La prima parte dei lavori pomeridiani in Aula
Il Coronavirus fa discutere anche il Consiglio provinciale, che poi approva il ddl per aiutare i coniugi separati
Stefania Segnana, autrice del dispositivo sulla povertà conseguente alla rottura dei rapporti di coppia
In
apertura della seduta pomeridiana del Consiglio provinciale, è
intervenuto sull’ordine dei lavori il consigliere Ugo Rossi
(Patt) che ha chiesto alla Giunta di riferire al Consiglio sulle
misure per fronteggiare la diffusione del coronavirus e sulle
preoccupazioni in merito. Il riferimento è alle notizie apparse oggi
sugli organi di informazione, che hanno stimolato anche l’intervento
del consigliere Alessandro Olivi che si è associato alla
richiesta di Rossi.
Il
presidente Kaswalder ha obiettato che le comunicazioni del presidente
vengono sottoscritte da almeno sei consiglieri: mi farò comunque
carico di avvisare Fugatti, oggi assente per motivi istituzionali e
risponderò alla vostra richiesta, ha detto.
Citando
l’articolo 68 del regolamento Rossi ha replicato che questa
modalità è utilizzata per motivi di particolare urgenza. E qui
l’urgenza sembra esserci, ha aggiunto, dal momento che Fugatti ha
addirittura chiesto allo Stato di adottare nelle nostre scuole un
comportamento diverso rispetto al resto d’Italia. I cittadini
attendono una risposta urgente ad una questione sollevata in maniera
urgente dalla stessa Giunta provinciale, ha concluso.
E’
quindi intervenuto l’assessore Mirko Bisesti, che ha
osservato che qui stiamo parlando di salute e che questa non è una
questione politica: la richiesta allo Stato sottolinea obiettivamente
una preoccupazione, evidenziata anche dall’Oms. Nel dettaglio però,
potrà entrare solo il presidente Fugatti, ha aggiunto, fermo
restando che questa operazione va nella direzione della prevenzione e
che non serve creare allarmismi sul caso.
E’
quindi intervenuta Alessia Ambrosi (Lega) che ha notato come i
cinesi ricoverati a Roma si sono aggravati e sono ora in prognosi
riservata, la situazione è dunque più grave di quanto si pensasse.
Tuttavia, ha concluso, occorre chiarire che la lettera di Fugatti
dice solo che chi proviene dalla Cina è meglio che non vada a scuola
e non va banalizzata.
Interventi
a sostegno dei coniugi separati: approvato il disegno di legge
Segnana
La discussione sul disegno di legge è iniziata a fine mattinata dopo il question time con questi interventi.
Segnana: sono soprattutto i
mariti a diventare dei “senza fissa dimora”.
Un ddl, ha ricordato Segnana nella
sua relazione introduttiva, che si inserisce a pieno titolo nel piano
di legislatura per migliorare e promuovere il benessere familiare.
L’obiettivo, ha detto ancora l’assessora, è quello di risolvere
le criticità che derivano dalla separazione e dal divorzio,
prestando particolare attenzione ai bisogni dei figli ai quali va
garantita la crescita con entrambi i genitori. Stefania Segnana ha
ricordato che l’iter del ddl, anche in Quarta commissione, è stato
partecipato, un confronto che ha portato anche ad una serie di
cambiamenti del testo originale. Uno di questi è l’uso del termine
coniugi al posto di genitori, introdotto per non discriminare le
coppie che hanno figli rispetto a quelle che non ne hanno. Stefania
Segnana, nella sua presentazione, ha ricordato che il ddl prevede un
sostegno economico per le situazioni di difficoltà legate alle
separazione o al divorzio; la mediazione familiare valorizzando la
rete dei servizi potenziando la formazione degli operatori; il
sostegno abitativo con la possibilità di assegnare ai coniugi in
difficoltà alloggi pubblici. Una legge, ha affermato, della quale
potranno beneficiare tutti i coniugi separati e divorziati con
priorità a quelli con figli minori, che avrà, per quest’anno, una
dotazione finanziaria di 100 mila euro che raddoppieranno il prossimo
anno.
Il quadro della situazione dei
separati e divorziati in Trentino, da quanto ha affermato
l’assessora, vede una situazione, per quanto riguarda gli assegni
al coniuge, a favore delle donne perché nella quasi totalità dei
casi viene corrisposto dal marito alla moglie; per quanto riguarda i
figli l’assegno è presente nel 70% dei casi e anche in questo caso
viene corrisposto dal padre. La conseguenza è che sono soprattutto
gli uomini a cadere nella condizione di senza fissa dimora. Una
situazione, ha ricordato l’assessora, aggravata dal senso di
vergogna che rende difficile per molti padri chiede l’aiuto delle
strutture pubbliche. I numeri delle richieste di anticipo degli
assegni di mantenimento descrivono una realtà difficile. Le domande
nel 2019 sono state 475 per un totale di un milione e 800 mila euro,
un milione e 610 sono state quelle liquidate.
Coppola: le donne sono più a
rischio povertà.
Lucia
Coppola (Futura) ha detto che il ddl è per molti aspetti
interessante e necessario ma ha anche ricordato che la situazione è
difficile sia per chi esce dal tetto coniugale che per chi rimane,
soprattutto per le madri che rimangono con i figli. Bene per Coppola
la scelta, ricordata dall’assessora, di togliere il riferimento nel
ddl alla rete familiare perché l’autonomia di una persona
prescinde da questo. Importante è poi basarsi su dati statistici
reali e ha ricordato che gli indicatori di povertà per le donne
separate è di 4 punti superiori a quelle degli uomini. Anche perché
il tasso di occupazione è molto diverso: è del 59,2% tra le
separate e dell’82% tra i separati. Pure il rischio povertà ha
un’incidenza diversa: è del 43,2% tra le separate e del 32,3% tra
i separati. Un tema quindi complesso, ha continuato la consigliera di
Futura, che non riguarda solo le coppie con figli che nel nostro
Paese sono il 30,7% del totale e sono in crescita le unioni libere.
Demagri:
non si parli di padri e madri, ma si garantisca la tutela dei minori.
Paola
Demagri (Patt) ha sottolineato il suo apprezzamento per il ddl e
anche per il recepimento di alcune sue proposte migliorative. Ha poi
spiegato gli emendamenti da lei presentati per sostituire ai termini
“madre” e “padre” quello di “genitori” in quanto
l’individuazione dei ruoli materni e paterni potrebbe limitare gli
interventi a meno beneficiari rispetto ai soggetti inclusi nelle
norme anche in campo internazionale. Ha poi chiesto di riferire la
nuova legge ai conviventi e non solo ai coniugi sposati e di
indirizzare gli aiuti a quelli con figli. Positivo è suo avviso il
fatto che l’assessora abbia recepito questa richiesta presentando
un apposito ordine del giorno. Demagri ha invece criticato la scelta
prevista da un emendamento di escludere dai benefici di questa legge
le persone condannate anche se in via non definitiva perché ciò
risulterebbe incostituzionale in quanto lesivo del principio di non
colpevolezza fino al terzo grado di giudizio. Secondo la consigliera
le audizioni sul ddl in IV Commissione sono state molto costruttive
perché tutti hanno ragionato in funzione del sostegno da dare ai
genitori separati o ex conviventi e alle famiglie in difficoltà
economica.
Degasperi:
sbagliato restringere ai coniugi il campo di applicazione della
norma.
Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha dichiarato la sua condivisione per gli
obiettivi del ddl che vengono però perseguiti in modo limitato e
contraddittorio. L’assessora scivola ad esempio in una
contraddizione sui concetti di coniuge e di genitore. Per Degasperi
infatti, mentre nella relazione illustrativa Segnana indica quasi
sempre nei genitori in difficoltà i destinatari del provvedimento,
nel testo del ddl si parla invece di coniugi. E se è vero che in
certi casi coniugi e genitori si sovrappongono, in molti altri no.
Diverso è voler sostenere i genitori o i coniugi. Il problema sta
nel fatto che se il ddl restringe ai coniugi il campo di applicazione
della norma, ne consegue che molti genitori che non sono coppie di
fatto regolarmente registrate e quei genitori che non sono coniugi,
rimarranno esclusi dal provvedimento. La norma parla solo di coniugi
o coppie di fatto: chi non rientra in queste due fattispecie non
beneficia degli aiuti. Collegato a questo nodo c’è anche quello
delle risorse messe a disposizione per attuare gli interventi: con
quelle previste dal ddl si potranno aiutare al massimo 15 persone
all'anno, mentre i potenziali fruitori dei benefici, escludendo le
coppie di fatto, sono per Degasperi circa 1.500. Allora, ha
osservato, se le risorse della Provincia oggi scarseggiano,
andrebbero quantomeno concentrate su chi ha figli, nel supremo
interesse del minore. Ecco perché il consigliere pentastellato ha
detto di aver presentato degli emendamenti volti a sostituire la
parola genitore al termine coniuge. E ha invitato la Giunta ad un
supplemento di riflessione su questo punto. Per migliorare il testo,
inoltre, si dovrebbe a suo avviso intervenire sull'Icef, graduando in
modo diverso il contributo rispetto a queste situazioni, distinguendo
tra il coniuge che non ha i figli presso di sé da quello li ha con
sé, per andare incontro alle spese che quest’ultimo deve sostenere
nel caso vi sia un mutuo per pagare la casa o un affitto. A rischio
“scivolone” c’è anche il tema dei debiti che la Provincia
sosterrebbe con un contributo senza specificare nel dettagtlio a cosa
questo aiuto economico dev’essere finalizzato. E ha concluso
segnalando che gli stanziamenti per una più adeguata copertura
economica delle misure previste dalla nuova legge potranno essere
rinforzati nell'assestamento del bilancio.
Ferrari:
non basta un odg per riservare questi aiuti ai genitori in
difficoltà.
Sara
Ferrari (Pd) ha ricordato i suoi 4 emendamenti al ddl. La
Costituzione, ha detto, sancisce che i genitori hanno il
diritto-dovere di mantenere i figli. La Provincia di Trento e quella
di Bolzano sono gli unici due territori che dal 1991 tutelano i figli
anticipando l'assegno di mantenimento ai genitori che dovrebbe
farsene carico. E questo a tutela dei minori e non del coniuge. Oggi
sono soprattutto i padri a non versare il contributo dovuto ma il
problema riguarda anche le madri che si trovano spesso in condizioni
di povertà assoluta o comunque con maggiori difficoltà perché meno
occupate degli uomini o, se lavorano, con uno stipendio inferiore ma
anche nella necessità di occuparsi dei figli loro affidati. Questa
legge, quindi, per Ferrari non deve occuparsi dei padri separati ma
della povertà dei genitori. Se un coniuge decide di separarsi e poi
si trova in difficoltà non deve per questo percepire sostegni
pubblici ma accedere semmai alle ordinarie misure di aiuto previste
dal nostro sistema di welfare. La consigliera ha espresso quindi
l’auspicio che questo ddl sia dedicato ai genitori separati,
introducendo uno strumento innovativo capace di andare incontro alle
difficoltà del ruolo genitoriale a tutela dei minori e non di adulti
che liberamente decidono di non portare più avanti un rapporto di
coppia. La modesta cifra stanziata per questo ddl dovrebbe quindi
essere destinata esclusivamente ai genitori in difficoltà. Ferrari
ha confessato di non capire perché la Giunta abbia pensato di
soddisfare questa richiesta con un ordine del giorno collegato al ddl
e non attraverso un emendamento.
Quanto
alle misure inserite nel ddl, il commento di Ferrari è stato che “la
montagna ha partorito il topolino”. Ma oggi gli interessi sui
prestiti sui quali il ddl prevede il sostegno pubblico sono modesti e
sicuramente non tali da cambiare la vita a chi ne fa richiesta. Con
il suo intervento la Provincia farebbe quindi da garanzia
all'erogazione del mutuo da parte della banca nei confronti del
richiedente. Ferrari ha ricordato l'emendamento con cui lei chiede di
estendere la sospensione di tutti gli interventi previsti dal ddl
quando i beneficiari sono persone autori di violenza sulle donne.
Esclusione che rispetterebbe la Convenzione di Istanbul. Gli unici
aiuti pubblici che si possono concedere a questi soggetti sono quelli
per il loro recupero.
Nel pomeriggio il Consiglio ha completato l’esame del testo in materia di coniugi separati, che è stato
approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni.
Claudio
Cia (Agire) ha espresso apprezzamento per il disegno di legge in
discussione “che riguarda tematiche delicate che ci tramandiamo da
decenni”. Sarà pure un topolino, ha aggiunto, ma in trent’anni
di governo del centrosinistra non si era mai riusciti a partorire
nemmeno quello. Il riferimento ai genitori è contenuto chiaramente
nell’articolo 4, ha aggiunto, laddove si parla di figli: dunque la
volontà di dare la precedenza al rapporto tra figli e genitori
appare chiara in questo testo. Dobbiamo evitare che questo ddl
alimenti una contrapposizione pregiudiziale, ha concluso,
ringraziando tutti gli “alleati” che hanno contribuito
all’elaborazione dei contenuti di questo provvedimento.
Katia
Rossato (Lega) è intervenuta definendo convincente questa
proposta che per la prima volta pone il tema dei coniugi separati o
divorziati e sottolineando, supportata da letteratura sociologica
internazionale, l’impoverimento e i costi sociali ad esso legati.
Le prime vittime sono naturalmente i protagonisti di questi drammi,
ha aggiunto, che sperimentano, accanto all’impoverimento, anche
accresciuti rischi per la salute. Una specifica legge è a suo avviso
necessaria, purtroppo, visto che ad oggi il 46% dei poveri è
costituito da separati o divorziati e il 66% dei separati non riesce
a provvedere alle spese di prima necessità. Rossato ha infine
ringraziato l’assessora Segnana per l’attenzione a questo tema
che colpisce tanti trentini in difficoltà, auspicando che le
divergenze vengano superate in favore dell’approvazione di una
misura giusta e a favore di tanti trentini he in passato non sono
sati ignorati, ma sicuramente non sono stati oggetto della meritata
attenzione.
Resta
il fatto che questo disegno di legge è importante, aldilà delle
sensibilità diverse nelle definizioni, ha detto Stefania Segnana:
terremo l’impianto del ddl parlando di coniugi, ha chiarito, ma
introdurremo nei criteri la precedenza a chi ha figli.
Ordini
del giorno e articolato
Chiusa
la discussione generale si è passati all’esame degli ordini del
giorno.
Filippo
Degasperi ha illustrato la sua proposta, che mira a far sì che
si tenga in considerazione nel calcolo dell’Icef chi oggi non ha i
figli a carico, ma è tenuto a versare l’assegno di mantenimento e
a pagare il mutuo della casa di abitazione. La Giunta si è impegnata
a mettere in delibera questa previsione, quindi il parere è stato
favorevole.
Approvata
anche la proposta della consigliera Alessia Ambrosi che nasce
da un insieme di dati raccolti dai soggetti ascoltati in Commissione
e che specifica una particolare attenzione ai coniugi separati con
figli.
Si
è quindi passati all’esame dei 6 articoli che compongono il testo.
In
dichiarazione di voto è intervenuta Paola Demagri che ha
dichiarato la volontà di astensione del gruppo Patt: una legge
interessante, spiace che le richieste avanzate di individuare i
genitori come core di ogni articolo non siano mai state
considerate. Inoltre, fa piacere vedere, che all’articolo 4 si
individua la necessità di formazione del personale che si occupa di
queste problematiche: una norma che prende spunto da un emendamento
da lei stessa presentato in Commissione e poi ritirato.
Sostanziale
apprezzamento anche da parte di Lucia Coppola (Futura), che ha
però annunciato l’astensione, notando come alcuni emendamenti
dell’assessora approvati, erano la fotocopia di suoi emendamenti
respinti. Sara Ferrari (PD) ha giustificato il voto di
astensione stante il mancato accoglimento di nessuno degli
emendamenti presentati: crediamo che ci sia la responsabilità di
sostenere i bisogni dei minori e non delle coppie senza figli e non
condividiamo il fatto che questo disegno di legge abbia come
destinatarie le coppie e non i genitori. Infine troviamo
insufficiente lo sforzo dell’assessora, pur apprezzabile, che
riconosce con un ordine del giorno “una precedenza” ai genitori,
ha concluso.
Mara
Dalzocchio (Lega) ha ringraziato Segnana per aver normato per la
prima volta un tema tanto delicato e per aver ampliato la platea
delle persone destinatarie: non solo le famiglie con figli, ma anche
le coppie che arrivano alla chiusura di un rapporto magari proprio
per l’impossibilità di avere figli.
Claudio
Cia (Agire) ha ringraziato l’assessora per la sensibilità
dimostrata ed ha osservato che questo testo già contiene una
particolare attenzione verso i coniugi con figli. Tuttavia, ha
rassicurato l’assessora invitandola a non preoccuparsi troppo:
qualunque cosa tu farai pietre riceverai, ha detto citando il testo
di una canzone.
Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha notato che qui si opera una
discriminazione e in questo stanno le ragioni dell’astensione: se
volevate sostenere il supremo interesse del minore non avreste dovuto
escludere i figli di coloro che non rientrano nella categoria dei
coniugi e nemmeno in quella delle coppie di fatto. Questa è una
scelta politica, ma non potete affermare di non escludere nessuno, ha
aggiunto. Tra l’altro il riferimento continuo ai trentini è a suo
avviso fuori luogo: noi qui andiamo a sostenere chiunque risieda nel
nostro territorio da oltre dieci anni, ha concluso.
Il
testo è stato approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni.