Il Consiglio provinciale ha respinto il testo di Dallapiccola per favorire il lavoro nel turismo e in agricoltura
Sì dell'Aula alla mozione contro la violenza sulle donne e alla proposta di voto per il popolo curdo
In allegato, l'ordine del giorno. Nella foto, Lucia Coppola
Nella
seduta del pomeriggio il Consiglio ha approvato all’unanimità la
mozione contro la violenza sulle donne di Lucia Coppola di Futura e
ha bocciato quella di Michele Dallapiccola del Patt che chiedeva
interventi per fare fronte alla carenza di lavoratori nel settore
agricolo e turistico. Sì unanime al voto al Parlamento e al Governo,
primo firmatario Alessio Manica del Pd, a favore del popolo curdo.
Dopo una breve conferenza dei capigruppo è stato modificato l’odg.
E’ stata anticipata la discussione della relazione conclusiva della
commissione sulla tempesta Vaia (è iniziata oggi e continuerà
domattina), alla quale seguirà quella della mozione di Vanessa Masè
sui servizi della prima infanzia. Poi, salvo ulteriori decisioni dei
capigruppo, si continuerà con ddl sugli agriturismo dell’assessora
Giulia Zanotelli e infine il ddl Fugatti sugli appalti. Il Consiglio
riprenderà domattina alle 10.
Lucia
Coppola (Futura)
Giornata
contro la violenza sulle donne
la
Giunta promuoverà un evento
Approvata
all’unanimità la mozione proposta da Lucia Coppola, di Futura, il
cui dispositivo è stato riscritto d'intesa con l'assessora Segnana e
ha un obiettivo di fondo: lanciare un segnale forte in occasione del
25 novembre, Giornata contro la violenza sulle donne. La versione
concordata impegna la Giunta ad organizzare, il 25 novembre, in una
sede delle istituzioni provinciali, la presentazione ufficiale dei
dati relativi alle denunce per violenza di genere rilevati
annualmente nell'ambito della collaborazione istituzionale tra Pat,
Commissariato del governo, forze dell'ordine, Procure della
Repubblica di Trento e Rovereto e Consorzio dei Comuni trentini.
L'evento dev’essere finalizzato ad informare e sensibilizzare la
popolazione rispetto alla rilevanza e gravità del fenomeno della
violenza di genere rispetto alla necessità che le vittime di
violenza facciano emergere gli abusi subiti denunciando le violenze.
In secondo luogo la mozione impegna la Provincia a promuovere la
diffusione degli eventi organizzati sul territorio provinciale il 25
novembre contro la violenza di genere, e ad informare e
sensibilizzare anche i rappresentanti politici delle istituzioni
trentini a partecipare direttamente agli eventi in programma. Terzo e
ultimo impegno previsto dal dispositivo: in attuazione della legge
provinciale contro la violenza sulle donne e nel rispetto
dell'autonomia scolastica, promuovere l'organizzazione nel corso
dell'anno scolastico di specifiche iniziative culturali e di momenti
informativi volti a sensibilizzare gli studenti rispetto al fenomeno
della violenza di genere e al significato assunto dalla Giornata
internazionale annualmente dedicata a questo drammatico problema.
Vanessa Masè della Civica, ha presentato un emendamento, concordato
anche questo con Lucia Coppola, perché venga allestito il “posto
vuoto” all’interno delle sedi del Consiglio. Posto vuoto che sta
a significare l’assenza – presenza delle donne uccise. Un posto
che avrebbe potuto essere occupato da donne come Eleonora o Alba
Chiara, due vittime trentine del femminicidio. L’importante, ha
detto la consigliera ricordando l’invito dei genitori di Alba
Chiara, è parlare di questo dramma, per aumentare l’educazione,
per fronteggiare un clima che vede gli uomini non accettare il ruolo
della donne. Donne che spesso vivono la violenza in solitudine dalla
quale possono uscire attraverso una rete di sostegno.
Sara
Ferrari del Pd, ricordando che l’assessora Segnata 9 mesi fa
respinse una mozione come questa, ha detto che il Trentino da 10 anni
a questa parte, con la legge del 2010, rappresenta anche in questo
campo un’eccellenza. Ferrari ha detto che finalmente ci si rende
conto che c’è un enorme questione culturale che si affronta con
l’educazione e la prevenzione. Questa mozione prevede impegni che
già la legge impone di fare, appunto educazione e formazione. Due
strumenti prioritari i quali però, in questi mesi, sono stati messi
in dubbio. Rivolgendosi a Masè, la consigliera Pd, ha suggerito di
contattare Marinda Loro che ha promosso l’iniziativa. Che
consigliò, ha ricordato, di coinvolgere i sacerdoti per mettere in
evidenza il fenomeno nascosto, più grave dei 638 di denuncia in
Trentino. Basti pensare che secondo l’Istat l’emerso rappresenta
solo il 10%. Sara Ferrari ha detto che si deve mettere in evidenza
che la violenza di genere è un fenomeno pubblico, anche se si genera
nelle dinamiche di coppia, e quindi vanno fatti investimenti
pubblici, rendendo il più possibile pubblici i dati che emergeranno.
Stefania
Segnana, annunciando il sì alla mozione da parte della Giunta, ha
detto che della violenza di genere si deve parlare tutto l’anno e
si deve far sentire alle donne che non sono sole. La Giunta sta
lavorando in questa direzione e le istituzioni devono fare la loro
parte sul piano della prevenzione. L’assessora ha ringraziato per
quanto è stato fatto su questo tema e ha rilevato che c’è una
buona base e persone che si impegnano. Dopo il fatto di Nago –
Torbole c’è stato un confronto che ha fatto emergere quanto si è
fatto, un lavoro riconosciuto anche dalla commissione del Senato che
è venuta a farci visita. Nel protocollo con l’Università, ha
ricordato ancora Stefania Segnana, verrà inserito un accordo per
l’elaborazione dei dati. Katia Rossato a nome del gruppo della
Lega, ricapitolando i passi fatti a favore dei diritti delle donne
anche a livello internazionale nella quale si inserisce la Giornata
del 25 novembre, ha aggiunto che però non bastano perché la
violenza, anche in Trentino, continua. Il tema è quello di una
crescita culturale contro tutti gli abusi che vengono fatti alle
donne. A partire dalle mutilazioni corporali, che è magari
politicamente scorretto evidenziare, ma che si manifestano anche
nella nostra società. Inoltre, c’è il triste fenomeno dell’utero
in affitto, un affare da oltre 6 miliardi di dollari in tutto il
mondo.
Paola
Demagri del Patt ha affermato che la strada che stiamo seguendo è
quella giusta perché, per quanto il fenomeno rimanga grave, i numeri
stanno migliorando. Attenzione però che i tipi di violenza stanno
cambiando (si pensi allo stalking informatico) e si deve stare sempre
all’erta educando i giovani al rispetto. Alex Marini di 5 Stelle ha
ricordato che la violenza non è solo fisica, ma può essere subdola
come le umiliazioni che escludono le donne dalla vita lavorativa.
Luca Guglielmi della Lista Fassa, è intervenuto sulla polemica nata
dal detto ladino stampato su una bustina di zucchero, affermando che
per la val di Fassa non è un’offesa perché è un’orgogliosa
terra matriarcale dove gli uomini andavano all’estero per
guadagnarsi il pane e le donne lavoravano e tiravano su la famiglia.
Il detto, ha affermato, va contestualizzato, perché faceva
riferimento all’importanza, in epoche di fame e fatica, di godere
di un benessere fisico che era sinonimo di forza e abbondanza. Ci si
attacca ad una bustina di zucchero, ha concluso, a fronte di problemi
gravi, come l’anoressia.
Lucia
Coppola, in replica, ha ricordato che la parola femminicidio esiste
solo in Italia perché qui il problema particolarmente grave.
L’esponente di Futura, come ha fatto Sara Ferrari, ha auspicato che
la diffusione dei dati e delle iniziative venga il più possibile
divulgata. Infine, ha ricordato il dramma delle famiglie colpite da
questo triste fenomeno: le nonne che spesso devono allevare i figli
delle donne uccise. La sedia vuota, infine, dovrebbe essere presente
ovunque.
Ugo
Rossi del Patt ha detto di essersi ritrovato in un passaggio di Katia
Rossato, riguardo le violenze causate dal fanatismo religioso, che
non riguardano però solo gli immigrati. Rivolto a Gugliemi ha detto
che la storia nobilissima della Val di Fassa è però simile alle
altre valli, anche loro un tempo di stampo matriarcale. Curioso, ha
aggiunto, che la frase apparsa sulle bustine in sé non è sessista
ma un supplemento di riflessione ci voleva.
Sara
Ferrari ha ricordato che fino ad oggi sul tema della violenza di
genere si sono coinvolti docenti e genitori mentre la mozione parla
solo di studenti e quindi ci potrebbe essere il rischio di un passo
indietro. Infine, ha ricordato che il tema dell’utero in affitto,
sollevato da Katia Rossato, non ci riguarda perché in Italia è
vietato così come le mutilazioni femminili, fenomeno, peraltro, che
purtroppo emerge poco.
Claudio
Cia di Agire ha ricordato che c’è anche un integralismo laico e ha
ricordato che l’educazione deve essere al rispetto delle persone in
quanto tali a prescindere dal loro status di genere, di razza o
religione. L’utero in affitto poi non è certo un esempio di
rispetto, anche se da noi è vietato. Tra l’altro ci sono italiani
e trentini che vanno all’estero a comprare questi figli e ci sono
proposte, come quella della Boldrini, per legalizzare anche da noi
questa pratica da condannare perché rappresenta una grave violenza.
Michele
Dallapiccola (Patt)
Carenza
di lavoratori
la
proposta Patt non passa
Bocciata
con 18 no e 14 sì la mozione di Michele Dallapiccola del Patt che
riguardava le politiche per contrastare la carenza di lavoratori nel
settore agricolo e turistico impegnando la Giunta a fare squadra con
la Provincia di Bolzano per incidere maggiormente sullo Stato perché
si arrivi ad un modifica del decreto flussi anche nell’interesse
delle imprese locali; a migliorare i servizi per il mercato del
lavoro e a rafforzare le competenze della Pat su questa materia e a
riferire alla commissione competente. Nell’estate scorsa, ha
ricordato Dallapiccola, nei campi e negli alberghi la carenza di
personale si è evidenziata in modo netto e i tentativi di
connessione tra l’offerta e la domanda messi in atto dalla Pat non
hanno funzionato. Su 15 mila impiegati nell’agricoltura le poche
centinaia di trentini che hanno aderito agli inviti sono servite a
poco. La Giunta, ha affermato ancora, dovrebbe avvertire questo
problema come grave anche se gli spazi di manovra della Pat non sono
ampi. L’assessore Spinelli ha detto che la Pat ha richiesto e
ottenuto quote sufficienti al fabbisogno. I dati dicono che nel
turismo e in agricoltura i posti di lavoro coperti risultano in
crescita, ma l’aumento delle richieste è aumentato del 20%. Il
dato complessivo è stato di 1900 unità di ingressi, il 70% hanno
trovato occupazione in agricoltura autunno e il rimanente nel
turismo. A giugno, ha ricordato Spinelli, l’Agenzia del lavoro ha
sottoscritto un protocollo col mondo agricolo che ha fato i suoi
risultati. Nelle liste si sono iscritti 1400 lavoratori e i centri
per l’impiego hanno supportato gli imprenditori per contattare i
lavoratori. Un analogo protocollo si sta ultimando nel settore del
turismo. Sul lato della formazione, infine, si stanno studiando
moduli ad hoc. Quindi, pur mantenendo alta la tensione, secondo
Spinelli non pare necessario che la Giunta debba assumersi ulteriori
impegni.
Alessandro
Olivi del Pd ha detto di essere sorpreso dal parere negativo della
Giunta ad un dispositivo tanto asciutto e che aveva l’obiettivo di
rafforzare gli interventi in materia di lavoro. Il tema dei servizi
pubblici all’impiego e l’innovazione istituzionale, ha detto,
dovrebbe incoraggiare chi sta muovendo i primi passi in questo
mercato per dire che si doveva fare di più e che sull’incontro tra
domanda e offerta c’erano spazi maggiori. Anche se, ha aggiunto, il
Trentino è stato un avamposto di sperimentazione in materia di
politiche del lavoro. Dalla Giunta ci si poteva aspettare un
atteggiamento diverso nei confronti del timido dispositivo della
mozione. Filippo Degasperi di 5 Stelle ha detto che Spinelli ha dato
un paio di notizie: la Giunta ha aumentato del 20% il numero di
stranieri che possono venire in Trentino. Un evoluzione rispetto a
quando la maggioranza diceva che gli stranieri portavano via il
lavoro ai trentini. Seconda notizia, che non sussistono problemi per
il reclutamento di manodopera. Quindi, ci si aspetta di non vedere
più prese di posizione per l’assenza di lavoratori, magari
formati, come nel caso del turismo. La Giunta, ha aggiunto, non a
caso dimentica la leva scolastica perché i numeri della formazione
alberghiera sono in caduta libera e quindi non rimarrà che passare
dal 20 al 40% di stranieri.
Dallapiccola
ha detto che il problema è stato sollevato dalle categorie ma la
Giunta afferma che si può affrontare con quello che già c’è,
assumendosi, di conseguenza, una grave responsabilità.
Ugo
Rossi ha detto che gli operatori dicono che c’è un problema,
Spinelli ha spiegato cosa è stato fatto, mentre la mozione chiede di
fare come Bolzano, di premere sul governo. Rossi ha proposto che
almeno venisse votato il dispositivo, aggiungendo il riconoscimento
di quanto fatto dalla Giunta. Proposta inutile, per il capogruppo del
Patt, perché la maggioranza dice sì o no alle proposte in base a
chi le fa.
Alessio
Manica (PD)
Il
Consiglio a fianco del popolo curdo
sì
unanime al voto al governo e Parlamento
Si è passati poi al voto,
approvato all’unanimità, che impegna il Consiglio a chiedere al
governo ed al Parlamento a far sentire in ogni sede istituzionale e
con ogni mezzo necessario l’appoggio alle istanze di autonomia del
popolo curdo; di attivarsi affinché, anche attraverso le
istituzioni europee e atlantiche, si esprima il totale dissenso per
la decisione che la Turchia sta assumendo nell'area e si valuti
l’opportunità di misure di sostegno umanitario; di usare tutti i
mezzi politici disponibili – a partire dallo stop all’esportazione
di armi verso la Turchia – per agire a tutti i livelli per
proteggere la vita, la dignità e la libertà del popolo curdo. Il
primo firmatario, Alessio Manica del Pd, ha ricordato che l’azione
militare turca ha rimesso in fibrillazione un territorio che sembrava
avviarsi ad un periodo di relativa calma. Il popolo curdo è stato
per l’ennesima volta tradito, anche dall’occidente che se n’è
servito nella guerra contro l’Isis. Oltre alle vittime civili, c’è
la distruzione di un esperimento di democrazia, partecipazione,
uguaglianza anche tra i sessi e convivenza. Per questo una terra
autonoma come la nostra, ha affermato, deve condannare la guerra e
l’invasione e esprimere una vicinanza autonomistica a questo
popolo. Autonomia che i curdi chiedono da anni, da quando i confini
vennero tracciati in modo arbitrario dallo stesso occidente. Infine,
Manica ha ricordato che a Kobane c’è una scuola che la Provincia
ha sostenuto.
Il presidente Fugatti ha
ritenuto doveroso l’intervento del nostro Consiglio a favore del
popolo curdo anche rilevando che questi atti messi in atto dalla
Turchia mettono in evidenza i dubbi sull’ipotesi di una presenza di
questo stato nella Ue. Alex Marini di 5 Stelle ha condiviso il
documento perché il popolo curdo ha il diritto di essere popolo. Ma
ha ricordato la responsabilità del governo D’Alema nella cattura
del leader curdo Ocialan e ha chiesto di poter inserire un
riferimento a questa vicenda. La distruzione dei curdi, ha aggiunto,
fa comodo a tanti, anche alle democrazie occidentali, perché
rappresentano un’avanguardia democratica. Claudio Cia di Agire ha
detto che questa mozione, seppur condivisibile e bella, ha un peso
che è quello che è anche se è giusto condividere le istanze
autonomiste di un popolo. I curdi, ha aggiunto, sono perseguitati da
sempre. Una popolazione non araba, molto diversa dagli altri
dell’area, divisa in quattro nazioni che li hanno sempre
sterminati, anche con le armi chimiche, o usati. Ora tocca il turno
della Turchia che il centro sinistra voleva in Europa. Un pericolo,
ha ricordato, che papa Ratzinger ha avuto il coraggio di sollevare.
Infine ha ricordato che a Erdogan l’Europa ha già dato 2 miliardi
e 600 milioni per contenere l’afflusso di profughi che ora minaccia
di lasciare fluire verso un’Europa debole e impaurita. L’embargo
delle armi italiane verso la Turchia sarebbe comunque inutile, vista
la potenza raggiunta dall’esercito turco.
Alessia Ambrosi della Lega,
condividendo il voto al Parlamento, ha ricordato che però manca
qualcosa in questo documento, cioè la condanna delle milizie
islamiche che massacrano le popolazioni siriane e la difesa
dell’indipendenza stessa della Siria. Nelle milizie mobilitate dai
turchi ci sono estremisti islamici responsabili delle stragi di
siriani (Manica, con un emendamento, ha aggiunto al dispositivo la
difesa dei curdi anche dalle milizie islamiste). Il Pd, ha detto
ancora la consigliera leghista, ha sostenuto i ribelli anti Hassad e
quindi con questa mozione piange lacrime di coccodrillo. Bersani, ha
ricordato, apparve su un palco con i ribelli anti Hassad. Un
atteggiamento ambiguo che si è ripetuto nei confronti della
dittatura di Maduro in Venezuela.
Ugo Rossi del Patt, rivolgendosi
a Alessia Ambrosi, ha ricordato che il voto chiede di difendere le
istanze di autonomia del popolo curdo e una condanna dell’azione
curda, a favorire il sostegno umanitario e di bloccare la vendita di
armi italiane. Impegni che non si possono associare direttamente al
Pd. Non ha senso quindi dovere per forza fare distinzioni rispetto a
governi di un passato più o meno lontani. Il tema, ha sottolineato,
sono i crimini nei confronti di un popolo che ha sempre avuto un
anelito di autonomia. Il Patt, ha concluso, chiede che quanto chiesto
da questo documento venga attuato senza se e senza ma. Anche perché
ai curdi può fare del bene sentire un po’ di calore che viene da
un’istituzione autonomistica.
Manica, in replica, ha detto che
questo voto serve anche a dire alla nostra comunità da che parte
stiamo. Consci che questo voto non cambierà il mondo ma
un’istituzione dell’importanza del Consiglio deve affrontare
questi temi proprio perché siamo una terra autonoma. Se si
seguissero poi i mea culpa di occidente e oriente non la si
finirebbe più. La condanna riguarda l’aggressione ad uno stato
vicino per risolvere un problema come viene ritenuto il popolo curdo.
La condanna delle milizie islamiste va fatta, ricordando che tutto in
Siria si sta scompaginando.
Alessandro Savoi della Lega ha
detto che il suo partito si sta battendo contro la Turchia da anni,
per dire no a questo paese nella Ue. Uno stato islamico, ha aggiunto,
nemico della nostra storia e cultura che la sinistra e l’Europa dei
burocrati voleva e vuole far entrare nell’Unione. L’Italia
dovrebbe fare un embargo durissimo contro uno stato che rappresenta i
nemici islamici dell’Europa cristiana. Mai la Turchia in Europa!
Giorgio Tonini del Pd ha detto
di aver avuto qualche perplessità su questo documento perché non
siamo competenti in politica estera che non si può ridurre a
tifoserie. Le questioni che abbiamo di fronte stanno tenendo in
scacco le cancellerie e quindi serve umiltà. La Turchia è stata
un’occasione persa perché si dovrà arrivare ad una conciliazione
tra islam e democrazia e la Turchia era e si spera rimanga un
laboratorio importante. I curdi sono un popolo senza stato e ha
ricordato che quelli iracheni avevano conquistato una considerevole
autonomia. Curdi iracheni che non avevano mai chiesto l’indipendenza,
ora irraggiungibile, ma un’autonomia come la nostra per costruire
una sorta di Euregio tra le quattro comunità curde. Per questo il
tema, ha detto Tonini, ci riguarda. Perché possiamo proporre una
soluzione che noi abbiamo trovato per gestire la difficile frontiera
del Brennero.
Filippo Degasperi di 5 Stelle ha
affermato che c’è un aggressore e un aggredito e si deve
riconoscere che il documento riguarda anche il nostro sentire
autonomista, così come è stato già fatto, in passato, per lo Yemen
e la Catalogna.
Tempesta
Vaia, via alla discussione sul documento conclusivo della commissione
speciale.
La conferenza la dei capigruppo,
che si è riunita per pochi minuti, ha deciso di anticipare il punto
8 dell’odg, cioè l’approvazione della relazione conclusiva della
commissione sulla tempesta Vaia. Il presidente della commissione,
Ivano Job della Lega, ha affermato che il Trentino ha mostrato che le
strutture, da quelle della Pat ai volontari, messe alla prova
dall’evento meteo di un anno fa hanno lavorato bene e hanno
permesso di contenere il più possibile i danni. La commissione, da
dicembre a oggi, ha rafforzato la sensibilità, al di là delle
differenze politiche, e le strategie di sicurezza e ha contribuito a
mostrare al resto d’Italia quanto sia importante la nostra
autonomia.
Ugo Rossi del Patt (sua la
proposta della commissione) ha ricordato che ci sono stati effetti
collaterali della tempesta Vaia che sono contenuti in molte lettere
mandate dagli assessori ai sindaci per comunicare sospensioni di
investimenti. Questo è accaduto perché non si è voluto attivare
Cassa del Trentino senza distogliere finanziamenti e, ha aggiunto,
perché questa Giunta ha approfittato della tempesta per rivedere
scelte del precedente governo. Rossi ha portato l’esempio del
trampolino di Pellizzano sul quale era stato preso un accordo col
Coni due anni prima. Il capogruppo Patt ha auspicato che queste
sospensioni, ad un anno dalla tempesta, cessino immediatamente. Oltre
ad auspicare che non tutte le piante schiantate vengano reimpiantate,
Rossi è tornato sul campeggio di Dimaro dicendo che Vaia è servita
da schermo per cercare di bypassare anche il buon senso. Ricordando
che è stata necessaria una battaglia, perché almeno una parte del
finanziamento venga destinato ad un rinvestimento nei territori di
Dimaro e della Valle di Sole.
Lucia Coppola di Futura,
riconoscendo lo stile della presidenza Job, ha detto di condividere
le criticità rilevate da Rossi e ha sottolineato l’importanza
degli investimenti per la difesa del territorio di fonte ai
cambiamenti climatici che colpiranno duro, come sta dimostrando in
questi giorni la vicenda del Piemonte e della Liguria. Vaia, ha
affermato, dimostra che i cambiamenti climatici sono qui e non
riguardano solo il sud del mondo. Vaia dice inoltre che il mondo va
decarbonizzato e ci richiama alla nostra responsabilità nei
confronti delle giovani generazioni. Il paesaggio Trentino con Vaia è
cambiato e lo sarà per lungo tempo, e si deve fare in modo che il
grido di dolore della natura venga ascoltato. Alex Marini di 5
Stelle, ha ricordato che la commissione avrebbe dovuto lavorare anche
sulla parte programmatica del dopo Vaia. Marini ha ricordato che
lacune nel sistema ci sono, dalle carenze di personale dei Bacini
montani, al sistema del coordinamento, ai sistemi di allarme, basti
pensare, ha ricordato, che il tavolo dell’emergenza si è riunito
solo il lunedì e le scuole, contrariamente al Veneto, sono state
chiuse solo il martedì lasciando aperte quelle serali, nelle ore in
cui il fenomeno ha toccato l’apice. Interrogativi che sono stati
oggetto di interrogazioni che non hanno avuto risposte, come quelle
che riguardavano i vigili del fuoco volontari. Senza risposte anche
le interrogazioni sull’incidenza dei cambiamenti climatici sulla
salute. La commissione, ha aggiunto Marini, avrebbe dovuto
interessarsi anche della questione di Dimaro. Le mancate decisioni di
oggi, ha concluso, verranno pagate caro in futuro e la consapevolezza
rispetto a questa problematica non pare sufficiente alla sua gravità.
La discussione prosegue mercoledì alle 10.