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27/03/2019 - In aula o in commissione

Quorum più basso per i referendum e modifiche della normativa elettorale: "aperti" tre disegni di legge

In Prima Commissione

Quorum più basso per i referendum e modifiche della normativa elettorale: "aperti" tre disegni di legge

Testi allegati.

Quorum più basso per i referendum e modifiche della normativa elettorale: 'aperti' tre disegni di legge

La prima Commissione permanente si è riunita stamane per esprimere una serie di pareri in materia di designazioni di competenza della Provincia, su candidature relative a nomine in consigli di amministrazione. Parere favorevole alla rosa di nomi proposti per il consiglio di amministrazione dell'Agenzia per la depurazione, dell'Istituto culturale mocheno, dell'Istituto culturale cimbro. Unica obiezione e parere negativo, è stato formulato sul nome di una componente indicata per l'Istituto culturale cimbro, che con l'eventuale riconferma si troverebbe a superare i dieci anni massimi di permanenza previsti per la copertura dell'incarico.

A seguire si è svolto un ampio dibattito in materia elettorale, complice l'apertura di tre disegni di legge, due in materia di democrazia diretta, uno sull'elezione del presidente della provincia e le preferenze.


Due disegni di legge per due idee di quorum

L’‘organismo ha poi aperto due disegni di legge depositati da due consiglieri di minoranza in materia di democrazia diretta.

Una delle proposte targata 5 Stelle e sottoscritta da gran parte dei consiglieri di opposizione, prevede di abbassare l’attuale quorum referendario dal 50 al 20%. Il disegno di legge, illustrato dal proponente, riprende in parte, ammorbidendoli, i contenuti di una proposta d’iniziativa popolare presentata in prima battuta nel 2012 e poi ripresa nella scorsa legislatura, ma che non ebbe il successo sperato. “Per valutare il grado di sviluppo democratico di un paese”, ha commentato il proponente citando Norberto Bobbio, “è opportuno valutare anche gli spazi dove vengono esercitati i diritti: ampliare questi spazi significa rendere esercitabile un diritto costituzionale” ha concluso.

Ratio non lontana da quella illustrata, anche per la proposta del PD che, perseguendo lo stesso obiettivo di favorire gli strumenti di democrazia diretta, si discosta dalla prima solo per quanto riguarda il quorum, laddove si individua non un criterio fisso, ma un numero variabile collegato alla percentuale fisiologica di astensione, ovvero pari alla metà dell'affluenza alle elezioni provinciali che hanno eletto l’assemblea storicamente al governo.


La posizione dell'assessore competente

L’assessore competente, pur condividendo l’obiettivo di favorire la partecipazione popolare, seppure con visioni diverse, si è detto non favorevole, ma neppure contrario alla proposta e ha dichiarato di volersi riservare un supplemento di riflessione. Il tema referendario è uno strumento delegittimato a livello nazionale: sono la serietà che si attribuisce allo strumento e l’appeal del tema sottoposto a referendum che favoriscono la partecipazione popolare. Allora occorrerebbe distinguere in base al tipo di referendum, perché potrebbe andare bene anche il quorum zero per il referendum propositivo, mentre sarebbe diverso il caso in cui -estremizzando la possibilità e facilità di accesso al referendum- una minoranza organizzata potesse cancellare una legge votata dai rappresentanti dell’assemblea legislativa. Ferma la condivisione sui principi, si tratta dunque ad avviso dell'assessore di trovare il giusto equilibrio tra partecipazione e rappresentatività.


Maggioranza e minoranza pronte ad una mediazione

Nella sostanza, dagli interventi dei consiglieri di maggioranza e di minoranza è emersa in diversa misura la criticità sul valore da attribuire al quorum, ma nel contempo la volontà di impegnarsi per raggiungere una mediazione.

Il Patt, seppur concordando con l'assessore sull'opportunità di operare una riflessione, ha osservato che questa potrebbe essere l’occasione per migliorare l‘impianto legislativo attuale che ha necessità di aggiornarsi nel campo della democrazia diretta.

La Lega ha dichiarato non condivisibile la previsione del quorum del 20%, esprimendo però la disponibilità a trovare una mediazione, prima della discussione in aula, tra il 30 e il 40%.

Futura, pur comprendendo le argomentazioni dell'assessore ha invitato a riflettere sul fatto che un quorum basso avrebbe il vantaggio di costringere le forze politiche a prendere sul serio la campagna referendaria, incentivando la partecipazione e stimolando il dibattito popolare.

Il consigliere 5 Stelle si è detto disponibile a rivedere la proposta: "quello che io pretendo" ha detto "non è che si voti questo disegno di legge così com’è, ma che si arrivi in aula il prima possibile, che ci possa essere un confronto ed un dibattito per rimuovere quanto prima gli ostacoli alla democrazia diretta".


In aula a fine maggio

La Commissione ha stabilito di non indire nuove audizioni, ma di volersi avvalere dell'ampio materiale agli atti della legislatura precedente sull'argomento La discussione del disegno di legge in l’aula è prevista per fine maggio, il termine per la discussione in Commissione è il 7 maggio.


Modifiche alla legge elettorale, la proposta del Patt

Il Patt ha dunque illustrato il proprio disegno di legge in materia elettorale che reca modifiche alle norme vigenti per l’elezione diretta del Consiglio provinciale di Trento e del presidente della Provincia. La proposta prevede due obiettivi evidenti: il primo considera l’elezione diretta o indiretta del presidente della Provincia, una questione che avrebbe dei pro e dei contro. Se è vero che l’elezione diretta del Presidente garantisce governabilità e chiarezza, rischia però al contempo di portare alla formazione di governi che in qualche maniera risentono della specularità rispetto alle maggioranze nazionali, di qualsiasi colore siano. Un aspetto che ad avviso del proponente rappresenterebbe un pericolo per la nostra specialità. In analogia a quanto accade nella vicina Bolzano, la proposta immagina dunque il sistema indiretto dell’elezione del Presidente, che garantisce meglio la “neutralità” rispetto alla politica nazionale quando si tratta di temi riferiti alla nostra specialità. Il secondo obiettivo riguarda il tema delle preferenze. Pur mantenendo un approccio positivo al tema dell'alternanza di genere, ha osservato l'esponente del Patt, non si può evitare di considerare che la sperimentazione fatta nelle ultime consultazioni elettorali ha evidenziato una serie di criticità che andrebbero corrette. La strada individuata dalla proposta è quella della reintroduzione delle tre preferenze: almeno una preferenza di genere diverso nel caso di tre preferenze, oppure due preferenze di genere diverso nel caso se ne esprimano solo due. Questo approccio, ha concluso il consigliere autonomista -esprimendo massima disponibilità a ragionare a 360 gradi su ogni elemento del disegno di legge- nulla toglie all’impostazione che favorisce la partecipazione equilibrata dei generi alla politica, ma aiuta a correggere gli effetti distorsivi che abbiamo sperimentato.


Il parere dell'assessore competente

L’assessore ha premesso che la legge vigente è sicuramente perfettibile. Sulla proposta non ha espresso un parere chiaro: bisognerà allargare il dibattito in maniera più o meno formale rispetto agli obiettivi di miglioramento, ha detto. Ogni tipo di riforma deve tenere conto della governabilità prima delle elezioni e non dopo, ha aggiunto, apprezzando che la proposta arrivi a inizio legislatura, lontano dall'opportunismo dell'appuntamento elettorale.


Ampia condivisione sulle tre preferenze

La Lega si è detta compiaciuta di come la legge vigente in materia di preferenze abbia dimostrato la sua pochezza e la necessità di intervenire, mentre l'attuale maggioranza si era opposta con forza all'approvazione nella scorsa legislatura. Sul secondo obiettivo della proposta dunque, tutta la disponibilità a parlarne. Diverso il parere sull'elezione indiretta del presidente, avversata dalla Lega: la legge 2/2003 ha garantito la maggioranza di centrosinistra sia nel 2003 che nel 2008, ha detto il consigliere del Carroccio: l’elettore trentino è giusto che sappia che chi vince governa.

Una proposta che va controcorrente, l'ha definita l'esponente 5 Stelle che ha dichiarato che il sistema proporzionale è quello più democratico ed auspicabile. Positiva a suo avviso anche la proposta di ampliare a tre il numero delle preferenze.

Per Futura nessun dogma sull'elezione diretta del presidente della Provincia, anche se si è riservato un supplemento di riflessione all'interno del proprio movimento. Siamo sensibili all’argomento, è una proposta suggestiva, ha aggiunto. Contrarietà invece sull'idea di toccare il meccanismo della doppia preferenza che se è vero che non ha dato risultati straordinari quanto alla rappresentanza in consiglio provinciale, è vero anche che, nella situazione attuale in cui la componente maschile è sovra rappresentata, il meccanismo apparentemente neutro delle tre preferenze consentirebbe di fatto di escludere la componente donna.

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