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18/03/2019 - In aula o in commissione

Caccia: respinto il disegno di legge di Ossanna (Patt); accolto quello di Zanotelli (Giunta)

Dalla III Commissione nel pomeriggio dopo le audizioni di questa mattina (in coda all'articolo)

Caccia: respinto il disegno di legge di Ossanna (Patt); accolto quello di Zanotelli (Giunta)

In allegato, foto e documenti distribuiti durante i lavori

Caccia: respinto il disegno di legge di Ossanna (Patt); accolto quello di Zanotelli (Giunta)

Dopo le audizioni che questa mattina hanno permesso di acquisire i pareri contrapposti delle organizzazioni venatorie e delle associazioni animaliste e ambientaliste (vedi la parte finale di questo articolo), oggi pomeriggio la Terza Commissione presieduta da Ivano Job ha concluso l’esame dei disegni di legge in materia di caccia, approvando il numero 10 dell’assessora Zanotelli e respingendo il numero 11 del consigliere Lorenzo Ossanna e colleghi del Patt.


Ossanna: un ddl propositivo e non costrittivo

Dopo le consultazioni di questa mattina, aprendo i lavori pomeridiani della Terza Commissione sui due disegni di legge proposti in materia di caccia, il consigliere Lorenzo Ossanna ha esordito dichiarando di aver apprezzato le audizioni, che hanno evidenziato condivisioni e anche dubbi rispetto ad alcune previsioni del proprio testo. Il consigliere del Patt ha poi sottolineato il carattere propositivo e non costrittivo del disegno di legge proposto, anche con riferimento alI’apertura alla circolazione delle strade forestali e ai centri di sosta, dove viene affidata libertà di scelta ai territori. Si è reso disponibile a limare il proprio testo con un emendamento che chiarisca meglio ed escluda l’idea di una possibile apertura indiscriminata delle strade. Infine, ha chiarito, quella sui centri di sosta è una proposta di indirizzo a garanzia di una sorta di igiene e qualità.


Zanotelli: le criticità della proposta Ossanna

Il mio disegno di legge propone un aumento ed adeguamento delle sanzioni, ha dichiarato l’assessora Giulia Zanotelli che già ha avuto modo di illustrare il proprio testo in precedenza. Le sanzioni sono in linea con quelle nazionali, ha aggiunto, con la differenza che noi le aggiorniamo ogni 5 anni in base ai dati Istat. Le criticità emerse nelle audizioni sul disegno di legge proposto dal consigliere Ossanna, ha dichiarato, rispecchiano quelle della Giunta. Circa l’apertura delle strade forestali sarebbe opportuno, prima di decidere, avere occasioni di confronto con i proprietari anche sul tema del controllo. Identico discorso per la modifica all’articolo 2 che apre ai cacciatori del Trentino Alto Adige, mentre il parere contrario all’articolo 3 rimanda alle modalità già previste dalla Giunta sullo stesso tema: c’è già un confronto in atto su questi centri, compreso il conferimento e trattamento delle carni e la formazione di coloro che già vi operano e vi andranno ad operare.


Coppola: sì alle sanzioni, no all'apertura delle strade forestali e ai centri di raccolta gestiti dalla Pat

La consigliera Lucia Coppola (Futura) ha osservato che quello che si dovrebbe fare è preservare il più possibile il territorio dalla presenza impattante di mezzi meccanici ed ha ricordato un patto siglato negli anni ‘80 sulle strade forestali “che dovrebbero servire esclusivamente il bosco”. Sono figlia di cacciatori, ha ammesso, e in questo senso credo che andrebbe recuperata la tradizione che era ed è tuttora di molti cacciatori di percorrere i boschi a piedi. La proposta di aprire le strade mi sembra stridente dal punto di vista di chi pratica la caccia, ha aggiunto. Sui punti di raccolta, pare ci siano già accordi con macellerie locali, ritengo inopportuno che la Provincia si faccia carico di una “passione” limitata ad una piccola nicchia di persone. Sulle sanzioni, è condivisibile la ratio del ddl Zanotelli che si fa carico di un problema che esiste, anche se sarebbe utile un approfondimento in più per capire se si potrebbe “osare” di più inasprendo maggiormente le sanzioni.


Paccher: piena condivisione sulla proposta Zanotelli

Roberto Paccher (Lega) ha condiviso le parole dell’assessora: dal momento che sono emerse perplessità da parte di quasi tutti gli auditi sull’apertura delle strade forestali è giusto approfondire la questione, consultando le parti in causa. Le sanzioni è giusto procedere per adeguarle, ha aggiunto. Bene a suo avviso che vengano inasprite e non di poco anche le azioni di bracconaggio e a fianco dell’aumento della pena pecuniaria, sia stabilita anche la pena accessoria. Paccher ha poi illustrato brevemente una modifica proposta all’articolo 16 che propone, nell’ambito della convenzione tra Provincia ed ente gestore sui centri di raccolta di inserire “la raccolta e verifica dei capi abbattuti”.


Masè: dispiacere per alcune posizioni emerse nella audizioni

La consigliera “aggregata” Vanessa Masè (Civica) ha espresso perplessità e insieme dispiacere per alcune posizioni espresse dagli auditi al mattino, dal momento che qui si sta parlando di sanzioni carico dei cacciatori. L’intervento del Presidente dell’associazione cacciatori ha trasmesso a suo avviso il messaggio corretto: il primo che tiene al proprio onore è il cacciatore stesso, ha detto, dichiarando di esercitare lei stessa l'attività venatoria. La legge nazionale e quella trentina per la protezione della fauna testimoniano quanto sia interesse in primo luogo dei cacciatori separare la componente venatoria autentica che ha a cuore la fauna e chi ne ha un approccio utilitaristico e irrispettoso dell’ambiente.


Manica: tra contrarietà ed astensione

Alessio Manica (PD) ha evidenziato un fraintendimento di fondo che risiede nel fatto che la sensibilità sull’ambiente si è molto evoluta e i cacciatori rappresentano una nicchia di popolazione che ha diritto di essere rappresentata. La fauna è un bene pubblico, ha osservato, sul quale, in deroga, si permette di esercitare la caccia. Nel merito dei disegni di legge Manica ha espresso qualche perplessità sulla questione dell’apertura delle strade, mentre ha dichiarato di aver compreso in maniera molto laica l’utilità dei centri di sosta che potrebbero portare un beneficio alla comunità. Si è dunque espresso in maniera contraria sull’apertura dell’attività venatoria a soggetti non residenti. Giusto a suo avviso l’inasprimento delle sanzioni previsto dal disegno di legge dell’assessora, giudicato tuttavia troppo lieve: in vista dell’aula mi riservo un’attività di tipo emendativo, ha concluso, anticipando l’astensione in questa fase.


La votazione: sì a Zanotelli, no ad Ossanna

Messo ai voti, il disegno di legge 10 dell’assessora Zanotelli è stato approvato con 4 voti favorevoli (Job, Paoli, Paccher e Rossato), 1 voto contrario (Coppola) e due astenuti (Manica e Ossanna).

La proposta del consigliere Ossanna è stata respinta con 5 voti contrari, l’astensione di Manica e il solo voto favorevole del proponente.



LE AUDIZIONI DI QUESTA MATTINA


Audizioni in Terza Commissione dedicate stamane ai disegni di legge 10 e 11 sulla caccia. Il primo proposto dall’assessora Giulia Zanotelli per aggiornare le sanzioni previste dalla legge provinciale del settore che risale al 1991. Il secondo, di Lorenzo Ossanna (Patt), per permettere il transito veicolare dei cacciatori sulle strade forestali e finanziare con risorse provinciale i "centri di sosta" in cui conservare i capi abbattuti. Per acquisire pareri su questi due testi l’organismo presieduto da Ivano Job (Lega Salvini Trentino) ha ascoltato il Consiglio delle autonomie locali (Cal), l’Associazione cacciatori e l’Unione Cacciatori, l’Ordine dei dottori agronomi e forestali e le varie organizzazioni animaliste e ambientaliste interessate. Le organizzazioni venatorie promuovono sostanzialmente i due disegni di legge che le associazioni animaliste e ambientaliste invece considerano un "pacchetto regalo" della maggioranza e delle minoranze ai cacciatori, i cui interessi vengono anteposti alle primarie esigenza di tutela della natura che corrispondono al più diffuso sentire della popolazione trentina. Del tutto insufficienti le sanzioni previste dal ddl Zanotelli, che anzi ignorando la perdita del potere d'acquisto della moneta ne riduce gli importi rispetto al '91.


Comuni: transito da consentire solo per la caccia di controllo. Sì ai centri di sosta.


Nessuna osservazione è stata espressa dal presidente Paride Gianmoena sul ddl della Giunta. Lascia invece perplesse le amministrazioni locali il ddl di Ossanna nel punto in cui prevede il transito veicolare sulle strade forestali di tipo A. Positivo per il Cal che i cacciatori si prendano cura di queste strade e dei boschi, ma anziché permettere loro di transitare anche con mezzi a motore si potrebbe limitare questa possibilità solo nei casi “di necessità di urgenza”, ad esempio per la “caccia di controllo” riferita ai cinghiali. Il Cal giudica invece "interessante" la proposta del ddl di Ossanna di “centri di sosta” per la conservazione della selvaggina con contributi pubblici. Bocciata invece la possibilità prevista dal ddl di concedere deroghe per l'accesso alle riserve trentine ai cacciatori dell’Alto Adige.

Il presidente Job ha osservato che sarebbe più corretto parlare di "centri di raccolta" anziché di “centri di sosta”.

Lucia Coppola (Futura) ha apprezzato le critiche del Cal al ddl.

Alex Marini (5 stelle) ha sollevato il problema dei permessi per il transito lungo le strade di montagna rilasciati dalle Asuc dietro pagamento di marche da bollo. Meglio sarebbe a suo avviso prevedere tariffe di accesso utilizzando le risorse così raccolte per la gestione delle strade forestali.

Gianmoena ha condiviso l’idea ma ha ricordato che le marche da bollo imposte sono imposte dai Comuni in virtù della legislazione statale e che non sarebbe semplice gestire un pedaggio su una strada a transito regolamentato. Si potrebbe semmai prevedere una tariffa di parcheggio, anche questa però complicata da gestire per i Comuni.

Ossanna ha precisato che già dal 2007 la legge provinciale sulle foreste permette il transito a motore sulle strade forestali "di arroccamento”, che conducono a sommità, a cacciatori accompagnati da esperti per la caccia di selezione degli ungulati.





Unione Cacciatori (Uc): diritto di voto per le riserve, sì al transito sulle strade forestali vigilando contro utilizzi impropri. Giusto anche inasprire le sanzioni.


Roberto Dapor, consigliere dell'Uc ha ricordato che i 300-400 aderenti a questa organizzazione, a causa dell’articolo 15 della legge provinciale non hanno diritto di voto nell’elezione delle riserve che gestiscono l’attività venatoria nei Comuni. Norma, questa, discriminatoria e non democratica di cui l'Uc chiede da tempo ma invano la modifica. La nuova Giunta provinciale potrebbe secondo Uc risolvere il problema di quest'ingiusta esclusione. Quanto al ddl di Ossanna, l’Ucè favorevole al transito con veicoli a motore dei cacciatori sulle strade forestali purché vi siano dei controlli per evitare utilizzi abusivi. Le strade per l'Uc devono servire per l'Uc alla manutenzione dell’ambiente. Si tratta di permettere ai cacciatori, la cui età media in Trentino è ormai elevata, di farsi accompagnare lungo le strade forestali per esercitare l’attività venatoria.

Condiviso dall’Unione cacciatori anche il ddl proposto dall’assessore. Giusto, infatti prevedere che chi sbaglia paghi. L'Uc espelle chi viola le regole, per dimostrare che i cacciatori sono tali se conoscono e rispettano responsabilmente le norme.

Lorenzo Mazzalai, redattore del giornale dell’Uc, ha spiegato che la transitabilità delle strade forestali permetterebbe faciliterebbe ai cacciatori un'opera di pulizia dei boschi e di ripristino ambientale, permettendo di caricare sui mezzi le attrezzature necessarie. Per Mazzalai inoltre, il cacciatore deve considerare se stesso un tutore dell’ambiente per la conservazione futura delle specie animali.

Erminio Bertolini, altro consigliere dell'Uc intervenuto alle audizioni, ha condiviso la proposta di inasprire le sanzioni perché i cacciatori devono rispettare l'ambiente.


Associazione cacciatori (Ac) contro il ddl di Ossanna: no al nomadismo venatorio.


Il presidente dell’Associazione cacciatori Stefano Ravelli ha ricordato la differente rappresentatività della sua organizzazione (6000 aderenti) rispetto all'Unione cacciatori, diversità che spiega perché la Provincia abbia affidato alla prima la gestione delle risorse. Ravelli ha condiviso la proposta di aggiornamento e inasprimento delle sanzioni accessorie per prevenire e reprimere i comportamenti illeciti. Giusto in particolare stabilire come fa il ddl, che ad ogni violazione corrisponda una sospensione predeterminata del permesso di caccia per un certo periodo. L'Ac proposte però di introdurre nel testo della Giunta una clausola di salvaguardia per non punire allo stesso modo le violazioni gravi e le infrazioni di minore entità. L’Ac suggerisce anche di inasprire ulteriormente le sanzioni per i cacciatori che danneggiano l’ambiente.

Quanto al ddl di Ossanna, Ravelli ha espresso il parere sfavorevole dell'Ac alla proposta di un’apertura delle strade forestali di tipo A al transito veicolare dei cacciatori, che andrebbe semmai permesso solo per attività “di controllo venatorio” come nel caso della necessità di abbattere i cinghiali in sovrappiù. Quanto alle deroghe previste dal ddl di Ossanna per permettere la caccia anche a chi proviene dall'esterno di una riserva, Ravelli ha ricordato che il sistema della caccia in Trentino si fonda proprio sulle riserve per garantire la gestione responsabile del patrimonio faunistico e ambientale da parte dei cacciatori in esse residenti. Per questa ragione la legge provinciale permette a un cacciatore di andare a caccia solo nella propria riserva, impedendo il "nomadismo" venatorio. Per l'Ac sarebbe quindi sbagliato minare questo sistema per soddisfare le richieste di pochi cacciatori. Ravelli ha precisato che in Trentino esistono già 26 "Centri di sosta", che l'Ac chiama “centri di controllo”. Si tratta di strutture realizzate dagli enti gestori delle riserve per supplire ad una inerzia della Provincia nell’esercitare il controllo dei capi abbattuti e di conservare la selvaggina in condizioni igienico-sanitarie ottimali. Per l’Ac la proposta di Ossanna è condivisibile in quanto i centri di controllo andrebbero diffusi nelle 209 riserve di caccia del Trentino ma essendo onerosi da gestire, questo potrebbe avvenire solo con i contributi della Provincia. Infine Ravelli ha ricordato che tra la Pat e gli enti gestori delle riserve è stato recentemente istituito dall'assessore un gruppo di lavoro sulle modalità di gestione per arrivare a definire linee guida anche per quanto riguarda il trattamento delle carni. Sarebbe quindi opportuno su questo punto attendere i risultati di questo gruppo di lavoro e poi valutare come disciplinare la materia.


La discussione con i consiglieri.


Alessio Manica (Pd) ha chiesto chiarimenti sul tema della sorveglianza oggi affidata all’Associazione cacciatori e sul ritiro del permesso di caccia e sui centri di sosta o controllo. Manica ha anche apprezzato le perplessità espresse dalle due organizzazioni sulla proposta di aprire al traffico veicolare le strade forestali di tipo A.

Sui centri di sosta Marini (5 stelle) ha chiesto se vi sono analisi comparative tra le situazioni in cui queste strutture esistono e quelle in cui mancano.

Per l’Uc Dapor ha ribadito che la sorveglianza sull’attività venatoria dovrebbe essere esclusivamente esercitata dalla Provincia senza il coinvolgimento dell’Associazione.

Per l’Ac Ravelli ha ricordato che la vigilanza è già garantita quasi in toto dal corpo forestale della Provincia, ma ha aggiunto che anche l’ente gestore di ogni riserva svolge questo compito con tecnici faunistici laureati per contrastare comportamenti illeciti. La vigilanza quindi per l’Ac è un falso problema. Quanto ai centri di raccolta per Ravelli agevolano il controllo sui capi abbattuti che altrimenti si dovrebbe effettuare casa per casa. Avere centri in cui gli animali abbattuti si possano conservare, pesare e analizzare permette un controllo più adeguato. Inoltre se il ciclo dei freddo viene interrotto e la carne non viene trattata in un centro attrezzato diventa rapidamente non commestibile. Con i centri si potrebbe anche cedere una parte della carne di selvaggina trentina sana ad esercizi commerciali. Ravelli ha ricordato che già esistono convenzioni con macellai dotati di stabilimenti attrezzati con locali per il trattamento delle carni (come ad esempio in val Rendena). Sul ritiro del permesso di caccia il presidente di Ac ha risposto a Manica ricordando che oggi esiste un ritiro “cautelare”, quando vengono contestate infrazioni in attesa delle decisioni prese in sede giudiziarie. Se invece l’infrazione è flagrante, il ritiro è accompagnato dall’intervento della questura che sospende e in certi casi revoca il porto d’arma. La linea dell’Ac prevede l’espulsione del cacciatore che si renda responsabile di un comportamento scorretto.

Ossanna ha precisato che l'intenzione del suo ddl non è di aprire indiscriminatamente le strade forestali di tipo A, ma di permettere attività di pulizia e di tenuta del bosco o di caccia di selezione degli ungulati. E sui centri di sosta ha sottolineato che il gruppo di lavoro creato dalla Giunta lavora per un regolamento, mentre qui si propone una legge.

Alla domanda di Manica sul perché l’attuale sistema esclude l’elettorato attivo e passivo nel voto per la gestione delle riserve gli aderenti all’Unione cacciatori, Ravelli ha risposto che la legge provinciale prevede che la rappresentatività di un'organizzazione venatoria sia almeno del 5% dei cacciatori per poter garantire un'adeguata gestione delle riserve.

Sul tema il presidente Job ha preannunciato un’apposita seduta della Commissione.


Zanotelli: sui centri di raccolta deciderà il tavolo di lavoro creato dall'assessorato.


L’assessore Zanotelli ha apprezzato la sottolineatura del ruolo di tutela e controllo ambientale del cacciatore, e ha espresso perplessità sull’apertura al traffico veicolare delle strade forestali di tipo A, riservandosi di consultare su questo punto di tutti i soggetti territoriali proprietari coinvolti. Quanto ai centri di raccolta e di controllo, Zanotelli ha evidenziato il ruolo del tavolo creato dall'assessorato prima della presentazione del ddl di Ossanna per definire gli interventi della Provincia.





Dottori agronomi e forestali: il rischio è che i Comuni scarichino sulle organizzazioni dei cacciatori la responsabilità della gestione delle strade forestali.


Mirco Baldo, vicepresidente dell’Ordine, ha chiesto chiarimenti sulle convenzioni proposte dal ddl di Ossanna tra le organizzazioni venatorie e i Comuni per l’apertura delle strade forestali di tipo A al traffico veicolare dei cacciatori. Ossanna ha risposto che l’obiettivo del ddl è permettere l’attività venatoria anche ai cacciatori anziani e con problemi di deambulazione. Precisando che per i Comuni autorizzare il transito sarebbe una possibilità, non un obbligo. Possibilità che il Comune darebbe anche per permettere ai cacciatori di trasportare le attrezzature per la pulizia e la manutenzione dei boschi.

Il rischio per Baldo è che i Comuni scarichino sui cacciatori la responsabilità di gestire le strade forestali di loro competenza. Ossanna ha osservato che sarà semmai il regolamento di attuale della legge a chiarire il problema.





Associazioni animaliste e ambientaliste: sanzioni del tutto insufficienti e i due ddl sono un regalo anche delle minoranze ai cacciatori.


Ivana Sandri, presidente della sezione trentina dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa), intervenuta anche a nome della Lac (Lega per l'abolizione della caccia), ha giudicato del tutto insufficiente l’inasprimento delle sanzioni proposto dal ddl dell’assessore, che traduce in euro le multe che nel 1991 la normativa provinciale prevedeva in lire. Sanzioni e sospensioni sono molto meno pesanti di quel che servirebbe. Si tratta – ha detto – di un’evidente e "sostanziosa regalia" fatta ai cacciatori. Si cambia tutto perché tutto rimanga uguale. Enpa chiede che il sistema sanzionatorio si adegui a quello molto più severo adottato in altre regioni a statuto speciale. Le sanzioni devono inoltre risultare chiaramente aggiuntive rispetto a quelle già previste. Il ddl così com'è è bocciato in toto da Enpa e Lac, perché fa solo gli interessi di una categoria – quella dei cacciatori – mentre la Provincia dovrebbe rendersi garante di tutti i cittadini. Sandri ha ricordato anche l’imponente mobilitazione degli studenti di venerdì scorso per chiedere la difesa dell’ambiente naturale. Sandri ha poi giudicato inaccettabile anche il ddl di Ossanna che per permettere ai cacciatori il transito con veicoli a motore sulle strade forestali di tipo A, calpesta le esigenze di tutela dell’ambiente e della fauna in ragione delle quali la legge provinciale vieta oggi questa possibilità. Quanto ai centri di sosta, con il sostegno finanziario richiesto dal ddl si caricano su tutti contribuenti oneri (per la salubrità della carne degli animali abbattuti) che dovrebbero essere solo dei cacciatori. Infine per Sandri se proprio la Provincia ha soldi da spendere questi non dovrebbero andare ai cacciatori che sono un'esigua minoranza ma a sostegno delle associazioni animaliste e ambientaliste che rappresentano il sentire e i diritti della maggioranza e specialmente quelli delle generazioni future.


Adriano Pellegrini, presidente di Pan-Eppaa, ha sottolineato che per capire come l'aggiornamento delle sanzioni previsto dal ddl dell'assessore sia solo dichiarato ma non trovi alcuna corrispondenza sul piano pecuniario, basta ricordare che la moneta in Italia ha subito una perdita di valore pari all'88,04% dal 1991 (anno di introduzione della legge trentina sulla caccia) ad oggi. Le sanzioni dovrebbero essere allora adeguate inq questa misura per lasciarne inalterata l'entità nel tempo in rapporto all'illecito amministrativo commesso. Di fatto, invece, la lievitazione della pena prevista dal ddl è di circa il 20 per centro: ne consegue che le sanzioni ai cacciatori sono state ridotte del 66,4%. Pellegrini ha infine apprezzato l’abolizione della Commissione disciplinare da parte dell’attuale Giunta, "perché non serviva assolutamente a nulla”. Infine Pellegrini ha denunciato l’incostituzionalità del provvedimento proposto da Ossanna, che discrimina per il transito sulle strade forestali chi è cacciatore da chi non lo è.


Il vicepresidente di Lega Ambiente Fernando Boso ha detto di astenersi dall’esprimere il proprio parere perché sarebbe inascoltato.


Il delegato della Lipu Sergio Merz ha criticato le sanzioni previste dal ddl della Giunta perché gli importi sono troppo bassi se si considera l’inflazione. Le sanzioni andrebbero a suo avviso perlomeno raddoppiate per ottenere l’effetto deterrenza desiderato. Ridicola è per Merz la sanzione di 248 euro per chi pratica attività venatoria senza assicurazione (si pensi – ha detto – alla differenza rispetto a quella prevista per chi guida senza assicurazione). Troppo blande per la Lipu anche tutte le altre sanzioni e sospensioni del permesso di caccia. Per Merz anche il ddl di Ossanna è da bocciare in toto, perché propone solo regali ai cacciatori. "La minoranza consiliare – ha commentato – si in tal modo paladina degli interessi di una parte ristretta della popolazione che mira allo smantellamento delle biodiversità". Quelle del Patt sono suo avviso "proposte poco etiche e difendibili". "Aumentare il traffico anche sulle strade forestali significa attentare alla sopravvivenza delle specie animali anche protette".


Simone Stefani (Lav, la Lega Antivivisezione) ha apprezzato la volontà dichiarata dalla Giunta di rafforzare con il ddl dell'assessore l’impianto sanzionatorio esistente, ma osservato che servirebbe un aumento ben maggiore degli importi rispetto alle percentuali proposte. Per la Lav sarebbe anche importante utilizzare la sospensione del permesso di caccia per tutelare la vita dei boschi, degli animali e degli uomini. Per Stefani inoltre, il termine "selvaggina" usato nel ddl andrebbe sostituito con “fauna selvatica”. Quanto al ddl di Ossanna, per la Lav punta alla tutela non degli interessi più diffusi in Trentino, ma solo di quelli di una minoranza: quella dei cacciatori. Il rischio di sopravvivenza per gli animali selvatici aumenta, infatti, permettendo il transito di veicoli anche negli ambienti boschivi. La proposta di Ossanna cozza contro la necessità di sovraordinare la difesa dell’ambiente e la protezione della natura agli interessi dei cacciatori. Il "pacchetto regalo fatto dalla politica alle associazioni venatorie" con questo ddl del Patt si completa con la proposta dei centri di sosta. "Perché allora – ha concluso ironicamente Stefani – non mettere a disposizione anche di chi va a funghi nei boschi dei punti di cottura dove poterli cucinare, ma anche una doccia calda, una lavatrice e una asciugatrice dove cambiarsi per poi andare fuori a pranzo?". E ha aggiunto: "le persone nei boschi muoiono non per colpa degli animali (lupi e orsi) ma a causa degli spari".


Paccher critica gli ambientalisti. Degasperi, Manica e Coppola li difendono.


Roberto Paccher (Lega) è intervenuto per correggere le dichiarazioni a suo avviso inesatte fornite dalle associazioni. Sulle sanzioni ha detto che il punto nel ddl della Giunta non è la perdita del potere di acquisto della moneta dal 1991 ad oggi, ma l’inasprimento delle sanzioni. E ha contestato l'affermazione che i 7.000 cacciatori del Trentino siano una minoranza.

Filippo Degasperi (5 stelle) ha contestato il fatto che dei soggetti invitati per delle audizioni vengono ripresi e redarguiti da un consigliere perché l’obiettivo della consultazione è ascoltare per raccogliere osservazioni e opinioni.

Alessio Manica (Pd) ha ricordato che le sedute non hanno scopo pedagogico. e ha giudicato imbarazzante la volontà di “pettinare” gli auditi. Ha poi negato che il ddl di Ossanna sia il “colpo di coda” della maggioranza della passata legislatura. Sull’inasprimento delle sanzioni proposto dal ddl dell’assessore, Manica ha chiesto le ragioni tecniche per cui sono state quantificate e “aumentate” in questo modo.

Lucia Coppola (Futura) ha giudicato "sopra le righe, intimidatori e impropriamente giudicanti" nei confronti dei soggetti invitati all’audizione l'intervento di Paccher. e ha aggiunto di condividere in pieno le critiche rivolte dalle associazioni animaliste e ambientaliste ai due ddl. Per Coppola la Giunta ne dovrebbe tener conto "perché corrispondono al sentire della maggior parte della popolazione trentina e dei giovani in particolare", che venerdì hanno manifestato in massa per la cura del creato.

Il presidente Job ha precisato che le audizioni servono solo per ascoltare quello che i soggetti invitati hanno da dire ed eventualmente porre domande di chiarimento, e non per commentare a favore o contro. Sarà nella successiva fase dell'esame del ddl da parte della Commissione che i consiglieri potranno esprimere le loro valutazioni al riguardo.

Alex Marini (5 stelle) ha chiesto alle associazioni se i centri di sosta potrebbero facilitare e rendere più efficienti i controlli sui capi abbattuti.

Pellegrini ha risposto che i controlli post-abbattimento non sono un obbligo per i forestali. Vero è che i controlli cumulativi sarebbero agevolati dai centri di sosta, ma a suo avviso le organizzazioni venatorie possono per questo stipulare a spese loro convenzioni con macellerie evitando di chiedere contributi alla Provincia.

Ossanna ha concluso la discussione giudicando positivo il confronto con le associazioni ambientaliste e animaliste, e precisato che l’utilizzo da lui proposto delle strade forestali è per permettere ai cacciatori la cura dei boschi.






Allegati
Il documento di Pan-Eppaa
Il documento di Enpa e Lac
Il documento della Lipu
Il documento della Lav
Immagini
  • L'audizione delle organizzazioni venatorie