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07/03/2019 - In aula o in commissione

Sì del Consiglio al ricorso alla Consulta contro la legge di bilancio dello Stato

La delibera della Giunta approvata in aula con l'astensione di Futura 2018 (Ghezzi e Coppola)

Sì del Consiglio al ricorso alla Consulta contro la legge di bilancio dello Stato

In allegato, il testo oggetto della discussione

Sì del Consiglio al ricorso alla Consulta contro la legge di bilancio dello Stato

La delibera del ricorso alla Corte costituzionale contro alcuni commi dell’articolo uno della legge di bilancio di previsione dello Stato è stata approvata dal Consiglio dai consiglieri di tutti i gruppi, tranne i due esponenti di Futura che si sono astenuti.

Il Presidente Fugatti ha illustrato il contenuto ricorso alla Consulta ricordando che si tratta di questioni molto tecniche ma importanti perché intaccano la norma di salvaguardia delle prerogative dell'autonomia della Provincia. Nella sostanza i motivi del ricorso alla Corte Costituzionale contro l'articolo 1 comma 865; 866 e 857 della legge di bilancio del 2018 sono, in sintesi, due. Il primo, la Pat si oppone alla norma che impone anche alla Provincia di inserire nel contratto dei direttori generali e amministrativi, per ottenere il premio di risultato, l'obiettivo del rispetto dei pagamenti entro i termini stabiliti. Obiettivo, si specifica nella legge di bilancio, che deve valere almeno il 30% dell'intero premio. La Pat ritiene in contrasto con lo Statuto la norma, intanto perché ne è prevista l'applicazione diretta, mentre è riconosciuto alle Province autonome un lasso di tempo per adeguare le leggi ai principi statali e poi perché la Pat ha potestà esclusiva sull'organizzazione del personale e concorrente in materia di sanità. Inoltre, la Pat provvede in tutto al finanziamento della sanità "senza alcun apporto a carico del bilancio dello Stato". Autonomia sulla finanza sanitaria riconosciuta dalla giurisprudenza costituzionale. Il ricorso si oppone, di conseguenza, anche al coma 865 dell'articolo 1 della legge di bilancio, il quale impone alla Pat di riferire al Tavolo di verifica degli adempimenti regionali.

Infine, secondo punto, il ricorso promosso dalla Giunta impugna il comma 857 sempre dell'articolo 1 del bilancio perché in contrasto con il principio di ragionevolezza contenuto nell'articolo 3 della Costituzione. La norma contenuta nel bilancio dello Stato prevede pesanti sanzioni per le amministrazioni che non hanno chiesto l'anticipazione della liquidità finanziaria alle banche, operatori finanziari o alla Cassa depositi e prestiti, entro i termini previsti dalla legge di bilancio 2018 e non hanno pagato i debiti entro 15 giorni dall'erogazione dei prestiti. Norma illogica, secondo la Pat, perché obbliga anche le amministrazioni che hanno i soldi in cassa ad accedere comunque al credito semplicemente per evitare le sanzioni.


Rossi: la difesa dell'Autonomia viene prima di tutto, anche dell'appartenenza politica.


Il primo intervento è stato quello di Ugo Rossi (Patt) il quale ha detto che quando si tratta di tutelare l’autonomia lesa da una legge dello Stato l'impugnativa di fronte alla Corte è doverosa. Si spera, ha aggiunto, che sia la prima e ultima volta che si è costretti a farlo, ma ricordando anche le posizioni coerenti di Fugatti nelle altre legislature, ha detto di essere certo che la difesa dell’autonomia, sopratutto nei confronti delle finanziarie, sarà necessaria con ogni governo. Però, ha aggiunto Rossi, il ricorso contro una norma che lede l'Autonomia non è mai una questione tecnica e neppure politica ma istituzionale. Inoltre, l’impugnativa fa riferimento al patto di garanzia. Patto, ha ricordato Rossi, che fu criticato da Fugatti perché sarebbe stato pericolosa per la nostra autonomia e avrebbe portato a rischi di tipo finanziario. Come si vede, invece, oggi si dimostra il contrario. Inoltre, ha continuato l'ex presidente della Giunta, si deve rimanere allenati, perché c’è sul tavolo la legge di conversione del reddito di garanzia, su quale sono stati presentati alcuni emendamenti respinti al Senato, altri sono stati depositati alla Camera dai parlamentari sudtirolesi e da Emanuela Rossini del Patt, ma l’allarme sulla nostra competenza primaria in materia di assistenza deve scattare. Perché rinunciare all’esercizio di competenze primarie, ha aggiunto Rossi, è il primo passo verso una situazione di rischio dell’autonomia. Gravissimo sarebbe poi se venisse accolto l’emendamento della norma di salvaguardia e la Pat non l’utilizzasse, anche solo per far una legge specifica o, come Bolzano, dicendo allo Stato: tu fai il tuo sistema noi continuiamo con il nostro. Serve quindi una politica nobile, ha affermato il capogruppo Patt, quella che mette la parola Autonomia davanti a tutto e a tutti. Anche di fronte a ministri amici e capi politici.


Ghezzi: ci asteniamo perché non condividiamo l'incarico a professionisti esterni per i ricorso alla Consulta.


Paolo Ghezzi (Futura) ha ricordato che la norma è di per sé buona è giusta perché mira ad accelerare il pagamento delle pubbliche amministrazioni, si impugna quindi non per difendere l’arbitrio della pubblica amministrazione, ma perché le norme incidono sulle nostre prerogative autonomiste. Non rispetta lo Statuto su materie importanti che la stessa Corte Costituzionale riconosce spettare alla Pat. Quindi, il ricorso è giusto, ma ci si augura, ha aggiunto Ghezzi, che la stessa capacità di reazione ci sia anche sui provvedimenti governativi in materia di welfare o l’immigrazione. Il motivo del voto di astensione di Futura, ha concluso Ghezzi, è motivato dal ricorso, come hanno fatto le altre Giunte, ad un incarico esterno, anche se affidato ad un professionista del livello del professor Falcon, per la difesa di fronte alla Consulta. Un impegno, ha ricordato, di più di 23 mila euro. Non c’è dubbio, ha aggiunto il capogruppo di Futura, che Falcon rappresenti un’autorità in materia, ma sarebbe bene che questi ricorsi “fotocopia” cessassero. Inoltre, il consigliere di Futura ha invitato la Pat a coordinarsi con la Regione per risparmiare risorse e per darle un senso.


Degasperi: l'impugnativa va bene, ma il problema dei ritardi nei pagamenti c'è anche da noi.


Filippo Degasperi (5 Stelle) ha detto che la storia dei rapporti tra la nostra autonomia e governo è sempre stata accidentata, basti pensare che più di trenta sono state le impugnative nella scorsa legislatura. E ha ricordato che, prima di tutti, dovrebbe essere la delegazione parlamentare trentina a vigilare. Nello specifico, secondo Degasperi, questa norma impugnata ha un senso, anche se da l’Azienda sanitaria paga in tempo. Ma ha ricordato che, al di là della sanità, alcuni imprenditori sulla stampa hanno detto che anche in Trentino l’amministrazione non paga. Quindi, pur condividendo l'impugnativa in difesa dell'Autonomia, ha fatto presente la necessità di intervenite sul fronte dei pagamenti. Infine, l'esponente di 5 Stelle, ha ricordato che la scorsa legislatura queste impugnative sono diventate spesso costose grida manzoniane, perché, anche a motivo di un rapporto privilegiato col governo, la Giunta decise di ritirarle. Si spera, quindi, ha concluso, che anche questa Giunta non faccia altrettanto.


Tonini: ci auguriamo la stessa attenzione nei confronti del reddito di cittadinanza e della legge sui vaccini.


Giorgio Tonini (Pd) ha detto che l’impugnativa è in questo caso doverosa. Quasi ogni legge di bilancio, per la complessità del testo, per ignoranza in buona fede dell’amministrazione dello Stato, qualche volta per malizia politica, inevitabilmente entra a gamba tesa nelle prerogative dell’Autonomia. Quindi, gli uffici della Pat tengono le orecchie dritte, avvertono i parlamentar, ma molte volte gli emendamenti presentati non passano o vengono travolti dalla complessità del testo e allora non c’è altra strada dell’impugnativa, che rappresenta, appunto, un dovere. Ma ha anche ricordato che col governo ci può essere anche una trattativa e si può arrivare ad un accordo e al ritiro dell’impugnativa. Nello specifico questo ricorso non sembra certo mosso dalla volontà della Giunta Fugatti di prendere le distanze dal governo nazionale, ma rappresenta un atto dovuto. Ci si augura, ha concluso Tonini, che analoga attenzione venga riservata al tema del welfare. E, per il reddito di garanzia, la Giunta avrebbe dovuto aspettare la conclusione dell’iter parlamentare del decreto, invece si è voluto inserirlo nella variazione di bilancio con risultato che ora ci si ritrova con un problema di raccordo con le misure di assistenza provinciali. C’è poi il problema della legge sui vaccini all’orizzonte, e c’è il rischio che il risultato del Trentino, che ha raggiunto la cosiddetta copertura di gregge, venga intaccato. Una copertura, ha ricordato, che va a favore dei bambini più deboli, quelli che non possono vaccinarsi. Su questo tema Tonini ha ricordato la notizia della classe che si è vaccinata contro tutte le malattie per permettere ad un bambino uscito dalla leucemia di rientrare un classe. Infine, il capogruppo Pd ha detto che sui ricorsi non si può andare al risparmio. Sarebbe, al contrario, criticabile rischiare di perdere per risparmiare sulle consulenze.


Cia: una bella pagina per la nostra Autonomia.


Claudio Cia di Agire ha detto che quella di oggi è una bella pagina per l’Autonomia perché questo governo provinciale dimostra di saper anteporre la difesa dell'Autonomia all’amicizia del governo nazionale. Si dimostra, ha affernato, che quando sono messe in discussione le prerogative dell’Autonomia la Giunta c’è. Una risposta anche alle accuse di sottomissione a Roma, venute dalla minoranza sul reddito di cittadinanza. Cia ha ricordato che col governo Rossi le impugnative furono 37, un numero che dimostra che i governi nazionali di centro sinistra hanno costantemente insidiato l’Autonomia. Infine, Cia ha ricordato che la Pat è riuscita a ottenere il riconoscimento di 220 milioni dal governo nazionale per il maltempo; soldi che verranno gestiti per progetti promossi e valutati dalla Provincia. Anche questo un segnale importante che smentisce gli allarmi per la nostra autonomia.


Dalzocchio: Fugatti dimostra la massima attenzione nella difesa dell'Autonomia.


Mara Dalzocchio (Lega), appoggiando in pieno l’impugnativa, ha sottolineato la volontà della Giunta a guida legista di porre la massima attenzione alla difesa dell’autonomia. Una difesa che svela le bugie che sono state dette. Il ricorso non sarà l’ultimo, ha aggiunto, perché la Giunta Fugatti ci sarà sempre su questo fronte. Sul piano del reddito di garanzia ha ricordato, inoltre, che la Giunta Rossi non fece un ricorso contro il Rei.


Savoi: la Giunta dimostra anche in questo caso che prima di tutto vengono i trentini.


Alessandro Savoi (Lega) ha affermato, rivolgendosi a Rossi, che la Lega ha nel cuore l’Autonomia che si basa sul "prima di tutto vengono i trentini". Non a caso è stata fatta la norma sul reddito di cittadinanza, perché la linea è quella di difendere sempre gli interessi dei trentini. Il ricorso alla Consulta, ha aggiunto, si deve fare anche se c’è il governo amico, nel quale non c’è il capo ma il capitano della Lega. Sul tema sollevato da Ghezzi della necessità di risparmio sulle consulenze, Savoi ha detto che, nel massimo rispetto dell’avvocatura della Pat, è inevitabile rivolgersi ad illustri giuristi per la difesa.


Olivi: la convenzione del Rei venne inserita nel decreto del Governo.


Alessandro Olivi (Pd) rivolgendosi a Mara Dalzocchio ha affermato che appare strano che dalla maggioranza ci si rivolga ai banchi di minoranza anche quando questa condivide le scelte della Giunta. Poi ha precisati che quando il Consiglio dei ministri presentò il decreto istitutivo del Rei, in seguito ad una trattativa, venne inserita la convenzione con la Pat e la Provincia di Bolzano.


Fugatti: nonostante le critiche i 220 milioni per i danni del maltempo sono arrivati.


Il Presidente Fugatti, infine, ha dato atto all’opposizione di aver condiviso il provvedimento, ma ha ricordato anche le critiche alle quali il suo governo è stato sottoposto; sull’election day perché il decreto non arrivava; sull’A22 e poi, ha detto, tra alti e bassi, con l’impugnativa non facile della delibera del Cipe, la situazione si è sistemata e se, salvo sorprese, le cose vanno in porto, ha aggiunto, rimarrebbe l’A22 pubblica. Quindi, un risultato tutt'altro che trascurabile. Fugatti ha ricordato di essere stato deriso sul tema della clausola sull’invarianza finanziaria sulla Flat Tax che non è passata, ma, ha aggiunto, quando era Renzi ad abbassare le tasse nessuno chiese la clausola di salvaguardia. Sul maltempo la Giunta è stata punzecchiata sui soldi che non arrivavano e alla fine sono arrivati 220 milioni. Una notizia, ha fatto notare, che il tg della Rai ha dato come quarta e senza citarla nei titoli. I soldi, ha ricordato il Presidente, sono arrivati anche perché gli uffici Pat hanno dato tutti i dati alla Protezione civile dimostrando che i danni ci sono stati e che siamo in grado di intervenire. Infine, Fugatti ha ricordato che c’’è il problema dei medici che non si trovano e quindi ha chiesto di non aggravare la situazione mettendo in croce i professionisti. Sulle spese per le consulenze per gli avvocati nei ricorsi alla Consulta, infine, è evidente che ci si deve rivolgere alle persone del giusto peso.

Filippo Degasperi, per fatto personale, ha detto di non aver mai intaccato la professionalità dei medici, ma di aver detto che, di fronte ad attese lunghissime, alcuni medici esercitano privatamente in ospedali di altre regioni. Stabilito questo, ha concluso, ci sarà il tempo di parlare di competenza e di furbizia di qualche operatore.


Le dichiarazioni di voto.


In dichiarazione di voto Tonini ha chiesto se, adesso che le risorse sul maltempo ci sono, verranno ripristinati gli investimenti tagliati. Ed ha ricordato che senza investimenti il Trentino si ferma e se ci si mette a creare reddito senza lavoro, come fa il governo nazionale, anche per noi si mette male.

Ugo Rossi, anche lui ribadendo il voto favorevole, ha però precisato che sotto il profilo giuridico il Patto di stabilità è stato riconosciuto dalla Corte costituzionale come immodificabile dallo Stato perché è stata inserita una clausola che prevede una sorta di automaticità che consente allo Stato di stabilire fino ad un massimo il sacrificio chiesto all’Autonomia per il risanamento dei conti statali. Una norma criticata, ma che, ha detto ancora, va riconosciuta come una dei maggiori risultati della scorsa legislatura. L’ex presidente della Giunta ha infine fatto i complimenti per i soldi che pare arrivino per i danni del maltempo, ma ha ricordato che il momento in cui sapremo se i soldi ci sono davvero sarà il via libera della ragioneria all’inserimento nel nostro bilancio delle cifre. Soldi, ha aggiunto, che sono su tre anni ma per i prossimi due sul bilancio dello Stato pende un grande punto di domanda causato dall’instabilità politica e dai 25 miliardi delle clausole sull’Iva volute dai governi precedenti. Insomma, Rossi ha detto che i 220 milioni possono essere a rischio perché siamo di fronte ad un creditore appesantito da troppi punti interrogativi.

Alex Marini (5 Stelle) ha ricordato, rivolgendosi a Tonini, che il governo nazionale ha messo a disposizione alla Pat 7 milioni per i comuni sotto i 20 mila abitanti e sono stati erogati 220 milioni per il maltempo indispensabili per far fronte all’emergenza. Il reddito di cittadinanza, inoltre, deriva dal fatto che i diritti dei lavoratori sono venuti meno e serve a far fronte alla flessibilità del lavoro. Un maggior tasso di inclusione, inoltre, coincide anche con una maggiore performance economica. Sulle spese per l’affidamento a Falcon, ha detto infine, è comprensibile la necessità di affidarsi a persone preparate, ma va anche preso in considerazione il principio di rotazione degli incarichi ed è condivisibile la proposta fatta da Ghezzi di condividere le spese con la Regione e Bolzano.

Allegati
La delibera della Giunta