La Quinta Commissione ha incontrato i responsabili delle due strutture provinciali
Buonconsiglio e museo degli usi e costumi: personale insufficiente e comunicazione da potenziare
In allegato, le slide di presentazione della struttura di S. Michele
Per
acquisire informazioni utili alla propria attività di organo
competente in materia, la Quinta Commissione presieduta da Alessia
Ambrosi (Lega) ha incontrato nel pomeriggio, presente l’assessore
alla cultura Mirko Bisesti, il direttore del Museo del Castello del
Buonconsiglio Monumenti e Collezioni provinciali Laura Dal Prà e poi
per il Museo degli usi e costumi della gente trentina (nella foto), il presidente
Ezio Amistadi e il direttore Giovanni Kezich. Due i grandi problemi
emersi: la carenza di personale che nel caso del Buonconsiglio si
ridurrà notevolmente entro tre anni mentre mancano tre unità a S.
Michele, e l’esigenza di una comunicazione esterna molto più
incisiva.
MUSEO
DEL BUONCONSIGLIO E DEGLI ALTRI CASTELLI DELLA PAT.
Un
patrimonio di 5 castelli diversi da valorizzare.
Dal
Prà ha ricordato che i castelli gestiti dalla Provincia e sottoposti
alla sua direzione sono 5: oltre al Buonconsiglio vi sono anche
quelli Stenico, Thun, Beseno e Caldes. Il solo castello del
Buonconsiglio ha avuto fino all’ottobre di quest’anno 140.000 dei
277.000 visitatori dei 5 castelli, ma nel periodo natalizio si
prevede di avvicinarsi alle 300.000 presenze complessive. Per i
turisti il Buonconsiglio ha promosso il biglietto di ingresso
cumulativo ai 5 castelli con una tariffa conveniente per le famiglie
e un piccolo gadget in regalo per chi li abbia visitati tutti. Dal
Prà ha evidenziato l’impegno degli eventi culturali organizzati
ogni anno per promuovere i singoli Castelli tenendo conto delle loro
specificità storiche e culturali (come la falconeria a Castel
Stenico e l’età cavalleresca e cortese a Castel Caldes), la
promozione dei collegamenti con queste strutture attraverso apposite
tappe indicate lungo le piste ciclabili e la sentieristica. E si
stanno lanciando nell’ambito dei progetti di turismo culturale
itinerari specifici per i castelli legati al Buonconsiglio.
Il
punto di debolezza: la carenza di personale. E le risorse finanziarie
in calo.
Quanto
ai punti di debolezza, il direttore ha evidenziato quello del
personale. Si sta avvicinando un preoccupante periodo di
pensionamenti destinato a ripercuotersi sui progetti e sulle
iniziative che si vorrebbero realizzare nel campo dei percorsi
didattici e della formazione, ma che rischiano di saltare in assenza
di risorse umane. Dal Prà ha anche segnalato l’importante
contributo garantito dall’utilizzo dei lavoratori del Progettone
per i servizi di sorveglianza dei 5 Castelli durante la stagione
estiva. Il direttore ha anche ricordato alla Commissione che il
Castello del Buonconsiglio non ha un consiglio di amministrazione ma
solo un comitato scientifico, e questo – ha osservato – ha i suoi
pregi ma anche i suoi difetti. Un altro elemento di sofferenza
strutturale è dato dal fatto che il personale del Castello è
personale della Provincia e non viene quindi assunto tramite concorsi
ad hoc finalizzati a lavorare in questo specifico settore.
I
progetti: riposizionare il Buonconsiglio puntando sulle collezioni.
Dal
Prà ha poi evidenziato l’apertura di una
fase di riposizionamento del Buonconsiglio, che
punta alla valorizzazione del patrimonio
immobiliare e mobile attraverso la
collaborazione di
altri enti culturali del Trentino. E
è in atto anche una revisione della
modalità di visita ai 5 castelli, con una diversa filosofia di
ostensione di opere, oggetti e
materiali. Questo per conferire alla
visita un'atmosfera di vita familiare, con interventi quali
l'inserimento nelle sale di
piante e suppellettili custoditi nei depositi. Per
i prossimi anni il Buonconsiglio vuole
puntare molto sulle collezioni
archeologiche e alto-medioevali fino a tutto il ‘400, ma
già è prevista una seconda tranche che
riguardi anche
il '500, il '600 e il '700. Cambia anche
il book shop, spostato alla fine della
visita. Si vuole anche offrire un modello della città di Trento con
delle proiezioni innovative. Un altro
obiettivo importante consiste nel forte aggiornamento
delle modalità di comunicazione
del museo attraverso strumenti multimediali e digitali, per far
meglio comprendere ai
visitatori sia trentini sia provenienti da fuori provincia le realtà
storiche e geografiche che hanno portato alla costruzione del
Castello di Trento. Un’attenzione
particolare sarà rivolta
ai numerosi gruppi di studenti con l’offerta di un
plastico che si
possa interrogare. Valorizzazione del patrimonio, ha
aggiunto il direttore, significa anche
puntare su attività di conservazione e restauri. I
restauri in particolare sono stati avviati fin dal
2014-2015 per le collezioni suscettibili di esposizione, coinvolgendo
anche gli affreschi, non solo al
Buonconsiglio ma anche di Castel
Caldes. Anche a Castel Thun è stato terminato il restauro del
“cantinone” con la collezione di carrozze dell'800, ultimo
segmento importante da allestire sul
patrimonio del maniero.
Preparare
l’appuntamento con il centenario del 2024.
Dal
Prà ha concluso sottolineando l’importanza della preparazione
dell’ormai prossimo centenario del museo del Castello del
Buonconsiglio, che era stato fondato nel 1924. Si tratta di
completare entro quell’anno il progetto di ri-allestimento non solo
per l'esposizione delle collezioni ma anche per la comunicazione di
questo patrimonio attraverso delle app e con la multimedialità.
Rispondendo
a una domanda di Ambrosi, il direttore ha ricordato che i
trasferimenti finanziari del 2019 a favore del Buonconsiglio e dei
castelli collegati della Provincia sono ammontati ad 1.281.000 euro
per le spese correnti e a 150.000 euro per la parte capitale. Il
trend è in calo perché nel 2016 le risorse stanziate erano pari ad
1.360.000 euro. C'è quindi una contrazione progressiva alla quale il
museo cerca di far fronte con entrate proprie che nel 2019 sono
arrivate ad 1.170.000 euro grazie alla vendita di biglietti, alle
pubblicazioni e per una parte minore dall'affitto di spazi nei vari
castelli.
Quanto
alle domeniche gratuite, si è registrato un aumento dei biglietti di
ingresso che alla fine non hanno portato alle perdite inizialmente
temute. La speranza è che il trend continui così. Dal Prà ha
tenuto a segnalare il successo della mostra Fili d'oro e dipinti di
seta allestita al castello del Buonconsiglio che nel 2019 ha
registrato 2.000 visitatori in più rispetto a quelli del 2018, che
era stato l’anno della grande adunata degli alpini. Segno che anche
un tema come questo può attirare il pubblico.
Sara
Ferrari: ci sono le risorse per i progetti futuri?
Sara
Ferrari del Pd si è complimentata con Dal Prà per il nuovo
allestimento del Buonconsiglio, da lei molto apprezzato per la
valorizzazione del patrimonio prima non visibile e per aver reso più
leggibile il percorso. Positiva per completare l’offeerta è la
previsione degli step successivi al 1400. Circa l'appuntamento con il
centenario del 2024 Ferrari ha chiesto se il bilancio consente di
proiettarsi già in quella direzione per completare il progetto di
allestimento. Altra domanda: la percentuale degli ingressi in
rapporto alle scolaresche e alla distinzione fra visitatori trentini
e turisti provenienti da fuori provincia. Infine la consigliera ha
chiesto se è possibile ridurre da 2 a 5 il numero dei castelli
visitabili con il biglietto cumulativo conveniente per andare
incontro alle famiglie che trascorrono in Trentino solo un week end.
Il
problema dei pensionamenti: i “conservatori” si ridurranno in tre
anni da 6 a 1.
Su
richiesta di Ferrari il
direttore ha dapprima sottolineato l’importanza delle “mostre
dossier” da lei sostenute per
concentrare
su un focus specifico. Molto
interessante è a suo avviso far capire
al visitatori che un'unica opera se vista sotto vari aspetti
(materiali, stile, ecc.) può permettere una comprensione più
approfondita e consapevole. Questa filosofia non attira grandi
quantità di visitatori ma ha un valore culturale notevole. A
dicembre il museo punterà su
un focus dedicato
alle figlie dell’imperatore. Quanto ai
finanziamenti, il direttore ha risposto
di non averne mai chiesti di
straordinari e utilizzato per questo
l’avanzo di amministrazione per l'anno
successivo in modo da finanziare
in autonomia le nuove
iniziative. Chiaro che questa
possibilità è legata al dal trend
delle entrate. Questo è il fattore
che condiziona anche la possibilità di
raggiungere gli obiettivi previsti per
l'anniversario del 2024. Certo, ha aggiunto Dal Prà, l'avanzo
consolidato sul quale far leva per i 5
castelli non è sufficiente e questo è un elemento problematico.
Inoltre, ha aggiunto, anche se
il Buonconsiglio avesse più risorse, la
carenza di personale con cui lavorare non permette di realizzare i
progetti. Entro i prossimi tre anni, ha spiegato Dal Prà, una
parte del personale del comparto “conservatori”, che
ha il compito di elaborare
le iniziative del Museo del
Buonconsiglio, andrà in pensione. L’organico
passerà da 6 persone ad una sola. Si
tratterà allora di
valutare come arrivare al 2024 risolvendo
in tempo il problema dei pensionamenti.
Altri settori a rischio per
il personale sono i quadri,
i tecnici e
di servizio per il quale si utilizzano i lavoratori
del Progettone.
Le
differenti modalità di assunzione rispetto a Muse e Mart. Qui nessun
co.co.co
Infine
Dal Prà ha evidenziato che la differenza
tra i musei del Buonconsiglio,
il Muse e
Mart consiste nel fatto che il castello
si avvale di risorse umane
assunte dal servizio personale della
Provincia, mentre le altre strutture
assumono personale ad hoc. Se
il Buonconsiglio non
ha il problema della
stabilizzazione dei co.co.co. è
perché non ne ha mai
avuti. Sul biglietto cumulativo il
direttore ha ricordato che il costo è di 20 euro anziché di
37 derivante
dalla somma dei biglietti per tutti e 5
i castelli. Inoltre ha validità
un anno. L’ipotesi di ridurre
a 2 i castelli visitabili con il
biglietto d’ingresso
cumulativo si potrà vagliare, ha
osservato Dal Prà, ma l’offerta
dei 5 castelli
permette di veicolare meglio la
storia di
questi manufatti e delle valli in cui
sono inseriti.
In questa prospettiva Dal Prà ha anche accennato alla possibilità
di creare con
l'Apt un pacchetto vacanze di 5 giorni.
Il
dirigente del Servizio cultura Claudio Martinelli ha segnalato che
fino al mese di ottobre di quest'anno gli studenti che hanno visitato
i 5 castelli del Buonconsiglio sono stati 14.430, pari al 5,2% dei
277.000 complessivi, mentre nel 2018 erano stati 12.139, pari al 3,9%
dei 311.279 visitatori.
L’assessore
Bisesti: rendere più incisiva la comunicazione per valorizzare i
musei.
L'assessore
Bisesti si è complimentato con il direttore e sottolineato che il
Trentino ha investito molto sul patrimonio storico-culturale che i
castelli rappresentano. L'obiettivo è ora di puntare maggiormente
sulla comunicazione, versante sul quale occorre essere più incisivi
per far capire che il Trentino si distingue anche per il suo grande
patrimonio culturale costituito dai castelli e dal Buonconsiglio.
“Altri Paesi europei hanno costruito una narrativa e un'economia
sulla risorsa costituita dai castelli”, ha ricordato Bisesti, “e
noi che in Trentino ne abbiamo molti potremmo “vendere” meglio
questo patrimonio fuori provincia valorizzando così maggiormente il
nostro territorio.
MUSEO
DEGLI USI E COSUMI DELLA GENTE TRENTINA.
Kezich:
le numerose iniziative e i tanti progetti del museo di S. Michele.
Il
direttore del Museo degli usi e costumi della gente trentina di S.
Michele all'Adige Giovanni Kezich ha ricordato il traguardo dei 50
anni di attività celebrati l’anno scorso anche con un volume
commemorativo che racconta la storia della struttura. L'attività
ordinaria del museo è allestita con un percorso di 40 sale tra le
quali una cripta che raccoglie 400 icone dedicate al culto micaelico,
con una delle esposizioni più importanti d'Europa. Il museo è
visitato da circa 9.000 alunni ogni anno, propone eventi didattici e
si rivolge anche a famiglie e insegnanti con attività di educazione
permanenti. Vi sono poi appuntamenti annuali consolidati come il
festival dell'etnografia del Trentino che tornerà nell'aprile
dell'anno prossimo; Eurorama, arrivato alla 14a edizione,
festival dei festival del cinema etnografico europeo; il Parco dei
Mestieri durante il FimFestival, le Notti di S. Michele nel mese di
settembre con i burattini in musica e la Giornata del fondatore
celebrata proprio ieri ricordando Giuseppe Sěbesta.
Quanto
ai progetti, Kezich ha citato la Sala
del paesaggio e delle Carte di regola, non
ancora attuato, dove troveranno posto le
Carte di regola e immagini del processo di costruzione sociale del
paesaggio. Vi è poi il progetto dell'Atlante dei paesaggi culturali
tradizionali del Trentino, portato
avanti da alcuni anni per arrivare
alla ricognizione, classificazione e
analisi dei paesaggi tradizionali del Trentino, con carte tematiche
divise per strati altimetrici. Il
progetto è a buon punto e vi è già un
editore interessato, ha annunciato il
direttore. Altro
progetto: “Le scritte dei pastori”.
Si tratta di itinerari
escursionistici alla scoperta delle scritte dei pastori di
capre e pecore di Fiemme che il museo
sta studiando dal 2005-2006, di notevole interesse. Sono
state inventariate 47.000 scritte che
documentano 400 anni di attività pastorale, con data e firma di
ciascun autore,
indicazione del numero delle bestie e degli spostamenti sul
territorio. Il progetto è stato presentato agli studiosi dell'arte
rupestre della Val Camonica. In programma vi è anche il ripristino
dei ripari dove i pastori dormivano. Infine
“Tag” è un progetto di
valorizzazione dei nomi e delle scritte riportate
sui muri. Ancora,
Kezich ha segnalato il progetto “Etnografia trentina
in rete”, con una guida
che parte dalla seconda metà dl '600 e
l’indicazione di 88 siti come
i mulini, che costituiscono piccoli
musei etnografici da proporre
al pubblico come testimonianze delle
tradizioni del territorio. E' un
itinerario già pronto che
occorre solamente aggiornare. Si vorrebbe fare la stessa cosa per
quanto riguarda i riti tradizionali dalle desmonteghe al trato marzo
fino al carnevale, anche questi da
inserire in una apposita cartografia. E
andrebbe realizzata
una app per mettere in rete tutti i siti etnografici del Trentino,
comprendendo anche i luoghi più caratteristici dell'enogastronomia
tradizionale. Quanto ai mulini, S. Michele è sede dell'associazione
italiana mulini
storici e l'anno prossimo e il 16 e 17
maggio prossimo è in programma un
convegno in occasione delle giornate
europee dei mulini.
Kezich
ha segnalato anche le varie mostre temporanee che il museo non
dispera di continuare a proporre, tra cui la mostra sui miti e i riti
dell'orso nel grande nord, e il cassettone della bisnonna, allestito
nel 2019. Infine da segnalare il Seminario permanente di etnografia
alpina (Spea) che per oltre vent'anni è stato un punto di
riferimento degli studi sull'antropizzazione delle Alpi.
Il
presidente Amistadi: poche risorse e mancano anche tre unità di
personale.
Il
presidente Ezio Amistadi ha ricordato che il cda del museo è
insediato solo dal giugno scorso ed evidenziato che il gran lavoro
svolto svolto non è stato ben supportato dal punto di vista della
comunicazione. Al Museo la Pat assegna il 3,6% del budget destinato
alla cultura e il personale è composto da 15 anziché 18 unità. Per
questo il presidente, che lavora nel campo aziendale, ha deciso di
dare una mano coinvolgendo con un questionario di valutazione del
museo altri enti interessati in modo da definire poi un progetto di
comunicazione strategico. Per Amistadi il museo deve aprirsi di più
all'esterno e al territorio. Per questo il direttore sta girando il
Trentino proponendo il museo che ha un patrimonio gigantesco, il cui
valore si aggira tra i 10 e gli 11 milioni di euro. Valore che genera
un certo numero di posti di lavoro e anche economia. Certo, ha
aggiunto il presidente, non arriveremo mai al pareggio di bilancio ma
vogliamo dimostrare di lavorare bene. La valutazione del museo sarà
pronta all'inizio del 2020 e su questa base definiremo le nostre
linee guida. In accordo con il parroco sarà anche possibile visitare
la chiesa di S. Michele e quella di S. Agata con la cripta di S.
Michele. E d’intesa con la Fondazione Mach organizzeremo visite
guidate per gruppi.
Le
osservazioni e le domande di Ferrari, Ghezzi e Marini.
Sara
Ferrari ha ricordato il Centro geo-cartografico aperto a Rovereto per
evidenziare l'enorme gap esistente tra la qualità di quel che il
museo ha e fa e la non adeguata valorizzazione e risposta in termini
di visitatori. Questo è un problema di sempre e per questo Ferrari
ha chiesto a che punto siamo per quanto riguarda la valorizzazione
della tipicità del museo rispetto alla potenza di fuoco del
marketing trentino. La forza trainante del Muse può essere
importante anche per gli altri musei. Apprezzabile per Ferrari è
anche il fatto che non pochi giovani fanno servizio civile presso il
museo.
Paolo
Ghezzi (Futura) ha chiesto se vi sia un obiettivo realistico in
termini di pubblico o biglietti venduti raggiungibile da un museo
come questo, sapendo che nel suo campo questa struttura è di
assoluta eccellenza in Italia e all'estero. Secondo: essendo S.
Michele un'area di grande transito turistico, è possibile rivedere
la dotazione di personale e di risorse di questo museo.
Alex
Marini (5 Stelle) ha ricordato la notizia risalente al dicembre 2016
che il museo avrebbe aperto la dedicata alle Carte di regola del
Trentino, progetto poi mai realizzato e ha chiesto il perchè. La
Sala secondo Marini potrebbe essere importante sia per capire come
veniva vissuto un tempo il paesaggio, ma anche per il contenuto di
questi documenti che mostrano anche gli strumenti storicamente
utilizzati dalle genti trentine per la partecipazione democratica.
Marini ha chiesto se il museo stia lavorando con l'associazione delle
Asuc e ha chiesto se è possibile collaborare maggiormente con le
scuole, gli ecomusei e i comuni per la valorizzazione degli archivi
locali.
Le
risposte di Kezich: potremmo aspirare al doppio dei 25.000 visitatori
attuali. Ma la Provincia deve formulare degli atti di indirizzo.
Rispondendo
ai consiglieri Kezich ha spiegato che il museo lavora molto a
contatto con le realtà territoriali come i Comuni e le Asuc per il
recupero della storia e della memoria a livello locale, con decine e
decine di incontri lungo tutto l'arco dell'anno. Il museo potrebbe
fare di più ma non ha una propria competenza definita perché non è
una sovrintendenza e quindi non può fornire degli indirizzi ma solo
consigli. Kezich ha sottolineato l'importanza del progetto della rete
e app perché presentando questo patrimonio nel suo insieme si
possono raggiungere buoni risultati. Quanto alla Sala dedicata alle
Carte di regola, il direttore ha detto di non sapere perché il
cantiere non sia ancora partito, ma ha assicurato che appena i lavori
inizieranno si procederà al progetto definitivo di allestimento per
comunicare i contenuti indicati da Marini. Vi sono già referenti
scientifici per questo come Annibale Salsa e Mauro Nequirito.
Infine
il numero possibile dei visitatori da raggiungere: Kezich ha detto
che la performance attuale di 25.000 all'anno è insufficiente e
andrebbe almeno raddoppiata. In tal senso è decisiva la macchina
della promozione turistica che punta altrove e non certo su questo
che è il primo museo etnografico in Italia. all’altezza del museo
di S. Michele vi sono solo gli analoghi musei di Palermo, di Nuoro.
Kezich ha auspicato anche migliori rapporti con la vicina Fondazione
Mach e auspicato che la Provincia fornisca insieme alle risorse
necessarie anche atti di indirizzo che incoraggino la buona volontà
che già c'è, in modo da intercettare anche solo una quota minima
dell'enorme mole di traffico che ogni giorno transita proprio davanti
al museo.
Bisesti:
inserire la promozione dei musei nella missione di Trentino
Marketing.
L'assessore
Bisesti ha sottolineato che i problemi di questo museo non ci sono da
oggi e che occorre riuscire a comunicare meglio all'esterno che cos'è
il Trentino anche attraverso questa struttura. Di questo, ha aggiunto
Bisesti, si è parlato con Trentino Marketing perché l'obiettivo è
fare sistema in modo da far conoscere e “vendere” quel che di
unico il nostro territorio può e deve offrire. “Stiamo portando
avanti questo progetto di comunicazione con Trentino Marketing
cercando di promuovere la specificità di ogni museo. “Certo, ha
concluso, questo non è un periodo di vacche grasse, ma va apprezzato
lo spirito di sacrificio e la volontà di lavorare che il presidente
dimostra”. Amistadi ha sottolineato però l’esigenza che Trentino
Marketing recepisca le indicazioni che lo stesso museo di S. Michele
deve fornire per rendere efficace la comunicazione. Sara Ferrari ha
ribadito la necessità che Trentino Marketing punti alla promozione
della rete di musei del Trentino senza nulla togliere all'identità
delle singole strutture espositive. Si tratta di capire come ciascun
museo vuole promuovere se stesso.
La
Pat sta ragionando sulla possibilità di una diversa modalità di
reclutamento del personale da destinare ai musei.
A
una domanda di Ambrosi sul reclutamento del personale di questo
museo, il dirigente Martinelli ha risposto che da un anno si sta
ragionando su questo tema e questa valutazione è tutt'ora in corso,
per non essere costretti a seguire le stesse regole adottate per
l'assunzione degli altri funzionari della Provincia in modo da
rispondere alle specifiche esigenze di queste strutture. Questo
tenendo conto del calo sia delle risorse pubbliche sia delle risorse
umane disponibili. Quanto al ruolo della Trentino Marketing per la
comunicazione dei 4 musei della Provincia, tra i quali anche quello
di S. Michele. Con 4 riunioni svolte con la società si è iniziato
a definire il piano della comunicazione dei musei e a questo tavolo i
direttori possono dire la loro. L'impegno e la difficoltà consiste
nel definire che cos'è il sistema museale del Trentino. Vi è una
grande capacità di produzione culturale dimostrata dai 4 musei, ma
si tratta di capire come questo diventi sistema e come questo diventi
sistema di comunicazione. Il problema è salvaguardare in questo
ambito la specificità di ciascun museo.