglierebbe fuori
una rilevante quota di addetti, pure di riconosciuta eccellenza
professionale per esperienza, passione e skills personali.
Terzo
punto: la Pat si appresta ad appaltare circa 400 servizi
socioassistenziali a ditte e cooperative, un pacchetto da 110 milioni
di euro e che riguarderà 37 mila utenti. Il timore, già manifestato
pubblicamente da parecchi mesi, è che le logiche di mercato regnino
nella redazione delle gare d’appalto, con il risultato di mettere
in pericolo - “per un pugno di dollari”, viene come da dire - un
sistema di welfare trentino collaudato e di ottimo livello.
Fin
qui l’allarme lanciato dagli operatori sociali presenti oggi a
palazzo della Regione. Il presidente Kaswalder – assicurando
attenzione e interessamento – ha opinato che di certo non può
essere solo la laurea la porta d’accesso a queste preziose
professioni.
Lucia
Coppola ha lamentato che escludendo gli elenchi speciali, di
fatto si disattende una legge nazionale.
Ugo
Rossi – e con lui la collega di gruppo Paola Demagri - ha
indicato una strada, ossia l’attivazione di un tavolo di lavoro con
i dirigenti Pat e di un supplemento d’indagine, allo scopo di
adattare alla situazione reale la pur comprensibile volontà
dell’ente pubblico di alzare l’asticella della qualità degli
addetti cui affidare servizi socioassistenziali.
Filippo
Degasperi ha colto una contraddizione: la Giunta – ha detto –
dice sempre di voler favorire l’accesso diretto dei giovani al
lavoro, poi però pretende la laurea in mestieri che si possono fare
bene anche senza il titolo accademico. Il consigliere s’è poi
rammaricato per la bocciatura, proprio stamane in aula, della mozione
Ghezzi, che chiedeva di sospendere le decisioni di Giunta per
approfondire le ragioni di tutti.
Alex
Marini ha lamentato l’assenza dell’assessora Stefania
Segnana, Paolo Ghezzi ha esortato la IV Commissione consiliare
a riprendere in mano il tema, paventando che gli addetti del settore
socioassistenziale debbano subire questi “schiaffi” oltre alle
riduzioni di stipendio legate all’avvio del nuovo contratto di
lavoro.
Claudio
Cia è il presidente della IV Commissione, che ha svolto di
recente una ricognizione sull’ampio tema del terzo settore. Il
consigliere e assessore regionale s’è detto pronto a occuparsi
anche del problema specifico, convinto tra l’altro che assumere
solo laureati voglia dire poi elevare pure il costo dei servizi, a
danno dell’utente finale.
Vanessa
Masè ha sollecitato massima attenzione alla configurazione degli
imminenti appalti dei servizi in scadenza, Mara Dalzocchio ha
garantito che l’assessora competente sta seguendo questa
problematica e sarà messa al corrente di tutti i rilievi emersi,
dopo che peraltro in IV Commissione già sono stati auditi tutti i
soggetti legati a questo ambito.
L’incontro
– cui ha preso parte anche il consigliere provinciale Alessio
Manica – si è concluso con la promessa di dare un seguito alle
segnalazioni del comitato, dal quale si è levata anche una voce
accorata a segnalare quanto impagabile valore aggiunto di dedizione,
buona volontà e generosità stia dietro l’orario di lavoro degli
educatori che operano nelle scuole e nelle rsa, degli animatori
culturali, degli operatori sociali a contatto quotidiano – assieme
a un gran numero di volontari – con i minori, gli anziani, il
disagio sociale, la disabilità, l’emarginazione.