Stamane il Consiglio provinciale ha anche avviato l'esame finale del ddl Zanotelli sull'agriturismo
Disco verde per la relazione conclusiva della Commissione "Vaia" e per la mozione Masè sull'infanzia
In allegato, la relazione della Commissione Vaia e l'ordine del giorno. Nella foto, Vanessa Masè
Assente
giustificato il presidente della Provincia Fugatti (per cui slitta
all'ultimo punto l'esame del disegno di legge relativo alla clausola
sociale da inserire nella normativa provinciale sugli appalti e
contratti pubblici), si è conclusa stamane la discussione in Aula
della relazione conclusiva della Commissione speciale di studio sui
danni causati in Trentino un anno fa dalla tempesta Vaia e sugli
interventi conseguenti. Terminati gli interventi che erano iniziati
ieri pomeriggio, il documento è stato approvato all'unanimità con
31 voti. A seguire l'Aula si è pronunciata a favore anche della
mozione proposta da Masè (La Civica) per il potenziamento dei
servizi rivolti alla prima infanzia. Una piccola coda polemica ha
concluso il dibattito coinvolgendo i consiglieri Ghezzi, Degasperi,
Savoi e l'assessore Bisesti in merito all'assenza di quest'ultimo
dalla seduta della Commissione di ieri. Subito dopo il Consiglio ha iniziato l'esame del disegno di legge proposto dall'assessora Zanotelli sull'agriturismo, la cui discussione prosegueirà alle 15.00.
Promossa a pieni voti la relazione conclusiva della Commissione speciale "Vaia".
Il
primo a prendere la parola è stato Pietro De Godenz (UpT) per
ringraziare tutti i componenti della Commissione speciale di cui ha
fatto parte. Il Trentino, ha ricordato, ha reagito bene all'evento
calamitoso e anche la prevenzione e la cura del territorio rese
possibili dal lavoro dai bacini montani hanno dato frutti. De Godenz
ha sottolineato i principali impegni indicati dalla relazione
conclusiva: il recupero di spazi per prati e pascoli, l'impianto non
solo di larici e abeti ma anche di piante da foglia che creano
consumi interessanti per le api, lo sviluppo e il rimboschimento
naturale in alcune zone del territorio. La relazione parla anche di
una “eventuale” revisione dei piani forestali, che però secondo
il consigliere va sicuramente fatta per dare un futuro alle Asuc, ai
Comuni e alla Magnifica Comunità di Fiemme. Molti i lavori che
comunque restano da fare: parte del legname è ancora a terra,
occorre ripristinare alcune strade forestali e sentieri ma anche
interrare linee elettriche e collegamenti telefonici sui passi.
Gianluca
Cavada (Lega) ha ringraziato in particolare le 4.000 unità di
personale messe in campo su tutto il territorio. Straordinario per
Cavada è stato il lavoro dei vigili del fuoco e dei bacini montani
con la laminazione delle dighe di S. Giustina e Stramentizzo che ha
evitato sicure esondazioni dell'Adige a Trento. Cavada ha ricordato
anche il contributo erogato all'associazione pescatori e lo
stanziamento dei 2 milioni di euro nei prossimi tre anni per la
rimozione dei materiali. Bene anche la riconversione ad uso prativo
di zone colpite dalla tempesta e già in precedenza destinate a
pascolo. Il lavoro della Commissione speciale è stato costruttivo,
ha concluso, perché ha mostrato la voglia della nostra terra di
rialzarsi e ripartire.
Alessio
Manica (Pd) ha osservato come sia emersa di fronte all'evento di
un anno fa “l'ossatura della nostra terra”. Inoltre è emersa una
grande preparazione della struttura che ha dimostrato di conoscere il
territorio. Gli investimenti fatti in passato per la prevenzione
soprattutto dai bacini montani hanno evitato che i danni risultassero
molto maggiori. La Commissione speciale secondo Manica è stata una
buona intuizione perché ha permesso al Consiglio di creare
un'interfaccia con la comunità che non ci sarebbe stata se tutta la
partita fosse stata lasciata alla Giunta. Questo ha permesso di non
fermarsi all'immediatezza del dopo evento e di dialogare stabilmente
con le diverse componenti della popolazione locale colpita
dall'evento. Questo lavoro, ha aggiunto Manica, ci lascia la
consapevolezza che il lavoro non finisce oggi. In secondo luogo con
Vaia è entrato prepotentemente nel sentire di tutti che siamo di
fronte a un'epoca di grandi cambiamenti climatici che coinvolgono in
pieno anche il Trentino. Il tema è diventato patrimonio di tutti e
quindi dovrà essere anche il tema della politica. “Non sarebbe
male se nel corso della legislatura il Consiglio facesse un check per
capire l'evolvere della situazione e seguire le modalità di
ripristino del paesaggio”.
Giorgio
Leonardi (FI) ha messo in evidenza che di questo dissesto
idrogeologico si parlerà ancora a lungo anche per la perdita di vite
umane causate dall'evento. Leonardi ha plaudito al presidente Fugatti
che al suo esordio ha saputo gestire una catastrofe di proporzioni
gigantesche, e alla struttura della Provincia e in primis la
protezione civile e i corpi dei vigili del fuoco. Questo evento per
Leonardi ha evidenziato il rispetto che ci dev'essere da parte di
tutti noi nei confronti del territorio e l'esigenza di rafforzare la
protezione civile per monitorare e far funzionare la macchina della
prevenzione nel modo più avanzato possibile. La gestione di
quest'emergenza aprirà secondo il consigliere la partita di una
programmazione ambientale che nei prossimi anni andrà sicuramente
fatta alla luce dei cambiamenti climatici che interessano anche il
Trentino. Servirà per questo una cabina di regia mirata.
L'assessora
Giulia Zanotelli ha ringraziato la Commissione speciale “del
lavoro importante e impegnativo svolto in questi mesi”. Ha
ricordato poi le due giovani vittime che la tempesta Vaia ha
causato nel Trentino. La partita più importante è stata giocata sul
versante della sicurezza e della formazione. Per questo sono stati
organizzati 22 corsi in modo da garantire la prevenzione e la
mitigazione di fenomeni di questo tipo. “Spiace – ha proseguito –
aver sentito in quest'Aula alcune considerazioni poco delicate come
quelle del consigliere Marini sulla mancata programmazione”. La
Giunta, ha sottolineato Zanotelli – ha predisposto carte di sintesi
e importanti strumenti di intervento, ma è stata anche sempre molto
presente sul territorio per capire e intervenire. “Non ci
dev'essere colore politico di fronte a quel che è successo. Siamo
stati contenti di aver adottato un piano d'azione per la sistemazione
delle strade forestali per il recupero del legname”. “Non esiste
rischio zero, questo dobbiamo mettercelo in testa per un territorio
di montagna come il nostro”, ha ammonito infine l'assessora. Vi
saranno ora diversi appuntamenti, ha ricordato infine Zanotelli, in
occasione dell'anniversario della tempesta Vaia perché non tutti si
sono resi conto di quel che è accaduto.
Michele
Dallapiccola (Patt) ha messo in luce l'enorme assunzione di
responsabilità da parte della macchina provinciale da cui la Giunta
si è lasciata guidare non avendo esperienza amministrativa. “Sono
molto duro – ha detto Dallapiccola – perché non è affatto vero
che pochi si sono accorti della gravità della situazione causata
dalla tempesta Vaia”. Tant'è, ha ricordato – che lui aveva
depositato subito un disegno di legge che la Giunta ha respinto, come
ha rifiutato la proposta di creare un apposito fondo ritenendo di
aver già provveduto a tutto. In realtà il recupero di pascoli è
per Dallapiccola impellente e fondamentale, tanto più in prossimità
della nuova Pac. Bisognerà spingere anche sul prossimo bilancio
provinciale. Grande è per il consigliere la carenza di superfici a
prato e a pascolo. Mancano spazi per i pascoli se non vogliamo che il
numero degli addetti si riduca ancor più nel settore
dell'allevamento del bestiame. Tutto quel che si farà per risolvere
questi problemi e sostenere le aziende zootecniche sarà ben accetto
perché l'attenzione a questo mondo dovrà diventare una priorità
dell'amministrazione provinciale. Serve una task force per
intervenire concretamente nel settore dell'allevamento delle vacche.
Si tenga presente che se c'è un turismo che frequenta il nostro
territorio è perché c'è qualcuno che se ne prende cura.
Vanessa
Masè (La Civica) ha ricordato la ferita inferta dalla tempesta
al territorio e ha aggiunto che in città non ci si è resi subito
conto di quanto era davvero accaduto. “Quel che è accaduto
trovandoci tutti impreparati, può costituire una scuola per noi,
perché la prossima volta sapremo cosa fare meglio e prima”. Questi
eventi calamitosi, ha concluso, vanno considerati non più come
straordinari ma come ordinari. Ciò significa investire ancor più
nella prevenzione attraverso gli investimenti sui bacini montani,
perché questa è la chiave per poter contenere almeno un po i danni.
Si tratta di gestire la relazione tra uomo e paesaggio per
fronteggiare meglio emergenze come questa.
Claudio
Cia (Agire) si è associato ai ringraziamenti per l'eccellente
lavoro della Commissione speciale e ha aggiunto un grazie al sindaco
di Dimaro, oggi indagato non si sa bene per cosa, e i vigili del
fuoco volontari intervenuti per primi sul territorio. Ha poi
replicato a Dallapiccola che aveva contestato il fatto che la Giunta
si è fatta guidare dalla macchina amministrativa. “Meno male che
così è stato”, ha osservato Cia, “perché il politico non può
valutare la situazione dal punto di vista tecnico, ma fornire
indirizzi e mettere in campo i provvedimenti e le risorse necessarie
per dare risposte efficaci e rapide”. Infatti, ha continuato il
consigliere, la Commissione speciale aveva compiti di studio per
effettuare un'analisi e una valutazione dei danni.
Sì
alla mozione di Masè per potenziare i servizi rivolti alla prima
infanzia creando dei “poli educativi unitari” per la fascia 0-6
anni.
A
seguire il Consiglio ha approvato con 29 voti a favore e uno di
astensione di Ugo Rossi (Patt), la mozione proposta da Vanessa Masè
(La Civica), che impegna la Giunta a definire un “piano complessivo
per la gestione dei servizi dai 0 ai 3 anni e per le politiche
rivolte alla primissima infanzia con il coinvolgimento di tutti i
portatori d’interesse in questo settore”. Occorre anche, per
Masè, rimodulare l'offerta di servizi per l'infanzia, superando la
cesura tra gli interventi dedicati alla fascia 0-3 anni (nidi) e
quelli relativi alla fascia 3-6 anni (scuole materne). L'esempio da
cui trarre spunto è dato per la consigliera dall'Asif Chimelli di
Pergine, che ha già integrato questi due servizi con un
coordinamento pedagogico unico. Gli asili nido a differenza delle
materne non sono presenti dappertutto e quindi sarebbe importante
offrire il servizio a tutte le famiglie. Anche la materna
beneficerebbe di quest'integrazione tra servizi evitando un approccio
prescolare e proponendo un taglio più di cura. Secondo Masè occorre
porsi dal punto di vista del bambino la cui centralità deve
orientare l'organizzazione dei servizi.
L'assessore
Bisesti
ha ringraziato Masè ricordando la profonda riflessione sui servizi
rivolti alla prima infanzia. Con l'assestamento si è deciso di
destinare maggiori risorse al settore per abbattere le rette dei
nidi. Pienamente condivisa anche l'esigenza di una visione unitaria
del percorso da 0 a 6 anni. Giusta anche la proposta di potenziare i
servizi per la prima infanzia sul territorio utilizzati oggi solo dal
30% dell'utenza. Vanno inoltre utilizzati megliio gli spazi e le
strutture già esistenti per farne presidi territoriali dedicati
all'infanzia.
Lucia
Coppola (Futura)
ha giudicato “importante e interessante la mozione” di Masè,
pienamente condivisibile. A suo avviso sviluppare i servizi per la
fascia 0-3 anni oggi è necessario non solo per la cura e la custodia
ma anche per la forte valenza educativa e pedagogica. Valenza da
collegare con gli interventi della scuola materna. Va quindi
implementata la possibilità che i bambini possano vivere questa
socialità nei primi periodi della vita, che si realizza stando con i
pari e con un'esperienza pedagogica di eccellenza come quella offerta
dal personale dei nidi del Trentino. Questo garantisce che il primo
distacco dei bambini dalla famiglia sia vissuta nel migliore dei
modi.
Sara
Ferrari
(Pd) si è associata alla condivisione osservando però che molti
ostacoli rendono oggi “non banale” il perseguimento degli
obiettivi della mozione. Il primo ostacolo riguarda il mancato
riconoscimento retributivo del ruolo professionale sempre più
richiesto alle educatrici dei nidi e alle insegnanti delle scuole
dell'infanzia. Questo rende poco appetibile lavorare in questo
settore e il risultato è che oggi manca personale adeguatamente
formato disposto ad impegnarsi in questo settore. Vi è inoltre, ha
proseguito, una differenza di contratto tra le dipendenti della
fascia 0-3 anni rispetto a quelle della fascia 3-6 anni. Tutto questo
accade perché culturalmente si pensa ancora che l'attività
educativa rivolta ai bambini più piccoli meriti meno attenzione e
abbia meno valore degli interventi dedicati alle fasce di età
successive. Questi e altri ostacoli per Ferrari esistono e vanno oggi
superati, valorizzando questi servizi anche per soddisfare i bisogni
educativi dei bambini e le esigenze dei genitori. Va poi riconosciuto
anche economicamente il valore professionale del lavoro svolto dal
personale educativo di nidi, Tagesmutter e scuole dell'infanzia.
Mara
Dalzocchio (Lega),
pienamente d'accordo con la mozione, ha sottolineato come un'analisi
in questo campo costituisca un dovere per la politica. Un piano
unitario della gestione dei servizi potrebbe aumentare la fruizione
degli asili nido anche se non vanno demonizzate le famiglie che
preferiscono occuparsi direttamente dei figli nella fascia 0-3 anni.
In ogni caso i nidi possono dare supporto alla conciliazione
famiglia-lavoro.
Paola
Demagri
(Patt) ha auspicato da parte della Giunta uno sforzo per arrivare a
parlare di educazione integenerazionale che interessi bambini ed
anziani, coinvolgendo quindi anche l'assessorato alle politiche
sociali. Per perseguire questo obiettivo serviranno dati
significativi sul valore di queste relazioni a beneficio dei bambini
sia degli anziani. Servirebbero quindi anche strutture nelle quali
possano convivere queste due generazioni, permettendo ai bambini di
stare vicini ai nonni visto che raramente questo oggi è possibile.
Vanessa
Masè
nella replica ha accolto con favore tutti i contributi emersi dalla
discussione e in particolare gli spunti forniti dall'assessore per un
confronto tra i vari soggetti che operano nei servizi delle fasce 0-3
e 0-6 anni in modo da superare gli ostacoli evidenziati da Ferrari.
Masè ha apprezzato soprattutto il riferimento all'utilizzo degli
spazi esistenti nei quali si potrebbero ospitare sia le materne sia i
nidi con un unico coordinamento pedagogico. Il Trentino potrebbe
orientarsi più rapidamente nella direzione di questi poli educativi
all'interno dei quali riunire tutti i servizi per l'infanzia.
Rispetto al problema retributivo evidenziato da Ferrari, Masè ha
osservato che forse la questione riguarda più la “vocazione”
delle persone a questo tipo di lavoro. Vero è comunque che la fascia
dai 3 mesi ai 3 anni è la più delicata per la crescita dei bambini,
per cui è giusto dare più valore all'attività professionale delle
educatrici.
Giorgio
Tonini (Pd)
si è congratulato con Masè per questa mozione da lui giudicata
“assolutamente meritoria”. E ha augurato all'assessore Bisesti di
riuscire a perseguire questo obiettivo. La mozione è da sostenere
per tre ragioni. La prima è che gli studi evidenziano che la
primissima infanzia è decisiva per la qualità della crescita e
della vita. Per come funzionano le famiglie spesso mononucleari e in
cui la mamma lavora fuori casa, oggi il nido consente una precoce
socializzazioni e una serie di stimoli che in altro modo non si
possono garantire. Nel Trentino i nidi hanno sempre avuto un taglio
pedagogico mentre altrove erano considerati pura custodia. Secondo:
il costo dei nidi è per molte famiglie un costo mentre le materne
sono gratuite. Che senso ha questa differenziazione se i nidi non
sono assistenza e custodia se non nella misura in cui lo è anche la
scuola materna? Occorre quindi superare questo problema. Terzo: il
personale di nidi e materne. Oggi vi sono esuberi nel mondo della
scuola dell'infanzia dovuti alla denatalità ma carenza di offerta
per i nidi. Ecco perché è giusto puntare all'integrazione delle
due fasce di età.
Ugo
Rossi (Patt)
ha ricordato di essersi occupato del tema nella scorsa legislatura
avendo esercitato la delega in questa materia. Rispetto
all'unificazione dei servizi nella fascia 0-6 anni, ha ricordato che
il primato educativo rimane in capo alla famiglia. Ha poi chiesto
all'assessore se questo è un obiettivo importante per la Giunta
oppure no. L'esecutivo dica quel che vuole fare. Anche perché i
documenti sulla continuità educativa nella fascia 0-6 anni non
mancano certo tra gli studi della Provincia. Basta leggere e dire poi
se si condivide o no il fatto che la fascia 0-3 anni sia considerata
“educativa” superando in tal modo le barriere attuali.
Diversamente per Rossi anche questa pur ottima mozione rischia di
essere vanificata. Insomma “non siamo all'anno zero – ha concluso
Rossi – per cui occorre che l'assessore dica se la fascia 0-3 anni
passa dall'assetto assistenziale attuale a quello educativo”. Se
Bisesti non chiarirà la sua posizione su questo punto, ha aggiunto,
non parteciperò al voto su questa mozione.
Paolo
Ghezzi (Future)
ha preannunciato il voto favorevole alla mozione pur giudicando
“molto vago” il dispositivo. Ha suggerito di aggiungere quindi un
emendamento al testo nel quale si preveda che se entro sei mesi
l'assessore non porterà nulla di concreto, questo vorrà dire che la
Giunta ha detto di sì a parole senza poi fare nulla.
Cia
ha fatto notare a Rossi che la mozione presuppone che si parta da un
lavoro già fatto. Si tratta di lasciare che questo percorso termini
e dia frutto.
Luca
Guglielmi
(Fassa) ha apprezzato la mozione e il riferimento di Ferrari
all'esigenza di un cambiamento culturale su questo tema.
Masè
ha risposto alla proposta di Ghezzi spiegando che proprio la
complessità dell'argomento ha indotto a non entrare troppo nel
dettaglio in sede di dispositivo, assicurando però che si seguirà
con molta attenzione l'impegno dell'esecutivo su questo tema.
L'assessore
Bisesti
è intervenuto per fatto personale respingendo le insinuazioni di
Ghezzi motivate da “becera polemica politica” ricordando che la
sua assenza di ieri in Commissione era giustificata da un impegno
legato al suo lavoro.
Ghezzi
ha
ribattuto che a ritirare un premio alla Smau di Milano l'assessore
poteva mandare un suo funzionario mentre lui avrebbe dovuto essere
presente in Commissione.
Filippo
Degasperi (5
Stelle) ha ricordato che la Commissione era stata convocata per
esprimere un parere su una delibera della Giunta. L'assenza
dell'assessora non era stata comunicata ai consiglieri e quindi la
Commissione si poteva convocare in un altro momento. Attenzione
quindi a parlare di “becera politica”.
Il
presidente Kaswalder
ha ricordato che le assenze di consiglieri o assessori vengono
comunicate all'inizio di ogni seduta in Aula e in Commissione.
Alessandro
Savoi
(Lega) ha osservato che la presenza dell'assessore di merito non è
obbligatoria perché si svolgano i lavori di una Commissione. Queste
polemiche inutili quindi mi fanno ridere, ha concluso Savoi. Il
consigliere ha aggiunto che le Commissioni quando devono esprimere
pareri su una delibera della Giunta sono “semplici passacarte”,
perché l'esecutivo può comunque decidere come meglio ritiene.
Rossi
ha
ricordato che una Commissione è un organo del Consiglio e per questo
ha invitato il presidente a richiamare il fatto che non può essere
considerata un “passacarte”.
Kaswalder
ha precisato che alle sedute delle Commissioni è sempre importante
partecipare.
Avviato l'esame del disegno di legge dell'assessora Zanotelli sull'agriturismo.
Prima
di concludere i lavori di questa mattina, il Consiglio provinciale ha
avviato l'esame del ddl 26 proposto dall'assessore Zanotelli
sull'agriturismo. La discussione prosegue alle 15.00.
Dopo
la relazione della Commissione letta da Denis Paoli (Lega), Zanotelli
ha spiegato che il provvedimento rivede una normativa datata 2001 che
occorreva aggiornare. Il ddl, ha sottolineato, è frutto del
confronto con tutti i soggetti interessati che hanno permesso di
capire non solo come rendere il settore più competitivo ma anche di
sviluppare il connubio tra turismo e agricoltura. Anche con
l'agriturismo secondo l'assessora si può e si deve contrastare lo
spopolamento dei territori di montagna e delle valli. Zanotelli ha
poi evidenziato che l'agriturismo non deve fare concorrenza ad
alberghi, ristoranti e bar. Per questo la Giunta ha deciso di
dedicare per la prima volta a questo settore un'apposita normativa
riconoscendone la rilevanza. Rilevanza che, ha precisato, deve però
essere accompagnata da una crescita qualitativa e distintiva. Quanto
alle novità contenute nel ddl, l'assessora ha spiegato l'inserimento
nella normativa delle fattorie didattiche la cui attività potrà
essere esercitata dagli agriturismi. Ma soprattutto la volontà di
rendere l'agriturismo apripista ed esempio per portare in tavola i
prodotti tipici dell'agricoltura trentina. Il ddl inoltre mira a
semplificare le procedure e gli adempimenti burocratici a carico di
chi intende avviare un'attività agrituristica. E vieta agli
agriturismi di utilizzare denominazioni come “pizzeria” o
“ristorante”. Viene poi prevista la formazione obbligatoria degli
operatori e la loro responsabilizzazione sulla partita dei controlli.
“Fare controlli – ha precisato – non significa ostacolare gli
agriturismi ma garantirne maggiormente la qualità”. E ha aggiunto
che vengono anche temperate e riequilibrate le sanzioni. Infine
Zanotelli ha segnalato che il ddl distingue l'agriturismo
dall'enoturismo la cui attività dovrà limitarsi alle degustazioni e
ai piatti freddi.
Lucia
Coppola (Futura) ha ricordato il forte legame tra agriturismo e
territorio e quindi anche con i prodotti agricoli. Positivo a suo
avviso il fatto che le fattorie didattiche siano inserite nel ddl per
permettere agli agriturismi di offrire questa attività. Bene anche
la semplificazione prevista con la segnalazione certificata d'inizio
attività per ridurre gli adempimenti burocratici a carico degli
operatori. “Si tratta – ha sottolineato – di tutelare chi fa
agriturismo con la A maiuscola. Sulla vigilanza affidata ai Comuni
Coppola ha osservato che occorre garantire controlli costanti e
capillari. E ha presentato le proposte emendative di Futura orientate
ad evitare deroghe che rischiano di non garantire all'ospite la
possibilità di cogliere il senso della tipicità offerta dagli
agriturismi.
Devid
Moranduzzo (Lega) ha espresso apprezzamento e condivisione per il
ddl sia perché per la prima volta si dedica una legge
all'agriturismo con una disciplina ex novo riguardante queste
attività, sia in quanto presenta il made in Trentino,
assicurando una forte attenzione a quanto è più tipico e
caratteristico del nostro territorio. Per Moranduzzo questa legge
farà il bene del comparto e dell'intero territorio. Bene anche
l'accoglimento nel ddl delle idee espresse nelle audizioni dagli
stessi operatori.