Affollato incontro in Regione tra delegati sindacali, assessore e consiglieri provinciali
Sait, Natale amaro per i lavoratori. Sindacati all'attacco
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La grave situazione occupazionale della cooperazione di consumo
trentina è stata oggetto oggi di un approfondito incontro tra i
delegati sindacali di Cgil, Cisl e Uil e un folto gruppo di
consiglieri provinciali. Accolti dal presidente Walter Kaswalder,
a palazzo della Regione i sindacalisti sono arrivati alle 13 assieme
a oltre una ventina di lavoratori del settore. Hanno trovato
l'assessore alla cooperazione Tonina e i consiglieri Cia,
Dalzocchio, Guglielmi e Ambrosi di maggioranza, nonché Tonini,
Degasperi, Olivi, Manica, Ghezzi, Ferrari, Coppola e Marini del
fronte di opposizione.
E' stato per primo Roland Caramelle (Cgil) a rappresentare un
quadro a tinte fosche e contrassegnato dal silenzio dei vertici
aziendali. Sait ha com'è noto licenziato 80 addetti e 9 mesi dopo
rimangono aperti gli interrogativi circa la ricollocazione dei
lavoratori in Naspi, anche per le 20 unità che il sistema della
cooperazione trentina si è impegnato ad assorbire in altre
posizioni. Si attende inoltre che l'Ispettorato del lavoro dia delle
risposte in merito alla legittimità della procedura di cassa
integrazione, a fronte dell'ipotesi che l'azienda possa avere
sostituito il personale espulso con addetti avventizi e pagati meno
(su questo punto ha invocato un solerte chiarimento il consigliere
Alex Marini dei 5 Stelle). Il quadro del settore si completa
con le difficoltà dei Superstore di Trento e di Rovereto (200
addetti) e di Coop Alto Garda (160 addetti), quest'ultima reduce dal
commissariamento e con i dipendenti da un anno e mezzo a paga
sindacale, in attesa di un integrativo, che peraltro sembra
finalmente in dirittura d'arrivo.
Per il mezzo migliaio di dipendenti ancora in Sait, si profila invece
dal 1° gennaio il taglio di circa 3 mila euro di retribuzione annua,
per via della disdetta unilaterale del contratto integrativo,
comunicata in extremis senza confronto con la controparte sindacale.
Caramelle è stato duro: "O si sta con noi, o si sta con
Dalpalù-Picciarelli, ossia con i vertici che hanno scelto questa
politica estranea alle logiche del mondo mutualistico".
Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) ha fatto notare che Sait
chiuderà l'anno con un utile di 10 milioni di euro, tagliando però
di netto le retribuzioni dei dipendenti. Mentre Riva sta uscendo dal
tunnel, Trento ci sta dunque entrando, peraltro in spregio
all'accordo Provincia-Sait dell'anno scorso, che sembrava istradare
l'azienda in un percorso di buone relazioni sindacali e di impegni
concreti".
Walter Largher (Uiltucs) ha aggiunto che le relazioni
sindacali di Sait scivolano su un piano inclinato da ormai
vent'anni, tant'è che gli addetti trentini stanno ormai peggio anche
rispetto agli standard del contratto nazionale.
Assente giustificato l'assessore al lavoro Achille Spinelli, è
stato l'assessore Mario Tonina a rappresentare il governo
provinciale. "Affronteremo il problema a partire dalla riunione
di Giunta di venerdì – ha assicurato – e ci incontreremo anche
con la Presidenza della Federazione dei consorzi cooperativi, per
cercare di condividere un percorso. Penso non solo ai grandi punti
vendita cooperativi, ma anche al sistema delle Famiglie cooperative,
che tengono vivi i piccoli centri".
Alessandro Olivi (Pd) ha parlato di vicenda paradigmatica,
dalla quale non può chiamarsi fuori la Federazione come holding del
sistema cooperativistico trentino. L'ex assessore ha invocato
l'applicazione del protocollo Pat-Sait e chiesto a chi ora governa la
Provincia di agire, dopo avere alzato la voce quando stava in
minoranza e cominciava la crisi Sait.
Filippo Degasperi (5 Stelle) ha lamentato che da due anni un
imbarazzante silenzio proviene dal palazzo di piazza Dante: nel tempo
abbiamo chiesto – ha detto – con quali criteri sono stati scelti
i licenziamenti, come e perché sono stati esternalizzati dei
servizi, quali verifiche sono state fatte da chi di dovere, quali
operazioni immobiliari ha effettuato Sait, come agirà la Provincia
rispetto alla fideiussione sottoscritta a suo tempo dallo stesso Sait
all'atto di realizzare la nuova sede. Nessuna risposta. Ricordo che
alla Provincia compete per legge la vigilanza sul sistema
cooperativo: si provveda allora.
Paolo Ghezzi (Futura 2018) ha sottolineato la gravità del
metodo scelto per le relazioni sindacali da Sait e ha chiesto ai
sindacalisti di dettagliare gli errori strategici che i vertici
aziendali avrebbero compiuto.
Ha risposto Largher, partendo dalla mancata razionalizzazione
e riduzione di numero delle Famiglie Cooperative, progetto fermo da
10 anni. Ha citato poi la guerra commerciale tra Dao e Sait, in un
rapporto reciproco mai ben definito. Infine la mancata apertura di
punti vendita a Trento nord, dove i Superstore si sono fatti infine
precedere dalla concorrenza.