Astenuti Rossi (Patt) e Ghezzi (Futura). No di Tonini (Pd) e Marini (5 Stelle). Cinque sì della maggioranza.
Approvata in Prima Commissione la variazione di bilancio. Il ddl andrà in aula il 5 e 6 febbraio per l'esame finale
Dopo l'audizione del presidente del Consiglio delle autonomie locali Paride Gianmoena

Approvato
dalla Prima commissione, oggi pomeriggio, il ddl sulla variazione di
bilancio con 5 sì della maggioranza, l’astensione di Paolo Ghezzi
(Futura) e Ugo Rossi (Patt) e i no di Alex Marini (5 Stelle) e
Giorgio Tonini (Pd). Il voto dopo un lungo dibattito nel corso del
quale il Presidente Fugatti ha affermato che, soprattutto l'alt
all'obbligo delle gestioni associate dei comuni, è stato determinato
dal fatto che le valli meno fortunate del Trentino, quelle più
periferiche, stanno affrontando una crisi, anche istituzionale (basti
pensare, ha detto, in quanti comuni non si trovano persone disposte a
fare gli amministratori) che rischia di sfociare nello spopolamento.
Una visione, ha affermato Giorgio Tonini del Pd, condivisibile ma che
non si risolve bloccando le gestioni associate che, se non hanno
inciso sui risparmi, hanno comunque permesso di ovviare ai problemi
derivanti dal blocco del personale. Paolo Ghezzi (Futura) ha invece
criticato, con Tonini, la scelta di inserire nel ddl norme che non
hanno carattere finanziario. Mentre Marini ha detto di non
condividere, perché rischia di favorire la corruzione, l'emendamento
della Giunta che porta a 150 mila euro il limite per l'affidamento
diretto dei lavori pubblici. Ugo Rossi (Patt) ha mosso critiche,
chiedendo un termine certo per la revisione della norma, al blocco
delle gestioni associate indispensabili soprattutto per i servizi
forniti dai piccoli comuni. Sostanziale condivisione del ddl Fugatti,
invece, da parte del Presidente del Cal il quale ha però ricordato
che i risparmi dei municipi trentini (23 – 24 milioni su un
obiettivo di 28) sono venuti quasi esclusivamente dal blocco delle
assunzioni.
Gianmoena:
i risparmi sono venuti dal blocco delle assunzioni.
La
seduta di questo pomeriggio della Prima commissione si è aperta con
l’audizione del Presidente del Consiglio delle autonomie sul ddl
sulla variazione di bilancio della Pat. Il Presidente Paride
Gianmoena, che ha consegnato un documento condiviso dal Cal dopo
l’incontro con Fugatti di ieri pomeriggio, ha espresso una
sostanziale condivisione del disegno di legge. Il Presidente Cal si è
concentrato sull’obbligo della sospensione delle gestioni associate
che ha dato più che altro una risposta al problema della robusta
diminuzione (meno 400 dipendenti) di personale dei comuni. Il
problema centrale, rimane quella di una dotazione minima di
dipendenti, che colpisce soprattutto quelli piccoli, i 60 i comuni
sotto i mille abitanti. Del resto i risparmi, che si avvicinano
all’obiettivo fissato in 28 milioni di euro, sono stati realizzati
in virtù del blocco del turn over.
Raffica
di domande a Gianmoena da parte dei consiglieri di opposizione. Ugo
Rossi (Patt) ha chiesto a Gianmoena quale termine andrebbe fissato
sullo stop alle gestioni associate e cosa pensa Cal della situazione
dei comuni che hanno aderito alle gestioni associate, che ha quindi
rispettato la legge ed è stato virtuoso. Paolo Ghezzi (Futura) ha
chiesto, sugli investimenti 2019, al di là dell’emergenza, quale
accordo verrà trovato con la Giunta. Giorgio Tonini (Pd) se si
ritiene realistico che si possano raggiungere gli obiettivi di
risparmio senza gestione associate. Un tema sul quale sarebbe stato
interessante avere una relazione tecnica da parte dell’esecutivo
per definire se queste ultime hanno o no comportato risparmi. Marini
(5 Stelle) ha affermato che le gestione associate andrebbero
affrontate in un ddl specifico e poi si è soffermato sugli appalti e
l’innalzamento della soglia dell’affidamento diretto e, inoltre,
se si è pensato anche al rischio corruzione e infiltrazioni della
malavita.
Il
Presidente Cal ha risposto affermando che è opportuno fermarsi con
le gestioni associate perché ci sono situazioni da analizzare ma la
sospensione deve avere dei termini precisi. Per questo il Cal ha
chiesto a Fugatti di arrivare con una proposta in un paio di mesi e
entro sei mesi a una nuova norma. Ma è importante, ha aggiunto, che
non passi il messaggio che si possono non rispettare le leggi. Ha
anche ricordato he l’estate scorsa con Rossi si era stabilito di
rivedere gli obiettivi di risanamento delle gestioni associate che,
ha ribadito, sono strumenti ma devono essere i comuni, una volta
stabiliti gli obiettivi, a decidere come risparmiare. Ha però
sottolineato che Il 90% dei 120 comuni che hanno risposto
all’indagine del Servizio autonomie locali hanno dichiarato di aver
risparmiato, non per le gestioni associate, ma solo perché parte del
personale è andato in pensione. Sugli appalti, ha affermato ancora
Giammoena, i comuni sono favorevoli all’innalzamento da 50 a 150
mila euro per l’affidamento diretto ed è difficile mettere in
relazione questo all’incremento della corruzione. Sugli
investimenti dei comuni 2019, il Presidente Cal ha detto che è
iniziato il confronto con Fugatti sulla finanza locale. I comuni
hanno chiesto di avere risorse al di là di questa variazione di
bilancio, sul budget sul patrimonio dei comuni e piccoli interventi
che verranno inseriti nel protocollo d’intesa con la Pat. Tonini ha
ripreso la parola per dire che se si sospendono le gestioni
associate, che come detto da Gianmoena, servono a ovviare ai problemi
di taglio di personale dei comuni si si sospendono le gestioni
associate come vanno avanti i comuni? Il Presidente Cal ha
sottolineato il fatto che le gestioni sono il frutto della situazione
che vivono i comuni in seguito alla riduzione delle risorse. Il
presidente della Prima, Mattia Gottardi (Civica) ha detto che le
gestioni associate hanno portato anche a distorsioni organizzative e
ha ricordato che comunque i comuni facevano già volontariamente, nei
casi di necessità, le gestioni associate volontariamente e da lungo
tempo.
Ugo
Rossi ha affermato che, di fronte alla decrescita delle risorse e
alla necessità di ampliare i servizi, si è deciso di mettersi
assieme. La cura, quindi, non è l’abolizione dell’obbligo, ma la
si potrebbe trovare sugli ambiti (da dove sono nati i problemi) e
potenziando gli strumenti finanziari. L’obbligo andava lasciato,
secondo Rossi, perché tra qualche mese i comuni che hanno fatto le
gestioni associate chiederanno perché loro le hanno dovute fare. La
norma così com’è nel ddl, invece, lascia tutto indeterminato.
Infine, Rossi ha chiesto a Gianmonea se sono state utilizzate le
risorse per la task force del Consorzio dei comuni che avrebbe
dovuto aiutare sul piano del personale i comuni in difficoltà.
Giamoena ha detto che per la task force sono stati assunte,
seppur con difficoltà, tre persone. Ma, ha aggiunto il Presidente
Cal, ci sono ancora 60 comuni sotto i mille abitanti contro i 12
dell’Alto Adige e una struttura come il Consorzio potrebbe mettere
a disposizione professionalità per i municipi più piccoli.
Fugatti:
le valli periferiche sono in crisi. Rossi e Tonini: la risposta è
sbagliata.
Si
è passati poi all’esame del ddl con l’intervento di Rossi che ha
chiesto a Fugatti quale termine pensa di porre per ultimare il
disegno di riordino delle gestioni associate. Tonini ha chiesto se la
Pat non associando alla sospensione obiettivi di risparmio si è
prefissa soluzioni alternative, se c’è una previsione di quanti
comuni, togliendo l’obbligo, faranno comunque le gestioni
associate. Marini sulla polizza dei Vvff ha chiesto se la norma ha
solidità giuridica.
Fugatti
ha replicato dicendo che sui termini con il Cal è stato preso un
accordo per fare un’ulteriore seduta nelle prossime settimane per
ultimare il giro di consultazione dei sindaci, poi la Giunta
predisporrà un’ipotesi entro due tre mesi e poi approvarla nel
giro di sei mesi. Un termine però non perentorio, ha aggiunto,
perché il tema è complesso. Il Presidente ha aggiunto che il tema
non può esser affrontato solo sul piano finanziario, perché non si
colgono i problemi che interessano territori non centrali, quelli
meno turistici e meno floridi. Ho colto un senso di scoramento di
certi territori, ha affermato, con sindaci che ci hanno detto: se va
avanti così vi portiamo la chiave. Lo si può cogliere anche nel
fatto che in certi comuni si presenta una sola lista, non si trovano
neppure gli amministratori. E questo comporta le difficoltà di
gestione di questi territori già più complessi rispetto al
fondovalle. Si passa dalla mancanza degli amministratori allo
spopolamento. Il trend è questo è lo si è visto negli ultimi anni.
Si deve capire se l’Autonomia trentina è in grado di mantenere le
autonomie territoriali, altrimenti dovremo mandare qualcuno ad
amministrare Luserna il cui sindaco ha detto, appunto, di voler
consegnare le chiavi del suo comune. Tutto nasce da questa sfida. La
sfida del rapporto centro periferia. I risparmi, ha detto ancora,
sono stati in 5 anni 22 – 24 milioni più dovuti alle fusioni che
alle gestioni associate che sono state 29 ambiti mentre sei6 da fare.
Ma anche chi li ha fatti dice di essere d’accordo con la
sospensione delle gestioni associate obbligatorie. Una situazione,
quindi, che non può essere affrontata solo dal punti di vista
finanziario. Sui vigili del fuoco è stata fatta una norma concordata
con al Federazione e se serve un regolamento lo si farà. Tonini, ha
replicato, dicendo di essere d’accordo con la foto fatta da Fugatti
perché non si può fare parti uguali tra diseguali. Ma si deve
capire come si può fare questo mantenendo gli obiettivi di
risparmio. Tenendo conto che, in un quadro come questo, così si
toglie l’obbligo delle gestioni associate ma lo si lascia nei fatti
perché altrimenti il comune si trova senza il ragioniere.
La
Giunta presenta 12 emendamenti.
Fugatti
ha poi presentato i 12 emendamenti della Giunta al testo del ddl.
Troppi, secondo Tonini, e che non hanno impatto finanziario ma solo
normativo. Fugatti ha ribattuto che ci sono problemi di urgenza, che
va data risposta immediata ai problemi.
Nello
specifico, sull’articolo uno, si va dall’inclusione dei danni ai
mezzi privati dei volontari durante la tempesta di ottobre, alla
possibilità di intervento diretto della Pat sulla riforestazione ai
ruoli operativi della missione strategica grandi opere.
All’articolo
due emendamenti, uno dei quali riguarda la proroga del comitato
legislativo di un anno per trovare le competenze, come quella del
professor Falcon, pari a quelle di chi oggi ricopre questo importante
incarico.
All’articolo
3 un emendamento riguarda la scuola e proroga di un anno
l’adattamento alla disciplina della Buona scuola, in particolare il
reclutamento secondo ambiti degli insegnanti. Una proroga definita
ragionevole da Rossi che ha votato l’emendamento.
All’articolo
quattro un emendamento che introduce la deroga per regolarizzare
errori procedurali dei comuni che hanno comportato problemi per opere
già collaudate e sulle quali sono emersi problemi di tipo
amministrativo.
All’articolo
5 Fugatti ha presentato gli emendamenti sulle tariffe della raccolta
differenziata, saranno in vigore nel 2019 quelle statali, e
sull’innalzamento dell’affidamento diretto dei lavori pubblici da
50 a 150 mila euro. Marini ha votato contro questo emendamento perché
ha detto che su questa norma sarebbe stato necessario un dibattito.
Le
dichiarazioni di voto.
In
dichiarazione di voto Paolo Ghezzi (Futuro) ha motivato il voto di
astensione perché il ddl è stato dettato dall’urgenza e dal fatto
che la Giunta, in fase d’avvio, si è trovata davanti ai danni
della tempesta. Ghezzi ha però condiviso l’osservazione di Tonini
che in questo ddl ci sono norme che non hanno impatto finanziario,
alle quali si aggiunge il pacchettino di emendamenti, e ha auspicato
che ci vengano presentati ddl un po’ meno omnibus, più precisi e
più aderenti al titolo. Tonini ha dichiarato voto contrario, perché
la minoranza vota sempre contro il bilancio, e perché ha detto di
non condividere questo modo di procedere. La via sarebbe stata quella
chiarezza normativa. Altrimenti si creano problemi ai cittadini:
perché nel barattolo dello zucchero ci va lo zucchero, ha
esemplificato, e non il sale. Altrimenti si complica la vita ai
cittadini. Nel merito, Tonini ha ricordato che ci si trova di fronte
ad un taglio di investimenti per finanziare la spesa corrente. Rossi,
dichiarando il voto di astensione, ha auspicato un confronto da qui
fino all’aula su alcune parti del ddl che rischiano di avere
ricadute negative su alcuni voci di spesa. Il consigliere del Patt
s’è chiesto se non sia in caso di coprire con un modesto debito i
tagli sugli investimenti sull’agricoltura, l’industria e quelli
sul turismo e politiche per la casa. Anche per Rossi in questo ddl ci
sono, non solo urgenze giustificabili, ma anche la conferma di scelte
elettorali come le gestioni associate. Una norma che non dovrebbe
trovarsi in questa variazione di bilancio. Servirebbe, secondo Rossi,
una riforma del regolamento del Consiglio per istituire, come si fa a
Bolzano, un paio di sedute omnibus per regolare le questioni urgenti
o da sistemare. Anche Alex Marini , dichiarando voto contrario, ha
detto di comprendere l’urgenza per il maltempo, ma ha espresso
perplessità sulle gestioni sociali e sul codice degli appalti.