La Commissione sui danni causati dal maltempo ha ascoltato una studiosa e il Comune di Sella Giudicarie
La geografa Dai Prà: ripristino con il contributo scientifico del Centro studi e documentazione di Rovereto
Palazzo Alberti a Rovereto. In allegato, le slide presentate dalla professoressa durante l'audizione

Con
le audizioni della professoressa Elena Dai Prà, docente di geografia
presso il dipartimento di lettere e filosofia dell’Università di
Trento (che ha richiamato all'importanza della cartografia storica e
degli studi scientifici ai fini di un ripristino sostenibile dei
boschi), e del Comune di Sella Giudicarie (che con un'ordinanza ha
permesso l'immediato intervento di messa in sicurezza del territorio
dopo la tempesta), la Commissione speciale di studio sui danni da
maltempo presieduta da Ivano Job (Lega) ha concluso stamane le
consultazioni dei "soggetti esterni" in merito alle
conseguenze dell’eccezionale perturbazione che ha colpito anche il
nostro territorio a fine ottobre e alle relative misure di
intervento. A conclusione di questa fase dei lavori dell'organismo,
il 25 marzo è previsto il confronto con il presidente della
Provincia Fugatti e gli assessori Zanotelli e Tonina, competenti
sulle questioni di cui si la Commissione si occupa.
Dai
Prà: fondamentale la geografia storica per la gestione sostenibile
del territorio.
La
docente ha evidenziato l'importanza della conoscenza delle fonti
geografico-storiche per poter progettare e realizzare un adeguato
ripristino ambientale e per una adeguata gestione delle risorse
ambientali, anche e soprattutto dopo un disastro come quello accaduto
nell'autunno scorso. "Le cartografie del passato – ha spiegato
Dai Prà – ha un prezioso ruolo programmatico a servizio della
pianificazione territoriale sostenibile in termini di destinazione
d'uso, tutela e prevenzione del rischio ambientale e antropico".
La studiosa ha portato vari esempi che dimostrano e documentano con i
fatti quest'assunto. Come nel caso delle fonti cartografiche
utilizzate per la pianificazione territoriale sostenibile del bacino
del Fersina. Sono emerse dagli archivi carte forestali importanti
recentemente utilizzate per la riapertura dell’Orrido di Ponte
Alto. O come nel caso della cartografia risultata determinante per il
progetto di ricerca riguardante la ridefinizione dei confini fra il
Trentino, il Veneto, la Lombardia e l'Alto Adige. Lo studio ha
permesso di correggere le mappe attuali sulla base di quelle del
passato. E tutto questo in collaborazione con il catasto. La
Provincia di Bolzano ha recentemente studio per arrivare a definire,
sulla base dei cambiamenti del corso del fiume Adige avvenuti negli
ultimi 200 anni, un’analisi predittiva del rischio idrogeologico.
Dai Prà ha riassunto anche, in termini esemplificativi, il progetto
in corso intitolato "Gestoria, storia del paesaggio e geografia
storica urbana di Rovereto e della Vallagarina".
Il
Centro studi in corso di allestimento a Rovereto.
Ma
la professoressa ha sottolineato in particolare il valore del
protocollo d’intesa sottoscritto nel settembre 2018 per un accordo
quadro tra Università di Trento, Provincia e Comune di Rovereto
finalizzato alla realizzazione, ormai prossima, di un Centro studi e
documentazione geo-cartografico. Il Centro, che avrà sede a Rovereto
ed è in fase di allestimento a Palazzo Alberti, promuoverà lo
studio scientifico storico-geografico, l'acquisizione in formato
digitale, la catalogazione e la classificazione tematica di documenti
cartografici storici relativi al territorio provinciale, regionale e
peri-regionale sostenendo la valorizzazione e la divulgazione di
questo patrimonio. E permetterà a professionisti e tecnici la
consultazione di preziosi documenti cartografici e fotografici,
mettendo così le competenze scientifiche della geografica storica a
servizio del territorio per la gestione del patrimonio paesaggistico,
culturale e ambientale provinciale, regionale e interregionale.
Sbagliato
pensare di abbandonare il bosco a se stesso.
La
docente ha poi sottolineato il fatto che quando si ragiona di
eco-sistemi forestali e di boschi si immagina che queste realtà
siano frutto di una natura incontaminati alla quale occorra lasciare
fare il suo corso. "Nulla di più sbagliato", ha osservato
ricordando come la rivista scientifica internazionale "Nature"
abbia evidenziato che l’ecosistema ambientale e le risorse
forestali sono fortemente condizionate dalla presenza e
dall’intervento dell'uomo. Si può infatti agevolmente constatare
dalle carte che nel corso della storia il territorio e i boschi anche
del Trentino hanno subito la grande influenza delle pratiche rurali e
delle forme di accesso e di proprietà. Insomma, dalla conoscenza
delle pratiche antiche di gestione del patrimonio boschivo si possono
ricavare indicazioni anche per la gestione attuale e il ripristino
del territorio e dei boschi dopo il disastro accaduto alla fine
dell’ottobre scorso. Per immaginare interventi di ripristino è
indispensabile conoscere la storia della gestione del bosco. Molto
importante è anche saper gestire il sottobosco. In Trentino, ha
aggiunto Dai Prà, è ancora in uso il catasto asburgico, che
costituisce una ricca fonte di dati sulle caratteristiche del nostro
patrimonio boschivo e i confini con il suolo produttivo. Vi sono
inoltre fonti testuali normative come gli statuti e saggi di
statistica forestale che mostrano com’era gestito il bosco e quali
regole ne disciplinavano l’accesso e l’uso. E infine vi sono le
ricognizioni pratiche effettuate sul terreno dai geografi storici
alla ricerca delle tracce dei boschi e delle foreste ancora sul
posto.
La
proposta: dal Centro di Rovereto parta un progetto per
la gestione sostenibile dei boschi trentini dopo il disastro
dell'ottobre scorso.
La
studiosa ha messo in luce la possibilità di ricostruire il sistema
di gestione delle risorse forestali, il sistema di accesso, proprietà
e possesso delle risorse forestali, individuare le pratiche rurali
che nei secoli hanno interessato il bosco, per valutare e decidere
quali interventi sostenibili attuare per la futura tutela del
territorio. Diversamente, ha avvertito Dai Prà, spiegato, il rischio
è andare incontro a conseguenze negative conseguenti ad eventi meteo
come la tempesta Vaia. Lasciare che la natura riprenda il suo corso
abbandonando il bosco a se stesso, ha ribadito, è un grave errore.
Il bosco va governato in modo oculato per non ridurre la biodiversità
ed evitare di esporre il territorio allo stress idrico, per abbassare
il rischio idrogeologico (derivante dalla scarsa pulizia del
sottobosco, dalla trascuratezza dei fossi e dei corsi d’acqua,
dalla maggiore vulnerabilità del suolo non pascolato, ecc.) e perché
non aumenti il rischio di incendi. Dai Prà ha concluso con
l'auspicio che all’interno del Centro studi e documentazione
geo-cartografico di Rovereto possa partire un progetto mirato di
gestione sostenibile dei boschi trentini dopo la calamità
dell’ottobre scorso.
Gli
interventi dei consiglieri. Sì alla collaborazione per il progetto
di ripristino.
Lucia
Coppola (Futura) ha giudicato di grande interesse il contributo della
docente e auspicato che le competenze e conoscenze presentate oggi
vengano messe a frutto dall’attuale governo provinciale per una
programmazione efficace della gestione del territorio. Giusto a suo
avviso collocare a Rovereto la sede del Centro studi.
Dai
Prà ha precisato che il Comune di Rovereto ha fortemente voluto
ospitare la sede del Centro studi la cui attività costerà circa
100.000 euro. Si tratta di un esempio virtuoso di ricerca applicata a
servizio di tutto il territorio del Trentino dal momento che la
Provincia sosterrà economicamente il Centro.
Alex
Marini (5 stelle), "affascinato" dalla relazione della
docente ha chiesto che rapporti vi sono tra questi studi
storico-geografici e le Asuc del Trentino, da sempre protagoniste
della gestione dei territori e custodi delle antiche Carte di Regola.
Sarebbe a suo avviso importante per le Asuc avere un supporto
scientifico e tecnico.
Dai
Prà ha osservato che nella costruzione del Centro studi si è già
pensato a una serie di partnership che comprenda anche le Asuc. ed ha
auspicato l'attivazione di questa collaborazione dato il valore che
la conoscenza degli Usi Civici riveste. Esiste comunque presso
l'università di Trento un Centro studi ("Nervi") sugli Usi
Civici e la Provincia potrebbe impegnarsi a promuover un convegno
sull’argomento.
Gianluca
Cavada (Lega) ha ribadito l’importanza di conoscere la cartografia
del passato anche per evitare una gestione sbagliata dei corsi
d’acqua e in particolare dell’Adige, che avrebbe bisogno di casse
di espansione per tutelare l’ecosistema.
Dai
Prà ha ricordato che lo studio sul fiume Adige si è basato sulle
carte dei Seicento e grazie all’opera meritoria degli Asburgo è
stato possibile evitare che il corso d’acqua danneggiasse gli
agricoltori. E ha confermato che oggi il fiume Adige scorre in un
alveo troppo angusto ed è quindi "strangolato" rispetto
alle potenzialità della sua portata. Le carte storiche mostrano che
il fiume Adige tende dilagare e a creare isole. Poi vi è il problema
della gestione, oggi troppo segmentata dal punto di vista delle
amministrazioni coinvolte, mentre il fiume andrebbe gestito insieme
da Bolzano, Trento, Verona e Venezia. In assenza di questa
collaborazione anche l’autorità di bacino dell’Adige purtroppo
oggi non funziona. Da Salorno in giù esiste un problema di gestione
congiunta.
Il
presidente Job ha chiesto se negli archivi di Dai Prà vi sono
documenti cartografici che mostrino almeno alcune parti dei 20.000
ettari di territorio interessati dal disastro ambientale di fine
ottobre. Dai Prà ha risposto che sulla base di una richiesta
specifica della Commissione si potrà cercare la documentazione che
interessa l'organismo.
Vanessa
Masè (Civica Trentina) ha apprezzato l'approccio della docente ad
una geografia intesa non come accumulo di nozioni (come accade nelle
scuole) ma come capacità di osservare e conoscere il territorio
comprendendo l'influenza dell’uomo per poter definire modelli
predittivi. Nel nostro passato – ha osservato – il territorio era
molto più conosciuto di oggi e per questo il nascente Centro studi
sarà molto prezioso.
Dai
Prà ha concluso esprimendo la convinzione che quest'incontro con la
Commissione speciale del Consiglio sia un’ottima occasione per far
conoscere il valore della geografia storica che coinvolge
trasversalmente più settori: ambiente, urbanistica, pianificazione,
edificazione, paesaggio. Il futuro Centro studi di Rovereto
collaborerà volentieri con la Provincia per il futuro governo del
territorio.
Il
Comune di Sella Giudicarie, esempio di gestione tempestiva dell'emergenza.
La
Commissione ha poi ascoltato Franco Bazzoli, sindaco del Per
il Comune di Sella Giudicarie, il cui territorio boschivo è stato
tra i più colpiti dall’ondata di maltempo di fine ottobre. "Siamo
subito intervenuti per ripristinare la funzionalità di alcune aree e
strade che sono state rimesse in sicurezza. Abbiamo collaborato con
la Forestale per definire immediatamente le priorità di intervento
da realizzare con un'apposita ordinanza comunale giustificata dalla
domma urgenza. La prima ha riguardato la viabilità da liberare al
più presto da 6-7000 metri cubi di legname a terra. Nel nostro
territorio sono stati schiantati circa 20.000 metri cubi di legname e
sono più di 20 le aree danneggiate dalla tempesta. Ancor oggi stiamo
cercando di liberare la strada di accesso alla presa dell’acquedotto,
non ancora percorribile. Il legname è stato venduto a 20 euro al
metro cubo ma il nostro obiettivo è stato ed è la completa messa in
sicurezza dei lotti e l'agibilità delle strade. Due malghe non sono
ancora raggiungibili, per cui puntiamo alla riapertura di queste
strutture prima dell’estate".
Job
ha chiesto se a subire danni oltre al bosco sono state anche
strutture pubbliche e private. Il tecnico del Comune di Sella
Giudicarie Marco Salvadori ha risposto che i danni principali
sono stati lo sradicamento delle piante cadute sulle strade. Per
questo il comune ha provveduto subito alla pulizia e al ripristino di
queste arterie e allo stoccaggio delle piante. La presa
dell’acquedotto a servizio della val di Breguzzo ha richiesto un
appalto e il progetto di intervento sarà completamente attuato nel
corso della primavera anche sulla base di un'apposita perizia
geologica. Sono già stati spesi 40.000 euro per i primi intervento
di pulizia e ripristino, ma ne occorreranno ancora circa 42.000 per
l’accesso alla presa e alla vasca dell’acquedotto.
Massimo
Valenti, consigliere delegato, ha segnalato che il danno dovuto
agli schianti è stimabile in circa 400.000 euro. e ha aggiunto che
sono stati già venduti alcuni lotti e ora il Comune si sta muovendo
per completare l’operazione. Quanto all’esbosco, il lavoro è
partito per la messa in sicurezza delle strade forestali. Ha
ricordato la possibilità non solo per i privati ma anche per i
Comuni di presentare alla Provincia la domanda di contributo che si
può trovare nel sito compilando l'apposito modulo per il ripristino
dei danni causati ai beni dell'amministrazione.
Il
presidente Job ha chiesto al sindaco le ragione per cui il Comune di
Sella Giudicarie non ha adottato il sistema di vendita del legname
proposto dal Bim del Chiese. Il sindaco Bazzoli ha risposto che il
progetto del Bim, dal momento che mirava ad includere anche Asuc,
sarebbe andato troppo per le lunghe. "Il Comune – ha spiegato
– ha preferito attenersi alle priorità indicate dalla Forestale, a
partire dall'intervento sulle strade comunali la cui messa in
sicurezza giustificava ampiamente un'ordinanza per motivi di "somma
urgenza". Gli interventi sono stati tutti concordati con la
Forestale. Inoltre, ha proseguito il sindaco, l’evento calamitoso
ha causato un eccesso di richieste rivolte alle ditte locali
specializzate. Per questo era necessario che il Comune chiedesse
subito a queste ditte di occuparsi dell'intervento sospendendo le
altre attività. I lavori sono tutt'ora in corso per i primi 4.000
metri cubi di legname. Abbiamo quindi agito autonomamente per due
ragioni: la necessità di rimettere subito in sicurezza il territorio
e le strade visto il pericolo dovuto agli schianti; e l'utilizzo
delle ditte locali. "Questa nostra tempestività – ha
ricordato il sindaco – è stata molto apprezzata. Ora ci stiamo
avvicinando alla seconda fase dell’intervento". Certo, ha
aggiunto, i pompieri sono intervenuti subito per l’emergenza, ma
poi è stata necessaria un’apposita ordinanza per la messa in
sicurezza del territorio. Il sindaco ha sottolineato infine che ad
oggi "il Bim del Chiese non ha ancora avviato gli interventi
mentre noi stiamo già concludendo la priorità uno indicata per il
nostro lotto. Intervento che era urgente anche perché nella val di
Breguzzo e Bondone vi sono strutture di servizio importanti per
l’intero territorio".
Sollecitato
da una domanda di Rossi, Bazzoli ha evidenziato che sono stati 65.000
gli schianti totali rilevati nella valle del Chiese, circa un terzo
dei quali nel Comune di Sella Giudicarie. Job ha fatto notare le
differenze esistenti fra i territori del Trentino sia in termini di
qualità del legname sia di accessibilità dei boschi.
Per
la vendita del legname Valenti ha detto che probabilmente le
trattative saranno al ribasso, anche perché una parte è rovinato
dallo schianto. Per questo il Comune ha ritenuto opportuno
privilegiare per gli interventi il criterio della messa in sicurezza
del territorio. Ha poi riferito di tre segnalazioni di privati
riguardanti danni subiti dalle loro proprietà (due case a monte e
una frana per fuoriuscita di acque).
Alex Marini
(5 stelle) ha ricordato di aver chiesto lui l'audizione del Comune di
Sella Giudicarie. Audizione apprezzata perché ha permesso di
chiarire le ragioni che hanno indotto il l'amministrazione di Sella
Giudicarie a non partecipare al sistema di vendita del legname
proposto dal Bim del Chiese. Un caso, questo, interessante anche per
altri Comuni del Trentino. la priorità è stata infatti accordata
più alla messa in sicurezza del territorio che non all’introito
derivante dalla vendita del legname. Il secondo problema citato da
Marini sembrava rappresentato dagli impedimenti burocratici, ma anche
qui il Comune ha saputo intervenire tempestivamente e bene, entro 5
giorni con il coinvolgimento immediato delle ditte locali.
Anche
Rossi ha apprezzato la testimonianza del Comune, che dimostra come
gli approcci all'emergenza non siano e non possano essere identici
ovunque. Si può procedere lentamente dove il legname ha un certo
valore e in un modo diverso dove ne ha un altro. In quest'ultimo caso
gli interventi andavano realizzati subito per la messa in in
sicurezza immediata del territorio. Ecco perché secondo Rossi nei
Comuni come questo la Provincia potrà prevedere dei contributi che
indennizzino le amministrazioni e le Asuc che si sono immediatamente
attivate. Anche per questa ragione, ha concluso, sarebbe stata utile
la presenza dell’assessore Zanotelli e dei suoi dirigenti.
Il
presidente Job ha ricordato che prima del disastro di fine ottobre
era difficile che la Forestale permettesse il taglio di piante anche
lungo le strade e i sentieri, mentre oggi il rischio è che si passi
all’estremo opposto. Per questo, ha osservato, sarà il Comune a
dover garantire il giusto equilibrio nel taglio delle piante rimaste
in piedi.
Vanessa
Masè ha osservato che anche dal punto di vista del mondo
assicurativo, dal quale lei proviene, sarà importante tener conto in
termini di programmazione della possibilità che eventi meteo di
questa intensità potranno ripetersi nel prossimo futuro.
Il
sindaco ha aggiunto che se i danni dovuti a questo evento non sono
stati superiori a quel che è accaduto, è grazie alla manutenzione
fatta in passato dalla Provincia. "Siamo quindi orgogliosi di
essere trentini", ha concluso.