La Commissione speciale di studio raccoglie dati sul disastro e valuta le proposte di intervento
Giornata di audizioni sui danni causati dal maltempo in ottobre. Gli imprenditori del legno: intervento pubblico per sostenere i prezzi
In allegato, documenti e immagini. Nella foto, un momento delle consultazioni
Presieduta
da Ivano Job, la Commissione speciale di studio sui danni causati
dalla tempesta Vaia del 29 ottobre scorso e sulle conseguenti misure
di intervento, ha dedicato una gironata alle audizioni. Dopo aver sentito nell'ultima seduta i dirigenti provinciali, questa è stata la volta, nell'ordine, del Consiglio
delle autonomie locali – Consorzio dei Comuni, dell'Associazione
provinciale delle Asuc, delle Consortele di Rabbi, della Magnifica
Comunità di Fiemme, della Regola feudale di Predazzo, delle Regole
di Spinale e Manez, della Federazione dei corpi dei vigili
del fuoco volontari, del Coordinamento provinciale imprenditori, della Camera
di commercio e delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil.
LE AUDIZIONI DEL MATTINO
Il
presidente
del Consiglio
delle autonomie locali (Cal) e
del Consorzio dei
Comuni suggerisce
l'ipotesi di un
acquisto unico del legname da parte della Provincia.
Il
presidente del
Cal Paride
Gianmoena ha esordito con un ringraziamento rivolto alla Giunta
provinciale per il costante confronto avuto.
La variazione
del bilancio appena approvata, ha ricordato, ha stanziato risorse
importanti per
poter fronteggiare l'emergenza e tecnicamente molto utile dal punto
di vista dei Comuni è stato nominare di un
commissario dedicato
all'emergenza maltempo e alle opere di ripristino (l'ing. De Col).
Per
Gianmoena ai fini del ripristino
della viabilità forestale sarebbe opportuno dare anche
ai
Comuni la possibilità di intervenire direttamente, chiedendo
poi
alla
Provincia il ristoro delle risorse per la copertura dei costi
sostenuti.
Idea
condivisa dal presidente Job
perché
per le opere di
piccole dimensioni i
Comuni dovrebbero poter intervenire senza attendere la
Provincia per
ridurre i tempi del ripristino.
Si
tratta a suo avviso di individuare la procedura più adeguata allo
scopo.
Gianmoena
ha espresso apprezzamento per il portale dedicato alla vendita del
legname dalla Camera di commercio, che promuove la trasparenza e la
concorrenza. Lo strumento si potrebbe però a suo avviso perfezionare
per facilitare il più possibile i venditori del legname. Come? Dando
la possibilità di vendere il materiale non solo solo "a
piazzale" ma anche "in piedi" o "a terra".
Il presidente del Cal ha evidenziato che i Comuni non hanno risorse
sufficienti per la fatturazione di grandi quantitativi di schianti,
che in certi casi arrivano a 80.000 metri cubi di legname. Il
Consorzio propone quindi un fondo di rotazione per aiutare i Comuni
che riescono a trovare le ditte per fatturare la vendita a piazzale.
Le risorse potranno poi essere restituite con il ricavo della
vendita. Gianmoena ha evidenziato come i costi relativi alla
fatturazione per le piante schiantate stanno salendo e che le aziende
locali non riescono a lavorare tutto il legname perché abituate a
quantitativi molto minori. Si presenta quindi la necessità di aprire
a ditte fuori provincia ed estere. Il prezzo di fatturazione poi
aumenta in base alle difficoltà e all’utilizzo dei macchinari. Per
calmierare il mercato il presidente del Cal ha suggerito di valutare
la possibilità di un acquisto unico da parte della Provincia.
Le
domande dei consiglieri. Aumentare il periodo di assunzione degli
stagionali.
Rispondendo
a una domanda di Cavada, Gianmoena ha spiegato che l’acquisto del
legname è diverso da zona a zona a seconda della tipologia e alla
qualità del legname e del costo dei mezzi impiegati. Se non si
riescono a trovare acquirenti forse si potrebbe immaginare di
affidare alla Provincia un ruolo di garante, anche per una
perequazione nei confronti dei Comuni. Del resto – ha ricordato –
la Provincia è già intervenuta per permettere ai Comuni di assumere
in deroga personale da impiegare nella gestione dei boschi colpiti
dal disastro. Secondo Job bisognerebbe anche risolvere il problema
burocratico dei confini tra le proprietà comunali e di privati. A
proposito di deroghe per l’assunzione di stagionali dopo
l'emergenza maltempo, Coppola ha evidenziato il problema delle
restrizioni previste invece dalla Giunta sul Progettone proprio
mentre il fabbisogno di personale dovrebbe spingere ad ampliare la
platea della manodopera. Gianmoena ha risposto che i Comuni possono
assumere personale stagionale ma che dopo il disastro oggi chiedono
di aumentare il periodo, perché vada ad esempio dal 1° di aprile a
tutto novembre. Non molti Comuni hanno nell’organico squadre
boschive mentre molti hanno lavoratori stagionali che con più mesi a
disposizione potrebbero liberare i sentieri e le passeggiate
turistiche più vicine ai paesi.
Il
capogruppo del Patt Ugo Rossi ha chiesto quanti volumi di legname
siano stati tolti da terra e ha messo l'accento sull'esigenza di
chiarire quale sia l’obiettivo che si intede perseguire: la
salvaguardia del valore del legname o il ripristino del territorio
per liberare le aree colpite dal disastro dalla grande quantità di
piante a terra. A suo avviso bisognerebbe cercare di restituire al
più presto i boschi e le zone danneggiate ai residenti e ai turisti
da cui sono frequentate e che arriveranno l'estate prossima. Il
problema per Rossi è che la Giunta non ha ancora previsto risorse
finalizzate a questo scopo. Gianmoena ha risposto che i dati sulle
quantità di piante tolte da terra non ci sono ma che alcuni Comuni
sono riusciti ad intervenire già in novembre affidando incarichi per
la rimozione degli alberi caduti e la vendita a piazzale degli
schianti, iniziata in qualche caso già a dicembre. Quanto ai
piazzali nei quali accatastare il legname, i Comuni hanno iniziato a
studiare con le stazioni forestali delle valli l'individuazione delle
aree. Il Piano d'azione stima che occorra un ettaro per accatastare
circa 17.500 metri cubi di legname.
D'altra
parte il presidente Job ha osservato che se le piante fossero state
tolte da certe zone sarebbe aumentato il pericolo delle valanghe.
Le
Asuc: pensiamo ad un progetto condiviso di paesaggio
futuro e cerchiamo di trasformare questo disastro in un'opportunità.
Il
presidente delle Asuc trentine, Roberto Giovannini, ha ricordato che
il danno subito dalle Asuc è quantificabile per quanto riguarda gli
schianti in oltre 600.000 metri cubi di legname. E ha sottolineato
che il danno è stato paesaggistico e idrogeologico oltre che
economico. Per Giovannini ora si prospettano concreti problemi di
sopravvivenza per le Asuc che difficilmente riusciranno sostenere
anche le spese ordinarie. Inoltre, senza disponibilità economiche le
Asuc non sono in grado di lavorare e accatastare il legname, e anche
l'accesso a prestiti agevolati è difficoltoso. Dopo il danno subito
dal paesaggio secondo Giovannini occorrerebbe intervenire con una
progettualità condivisa per ridisegnare lo scenario futuro. C'è chi
ha già chiesto di trasformare certe zone boschive in pascoli, ma non
è detto che così si otterranno poi i risultati desiderati.
Giovannini ha concluso chiedendo la massima disponibilità della
Provincia a sostenere le Asuc in questa fase. Come? Rispondendo a una
domanda di De Godenz, ha precisato che sarebbe importante prevedere
un contributo della Provincia per mettere nelle condizioni le
associazioni di poter tagliare direttamente le piante e non limitarsi
alla vendita "in piedi". Sollecitato poi da Coppola,
Giovannini ha osservato che vi sono molti giovani laureati che
chiedono disponibilità di pascolo perché vedono un possiible lavoro
in questo settore. "Ora – ha aggiunto – queste richieste si
potrebbero soddisfare". E ha poi insistito sull'esigenza di
trasformare questo disastro ambientale in un'opportunità per
migliorare il territorio studiando quali soluzioni adottare zona per
zona a seconda delle caratteristiche del suolo e tenendo conto dei
cambiamenti climatici. Vi sono poi aree delicate dal punto di vista
turistico. Occorre evitare che il biglietto da visita con cui ci
presentiamo ai turisti l'estate prossima sia il danno dubito dai
nostri boschi. Si tratta allora di intervenire in tempo in queste
aree. Giovannini ha concluso evidenziano che le Asuc soffrono anche a
causa di una burocrazia soffocante e mancanza di personale.
Per
Rossi il presidente delle Asuc ha toccato il vero nodo della
questione, che non consiste solo nella vendita del legname ma
riguarda il paesaggio. Si tratta allora di aiutare le Asuc, che sono
proprietà collettive, anche per il ripristino del danno al
paesaggio. Perché vi sono zone delle Asuc nelle quali “occorre
provvedere alla rimozione tempestiva degli alberi abbattuti”. Tutto
ciò, secondo Rossi, non deve far perdere di vista la necessità di
garantire al massimo la tutela del valore del legname. Serve quindi
un doppio binario di attenzione: al valore del paesaggio e del
legname.
Alex
Marini (5 stelle) ha chiesto ai rappresentanti delle Asuc se abbiano
pensato ad un progetto per chiedere risorse finanziarie pubbliche in
modo da poter continuare a gestire il territorio dopo questo disastro
ambientale e a fronte delle difficoltà economiche evidenziate. Il
presidente Giovannini ha risposto di aver già rappresentato alla
Giunta provinciale le difficoltà economiche delle Asuc presentando
un primo documento di richieste. Si tratta a suo avviso di affrontare
politicamente il problema primario della sopravvivenza delle Asuc a
partire dal riconoscimento dell’importanza di queste associazioni
per la gestione del territorio. A giudizio di Giovannini occorre che
la tempesta Vaia diventi l’occasione sia per rilanciare una
solidarietà reciproca tra i soci danneggiati sia per chiedere aiuti
finanziari pubblici. Quel che è accaduto è uno stimolo a ritrovarsi
e a collaborare e perché si risvegli un interesse culturale nei
confronti nostri e del territorio anche nelle scuole.
Le
Consortele di Rabbi: 10.000 metri cubi di schianti.
Giuseppe
Girardi, ha informato che gli schianti in val di Rabbi sono stati
pari a circa 10.000 metri cubi, "molti – ha detto – per una
zona come questa". La conseguenza sarà la mancata "ripresa"
e gravi difficoltà di mantenimento del bosco e delle strade
forestali. Gli schianti hanno interessato due grosse zone gestite
dalla Consortela Tonassica Garbela e dalla Consortela Pozze Cotorna,
entrambe nel Comune di Rabbi. Il presidente della Tonassica Garbela,
Giosuè Penasa, ha ricordato che la zona ha subito 5.000 metri cubi
di schianti, di cui due terzi di abete rosso e il resto di larice. La
consortela avrà gravi problemi finanziari per diversi anni. Si
tratta allora di mettere subito in sicurezza le zone interessate
dagli schianti, mentre altre andranno destinate a pascoli. Occorre
poi pulire e rendere transitabili i sentieri e di garantire la
manutenzione della strada forestale con la sistemazione delle
canalette. Il legname viene attualmente venduto per 16 euro a metro
cubo. Non tutto però si potrà recuperare e vi sarà di conseguenza
il problema del mancato introito anche per la Consortela Pozze
Cotorna, ha concluso il presidente Silvano Cicolini.
La
Magnifica Comunità di Fiemme: 300.000 metri cubi di
legname a terra, aumenterà il lavoro della
segheria, ma tra i clienti c'è chi aspetta
il calo dei prezzi.
Lo
Scario Giacomo Boninsegna ha fornito le cifre del disastro, che ha
lasciato 300.000 metri cubi di legname a terra, danni dalla viabilità
forestale per circa 2 milioni di euro, perdite economiche legate alla
diminuzione del valore del legname che in questa fase non è ancora
possibile quantificare con precisione, ma si tratta di svariati
milioni di euro. Ancora, vi è la necessità di intervenire a breve
con nuova viabilità per recuperare interi soprassuoli a terra e
questo comporterà un'ulteriore spesa di circa 1 milione di euro.
Infine per lo Scario è indispensabile un radicale cambiamento nella
programmazione dei lavori e nella pianificazione fcompletamente da
rifare. Per fronteggiare l’emergenza, ha proseguito Boninsegna, la
Magnifica si è attivata con l'obiettivo di lavorare presso la
segheria della Comunità quanto più legname possibile in modo da
evitare il degrado dei tronchi sui piazzali. Nel 2019 la segheria di
Ziano si è data l'obiettivo di aumentare le masse lavorate di circa
il 50% rispetto agli anni scorsi, passando da 30.000 a l50.000 metri
cubi di tondo segato. Per il momento i principali clienti di tavolame
hanno risposto positivamente alla maggior disponibilità di prodotto
stringendo un accordo a sostegno di questo impegno. Lo Scario ha però
evidenziato che "non va altrettanto bene per quanto riguarda gli
utilizzatori locali di legname tondo, tra i quali sembra prevalere un
sentimento di attesa (e/o di volontà di acquisto a prezzi
sensibilmente più bassi (nell'ordine del 25-30%) rispetto a quelli
precedenti la catastrofe. Per questo la Magnifica comunità si sta
muovendo sul mercato fuori provincia ed in Austria con risultati
discreti per quanto riguarda l'apprezzamento della qualità del
legname. "Nonostante il nostro massimo impegno – ha aggiunto
lo Scario – siamo coscienti che saranno probabilmente necessari
almeno tre anni per recuperare la gran parte del legname a terra".
Per riuscirci, infatti, occorre manodopera specializzata nell'esbosco
con teleferica, personale non facile da trovare. "Ci è stato
garantito l'impegno della Provincia per supportare economicamente il
lavoro necessario per il ripristino ed il miglioramento della
viabilità forestale". Ma servirà soprattutto una revisione
della pianificazione forestale per far fronte alle mutate condizioni
sperando in una radicale semplificazione delle procedure e dei tempi.
Lo Scario ha concluso sottolineando l'urgenza di pensare sin d'ora
alle operazioni di ripristino delle aree colpite per mantenerne
l'integrità idrogeologica e permettere alla foresta di espletare al
meglio le proprie funzioni (difesa da valanghe e frane). Il problema
maggiore al quale dobbiamo pensare, ha segnalato Boninsegna, è che
nei primi tre anni successivi al disastro si riuscirà ancora a
lavorare bene, ma poi non potremo più contare sui 40.000 metri cubi
all’anno di "ripresa" che fino ad ora ci hanno garantito
un guadagno di 6-700.000 euro, perché i metri cubi di legname
saranno molti meno. L'auspicio della Magnifica Comunità di Fiemme è
che quindi, in futuro, si trovino forme nuove di remunerazine per chi
lavora e coltiva le foreste. Per questo il presidente delle Asuc
Giovannini, condividendo le osservazioni dello Scario, ha precisato
che l'esigenza non è tanto di ottenere contributi quanto piuttosto
di poter accedere a fondi per poter affrontare poi la fase più
difficile che ci attende nel futuro.
Regola
feudale di Predazzo: garantire la sicurezza di chi lavora in
queste aree o le frequenta.
Alberto
Felicetti ha ricordato che ’azienda boschiva della Regola tratta in
media 3.000 metri cubi di legame all’anno mentre oggi vi sono a
terra circa 100.000 metri cubi. Attendiamo quindi un contributo da
parte delle istituzioni pubbliche – ha spiegato – perché con le
nostre forze non potremo uscirne. L’impegno è di circa
450.000-500.000 euro per l’attività di esbosco. Felicetti ha
evidenziato soprattutto l'esigenza di garantire al più presto la
sicurezza degli operatori e delle persone che frequenteranno i
boschi. Vi sono zone boschive completamente a terra, per cui
occorrerà fronteggiare i rischi per chi lavora in quelle aree o le
frequenta. Occorre poi a suo avviso determinare quale tipo di
rimboschimento si vuole effettuare: i contributi dovranno essere
indirizzati a questo più che al rimborso del prezzo del legname
svalutato. Attenzione poi a non immettere quantitativi di legno
troppo elevati, per evitare il deprezzamento. Dal canto suo il
forestale della Regola di Predazzo, Piergiogio Felicetti, ha spiegato
che le strade forestali hanno subito molti danni che occorre riparare
con materiale ghiaioso che si potrebbero prelevare, ad esempio, negli
alvei asciutti. Bisognerebbe allora sospendere il contributo
richiesto a chi se ne occupa (di 3-4 euro a metro) per il prelievo di
questo materiale. Anche i boscaioli dovrebbero poter lavorare in
sicurezza concedendo un contributo differenziato Comune per Comune,
tenendo conto del metodo di esbosco.
Job ha
condiviso l’osservazione, "perché – ha osservato – un
conto sono i lotti dove è più facile lavorare e un altro è dove
gli interventi risultano molto più complessi".
Comunità
delle Regole Spinale Manez: liberare dal legname a terra prima
dell'estate le strade forestali di accesso ai rifugi Brentei e
Alimonta.
Cristian
Simoni, membro del comitato, ha segnalato i danni subiti con gli
schianti, pari a 8.123 metri cubi di abete, larice e faggio e
soprattutto i problemi causati dal disastro alle strade forestali e
ai sentieri. Due in particolare sono le strade forestali dissestate e
ostruite che conducono a rifugi importanti come il Brentei e
l'Alimonta. Si tratta quindi di intervenire per liberare dal legname
a terra e con opere di ripristino di queste vie d'accesso ai due
rifugi prima che inizi la stagione estiva. Il costo indicativo di
queste opere di ripristino è stimato dalla Comunità in 65.000 euro.
Federazione
dei corpi dei vigili del fuoco volontari: gravi danni agli automezzi
e per le attrezzature, solo in parte coperti da assicurazione.
Il
dirigente Mauro Ioppi ha quantificato l'opera prestata dai vigili del
fuoco volontari a servizio di tutte le amministrazione locali che
nelle valle colpite dal disastro hanno chiesto il loro intervento.
Tra il 29 ottobre e il 22 novembre gli interventi effettuati in tutte
le zone colpite dal disastro sono stati 2.560 con un totale di
ore/uomo di lavoro di 66.902. Il dirigente ha poi segnalato gli
ingenti danni subiti dalle attrezzature e dagli automezzi impiegati
dai vigili volontari per intervenire. Per gli automezzi, spesso
schiacciati dalle piante o trascinati nei dirupi dalla tempesta, i
danni ammontano a 177.951,49 euro, mentre quelli per le attrezzature
sono pari a 101.417,05 euro. Solo in parte vi è la copertura
assicurativa, e per questo la Federazione chiede di dotare la cassa
di risorse corrispondenti agli importi esclusi, non essendo possibile
reperire in altro modo le risorse. Rossi ha ringraziato i vigili e
chiesto a Ioppi se l'evento calamitoso sia stato l'occasione per
valutare i sistemi di allertamento, le modalità di intervento o la
scala di priorità nella formazione per capire se vi siano dei
possibili margini di miglioramento. Ioppi ha risposto che in
dettaglio questa valutazione non è stata fatta, ma che la
Federazione ha deciso di destinare 193.000 euro alla formazione dei
corpi e soprattutto dei giovani vigili del fuoco volontari. Quanto
agli allertamenti e all’interventistica l'esigenza è di dotare il
sistema dei cercapersone digitali, molto più performanti e con
minori problemi di comunicazione.
Alex
Marini (5 stelle) ha chiesto se i corpi volontari abbiano tenuto
conto del piano Demarchi per allertare le zone del Trentino
considerate più a rischio in caso di eventi estremi come questo, in
modo da preavvisare le popolazioni anche considerando che
probabilmente si ripeteranno. Ioppi ha risposto che questa
responsabilità esula dai compiti dei vigili del fuoco volontari che
non hanno strumenti per prevedere un evento meteo estremo. La
Provincia dispone comunque di uffici specializzati a questo scopo,
che i corpi volontari possono integrare con la memoria storica che
consente di conoscere quali sono le zone antropizzate e urbanizzate
maggiormente esposte a questi rischi. Mauro Donati, altro dirigente
della Federazione presente all'audizione, ha ricordato che gli
strumenti a disposizione dei corpi sono i piani di protezione civile
comunali. Ogni corpo dispone di questo piano di intervento di
emergenza e sa quindi su quali risorse può contare e quali sono le
zone critiche più esposte a pericoli perché censite da questi
documenti. Si tratta di piani che vanno ovviamente aggiornati di
continuo a seconda delle situazioni che si presentano sul territorio.
Ancora
Marini ha chiesto se sia stata valutato la proposta riguardante la
zona del Garda di trasferire la sede dei vigili del fuoco volontari
di Riva in quella di Arco, il cui effetto sarebbe a suo avviso
negativo perché sguarnirebbe la città e le strade sul lago della
possibilità di intervenire tempestivamente. Ioppi ha risposto che
sarebbe preferibile mantenere distinte le sedi dei due corpi anche
per evitare le difficoltà gestionali legate ad una struttura unica
di grandi dimensioni. A suo avviso si dovrebbero invece studiare
forme di collaborazione dal punto di vista amministrativo per
sburocratizzare e snellire le attività, ad esempio attraverso
un'esenzione dei corpi dall’assoggettamento al codice degli
appalti. Andrebbero insomma mitigare certe incombenze lasciando in
capo ai corpi l’attività interventistica e prevedendo un sostegno
dal punto di vista burocratico.
LE AUDIZIONI DEL POMERIGGIO
Si è conclusa nel pomeriggio con l'intervento delle organizzazioni sindacali la giornata dedicata alle audizioni dalla Commissione maltempo. Gli imprenditori del legno chiedono
un'azione della Pat per sostenere i prezzi, incentivando lo
stoccaggio del materiale pregiato. Il sindacato preoccupato per la
sicurezza del lavoro chiede che i lavoratori del Progettone non
vengano utilizzati nei lavori di ripristino. Sì invece al
potenziamento dei Bacini Montani. Infine, Ugo Rossi del Patt e
Alessio Manica del Pd hanno criticato la Giunta perché nessun
esponente dell'esecutivo, neppure l'assessore Zanotelli, ha
partecipato ai lavori della Commissione speciale.
Le voci del Coordinamento provinciale imprenditori.
Nel pomeriggio la Commissione speciale sui danni del maltempo,
presieduta da Ivano Job, ha continuato con le audizioni. I primi ad
essere ascoltati sono stati i rappresentanti degli imprenditori e delle
Apt. Luciano Rizzi, presidente del coordinamento dell’ApT, ha
auspicato in vista delle stagione estiva, lo sgombero delle
passeggiate più importanti nelle zone più colpite, come la valle di
Fiemme. Molto lavoro è stato fatto e conforta sapere che per il Giro
d’Italia tutto sarà a posto. Nel caso della valle di Sole, uno dei
problemi maggiori è rappresentato dalla scomparsa del camping di
Dimaro. Un fiore all’occhiello, ha detto ancora Rizzi, che non sarà
facile ripristinare in un’altra zona, difficile da individuare. In Val di
Sole coprire una domanda come quella dei campeggi, non è
semplice ma si dovrà studiare una soluzione perché quello
scomparso era sostanzialmente l’unico. In generale, la principale
richiesta dei rappresentanti delle Apt è lo sgombero degli alberi
schiantati per la stagione estiva.
Per l’Asat, Davide Cardella ha chiesto un ripristino e recupero di
infrastrutture turistiche e viabilistiche, sentieri, passeggiate e i siti
di valore paesaggistica come Arte Sella. Ugo Rossi del Patt ha
chiesto se i criteri di intervento sono ritenuti validi. La risposta è
stata che si vedrà alla fine dell’iter il grado di soddisfazione.
Pierangelo Baldo di Confindustria ha affermato che l’associazione è
interessata per il legno, la manifattura e gli impianti a fune. Le
aziende del legno sono più preoccupate, ha aggiunto, di quello che
succederà del legname, per la tenuta del prezzo. Su questo tema, da
parte della Pat, non è stato previsto un intervento pubblico, salvo
l'accordo con le banche per i tassi, per le aziende che stoccano il
materiale. Per il manifatturiero ci sono stati danni singoli e notevoli
conseguenze per i fermi per mancanza di energia elettrica e
telefonica. Per i danni infrastrutturali c’è la copertura assicurativa,
per gli altri la delibera del 31 dicembre della Giunta sembra
funzionare. Secondo il rappresentante di Confindustria, andrebbe
però abbassato da sette a tre - quattro i giorni di sospensione
dell’attività. Per gli impianti a fune i danni sono stati pesanti e un
esborso notevole per liberare le piste da sci. Le perdite maggiori
sono dovute a sospensione di cantieri per sistemare le piste. Ugo
Rossi, sul tema dei danni, ha posto in evidenza che, contrariamente
all'intervento della tempesta che investì Moena, dove i danni
riguardavano strutture produttive, a Dimaro ci si trova di fronte ai
casi di privati che affittavano regolarmente le loro seconde case e
quindi ha auspicato l'introduzione di criteri più flessibili per i
risarcimenti.
Ferruccio Veneri della Confcommercio ha detto che i
provvedimenti sono stati una riproduzione del modello Moena che
mostrò le criticità, soprattutto sui i tempi per le domande che sono
stati prorogati dalla Giunta e i sette giorni consecutivi di
sospensione dell’attività. Serve, ha detto Veneri, una maggiore
elasticità nella formulazione della norma. Sull’affitto d’azienda,
servirebbe una maggiore chiarezza. In generale però, ha
concluso, il provvedimento per Confcommercio va bene.
Paolo Sandri presidente del settore imprese boschive del Trentino.
ha detto che la filiera produttiva non ha avuto grossi danni, ma il
problema è il futuro. Con dispiacere s’è visto, ha detto ancora, che
la Pat su questo ha fatto poco, mentre doveva prendere le redini in
mano, perché ci sono gli stranieri che comprano e la Pat dovrà
intervenire perchè si rischia di rimanere senza legno nel giro di
poco tempo. La Pat, ha auspicato Sandri, dovrebbe conservare il
legname sul territorio invece di lasciarlo portar via.
Alex Marini (5 Stelle) si è soffermato sul tema della sicurezza del
lavoro e ha chiesto a Sandri se su questo ci sono problemi. Sandri
ha detto che sulla sicurezza si sta lavorando, incidenti sono già
purtroppo accaduti ma stanno per iniziare corsi specifici sul
recupero di piante schiantate. Purtroppo, ha ricordato, il rischio di
incidenti c’è sempre, ma anche per la sicurezza i prezzi sono
fondamentali perché da questi deriva la qualità e l'intensità del
lavoro.
Ugo Rossi (Patt) ha detto che il prezzo del legno è
inevitabilmente influenzato da un evento come questo tipo e non
esiste niente e nessuno che possa evitare uno sconvolgimento del
mercato. Quindi, il punto è che se cerchiamo una via per evitare il
depauperamento attraverso l’acquisizione di qualcuno si crea solo
una pia illusione. Il tema, secondo Rossi, riguarda l'efficienza delle
imprese per affrontare i prezzi inevitabilmente diversi. La Pat,
invece, deve aiutare le aziende remunerandole adeguatamente sulla
parte di pubblica utilità, sulla pulizia degli schianti. Si deve
ragionare sulla messa a disposizione di un contributo su quel tipo di
attività, ha concluso, che esula dal valore del legname. Sandri ha
ribattuto che è chiaro che si deve recuperare territorio, ma poi
bisogna mettere in sicurezza il prodotto buono e non destinarlo alle
ditte di imballaggio. E lo si fa conservandolo nei piazzali per
immetterlo nel mercato piano piano. I comuni stanno invece
vendendo, quando sarebbe possibile conservarlo.
Marini ha chiesto poi se qualcosa si sta pensando per i cambiamenti
climatici puntando, per il Trentino, anche su una nuova strategia di
immagine turistica. Invece, si è pensato di rilanciare con il Napoli.
Cardella ha risposto che il tema è vasto ma presente alle categorie
che stanno lavorando alla differenziazione dell’offerta.
Lucia Coppola (Futura) ha evidenziato che il tema dei cambiamenti
climatici va tenuto in considerazione da tutti perché nessuno può
chiamarsi fuori e anche le scelte che si fanno a livello locale hanno
la loro importanza. Basti pensare all’edilizia, alla mobilità
sostenibile, a un turismo meno pesante. La consigliera ha messo
anche in evidenza la necessità di tutela della biodivesità e ha citato
la proposta dei vivaisti su questo tema.
Germano Preghenella, vicepresidente Federazione coop ha portato
in commissione la richiesta degli allevatori di avere più zone a
pascolo. Interventi, ha detto Job, che sono già previsti. Coppola ha
invitato, su questo tema, alla cautela. Cavada (Lega) ha messo in
evidenza che il bosco è arrivato troppo vicino alle case e ci sono
molte situazioni a rischio. Ugo Rossi ha ricordato che la Forestale
ha fatto degli interventi per rimettere a prato aree vicino ai paesi si
sono recuperato panorami e bellezza che hanno alzato il valore
turistico e estetico.
Fabrizio Pavan della Confersercenti ha detto che la Pat ha saputo
reagire, ma va fatto uno sforzo maggiore per la stagione estiva.
Riguardo alla necessità di allungare la stagione è un obiettivo
estremamente sentito da Confesercenti. Job ha concluso affermato
che si è intervenuti velocemente e il resto d’Italia, più che farci i
complimenti, dovrebbe prendere esempio.
Sui prezzi del legname, ha detto Job, il problema è complesso
perché ci sono comuni che non sono stati toccati e comunque ne
subiscono pesantemente le conseguenze. Quindi, c’è la necessità di
affrontare la questione con prudenza ed equilibrio. Ugo Rossi, sul
tema dei danni, ha posto in evidenza che, a differenza
dell'intervento per la tempesta che investì Moena, dove i danni
riguardavano quasi esclusivamente strutture produttive, a Dimaro ci
si trova di fronte ai casi di privati che affittavano regolarmente le
loro seconde case e quindi ha auspicato l'introduzione di criteri più
flessibili per garantire risarcimenti anche a questi soggetti.
Il sindacato: Potenziare i Bacini Montani. No all'utilizzo dei
lavoratori del Progettone per l'emergenza.
Franco Ianeselli della Cgil, prima di tutto, ha ricordato che i
lavoratori e gli imprenditori, con un accordo con la Pat, hanno
Consiglio della Provincia autonoma di Trento pag .4
Attività di stampa, informazione e comunicazione
messo a disposizione un’ora di lavoro o 10 euro per costituire un
fondo di solidarietà ma, dopo mesi, la procedura non è stata ancora
attivata. Più in generale, secondo Ianeselli, va fatto un po’ di debito
per fare interventi profondi. Sul piano della sicurezza del lavoro,
purtroppo ci sono già stati morti e, ha ricordato, in Austria in caso
simile le vittime sono state decine, quindi l’auspicio del sindacato è
che i lavori vengano fatti con i dovuti tempi, puntando sulla
formazione dei lavoratori. Un punto interrogativo la Cgil l’ha
messo sull’idea di utilizzare personale del Progettone. Sia sul piano
contrattuale che della qualifica delle persone. Discorso diverso,
invece, l’utilizzo del Progettone sugli interventi di prevenzione
delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ultimo punto, il
fondo per il lavoro, già istituito da tempo, potrebbe essere utilizzato
per far fronte agli eventi climatici estremi.
Lorenzo Pomini della Cisl ha ricordato l’estrema pericolosità dei
lavori di recupero e quindi il tema della sicurezza va affrontato con
un piano di formazione non solo per gli addetti ma anche per i
cittadini che intendano fare i lavori di riprestino da soli. C’è un
comitato provinciale della sicurezza, ha ricordato, insieme all’Unità
di prevenzione dell’Uopsal che potrebbero mobilitarsi per creare
manuali e studiare modalità di intervento. Anche perché, in seguito
ai cambiamenti climatici, eventi estremi come quello di ottobre
possono diventare strutturali. Inoltre, ha detto Pomini, si devono
tenere in conto i Bacini Montani che sono stati nel tempo svuotati
di personale, ma che hanno realizzato opere decisive per la
sicurezza del territorio. Servirebbe quindi un piano straordinario di
assunzioni. Attenzione va posta anche ai tempi di recupero dei
sentieri e dei percorsi ciclabili per evitare danni al settore turistico.
Va fatto un ragionamento serio sul recupero di terreni a pascolo, ma
soprattutto va fatto un ragionamento sulla gestione del territorio,
imparando da quanto è successo per concludere che alcune opere
non si possono più fare. Per questo c’è la necessità di una
prospettiva strategica tra Pat e comuni. Pomini ha sottolineato che
lo Stato ha contribuito poco, invece dovrebbe intervenire in modo
più sostanzioso perché nel bilancio Pat, per questi danni, mancano
250 milioni di euro.
Matteo Salvetti della Uil ha ricordato
l’importanza della prevenzione sia del territorio che per la sicurezza
del lavoro. La Pat, su quest’ultimo punto, ha gli strumenti per
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investire, sul modello dell’edilizia, per formare i lavoratori. Infine,
il sindacalista Uil, ha auspicato una sinergia tra le imprese trentine
per la gestione del legno.
Lucia Coppola, condividendo l’impostazione dei rappresentanti
delle Confederazioni sindacali, ha sottolineato il tema della
formazione per la sicurezza sia per i lavoratori che per i privati e
l’assenza dello Stato e dell’Unione europea.
Ivano Job ha detto che è in corso una trattativa con lo Stato e col
ministro Costa e Fraccaro si sono ipotizzati interventi per la
prevenzione.
Rossi e Manica: grave che l'assessore non si sia mai visto in
commissione.
Infine una nota politica sollevata da Ugo Rossi, il quale ha ricordato
che in tutte le commissioni, quando ci sono audizioni, un esponente
della Giunta c’è. Non si può non rilevare che in ogni seduta, ha
aggiunto, sono mancati gli assessori e rivolgendosi a Job ha
affermato che, pur apprezzando la buona volontà, si è fatto carico di
un lavoro che non è il suo. Sul tipo di interlocuzioni che sono state
avviate, sul tipo di dati disponibili la parola spetterebbe alla Giunta.
Anche di fronte alla portata dell’evento, non è possibile, ha detto
ancora, che l’assessore Zanotelli non si sia mai presentata di fronte
alla commissione. Quindi, ha concluso Rossi, un confronto in
commissione col governo provinciale è indispensabile. Anche oggi
di fronte alle audizioni, peraltro utilissime, sarebbe stato
indispensabile avere la voce dell'esecutivo. Anche per rispetto
istituzionale. Invece, l’assessore non si è mai visto.
Alessio Manica
(Pd) ha sottolineato la posizione di Rossi, ricordando che le
commissioni ci sono anche per avere un confronto con la Giunta.
L'esponente Pd ha ricordato inoltre che è stato fatto più confronto
con la società in questa commissione, che non sulla variazione di
bilancio. Poi Manica ha messo l’accento sul Progettone affermando
che non c’è, in questo servizio, un materiale umano in grado di
affrontare un’emergenza di questo tipo.
Ianeselli ha replicato ricordando che da parte dei lavoratori, grazie
all'ora di solidarietà, sarebbero disponibili tre milioni ma c’è un
ritardo informativo da parte della Pat. Sul Progettone ha ribadito i
dubbi del sindacato sull’utilizzo di questi lavoratori nel recupero.
Invece, si potrebbe pensare ad un Progettone 4.0 per interventi di
prevenzione delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Ivano Job ha chiuso la seduta dicendo che sul recupero di sentieri il
Progettone può essere impiegato. Mentre, sulla mancata presenza
della Giunta ha detto che si farà interprete delle richieste di Rossi e
di Manica.
Alex Marini ha ricordato di avere sollevato, in un’interrogazione, le
carenze di organico nei Bacini montani. Salvetti ha ricordato che il
primo di marzo si affronterà il contratto integrativo e lo
svecchiamento del personale di questo servizio perché l’età dei
lavoratori, anche in questo settore importantissimo, rimane molto
elevata.
Lorenzo Pomini ha ricordato che lo svuotamento della pubblica
amministrazione peggiorerà con quota 100, quindi serve una
visione strategica anche in relazione alla probabile frequenza dei
fenomeni atmosferici come quelli di fine ottobre. La tutela del
territorio va tenuta nelle mani del pubblico, ma questo richiede una
scelta politica: quella di tenersi in casa delle professionalità,
investendo risorse.