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05/06/2019 - In aula o in commissione

Le minoranze lasciano l'Aula per protesta. Ddl semplificazione approvato solo con i voti della maggioranza

Scontro in Consiglio provinciale per un emendamento e la scelta di proseguire i lavori oltre il previsto

Le minoranze lasciano l'Aula per protesta. Ddl semplificazione approvato solo con i voti della maggioranza

La discussione degli ordini del giorno e degli articoli

Le minoranze lasciano l'Aula per protesta. Ddl semplificazione approvato solo con i voti della maggioranza

Il disegno di legge 18 proposto dalla Giunta Fugatti per la semplificazione e la competitività è stato approvato in Aula poco dopo le 20.00 con i soli voti dei 19 consiglieri di maggioranza rimasti nell’emiciclo. Le minoranze avevano infatti abbandonato mezz’ora prima i lavori in segno di protesta. Subito prima la garante dell’assemblea delle minoranze, Paola Demagri, aveva letto un comunicato stampa concordato con i colleghi (che stigmatizzava sia l’emendamento giudicato un “pastrocchio” presentato da Guglielmi (Fassa) che mirava a modificare con una forzatura il regolamento consiliare, sia la decisione unilaterale presa dalla sola maggioranza, complice il presidente Kaswalder, di proseguire i lavori che avrebbero dovuto concludersi alle 18.30. Nelle dichiarazioni di voto finali, il presidente della Provincia Fugatti, dispiaciuto per l’abbandono dei lavori da parte delle minoranze, ha ricordato che Guglielmi aveva ritirato l’emendamento contestato. E aggiunto che comunque anche la decisione delle minoranze di uscire dall’Aula, nella dialettica politica, “ci può stare”. Da segnalare anche  la difesa dell’operato del presidente Kaswalder da parte di Claudio Cia (Agire), secondo il quale le minoranze non avevano votato alla conferenza dei capigruppo sulla prosecuzione dei lavori semplicemente perché erano uscite prima. Apprezzamenti per il ddl sono stati espressi nelle dichiarazioni di voto anche da Dalzocchio, Leonardi e Guglielmi.


Ghezzi denuncia il “vil baratto”.


Al rientro in Aula dopo una riunione dei capigruppo chiesta dalle minoranze per decidere sui lavori che avrebbero dovuto concludersi alle 18.30 e in merito un discusso emendamento proposto da Luca Guglielmi per affidare alla Giunta la possibilità di presentare ogni anno al Consiglio entro il 31 marzo un ddl finalizzato alla semplificazione normativa, l’esponente di Fassa ha annunciato il ritiro “a malincuore” di questa sua proposta di integrazione dell’articolo 17. “Sperando – ha aggiunto – che questo disegno di legge non venga rinviato.”

Paolo Ghezzi (Futura 2018) dopo aver lamentato il “vil baratto” consumatosi nella riunione dei capigruppo, dove si sarebbe concordato il ritiro dell’emendamento Guglielmi in cambio della conclusione in serata dell’esame del ddl, ha contestato la mancata posizione super partes assunta, a suo dire, una volta di più dal presidente Kaswalder. Il quale per Ghezzi ha dimostrato di “continuare a fiancheggiare in modo insopportabile la maggioranza”.

Il presidente Kaswalder ha replicato affermando di essersi semplicemente limitato a rispettare, senza interpretazioni, il regolamento.

Il capogruppo del Pd Tonini ha criticato con forza la mancata osservanza dell’orario: “se si dice che il Consiglio finisce alle 18.30 – ha protestato – i lavori devono terminare a quell’ora. Diversamente viene meno una delle norme basilari dell’attività dell’Aula”. E per valutare il problema con tutte le minoranze ha chiesto e ottenuto un’ulteriore sospensione.


Le minoranze abbandonano l’Aula.


Al rientro in Aula (alle 19.30), Rossi (Patt) ha detto di aver avuto conferma della fondatezza dei dubbi da lui sollevati in merito aver chiesto che venissero fugati poco prima sull’emendamento Guglielmi. “L’emendamento aveva l’obiettivo – e lo avrebbe raggiunto – di modificare un qualcosa che per quest’Aula è sacro: il regolamento consiliare, permettendo di arrivare ogni anno in Consiglio una legge omnibus”. Legge omnibus a favore della quale Rossi ha peraltro ricordato di aver sempre sostenuto. E ha rammentato una modifica del regolamento promossa a suo tempo dal presidente Dorigatti proprio per evitare che ciò avvenisse a colpi di emendamenti. “Questo è un atto grave ed è giusto che ne rimanga traccia – ha proseguito – perché si tratta di un precedente intollerabile. “Così non si fa presidente”, ha concluso rivolto a Kaswalder, perché per raggiungere certi obiettivi esistono delle maggioranze, “e lei ha il dovere di tutelare i regolamenti consiliari, anche per poterli cambiare”.

A questo punto Paola Demagri (Patt), garante minoranze, ha letto un comunicato concordato con tutti i colleghi dell’assemblea dei consiglieri di opposizione, in cui si giudica l’emendamento proposto da Guglielmi un pastrocchio e una furbata. E lo si considera fortemente lesivo del regolamento consiliare. Il presidente Kaswalder – prosegue la nota – ha fatto votare ai soli capigruppo di maggioranza la decisione di proseguire comunque i lavori d’aula oltre l’orario previsto, tradendo il suo ruolo istituzionale super partes. Per questo motivo – conclude il comunicato stampa – i consiglieri di minoranza annunciano che non parteciperanno al proseguimento unilateralmente deciso dei lavori d’aula”.

Il presidente Kaswalder ha ricordato che i capigruppo hanno deciso a maggioranza di proseguire, ma che la decisione avrebbe potuto essere presa solo da lui. A questo punto tutti i consiglieri di minoranza sono usciti dall’Aula.

I lavori sono quindi proseguiti con la sola maggioranza che, potendo garantire comunque il numero legale con la presenza di 19 consiglieri, ha votato all’unanimità tutti gli articoli rimanenti (dal 17 al 32) del ddl, respinto tutti gli emendamenti presentati dalle minoranze e approvato quelli proposti dalla Giunta.


Le dichiarazioni di voto.


Nelle dichiarazioni di voto finali, il presidente della Provincia Fugatti ha ringraziato tutti i consiglieri e i funzionari della Giunta e del Consiglio, che hanno collaborato a questo importante ddl. “Dispiace – ha detto – arrivare al voto finale senza la presenza delle minoranze, perché questo è un ddl condiviso anche dalle categorie economiche. La politica va però capita – ha aggiunto – e ci può anche stare che le minoranze abbandonino i lavori consiliari”. E ha proseguito: “l’emendamento di Guglielmi era lecito anche qualcuno ne ha messo in dubbio il senso. Il consigliere allora lo ha ritirato, ma nonostante questo, nonostante fosse stato tolto di mezzo il motivo del contendere, le minoranze hanno abbandonato i lavori. Non credo proprio – ha concluso – di aver operato alcuna forzatura”.

Claudio Cia (Agire) ha difeso il presidente Kaswalder dall’accusa di aver fatto votare solo dalla maggioranza la decisione di proseguire i lavori del Consiglio oltre l’orario predefinito. La verità a suo avviso è che tutti potevano rimanere nella sala dove erano riuniti i capigruppo, ma ad un certo punto i consiglieri di minoranza sono usciti. Non è quindi vero che il presidente Kaswalder ha impedito che le minoranze votassero. Semplicemente sono uscite prime. Inoltre c’è stato un processo alle intenzioni sull’emendamento di Guglielmi. Il consigliere di Fassa, secondo Cia, ha deciso di ritirarlo per facilitare i lavori. E invece le cose si sono complicate. “Le minoranze devono mettersela via – ha concluso – convincendosi che ora non governano loro. E che se si vuole il bene del Trentino, occorre lavorare insieme. Da parte nostra la disponibilità c’è stata, ma non è bastata. Evidentemente il problema non siamo noi”.

Luca Guglielmi (Fassa) ha sottolineato come si sia voluto strumentalizzare il suo emendamento. “Ribadisco – ha detto – la volontà di portare avanti il contenuto del dispositivo, anche se in altri modi. Questo ddl doveva essere approvato nell’interesse di tutti i trentini, che hanno bisogno di risposte concrete”. E ha concluso spiegando di votare a favore “non per la maggioranza, ma per tutto il Trentino.

Mara Dalzocchio, capogruppo di Lega Salvini Trentino, si è detta dispiaciuta dell’assenza delle minoranze e ha ricordato di aver chiesto loro di partecipare alla conclusione dei lavori. E ha negato che l’emendamento Guglielmi sia stato ritirato per un “vil baratto”, in cambio del voto sul ddl proposto. Ha poi plaudito al provvedimento del presidente Fugatti, che rilancia l’economia trentina, da troppi anni rallentata. Un rilancio che con questo ddl non passa da una politica di contributi che aiutano solo apparentemente l’economia senza permettere una crescita duratura. Si è invece preferito puntare sull’ammodernamento della pubblica amministrazione per favorire il lavoro delle imprese, ostacolato da da una burocrazia che ha rallentato le procedure. Queste misure dimezzano i tempi della burocrazia e soddisfano la domanda di cambiamento espressa dai cittadini nelle urne. “E il nostro – ha concluso – è il governo del cambiamento”.

Giorgio Leonardi (FI) ha apprezzato l’equilibrio dimostrato dal presidente del Consiglio provinciale nei confronti delle minoranze ed espresso piena solidarietà al collega Guglielmi. “Dispiace che non vi siano le minoranze in Aula”, ha aggiunto, perché “qui nessuno ha cercato espedienti”, mentre sono state le opposizioni ad “inceppare ancora una volta la macchina amministrativa”. Del resto per Leonardi, “se la Giunta è arrivata a proporre una legge del genere è perché vi sono stati prima 25 anni di malgoverno”. Il popolo è sovrano e ha scelto una maggioranza, ha concluso. Una maggioranza che ora vuole mantenere la parola data.

Il presidente Kaswalder ha ringraziato tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza e il personale che ha contribuito e accompagnato i lavori del Consiglio.

Messo ai voti, il disegno di legge è stato approvato con i 19 voti favorevoli di consiglieri della maggioranza presenti.

Sospeso il punto 2 (esame del ddl di Dallapiccola sugli interventi da adottare dopo la Tempesta Vaia) per assenza del proponente, il presidente Kaswalder ha chiuso i lavori.



Il comunicato delle minoranze letto dalla garante, Paola Demagri, prima di uscire dall'Aula.


"Comunicato dell’assemblea delle minoranze riunite alle ore 19:00 del 5 giugno 2019. Un consigliere di maggioranza ha proposto un emendamento al ddl 18, sostenuto dal parere favorevole della giunta provinciale, che presenta gravi dubbi di ammissibilità.

In sede di conferenza di capigruppo è emerso che l’emendamento è fortemente lesivo della riserva regolamentare, in quanto si propone di modificare il regolamento del consiglio provinciale, senza dichiararlo esplicitamente: un pastrocchio, una furbata!

Nonostante le minoranze avessero dichiarato la contrarietà, a causa della gravità dell’iniziativa da parte della maggioranza, il presidente del consiglio provinciale Walter Kaswalder ha fatto votare ai soli capigruppo di maggioranza la decisione di proseguire comunque i lavori d’aula, oltre l’orario previsto.

Ha così violato la prassi consolidata e le più elementari regole di far play consigliare, tradendo in questo modo il suo ruolo istituzionale super partes. 

Per questo motivo i consiglieri di minoranza annunciano che non parteciperanno al proseguimento dei lavori d’aula, unilateralmente deciso".



La discussione del pomeriggio sugli ordini del giorno, gli articoli fino al 17 e gli emendamenti.


Il Consiglio provinciale è tuttora impegnato nell’esame del disegno di legge 18 di semplificazione e potenziamento della competitività proposto dal Presidente Fugatti, al quale è stata riservata dai Capigruppo l’intera giornata odierna. La discussione è arrivata all’articolo 17, sul quale un emendamento di Guglielmi è stato motivo di sospensione.

I lavori d’aula sono ripresi nel primo pomeriggio con la discussione degli ordini del giorno (tutti approvati) ed a seguire si è avviato l’esame dell’articolato con annessi emendamenti. Attesa in serata l’approvazione del documento.


L’esame degli ordini del giorno


Procedure semplificate per l’emissione del passaporto

Nel primo ordine del giorno, approvato nella forma emendata concordata con la Giunta provinciale, il consigliere 5 Stelle Alex Marini ha chiesto al Consiglio di impegnare la Giunta a valutare con la Questura la possibilità di semplificare e decentrare le procedure di rilascio del passaporto presso i Comuni e una collaborazione per accelerarne l'emissione. La presentazione dell’ordine del giorno, ha detto marini, è legata ad un esperienza diretta particolarmente complessa, lamentata anche da molti cittadini, per l’emissione del passaporto la cui procedura è “collegata” ad una legge del 1967.


Osservatorio per la misurazione della burocrazia

Ancora di Marini, approvato anche il secondo odg che impegna l’esecutivo ad introdurre una sorta di "osservatorio della burocrazia" che tenga sotto costante monitoraggio il funzionamento dell'amministrazione provinciale e la sua percezione, in modo da “misurare” l’onere burocratico nei diversi settori economici e produttivi della Provincia di Trento.


Agevolazioni fiscali per acquisto di immobili dismessi da non più di tre anni

L’odg 3, firmato da Giorgio Leonardi (FI) e approvato, impegna la Giunta a valutare la possibilità di integrare i criteri attuativi della legge 6 del 1999 sull’economia relativamente alle agevolazioni per investimenti fissi, anche in compensazione fiscale, non solo per l’apertura di nuove sedi con l’acquisto di immobili produttivi dismessi ma anche l’ampliamento delle superfici già utilizzare ai fini dell’attività produttiva a seguito dell’acquisto di uno o più immobili dismessi, per potenziare l’attività imprenditoriale svolta. Il documento chiede di prevedere la possibilità di concedere le agevolazioni anche a chi ha presentato domanda nel corso del 2019.


Misure per favorire la zootecnia biologica

Sorte favorevole anche per l’altro documento di Leonardi (numero 4) che impegna la Giunta a favorire con un piano di azione provinciale lo sviluppo della zootecnia biologica anche attraverso interventi formativi specifici, attività dimostrative e iniziative di promozione dei prodotti biologici per valorizzare l’agricoltura del Trentino. Il dispositivo impegna inoltre la Provincia a prevedere, nei criteri di approvazione dei progetti e di assegnazione di contributi pubblici alle strutture cooperative del settore lattiero caseario, l’attivazione di linee produttive e di commercializzazione dei prodotti biologici, a prevedere forme di sostegno specifiche per gli allevatori che intendono convertire al biologico la propria produzione, adeguando le strutture e utilizzando razze rustiche locali minacciate di estinzione, a prevedere premi specifici a favore degli allevatori biologici per l’utilizzo esclusivo dei prodotti locali nella razione alimentare degli animali allevati, e ad individuare insieme alle amministrazioni comunali e alle amministrazioni separate di uso civico le aree da destinare a “pascolo comune”.


Semplificazione in materia di misurazioni geometriche

Gli ordini del giorno 5 e 6 presentati da Lorenzo Ossanna (Patt) e approvati dall’aula, sono proposte molto tecniche di emendamento al regolamento urbanistico-edilizio provinciale (in esecuzione della legge provinciale 15 del 2015 per il governo del territorio (la cosiddetta “riforma Daldoss”) in materia di misurazione geometrica. Entrambi i documenti, ha osservato il firmatario, sono perfettamente in linea con questa proposta legislativa nella misura in cui offrono una risposta a problematiche emerse nell’applicazione dei regolamenti di attuazione delle leggi.


Restituzione oneri edilizi: si individui una soluzione alle problematiche dei Comuni

La legge 15/2015 prevede che ai soggetti che acquistano la prima casa può essere corrisposta, entro due anni dalla fine dei lavori, una somma di denaro pari all’esenzione del contributo di costruzione cui avrebbero avuto diritto. I Comuni, oltre a vedersi ridotta l’entrata derivante dagli oneri edilizi, si trovano ad avere la necessità di accantonare risorse in previsione delle eventuali richieste di restituzione. Questi accantonamenti possono essere anche molto onerosi per amministrazioni che si vedono le risorse sempre più ristrette. Segnalare alla Giunta la necessità di fare un ragionamento che riduca le difficoltà dei comuni con riferimento ad un provvedimento giusto nella ratio. Il documento 7 di Alessio Manica (Partito Democratico), approvato con il parere favorevole della Giunta, impegna ad individuare e attuare nei tempi più rapidi possibili una soluzione alle problematiche evidenziate che consenta ai Comuni di avere pronta certezza delle risorse a propria disposizione e di poter utilizzare gli oneri accertati per le opere di urbanizzazione del territorio a cui gli stessi sono da sempre destinati.


La discussione dell’articolato


Concluso l’esame degli ordini del giorno, il Consiglio ha quindi avviato la discussione dell’articolato, dopo che il consigliere Degasperi (5 Stelle) ha comunicato il ritiro delle proprie proposte di emendamento.

Sono intervenuti i consiglieri ad illustrare le rispettive proposte emendative ed altri a commentare alcuni passaggi. Il consigliere Tonini (PD) è intervenuto sul primo comma dell’articolo 5, che riguarda l’Anac: capisco questo passaggio dal punto di vista autonomistico, ha detto, ma non lo capisco dal punto di vista della semplificazione, dal momento che potrebbe mettere in tensione la macchina burocratica differenziando le procedure per il Trentino rispetto alle altre province. Su questo articolo, ha annunciato dunque il voto contrario, differentemente al voto di astensione riservato in via generale al testo. L’assessore Gottardi ha spiegato che già abbiamo un regime differenziato rispetto alle altre province e che qui si parla dell’interpretazione delle norme nostre e non di quelle nazionali. Il consigliere Rossi (Patt) ha osservato che il collega Tonini ha toccato un tema rilevante: la differenza di normativa c’è e le imprese già si devono adattare a questo. Il tema qui è piuttosto che nel nostro ordinamento c’era una norma difensiva (che qui viene tolta),  rispetto all’ingerenza di Anac che non tiene conto del fatto che noi abbiamo una legislazione “speciale”. Mi compiaccio di questo dal punto di vista del “coraggio autonomistico”, ha aggiunto, augurandomi che funzioni.

Il consigliere Manica ha annunciato il voto contrario suo e del suo gruppo all’articolo 6 che abroga un articolo e che riapre alla possibilità di inquinamento nelle procedure di affidamento.

Due gli emendamenti di Ossanna (Patt) all’articolo 9: quello accolto regolamenta l’impegno delle amministrazioni comunali con meno di 10.000 abitanti sull’analisi dei piani attuativi, riducendo i tempi da sei a tre mesi. Accolte sullo stesso articolo anche  due modifiche di Degasperi e di Cia (Agire).

Sorte favorevole anche per un emendamento all’articolo 11 concordato con l’assessore competente a firma della consigliera Coppola (Futura).

All’articolo 13, il consigliere Olivi (PD) ha introdotto una questione oggetto di due emendamenti, sulla destinazione dell’area interportuale di Trento, un’area dall’alto valore strategico, che mi auguro venga riconfermato nella visione infrastrutturale della Giunta. Se questa proposta di legge rimane tale, ha aggiunto, ovvero si utilizza una legge ordinaria per depotenziare il valore del Pup ed espropriare il comune di Trento della possibilità di definire consapevolmente le attività coerenti con la destinazione di quell’area, noi voteremo contro. L’emendamento chiede alla Giunta di declinare in maniera netta il fatto che le attività debbano essere collegate alla dimensione interportuale. Sostegno pieno e convinto alla visione di Olivi è stato pronunciato anche da parte della collega di Futura Lucia Coppola. Il consigliere Rossi è intervenuto osservando che quell’area ha delle potenzialità connesse alla sua dimensione principale, quella interportuale, che possono portare in dote ulteriore possibilità di sviluppo. Tuttavia occorre a suo avviso garantire coerenza nell’utilizzo della norma. Inoltre, rispetto al tema della vendita dei prodotti agricoli, ha raccomandato di conservare “almeno un simulacro di competenza in capo ai comuni”.

L’assessore Tonina ha chiesto ed ottenuto una sospensione di quindici minuti per dare modo di approfondire il tema. Al rientro in aula Olivi ha ritirato il documento abrogativo e mantenuto il testo frutto di un accordo di modifica concordato con la Giunta che coniuga alcune funzioni incrementali terziarie con la connessione alle altre attività che hanno a che fare con la movimentazione di merci e persone. Olivi ha rassicurato la consigliera Coppola che l’emendamento così modificato offre ampie garanzie anche sui contenuti del suo.

Un articolo messo fortemente in discussione in Commissione, ha definito Lucia Coppola l’articolo 14 che non ha visto approvare nessuna delle proprie proposte di modifica. Astensione anche da parte del Pd su “uno degli articoli più dibattuti di questo disegno di legge”. Alessio Manica ha apprezzato il passo indietro fatto in Commissione rispetto all’iniziale formulazione che conteneva il parziale smantellamento della legge Gilmozzi e che aveva registrato un coro di no da parte di Asat e di molti altri soggetti ospitati in audizione. Quella legge, ha ricordato Manica, nacque per arginare una declinazione sbagliata di consumo di territorio e se una riflessione va fatta sugli anni di vigenza di quella norma non era certo con quella forzatura, che appariva come la soddisfazione di un’istanza di parte. E’ legittimo e giusto che il Consiglio faccia una riflessione sul tema del modello di sviluppo turistico, ha aggiunto, ma va fatto con serietà e dopo un’analisi attenta e puntuale. Infine, Manica ha espresso la soddisfazione per aver contribuito a sollevare l’attenzione sull’errore che sarebbe stato adottare quella deroga e insieme l’invito a fare una riflessione in maniera approfondita perché il rischio sarebbe imboccare una strada sbagliata e non sostenibile per questo territorio. L’assessore Tonina, per evitare che permangano degli equivoci, ha ritenuto opportuno ribadire il percorso effettuato anche con riferimento a questo articolo e di aver accolto le perplessità di categorie economiche “con senso di responsabilità”. Tuttavia, ha ammesso che c’è un chiara volontà di fare una ricognizione della legge Gilmozzi, a 14 anni dalla sua approvazione, senza tuttavia nessuna volontà di cancellarla. Il consigliere Tonini è intervenuto ad evidenziare come lo sviluppo delle seconde case sia tra gli elementi di debolezza strutturale del comparto turistico locale: un tagliando alla legge è indubbiamente possibile, ma contiamo che si vada alla verifica con lo spirito di attenta valutazione, pacatezza e responsabilità affermato dall’assessore Tonina nel proprio intervento.

Che nella legge di semplificazione venga introdotta una norma che non è una norma appare paradossale, ha osservato Tonini con riferimento all’emendamento proposto dal consigliere Guglielmi all’articolo 17, che affida alla Giunta la potestà di presentare entro il 31 marzo di ogni anno “una legge annuale di semplificazione”.

Concorda Filippo Degasperi per il quale appare incomprensibile l’introduzione di un articolo che riconosce alla Giunta l’iniziativa legislativa. Il consigliere Rossi si è chiesto se non ci sia un’esigenza precisa dietro questa norma, magari il tentativo di superare qualche vincolo o di caratterizzare questo della semplificazione come un processo in divenire. Oppure può nascondere, e sarebbe molto grave, ha detto rivolto al presidente Kaswalder, la volontà di modificare il regolamento consiliare oppure offre il pretesto di fare una legge omnibus. Luca Guglielmi (Ual) ha definito “pragmatico” questo emendamento che ha la volontà di semplificare e di agire nel bene della comunità. Positivo il parere del presidente Fugatti su un emendamento che va nell’ottica di questo disegno di legge, dando la possibilità di semplificare e accelerare i procedimenti amministrativi. Sono intervenuti a sollevare perplessità sul fatto che si autorizzi qualcosa che già è implicitamente nelle facoltà del Governo, anche i consiglieri Dallapiccola (Patt) e Ghezzi (Futura). Perché, tra l’altro, l’indicazione della data del 31 marzo? Olivi ha chiesto la sospensione dei lavori per approfondire questo punto, poco chiaro, e fugare ogni dubbio sulla volontà nascosta dietro questo emendamento. “Un tema che va chiarito”, ha ribadito Rossi, associandosi alla richiesta di sospensione. “Ritengo che questo emendamento non vada in quella direzione”, ha chiarito Fugatti, mentre Manica è tornato su quanto detto dai colleghi: “invito il collega Guglielmi a ritirare l’emendamento, se lo stesso non aggiunge di fatto nulla, ovvero, se non lo si ritira cominciamo a pensarla male”.