Giornale Online
29/11/2018 - Dai Consiglieri e dai gruppi
Il primo disegno di legge presentato dal consigliere provinciale pentastellato, già esponente di Più democrazia in Trentino
Marini ripresenta il disegno di legge di iniziativa popolare per promuovere i referendum
Alex Marini
Il primo disegno di legge presentato dal consigliere provinciale pentastellato, già esponente di Più democrazia in Trentino
Marini ripresenta il disegno di legge di iniziativa popolare per promuovere i referendum
Alex Marini
All'inizio
della sua
attività politica da
consigliere
provinciale, Alex Marini (5 stelle) ripropone il disegno di legge di
iniziativa popolare sulla "democrazia diretta", dedicato ai
referendum, da lui lanciato diversi
anni
fa
come semplice cittadino alla testa di un apposito comitato promotore.
L'esame
del provvedimento,
presentato nel 2012, in
Consiglio provinciale, non
è mai arrivato alla conclusione pur avendo impegnato la commissione
competente nella passata legislatura. Per ragioni politiche e
nonostante il
compromesso raggiunto sui contenuti dagli schieramenti
avversi, l'iter
del
ddl si
era fermato poco
prima della
discussione finale in aula nell'agosto 2018.
Ora,
anche in virtù dell'accordo
pregresso
stretto tra
le forze politiche contrapposte, la
novità
è che a sottoscrivere il medesimo
testo
– che
aggiornato nella
sedicesima legislatura è
diventato il ddl
numero 2 (nella
quindicesima era il numero 1),
"Modificazioni
della legge provinciale 5 marzo 2003, n.3 (legge sui referendum
provinciali 2003)"
–
non è
più solo, Alex Marini, che
rimane primo firmatario. A
sottoscrivere la proposta ci sono altri
sei consiglieri di
minoranza
–
il collega
pentastellato Degasperi, Ghezzi e
Coppola di Futura,
Rossi
e Dallapiccola del Patt – e Walter
Kaswalder del
gruppo Autonomisti
popolari, unico
esponente della maggioranza e che aveva firmato prima della sua
elezione a presidente del Consiglio provinciale.
Dal
negoziato frutto
della mediazione fra i gruppi politici nella precedente legislatura,
era emersa una proposta che aveva ridotto l'articolato del ddl dagli
originari 55 articoli a sole 7 norme. I
punti
salienti della proposta sono
questi:
l'abbassamento
del quorum di partecipazione dal
50 al 20% perché
i referendum siano considerati validi;
l'istituzione di una
commissione
permanente per la valutazione dell’ammissibilità dei quesiti
referendari, nominata a inizio legislatura; l'ampliamento
della finestra temporale per la celebrazione dei referendum;
introduzione
dell’audizione pubblica organizzata
dal Consiglio provinciale
affinché i promotori possano presentare i contenuti della proposta
in un’audizione pubblica organizzata dal Consiglio provinciale.
Queste
le norme principali del testo
ridimensionato e approvato
dalla Prima commissione permanente
del Consiglio provinciale, ma
non in
aula. Ora
Marini e gli altri firmatari chiedono all'assemblea legislativa di
prevederne l'esame a
breve. Senza dimenticare che il ddl è già passato al vaglio di una
complessa istruttoria, che
ha visto l'audizione di
esperti anche in campo internazionale. E che è sostenuto dal
parere giuridico della Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa
(797/2014).
la relazione introduttiva al ddl segnala che mentre l’articolo 48
dello Statuto di Autonomia prevede il referendum provinciale
abrogativo, propositivo e consultivo, oggi il diritto a promuovere
queste consultazioni popolari è di fatto negato da vari ostacoli di
tipo procedurale. Il maggiore dei quali è la presenza del quorum di
partecipazione fissato al 50% degli aventi diritto al voto. Quorum
che il disegno di legge prevede di abbassare al 20% per favorire la
più alta affluenza possibile. A giudizio della Commissione di
Venezia è “consigliabile” non
prevedere un quorum di affluenza o un quorum per l’approvazione,
per evitare due
effetti indesiderati: primo, le astensioni sono assimilabili ai
non-voti; secondo, i voti espressi per una proposta che alla fine non
raggiunge il quorum saranno inutili. E gli avversari saranno tentati
di incoraggiare l’astensione, che non è salutare per la
democrazia.