Consiglio provinciale. Emendamenti ostruzionistici ritirati tranne che da Degasperi (nella foto)
Maratona notturna per la manovra finanziaria sospesa alle 3,00. Si riparte alle 9.00
In allegato, il programma dei lavori e i tre disegni di legge della manovra di bilancio
Alle
tre della notte, al termine di una riunione dei capigruppo, la seduta
del Consiglio, che sta discutendo la manovra finanziaria, è stata
sospesa. Si è arrivati all’approvazione dell’articolo 11 della
collegata. I lavori vanno a rilento perché il consigliere di 5
Stelle, Filippo Degasperi, non ha ritirato i suoi tremila
emendamenti. Il confronto con la Giunta si è bloccato su un
emendamento del consigliere pentastellato con il quale intendeva
introdurre una netta distinzione, a favore dei docenti della
formazione professionale pubblica rispetto a quella privata, nella
valutazione per le graduatorie per l’accesso alla stabilizzazione
degli insegnanti nella scuola trentina.
Lunghissimo
braccio di ferro notturno tra Filippo Degasperi di 5 Stelle - che
chiedeva, con il suo emendamento, di mettere nero su bianco un
sistema di differenziazione netta per l’accesso alle graduatorie
per le stabilizzazioni nelle scuole trentine tra i docenti della
formazione professionale pubblica e quella privata - la maggioranza e
il resto della minoranza. L’assessore Gilmozzi ha ricordato che la
richiesta di Degasperi non è accettabile perché contraria alla
legge. Mentre il rappresentante di 5 Stelle a ribattuto di aver
semplicemente chiesto che la Pat continuasse nell’approccio che ha
avuto fino a oggi. Bezzi ha preso le distante dall’atteggiamento di
Degasperi perché, ha detto, sembra una questione quasi ad
personam che tiene bloccata, con poco rispetto istituzionale, la
finanziaria. Verso le 12.40 Fugatti (Lega) ha ritirato i suoi
emendamenti. Anche Manuela Bottamedi ha detto che la richiesta di
Degasperi riguarda solo due istituti professionali pubblici con pochi
insegnanti tra i quali c’è anche lo stesso consigliere di 5
Stelle. Cia a sua volta ha ritirato gli emendamenti ostruzionistici,
chiedendosi “cosa c’è sotto” l’emendamento Degasperi. Il
presidente Rossi ha detto che la richiesta del consigliere 5 Stelle
non nasconde nulla ma l’impostazione della Giunta rimane diversa e
fedele alla legge. Anche Borga ha detto che Degasperi, condivisibile
o no, fa legittimamente la sua battaglia. Il consigliere del
movimento 5 stelle ha detto che la questione non è nuova ed è anche
nelle istanze di qualche sindacato. Manuela Bottamedi ha ribattuto
che le professionalità degli insegnanti della formazione privata va
salvaguardata e le differenziazioni non possono essere così nette
come le vuole Degasperi. Quindi, è inevitabile avere retro pensieri
sapendo quanti sono i docenti della formazione professionale
pubblica. Lucia Maestri (Pd) ha ricordato che Degasperi da tempo
calca la mano nella differenziazione tra formazione pubblica e
privata. Ma va tenuto conto che le paritarie sono fondamentali nel
sistema della formazione professionale. Anche Fasanelli ha chiesto al
consigliere 5 Stelle di considerare il fatto che la questione non è
più politica ma di legittimità.
Il precedente inizio dell'esame degli articoli, tra sospensioni e ritiro parziale degli emendamenti.
Poco prima di mezzanotte il Consiglio provinciale ha iniziato l’esame
finale in aula della legge collegata, primo dei tre provvedimenti
della manovra finanziaria proposta dalla Giunta. In precedenza i
lavori sono rimasti a lungo sospesi per permettere un confronto tra
il presidente della Provincia Rossi e le minoranze nel tentativo di
raggiungere un accordo sugli emendamenti, visti le 15.908 proposte
emendative depositate. Al termine delle trattative, dopo che
Dorigatti ha dichiarato non ammissibili 578 emendamenti, tutti i
consiglieri di minoranza tranne Filippo Degasperi hanno ritirato le proposte
di modifica ostruzionistiche. Lo scoglio riguarda un emendamento del
consigliere del movimento 5 stelle riferito ai docenti della
formazione professionale pubblica, da distinguere nettamente da
quelli degli istituti paritari del settore.
Seduta
sospesa per quasi due ore e mezza, tra le 20.30 e le 22.55 in
Consiglio provinciale per permettere al presidente Rossi di
perfezionare l’intesa di massima già raggiunta con le minoranze
sui 15.809 emendamenti ai tre disegni di legge – collegata,
stabilità e bilancio di previsione – della manovra finanziaria
2018 proposta dalla Giunta. Ad annunciare la sospensione era stato il
presidente Dorigatti alle 21.20 dopo che i lavori del Consiglio erano
stati interrotti alle 19.00 una volta concluso l’esame dei 72
ordini del giorno collegati alla manovra. Nella pausa le trattative
di Rossi e della Giunta con l’opposizione sono proseguite e si sono
poi protratte oltre le 20.30, quando il presidente del Consiglio
aveva preannunciato il ritorno in aula. “Non siamo ancora alla fase
finale, anche se gran parte del lavoro è stato fatto – ha spiegato
Dorigatti – e vi è ora la necessità di una rifinitura”. Dal
canto suo il presidente Rossi ha chiesto la convocazione dei
capigruppo, aprendo l’incontro a tutti i consiglieri interessati
dei due schieramenti, per presentare e “condividere” un
emendamento aggiuntivo da lui proposto del valore di 10 milioni di
euro, “per allargare – ha detto – lo spettro dei contributi
stanziati a favore delle ristrutturazioni dei centri storici”. Nel
frattempo l’ulteriore sospensione dei lavori consentirà agli
uffici di predisporre la riformulazione degli emendamenti sui quali è
già stata trovata un’intesa.
Al
rientro in aula alle 22.55, il presidente Dorigatti ha chiesto ai
consiglieri quali emendamenti verranno ritirati e quali no prima di
comunicare quelli da lui considerati inammissibili rispetto ai quasi
16.000 depositati, in modo da riprendere i lavori domattina alle 9
avendo a disposizione le proposte di modifica articolo per articolo a
favorire l’esame dei disegni di legge.
Borga
(CT), Fasanelli (Gruppo misto), Giovanazzi (AT), Bottamedi (misto),
Fugatti (Lega), Cia (misto), Bezzi (FI), Simoni (PT), Civettini (CT)
e Kaswaslder (misto) hanno dichiarato sia pur con sfumature diverse
la loro disponibilità, da un lato, a ritirare gli emendamenti
ostruzionistici proposti a fronte delle proposte di modifica
concordate con il presidente Rossi che accolgono gran parte delle
richieste di ciascuno, dall’altro ad apporre una firma tecnica
sull’emendamento “edilizio” presentato poco prima dal
presidente della Giunta, che – ha osservato Giovanazzi –
favorirebbe effettivamente le piccole imprese edili del Trentino.
Kaswalder (misto) ha chiesto che l’emendamento “edilizio” non
sia riferito solo ai centri storici. Il solo Degasperi (5 stelle) non
ha dato la disponibilità a ritirare i propri emendamenti
ostruzionistici dal momento che una parte delle sue richieste non ha
trovato accoglienza durante le trattative con la Giunta.
A
questo punto il presidente Dorigatti ha comunicato che gli
emendamenti giudicati non ammissibili sono in tutto 578. Sul ddl 222
(legge collegata) gli emendamenti non ammessi sono 234 perché non
correttamente formulati o perché contrari al regolamento interno e
perché non conformi alla legge. La gran parte sono di Fasanelli,
Fugatti e Giovanazzi. Gli altri 344 emendamenti delle minoranza
stralciati da Dorigatti riguardavano il ddl 223 (legge di
stabilità)., la maggior parte presentati da Fasanelli, Borga,
Degasperi e Bezzi. Visto il limitato numero di emendamenti giudicati
inammissibili dal presidente, Fugatti ha riconosciuto di aver
sbagliato nell’insinuare che Dorigatti ne avrebbe “tagliati”
molti di più. Il presidente – ha ammesso – ha utilizzato un
metodo “oggettivo”. Dorigatti ha tuttavia ricordato a Fugatti di
avere eventualmente ancora la possibilità di utilizzare il
regolamento per eliminare altri emendamenti.
Il
presidente Rossi ha precisato la posizione della maggioranza: “c’è
stata una interlocuzione consigliere per consigliere su tutta una
serie di emendamenti e per ciascuno vi è una quota di emendamenti
accettati e una quota sui quali, pur lavorando, non si è trovata una
soluzione. Tutti hanno ottenuto quindi dei risultati positivi e
altri no. Come maggioranza abbiamo dimostrato la disponibilità a
“curvare” in modo consistente la manovra verso una serie di
esigenze giustamente evidenziate da molti consiglieri di minoranza.
L’emendamento “edilizio” - ha proseguito Rossi – è frutto di
un compromesso tra i due schieramenti e non vi può essere quindi una
soddisfazione piena, ma è stato valorizzato il contributo portato
dalle minoranze”. Il presidente della Giunta ha chiesto infine alle
minoranze di andare oltre firma tecnica sull’emendamento edilizio e
di apporre una firma convinta. Rossi ha infine concluso dichiarando
“non praticabile una sospensione di questa seduta senza un ritiro
degli emendamenti ostruzionistici. Non si tratta di un aut aut ma che
vi sono le condizioni perché un compromesso positivo appartenga a
tutti i consiglieri”.
Dorigatti
ha ribadito che solo con il ritiro degli emendamenti ostruzionistici
sarebbe possibile sospendere la seduta e riprendere i lavori
domattina. E si è appellato al consigliere Degasperi per rendersi
disponibile a discutere la possibilità di accogliere le sue
proposte. A questo punto la Giunta e la maggioranza hanno chiesto
invece di iniziare l’esame degli articoli senza attendere il ritiro
degli emendamenti. Borgonovo Re (Pd) ha apprezzato il lavoro svolto
tra le 18.50 e le 23.30 per cercare un accordo. A questo punto però
è forse il caso di assumersi la nostra responsabilità accogliendo
iniziando ad esaminare gli articoli e gli emendamenti e accogliendo
solo ciò che nella trattativa è andato a buon fine. E’ poi caduta
nel vuoto l’ipotesi di sospendere di nuovo anche se brevemente (10
minuti) i lavori avanzata da Fugatti e Bezzi. Prima Borgonovo Re (Pd)
e poi l’assessore Gilmozzi hanno ricordato lo sforzo già compiuto
accogliendo le richieste emendative del consigliere Degasperi. Poco
dopo l’assessore Gilmozzi ha chiarito la ragione per cui
l’emendamento sulla scuola professionale pubblica proposto da
Degasperi non può essere accolto.
Approvati
i primi due articoli.
A
questo punto Dorigatti ha aperto la fase dell’esame dei singoli
articoli ed emendamenti. L’emendamento 1 all’articolo 1 proposto
da Degasperi ha ottenuto 9 voti favorevoli, 23 contrari e uno di
astensione. Ritirati i successivi emendamenti del consigliere Bezzi.
L’emendamento 51 di Fugatti all’articolo 1 è stato respinto con
22 no, 10 sì e 2 voti di astensione. Rispondendo a Cia, che aveva
evidenziato come se anche gli emendamenti concordati verranno
respinti, allora rimarranno fermi anche tutti gli emendamenti
ostruzionistici, Rossi ha osservato che visto il ritiro degli
emendamenti ostruzionistici da parte di alcuni consiglieri, la Giunta
si impegna a non disattendere gli emendamenti concordati nella
trattativa svolta. Al contrario, a fronte del non ritiro degli
emendamenti ostruzionistici da parte di altri consiglieri, anche gli
emendamenti concordati con loro verranno respinti.
L’articolo
1 è stato poi approvato con 22 voti a favore e 11 contrari.
Sull’articolo
2 è stato poi respinto un emendamento di Degasperi con 23 no, 6 sì
e 4 astensioni., come pure un emendamento di Bezzi con 22 no e 11 sì.
Sempre sull’articolo 2, approvato con 22 favorevoli e 11 contrari
sia un emendamento del presidente Rossi sia, a seguire, lo stesso
articolo 2.