Petizione popolare presentata a palazzo Trentini
Salvare il lago d'Idro, 1259 firme consegnate al Presidente del Consiglio provinciale
Si chiede una gestione oculata dell'irrigazione nelle campagne della pianura lombarda
Un "pacchetto" di
1259 firme per chiedere uno sforzo comune per salvare il lago d'Idro.
Per ridare, a questo specchio d'acqua, considerato fin dal lontano
1917 un semplice invaso, la sua dignità di lago alpino. Oggi
pomeriggio la petizione è stata consegnata dai promotori,
l'associazione Amici della terra, al presidente del Consiglio della
Provincia autonoma di Trento. Nel documento si chiede che venga
istituita una commissione, nella quale siano rappresentati i comuni,
gli enti territoriali, le associazioni, che abbia la possibilità di
realizzare il bilancio idrico dell'intero bacino del Chiese;
l'istituzione di un ente paritetico per il coordinamento della
gestione della risorsa acqua con l'obiettivo il risparmio idrico in
modo da evitare il ripetersi delle frequenti crisi.
In buona sostanza
si chiede di avviare una politica di gestione oculata e razionale
dell'irrigazione nelle campagne della pianura lombarda.
Un'agricoltura, perlopiù intensiva, i cui imponenti bisogni pesano
moltissimo sulla situazione ambientale del lago d'Idro. Per fare
questo, è stato spiegato nel corso dell'incontro con il Presidente
del Consiglio, va rivisto il regolamento di gestione del lago del
2002 che prevede escursioni dei livelli fino a 3,25 metri. Escursioni
del livello che, in seguito alle proteste popolari, sono state
limitate al metro e trenta centimetri negli ultimi anni. Limitazioni
che, tra l'altro è stato aggiunto, pur di fronte a frequenti crisi
idriche, hanno risposto bene al fabbisogno delle campagne della
pianura.
Ma, come è stato ricordato nell'incontro di oggi
pomeriggio, la storia di questo specchio d'acqua ai confini tra
Trentino e Lombardia è travagliata da più di cento anni. Da quanto,
nel 1917, per motivi bellici, il lago venne trasformato in un invaso
dal quale si poteva prelevare acqua fino a ridurne il livello di 7
metri. Una storia di sofferenza, è stato detto nell'incontro, per le
popolazioni dei comuni rivieraschi (circa 5000 abitanti) che hanno
trovato poco ascolto sia da parte della Regione Lombardia che dello
Stato. E questo della titolarità del lago in mano a tre soggetti,
Lombardia, Stato e Provincia autonoma di Trento, ha sottolineato il
Presidente, è uno dei problemi politici più difficili. Per questo,
ricordando l'iter della petizione che passerà ora, per un primo
parere in Ufficio di presidenza per poi approdare in commissione
(probabilmente la Quarta) dove i promotori verranno ascoltati, una
delle vie per ridurre i tempi potrebbe essere quella di una mozione
alla Giunta provinciale, perché si attivi con Milano e Roma,
sottoscritta dai commissari.