In Prima Commissione
Quorum più basso per i referendum e modifiche della normativa elettorale: "aperti" tre disegni di legge
Testi allegati.
La
prima Commissione permanente si è riunita stamane per esprimere una
serie di pareri in materia di designazioni di competenza della
Provincia, su candidature relative a nomine in consigli di
amministrazione. Parere favorevole alla rosa di nomi proposti per il
consiglio di amministrazione dell'Agenzia per la depurazione,
dell'Istituto culturale mocheno, dell'Istituto culturale cimbro.
Unica obiezione e parere negativo, è stato formulato sul nome di una
componente indicata per l'Istituto culturale cimbro, che con
l'eventuale riconferma si troverebbe a superare i dieci anni massimi
di permanenza previsti per la copertura dell'incarico.
A
seguire si è svolto un ampio dibattito in materia elettorale,
complice l'apertura di tre disegni di legge, due in materia di
democrazia diretta, uno sull'elezione del presidente della provincia
e le preferenze.
Due
disegni di legge per due idee di quorum
L’‘organismo
ha poi aperto due disegni di legge depositati da due consiglieri di
minoranza in materia di democrazia diretta.
Una
delle proposte targata 5 Stelle e sottoscritta da gran parte dei
consiglieri di opposizione, prevede di abbassare l’attuale quorum
referendario dal 50 al 20%. Il disegno di legge, illustrato dal
proponente, riprende in parte, ammorbidendoli, i contenuti di una
proposta d’iniziativa popolare presentata in prima battuta nel 2012
e poi ripresa nella scorsa legislatura, ma che non ebbe il successo
sperato. “Per valutare il grado di sviluppo democratico di un
paese”, ha commentato il proponente citando Norberto Bobbio, “è
opportuno valutare anche gli spazi dove vengono esercitati i diritti:
ampliare questi spazi significa rendere esercitabile un diritto
costituzionale” ha concluso.
Ratio
non lontana da quella illustrata, anche per la proposta del PD che,
perseguendo lo stesso obiettivo di favorire gli strumenti di
democrazia diretta, si discosta dalla prima solo per quanto riguarda
il quorum, laddove si individua non un criterio fisso, ma un numero
variabile collegato alla percentuale fisiologica di astensione,
ovvero pari alla metà dell'affluenza alle elezioni provinciali che
hanno eletto l’assemblea storicamente al governo.
La
posizione dell'assessore competente
L’assessore
competente, pur condividendo l’obiettivo di favorire la
partecipazione popolare, seppure con visioni diverse, si è detto non
favorevole, ma neppure contrario alla proposta e ha dichiarato di
volersi riservare un supplemento di riflessione. Il tema referendario
è uno strumento delegittimato a livello nazionale: sono la serietà
che si attribuisce allo strumento e l’appeal del tema sottoposto a
referendum che favoriscono la partecipazione popolare. Allora
occorrerebbe distinguere in base al tipo di referendum, perché
potrebbe andare bene anche il quorum zero per il referendum
propositivo, mentre sarebbe diverso il caso in cui -estremizzando la
possibilità e facilità di accesso al referendum- una minoranza
organizzata potesse cancellare una legge votata dai rappresentanti
dell’assemblea legislativa. Ferma la condivisione sui principi, si
tratta dunque ad avviso dell'assessore di trovare il giusto
equilibrio tra partecipazione e rappresentatività.
Maggioranza
e minoranza pronte ad una mediazione
Nella
sostanza, dagli interventi dei consiglieri di maggioranza e di
minoranza è emersa in diversa misura la criticità sul valore da
attribuire al quorum, ma nel contempo la volontà di impegnarsi per
raggiungere una mediazione.
Il
Patt, seppur concordando con l'assessore sull'opportunità di operare
una riflessione, ha osservato che questa potrebbe essere l’occasione
per migliorare l‘impianto legislativo attuale che ha necessità di
aggiornarsi nel campo della democrazia diretta.
La
Lega ha dichiarato non condivisibile la previsione del quorum del
20%, esprimendo però la disponibilità a trovare una mediazione,
prima della discussione in aula, tra il 30 e il 40%.
Futura,
pur comprendendo le argomentazioni dell'assessore ha invitato a
riflettere sul fatto che un quorum basso avrebbe il vantaggio di
costringere le forze politiche a prendere sul serio la campagna
referendaria, incentivando la partecipazione e stimolando il
dibattito popolare.
Il
consigliere 5 Stelle si è detto disponibile a rivedere la proposta:
"quello che io pretendo" ha detto "non è che si voti
questo disegno di legge così com’è, ma che si arrivi in aula il
prima possibile, che ci possa essere un confronto ed un dibattito per
rimuovere quanto prima gli ostacoli alla democrazia diretta".
In
aula a fine maggio
La
Commissione ha stabilito di non indire nuove audizioni, ma di volersi
avvalere dell'ampio materiale agli atti della legislatura precedente
sull'argomento La discussione del disegno di legge in l’aula è
prevista per fine maggio, il termine per la discussione in
Commissione è il 7 maggio.
Modifiche
alla legge elettorale, la proposta del Patt
Il
Patt ha dunque illustrato il proprio disegno di legge in materia
elettorale che reca modifiche alle norme vigenti per l’elezione
diretta del Consiglio provinciale di Trento e del presidente della
Provincia. La proposta prevede due obiettivi evidenti: il primo
considera l’elezione diretta o indiretta del presidente della
Provincia, una questione che avrebbe dei pro e dei contro. Se è vero
che l’elezione diretta del Presidente garantisce governabilità e
chiarezza, rischia però al contempo di portare alla formazione di
governi che in qualche maniera risentono della specularità rispetto
alle maggioranze nazionali, di qualsiasi colore siano. Un aspetto che
ad avviso del proponente rappresenterebbe un pericolo per la nostra
specialità. In analogia a quanto accade nella vicina Bolzano, la
proposta immagina dunque il sistema indiretto dell’elezione del
Presidente, che garantisce meglio la “neutralità” rispetto alla
politica nazionale quando si tratta di temi riferiti alla nostra
specialità. Il secondo obiettivo riguarda il tema delle preferenze.
Pur mantenendo un approccio positivo al tema dell'alternanza di
genere, ha osservato l'esponente del Patt, non si può evitare di
considerare che la sperimentazione fatta nelle ultime consultazioni
elettorali ha evidenziato una serie di criticità che andrebbero
corrette. La strada individuata dalla proposta è quella della
reintroduzione delle tre preferenze: almeno una preferenza di genere
diverso nel caso di tre preferenze, oppure due preferenze di genere
diverso nel caso se ne esprimano solo due. Questo approccio, ha
concluso il consigliere autonomista -esprimendo massima disponibilità
a ragionare a 360 gradi su ogni elemento del disegno di legge- nulla
toglie all’impostazione che favorisce la partecipazione equilibrata
dei generi alla politica, ma aiuta a correggere gli effetti
distorsivi che abbiamo sperimentato.
Il
parere dell'assessore competente
L’assessore
ha premesso che la legge vigente è sicuramente perfettibile. Sulla
proposta non ha espresso un parere chiaro: bisognerà allargare il
dibattito in maniera più o meno formale rispetto agli obiettivi di
miglioramento, ha detto. Ogni tipo di riforma deve tenere conto della
governabilità prima delle elezioni e non dopo, ha aggiunto,
apprezzando che la proposta arrivi a inizio legislatura, lontano
dall'opportunismo dell'appuntamento elettorale.
Ampia
condivisione sulle tre preferenze
La
Lega si è detta compiaciuta di come la legge vigente in materia di
preferenze abbia dimostrato la sua pochezza e la necessità di
intervenire, mentre l'attuale maggioranza si era opposta con forza
all'approvazione nella scorsa legislatura. Sul secondo obiettivo
della proposta dunque, tutta la disponibilità a parlarne. Diverso il
parere sull'elezione indiretta del presidente, avversata dalla Lega:
la legge 2/2003 ha garantito la maggioranza di centrosinistra sia nel
2003 che nel 2008, ha detto il consigliere del Carroccio: l’elettore
trentino è giusto che sappia che chi vince governa.
Una
proposta che va controcorrente, l'ha definita l'esponente 5 Stelle
che ha dichiarato che il sistema proporzionale è quello più
democratico ed auspicabile. Positiva a suo avviso anche la proposta
di ampliare a tre il numero delle preferenze.
Per
Futura nessun dogma sull'elezione diretta del presidente della
Provincia, anche se si è riservato un supplemento di riflessione
all'interno del proprio movimento. Siamo sensibili all’argomento, è
una proposta suggestiva, ha aggiunto. Contrarietà invece sull'idea
di toccare il meccanismo della doppia preferenza che se è vero che
non ha dato risultati straordinari quanto alla rappresentanza in
consiglio provinciale, è vero anche che, nella situazione attuale in
cui la componente maschile è sovra rappresentata, il meccanismo
apparentemente neutro delle tre preferenze consentirebbe di fatto di
escludere la componente donna.