Sentiti i dirigenti provinciali. In programma una visita alle valli di Rabbi, Sole, Rendena e Chiese
Commissione sui danni causati dal maltempo e il ripristino: iniziata bene la vendita del legname
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Si
è riunita questa mattina nella Sala Lenzi di Palazzo Trentini, la
Commissione speciale di studio sui danni provocati dal maltempo
dell’ottobre scorso. La seduta ha previsto l’audizione dei
responsabili delle strutture provinciali per approfondire gli aspetti
tecnici e gli interventi organizzati per il ripristino, di cui diamo
conto qui di seguito.
30
milioni di euro (15 milioni già spesi) per la sicurezza stradale, si
ipotizzano 50 milioni per opere di asporto piante, paramassi e
paravalanghe
L’ing.
Stefano De Vigili, responsabile del Dipartimento
infrastrutture e trasporti della Provincia, ha comunicato che
l’impatto dell’evento sul sistema stradale è stato molto
importante. Per dare qualche cifra che possa inquadrare il fenomeno
da un punto di vista dei danni, sono stati già spesi circa 15
milioni di euro (8,6 milioni dal Servizio viabilità ed
altrettanti dal Servizio opere stradali) e ne sono in previsione
altrettanti per interventi finalizzati al ripristino della
sicurezza delle strade. In una seconda fase si prevede l’asporto
circa 1,5 milioni di piante e la costruzione di paramassi e
paravalange, con un impegno complessivo ipotizzato di circa 50
milioni di euro sull’intero territorio provinciale.
Gli
spunti sollevati dai consiglieri
Ugo
Rossi ha rilevato che sarebbe fondamentale conoscere da ogni
settore interessato della Provincia una quantificazione ufficiale dei
danni, comprensiva della modalità adottata per effettuare la stima.
Questo per evitare allarmi immotivati e false percezioni e per poter
interagire in maniera strutturata con la Giunta. Inoltre, Rossi ha
trasferito le sollecitazioni raccolte sul territorio con riferimento
ai criteri per i risarcimenti e alle modalità di applicazione,
affinché vengano “messe in agenda”: in particolare, sui lavori
in economia diretta, sulla viabilità di carattere agricolo, sulle
scorte e la valutazione delle perdite per mancata produzione, sul
ruolo dei dottori forestali nella valutazione dei danni. Pietro De
Godenz (UpT) ha convenuto con Rossi sulla necessità di avere una
valutazione esatta, anche in ordine alle opere stradali e a come
verrà rivisto il piano economico con riferimento alle riprese
assegnate ai singoli comuni, a seguito degli schianti. Alex Marini
(5 Stelle) ha rilevato due problematiche: il tema del valore
delle aste e quello del supporto ai comuni, le cui risorse appaiono
insufficienti per poter far fronte a questa calamità, sopratutto
nella gestione del legname.
Il
Presidente Ivano Job ha rassicurato Rossi sulla volontà di
mantenere un costante raccordo con la Giunta: lui stesso, assieme
all’ing. De Col, parteciperà al Tavolo organizzato per far fronte
a questa calamità.
7
milioni i danni per il settore agricolo, sarà difficile riconoscere
i costi “familiari”
Il
dott. Romano Masè, responsabile del Dipartimento agricoltura,
foreste e difesa del suolo e il dott. Maurizio Zanin, che ha
l’incarico di coordinamento operativo del settore, hanno risposto
alle domande dei commissari.
Masè
ha chiarito che allo stato attuale è stata fatta una
ricognizione preliminare che si andrà ad affinare nei tempi, ma che
risulta essere altamente attendibile. Si tratta di 3,3 milioni di
metri cubi di materiale legnoso schiantato, che hanno interessato
circa 18-19 mila ettari di superficie, per un totale di 7
milioni di danni per il settore agricolo, che per il settore
forestale riguardano per la maggior parte il territorio orientale
della Provincia, mentre per l’agricoltura sono concentrati in
Valsugana (che da sola registra circa 4 milioni di danni).
Un’emergenza, ha osservato, che ci accompagnerà nella gestione
amministrativa per i prossimi decenni. Sui criteri per gli indennizzi
al settore agricolo Masè ha chiarito che c’è piena consapevolezza
delle esigenze, ma non è possibile riconoscere in questa
fase i costi “familiari”. Tuttavia si valuterà di poter
almeno riconoscere i lavori condotti dagli operai dell’azienda
attraverso lo strumento dell’autodichiarazione del titolare. In
ogni caso, per pensare ad un’ipotesi di contributo occorre
attendere decisioni di natura politica. Il tema della viabilità,
invece, sarà affrontato all’interno di una visione complessiva. La
questione delle mancate produzioni riferite al 2018 è di difficile
valutazione allo stato attuale, ma sarà fornito riscontro appena
possibile.
Caldeggiato
il ricorso ai liberi professionisti forestali
Il
ruolo dei professionisti, ha aggiunto Masè, è centrale:
accanto al lavoro diretto delle strutture provinciali è decisivo
l’apporto dei forestali con i quali c’è un confronto continuo e
anche negli incontri con le amministrazioni si sta caldeggiando
l’appoggio a professionisti forestali per un supporto
specialistico, anche se al momento non c’è un incentivo collegato.
Sul fronte della viabilità forestale l’intenzione è quella di
mettere in campo un’azione straordinaria diretta senza però
escludere che qualche proprietario forte realizzi direttamente
determinati interventi. Rispetto alla questione dei piani, i
proprietari più colpiti ne chiedono una revisione e si sta pensando
a strumenti agili di aggiornamento dei tagli, anche in collaborazione
con liberi professionisti.
Minor
valore dei materiali di circa il 20%, incoraggianti i primi risultati
Il
dott. Zanin, coordinatore per il fronte forestale, ha aggiunto
alcune considerazioni, con una zoomata specifica sul fronte
delle aste e degli affidamenti. I costi sono di carattere
diretto e indiretto, ha chiarito. I costi diretti, quelli
quantificati per il settore forestale dal piano degli interventi,
nell’ordine dei 21 milioni di euro, abbracciano l’orizzonte
temporale di tre anni del piano e riguardano le sole infrastrutture a
servizio del bosco. La voce forse più grossa, in una fase temporale
immediatamente successiva, riguarderà i ripristini. Si tratta di una
partita molto consistente che coinvolge il recupero del territorio
schiantato a bosco o pascolo. I costi indiretti sono
quantificabili in una riduzione del reddito che i proprietari
avrebbero avuto in condizioni ordinarie. Il valore del legname
prima dell’evento era superiore ai 100 euro, a metro cubo
mentre attualmente arriva ad 80. L’azione provinciale
attraverso il piano e sopratutto attraverso i contatti e l’assistenza
capillare sul territorio è naturalmente un’azione di indirizzo,
non può essere coercitiva. Nella fase di monitoraggio,
nell’assistenza tecnica ai proprietari con l’individuazione dello
sgombero delle aree e quindi la progettazione dei tagli, la
suddivisione in lotti e l’assistenza alla stima e vendita del
legname è fondamentale il ruolo dei professionisti forestali.
Professionisti che si pagano da soli nel senso che le spese rientrano
nell’utile che l’azienda potrebbe avere in una corretta gestione
dello smaltimento del materiale. Il piano dedica ai liberi
professionisti un paragrafo ad hoc che individua la
prestazione professionale che andrebbe loro richiesta.
Un
dato ulteriore: sono 370.000 i metri cubi di materiali messi in
vendita “in piedi” di cui 250.000 sono stati già venduti: un
risultato non disprezzabile, se i ritmi fossero questi il dato
sarebbe confortante. Come si diceva prima, i prezzi attualmente
variano tra i 25-30 euro al metro cubo (con costi di utilizzazione di
40-45 euro al metro cubo), per arrivare al totale di circa 80 euro al
metro cubo. Un 20% in meno rispetto al valore ordinario.
Su
sollecitazione di Marini, Zanin ha chiarito che i vivai in
provincia di Trento sono 3, uno a Casteler (Trento), uno a Borgo (San
Giorgio) e uno a Masi di Cavalese. I tre vivai resteranno in attività
e nel piano degli interventi c’è una parte di definizione dei
fabbisogni all’interno della quale si terrà conto anche di questi.
Su richiesta del consigliere Michele Dallapiccola (Patt),
Zanin ha spiegato che percentualmente lo scarto del materiale
schiantato rispetto ad una normale attività boschiva può avere lo
stesso ordine di grandezza.
Sforza:
domande di indennizzo dal 10 gennaio all’1 marzo
L’ing.
Gianfranco Cesarini Sforza, responsabile del Dipartimento di
protezione civile ha riassunto gli interventi messi in campo per
affrontare il fenomeno calamitoso, distinguibili secondo diverse
linee di azione: il primo soccorso (fase durante l’evento,
che ha permesso l’evacuazione di circa 500 persone e ha coinvolto
circa 500 professionisti provinciali oltre a 4000 volontari della
protezione civile con circa 2 milioni di costi complessivi);
il ripristino delle infrastrutture e reti (lavori alla rete stradale
e viaria e interventi di ripristino); gli interventi di somma urgenza
fatti assieme a 120 comuni interessati, con circa 250 situazioni di
lavoro per un costo complessivo stimato attorno ai 23 milioni di
euro (interventi in parte in corso e in parte che saranno avviati
entro la primavera, quando la situazione meteo lo consentirà);
sostegno al tessuto economico sociale con contributi alla
popolazione a sostegno delle economiche e produttive interessate
dall’evento. Le domande di indennizzo per queste tipologie
si possono presentare dal 10 gennaio all’1
marzo, secondo modalità e modulistica disponibile sul sito della
Provincia, ove è chiarita anche la percentuale di indennizzo,
rispetto a veicoli per nuovo acquisto o danneggiamento, rispetto a
danni a beni immobili adibiti ad abitazione e proprietà fondiarie,
arredi, attrezzature, impiantistiche, lavori di sgombero della
proprietà che circonda l’edifico, danni per attività agricole e
acquacoltura ecc. Sono previsti indennizzi anche per i danni ad
imprese ed attività produttive e per la perdita di reddito calcolata
sulla media dei 5 anni precedenti, secondo uno schema articolato che
definisce le spese ammissibili e i contributi concedibili.
Parola
ai consiglieri per osservazioni e rilievi
Da
un punto di vista della chiarezza e velocità di accesso agli
strumenti è stato fatto uno sforzo importante, ha ammesso il
consigliere Ugo Rossi che ha rinnovato tuttavia l’invito a
produrre un quadro organico, pur con il beneficio del dubbio. Serve
cioè un documento prodotto dalla Giunta che riassuma in un’unica
pagina la stima dei danni totali per dipartimento. Un dato certo
è difficile averlo, ma quello che hanno in mano i dirigenti cercherò
di ottenerlo, ha rassicurato Job che si è anche impegnato a
comunicarlo alla Commissione.
Si
è unito alla richiesta di Rossi Pietro De Godenz che ha anche
posto l’attenzione sulla scelta del materiale di reimpianto,
commisurata alla struttura, alla capacità di radicamento e alla
possibilità che queste piante possano in futuro rappresentare di per
sé una barriera naturale. Il consigliere Alex Marini ha posto
una domanda delicata, interrogandosi su quali potrebbero essere i
potenziali contenziosi in conseguenza dei danni a case,
strutture, ma sopratutto persone, in luoghi dove era stata concessa
la possibilità di costruire, anche in deroga al piano Demarchi del
‘67. Cesarini Sforza ha chiarito che sarà fatta una
valutazione/distinzione delle zone di rischio, con la messa in
evidenza delle criticità collegate anche a questo evento. Il resto
sarà compito della magistratura.
Boschini:
gestione rifiuti sotto controllo
La
dott.ssa Laura Boschini, direttrice dell’APPA, è
intervenuta per chiarire che l’operazione di sgombero del
territorio dai detriti nell’imminenza dell’evento aveva previsto
un’ordinanza assunta in emergenza che consentiva ai sindaci
di individuare aree di stoccaggio del materiale in deroga alle norme
vigenti. Un’ordinanza che scadrà il 2 maggio prossimo e che ha
consentito di fare fronte alla situazione di grave disagio creatasi
all’indomani della calamità. La Provincia, fatta una ricognizione,
ha potuto appurare che il materiale è per la gran parte costituito
da rifiuti non urbani e non pericolosi, che già i comuni si stanno
dando da fare per procedere allo smaltimento. Entro il 2 marzo, a a
seguito di una ricognizione sul territorio, sarà elaborato un piano
di recupero e di riutilizzo, con l’indicazione ai comuni delle
corrette modalità di smaltimento. Da questo punto di vista non si
intravedono grossi problemi in ordine ai rifiuti.
Prossima
tappa , il sopralluogo nelle valli di Rabbi, Sole, Rendena e Chiese
La
Commissione speciale si riunirà nuovamente il primo febbraio
per effettuare il secondo sopralluogo alle zone colpite dal maltempo.
La meta questa volta sarà la valle di Rabbi e di Sole, con una
tappa, sulla via del rientro, anche nelle valli Rendena e del Chiese.