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07/03/2019 - In aula o in commissione

La geografa Dai Prà: ripristino con il contributo scientifico del Centro studi e documentazione di Rovereto

La Commissione sui danni causati dal maltempo ha ascoltato una studiosa e il Comune di Sella Giudicarie

La geografa Dai Prà: ripristino con il contributo scientifico del Centro studi e documentazione di Rovereto

Palazzo Alberti a Rovereto. In allegato, le slide presentate dalla professoressa durante l'audizione

La geografa Dai Prà: ripristino con il contributo scientifico del Centro studi e documentazione di Rovereto

Con le audizioni della professoressa Elena Dai Prà, docente di geografia presso il dipartimento di lettere e filosofia dell’Università di Trento (che ha richiamato all'importanza della cartografia storica e degli studi scientifici ai fini di un ripristino sostenibile dei boschi), e del Comune di Sella Giudicarie (che con un'ordinanza ha permesso l'immediato intervento di messa in sicurezza del territorio dopo la tempesta), la Commissione speciale di studio sui danni da maltempo presieduta da Ivano Job (Lega) ha concluso stamane le consultazioni dei "soggetti esterni" in merito alle conseguenze dell’eccezionale perturbazione che ha colpito anche il nostro territorio a fine ottobre e alle relative misure di intervento. A conclusione di questa fase dei lavori dell'organismo, il 25 marzo è previsto il confronto con il presidente della Provincia Fugatti e gli assessori Zanotelli e Tonina, competenti sulle questioni di cui si la Commissione si occupa.


Dai Prà: fondamentale la geografia storica per la gestione sostenibile del territorio.

La docente ha evidenziato l'importanza della conoscenza delle fonti geografico-storiche per poter progettare e realizzare un adeguato ripristino ambientale e per una adeguata gestione delle risorse ambientali, anche e soprattutto dopo un disastro come quello accaduto nell'autunno scorso. "Le cartografie del passato – ha spiegato Dai Prà – ha un prezioso ruolo programmatico a servizio della pianificazione territoriale sostenibile in termini di destinazione d'uso, tutela e prevenzione del rischio ambientale e antropico". La studiosa ha portato vari esempi che dimostrano e documentano con i fatti quest'assunto. Come nel caso delle fonti cartografiche utilizzate per la pianificazione territoriale sostenibile del bacino del Fersina. Sono emerse dagli archivi carte forestali importanti recentemente utilizzate per la riapertura dell’Orrido di Ponte Alto. O come nel caso della cartografia risultata determinante per il progetto di ricerca riguardante la ridefinizione dei confini fra il Trentino, il Veneto, la Lombardia e l'Alto Adige. Lo studio ha permesso di correggere le mappe attuali sulla base di quelle del passato. E tutto questo in collaborazione con il catasto. La Provincia di Bolzano ha recentemente studio per arrivare a definire, sulla base dei cambiamenti del corso del fiume Adige avvenuti negli ultimi 200 anni, un’analisi predittiva del rischio idrogeologico. Dai Prà ha riassunto anche, in termini esemplificativi, il progetto in corso intitolato "Gestoria, storia del paesaggio e geografia storica urbana di Rovereto e della Vallagarina".


Il Centro studi in corso di allestimento a Rovereto.

Ma la professoressa ha sottolineato in particolare il valore del protocollo d’intesa sottoscritto nel settembre 2018 per un accordo quadro tra Università di Trento, Provincia e Comune di Rovereto finalizzato alla realizzazione, ormai prossima, di un Centro studi e documentazione geo-cartografico. Il Centro, che avrà sede a Rovereto ed è in fase di allestimento a Palazzo Alberti, promuoverà lo studio scientifico storico-geografico, l'acquisizione in formato digitale, la catalogazione e la classificazione tematica di documenti cartografici storici relativi al territorio provinciale, regionale e peri-regionale sostenendo la valorizzazione e la divulgazione di questo patrimonio. E permetterà a professionisti e tecnici la consultazione di preziosi documenti cartografici e fotografici, mettendo così le competenze scientifiche della geografica storica a servizio del territorio per la gestione del patrimonio paesaggistico, culturale e ambientale provinciale, regionale e interregionale.


Sbagliato pensare di abbandonare il bosco a se stesso.

La docente ha poi sottolineato il fatto che quando si ragiona di eco-sistemi forestali e di boschi si immagina che queste realtà siano frutto di una natura incontaminati alla quale occorra lasciare fare il suo corso. "Nulla di più sbagliato", ha osservato ricordando come la rivista scientifica internazionale "Nature" abbia evidenziato che l’ecosistema ambientale e le risorse forestali sono fortemente condizionate dalla presenza e dall’intervento dell'uomo. Si può infatti agevolmente constatare dalle carte che nel corso della storia il territorio e i boschi anche del Trentino hanno subito la grande influenza delle pratiche rurali e delle forme di accesso e di proprietà. Insomma, dalla conoscenza delle pratiche antiche di gestione del patrimonio boschivo si possono ricavare indicazioni anche per la gestione attuale e il ripristino del territorio e dei boschi dopo il disastro accaduto alla fine dell’ottobre scorso. Per immaginare interventi di ripristino è indispensabile conoscere la storia della gestione del bosco. Molto importante è anche saper gestire il sottobosco. In Trentino, ha aggiunto Dai Prà, è ancora in uso il catasto asburgico, che costituisce una ricca fonte di dati sulle caratteristiche del nostro patrimonio boschivo e i confini con il suolo produttivo. Vi sono inoltre fonti testuali normative come gli statuti e saggi di statistica forestale che mostrano com’era gestito il bosco e quali regole ne disciplinavano l’accesso e l’uso. E infine vi sono le ricognizioni pratiche effettuate sul terreno dai geografi storici alla ricerca delle tracce dei boschi e delle foreste ancora sul posto.


La proposta: dal Centro di Rovereto parta un progetto per la gestione sostenibile dei boschi trentini dopo il disastro dell'ottobre scorso.

La studiosa ha messo in luce la possibilità di ricostruire il sistema di gestione delle risorse forestali, il sistema di accesso, proprietà e possesso delle risorse forestali, individuare le pratiche rurali che nei secoli hanno interessato il bosco, per valutare e decidere quali interventi sostenibili attuare per la futura tutela del territorio. Diversamente, ha avvertito Dai Prà, spiegato, il rischio è andare incontro a conseguenze negative conseguenti ad eventi meteo come la tempesta Vaia. Lasciare che la natura riprenda il suo corso abbandonando il bosco a se stesso, ha ribadito, è un grave errore. Il bosco va governato in modo oculato per non ridurre la biodiversità ed evitare di esporre il territorio allo stress idrico, per abbassare il rischio idrogeologico (derivante dalla scarsa pulizia del sottobosco, dalla trascuratezza dei fossi e dei corsi d’acqua, dalla maggiore vulnerabilità del suolo non pascolato, ecc.) e perché non aumenti il rischio di incendi. Dai Prà ha concluso con l'auspicio che all’interno del Centro studi e documentazione geo-cartografico di Rovereto possa partire un progetto mirato di gestione sostenibile dei boschi trentini dopo la calamità dell’ottobre scorso.


Gli interventi dei consiglieri. Sì alla collaborazione per il progetto di ripristino.

Lucia Coppola (Futura) ha giudicato di grande interesse il contributo della docente e auspicato che le competenze e conoscenze presentate oggi vengano messe a frutto dall’attuale governo provinciale per una programmazione efficace della gestione del territorio. Giusto a suo avviso collocare a Rovereto la sede del Centro studi.

Dai Prà ha precisato che il Comune di Rovereto ha fortemente voluto ospitare la sede del Centro studi la cui attività costerà circa 100.000 euro. Si tratta di un esempio virtuoso di ricerca applicata a servizio di tutto il territorio del Trentino dal momento che la Provincia sosterrà economicamente il Centro.

Alex Marini (5 stelle), "affascinato" dalla relazione della docente ha chiesto che rapporti vi sono tra questi studi storico-geografici e le Asuc del Trentino, da sempre protagoniste della gestione dei territori e custodi delle antiche Carte di Regola. Sarebbe a suo avviso importante per le Asuc avere un supporto scientifico e tecnico.

Dai Prà ha osservato che nella costruzione del Centro studi si è già pensato a una serie di partnership che comprenda anche le Asuc. ed ha auspicato l'attivazione di questa collaborazione dato il valore che la conoscenza degli Usi Civici riveste. Esiste comunque presso l'università di Trento un Centro studi ("Nervi") sugli Usi Civici e la Provincia potrebbe impegnarsi a promuover un convegno sull’argomento.

Gianluca Cavada (Lega) ha ribadito l’importanza di conoscere la cartografia del passato anche per evitare una gestione sbagliata dei corsi d’acqua e in particolare dell’Adige, che avrebbe bisogno di casse di espansione per tutelare l’ecosistema.

Dai Prà ha ricordato che lo studio sul fiume Adige si è basato sulle carte dei Seicento e grazie all’opera meritoria degli Asburgo è stato possibile evitare che il corso d’acqua danneggiasse gli agricoltori. E ha confermato che oggi il fiume Adige scorre in un alveo troppo angusto ed è quindi "strangolato" rispetto alle potenzialità della sua portata. Le carte storiche mostrano che il fiume Adige tende dilagare e a creare isole. Poi vi è il problema della gestione, oggi troppo segmentata dal punto di vista delle amministrazioni coinvolte, mentre il fiume andrebbe gestito insieme da Bolzano, Trento, Verona e Venezia. In assenza di questa collaborazione anche l’autorità di bacino dell’Adige purtroppo oggi non funziona. Da Salorno in giù esiste un problema di gestione congiunta.

Il presidente Job ha chiesto se negli archivi di Dai Prà vi sono documenti cartografici che mostrino almeno alcune parti dei 20.000 ettari di territorio interessati dal disastro ambientale di fine ottobre. Dai Prà ha risposto che sulla base di una richiesta specifica della Commissione si potrà cercare la documentazione che interessa l'organismo.

Vanessa Masè (Civica Trentina) ha apprezzato l'approccio della docente ad una geografia intesa non come accumulo di nozioni (come accade nelle scuole) ma come capacità di osservare e conoscere il territorio comprendendo l'influenza dell’uomo per poter definire modelli predittivi. Nel nostro passato – ha osservato – il territorio era molto più conosciuto di oggi e per questo il nascente Centro studi sarà molto prezioso.

Dai Prà ha concluso esprimendo la convinzione che quest'incontro con la Commissione speciale del Consiglio sia un’ottima occasione per far conoscere il valore della geografia storica che coinvolge trasversalmente più settori: ambiente, urbanistica, pianificazione, edificazione, paesaggio. Il futuro Centro studi di Rovereto collaborerà volentieri con la Provincia per il futuro governo del territorio.





Il Comune di Sella Giudicarie, esempio di gestione tempestiva dell'emergenza.


La Commissione ha poi ascoltato Franco Bazzoli, sindaco del Per il Comune di Sella Giudicarie, il cui territorio boschivo è stato tra i più colpiti dall’ondata di maltempo di fine ottobre. "Siamo subito intervenuti per ripristinare la funzionalità di alcune aree e strade che sono state rimesse in sicurezza. Abbiamo collaborato con la Forestale per definire immediatamente le priorità di intervento da realizzare con un'apposita ordinanza comunale giustificata dalla domma urgenza. La prima ha riguardato la viabilità da liberare al più presto da 6-7000 metri cubi di legname a terra. Nel nostro territorio sono stati schiantati circa 20.000 metri cubi di legname e sono più di 20 le aree danneggiate dalla tempesta. Ancor oggi stiamo cercando di liberare la strada di accesso alla presa dell’acquedotto, non ancora percorribile. Il legname è stato venduto a 20 euro al metro cubo ma il nostro obiettivo è stato ed è la completa messa in sicurezza dei lotti e l'agibilità delle strade. Due malghe non sono ancora raggiungibili, per cui puntiamo alla riapertura di queste strutture prima dell’estate".

Job ha chiesto se a subire danni oltre al bosco sono state anche strutture pubbliche e private. Il tecnico del Comune di Sella Giudicarie Marco Salvadori ha risposto che i danni principali sono stati lo sradicamento delle piante cadute sulle strade. Per questo il comune ha provveduto subito alla pulizia e al ripristino di queste arterie e allo stoccaggio delle piante. La presa dell’acquedotto a servizio della val di Breguzzo ha richiesto un appalto e il progetto di intervento sarà completamente attuato nel corso della primavera anche sulla base di un'apposita perizia geologica. Sono già stati spesi 40.000 euro per i primi intervento di pulizia e ripristino, ma ne occorreranno ancora circa 42.000 per l’accesso alla presa e alla vasca dell’acquedotto.

Massimo Valenti, consigliere delegato, ha segnalato che il danno dovuto agli schianti è stimabile in circa 400.000 euro. e ha aggiunto che sono stati già venduti alcuni lotti e ora il Comune si sta muovendo per completare l’operazione. Quanto all’esbosco, il lavoro è partito per la messa in sicurezza delle strade forestali. Ha ricordato la possibilità non solo per i privati ma anche per i Comuni di presentare alla Provincia la domanda di contributo che si può trovare nel sito compilando l'apposito modulo per il ripristino dei danni causati ai beni dell'amministrazione.

Il presidente Job ha chiesto al sindaco le ragione per cui il Comune di Sella Giudicarie non ha adottato il sistema di vendita del legname proposto dal Bim del Chiese. Il sindaco Bazzoli ha risposto che il progetto del Bim, dal momento che mirava ad includere anche Asuc, sarebbe andato troppo per le lunghe. "Il Comune – ha spiegato – ha preferito attenersi alle priorità indicate dalla Forestale, a partire dall'intervento sulle strade comunali la cui messa in sicurezza giustificava ampiamente un'ordinanza per motivi di "somma urgenza". Gli interventi sono stati tutti concordati con la Forestale. Inoltre, ha proseguito il sindaco, l’evento calamitoso ha causato un eccesso di richieste rivolte alle ditte locali specializzate. Per questo era necessario che il Comune chiedesse subito a queste ditte di occuparsi dell'intervento sospendendo le altre attività. I lavori sono tutt'ora in corso per i primi 4.000 metri cubi di legname. Abbiamo quindi agito autonomamente per due ragioni: la necessità di rimettere subito in sicurezza il territorio e le strade visto il pericolo dovuto agli schianti; e l'utilizzo delle ditte locali. "Questa nostra tempestività – ha ricordato il sindaco – è stata molto apprezzata. Ora ci stiamo avvicinando alla seconda fase dell’intervento". Certo, ha aggiunto, i pompieri sono intervenuti subito per l’emergenza, ma poi è stata necessaria un’apposita ordinanza per la messa in sicurezza del territorio. Il sindaco ha sottolineato infine che ad oggi "il Bim del Chiese non ha ancora avviato gli interventi mentre noi stiamo già concludendo la priorità uno indicata per il nostro lotto. Intervento che era urgente anche perché nella val di Breguzzo e Bondone vi sono strutture di servizio importanti per l’intero territorio".

Sollecitato da una domanda di Rossi, Bazzoli ha evidenziato che sono stati 65.000 gli schianti totali rilevati nella valle del Chiese, circa un terzo dei quali nel Comune di Sella Giudicarie. Job ha fatto notare le differenze esistenti fra i territori del Trentino sia in termini di qualità del legname sia di accessibilità dei boschi.

Per la vendita del legname Valenti ha detto che probabilmente le trattative saranno al ribasso, anche perché una parte è rovinato dallo schianto. Per questo il Comune ha ritenuto opportuno privilegiare per gli interventi il criterio della messa in sicurezza del territorio. Ha poi riferito di tre segnalazioni di privati riguardanti danni subiti dalle loro proprietà (due case a monte e una frana per fuoriuscita di acque).

Alex Marini (5 stelle) ha ricordato di aver chiesto lui l'audizione del Comune di Sella Giudicarie. Audizione apprezzata perché ha permesso di chiarire le ragioni che hanno indotto il l'amministrazione di Sella Giudicarie a non partecipare al sistema di vendita del legname proposto dal Bim del Chiese. Un caso, questo, interessante anche per altri Comuni del Trentino. la priorità è stata infatti accordata più alla messa in sicurezza del territorio che non all’introito derivante dalla vendita del legname. Il secondo problema citato da Marini sembrava rappresentato dagli impedimenti burocratici, ma anche qui il Comune ha saputo intervenire tempestivamente e bene, entro 5 giorni con il coinvolgimento immediato delle ditte locali.

Anche Rossi ha apprezzato la testimonianza del Comune, che dimostra come gli approcci all'emergenza non siano e non possano essere identici ovunque. Si può procedere lentamente dove il legname ha un certo valore e in un modo diverso dove ne ha un altro. In quest'ultimo caso gli interventi andavano realizzati subito per la messa in in sicurezza immediata del territorio. Ecco perché secondo Rossi nei Comuni come questo la Provincia potrà prevedere dei contributi che indennizzino le amministrazioni e le Asuc che si sono immediatamente attivate. Anche per questa ragione, ha concluso, sarebbe stata utile la presenza dell’assessore Zanotelli e dei suoi dirigenti.

Il presidente Job ha ricordato che prima del disastro di fine ottobre era difficile che la Forestale permettesse il taglio di piante anche lungo le strade e i sentieri, mentre oggi il rischio è che si passi all’estremo opposto. Per questo, ha osservato, sarà il Comune a dover garantire il giusto equilibrio nel taglio delle piante rimaste in piedi.

Vanessa Masè ha osservato che anche dal punto di vista del mondo assicurativo, dal quale lei proviene, sarà importante tener conto in termini di programmazione della possibilità che eventi meteo di questa intensità potranno ripetersi nel prossimo futuro.

Il sindaco ha aggiunto che se i danni dovuti a questo evento non sono stati superiori a quel che è accaduto, è grazie alla manutenzione fatta in passato dalla Provincia. "Siamo quindi orgogliosi di essere trentini", ha concluso.


Allegati
Le slide presentate dalla professoressa Dai Prà