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04/02/2020 - In aula o in commissione

Il Coronavirus fa discutere anche il Consiglio provinciale, che poi approva il ddl per aiutare i coniugi separati

La prima parte dei lavori pomeridiani in Aula

Il Coronavirus fa discutere anche il Consiglio provinciale, che poi approva il ddl per aiutare i coniugi separati

Stefania Segnana, autrice del dispositivo sulla povertà conseguente alla rottura dei rapporti di coppia

Il Coronavirus fa discutere anche il Consiglio provinciale, che poi approva il ddl per aiutare i coniugi separati

In apertura della seduta pomeridiana del Consiglio provinciale, è intervenuto sull’ordine dei lavori il consigliere Ugo Rossi (Patt) che ha chiesto alla Giunta di riferire al Consiglio sulle misure per fronteggiare la diffusione del coronavirus e sulle preoccupazioni in merito. Il riferimento è alle notizie apparse oggi sugli organi di informazione, che hanno stimolato anche l’intervento del consigliere Alessandro Olivi che si è associato alla richiesta di Rossi.

Il presidente Kaswalder ha obiettato che le comunicazioni del presidente vengono sottoscritte da almeno sei consiglieri: mi farò comunque carico di avvisare Fugatti, oggi assente per motivi istituzionali e risponderò alla vostra richiesta, ha detto.

Citando l’articolo 68 del regolamento Rossi ha replicato che questa modalità è utilizzata per motivi di particolare urgenza. E qui l’urgenza sembra esserci, ha aggiunto, dal momento che Fugatti ha addirittura chiesto allo Stato di adottare nelle nostre scuole un comportamento diverso rispetto al resto d’Italia. I cittadini attendono una risposta urgente ad una questione sollevata in maniera urgente dalla stessa Giunta provinciale, ha concluso.

E’ quindi intervenuto l’assessore Mirko Bisesti, che ha osservato che qui stiamo parlando di salute e che questa non è una questione politica: la richiesta allo Stato sottolinea obiettivamente una preoccupazione, evidenziata anche dall’Oms. Nel dettaglio però, potrà entrare solo il presidente Fugatti, ha aggiunto, fermo restando che questa operazione va nella direzione della prevenzione e che non serve creare allarmismi sul caso.

E’ quindi intervenuta Alessia Ambrosi (Lega) che ha notato come i cinesi ricoverati a Roma si sono aggravati e sono ora in prognosi riservata, la situazione è dunque più grave di quanto si pensasse. Tuttavia, ha concluso, occorre chiarire che la lettera di Fugatti dice solo che chi proviene dalla Cina è meglio che non vada a scuola e non va banalizzata.



Interventi a sostegno dei coniugi separati: approvato il disegno di legge Segnana


La discussione sul disegno di legge è iniziata a fine mattinata dopo il question time con questi interventi.

 

Segnana: sono soprattutto i mariti a diventare dei “senza fissa dimora”.


Un ddl, ha ricordato Segnana nella sua relazione introduttiva, che si inserisce a pieno titolo nel piano di legislatura per migliorare e promuovere il benessere familiare. L’obiettivo, ha detto ancora l’assessora, è quello di risolvere le criticità che derivano dalla separazione e dal divorzio, prestando particolare attenzione ai bisogni dei figli ai quali va garantita la crescita con entrambi i genitori. Stefania Segnana ha ricordato che l’iter del ddl, anche in Quarta commissione, è stato partecipato, un confronto che ha portato anche ad una serie di cambiamenti del testo originale. Uno di questi è l’uso del termine coniugi al posto di genitori, introdotto per non discriminare le coppie che hanno figli rispetto a quelle che non ne hanno. Stefania Segnana, nella sua presentazione, ha ricordato che il ddl prevede un sostegno economico per le situazioni di difficoltà legate alle separazione o al divorzio; la mediazione familiare valorizzando la rete dei servizi potenziando la formazione degli operatori; il sostegno abitativo con la possibilità di assegnare ai coniugi in difficoltà alloggi pubblici. Una legge, ha affermato, della quale potranno beneficiare tutti i coniugi separati e divorziati con priorità a quelli con figli minori, che avrà, per quest’anno, una dotazione finanziaria di 100 mila euro che raddoppieranno il prossimo anno.

Il quadro della situazione dei separati e divorziati in Trentino, da quanto ha affermato l’assessora, vede una situazione, per quanto riguarda gli assegni al coniuge, a favore delle donne perché nella quasi totalità dei casi viene corrisposto dal marito alla moglie; per quanto riguarda i figli l’assegno è presente nel 70% dei casi e anche in questo caso viene corrisposto dal padre. La conseguenza è che sono soprattutto gli uomini a cadere nella condizione di senza fissa dimora. Una situazione, ha ricordato l’assessora, aggravata dal senso di vergogna che rende difficile per molti padri chiede l’aiuto delle strutture pubbliche. I numeri delle richieste di anticipo degli assegni di mantenimento descrivono una realtà difficile. Le domande nel 2019 sono state 475 per un totale di un milione e 800 mila euro, un milione e 610 sono state quelle liquidate.


Coppola: le donne sono più a rischio povertà.


Lucia Coppola (Futura) ha detto che il ddl è per molti aspetti interessante e necessario ma ha anche ricordato che la situazione è difficile sia per chi esce dal tetto coniugale che per chi rimane, soprattutto per le madri che rimangono con i figli. Bene per Coppola la scelta, ricordata dall’assessora, di togliere il riferimento nel ddl alla rete familiare perché l’autonomia di una persona prescinde da questo. Importante è poi basarsi su dati statistici reali e ha ricordato che gli indicatori di povertà per le donne separate è di 4 punti superiori a quelle degli uomini. Anche perché il tasso di occupazione è molto diverso: è del 59,2% tra le separate e dell’82% tra i separati. Pure il rischio povertà ha un’incidenza diversa: è del 43,2% tra le separate e del 32,3% tra i separati. Un tema quindi complesso, ha continuato la consigliera di Futura, che non riguarda solo le coppie con figli che nel nostro Paese sono il 30,7% del totale e sono in crescita le unioni libere.



Demagri: non si parli di padri e madri, ma si garantisca la tutela dei minori.



Paola Demagri (Patt) ha sottolineato il suo apprezzamento per il ddl e anche per il recepimento di alcune sue proposte migliorative. Ha poi spiegato gli emendamenti da lei presentati per sostituire ai termini “madre” e “padre” quello di “genitori” in quanto l’individuazione dei ruoli materni e paterni potrebbe limitare gli interventi a meno beneficiari rispetto ai soggetti inclusi nelle norme anche in campo internazionale. Ha poi chiesto di riferire la nuova legge ai conviventi e non solo ai coniugi sposati e di indirizzare gli aiuti a quelli con figli. Positivo è suo avviso il fatto che l’assessora abbia recepito questa richiesta presentando un apposito ordine del giorno. Demagri ha invece criticato la scelta prevista da un emendamento di escludere dai benefici di questa legge le persone condannate anche se in via non definitiva perché ciò risulterebbe incostituzionale in quanto lesivo del principio di non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio. Secondo la consigliera le audizioni sul ddl in IV Commissione sono state molto costruttive perché tutti hanno ragionato in funzione del sostegno da dare ai genitori separati o ex conviventi e alle famiglie in difficoltà economica.



Degasperi: sbagliato restringere ai coniugi il campo di applicazione della norma.



Filippo Degasperi (5 Stelle) ha dichiarato la sua condivisione per gli obiettivi del ddl che vengono però perseguiti in modo limitato e contraddittorio. L’assessora scivola ad esempio in una contraddizione sui concetti di coniuge e di genitore. Per Degasperi infatti, mentre nella relazione illustrativa Segnana indica quasi sempre nei genitori in difficoltà i destinatari del provvedimento, nel testo del ddl si parla invece di coniugi. E se è vero che in certi casi coniugi e genitori si sovrappongono, in molti altri no. Diverso è voler sostenere i genitori o i coniugi. Il problema sta nel fatto che se il ddl restringe ai coniugi il campo di applicazione della norma, ne consegue che molti genitori che non sono coppie di fatto regolarmente registrate e quei genitori che non sono coniugi, rimarranno esclusi dal provvedimento. La norma parla solo di coniugi o coppie di fatto: chi non rientra in queste due fattispecie non beneficia degli aiuti. Collegato a questo nodo c’è anche quello delle risorse messe a disposizione per attuare gli interventi: con quelle previste dal ddl si potranno aiutare al massimo 15 persone all'anno, mentre i potenziali fruitori dei benefici, escludendo le coppie di fatto, sono per Degasperi circa 1.500. Allora, ha osservato, se le risorse della Provincia oggi scarseggiano, andrebbero quantomeno concentrate su chi ha figli, nel supremo interesse del minore. Ecco perché il consigliere pentastellato ha detto di aver presentato degli emendamenti volti a sostituire la parola genitore al termine coniuge. E ha invitato la Giunta ad un supplemento di riflessione su questo punto. Per migliorare il testo, inoltre, si dovrebbe a suo avviso intervenire sull'Icef, graduando in modo diverso il contributo rispetto a queste situazioni, distinguendo tra il coniuge che non ha i figli presso di sé da quello li ha con sé, per andare incontro alle spese che quest’ultimo deve sostenere nel caso vi sia un mutuo per pagare la casa o un affitto. A rischio “scivolone” c’è anche il tema dei debiti che la Provincia sosterrebbe con un contributo senza specificare nel dettagtlio a cosa questo aiuto economico dev’essere finalizzato. E ha concluso segnalando che gli stanziamenti per una più adeguata copertura economica delle misure previste dalla nuova legge potranno essere rinforzati nell'assestamento del bilancio.



Ferrari: non basta un odg per riservare questi aiuti ai genitori in difficoltà.



Sara Ferrari (Pd) ha ricordato i suoi 4 emendamenti al ddl. La Costituzione, ha detto, sancisce che i genitori hanno il diritto-dovere di mantenere i figli. La Provincia di Trento e quella di Bolzano sono gli unici due territori che dal 1991 tutelano i figli anticipando l'assegno di mantenimento ai genitori che dovrebbe farsene carico. E questo a tutela dei minori e non del coniuge. Oggi sono soprattutto i padri a non versare il contributo dovuto ma il problema riguarda anche le madri che si trovano spesso in condizioni di povertà assoluta o comunque con maggiori difficoltà perché meno occupate degli uomini o, se lavorano, con uno stipendio inferiore ma anche nella necessità di occuparsi dei figli loro affidati. Questa legge, quindi, per Ferrari non deve occuparsi dei padri separati ma della povertà dei genitori. Se un coniuge decide di separarsi e poi si trova in difficoltà non deve per questo percepire sostegni pubblici ma accedere semmai alle ordinarie misure di aiuto previste dal nostro sistema di welfare. La consigliera ha espresso quindi l’auspicio che questo ddl sia dedicato ai genitori separati, introducendo uno strumento innovativo capace di andare incontro alle difficoltà del ruolo genitoriale a tutela dei minori e non di adulti che liberamente decidono di non portare più avanti un rapporto di coppia. La modesta cifra stanziata per questo ddl dovrebbe quindi essere destinata esclusivamente ai genitori in difficoltà. Ferrari ha confessato di non capire perché la Giunta abbia pensato di soddisfare questa richiesta con un ordine del giorno collegato al ddl e non attraverso un emendamento.

Quanto alle misure inserite nel ddl, il commento di Ferrari è stato che “la montagna ha partorito il topolino”. Ma oggi gli interessi sui prestiti sui quali il ddl prevede il sostegno pubblico sono modesti e sicuramente non tali da cambiare la vita a chi ne fa richiesta. Con il suo intervento la Provincia farebbe quindi da garanzia all'erogazione del mutuo da parte della banca nei confronti del richiedente. Ferrari ha ricordato l'emendamento con cui lei chiede di estendere la sospensione di tutti gli interventi previsti dal ddl quando i beneficiari sono persone autori di violenza sulle donne. Esclusione che rispetterebbe la Convenzione di Istanbul. Gli unici aiuti pubblici che si possono concedere a questi soggetti sono quelli per il loro recupero. 


Nel pomeriggio il Consiglio ha completato l’esame del testo in materia di coniugi separati, che è stato approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni.


Claudio Cia (Agire) ha espresso apprezzamento per il disegno di legge in discussione “che riguarda tematiche delicate che ci tramandiamo da decenni”. Sarà pure un topolino, ha aggiunto, ma in trent’anni di governo del centrosinistra non si era mai riusciti a partorire nemmeno quello. Il riferimento ai genitori è contenuto chiaramente nell’articolo 4, ha aggiunto, laddove si parla di figli: dunque la volontà di dare la precedenza al rapporto tra figli e genitori appare chiara in questo testo. Dobbiamo evitare che questo ddl alimenti una contrapposizione pregiudiziale, ha concluso, ringraziando tutti gli “alleati” che hanno contribuito all’elaborazione dei contenuti di questo provvedimento.

Katia Rossato (Lega) è intervenuta definendo convincente questa proposta che per la prima volta pone il tema dei coniugi separati o divorziati e sottolineando, supportata da letteratura sociologica internazionale, l’impoverimento e i costi sociali ad esso legati. Le prime vittime sono naturalmente i protagonisti di questi drammi, ha aggiunto, che sperimentano, accanto all’impoverimento, anche accresciuti rischi per la salute. Una specifica legge è a suo avviso necessaria, purtroppo, visto che ad oggi il 46% dei poveri è costituito da separati o divorziati e il 66% dei separati non riesce a provvedere alle spese di prima necessità. Rossato ha infine ringraziato l’assessora Segnana per l’attenzione a questo tema che colpisce tanti trentini in difficoltà, auspicando che le divergenze vengano superate in favore dell’approvazione di una misura giusta e a favore di tanti trentini he in passato non sono sati ignorati, ma sicuramente non sono stati oggetto della meritata attenzione.

Resta il fatto che questo disegno di legge è importante, aldilà delle sensibilità diverse nelle definizioni, ha detto Stefania Segnana: terremo l’impianto del ddl parlando di coniugi, ha chiarito, ma introdurremo nei criteri la precedenza a chi ha figli.


Ordini del giorno e articolato


Chiusa la discussione generale si è passati all’esame degli ordini del giorno.

Filippo Degasperi ha illustrato la sua proposta, che mira a far sì che si tenga in considerazione nel calcolo dell’Icef chi oggi non ha i figli a carico, ma è tenuto a versare l’assegno di mantenimento e a pagare il mutuo della casa di abitazione. La Giunta si è impegnata a mettere in delibera questa previsione, quindi il parere è stato favorevole.

Approvata anche la proposta della consigliera Alessia Ambrosi che nasce da un insieme di dati raccolti dai soggetti ascoltati in Commissione e che specifica una particolare attenzione ai coniugi separati con figli.


Si è quindi passati all’esame dei 6 articoli che compongono il testo.


In dichiarazione di voto è intervenuta Paola Demagri che ha dichiarato la volontà di astensione del gruppo Patt: una legge interessante, spiace che le richieste avanzate di individuare i genitori come core di ogni articolo non siano mai state considerate. Inoltre, fa piacere vedere, che all’articolo 4 si individua la necessità di formazione del personale che si occupa di queste problematiche: una norma che prende spunto da un emendamento da lei stessa presentato in Commissione e poi ritirato.

Sostanziale apprezzamento anche da parte di Lucia Coppola (Futura), che ha però annunciato l’astensione, notando come alcuni emendamenti dell’assessora approvati, erano la fotocopia di suoi emendamenti respinti. Sara Ferrari (PD) ha giustificato il voto di astensione stante il mancato accoglimento di nessuno degli emendamenti presentati: crediamo che ci sia la responsabilità di sostenere i bisogni dei minori e non delle coppie senza figli e non condividiamo il fatto che questo disegno di legge abbia come destinatarie le coppie e non i genitori. Infine troviamo insufficiente lo sforzo dell’assessora, pur apprezzabile, che riconosce con un ordine del giorno “una precedenza” ai genitori, ha concluso.

Mara Dalzocchio (Lega) ha ringraziato Segnana per aver normato per la prima volta un tema tanto delicato e per aver ampliato la platea delle persone destinatarie: non solo le famiglie con figli, ma anche le coppie che arrivano alla chiusura di un rapporto magari proprio per l’impossibilità di avere figli.

Claudio Cia (Agire) ha ringraziato l’assessora per la sensibilità dimostrata ed ha osservato che questo testo già contiene una particolare attenzione verso i coniugi con figli. Tuttavia, ha rassicurato l’assessora invitandola a non preoccuparsi troppo: qualunque cosa tu farai pietre riceverai, ha detto citando il testo di una canzone.

Filippo Degasperi (5 Stelle) ha notato che qui si opera una discriminazione e in questo stanno le ragioni dell’astensione: se volevate sostenere il supremo interesse del minore non avreste dovuto escludere i figli di coloro che non rientrano nella categoria dei coniugi e nemmeno in quella delle coppie di fatto. Questa è una scelta politica, ma non potete affermare di non escludere nessuno, ha aggiunto. Tra l’altro il riferimento continuo ai trentini è a suo avviso fuori luogo: noi qui andiamo a sostenere chiunque risieda nel nostro territorio da oltre dieci anni, ha concluso.

Il testo è stato approvato con 19 voti favorevoli e 11 astensioni.