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08/10/2019 - In aula o in commissione

Consiglio, sì unanime alla risoluzione sugli appalti per i servizi socio-assistenziali

L'Aula ha deciso che se ne discuterà in una seduta congiunta della I e IV Commissione

Consiglio, sì unanime alla risoluzione sugli appalti per i servizi socio-assistenziali

Avviato l'esame del disegno di legge di Coppola sulle valli senza barriere nè motori

Consiglio, sì unanime alla risoluzione sugli appalti per i servizi socio-assistenziali

Nel corso della seduta pomeridiana del Consiglio (in allegato, l'ordine del giorno il presidente Fugatti ha tenuto, su richiesta di Paolo Ghezzi di Futura, e di parte della minoranza, una comunicazione sulla situazione degli appalti dei servizi socio – assistenziali. Un tema, ha detto in sintesi Ghezzi , che ha visto un’improvvisa accelerazione che preoccupa il terzo settore e che ha bisogno di ulteriori approfondimenti per evitare che gli affidi, a fronte della complessità delle altre forme come la coprogettazione, vengano fatti solo attraverso gare di appalto classiche. Fugatti ha affermato che il ddl della Giunta sul rafforzamento delle clausole sociali (in caso di subentro di un’altra coop non solo il mantenimento del posto di lavoro ma anche del livello salariale) che arriverà in Consiglio il 22 luglio darà una risposta forte ai timori espressi dal settore dei servizi socio assistenziali. Ma che non si può pensare ad ulteriori proroghe con la riforma che verrà attuata entro il 30 giugno 2021. 

Per Luca Zeni (Pd) va trovato un equilibrio tra le esigenze di chi lavora da anni in questo settore e l’esigenza di un apertura del sistema di welfare a nuove realtà. 

Ugo Rossi del Patt ha affermato che l’allargamento della clausola sociale per gli appalti, una volta votato il ddl Fugatti, andrà difesa dal probabile ricorso dello Stato e da chi, nel mondo imprenditoriale, la vede come un attentato alla libertà di impresa, chiedendo al tempo stesso al terzo settore di rafforzare le imprese per metterle in grado di affrontare un inevitabile grado di competizione. 

Per Olivi del Pd la sola clausola sociale non basta e si deve partire dal livello dei servizi ai cittadini. 

Mara Dalzocchio della Lega, affermando che il ddl della Giunta va nella direziono giusta, ha chiesto che anche sul tema dei servizi socio assistenziali non si faccia allarmismo. 

Alex Marini di 5 Stelle, infine, ha presentato una risoluzione, votata all’unanimità, con quale si chiede una seduta congiunta della Prima e della Quarta commissione per ascoltare la Consulta delle politiche sociali e i dirigenti dei servizi competenti, sindacati e rappresentanti delle categorie del settore.


Infine, il Consiglio ha affrontato la discussione del ddl di Lucia Coppola (Futura) sulle valli senza barriere, senz’auto e del silenzio. Ddl che, visto il no della Giunta e della maggioranza, non verrà approvato ma sul quale si è sviluppato una lunga discussione sui temi della sostenibilità ambientale del turismo che si concluderà domani mattina. Verrà votato e probabilmente approvato, con emendamenti alla premessa, un odg presentato da Futura che intende impegnare la Giunta ad avviare nuovi percorsi per l’accessibilità ai disabili i luoghi di montagna; ampliare le esperienze di limitazioni del traffico per esempio nel Parco Adamello Brenta e dello Stelvio; a creare aree di montagna dove si investa sul silenzio e la tranquillità, integrando le iniziative avviate nel campo delle limitazioni al traffico, dell’accessibilità e del silenzio e le qualificazioni del marchio “Open” per creare un sistema di qualificazione unitario e valorizzare l’offerta turistica del Trentino. 


L'APPROFONDIMENTO: TUTTi GLI INTERVENTI DURANTE IL DIBATTITO


Ghezzi: appalti dei servizi socio assistenziali rischiamo errori fatali.


La seduta pomeridiana è iniziata con la comunicazione da parte del Presisente della Giunta in materia di appalti dei servizi socio-assistenziali, chiesta dai consiglieri Ghezzi e Coppola (Futura), Olivi e Ferrari (Pd), Degasperi e Marini (5 Stelle), De Godenz (UpT).

Paolo Ghezzi ha affermato che il tema è sentito e riguarda le cooperative toccate dal complesso iter della normativa degli appalti e delle concessioni. Le preoccupazioni del terzo settore sono serie, come evidenziato dal documento della Consulta delle politiche sociali che, dopo sei incontri sul territorio, è stato mandato ai dirigenti e responsabili politici del settori. Parte della legge 13, secondo la Consulta, andrebbe rivisitata e ripensate le autorizzazioni. In generale l’accreditamento andrebbe sostenuto da un sistema che premi i meriti pregressi ed è necessaria un’autorizzazione più rigorosa per evitare i ricorsi al mero ribasso. Insomma, ha detto Ghezzi, la Pat ha avuto fretta di concludere, mentre gli interessati chiedono più tempo. Altrimenti, soprattutto per gli affidamenti, le comunità di valle e la Pat finirà per scegliere le vie concorrenziali al posto di quelle come la coprogettazione. Il terzo settore, ha aggiunto Ghezzi, non contesta la riforma ma si deve riuscire a tutelare il sistema trentino di welfare che funziona e ha garantito un alto livello di assistenza alla persona. Insomma, c’è una debolezza della visione di insieme. La Consulta si chiede quindi se si riuscirà a mantenere l’identità del sistema trentino, per questo chiede, in sintesi, un periodo di approfondimento e sperimentazione del nuovi sistema per non fare errori fatali.


Fugatti: la soluzione sta nella legge che allarga la clausola sociale.


Maurizio Fugatti ha ricordato il ddl che verrà presentato giovedì in commissione che amplia la clausola sociale per gli appalti. Le linee guida per gli affidamenti approvate dalla Giunta non sono state dettate da discrezionalità ma dalla necessità di mettere in sicurezza la procedura, dal momento che le norme erano ormai divenute obsolete e si è andati di proroga in proroga. Linee, ha ricordato che sono state presentate, in sei incontri dal 6 al 19 settembre. Linee guida che prevedono anche l’utilizzo dell’ appalto ma quando tutti gli altri strumenti si rivelano inadeguati o insostenibili per la difficoltà di recuperare risorse. Le garanzie del personale, ha detto ancora Fugatti, verranno rafforzate con l’approvazione del ddl 29 che va in commissione giovedì e in aula il 22 ottobre. Il personale avrà la continuità occupazionale e di stipendio. E questo, ha detto Fugatti, è il punto centrale. Un ddl che è stato presentato di fronte all’evidenza dei fatti: se vanno avanti appalti di questo tipo, ha affermato il presidente, la Pat sarebbe costretta ad intervenire con gli ammortizzatori sociali e subirebbero danni anche le imprese trentine che, con i ribassi, non sono concorrenziali. Inoltre, la Pat subirebbe danni finanziari visto che, ha detto Maurizio Fugatti, si mantiene con le tasse pagate dalle imprese e dai lavoratori trentini. Quindi, si deve evitare il doppio danno, quello sociale e l’altro fiscale.

I presunti rischi di mettere a repentaglio servizi e lavoratori non sono del tutto fondati anche se i timori sono comprensibili. Ma, ha continuato, non si può andare avanti in un sistema di continue proroghe. Il termine, quindi, rimane il 30 giugno del 2021 e la Giunta non ritiene di doverlo spostare.


Ghezzi ha ribattuto che le clausole sociali rafforzate saranno anche innovative e coraggiose ma rimangono ancora di dubbia efficacia, anche perché non sono alternative all’appalto classico.


Zeni: questione che non riguarda solo i lavoratori ma anche le famiglie.

Luca Zeni (Pd) ha ricordato che l’accreditamento si doveva attuare, altrimenti l’alternativa era solo la gara e alcune comunità avevano avviato procedure dopo tanti anni di proroga. La riforma è durata due anni e ha visto la discussione con i soggetti interessati con l’obiettivo di superare un’ impostazione limitata con la mera autorizzazione a una valutazione a 360 gradi sulla capacità di gestire i servizi. La valutazione, ha continuato Zeni, dovrà essere l’anello forte del sistema per ottenere alternative alla mera gara, che tenga conto della storia e dell’esperienza dei soggetti interessati. Ora si è nella fase di attuazione dove si deve trovare un equilibrio tra chi dice di aver sempre fatto un certo lavoro e la necessita di un’apertura del sistema. Il tema, ha concluso, è importante perché non interessa solo i lavoratori ma le famiglie che godono di questi servizi.


Rossi: le imprese del privato-sociale devono diventare più forti.


Per Ugo Rossi (Patt) c’è la necessità di affrontare in generale il tema degli appalti e non solo quelli del terzo settore, per quanto importantissimo. Alla Giunta va riconosciuto il coraggio di aver proposto una clausola sociale impattante, sperando che possa passare il rischio di un’impugnazione da parte del Governo e delle valutazioni del mondo economico, che può alzare la bandiera della concorrenza. Altrimenti, ha aggiunto, si dà l’idea di essere i primi della classe per poi dare la colpa a chi ci mette i bastoni tra le ruote. Comunque, il ddl va portato avanti e non sarà sufficiente votarlo, si dovrà fare squadra per difenderne i contenuti. E far capire alle imprese che la clausola sociale non è un attentato alla loro libertà ma va anche nella direzione di una loro tutela. Le proroghe dalla legge del 2007 in poi, ha aggiunto, sono figlie di un sistema che non ha digerito la norma e che ha introdotto resistenze, perché molte previsioni della legge andavano a sconvolgere un sistema nato con la logica della coprogettazione. La legge del 2007 sull’onda del liberismo è andata in un’altra direzione, ha detto ancora Rossi, e oggi per fortuna il tema dell’accreditamento non è ancora chiuso perché, al di là delle differenze politiche, deve superare l’idea della prevalenza del mercato. La Giunta ha iniziato un percorso con le linee guida e va trovata una linea trentina. Per il settore, ha ricordato ancora il capogruppo Patt, ci sono occasioni in più perché l’invecchiamento aumenta e quindi vanno valorizzati il privato sociale e il terzo settore anche in questo campo. Basti pensare al Dopo di noi e al Cohousing, ambiti dove il privato sociale può vedere più lontano. Intercettando la quota di risorse private che ora va sotto la voce badanti. Al terzo settore va però chiesto un rafforzamento dei modelli di impresa e sinergia anche in termini dimensionali. Perché per poter tutelare il nostro sistema c’è biosogno anche di una maggiore forza delle nostre imprese per difendersi dalla concorrenza che non si potrà mai eliminare.


Marini: gli “squali” della speculazione si sono già fatti vedere.


Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato che il settore impiega 110 milioni di euro perlopiù erogati dalle comunità di valle, 90 milioni, il resto dalla Pat. Il welfare trentino ha 90 mila utenti, 37 mila seguiti dai servizi socio assistenziali e sono 9 mila gli addetti, in maggioranza donne. Gli obiettivi sono semplici da individuare ma difficili da attuare: avere servizi di qualità a un prezzo congruo garantendo stabilità occupazionale. L’architettura è estremamente complessa, ha detto Marini, e comprende un’estesa gamma di tipologie attraverso le quali si possono erogare i servizi ed è inevitabile che questa complessità susciti timori perché non prevalga il sistema della competizione. E, ha ricordato infine il consigliere 5 Stelle, che la presenza di “squali” si è già manifestata anche in Trentino.


Olivi: dobbiamo preservare anche la qualità dei servizi.


Alessando Olivi (Pd) ha affermato che le clausole sociali sono molto importanti però non devono essere una soluzione per un appalto andato male e per inaridire la discussione che sta a monte di quell’appalto. Senza dimenticare il beneficiario che nei servizi sociali è l’utente. Serve uno sforzo preventivo non solo per garantire la continuità ma la qualità dei servizi. Limitarsi a dire che clausola sociale risolve il problema è insufficiente.


Dalzocchio: non si deve fare allarmismo sociale.


Mara Dalzocchio, capogruppo Lega, ha detto che i toni sono troppo allarmistici. C’è invece bisogno di responsabilità senza mettere sui banchi degli imputati a priori la Giunta. Quindi, ha chiesto responsabilità per affrontare problemi che la Giunta sta affrontando.



LA DISCUSSIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DI LUCIA COPPOLA



Si è passati poi al ddl Coppola sulle valli del silenzio, senza barriere e senz’auto. Lucia Coppola (Futura) ha detto che il ddl ha avuto un riscontro interessante in commissione e sulla stampa pur sapendo che non avrebbe avuto un parere favorevole da parte della maggioranza. L’idea nasce, ha detto, dall’esigenza di porre al centro le questioni ambientali, prendendo in considerazioni zone dedicate che potrebbero avere un brand interessante per il Trentino. Adeguandole ad un nuovo turismo sostenibile, alternativo all’aggressione delle montagne che le ha rese fin troppo simili ai fondovalle soprattutto a causa della mobilità privata che è, purtroppo, in continuo aumento. C’è poi il tema delle disabilità non solo fisiche che possono trarre benefici da un ambiente sano e ad alta qualità ambientale. L’aspetto del silenzio, infine, è altrettanto importante per creare santuari della natura, per trovare luoghi per il relax e la scoperta dell’anima della montagna. Caratteristiche che si sarebbero potute trovare, accettando la proposta di legge, nei Parchi e nelle zone più selvagge del Trentino. La consigliera ha concluso la sua presentazione affermando che il ddl avrebbe potuto trovare il sì della maggioranza, anche se alcuni luoghi sono già oggi dedicati alla tranquillità.


Tonina: no al ddl ma le proposte sono interessanti.


L’assessore Tonina ha confermato quello che ha affermato in commissione su questo ddl: pur ribadendo il no, c’è l’impegno a tenere conto sul piano amministrativo di alcuni contenuti della proposta. Il parere negativo si accompagna quindi al valore delle proposte che meritano non solo attenzione ma atti conseguenti che possono andare a completare un discorso già avviato. Gli obiettivi, ha ricordato, sono già presenti da tempo ma vanno attuati con la necessaria gradualità. Il turismo accessibile, secondo Tonina, è importante anche economicamente e il marchio Open va diffuso dopo la positiva sperimentazione in alcuni eventi come i mondiali di sci nordico. Sul traffico, il tema delle località sen’auto è da anni al centro delle località alpine, ci sono gli esempi svizzeri, austriaci e francesi, e c’è l’esperienza di divieti del traffico privato del Parco Adamello Brenta e in val di Rabbi lo scorso anno. Sul tema più generale del modello di turismo, il trend del turismo esperienziale implica la presenza di turisti anche nelle aree impervie e il riconoscimenti di queste aree silenziose è ben presente. Si tratta quindi, per Tonina, di valorizzare aree di pregio naturalistico e non di silenziare zone antropizzate. Il divieto di qualsiasi attività antropica rischia di vanificare l’obiettivo per l’ostilità delle comunità locali. Si deve trovare un modo di condividere le scelte con chi lavora sul territorio, puntando sulla consapevolezza che matura con gradualità. Quindi, le proposte potrebbero diventare atti di indirizzo politico per inserire questi temi nei piani dei parchi, due dei quali sono in elaborazione. Si farebbe una sperimentazione eventualmente estendibili all’intero territorio con una rete ecologico. Questi temi, ha concluso Tonina, sono stati inoltre sollevati negli Stati generali della montagna e potrebbero dare opportunità. No quindi al ddl ma sì alle proposte che la Giunta intende portare avanti.


Manica: la Giunta sull’ambiente è piena di contraddizioni.


Alessio Manica (Pd), ricordando il suo voto di astensione sul ddl in commissione, ha affermato che il settore del turismo ha bisogno di ordine e c’è un eccesso normativo. Detto ciò, il consigliere Pd ha ricordato di essere spesso duro con il vicepresidente, perché la sensibilità che mostra sulla qualità della montagna contrasta con la scelta della maggioranza. Non c’è un nesso, ha detto, tra Valdastico e le valli del silenzio. Se si parla di fragilità del territorio non si può concedere la deroga per il capannone di Aldeno su un’area che la comunità locale ritiene un bene intangibile o quella per il concerto di Moroder. Non ci può essere, ha aggiunto, un colpo di qua e uno di là.


Coppola: il ddl non intende andare contro chi abita in montagna.


Lucia Coppola, in tema di scelte della Giunta, ha ricordato il raduno delle seicento jeep e ha evidenziato le criticità sottolineate dai direttori dei parchi come i voli degli elicotteri sulle riserve integrali senza rispetto delle norme, come avviene sulle Pale di San Martino, che sono patrimonio dell’Unesco. L’aumento del traffico necessità di una mobilità alternativa e invece la Giunta ha abolito i divieti parziali sui passi. Peraltro, ha aggiunto la consigliera di Futura, non vanno dimenticate le eccellenze che ci sono, come le iniziative del centro Anfass di Tione nel chilometro sbarrierato in val Daone. Tendendo conto che ci sono ben 10 mila persone che potrebbero usufruire turisticamente di zone sbarrierate. Lucia Coppola, infine, ha riconosciuto l’importanza dello spopolamento e il ddl non intendeva certo andare contro chi in montagna ci vive.


Paccher: un ddl ideologico.


Roberto Paccher (Lega) ha detto che la tutela ambientale in Trentino c’è, ma andare ad individuare nuove aree per limitare ulteriormente la vita di chi ci vive non va bene. Inoltre, la montagna ha un lungo periodo, i mesi dall’autunno alla primavera, in cui il silenzio è inevitabile. Infine, il consigliere ha detto di non capire l’ipotetico contrasto tra valli del silenzio e la Valdastico. Un ddl, per Paccher, ideologico ma poco concreto e non applicabile.


Marini: un ddl che potenzia la tutela del territorio.


Per Alex Marini (5 Stelle) il ddl non ha un contenuto ideologico ma va nel verso di una politica di tutela del territorio. Il consigliere ha espresso la solidarietà con Manica sulla questione di Aldeno, comune che ha avuto, fino ad ora, una pianificazione ordinata, al punto di essere un esempio per tutto il Trentino.


Olivi: da Tonina ora ci aspettiamo qualche scelta concreta.


Alessandro Olivi (Pd) ha affermato che questo argomento è molto serio. Non serve costruire i luoghi del silenzio perché qualcuno potrebbe dire io voglio quelli del rumore, la sfida della sostenibilità coinvolge tutto il Trentino. Perché il rischio è di costruire luoghi difesi da una certa forma di turismo in cambio di altri di tutt’altro carattere. Nessuno deve subire sacrifici in cambio di qualcos’altro. C’è bisogno invece di capire che siamo vicini ad un limite e il problema è capire quale modello di sviluppo vogliamo seguire. La sfida della sostenibilità, insomma, non è localizzabile. Rivolto a Tonina Olivi ha detto che l’opposizione si aspetta qualche scelta che testimoni la sua declamata sensibilità. La piazza dei giovani venerdì scorsa, ha ricordato infine, ha mandato un grido forte di una nuova coscienza e dire: siamo sensibili ma con la Valdastico andiamo avanti è una stridente insanabile contraddizione.


Rossi: alcuni progetti di nuove aree sciistiche andrebbero ripensati.


Ugo Rossi (Patt), condividendo le parole di Olivi, ha detto che il tema posto dal ddl è serio. Il fatto che si possa pensare una proposta come quella di Lucia Coppola deve porre delle domande. Il Trentino ha bisogno di una manutenzione delle infrastrutture, sulla viabilità e gli impianti di risalita, ma da questo stimolo si deve arrivare alla conclusione che alcuni modelli non sono più sostenibili. Ad esempio alcuni progetti di aree sciistiche che andrebbero ripensate. Nel nostro ordinamento c’è una norma, ha ricordato, che consente di incentivare attività di ristrutturazione in materia turistica, anche di demolire qualche impianto di risalita. Il tema proposto da Coppola è reale, ha continuato Rossi, ma posto così è pericoloso, anche se la Giunta dovrebbe individuare zone dove innescare un processo virtuoso. Sulla questione di Aldeno Ugo Rossi ha chiesto se sono state fatte tutte le verifiche perché ha detto di ricordare da ex presidente della Giunta che c’erano altre zone utilizzabili.


Dallapiccola: serve anche una diversa sensibilità imprenditoriale.


Michele Dallapiccola (Patt) ha ricordato che il ddl va incontro a una nuova sensibilità, ma ha aggiunto che in Trentino si è in ritardo anche come sensibilità imprenditoriale anche nei confronti del biologico. Ma non bastano le leggi e la politica, serve una cultura che superi anche l’individualismo. Questo ddl ha avuto il pregio, ha affermato, di fare discutere di questi temi, anche dei limiti dello sci, dell’opportunità anche di smantellare alcuni impianti per creare zone diverse come si potrebbe fare ad esempio sul Rolle. Anche per superare parte del modello del turismo di massa diversificandolo anche offrendo aree incontaminate come il Lagorai.


Job: un ddl che contiene alcune cose buone ma che non sono realizzabili.


Ivano Job (Lega) ha detto che il ddl contiene alcuni cose buone ma difficilmente realizzabili. Però la proposta ha innescato un dibattito interessante. Riguardo allo sci ha ricordato che in Austria le strade asfaltate arrivano a 2500 metri e si attuano politiche più impattanti di quelle realizzate in Trentino. Molti sindaci e amministratori locali, inoltre, anche sulla tutela ambientale riescono a produrre risultati, ma l’intervento delle leggi non serve a molto. E’ vero, ha concluso, che se ci fossero state norme diverse negli anni ‘70 certi obbrobri non ci sarebbero stati ma erano tempi diversi, dove c’era fame di lavoro.


De Godenz: si devono coinvolgere le comunità locali.


Pietro De Godenz (UpT) ha detto che il ddl pone il problema di come porsi turisticamente fuori dal Trentino anche in settori di nicchia e ha ricordato il marchio Open che è stato utilizzato per la prima volta ai Mondiali di sci nordico. Le proposte di Lucia Coppola, ha aggiunto, sono da stimolo per creare ulteriori offerte. Ma non si possono affrontare i problemi da talebani come s’è fatto per la malga Lagorai. I percorsi vanno fatti con le realtà locali, perché non si possono frenare le aree turistiche e al tempo stesso essere anche contro un turismo dolce. Per quanto riguarda il Rolle, ha concluso, la discussione c’è stata ma non c’è stato il coraggio di andare fino in fondo.


Guglielmi: le valli non possono vivere senza turisti.


Luca Guglielmi (Fassa) ha detto che il testo del ddl è da tuttologi e ha chiesto dove sarebbero le valli col rumore. Ora, ha ricordato, sulle Dolomiti c’è il silenzio e ha aggiunto che le valli non possono vivere senza turisti? Se fosse per gli ambientalisti, ha detto, dovremmo smontare impianti per poi sentirci dire che il ferro inquina. C’è, insomma, per l’esponente di Fassa una visione trentocentrica. La chiusura dei passi dolomitici, inoltre per Guglielmi, ha creato disagi nelle valli limitrofe. Il rumore, ha concluso, dovrebbe essere contenuto ovunque anche nel fondovalle, limitando l’uso delle auto anche a chi abita in città.


Cia: la scelta spetta alle popolazioni locali.


Claudio Cia (Agire) ha ricordato che il Consiglio delle autonomie locali ha chiesto che le opportunità di istituire queste zone vada riservata ai comuni con il coinvolgimento delle popolazioni locali. Quelle popolazioni che fanno vivere le valli e che se dovessero mancare ci sarebbe un silenzio tutt’altro che piacevole.


Il ddl di Futura.


Lucia Coppola ha ricordato di essere nata a Tremosine, di essere figlia di albergatori e di vivere spesso a Lavarone quindi di non aver bisogno di lezioni perché conosce bene la realtà della montagna. Nel merito del ddl la consigliera di Futura ha detto che il suo odg raccoglie le idee venute dal dibattito e dall’intervento di Tonina e chiede quindi di avviare nuovi percorsi per l’accessibilità ai disabili i luoghi di montagna; di ampliare le esperienze di limitazioni del traffico per esempio nel Parco Adamello Brenta e dello Stelvio; di creare aree di montagna dove si investa sul silenzio e la tranquillità; di potenziare le qualificazioni del marchio “Open” per creare un sistema di qualificazione unitario e valorizzare l’offerta turistica del Trentino.









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