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21/02/2018 - Incontri

Salvare il lago d'Idro, 1259 firme consegnate al Presidente del Consiglio provinciale

Petizione popolare presentata a palazzo Trentini

Salvare il lago d'Idro, 1259 firme consegnate al Presidente del Consiglio provinciale

Si chiede una gestione oculata dell'irrigazione nelle campagne della pianura lombarda

Salvare il lago d'Idro, 1259 firme consegnate al Presidente del Consiglio provinciale

​ Un "pacchetto" di 1259 firme per chiedere uno sforzo comune per salvare il lago d'Idro. Per ridare, a questo specchio d'acqua, considerato fin dal lontano 1917 un semplice invaso, la sua dignità di lago alpino. Oggi pomeriggio la petizione è stata consegnata dai promotori, l'associazione Amici della terra, al presidente del Consiglio della Provincia autonoma di Trento. Nel documento si chiede che venga istituita una commissione, nella quale siano rappresentati i comuni, gli enti territoriali, le associazioni, che abbia la possibilità di realizzare il bilancio idrico dell'intero bacino del Chiese; l'istituzione di un ente paritetico per il coordinamento della gestione della risorsa acqua con l'obiettivo il risparmio idrico in modo da evitare il ripetersi delle frequenti crisi. 

In buona sostanza si chiede di avviare una politica di gestione oculata e razionale dell'irrigazione nelle campagne della pianura lombarda. Un'agricoltura, perlopiù intensiva, i cui imponenti bisogni pesano moltissimo sulla situazione ambientale del lago d'Idro. Per fare questo, è stato spiegato nel corso dell'incontro con il Presidente del Consiglio, va rivisto il regolamento di gestione del lago del 2002 che prevede escursioni dei livelli fino a 3,25 metri. Escursioni del livello che, in seguito alle proteste popolari, sono state limitate al metro e trenta centimetri negli ultimi anni. Limitazioni che, tra l'altro è stato aggiunto, pur di fronte a frequenti crisi idriche, hanno risposto bene al fabbisogno delle campagne della pianura. 

Ma, come è stato ricordato nell'incontro di oggi pomeriggio, la storia di questo specchio d'acqua ai confini tra Trentino e Lombardia è travagliata da più di cento anni. Da quanto, nel 1917, per motivi bellici, il lago venne trasformato in un invaso dal quale si poteva prelevare acqua fino a ridurne il livello di 7 metri. Una storia di sofferenza, è stato detto nell'incontro, per le popolazioni dei comuni rivieraschi (circa 5000 abitanti) che hanno trovato poco ascolto sia da parte della Regione Lombardia che dello Stato. E questo della titolarità del lago in mano a tre soggetti, Lombardia, Stato e Provincia autonoma di Trento, ha sottolineato il Presidente, è uno dei problemi politici più difficili. Per questo, ricordando l'iter della petizione che passerà ora, per un primo parere in Ufficio di presidenza per poi approdare in commissione (probabilmente la Quarta) dove i promotori verranno ascoltati, una delle vie per ridurre i tempi potrebbe essere quella di una mozione alla Giunta provinciale, perché si attivi con Milano e Roma, sottoscritta dai commissari.  ​