In Prima Commissione
Presentate da Fugatti le Linee guida del Programma di Sviluppo Provinciale per la legislatura. Confronto con i consiglieri
In allegato, il documento
Avviato
oggi il confronto tra la Giunta e il Consiglio in vista della
definizione del Programma di Sviluppo Provinciale (PSP) della
legislatura in corso. Ad offrire l’occasione è stata la Prima
Commissione presieduta da Vanessa Masè di Civica Trentina, che ha
chiesto al governatore Fugatti di presentare le “Linee guida”
propedeutiche al PSP. “Linee guida” che consistono in un
documento di 47 pagine adottato dall’esecutivo il 17 maggio scorso,
sottoposto in questi giorni sia al Consiglio provinciale sia a tutti
soggetti esterni interessati, che sulla base dei suggerimenti emersi
da questi incontri sarà perfezionato e approvato dalla Giunta il 28
giugno prossimo, Perché quel testo diventi il PSP definitivo la
Prima Commissione si dovrà riunire nuovamente per esprimere questa
volta un parere formale. Dopo la sintetica illustrazione delle Linee
guida del PSP da parte del governatore e alcune considerazioni
integrative fornite dagli assessori Gottardi, Bisesti e Spinelli da
cui era affiancato, sono intervenuti Alex Marini (5 stelle) e i
capigruppo del Pd Giorgio Tonini, di Futura 2018 Paolo Ghezzi e del
Patt Ugo Rossi. Tonini ha criticato la mancanza di priorità e di una
gerarchia di obiettivi strategici basata su un’analisi dei
principali problemi e bisogni del Trentino nella prospettiva del
prossimo quinquennio. Ghezzi ha stigmatizzato la totale assenza di
“numeri” da cui un documento programmatico di questa portata
dovrebbe essere sempre accompagnato (ma Fugatti ha precisato che nel
testo che arriverà in Giunta il 28 giugno i numeri, che sono allo
studio, ci saranno). Rossi ha messo invece l’accento sulla
necessità di chiarire nel PSP i rapporti con lo Stato per “blindare”
le risorse dell’Autonomia. Per potenziare i collegamenti sul
territorio il presidente Fugatti preannuncia una grande opera
infrastrutturale all’anno.
Fugatti:
le vocazioni.
Fugatti
ha riassunto i principali contenuti delle Linee guida del PSP
ricordando che il taglio del documento è inizialmente “culturale”
mentre poi entra nel merito dei singoli settori. Nella prima parte si
parla delle 4 grandi vocazioni o ambiti del Trentino da valorizzare.
La prima vocazione è al senso di appartenenza territoriale alle aree
del Trentino sia di fondovalle sia di montagna, che l’amministrazione
provinciale deve stimolare nei trentini, tenendo conto che
l’intervento pubblico non può essere lo stesso in tutte le zone ma
calibrato in rapporto ad esigenze diversificate perché generi
impatti importanti. Territorio per Fugatti vuol dire anche sicurezza
non solo nel senso che normalmente si attribuisce a questo concetto
ma anche sicurezza lavorativa, sociale e dei servizi sanitari che va
garantita in tutti i territori sempre puntando a uno sviluppo
sostenibile dal punto di vista ambientale. La seconda vocazione è
quella “generativa”, per creare valore, attivare risorse
aggiuntive e innovare ad ogni livello. Per Fugatti questa è una
vocazione per la quale soprattutto da parte del mondo della ricerca,
dell’industria e della sanità il Trentino deve esercitare una
forte capacità di attrazione. Occorre attrarre risorse in
particolare per la ricerca che oggi è sostenuta soprattutto dalla
spesa pubblica ma che in prospettiva ha assoluto bisogno del concorso
dei privati.
La
terza vocazione indicata dalle Linee del PSP è quella “compositiva”,
che la Provincia dovrà interpretare puntando sulle relazioni con la
Provincia di Bolzano in un’ottica regionale ma anche euroregionale.
Non tutto finisce a Borghetto o a Ponte Caffaro, ha spiegato il
presidente: servono rapporti con tutti i territori limitrofi al
Trentino per coltivare relazioni costruttive. E questo vale anche per
l’Unione europea. La vocazione compositiva dal punto di vista
territoriale significa anche tutela della montagna perché chi vive e
lavora in questi territori vi possa rimanere, per il riequilibrio dei
rapporti pubblico-privato e per garantire l’equità sociale.
Infine
“vocazione facilitante”, che vuol dire delegificare,
deregolamentare, snellire i processi. Su questo tema, ha proseguito
Fugatti, le categorie produttive ci hanno sollecitato a non fermarci
alla legge recentemente approvata in Consiglio. I soggetti produttivi
conoscono da vicino ciò che occorre deregolamentare. Il nostro
percorso verso la semplificazione proseguirà quindi attraverso i
rapporti con i cittadini e le imprese perché la pubblica
amministrazione sia sempre funzionale alla società e ai suoi
bisogni.
Fugatti:
le strategie.
Quanto
poi alle strategie oggetto della seconda parte delle Linee guida del
PSP, Fugatti ha accennato alla scuola come irrinunciabile presidio
del territorio che oggi ha bisogno di una più forte connessione con
le imprese specialmente nel settore della formazione professionale,
perché oggi è difficile trovare camerieri, muratori, idraulici,
autisti degli autobus. Secondo Fugatti occorre che i trentini
comprendano che anche queste professioni costituiscono opportunità
lavorative importanti. Vi è poi il settore della ricerca-innovazione
che dovrà restare di eccellenza nel Trentino e per il quale
l’università occupa un ruolo cruciale per la creazione di lavoro,
ricchezza e crescita diffusa, generando ricadute sul territorio.
Fugatti ha anche citato il valore educativo per i giovani costituito
dallo sport, spesso ingiustamente trascurato. “Il forum della
ricerca è partito – ha aggiunto – e sta andando avanti ma serve
una sempre maggiore capacità di attrarre fondi. Indispensabile per
il presidente sarà puntare anche sull’aumento degli investimenti
pubblici per la crescita, in modo da fronteggiare eventuali altre
crisi o ritardi dell’economia trentina. Specialmente nei settori
dei lavori pubblici e degli investimenti infrastrutturali. Occorrerà
anche continuare a garantire un contesto fiscale favorevole per le
imprese come già si era iniziato a fare in passato.
La
Provincia per Fugatti dovrà inoltre collaborare con la cooperazione
trentina nei principali settori in cui è essa è impegnata. Compreso
quello dei piccoli negozi delle periferie di montagna che solo la
cooperazione riesce a tenere aperti. Bisognerà inoltre puntare sulla
difesa delle tipicità locali e dell’artigianato trentino
attraverso un forte collegamento con la scuola.
La
formazione professionale dovrà sostenere i lavoratori anche nei
processi di innovazione. Oggi, ha proseguito il presidente, le liste
di sostegno ai disoccupati non calano, per cui dobbiamo capire cosa
non va nei rapporti tra la formazione e il mondo del lavoro, due aree
troppo debolmente collegate.
Per
l’agricoltura servirà un maggiore coinvolgimento dei giovani,
aiutando il loro insediamento e l’avvio delle aziende. In questo
settore andranno sostenute ancora quelle di montagna per evitarne
l’abbandono. Sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici Fugatti
ha ricordato che in Trentino si è lavorato molto sulla difesa
passiva, ma oggi serve una più forte attenzione all’ambiente per
garantire la sicurezza. Sempre per la montagna andranno valorizzate
maggiormente le produzioni di qualità e bisognerà puntare su una
nuova strategia per il turismo, favorendo lo sviluppo delle strutture
ricettive a 5 stelle. Per la mobilità alternativa, occorrerà
investire di più sul cadenzamento delle corse nelle valli,
insistendo sulla promozione dell’utilizzo del mezzo pubblico per
tutti gli spostamenti dalle città alle valli e dalle valli alle
città.
La
Giunta pensa poi ad un Marchio di qualità del Trentino legato sia al
turismo sia all’agricoltura. La volontà è di valorizzare chi ha
una forte vocazione territoriale nella produzione di prodotti
trentini che hanno una forte possibilità di presenza sui mercati.
Salute
e sociale: la Giunta punta alla presa in carico integrale del
paziente cronico per prevenire eventi che comportano costi elevati
per la Provincia. Solo potenziando la presa in carico di queste
persone la gestione dei pazienti risulterà alla lunga meno onerosa.
Sui tempi di attesa troppo lunghi e gli ospedali di valle vi è
l’intenzione di valorizzare il personale sanitario, sempre fatta
salva la sostenibilità economica.
Per
la salute e il benessere delle persone anziane, centrale per Fugatti
sarà ancora una volta il ruolo della cooperazione, in particolare
nei servizi per la disabilità.
Politiche
per la natalità: nella legge di assestamento – ha preannunciato il
presidente – si vedranno le prime iniziative concrete della Giunta
su questo fronte dove serve un forte investimento. Vanno rimossi gli
ostacoli economici che scoraggiano le famiglie ad avere figli. Per le
case Itea secondo Fugatti occorre capire perché in Trentino molte
non sono occupate, in modo da mettere questi alloggi a disposizione
di chi ha più bisogno anche e soprattutto nelle zone di montagna.
Un
tema generale delle Linee del PSP è poi quello del Trentino
interconnesso. Sulla banda larga – ha osservato Fugatti – il
Trentino è oggettivamente indietro e la Giunta sta intervenendo sui
soggetti responsabili a favore dei territori più in difficoltà,
anche perché gli investimenti della Provincia in questo settore sono
già stati molto importanti.
Per
l’Autonomia Fugatti ha espresso fiducia nella istituzione in questi
giorni della Commissione dei 12 che potrà riprendere il lavoro sul
tema delle competenze ambientali e di gestione dei grandi carnivori.
Il governatore ha infine citato i temi delle minoranze linguistiche,
dell’innovazione della pubblica amministrazione attraverso la
digitalizzazione e del rapporto con gli enti locali. E ha concluso
preannunciando una proposta di legge ad hoc della Giunta sul tema
delle fusioni e delle gestioni associate dei Comuni, dei quali va
salvaguardata l’identità e la funzione di presidio del territorio.
L’assessore
Gottardi: il problema è la distanza percepita tra Comuni e
Provincia.
L’assessore
Gottardi ha sottolineato che la parte delle Linee del PSP relativa
alla governance costituisce un tema aperto, perché si è ancora in
una fase di redazione del testo che potrà essere integrato con i
contributi raccolti proprio in questa fase. Nel fine settimana, ha
aggiunto, cercheremo di fare sintesi delle istanze provenienti dai
territori. Nella nostra visione del Trentino il Comune è il presidio
fondamentale minimo e per i servizi comunali il metro di riferimento
è il costo che deriverebbe dall’eliminazione di qualcuno di essi.
Diversamente non potremmo mai essere competitivi. Occorre quindi un
cambio di prospettiva e anche gli Stati generali della montagna non
sono partiti da un’idea preconfezionata dei rapporti
centro-periferia. Il problema riguarda la distanza percepita tra
l’ente Provincia e l’ente Comune. Si tratta di riportare questi
due soggetti sullo stesso binario.
Bisesti:
scuola presidio territoriale.
In
questi primi mesi abbiamo messo in campo interventi innanzitutto per
la salvaguardia delle scuole come presidio dei territori, ha detto
l’assessore all’istruzione Bisesti. Altri interventi emergeranno
in sede di assestamento del bilancio e nell’autunno prossimo.
Quanto alle altre sfide più importanti, Bisesti ha ricordato le
esigenze che i provvedimenti adottati dalla Provincia abbiano
ricadute reali. Con il PSP vorremmo non deludere da qui a 5 anni le
legittime richieste e aspettative dei cittadini.
Spinelli:
puntare sulla ricerca, l’innovazione e il rapporto scuola-lavoro.
L’assessore
allo sviluppo e al lavoro Spinelli si è soffermato sulla
semplificazione che non va inteso solo come uno slogan. Si tratta di
impostare politiche e pratiche di reale semplificazione, partendo da
un’analisi dei processi operativi interni alla Pat. Occorre
diffondere un nuovo approccio alla pubblica amministrazione perché
la Provincia vuole affiancare e non ostacolare il soggetto impresa
impegnato a fare sviluppo economico. Spinelli ha aggiunto che per
questo si vuole puntare molto sulla razionalizzazione del controllo
pubblico sulle imprese con procedure trasparenti e un sistema
rendicontabile. L’investitore, questo è l’obiettivo, deve
conoscere i tempi a sua disposizione per avviare un’attività
economica in Trentino, deve sapere a quali controlli sarà soggetto
ed entro quali tempi. Solo così potrà pianificare gli investimenti
in modo preciso e consapevole.
Ricerca,
sviluppo innovazione. Su questo fronte Spinelli ha ricordato la
partenza del Forum per la ricerca per ripensare le politiche del
settore tenuto conto dei 290 milioni di euro l’anno di cui il
settore gode in Trentino (la Provincia di Bolzano arriva invece a 150
milioni l’anno). Un sostegno che è prevalentemente pubblico che la
Giunta vorrebbe aumentare con la creazione – ecco l’obiettivo del
Forum – di un habitat favorevole alla ricerca nel Trentino, di un
ecosistema innovativo per soggetti capaci di imprimere alla ricerca
una continua tensione verso l’innovazione. La Pat ha l’obiettivo
di attrarre nel nostro territorio soprattutto risorse private da
centri di ricerca sia italiani che esteri, che devono scoprire i
vantaggi che il Trentino può offrire. Il problema oggi è dato dalla
permanenza dei ricercatori che una volta formati se ne vanno in
territori considerati più competitivi del nostro. “Anche su questo
punto – ha dichiarato Spinelli – abbiamo già qualche idea per
trattenere e attrarre soggetti ad alta qualificazione”.
Formazione
e lavoro. L’assessore ha evidenziato la scarsità di personale che
soddisfi le esigenze delle imprese e la necessità di puntare quindi
ad una maggiore connessione tra scuola, cfp e mondo del lavoro. In
particolare occorre che la scuola si avvicini di più alle esigenze
delle imprese. Purtroppo il sistema scolastico trentino ha ancora una
bassa capacità di preparare studenti al mondo del lavoro e la
richiesta supera l’offerta: servono quindi soluzioni per risolvere
il problema.
Cambiamenti
tecnologici. L’industria 4.0 è per Spinelli la più grande
rivoluzione degli ultimi anni e produrrà l’espulsione dei soggetti
che non saranno in grado di adeguare le proprie capacità
all’evoluzione in corso è il bisogno di giovani formati. Si tratta
di formare soggetti in grado di intraprendere queste nuove
professioni.
Export.
Vogliamo mettere a sistema tutte le esperienze e risorse maturate
dalla Provincia in questi ultimi anni. Reti di comunicazione: il
sistema viabilistico deve permettere anche alle zone periferiche di
trasportare beni e persone: servono quindi prodotti e attività
innovative ad alto valore aggiunto. Solo così le attività
economiche saranno competitive. Fondamentali saranno poi le reti di
connessione.
Marini:
occorrono più investimenti sulle persone e sui servizi.
Alex
Marini (5 stelle) ha riconosciuto la valenza evocativa, creativa e la
visione olistica del documento che però risulta in alcuni punti
contraddittorio, quando non spiega come conciliare tradizione e
innovazione, o tutela dell’ambiente e utilizzo delle risorse
naturali. Per Marini fondamentale è la questione del lavoro, ma –
ha osservato – non nel documento si parla mai di remunerazione.
Bene anche il riferimento ai cambiamenti climatici perché al
Trentino una politica su questo punto. Secondo il consigliere sarebbe
importante prevedere investimenti non solo nelle infrastrutture ma
anche sulle persone, ad esempio nella sanità. Il testo non spiega
come recuperare le risorse aggiuntive di cui la Provincia ha
necessità visto che quelle messe a disposizione dell’Ue sono
limitate. Manca poi a suo avviso un richiamo al federalismo fiscale
perché le comunità locali dovrebbero poter intervenire sulle
imposte e sulle aliquote. Assenti anche i riferimenti alla democrazia
diretta e alla partecipazione popolare alla vita politica. Infine per
aiutare la montagna, le periferie e le comunità rurali, Marini ha
ribadito che il problema non si risolve con le infrastrutture ma con
investimenti sulle persone e sui servizi, a partire dalla banda
larga. In molti paesi non c’è più un bar né un panificio. E in
queste aree ci sono famiglie che faticano ad arrivare alla fine del
del mese. La speranza è che gli Stati generali della montagna
forniscano risposte reali a queste domande.
Tonini:
trascurati rapporto demografia-welfare-sviluppo e corridoio del
Brennero
Giorgio
Tonini (Pd) ha giudicato preziosa quest’occasione che accende gli
abbaglianti su una prospettiva più lunga rispetto al trantran
quotidiano. Il problema a suo avviso è che però su questo punto il
documento della Giunta è abbastanza deludente. Serve per dialogare
ma rischia di essere un’occasione persa. Per Tonini il presidente
non ha messo ordine alle priorità e si è limitato a presentare un
elenco di valori e di obiettivi desiderabili, sui quali nessuno può
dirsi contrario. Ma un programma – ha osservato – è un’altra
cosa: è una strategia di priorità con l’indicazione di come si
perseguono. Per avere un programma – ha insistito – serve una
gerarchia di obiettivi da raggiungere sulla base di una puntuale
valutazione dei problemi. Quali sono i problemi principali da
affrontare? Quali le sfide reali di fronte alle quali ci troviamo?
Dal testo e dalla presentazione del presidente non si ricavano
risposte a queste domande. Tonini ha anche aggiunto che vi sono delle
attenuanti a questa lacuna, perché oggi è sempre più difficile
fare programmazione e guardare lontano in un mondo che è sempre più
fluido e incerto, dove tutto cambia anche nel breve periodo.
Figuriamoci in cinque anni. C’è quindi una sproporzione tra la
difficoltà della macchina pubblica a programmare e la velocità dei
cambiamenti in atto. L’altra attenuante è data dall’enorme
precarietà degli equilibri politici a livello nazionale. I tentativi
di dare stabilità al sistema politica nazionale non hanno funzionato
e oggi non sappiamo se a breve vi saranno nuove elezioni politiche
opure no. Tutto “balla” al punto che programmare è molto
difficile. Questo attenua le responsabilità di chi ha scritto e
firmato il documento. Forse, ha proseguito il capogruppo del Pd, in
questo fine settimana dagli Stati generali della montagna emergeranno
alcune assi fondamentali sulle quali lavorare. Tonini ne ha citati
due che a suo avviso potrebbero costituire le grandi sfide dei
prossimi anni e che quindi le Linee guida del PSP dovrebbero prendere
in considerazione. Il primo asse è dato dall’intreccio tra la
questione demografica, sostenibilità del nostro modello di welfare e
sviluppo economico. In Trentino non nascono abbastanza bambini in
Trentino e questo produce un rapido invecchiamento della popolazione.
Questo rende in prospettiva il nostro sistema di welfare
insostenibile. Con gli attuali bilanci il modello di sanità non è
sostenibile, figuriamoci il welfare. Per Tonini in questo scenario
non basta ridurre le rette negli asili nido. Occorre intervenire sul
modello di walfare, cercando di salvare le prestazioni ma con un
sistema più razionalizzato. E dall’altra parte il problema è
finanziarlo perché per sostenere il welfare occorre aumentare la
ricchezza prodotta in Trentino. Questo per Tonini è il cuore della
questione trentina nei prossimi anni. Un tema che racchiude anche
quello dell’immigrazione, perché è solo grazie a questo fenomeno
che il quadro demografico regge ancora. Non si tratta quindi di dire
si o no all’immigrazione ma come governare il fenomeno e non
subirlo garnatendo al tempo stesso la sicurezza dei cittadini.
Apprezzabile per Tonini è che su questo tema il documento abbia un
approccio realistico e non propagandistico. C’è poi a suo avviso
da considerare anche il tema dell’emigrazione trentina attuale,
dovuta al fatto che il sistema economico trentino non è in grado di
valorizzare le risorse che produce. Il Trentino forma risorse
eccellenti, ma i giovani così formati per lavorare devono quindi
prendere la valigia e andarsene. Andarsene però per arricchire altri
territori e non il Trentino che ha tanto investito sulla loro
formazione. Tema enorme da affrontare.
Per
Tonini il secondo punto problematico consiste nella straordinaria
occasione di riorganizzazione del nostro sistema attorno alla grande
infrastruttura del corridoio del Brennero. Corridoio che può
diventare l’occasione per ricostruire un’idea di programmazione.
Questa infrastruttura si trascina dietro enormi questioni di tipo
urbanistico: basti pensare all’impatto di questa infrastruttura
sulla Rotaliana, su Rovereto e sulla Vallagarina. La grande occasione
data da quest’opera è di creare un’infrastruttura a pettine
nelle valli per rendere la nostra provincia una città giardino: con
i vantaggi della città per l’interconnesione dei territori, ma
dentro un contesto ambientale di enorme pregio. Questa commessa
pubblica di dimensioni gigantesche – ha concluso Tonini – può
anche trainare lo sviluppo economico del Trentino.
Ghezzi:
documento troppo vago, non spiega come realizzare gli obiettivi.
Paolo
Ghezzi (Futura 2018) ha notato che al documento mancano completamente
i numeri. Ma a suo avviso di qualche numero bisognerebbe pur parlare.
Non per essere ragionieristici – ha spiegato – ma perché la
politica va accompagnata con i numeri. E ha poi evidenziato alcune
contraddizioni, come quelle tra solidarietà e superamento del
cosiddetto “assistenzialismo”, tra l’importanza assegnata alla
mano pubblica e riequilibrio delle politiche verso il privato. Sembra
si sia tesi verso un liberismo sostenuto ma poi si parla di domanda
pubblica come fattore di crescita ipotizzando perfino il ricorso al
debito per investimenti strategici ad alta redditività. Sanità
(pag. 46): bene l’idea di attrarre manager apicali ma non si spiega
come. Per uno Sgarbi che arriva – ha commentato Ghezzi – un prof
della neurochirurgia se ne va. Dove andrà la sanità trentina? Non
si capisce bene, a parte il richiamo alla difesa degli ospedali di
valle. Non si parla neanche del Not nè si spiega come mantenere alto
lo standard della sanità trentina. Si parla della valorizzazione di
protonterapia senza dire come e con quali risorse. Interessante per
Ghezzi il riconoscimento che la ricerca non abbia sortito i risultati
attesi nel tessuto economico, ma non si chiarisce il perché ciò sia
avvenuto. Il suo auspicio è che l’assestamento di bilancio
mostrerà i numeri, “ma – ha aggiunto – qualche anticipazione
ce la potevate dare”. Non si dice come saranno ridotti i tempi di
attesa per le visite. Quanto alle politiche per la natalità Ghezzi
ha notato che non si parla di asili nido gratis ma di conciliazione
famiglia-lavoro. Peccato, a suo avviso, che la visione di famiglia
sia quella tradizionale “e questo – ha detto – resta un
problema”. Mobilità: bene la riduzione dell’impatto ambientale
del trasporto merci ma il documento non spiega come si concilia
questo con la prospettata realizzazione della Valdastico.
Rossi:
blindare la nostra autonomia finanziaria.
Ugo
Rossi (Patt) ha suggerito di declinare nella redazione definitiva del
documento dal punto di vista politico quali sono i punti forza e di
debolezza del Trentino, a partire dai quali si dovrebbe ricavare un
indirizzo delle attività per un vero “governo del cambiamento”.
La sanità, ad esempio, è un punto di forza o di debolezza? Rossi ha
anche chiesto dal punto di vista del metodo se il PSP sarà
accompagnato da indicatori statistici che diano un’idea dello stato
di attuazione degli obiettivi indicati nel testo. Sullo spopolamento
dei territori di montagna, l’ex presidente ha messo in guardia la
Giunta Fugatti dal rischio di dipingere l’immagine di un Trentino
in forte crisi, perché in realtà la nostra provincia è insieme
all’Alto Adige l’unico territorio in Italia in cui gli indicatori
mostrano come grazie a politiche particolari si sia contrastato
efficacemente questo fenomeno. Centrale è poi anche per Rossi il
problema del lavoro perché è vero che in Trentino si fatica a
trovare autisti per gli autobus o personale da impiegare negli
alberghi e nell’agricoltura. Oltre a questo problema e alla
questione demografica Rossi ha chiesto a Fugatti di indicare altre
priorità, come quella del mantenimento del sistema del welfare. Si
tratta poi, a suo avviso, di blindare la dimensione finanziaria della
nostra autonomia. La preoccupazione è infatti che lo Stato possa
tornare a chiedere sacrifici alle autonomie speciali. Anceh perché
avanza nel governo nazionale la volontà di ridurre il carico
fiscale. Questo per Rossi può essere positivo nel medio-lungo
periodo se il risparmio fiscale si traduce in maggior spesa. Ma i
conti ci dicono che quel ritorno non sarà mai in grado di compensare
totalmente il mancato gettito. Vero è che si sta lavorando alla
clausola fiscale, ma occorre indicare con coraggio e un po’ di
precisione dove e come si intende efficientare il sistema, che è un
altro modo per dire risparmiare riducendo qualche sovra-servizio che
in Trentino abbiamo. Il PSP deve basarsi sulla sostenibilità
finanziaria per il futuro. Infine Rossi ha chiesto chiarimenti a
Fugatti circa i temi trasversali sui quali la Giunta intende lavorare
per il rafforzamento delle competenze statutarie. Si immagina solo un
lavoro sulle norme di attuazione – ha domandato – oppure si
ritiene che vi siano le condizioni per avviare modifiche statutarie
sia sul versante finanziario sia sotto il profilo delle competenze?
Le
risposte del presidente.
Nelle
rispondere il presidente Fugatti ha condiviso con Marini l’esigenza
che in Italia si vada verso il federalismo fiscale inteso come
soddisfazione dell’autonomia differenziata chiesta anche da altre
regioni. Per la democrazia diretta Fugatti ha rinviato all’esame
del disegno di legge che il Consiglio provinciale discuterà
prossimamente in Aula. Quanto ai numeri che mancano a questo
documento di Linee guida, il presidente ha assicurato che sono allo
studio e saranno allegati al testo che la Giunta approverà il 28
giugno. Il PSP, ha precisato, deve comunque offrire una visione
generale senza entrare nel merito dei singoli capitoli di spesa. A
Tonini Fugatti ha risposto che il documento affronta sia la questione
demografica sia il problema della sostenibilità del welfare (e al
riguardo ha chiamato ancora in causa il contributo che potrà dare la
cooperazione) sia il tema della crescita economica. Crescita che, ha
aggiunto, dipende dalle risorse che la Provincia ricaverà dalle
tasse a sostegno delle nostre competenze. Il presidente ha comunque
riconosciuto la centralità di queste tematiche. Quanto alle norme di
attuazione ha ribadito che la commissione dei 12 si sta insediando e
i temi prioritari saranno la continuazione del lavoro già iniziato e
che riguardava anche le agenzie fiscali. “Fatti l’accordo di
Milano e il patto di garanzia, e sollevato da parte nostra il tema
della neutralità fiscale – ha osservato Fugatti – la Provincia
potrà spingere per la costruzione di un pacchetto finanziario
orientato ad una norma di attuazione aggiornata. Anche per acquisire
la competenza primaria sull’ambiente.
Rispondendo
a Rossi su altre possibili priorità Fugatti ha accennato alla
possibilità di sottolineare maggiormente l’importanza del
collegamento giovani-lavoro. A suo avviso serve un forte investimenti
per riavvicinare scuola, formazione professionale e lavoro, perché i
nostri giovani rispondano alla domanda delle imprese trentine. Serve
anche un forte investimento infrastrutturale. Il Trentino ha la
necessità di fare investimenti infrastrutturali su alcune grandi
priorità. “Vedremo quali sono le disponibilità ma vogliamo
ragionare su un’opera importante ogni anno nel corso della
legislatura”.