Cinque ore e mezza di audizioni in Commissione speciale sui danni causati dal maltempo di fine ottobre
Tempesta Vaia: si studiano tutte le soluzioni
Testi allegati
La Commissione
consiliare speciale di studio dei danni causati dalla perturbazione
meteorologica di ottobre 2018 ha tenuto oggi pomeriggio oltre cinque
ore e mezza di seduta, in cui ha eseguito una fitta serie di
qualificate audizioni.
Ugo Rossi ha
lasciato i lavori, ha annunciato che diserterà anche le prossime
sedute di Commissione e che interesserà il presidente del Consiglio
Walter Kaswalder, protestando per la ripetuta assenza della Giunta,
che ha definito “inaudita” e “arrogante”, a fronte del fatto
che da sempre basta la richiesta anche di un solo consigliere per
ottenere la presenza fattiva e continua dell’esecutivo ai lavori di
commissione. Si è associato Alessio Manica, sottolineando che la
minoranza sta per di più garantendo il numero legale in Commissione
stessa. Alle 18 Manica ha minacciato di lasciare la riunione, mentre
Lucia Coppola - pur condividendo la protesta - ha detto di rimanere
“per senso di responsabilità”. Analoga le posizione di critica
espressa da Alex Marini. Pietro De Godenz ha evidenziato che è
“gravissima” l’assenza frequente di commissari del fronte di
maggioranza: resto anch’io per responsabilità – ha detto alle 18
– ma la prossima volta non resterò se mancherà ancora il numero
legale.
Il presidente
Ivano Job dal canto suo ha annunciato che la Commissione speciale si
riunirà ancora il 27 febbraio e il 7 marzo, contando di chiudere
così il ciclo di audizioni. Ci sarà certamente l’occasione di un
incontro con il presidente Fugatti e gli assessori Zanotelli e Tonina
il prossimo 25 marzo. Ma già nella prossima seduta – ha
sottolineato - si conta di avere la presenza di un membro di Giunta,
altrimenti sarà l’intera Commissione a far saltare la riunione. Va
detto che nella seconda parte della seduta odierna c’è stato il
passaggio in Commissione dell’assessora alle foreste Giulia
Zanotelli e dell’assessore al turismo Roberto Failoni. La prima ha
anche preso la parola ed espresso rammarico per l’impossibilità di
confrontarsi subito con il consigliere Rossi (nel frattempo uscito,
come aveva preannunciato).
Bim del Chiese.
Il presidente
Severino Papaleoni è intervenuto assieme ad Andrea Bagattini,
tecnico incaricato dal consorzio di gestire la partita del
dopo-tempesta Vaia. 64/65 mila metri cubi il legname schiantato in
questo territorio, con una distribuzione a macchia di leopardo su un
centinaio di aree. Pochi i danni alla viabilità. hComuni e Asuc
hanno firmato una convenzione, che assegna al Bim la gestione del
legname in questione. A sud di Condino è stata individuata l’area
per lo stoccaggio. La vendita è cominciata in zona Condino e in
valle di Ledro. Prezzo 75-76 euro a metro cubo.
Alex Marini ha
voluto sapere qual è la situazione specifica ad Agrone, la zona e
l’Asuc più colpite: è caduto legname che equivale a circa
vent’anni di ricrescita spontanea del bosco.
Associazione
Selvicoltori trentini.
Sono stati ascoltati il presidente Mauro Colaone, Mirko Giacomuzzi e
la segretaria Martina Loss. Hanno plaudito alla scelta della
Provincia di indicare anche le associazioni dei proprietari forestali
tra gli attuatori del piano per il recupero del legname schiantato.
Si è auspicato poi che la Provincia offra un’assistenza tecnica
alle associazioni, sull’esempio della Baviera, incentivando così
un approccio professionale e qualitativo.
Libera
associazione dei custodi forestali del Trentino.
Il presidente Stefano Schir – intervenuto assieme a Sara Rigoni -
ha subito ricordato il taglio del personale forestale deciso nel
2016. Ha auspicato un rilievo fotografico satellitare che dia la
mappa precisa dei danni del 28 ottobre: ci si sta lavorando, ma si
poteva fare prima. Una grave crisi – ha previsto Schir – si
verificherà tra 2 o 3 anni quando le segherie trentine dovranno
competere con prezzi di nuovo competitivi dell’estero. L’auspicio:
la Pat attivi un fondo per anticipare ai Comuni le risorse
finanziarie necessarie per avviare senza nessuna esitazione gli
esboschi del legname. Ogni giorno di ritardo è un danno e il rischio
è che a primavera il legname si tarli e perda gran parte del valore
commerciale. Ancora: utili sarebbero corsi per la popolazione che
insegnino l’uso sicuro della motosega, onde prevenire che in
primavera si verifichino gravi incidenti sul lavoro. Un’altra
preoccupazione: le aree boschive trentine non colpite dalla tempesta
dovranno essere coltivate con i tagli programmati, anche se sono
alternate ad aree dove si dovrà invece sospendere ogni taglio per
anni, perché già colpite dalla tempesta Vaia.
Istituto per la
valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr (Ivalsa).
Presenti i ricercatori Martino Negri, Gianni Picchi e Andrea
Polastri, che hanno illustrato tutti gli aspetti tecnici e
scientifici da affrontare per mettere in campo un piano efficiente di
reazione a eventi naturali catastrofici come quello dell’ottobre
2018. Si è spiegato tra l’altro che il momento è propizio per
spingere nella direzione della bioedilizia basata sul “solo legno”,
vista la grande disponibilità di materia prima.
Fondazione Mach
(Fem).
Il ricercatore Damiano Gianelle ha spiegato il lavoro realizzato per
conto della Provincia, a partire da una prima mappa satellitare dei
danni provocati dalla tempesta Vaia, con il limite dovuto ad ampie
zone che appaiono in ombra oppure innevate. Si potrebbe procedere al
rilievo di dati Lidar, eseguiti quindi con raggi laser, che
restituirebbero una rappresentazione di grande dettaglio. Un
dettaglio, chiarito su richiesta di Gianluca Cavada : avrebbe
senso utilizzare la gran quantità attuale di legname anche per la
costruzione di paravalanghe in legno anziché in acciaio.
Parco naturale
Paneveggio-Pale di San Martino (presidente
Silvio Grisotto e direttore
Vittorio Ducoli) e
Parco naturale Adamello Brenta
(direttore Cristiano Trotter e
direttore dell’ufficio
tecnico Massimo
Corradi).
In
Paneveggio – è stato riferito – fin qui il parco è intervenuto
per ripristinare i sentieri tematici che dalla primavera saranno
frequentati anche a scopo didattico. Ci sono zone dove la
sentieristica è stata davvero cancellata, il parco ha previsto che
occorrano 530 mila euro per il ripristino. Sul
punto è intervenuta l’assessora Giulia Zanotelli,
spiegando che i parchi verranno aiutati a intervenire, a installare
anche una cartellonistica adeguata per informare i camminatori.
Zanotelli ha anche rivendicato che la riuscita dell’asta del
legname a Grigno sta segnalando la bontà del piano di intervento
messo in campo dalla Provincia e che impegnerà per tre anni.
Anche
nell’Adamello-Brenta si sta lavorando sulla sentieristica e
l’intenzione è di partire con il ripristino di quella più a bassa
quota, per poi salire.
Lucia Coppola
ha chiesto se si potrà prevedere oltre alla cartellonistica anche la
presenza di operatori per informare e orientare sul posto l’utenza.
Gianluca Cavada ha
chiesto quali danni alla fauna sono stati riscontrati. La risposta: è
presto per una valutazione, di certo l’habitat è stato
profondamente stravolto e si dovranno capire le relative conseguenze.
Università di
Trento (professori
Aronne Armanini, Marco Ciolli e Dino Zardi).
Il
meteorologo Zardi ha detto che la tempesta Vaia è stata incattivita
da una serie di situazioni ambientali compresenti: superficie del
mare molto calda dall’estate e vortice depressionario sul golfo di
Genova, che ha portato sull’Adriatico vento umido di scirocco. La
colonna d’aria che ne è uscita ha avuto aspetto finali simili a
quelli dei cicloni tropicali.
Armanini
ha spiegato che le conoidi ai piedi delle montagne sono state
caricate da volumi enormi di acqua e terra, un fenomeno che con il
cambiamento climatico pare cresca di intensità. La Provincia di
Trento ha sempre lavorato bene sulla prevenzione, ma per il futuro
bisognerà rafforzare ancora le misure e
chi amministra dovrà provvedere seriamente, mettendo
più risorse e scegliendo le priorità.
Ciolli
ha fatto notare che da mille anni a questa parte il Trentino mai ha
avuto superfici boscate estese come oggi. La
massa legnosa nel solo Primiero è raddoppiata dagli anni ‘50.
Questo grande patrimonio boschivo lo scorso ottobre ha limitato
fortemente i danni ai fondo valle e agli abitati.
Rispondendo
a De Godenz, i docenti hanno detto che è pressoché impossibile
prevedere tempi e luoghi precisi di una prossima, possibile
ripetizione della catastrofe di ottobre. Un lasso di tempo attorno ai
50 anni potrebbe essere statisticamente il più attendibile,
ma il clima sta peggiorando – ha detto Zardi – tant’è che
questo febbraio si annuncia come il più caldo di sempre. Più caldo
significa più energia, quindi si rischia molto.
Marini
ha stimolato i professori a dire dell’emergenza cambiamento
climatico. Zardi ha detto che effettivamente bisogna adattarsi a uno
scenario che cambia in modo rapido ed evidente, ci
apprestiamo a chiudere il febbraio più caldo di sempre.
Avremo più fenomeni
estremi, difficoltà con l’acqua per l’agricoltura, problemi alla
qualità dell’aria, diffusione di nuovi insetti dannosi (vedi la
cimice marmorata).
Armanini ha detto che o si interverrà a livello globale e mondiale,
anche con adeguate risorse finanziarie, oppure non si potrà farcela.
A livello regionale bisogna adottare misure preventive sul territorio
che siano diffuse ma a basso costo e impatto.
Cipra Italia e
Mountain Wilderness.
Luigi Casanova e Marco Tessadri lamentano che le regioni coinvolte
dalla tempesta Vaia si sono mosse ciascuna per sé. Secondo tema: la
sottovalutazione continua dei mutamenti climatici. Terzo: la grave
difficoltà dei Comuni a far partire i lavori di recupero del legname
schiantato. Si chiede di sospendere in futuro le utilizzazioni
forestali nelle aree colpite da Vaia. Si chiede di non concedere più
l’edificazione in aree a rischio geologico, come ancora accade in
Trentino. Forte la critica per la scelta Pat di passare parzialmente
alla Magnifica Comunità di Fiemme la gestione dell’orto forestale
di Masi di Cavalese. Si chiede di fermare la ramificazione di strade
carrozzabili nei boschi e di ripristinare gli organici del personale
di polizia forestale e vigilanza boschiva.
Per De Godenz serve più personale forestale, ma non solo di polizia.