Le audizioni del Sapar, l'associazione dei gestori delle sale da gioco, in Quarta Commissione
Distanza delle slot machine dai luoghi sensibili: il Consiglio approfondirà l'argomento
In allegato, il documento distribuito e la normativa provinciale
Dopo
un’analisi della situazione e dei cambiamenti avvenuti negli ultimi
5 anni nel settore degli apparecchi da gioco, la Provincia valuterà se sarà o non sarà il caso di adottare provvedimenti. La materia infatti, è già stata disciplinata nel Trentino dalla legge provinciale 13 del
2015 per la prevenzione e la cura della dipendenza da gioco.
Normativa che tra le misure di contrasto al fenomeno della ludopatia
prescrive che entro l’agosto di quest’anno le slot machine siano
rimosse dai pubblici esercizi che distano meno di 300 metri dai
cosiddetti “luoghi sensibili”: scuole di ogni ordine e grado,
ospedali, case di riposo, strutture assistenziali, circoli anziani,
aree ricreative e sportive rivolte ai giovani e luoghi di culto.
Macchinette che dovranno scomparire anche dalle sale gioco entro
l’agosto del 2022. Con sanzioni che in caso di violazione arrivano
fino a 5.000 euro per apparecchio. L’ipotesi di una eventuale revisione
della legge anche sulla base dei dati aggiornati al 2019 che la
Provincia metterà a disposizione, è emersa oggi dalle dichiarazioni
dell’assessora alla salute e al welfare Stefania Segnana, al
termine dell’audizione dedicata dalla Quarta Commissione
all’ascolto dei rappresentanti del Sapar, l'associazione dei
gestori delle sale da gioco. Sapar che proprio per spiegare le
ragioni degli operatori della categoria ed invitare la Provincia a
riprendere in mano la normativa da cui si ritengono ingiustamente
penalizzati, aveva chiesto di essere sentitiadall’organismo
consiliare presieduto da Claudio Cia.
Il
presidente Distante: sbagliato penalizzare un’unica tipologia di
giochi.
Il
presidente
nazionale del Sapar, Domenico Distante, ha
chiarito subito che la volontà dell'associazione
è
di collaborare
con le pubbliche
istituzioni
come
la Provincia e le forze dell’ordine nella
lotta agli apparecchi da
gioco illegali
come i “Totem”, che non solo esercitano una concorrenza sleale ma
sono gestiti dalla criminalità organizzata. Distante
ha tuttavia aggiunto che il Sapar, pur condividendo la necessità di
contrastare la ludopatia, deve anche tutelare le imprese che
chiuderebbero i battenti se entro l’agosto di quest’anno, come
prescrive la legge provinciale, dovessero privarsi di apparecchi da
gioco che sono invece legali. Per Distante la normativa è sbagliata
perché colpisce solo una
tipologia di gioco, le
slot
machine, mentre
vari studi dimostrano che a causare la ludopatia oggi sono il gioco
online, il Gratta e Vinci, 10 e Lotto, Superenalotto e altri giochi
simili, molto più aggressivi. Inoltre secondo il presidente del
Sapar, a causa del distanziometro le imprese dotate di slot e
apparecchi leciti e certificati dall’Agenzia delle dogane e dei
monopoli, che costituiscono circa l’85% tra sale e pubblici
esercizi nel Trentino, sarebbero costrette a chiudere con gravi
conseguenze dal punto di vista occupazionale anche per l’indotto.
Ancora – ha ricordato Distante – l’esperienza di altre regioni
d’Italia come il Piemonte ha dimostrato che l’introduzione del
distanziometro ha ridotto il gioco legale ma ha favorito quello
illegale gestito dalla criminalità organizzata. Stando ai dati del
Sapar, nel solo Trentino a seguito dell’entrata in vigore della
legge provinciale del 2015, il numero degli apparecchi da gioco si è
già quasi dimezzato, passando dai 4.330 di fine 2016 ai 2.814 del 30
aprile 2018. Anche la Corte dei Conti nel luglio 2019, citata nel
documento distribuito dal Sapar ai consiglieri, ha segnalato che le
normative locali sulle distanze determinano la migrazione dei
giocatori verso forme di gioco illegale. Il presidente
dell’associazione gestori ha quindi sottolineato il dovere del
Sapar
di
difendere le imprese che hanno investito e agiscono
alla
luce del sole, perché possano continuare ad esistere e
far lavorare i dipendenti.
E
ha ricordato che entro
il febbraio
2019 il settore dei giochi doveva essere riordinato da una legge
nazionale che poi, però, non ha
più
visto
la luce. L'auspicio è comunque che si arrivi ad una disciplina nazionale del comparto.
Intanto,
ha
aggiunto Distante, la
Regione
Puglia ha fatto marcia indietro rispetto alla linea ostile alle sale
gioco legali dopo che la Procura ha evidenziato la crescita
correlata
del
gioco illegale. Ancora,
Distante ha evidenziato che già oggi il gioco
è vietato ai minori di 18 anni e
non ha quindi senso prevedere l’eliminazione degli macchinette nei
locali che si trovano a meno di 300 metri da scuole dell’infanzia,
elementari e medie. Tanto più che a
breve entrerà in vigore l'uso della tessera sanitaria per poter
giocare con
questi apparecchi,
per garantire la
sicurezza
e la tutela dei minori. Il
presidente dell’associazione ha concluso evidenziando che il Sapar
chiede
alla
Provincia di salvaguardare almeno le sale
gioco esistenti attraverso
il ripensamento della legge
del 2015. Questo
anche perché oggi
i ragazzini trovano
i giochi sul
telefonino e
molto probabilmente fra
5-10 anni le slot non esisteranno
più
perché tutti useranno
il cellulare.
Numerose
le osservazioni e le domande dei consiglieri presenti.
Moranduzzo:
le sale giochi più pericolose dei piccole locali con le slot.
Devid
Moranduzzo della Lega, si è espresso contro il gioco d’azzardo
praticato non tanto nei piccoli locali, nei tabacchini e nei pubblici
esercizi molti dei quali chiuderebbero senza le macchinette, ma nelle
sale gioco aperte fino a notte fonda dove c’è chi in poche ore
perde tutto lo stipendio. Così vi sono famiglie che non arrivano a
fine mese. A suo avviso nelle sale gioco i controlli sono assenti
Dalzocchio:
servirebbero più controlli e il previsto utilizzo della tessera
sanitaria
Mara
Dalzocchio della Lega ha rilevato che i problemi sanitari legati al
gioco sono un tema entrato da anni nell'agenda politica sia a livello
nazionale che in campo locale. Vi sono molte imprese che hanno
investito in questo settore e che reclamano giustamente il diritto a
continuare a svolgere la loro attività del tutto legale. Dalzocchio
ha indicato nell’effettuazione di maggiori controlli e
nell’utilizzo della tessera sanitaria i possibili deterrenti per
preservare le sale da gioco legali e colpire le attività illegali.
In ogni caso il problema è la spesa sociale e sanitaria che sta
aumentando a causa delle ludopatie e dalle famiglie distrutte da
questo fenomeno.
Zeni:
c’è il rischio di un ricorso contro la norma provinciale sulle
distanze.
Luca
Zeni del Pd ha osservato che la questione è più di natura giuridica
e per questo anche la Provincia ha legiferato a sostegno della
prevenzione per combattere la piaga della ludopatia favorita, secondo
le associazioni che se ne occupano, più dagli apparecchi nei piccoli
locali come bar e tabacchini che dalle sale gioco. Il rischio secondo
Zeni è che contro l’attuazione in Trentino del distanziometro
previsto dalla legge provinciale i gestori dei locali presentino un
ricorso a fronte del quale venga riconosciuta l’illegittimità
costituzionale di questa norma con la conseguente richiesta di un
risarcimento danni alla Provincia.
Coppola:
altissimi i costi della ludopatia. E i gestori avevano 5 anni per
adeguarsi.
Lucia
Coppola
di
Futura ha
ribadito che l'obiettivo istituzionale
della Provincia
è la tutela dei cittadini anche se vi sono sale gioco che svolgono
la
loro attività
in modo legale. Il problema riguarda chi perde il controllo sulla
propria vita a causa di questa
dipendenza.
Nel 2018 in
provinciale di Trento sono stati spesi
532 milioni di euro per il gioco
d'azzardo e la cifra è andata
poi aumentando.
Nel
solo Comune
di Trento sono stati spesi 179 milioni di euro. La ludopatia ha
quindi
costi
sociali e sanitari elevatissimi
e
con
la legge la
Provincia tenta
di arginare
il fenomeno. A
difesa della legge provinciale Coppola ha aggiunto che i gestori dei
locali interessati avevano 5
anni per adeguarsi alla
norma sulle distanze e ora non si sa se un eventuale rinvio
dell’attuazione
avrebbe effetti positivi.
La
consigliera ha concluso ricordando l’obbligo della Giunta
di
relazionare
sullo stato di attuazione della legge provinciale anche
per la parte riguardante la formazione
degli
operatori e il numero dei partecipanti.
Marini:
quali gli investimenti fatti per l’accesso ai giochi con tessera
sanitaria?
Alex
Marini (5 Stelle) ha chiesto quali accordi abbia preso il Sapar con
il Ministero della salute per ridimensionare il danno sociale
derivante dal gioco d'azzardo. Quanto al Decreto dignità che, ha
ricordato Marini, prevede l'accesso mediante tessera sanitaria alle
macchine da gioco, il consigliere ha chiesto quali investimenti
abbiano compiuto le imprese del settore per assicurare la piena
attuazione di questa misura e con quali costi. Infine Marini ha
chiesto se il Sapar abbia attivato delle campagne contro la
pericolosità del gioco d'azzardo e sullo scarso profitto che ne
deriva. Un po’ come con il consumo di alcol e tabacco.
Ambrosi:
contro la ludopatia puntare di più sulla formazione e
l’informazione.
Alessia
Ambrosi della Lega si è dichiarata a favore del “gioco sano” e
per la tutela delle imprese come le sale gioco che svolgono in modo
legale la loro attività. Nel Trentino la chiusura delle sale gioco
causerebbero alle casse della Provincia una perdita stimata in circa
80 milioni di euro. Ecco perché secondo Ambrosi attraverso la legge
provinciale occorre intensificare le azioni di contrasto alla
ludopatia soprattutto mediante una corretta campagna di formazione e
di informazione.
Il
Sapar chiede alla Provincia di rimuovere la norma sulle distanze.
Il
presidente del Sapar, Domenico Distante,
ha risposto
assicurando che le sale gioco sono pronte a chiudere se lo Stato
decidesse che il gioco pubblico fa male, ma ha ribadito che non è
accettabile la penalizzazione dei soli locali che offrono le slot. Il
punto a suo avviso è che occorre puntare sulla prevenzione
attraverso la formazione
degli
operatori, mentre il proibizionismo favorisce
il gioco illegale. Secondo Distante,
insomma, vi
è una discriminazione inaccettabile nei confronti dei gestori delle
sale da gioco e delle slot rispetto ad altre tipologie che sono
invece tollerate. Quanto
al distanziometro, il presidente
ha ribadito che non servono a nulla perché i giochi sono
già
inaccessibili
ai
minori di 18 anni. Quanto a tabacchi e bar, non si tratta di fare
differenze rispetto alle sale gioco perché tutti
questi locali hanno le
slot che
i gestori hanno l’obbligo di rimuovere.
E
i bar privi di questi apparecchi rischiano
di chiudere.
Se
la legge provinciale non dovesse essere modificata cancellando la
norma sulle distanze, scomparirebbero i giochi pubblici offerti dai
bar a tutto vantaggio dei giochi illegali molto più dannosi. Sapar
chiede quindi al Consiglio provinciale di eliminare le distanze.
Quanto alla prevenzione, il Sapar condivide l'obbligo imposto agli
esercenti di partecipare ai corsi di formazione e le sanzioni per chi
non li fa. Giusto sollecitare la tutela dei cittadini. Distante
ha precisato che il Sapar non ha siglato alcun accordo con il
Ministero della salute ma solo campagne di informazione. E
ha aggiunto che la tessera
sanitaria è entrata in vigore dal 1° gennaio di quest'anno
esclusivamente
per
alcuni apparecchi da
gioco e solo nelle
sale. Ancora,
a una domanda di Marini Distante ha risposto ricordando che la
percentuale
di quanto trattiene il gestore sulle vincite è già indicata su ogni
apparecchio dal 2015. E
che non c'è
mai stata una
pubblicità
a favore delle slot. Questo
tipo di pubblicità
è
oggi proibito
per
legge, ma sarebbe più giusto informare i cittadini su quali siano i
siti legali e quali illegali. In
ogni caso, ha concluso Distante, il Sapar
è disposto
ad impegnarsi in campagne
contro
la
ludopatia. A
una domanda di Ambrosi ha infine risposto che le limitazioni
introdotte hanno effettivamente prodotto un aumento degli apparecchi
illegali come i totem. Il
delegato regionale del Sapar, Giancarlo Alberini, ha avvertito
che
l'estromissione delle
slot dai locali dove
si possono giocare pochi euro potrebbe
favorire le sale
in cui si trovano apparecchi con un costo partita maggiore e una
maggiore possibilità di vincita e
perdita.
Mantenere i giochi nei pubblici esercizi ostacolerebbe
questa deriva.
L’assessora
Segnana: analizzare l’argomento con dati aggiornati e altre
audizioni.
L'assessora
Segnana ha segnalato che su questo settore la Provincia dispone di
dati online aggiornati al giugno 2019 che metterà a disposizione dei
commissari. Sarebbe a suo avviso corretto che dopo questa audizione
se ne prevedessero altre per un'analisi e un confronto più ampi sul
tema, magari anche dedicando all’argomento una commissione ad hoc.
Puntare molto sulle distanze dalle scuole è un deterrente ma secondo
Segnana non basta, per cui la politica dovrà puntare anche ad altre
forme di tutela. E sull’argomento ha proposto un apposito incontro
con i consiglieri.
Cia:
un errore demonizzare il gioco anziché colpire l’utilizzo
patologico.
Il
presidente della Quarta Commissione Claudio Cia, di Agire, ha
concluso osservando che il gioco pubblico è stato un po' demonizzato
con la legge provinciale mentre si trattava principalmente di
arginare gli effetti negativi dell'utilizzo patologico di queste
apparecchiature. Occorre quindi garantire interventi contro la
ludopatia ma anche a difesa delle attività che offrono il gioco
lecito. Si tratta di evitare due ingiustizie: la prima contro la
categoria di imprese che svolgono questa attività e l'altra per le
famiglie che vengono distrutte dall'abuso dei giochi. Ma vi sono
anche famiglie distrutte dall'alcol e da altre dipendenze.
L’importante è rendere operativi i nuovi strumenti che sono stati
recentemente introdotti, come l'uso della tessera sanitaria e i corsi
di formazione obbligatori per tutti gli esercenti prima di aprire
l'attività. Gli operatori delle sale da gioco dovrebbero cogliere i
segnali che denotano l'insorgenza nelle persone di una ludopatia.
In
allegato, il documento distribuito dal Sapar