Il presidente Dorigatti all'incontro di studio che attua una mozione consiliare
Democrazia partecipativa sì, democrazia immediata no
Ddl popolare sul tema: si cerca di trovare la quadra per un testo condiviso
"Sì a nuovi elementi di democrazia partecipativa, da innestare
nel sistema della nostra democrazia di tipo rappresentativo, basata
sul voto e sul mandato agli eletti perché legiferino e amministrino
la cosa pubblica. No invece a istanze di "democrazia immediata",
che rifiutino qualsiasi intermediario tra cittadini e amministratori,
alimentando così populismi e leaderismo. No quindi a forzature che
portino verso una "tirannia della maggioranza", quella che
sembra profilarsi oggi dietro al modo in cui viene talvolta
utilizzato il richiamo alla volontà del popolo".
Ha detto così stamane il presidente del Consiglio provinciale, Bruno
Dorigatti, aprendo l'incontro di studio attivato dalla Facoltà di
Giurisprudenza dell'Università di Trento e dal Laboratorio di
innovazione istituzionale per l'autonomia integrale, dedicato proprio
al tema della democrazia partecipativa e alle esperienze di
riferimento nel panorama europeo. Dorigatti ha ricordato che il
seminario è nato dalla volontà di dare attuazione alla mozione
consiliare 22/XV e all'impegno relativo di attivare - in convenzione
con l'ateneo trentino – approfondimenti di diritto
comparato europeo, connessi a iniziative normative all'esame del
Consiglio provinciale, come
forma di supporto conoscitivo per l'assemblea legislativa trentina.
Il
presidente Dorigatti e il presidente della Provincia, Ugo Rossi,
hanno dunque puntato sul tema della democrazia partecipativa, oggetto
tra l'altro del disegno di legge d'iniziativa popolare depositato a
palazzo Trentini fin dall'inizio di questa XV legislatura
provinciale. Attorno
a questo testo è in corso in queste settimane lo sforzo finalizzato
a individuare un nucleo essenziale e condiviso di norme, che possa
consentire di portare alla discussione e al voto in Consiglio
provinciale, possibilmente ancora in quest'ultimo scorcio di
legislatura e quindi entro settembre.
Ne
ha accennato stamane anche il presidente Ugo Rossi, riconoscendo che
la partecipazione dei cittadini alle scelte fatte dai governanti
pubblici è uno strumento centrale nell'ottica di colmare il grande
vuoto creatosi nel rapporto tra elettori ed eletti. Il ruolo dei
partiti è in profonda crisi a sua volta, complice la Rete che li ha
sostituiti con un rapporto solo superficialmente e virtualmente
diretto con i cittadini. E' allora tempo – ha detto Rossi – di
potenziare alcuni strumenti utili di partecipazione, come i
referendum.
Il
seminario – presieduto dal professor
Roberto Toniatti -
è entrato poi nel merito delle relazioni, a partire da quella di
Ilaria Casillo, vicepresidente della Commission Nationale du Dèbat
Public francese. La
professoressa ha raccontato come nella repubblica transalpina gran
parte delle opere pubbliche e private di valore superiore a 300
milioni di euro vengano sottoposte a una procedura di ascolto della
cittadinanza, la cui attivazione viene decisa dalla commissione
autonoma a ciò deputata. Si mette così in campo uno strumento di
aiuto alla decisione politica, che ha dimostrato nei fatti di
consentire molto spesso la modifica e l'affinamento di piani e
progetti, nonché il positivo superamento del conflitto sociale.
E'
stato ricordato stamane che l'Italia si è a sua volta dotata di una
legge che apre all'istituto del Dèbat public: lo scorso maggio il
Governo ha approvato anche il decreto attuativo e siamo quindi
all'inizio di un nuovo giorno su questo versante, proprio mentre il
nuovo esecutivo nazionale vede il trentino Riccardo Fraccaro nominato
ministro ai rapporti con il Parlamento ma anche alla democrazia
diretta. Il
presidente Rossi ha chiarito al proposito che la legge nazionale non
si applica in Trentino, dove l'autonomia speciale si farà carico di
scegliere se adottare una propria normativa in materia.
Il
quadro italiano si completa infine
con
una legge regionale pugliese sulla partecipazione popolare, impugnata
però dal Governo proprio sul punto del Dèbat public.