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22/10/2019 - In aula o in commissione

Sì dell'Aula alla mozione contro la violenza sulle donne e alla proposta di voto per il popolo curdo

Il Consiglio provinciale ha respinto il testo di Dallapiccola per favorire il lavoro nel turismo e in agricoltura

Sì dell'Aula alla mozione contro la violenza sulle donne e alla proposta di voto per il popolo curdo

In allegato, l'ordine del giorno. Nella foto, Lucia Coppola

Sì dell'Aula alla mozione contro la violenza sulle donne e alla proposta di voto per il popolo curdo

Nella seduta del pomeriggio il Consiglio ha approvato all’unanimità la mozione contro la violenza sulle donne di Lucia Coppola di Futura e ha bocciato quella di Michele Dallapiccola del Patt che chiedeva interventi per fare fronte alla carenza di lavoratori nel settore agricolo e turistico. Sì unanime al voto al Parlamento e al Governo, primo firmatario Alessio Manica del Pd, a favore del popolo curdo. Dopo una breve conferenza dei capigruppo è stato modificato l’odg. E’ stata anticipata la discussione della relazione conclusiva della commissione sulla tempesta Vaia (è iniziata oggi e continuerà domattina), alla quale seguirà quella della mozione di Vanessa Masè sui servizi della prima infanzia. Poi, salvo ulteriori decisioni dei capigruppo, si continuerà con ddl sugli agriturismo dell’assessora Giulia Zanotelli e infine il ddl Fugatti sugli appalti. Il Consiglio riprenderà domattina alle 10.




Lucia Coppola (Futura)

Giornata contro la violenza sulle donne

la Giunta promuoverà un evento

Approvata all’unanimità la mozione proposta da Lucia Coppola, di Futura, il cui dispositivo è stato riscritto d'intesa con l'assessora Segnana e ha un obiettivo di fondo: lanciare un segnale forte in occasione del 25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. La versione concordata impegna la Giunta ad organizzare, il 25 novembre, in una sede delle istituzioni provinciali, la presentazione ufficiale dei dati relativi alle denunce per violenza di genere rilevati annualmente nell'ambito della collaborazione istituzionale tra Pat, Commissariato del governo, forze dell'ordine, Procure della Repubblica di Trento e Rovereto e Consorzio dei Comuni trentini. L'evento dev’essere finalizzato ad informare e sensibilizzare la popolazione rispetto alla rilevanza e gravità del fenomeno della violenza di genere rispetto alla necessità che le vittime di violenza facciano emergere gli abusi subiti denunciando le violenze. In secondo luogo la mozione impegna la Provincia a promuovere la diffusione degli eventi organizzati sul territorio provinciale il 25 novembre contro la violenza di genere, e ad informare e sensibilizzare anche i rappresentanti politici delle istituzioni trentini a partecipare direttamente agli eventi in programma. Terzo e ultimo impegno previsto dal dispositivo: in attuazione della legge provinciale contro la violenza sulle donne e nel rispetto dell'autonomia scolastica, promuovere l'organizzazione nel corso dell'anno scolastico di specifiche iniziative culturali e di momenti informativi volti a sensibilizzare gli studenti rispetto al fenomeno della violenza di genere e al significato assunto dalla Giornata internazionale annualmente dedicata a questo drammatico problema. Vanessa Masè della Civica, ha presentato un emendamento, concordato anche questo con Lucia Coppola, perché venga allestito il “posto vuoto” all’interno delle sedi del Consiglio. Posto vuoto che sta a significare l’assenza – presenza delle donne uccise. Un posto che avrebbe potuto essere occupato da donne come Eleonora o Alba Chiara, due vittime trentine del femminicidio. L’importante, ha detto la consigliera ricordando l’invito dei genitori di Alba Chiara, è parlare di questo dramma, per aumentare l’educazione, per fronteggiare un clima che vede gli uomini non accettare il ruolo della donne. Donne che spesso vivono la violenza in solitudine dalla quale possono uscire attraverso una rete di sostegno.

Sara Ferrari del Pd, ricordando che l’assessora Segnata 9 mesi fa respinse una mozione come questa, ha detto che il Trentino da 10 anni a questa parte, con la legge del 2010, rappresenta anche in questo campo un’eccellenza. Ferrari ha detto che finalmente ci si rende conto che c’è un enorme questione culturale che si affronta con l’educazione e la prevenzione. Questa mozione prevede impegni che già la legge impone di fare, appunto educazione e formazione. Due strumenti prioritari i quali però, in questi mesi, sono stati messi in dubbio. Rivolgendosi a Masè, la consigliera Pd, ha suggerito di contattare Marinda Loro che ha promosso l’iniziativa. Che consigliò, ha ricordato, di coinvolgere i sacerdoti per mettere in evidenza il fenomeno nascosto, più grave dei 638 di denuncia in Trentino. Basti pensare che secondo l’Istat l’emerso rappresenta solo il 10%. Sara Ferrari ha detto che si deve mettere in evidenza che la violenza di genere è un fenomeno pubblico, anche se si genera nelle dinamiche di coppia, e quindi vanno fatti investimenti pubblici, rendendo il più possibile pubblici i dati che emergeranno.

Stefania Segnana, annunciando il sì alla mozione da parte della Giunta, ha detto che della violenza di genere si deve parlare tutto l’anno e si deve far sentire alle donne che non sono sole. La Giunta sta lavorando in questa direzione e le istituzioni devono fare la loro parte sul piano della prevenzione. L’assessora ha ringraziato per quanto è stato fatto su questo tema e ha rilevato che c’è una buona base e persone che si impegnano. Dopo il fatto di Nago – Torbole c’è stato un confronto che ha fatto emergere quanto si è fatto, un lavoro riconosciuto anche dalla commissione del Senato che è venuta a farci visita. Nel protocollo con l’Università, ha ricordato ancora Stefania Segnana, verrà inserito un accordo per l’elaborazione dei dati. Katia Rossato a nome del gruppo della Lega, ricapitolando i passi fatti a favore dei diritti delle donne anche a livello internazionale nella quale si inserisce la Giornata del 25 novembre, ha aggiunto che però non bastano perché la violenza, anche in Trentino, continua. Il tema è quello di una crescita culturale contro tutti gli abusi che vengono fatti alle donne. A partire dalle mutilazioni corporali, che è magari politicamente scorretto evidenziare, ma che si manifestano anche nella nostra società. Inoltre, c’è il triste fenomeno dell’utero in affitto, un affare da oltre 6 miliardi di dollari in tutto il mondo.

Paola Demagri del Patt ha affermato che la strada che stiamo seguendo è quella giusta perché, per quanto il fenomeno rimanga grave, i numeri stanno migliorando. Attenzione però che i tipi di violenza stanno cambiando (si pensi allo stalking informatico) e si deve stare sempre all’erta educando i giovani al rispetto. Alex Marini di 5 Stelle ha ricordato che la violenza non è solo fisica, ma può essere subdola come le umiliazioni che escludono le donne dalla vita lavorativa. Luca Guglielmi della Lista Fassa, è intervenuto sulla polemica nata dal detto ladino stampato su una bustina di zucchero, affermando che per la val di Fassa non è un’offesa perché è un’orgogliosa terra matriarcale dove gli uomini andavano all’estero per guadagnarsi il pane e le donne lavoravano e tiravano su la famiglia. Il detto, ha affermato, va contestualizzato, perché faceva riferimento all’importanza, in epoche di fame e fatica, di godere di un benessere fisico che era sinonimo di forza e abbondanza. Ci si attacca ad una bustina di zucchero, ha concluso, a fronte di problemi gravi, come l’anoressia.

Lucia Coppola, in replica, ha ricordato che la parola femminicidio esiste solo in Italia perché qui il problema particolarmente grave. L’esponente di Futura, come ha fatto Sara Ferrari, ha auspicato che la diffusione dei dati e delle iniziative venga il più possibile divulgata. Infine, ha ricordato il dramma delle famiglie colpite da questo triste fenomeno: le nonne che spesso devono allevare i figli delle donne uccise. La sedia vuota, infine, dovrebbe essere presente ovunque.

Ugo Rossi del Patt ha detto di essersi ritrovato in un passaggio di Katia Rossato, riguardo le violenze causate dal fanatismo religioso, che non riguardano però solo gli immigrati. Rivolto a Gugliemi ha detto che la storia nobilissima della Val di Fassa è però simile alle altre valli, anche loro un tempo di stampo matriarcale. Curioso, ha aggiunto, che la frase apparsa sulle bustine in sé non è sessista ma un supplemento di riflessione ci voleva.

Sara Ferrari ha ricordato che fino ad oggi sul tema della violenza di genere si sono coinvolti docenti e genitori mentre la mozione parla solo di studenti e quindi ci potrebbe essere il rischio di un passo indietro. Infine, ha ricordato che il tema dell’utero in affitto, sollevato da Katia Rossato, non ci riguarda perché in Italia è vietato così come le mutilazioni femminili, fenomeno, peraltro, che purtroppo emerge poco.

Claudio Cia di Agire ha ricordato che c’è anche un integralismo laico e ha ricordato che l’educazione deve essere al rispetto delle persone in quanto tali a prescindere dal loro status di genere, di razza o religione. L’utero in affitto poi non è certo un esempio di rispetto, anche se da noi è vietato. Tra l’altro ci sono italiani e trentini che vanno all’estero a comprare questi figli e ci sono proposte, come quella della Boldrini, per legalizzare anche da noi questa pratica da condannare perché rappresenta una grave violenza.



Michele Dallapiccola (Patt)

Carenza di lavoratori

la proposta Patt non passa


Bocciata con 18 no e 14 sì la mozione di Michele Dallapiccola del Patt che riguardava le politiche per contrastare la carenza di lavoratori nel settore agricolo e turistico impegnando la Giunta a fare squadra con la Provincia di Bolzano per incidere maggiormente sullo Stato perché si arrivi ad un modifica del decreto flussi anche nell’interesse delle imprese locali; a migliorare i servizi per il mercato del lavoro e a rafforzare le competenze della Pat su questa materia e a riferire alla commissione competente. Nell’estate scorsa, ha ricordato Dallapiccola, nei campi e negli alberghi la carenza di personale si è evidenziata in modo netto e i tentativi di connessione tra l’offerta e la domanda messi in atto dalla Pat non hanno funzionato. Su 15 mila impiegati nell’agricoltura le poche centinaia di trentini che hanno aderito agli inviti sono servite a poco. La Giunta, ha affermato ancora, dovrebbe avvertire questo problema come grave anche se gli spazi di manovra della Pat non sono ampi. L’assessore Spinelli ha detto che la Pat ha richiesto e ottenuto quote sufficienti al fabbisogno. I dati dicono che nel turismo e in agricoltura i posti di lavoro coperti risultano in crescita, ma l’aumento delle richieste è aumentato del 20%. Il dato complessivo è stato di 1900 unità di ingressi, il 70% hanno trovato occupazione in agricoltura autunno e il rimanente nel turismo. A giugno, ha ricordato Spinelli, l’Agenzia del lavoro ha sottoscritto un protocollo col mondo agricolo che ha fato i suoi risultati. Nelle liste si sono iscritti 1400 lavoratori e i centri per l’impiego hanno supportato gli imprenditori per contattare i lavoratori. Un analogo protocollo si sta ultimando nel settore del turismo. Sul lato della formazione, infine, si stanno studiando moduli ad hoc. Quindi, pur mantenendo alta la tensione, secondo Spinelli non pare necessario che la Giunta debba assumersi ulteriori impegni.

Alessandro Olivi del Pd ha detto di essere sorpreso dal parere negativo della Giunta ad un dispositivo tanto asciutto e che aveva l’obiettivo di rafforzare gli interventi in materia di lavoro. Il tema dei servizi pubblici all’impiego e l’innovazione istituzionale, ha detto, dovrebbe incoraggiare chi sta muovendo i primi passi in questo mercato per dire che si doveva fare di più e che sull’incontro tra domanda e offerta c’erano spazi maggiori. Anche se, ha aggiunto, il Trentino è stato un avamposto di sperimentazione in materia di politiche del lavoro. Dalla Giunta ci si poteva aspettare un atteggiamento diverso nei confronti del timido dispositivo della mozione. Filippo Degasperi di 5 Stelle ha detto che Spinelli ha dato un paio di notizie: la Giunta ha aumentato del 20% il numero di stranieri che possono venire in Trentino. Un evoluzione rispetto a quando la maggioranza diceva che gli stranieri portavano via il lavoro ai trentini. Seconda notizia, che non sussistono problemi per il reclutamento di manodopera. Quindi, ci si aspetta di non vedere più prese di posizione per l’assenza di lavoratori, magari formati, come nel caso del turismo. La Giunta, ha aggiunto, non a caso dimentica la leva scolastica perché i numeri della formazione alberghiera sono in caduta libera e quindi non rimarrà che passare dal 20 al 40% di stranieri.

Dallapiccola ha detto che il problema è stato sollevato dalle categorie ma la Giunta afferma che si può affrontare con quello che già c’è, assumendosi, di conseguenza, una grave responsabilità.

Ugo Rossi ha detto che gli operatori dicono che c’è un problema, Spinelli ha spiegato cosa è stato fatto, mentre la mozione chiede di fare come Bolzano, di premere sul governo. Rossi ha proposto che almeno venisse votato il dispositivo, aggiungendo il riconoscimento di quanto fatto dalla Giunta. Proposta inutile, per il capogruppo del Patt, perché la maggioranza dice sì o no alle proposte in base a chi le fa.




Alessio Manica (PD)

Il Consiglio a fianco del popolo curdo

sì unanime al voto al governo e Parlamento


Si è passati poi al voto, approvato all’unanimità, che impegna il Consiglio a chiedere al governo ed al Parlamento a far sentire in ogni sede istituzionale e con ogni mezzo necessario l’appoggio alle istanze di autonomia del popolo curdo; di attivarsi affinché, anche attraverso le istituzioni europee e atlantiche, si esprima il totale dissenso per la decisione che la Turchia sta assumendo nell'area e si valuti l’opportunità di misure di sostegno umanitario; di usare tutti i mezzi politici disponibili – a partire dallo stop all’esportazione di armi verso la Turchia – per agire a tutti i livelli per proteggere la vita, la dignità e la libertà del popolo curdo. Il primo firmatario, Alessio Manica del Pd, ha ricordato che l’azione militare turca ha rimesso in fibrillazione un territorio che sembrava avviarsi ad un periodo di relativa calma. Il popolo curdo è stato per l’ennesima volta tradito, anche dall’occidente che se n’è servito nella guerra contro l’Isis. Oltre alle vittime civili, c’è la distruzione di un esperimento di democrazia, partecipazione, uguaglianza anche tra i sessi e convivenza. Per questo una terra autonoma come la nostra, ha affermato, deve condannare la guerra e l’invasione e esprimere una vicinanza autonomistica a questo popolo. Autonomia che i curdi chiedono da anni, da quando i confini vennero tracciati in modo arbitrario dallo stesso occidente. Infine, Manica ha ricordato che a Kobane c’è una scuola che la Provincia ha sostenuto.

Il presidente Fugatti ha ritenuto doveroso l’intervento del nostro Consiglio a favore del popolo curdo anche rilevando che questi atti messi in atto dalla Turchia mettono in evidenza i dubbi sull’ipotesi di una presenza di questo stato nella Ue. Alex Marini di 5 Stelle ha condiviso il documento perché il popolo curdo ha il diritto di essere popolo. Ma ha ricordato la responsabilità del governo D’Alema nella cattura del leader curdo Ocialan e ha chiesto di poter inserire un riferimento a questa vicenda. La distruzione dei curdi, ha aggiunto, fa comodo a tanti, anche alle democrazie occidentali, perché rappresentano un’avanguardia democratica. Claudio Cia di Agire ha detto che questa mozione, seppur condivisibile e bella, ha un peso che è quello che è anche se è giusto condividere le istanze autonomiste di un popolo. I curdi, ha aggiunto, sono perseguitati da sempre. Una popolazione non araba, molto diversa dagli altri dell’area, divisa in quattro nazioni che li hanno sempre sterminati, anche con le armi chimiche, o usati. Ora tocca il turno della Turchia che il centro sinistra voleva in Europa. Un pericolo, ha ricordato, che papa Ratzinger ha avuto il coraggio di sollevare. Infine ha ricordato che a Erdogan l’Europa ha già dato 2 miliardi e 600 milioni per contenere l’afflusso di profughi che ora minaccia di lasciare fluire verso un’Europa debole e impaurita. L’embargo delle armi italiane verso la Turchia sarebbe comunque inutile, vista la potenza raggiunta dall’esercito turco.

Alessia Ambrosi della Lega, condividendo il voto al Parlamento, ha ricordato che però manca qualcosa in questo documento, cioè la condanna delle milizie islamiche che massacrano le popolazioni siriane e la difesa dell’indipendenza stessa della Siria. Nelle milizie mobilitate dai turchi ci sono estremisti islamici responsabili delle stragi di siriani (Manica, con un emendamento, ha aggiunto al dispositivo la difesa dei curdi anche dalle milizie islamiste). Il Pd, ha detto ancora la consigliera leghista, ha sostenuto i ribelli anti Hassad e quindi con questa mozione piange lacrime di coccodrillo. Bersani, ha ricordato, apparve su un palco con i ribelli anti Hassad. Un atteggiamento ambiguo che si è ripetuto nei confronti della dittatura di Maduro in Venezuela.

Ugo Rossi del Patt, rivolgendosi a Alessia Ambrosi, ha ricordato che il voto chiede di difendere le istanze di autonomia del popolo curdo e una condanna dell’azione curda, a favorire il sostegno umanitario e di bloccare la vendita di armi italiane. Impegni che non si possono associare direttamente al Pd. Non ha senso quindi dovere per forza fare distinzioni rispetto a governi di un passato più o meno lontani. Il tema, ha sottolineato, sono i crimini nei confronti di un popolo che ha sempre avuto un anelito di autonomia. Il Patt, ha concluso, chiede che quanto chiesto da questo documento venga attuato senza se e senza ma. Anche perché ai curdi può fare del bene sentire un po’ di calore che viene da un’istituzione autonomistica.

Manica, in replica, ha detto che questo voto serve anche a dire alla nostra comunità da che parte stiamo. Consci che questo voto non cambierà il mondo ma un’istituzione dell’importanza del Consiglio deve affrontare questi temi proprio perché siamo una terra autonoma. Se si seguissero poi i mea culpa di occidente e oriente non la si finirebbe più. La condanna riguarda l’aggressione ad uno stato vicino per risolvere un problema come viene ritenuto il popolo curdo. La condanna delle milizie islamiste va fatta, ricordando che tutto in Siria si sta scompaginando.

Alessandro Savoi della Lega ha detto che il suo partito si sta battendo contro la Turchia da anni, per dire no a questo paese nella Ue. Uno stato islamico, ha aggiunto, nemico della nostra storia e cultura che la sinistra e l’Europa dei burocrati voleva e vuole far entrare nell’Unione. L’Italia dovrebbe fare un embargo durissimo contro uno stato che rappresenta i nemici islamici dell’Europa cristiana. Mai la Turchia in Europa!

Giorgio Tonini del Pd ha detto di aver avuto qualche perplessità su questo documento perché non siamo competenti in politica estera che non si può ridurre a tifoserie. Le questioni che abbiamo di fronte stanno tenendo in scacco le cancellerie e quindi serve umiltà. La Turchia è stata un’occasione persa perché si dovrà arrivare ad una conciliazione tra islam e democrazia e la Turchia era e si spera rimanga un laboratorio importante. I curdi sono un popolo senza stato e ha ricordato che quelli iracheni avevano conquistato una considerevole autonomia. Curdi iracheni che non avevano mai chiesto l’indipendenza, ora irraggiungibile, ma un’autonomia come la nostra per costruire una sorta di Euregio tra le quattro comunità curde. Per questo il tema, ha detto Tonini, ci riguarda. Perché possiamo proporre una soluzione che noi abbiamo trovato per gestire la difficile frontiera del Brennero.

Filippo Degasperi di 5 Stelle ha affermato che c’è un aggressore e un aggredito e si deve riconoscere che il documento riguarda anche il nostro sentire autonomista, così come è stato già fatto, in passato, per lo Yemen e la Catalogna.


Tempesta Vaia, via alla discussione sul documento conclusivo della commissione speciale.


La conferenza la dei capigruppo, che si è riunita per pochi minuti, ha deciso di anticipare il punto 8 dell’odg, cioè l’approvazione della relazione conclusiva della commissione sulla tempesta Vaia. Il presidente della commissione, Ivano Job della Lega, ha affermato che il Trentino ha mostrato che le strutture, da quelle della Pat ai volontari, messe alla prova dall’evento meteo di un anno fa hanno lavorato bene e hanno permesso di contenere il più possibile i danni. La commissione, da dicembre a oggi, ha rafforzato la sensibilità, al di là delle differenze politiche, e le strategie di sicurezza e ha contribuito a mostrare al resto d’Italia quanto sia importante la nostra autonomia.

Ugo Rossi del Patt (sua la proposta della commissione) ha ricordato che ci sono stati effetti collaterali della tempesta Vaia che sono contenuti in molte lettere mandate dagli assessori ai sindaci per comunicare sospensioni di investimenti. Questo è accaduto perché non si è voluto attivare Cassa del Trentino senza distogliere finanziamenti e, ha aggiunto, perché questa Giunta ha approfittato della tempesta per rivedere scelte del precedente governo. Rossi ha portato l’esempio del trampolino di Pellizzano sul quale era stato preso un accordo col Coni due anni prima. Il capogruppo Patt ha auspicato che queste sospensioni, ad un anno dalla tempesta, cessino immediatamente. Oltre ad auspicare che non tutte le piante schiantate vengano reimpiantate, Rossi è tornato sul campeggio di Dimaro dicendo che Vaia è servita da schermo per cercare di bypassare anche il buon senso. Ricordando che è stata necessaria una battaglia, perché almeno una parte del finanziamento venga destinato ad un rinvestimento nei territori di Dimaro e della Valle di Sole.

Lucia Coppola di Futura, riconoscendo lo stile della presidenza Job, ha detto di condividere le criticità rilevate da Rossi e ha sottolineato l’importanza degli investimenti per la difesa del territorio di fonte ai cambiamenti climatici che colpiranno duro, come sta dimostrando in questi giorni la vicenda del Piemonte e della Liguria. Vaia, ha affermato, dimostra che i cambiamenti climatici sono qui e non riguardano solo il sud del mondo. Vaia dice inoltre che il mondo va decarbonizzato e ci richiama alla nostra responsabilità nei confronti delle giovani generazioni. Il paesaggio Trentino con Vaia è cambiato e lo sarà per lungo tempo, e si deve fare in modo che il grido di dolore della natura venga ascoltato. Alex Marini di 5 Stelle, ha ricordato che la commissione avrebbe dovuto lavorare anche sulla parte programmatica del dopo Vaia. Marini ha ricordato che lacune nel sistema ci sono, dalle carenze di personale dei Bacini montani, al sistema del coordinamento, ai sistemi di allarme, basti pensare, ha ricordato, che il tavolo dell’emergenza si è riunito solo il lunedì e le scuole, contrariamente al Veneto, sono state chiuse solo il martedì lasciando aperte quelle serali, nelle ore in cui il fenomeno ha toccato l’apice. Interrogativi che sono stati oggetto di interrogazioni che non hanno avuto risposte, come quelle che riguardavano i vigili del fuoco volontari. Senza risposte anche le interrogazioni sull’incidenza dei cambiamenti climatici sulla salute. La commissione, ha aggiunto Marini, avrebbe dovuto interessarsi anche della questione di Dimaro. Le mancate decisioni di oggi, ha concluso, verranno pagate caro in futuro e la consapevolezza rispetto a questa problematica non pare sufficiente alla sua gravità.


La discussione prosegue mercoledì alle 10.