Questo pomeriggio in Aula. Annunciata da Ossanna la sospensione dell'esame del proprio ddl
Consiglio concluso con un giorno di anticipo. Ritirato il ddl di Zanotelli sulla caccia
In allegato, l'ordine del giorno con i testi in discussione. Nella foto, una guardia forestale
Conclusi
alle 16.20 di oggi pomeriggio, con un giorno abbondante di anticipo,
i lavori del Consiglio in Aula dopo che la ripartenza alle 15.00 era
stata segnata da una nuova sospensione di 45 minuti concessa dal
presidente Kaswaslder per permettere alla Giunta, che l'aveva
chiesta, di cercare un confronto e un accordo con le minoranze sul
ddl in materia di caccia dell’assessora Zanotelli. L'assessora ha
infatti annunciato il ritiro del provvedimento prendendo atto del
persistente ostruzionismo delle opposizioni che i suoi ripetuti
tentativi di arrivare a una qualche intesa non sono valsi a superare.
“La Giunta non intende comunque accantonare il tema”, ha concluso
Zanotelli preannunciando per il prossimo futuro un nuovo intervento
in materia di sanzioni.
Sospeso,
invece, per iniziativa del proponente e in attesa di potersi
agganciare ad un testo che tratti sempre di caccia, il ddl di Lorenzo
Ossanna (Patt) per la creazione di “centri di sosta” nei quali
immagazzinare gli animali abbattuti, e la possibilità di utilizzare
le strade forestali.
Zanotelli: ritiro non definitivo.
Prendendo
la parola al rientro in Aula, l'assessora Zanotelli ha definita
legittima ma insuperabile la posizione ostruzionistica delle
minoranze con le quali ha ripetutamente tentato invano di discutere
con tre sospensioni dei lavori consiliari per arrivare ad un accordo.
Il disaccordo insanabile, ha spiegato, riguarda il Comitato
faunistico sciolto dalla Giunta, decisione che le opposizioni non si
rassegnano ad accettare, anzi. Zanotelli ha quindi annunciato il
ritiro del proprio disegno di legge nonostante, ha ricordato, il
nobile obiettivo che si proponeva per inasprire le sanzioni con cui
punire i cacciatori e i bracconieri che violano le norme in materia
di attività venatoria. “Questo – ha aggiunto subito Zanotelli –
non è però un ritiro definitivo, perché la Giunta intende
ragionare su su questo tema come questo, che le sta molto a cuore.
Nessun accantonamento dunque, ha concluso.
Dallapiccola:
Giunta di dilettanti allo sbaraglio.
Michele
Dallapiccola (Patt) è intervenuto per stigmatizzare il comportamento
dell'assessora e della Giunta che a suo avviso “hanno affrontato il
problema con i piedi e presentato il ddl come dilettanti allo
sbaraglio, credendo che il fatto di aver tolto di mezzo il Comitato
faunistico sarebbe stato compensato dall'inasprimento delle
sanzioni”. In questo modo, ha osservato, la Giunta ha scontentato
tutti. “Non si affronta un dibattito politico in questo modo”, ha
detto rincarando la dose. “Se la Giunta avesse avuto il coraggio di
mediare si sarebbe arrivati all'approvazione del disegno di legge”.
Dallapiccola si è scagliato in particolare contro l’idea sbagliata
della Giunta che le sanzioni previste dal ddl potessero mettere in
difficoltà i pochi bracconieri e capannisti che inficiano
l'immagine dell'attività venatoria, immagine che nel Trentino è
stata sempre positiva per il contributo dato alla tutela del
territorio. A suo avviso il disegno di legge avrebbe invece dovuto
introdurre maggiori controlli.
Paccher:
le minoranze hanno fatto un favore ai trasgressori.
Roberto
Paccher (Lega) ha liquidato come “sciocchezze” le dichiarazioni
di Dallapiccola e ha reclamato un po’ di rispetto per i capannisti
ingiustamente accusati di gravissime scorrettezze da Dallapiccola.
Quanto al Comitato faunistico, secondo Paccher con il suo superamento
la Giunta non ha fatto altro che attuare quel che era stato proposto
già con i governi provinciali precedenti ma che era mancato il
coraggio di realizzare. L’esponente leghista ha rimproverato a
Dallapiccola la costante assenza dell’ex assessore alla caccia
dalle sedute del Comitato faunistico. Per Paccher le minoranze
dovranno assumersi la responsabilità di aver stoppato con il loro
ostruzionismo ad un ddl che prevedeva di inasprire le sanzioni nei
confronti di chi tra i cacciatori viola le regole. In questo modo le
sanzioni resteranno le stesse del 1991 facendo così un favore ai
trasgressori. Quanto ai cinghiali, ha concluso, le catture l'anno
scorso sono state quasi raddoppiate rispetto al precedente: solo a
Pergine sono state 70 nel 2019 contro le 37 dell'anno precedente.
Degasperi:
sanzioni inutili se mancano i controlli.
Filippo
Degasperi (5 Stelle) ha evidenziato il problema a suo avviso
principale in materia di caccia, che consiste nell’assoluta
insufficienza dei controllori, vale a dire delle guardie forestali
preposte a sanzionare chi viola regole. “Vi sono addirittura
controllori – ha ricordato – che scambiano i cinghiali per
cervi”. “Vero è – ha proseguito – che il il tema da
discutere in Aula non era quello del Comitato faunistico provinciale,
ma solo perché la Giunta non ha mai permesso di parlarne adottando
decisioni senza consultare il Consiglio. Ovvio quindi che la
questione sia stata affrontata ora, appena se ne è presentata
l'opportunità”. Secondo Degasperi, “nei confronti del Comitato
faunistico sarebbe servito un po' più di rispetto migliorandolo
anziché eliminandolo per il cattivo funzionamento. La sua
cancellazione ha prodotto l'irrigidimento delle minoranze contro
questo ddl”. Quanto alle sanzioni, secondo Degasperi sarebbero un
deterrente se fossero applicate, mentre nel 2019 sono state erogate
appena 243 sanzioni a fronte di 140.000 abbattimenti”. Lecito
pensare allora, per il consigliere, che o i cacciatori siano quasi
tutti santi o che il numero dei controllori sia inadeguato. Inutile
introdurre sanzioni draconiane se i bracconieri non vengono
individuati. Nel 2019 ne sono stati sanzionati solo 2. Il problema
sta dunque nell'adeguatezza dei controlli dei quali dovrebbe
soprattutto occuparsi un futuro disegno di legge se tornasse in Aula.
Masè:
cacciatori per lo più corretti. La sanzione più pesante era la
sospensiva.
Vanessa
Masè (La Civica), replicando a Degasperi, ha evidenziato che il
forte richiamo ai controlli equivale ad accusare implicitamente i
cacciatori di non comportarsi correttamente. La verità per Masè è
che se le sanzioni sono state così poche è perché la stragrande
maggioranza dei cacciatori si comporta bene, rispetta le regole,
mentre come in tutti i settori vi è qualcuno che viola le norme. E
ha concluso invitando i consiglieri a cercare di conoscere meglio e
possibilmente di persona l’attività venatoria della quale la
discussione di questi giorni dimostra che hanno solo letto o sentito
parlare ma “di cui non hanno la più pallida idea”. Altrimenti
avrebbero capito che la sanzione più pesante sanzione prevista dal
ddl non era di natura pecuniaria ma prevedeva la sospensiva prevista
per punire i cacciatori più scorretti.
Ossanna
decide di sospendere l’esame del proprio ddl in attesa di
agganciare il testo ad un altro provvedimento in materia di caccia.
Kaswalder: lavori conclusi.
Passando
alla discussione del ddl 11 proposto da Lorenzo Ossanna sempre in
materia di caccia per permettere a chi esercita l’attività
venatoria di utilizzare le strade forestali e per prevedere “centri
raccolta” degli animali abbattuti, il consigliere del Patt ha
annunciato la sospensione del proprio provvedimento, sottoscritto
anche dai colleghi del gruppo, che era stato respinto dalla Terza
Commissione. “Peccato non affrontare l’argomento”, ha
lamentato. A suo avviso anche il ddl della Giunta sulla caccia
sarebbe stato da evitare trovando un accordo”. Ossanna ha
preannunciato la volontà di riproporre il suo ddl non appena sarà
possibile affiancare il testo a qualche altro provvedimento in
materia di caccia che sarà affrontato nei prossimi mesi. “Sperando
– ha concluso – che nel frattempo l’approccio a questi temi
cambi.
L’assessora
Zanotelli non ha infine risposto a una domanda di Ugo Rossi (Patt)
che chiedeva se il ddl da lei proposto sarà ripresentato all’interno
della prossima manovra di assestamento al bilancio provinciale.
Esauriti
i punti in discussione, alle 16.20 il presidente Kaswalder ha chiuso
con un giorno abbondante di anticipo la sessione del Consiglio in
Aula.