Iniziati i lavori che impegneranno il Consiglio provinciale in aula fino a giovedì
Le risposte alle question time
Nella prima delle tre giornate di lavoro in aula, il Consigliio provinciale ha discusso con la Giunta le question time.
Claudio
Cia (Civica Trentina)
Ospedale
di Borgo
ripristinare
il secondo
equipaggio
118
Il
consigliere della Civica Trentina chiede alla Giunta di ripristinare,
all’ospedale di Borgo, per i fine settimana e i festivi, il secondo
equipaggio del 118 in reperibilità. Equipaggio che si affiancava a
quello del 118 e a quello dei volontari Cri, fino al dicembre 2015.
La
risposta: l’assessore
Zeni ha precisato che non vi è stato alcun taglio di risorse, bensì
una riorganizzazione dovuta alla legge sul riposo sanitario che ha
reso necessaria la sospensione della reperibilità di un equipaggio.
Una sospensione che è comunque sostenibile, considerato che
l’assetto residuo è sufficiente, a fronte del volume di attività
dell’area in questione. A questo si aggiunge che la centrale
operativa 118 può contare oltre che sull’elicottero sulle risorse
di autoambulanza delle unità limitrofe.
La
replica: una risposta
poco convincente a detta dell’interrogante che fotografa una
Provincia che sta rincorrendo le emergenze per poi scoprire che anche
i servizi di emergenza sono limitati e devono affidarsi sempre di più
al supporto dei volontari.
Claudio
Civettini (Civica Trentina)
Latte
trentino
cosa
fa la Pat
per
tutelarlo?
Il
consigliere della Civica chiede di sapere quali interventi preveda la
Pat per tutelare i produttori di latte trentino; come vengono
distinti questi prodotti da quelli provenienti dalle altre regioni e
dall’estero; come vengono liquidati i premi vitali per la
sopravvivenza.
La
risposta: L’assessore
Dallapiccola ha precisato che non esiste una filiera pubblica del
latte in provincia di Trento perché dei 150 milioni di litri
prodotti si occupano tre grossi provider privati che si sono riuniti
tra loro in forma cooperativa e che ai sensi del piano di sviluppo
rurale operano come singoli soggetti. Da questo punto di vista è
dunque impossibile imporre regole da parte della pubblica
amministrazione, pur restando il problema “dei nostri amici
contadini” per i quali stiamo cercando di trovare risposte in tempi
brevi.
La
replica: Civettini ha
preso atto degli impegni nei confronti dei contadini e si è però
detto sorpreso di sentire che la produzione è appannaggio di
soggetti privati: se i contadini sono i giardinieri del nostro
Trentino occorre dar loro gli strumenti per sopravvivere e la nostra
autonomia va difesa anche in questi passaggi.
Chiara
Avanzo (Patt)
Non
tagliare
il
medico
di
Pieve Tesino
La
consigliera del Patt chiede alla Giunta, vista la specificità della
zona, la possibilità di ripensare l’applicazione per il Tesino del
criterio di un medico di continuità assistenziale ogni 3.500
abitanti che porterà al taglio del medico di PieveTesino.
La
risposta: l’assessore
Zeni ha chiarito che con deliberazione dello scorso giugno sono stati
definiti i criteri e individuate le nuove sedi della continuità
assistenziale che, fermo restando i limiti nazionali, definiscono
funzioni e parametri tra i quali i numeri di prestazioni erogate
storicamente: c’è in tal senso un progetto di riordino complessivo
che riguarda tutta la provincia. La sede di Pieve Tesino che costa
circa 250.000 euro all’anno, non è giustificabile date le 3
prestazioni giornaliere e vista tra l’altro la vicinanza con la
sede ospedaliera di Borgo. L’eventuale deroga è comunque oggetto
di specifico accordo sindacale e l’unica deroga fin qui concessa
non è a tutt’oggi operativa, proprio per l’assenza dell’accordo.
La
replica: la
consigliera Avanzo si è dichiarata per nulla soddisfatta della
risposta: le nuove amministrazioni del Tesino, insediatesi nello
scorso novembre, stanno a tutt’oggi attendendo un incontro con
l’assessore su questi temi e sarebbe opportuno darvi corso in tempi
brevi anche considerando che la sede ospedaliera di Borgo non è
vicina come si vuole fare credere.
Massimo
Fasanelli (Misto)
Cosa
intende fare
la
Pat per i dipendenti
Dexit
srl e I&T Sistemi srl
Il
consigliere chiede se nel bando di appalto di Informatica Trentina
per la Dexit srl e I&T Sistemi srl sono state applicate le
clausole sociali, il punteggio relativo alla continuità del servizio
e, più in generale, cosa intenda fare la Pat per i dipendenti di
queste aziende che si trovano senza lavoro con la privatizzazione di
Informatica Trentina.
La
risposta: il
Presidente Rossi ha confermato quanto già comunicato alle
organizzazioni sindacali ovvero che l’intenzione della Pat è
quella di utilizzare al massimo livello possibile i contenuti di
quella clausola sociale, anche in analogia con quanto già avvenuto
per l’affidamento di altri servizi. Ci vogliamo anche prendere
tutto il tempo per verificare se non sia possibile posticipare la
scadenza in termini economici della gara mantenendo la tempistica,
proprio perché è chiaro che questo è un tema collegato a quello
che dovrà essere l’assetto definitivo di Informatica Trentina.
Sono in corso una serie di approfondimenti, ha aggiunto, per
limitare al minimo l’impatto sui lavoratori coinvolti.
La
replica: parole
confortanti che però andrebbero tradotte in fatti concreti, ha
osservato Fasanelli che ha detto di aver già sentito sull’argomento
una risposta simile lo scorso autunno. Dovremmo far valere
maggiormente la nostra specificità, ha aggiunto, mettendo a
disposizione le proprie competenze professionali per velocizzare la
soluzione della questione: abbiamo le disponibilità finanziarie e
qui si tratta solo di mettere in pratica e di assumersi delle
responsabilità.
Nerio
Giovanazzi (AT)
Rurali,
la Pat
pensa
di
intervenire?
Il
consigliere, allarmato dai contenuti del decreto del Governo sulle
Bcc, che rischierebbe di scardinare il sistema e lo spirito del
credito cooperativo, chiede alla Giunta se intenda attivarsi prima
della conversione del decreto in legge: assumendo una posizione
politica forte anche a difesa dell’autonomia.
La
risposta del
Presidente Rossi: il tema è riuscire a garantire le condizioni per
garantire il valore generato fuori dal nostro territorio, conciliando
tutto questo con il percorso di riforma nazionale che
indubitabilmente mette in discussione il sistema alla radice. Ma c’è
un ulteriore elemento: ciò che sembrava possibile, ovvero una
salvaguardia territoriale nel decreto non si è formalizzata nella
norma. Si tratta di vedere se si vuole porvi rimedio oppure come si
interverrà in alternativa: la partita è assolutamente aperta e c’è
grande attenzione per cercare di definire più compiutamente una
strategia ed è evidente che da qui alla conversione del decreto
faremo fino in fondo la nostra parte.
La
replica: tutti devono
essere coinvolti in questa partita delicata e strategica per il
Trentino: l’impegno della Giunta e dell’intera delegazione
parlamentare a salvaguardia del sistema cooperativo deve essere
massimo, prima della conversione del decreto in legge.
Lucia
Maestri (Pd)
Parco
agricolo del Garda
perché
la Pat
non
è intervenuta?
La
consigliera chiede alla Giunta perché, come previsto dall’ultima
manovra di bilancio, la Provincia non è ancora intervenuta, come
previsto dalla legge, ad esercitare i poteri sostitutivi per avviare
il parco agricolo del Garda. Chiede poi di sapere quali sono gli
elementi che ostacolano questo progetto e se e come sono stati
stanziati i fondi previsti della legge 15 del 2008.
La
risposta:
Dallapiccola ha illustrato i diversi aspetti di criticità di natura
urbanistica, economica e politica che riguardano la questione. Tutto
ciò premesso, ha aggiunto, sono stati sentiti i sindaci per
comprendere quale fosse l’indirizzo e in che modo fosse più
opportuno declinare il regolamento previsto dalla legge per una sua
attuazione. Ciò che è emerso è che non è possibile applicare la
legge in funzione di quanto chiesto dai sindaci e sembrerebbe
necessaria un’eventuale modifica della norma. La Giunta si è data
il termine della fine di questo mese per ricevere dalla conferenza
dei sindaci e dalla comunità di valle Alto Garda e Ledro una
proposta d’indirizzo. In caso di silenzio l’amministrazione
provinciale applicherà la legge tale e quale.
La
risposta di Maestri:
pur nel rispetto dei poteri territoriali e dei sindaci, Maestri ha
osservato che la legge è legge e se c’è si applica, oppure in
alternativa, viste le criticità descritte e a tutti note, si decide
di abrogarla. “Diversamente occorre dire ai 9000 firmatari che
avevate scherzato”, ha concluso.
Marino
Simoni (PT)
Risparmio
energetico
a
quando i finanziamenti
ai
comuni?
Il
consigliere chiede alla Giunta quali siano i tempi per stabilire i
criteri di attuazione delle norme del bilancio 2016 che prevedono la
possibilità da parte dei comuni di utilizzare i finanziamenti già
concessi per l’energia per l’efficientamento energetico.
La
risposta: l’assessore
Gilmozzi ha osservato che il problema è concreto e la delibera sarà
sottoposta entro il mese di aprile alla commissione competente per
una valutazione.
La
replica: auspichiamo
una massima accelerazione possibile dato che dietro ci sono opere che
attiveranno procedure economiche con ricadute anche sulle imprese.
Luca
Giuliani (Patt)
Ad
Arco potenziare
il
pronto soccorso
e
il punto nascite
Il
consigliere chiede di sapere se l’assessore alla sanità intenda
prendere provvedimenti per conservare e potenziare il Pronto soccorso
e il punto nascite dell’Ospedale di Arco.
La
risposta: l’assessore
Zeni ha ribadito che sul tema della riorganizzazione, a seguito
dell’entrata in vigore della legge sul riposo dei medici, la Giunta
ha stanziato 9 milioni di euro per ripristinare quanto prima la
presenza H24 degli anestesisti in tutti gli ospedali e la piena
funzionalità dei reparti. Per quanto riguarda la dotazione del
personale preposto all’attività di pronto soccorso l’ospedale di
Arco è l’unico degli ospedali spoke dotati di un organico a
regime, in linea con i volumi di attività e dunque non è necessario
un suo potenziamento. Sui punti nascita, come è noto, lo scorso 2
febbraio la Giunta ha inoltrato al Ministero della Salute una
richiesta di mantenimento dei punti nascite negli ospedali con volumi
di attività inferiori ai 500 parti all’anno in deroga alle soglie
previste dall’Accordo Stato-Regioni del dicembre 2010. L’iter è
tuttora in corso.
La
replica di Giuliani:
sono tutte cose che già sapevo, ma in realtà volevo capire la
tempistica e avere continui aggiornamenti in merito. Riproporrò
l’interrogazione per mantenere alta l’attenzione sul tema.
Mario
Tonina (UpT)
Riforma
delle Ccc
serve
incontro
con
i parlamentari
Il
consigliere chiede alla Giunta, riguardo al decreto del Governo sulle
banche cooperative, se abbia valutato l’opportunità di un incontro
con la delegazione parlamentare regionale per approfondire i temi e i
rischi, per le nostre rurali, introdotti dal decreto.
La
risposta: Rossi ha
richiamato quanto già detto nelle due precedenti interrogazioni,
ribadendo l’impegno a vigilare nel percorso di trasformazione del
decreto in legge, all’interno dei lavori parlamentari, con
l’obiettivo di salvare la particolarità del credito cooperativo.
Questo si cercherà di far valere anche con un costante confronto con
la delegazione parlamentare, il prossimo incontro già fissato per
questo venerdì.
Nella
replica Tonina ha
ringraziato Rossi per l’impegno e ribadito la forte preoccupazione
del territorio su questo tema oltre che la necessità di fare fronte
unico su questi temi a salvaguardia delle peculiarità del nostro
sistema e dello spirito e dei principi autentici della cooperazione
trentina, frutto del lavoro di molte generazioni di soci.
Giuseppe
Detomas (Ual)
Barriere
architettoniche
quando
ripartono
i
contributi?
Il
consigliere chiede alla Giunta di sapere quando verranno riaperti i
termini, visto che sono stati sospesi con una delibera del 18
dicembre 2015, per le domande di contributo per l’eliminazione
delle barriere architettoniche.
La
risposta
dell’assessore Zeni ha chiarito che la Pat persegue con forza
l’obiettivo di una società il più inclusiva possibile, investendo
oltre 40 milioni di euro all’anno nella direzione richiamata
dall’interrogante. Con riferimento al superamento delle barriere
architettoniche in edifici privati, in circa 5 settimane sarà
disposta la riapertura dei termini per le domande, pur restando
inalterati i requisiti di chi vorrà presentarle.
Nella
replica Detomas ha
ammesso l’alta attenzione della Pat verso questi temi, contando che
quelli descritti siano davvero i tempi massimi per rendere effettive
le domande.
Gianpiero
Passamani (UpT)
Strada
della Valdastico
quanto
tempo
ci
vorrà?
Il
consigliere dell’Upt chiede di sapere i dati che hanno portato alla
cancellazione dell’autostrada della Valdastico e quali siano le
modalità e la tempistica per la realizzazione del collegamento con
la Valdastico e se corrisponde al vero che si pensa ad una bretella
tra Caldonazzo – Levico e la Valle dell’Adige a Mattarello.
La
risposta. L’assessore
Gilmozzi ha risposto dicendo che la posizione della Giunta è questa:
il traffico sulla Valdastico sarebbe di 17 mila veicoli al giorno, in
parte provenienti dall’A4, dall’area di Vicenza e A22, solo 2000
dalla Valsugana sulle 13 mila complessive. La portata della nuova
autostrada quindi sarebbe minimale. “Un’ autostrada per 17 mila
automezzi – ha detto Gilmozzi - non serve e quindi ha ricevuto il
nostro no. Non sta in piedi, anche perché lo stesso ministro ha
detto che va trasferito traffico dalla strada alla rotaia”. Per la
Valsugana, invece, un nuovo collegamento non autostradale porterebbe
uno sgravio di 10 mila auto ed eviterebbe anche una strada di
raccordo con la Pedemontana e la Valsugana.”Su questo – ha
concluso l’assessore - siamo disposti a ragionare, anche se non c’è
ancora nulla. Si dovrà fare un progetto, lo si dovrà discutere con
la popolazione e poi si andrà avanti”.
La
replica. Passamani ha
detto che in Valsugana la preoccupazione è enorme e ha chiesto un
incontro tra l’assessore, la popolazione e le amministrazioni.
Walter
Viola (PT) Piero Degodenz (UpT)
Il
numero delle Rsa
lo
decide
un
consulente?
Il
consigliere di Pt chiede all’assessore alle politiche sociali se
ritiene una scelta improntata alla condivisione quella di affidare un
incarico di consulenza ad una società di Milano per elaborare il
piano straordinario di accorpamento delle Apsp del Trentino che
gestiscono le Rsa. Viola chiede, inoltre, cosa s’intende per piano
di accorpamento: una, dieci Rsa?
Il
consigliere Piero De Godenz chiede di sapere quali siano oggi le
valutazioni della Giunta sul piano di riordino delle Rsa e se siano
state considerate, nell’eventuale piano di riorganizzazione, anche
le osservazioni dell’Upipa.
La
risposta. Zeni ha
affermato che, rispetto all’odg della finanziaria, che impegnava la
giunta a un confronto con le amministrazioni e i sindaci, a
presentare la proposta a Upipa e informare la commissione consiliare,
si è chiesta una consulenza alla società Cercas della Bocconi per
elaborare il progetto di riforma della governance
delle Apsp. Cercas, ha ricordato, opera da 30 anni nel settore delle
aziende di assistenza e di questa consulenza è stata informata
Upipa. A marzo, ha detto inoltre l’assessore, si presenterà il
percorso di riforma. Un confronto che servirà anche a
responsabilizzare i territori. Avere consulenti qualificati come la
società della Bocconi, ha concluso Zeni, va a favore della qualità
del progetto che verrà valutato con la massima partecipazione
possibile.
La
replica. Viola ha
replicato che la determina della convenzione con la Bocconi non è
consona alle affermazioni fatte in aula dall’assessore. Il rapporto
con Upipa e i territori, in realtà, viene demandato alla società di
consulenza. Se il problema, ha affermato ancora il consigliere, è
quello di risparmiare 15 milioni è stato chiesto a Upipa di fare una
proposta? Prima di dare megaconsulenze si dovrebbe prestare
attenzione a quanto sta facendo Upipa. De Godenz, in parte
soddisfatto dalla risposta, ha detto di essere preoccupato che lo
studio della Bocconi possa portare a una situazione, come è accaduto
nella sanità, dove contano solo i numeri.
Maurizio
Fugatti (Lega)
La
Pat ha chiesto
l’autonomia
delle
rurali?
Il
consigliere, vista la riforma del credito cooperativo del Governo,
vuole sapere se la Giunta abbia chiesto il mantenimento
dell’autonomia delle casse rurali; chi calcolerà l’autonomia di
questi istituti nella nuova holding; quali percorsi sono stati
intrapresi della Giunta per tutelare le rurali.
La
risposta. Il credito
cooperativo, ha detto Rossi, s’è mosso negli ultimi mesi in
costante collegamento con la Giunta in un quadro in cui risulta
evidente che il contesto bancario italiano richiede una riforma. Il
sistema delle rurali trentine, prima del varo del decreto, ha
salvaguardato l’autonomia delle singole rurali ma anche creato un
raccordo tra queste e un sistema di gestione di servizi bancari che
oggi pone il gruppo del credito cooperativo trentino ai massimi
livelli in Italia per efficienza. Un sistema, ha ricordato, che
genera valore, compreso un importante gettito fiscale, utilizzando un
mercato che sta fuori dal Trentino. Un sistema, quindi, che funziona
e che si deve garantire nel processo di riforma.
La
replica. Le regole,
ha detto Fugatti, di questa nostra potenziale autonomia, col decreto
del governo, le decideranno a Roma. Decideranno il grado di rischio
di questa o quella rurale e se non ti va bene potranno anche
commissariarle. Sarà la holding nazionale, ha concluso, a fare il
controllo. Quindi, i romani diranno ai cooperatori trentini cosa
dovranno fare.
Donata
Borgonovo Re (Pd)
Cantina
La Vis
liberare
i terreni
del
Consorzio
La
consigliera del Pd, ricordando che la Cantina La Vis si sta avviando
verso la fine del commissariamento, chiede di sapere quali decisioni
sono state prese per liberare dall’ipoteca i terreni del Consorzio
5 Comuni, chiudendo così una pendenza che paralizza l’attività
del consorzio.
La
risposta. Rossi ha
risposto che fin dalla nomina del commissario uno dei temi centrali è
stato il rapporto tra la cantina e il Consorzio 5 comuni. Il
consorzio è terzo datore d’ipoteca per la cantina e il commissario
sta pensando a spostare quest’ ipoteca dai terreni del 5 comuni su
un altro immobile di proprietà della La Vis. E’ evidente che
l’approvazione del piano, condiviso col sistema bancario, è
fondamentale, poi si arriverà a liberare il Consorzio 5 Comuni.
Nelle more, ha concluso il presidente, si è acconsentito di
dilazionare i lavori per l’immobile.
Walter
Kaswalder (Patt)
Nelle
gallerie
i
collegamenti radio
ci
sono?
Il
consigliere chiede se nelle gallerie stradali del Trentino, come
prevedono le direttive UE, sono stati installati sistemi per le
trasmissioni radio per i mezzi di soccorso. Kaswalder chiede anche
che venga attivato il collegamento in frequenze Fm sul modello delle
gallerie del centro Europa.
La
risposta. Gilmozzi ha
risposto che nelle gallerie sono istallati sistemi di comunicazione
per garantire anche a chi non ha cellulare e sistemi radio per i
mezzi di soccorso. La Pat sta facendo, ha aggiunto l’assessore,
un’opera sensibilizzazione nei confronti degli operatori telefonici
affinché installino ripetitori nelle gallerie. Perché i gestori,
per la logica di mercato, sono più concentrati sui grandi tratti
stradali, anche se la maggior parte delle gallerie trentine è
coperta da almeno un gestore. Al punto che nel 70% delle gallerie c’è
la possibilità di chiamare i numeri di soccorso con i telefonini.
Giacomo
Bezzi (PD)
Perché
la chiusura
di
due scuole
in
val di Sole?
Il
consigliere chiede di sapere perché gli alunni della scuola
d’infanzia di Commezzadura sono stati trasferiti a Mezzana e i
ragazzi di Commezzadura dalle medie di Malè ad Ossana. Chiede
inoltre di sapere perché non sono state coinvolte le famiglie e gli
amministratori.
La
risposta. Rossi ha
affermato che la risposta è sempre la stessa anche perché il tema è
sul tavolo delle amministrazioni della Val di Sole da molti anni. Il
criterio adottato per gli accorpamenti prevede che in ogni comune ci
sia una scuola o d’infanzia o elementare. Prima di adottare la
delibera, ha detto il presidente, sono stati fatti incontri con gli
amministratori nei quali è stata presentata la logica con la quale
vengono fatti questi accorpamenti. Logica, ha ammesso Rossi, che non
è stata accettata da tutti ma gli amministratori di Ossana e
Commezzadura erano stati informati. Inoltre, ha concluso,
l’inserimento degli studenti di Commezzadura nell’istituto
dell’alta valle rafforza il progetto di realizzare un polo delle
elementari e delle medie a Fucine.
Manuela
Bottamedi (5 Stelle)
Il
Veronesi
applichi
il
contratto
La
consigliera chiede alla Giunta quali azioni intenda mettere in campo
nei confronti del Centro di formazione professionale “Veronesi”
affinché retroceda dalla decisione di applicare, per tutti i
docenti, dal primo marzo il contratto di lavoro nazionale al posto di
quello provinciale. Una scelta, ricorda, che sta creando serie
tensioni all’interno del “Veronesi” e rischia di rompere
l’unitarietà del sistema dei Cfp trentini.
La
risposta. Rossi ha
risposto affermando che il contratto di lavoro provinciale dei
dipendenti dei Cfp riguarda solo gli istituti scolastici pubblici,
per i privati, in realtà, non esiste. Semplicemente, 15 anni fa i
privati adottarono il contratto provinciale volontariamente, ma alla
luce delle difficoltà economiche questa contrattazione è entrata in
crisi. Di fronte a questa realtà, la Giunta ha proposto ai Cfp
questa soluzione: la Pat rinnova il contratto dei docenti dei Cfp
pubblici, inserendo degli elementi che i privati dovranno inserire
dentro la loro contrattazione autonoma. Se, di conseguenza, i
contratti provinciali si rifletteranno sui costi degli istituti
privati, la Pat se ne farà carico. Ciò, ha detto il Presidente, è
stato comunicato al Veronesi, ma se il livello minimo nella
contrattazione non sarà rispettato ci saranno delle conseguenze nel
contratto di servizio tra Pat e l’istituto professionale di
Rovereto.
La
replica. La
consigliera ha ricordato che il clima teso va a scapito della
formazione dei ragazzi. Tra l’altro col contratto nazionale i
poteri del Consiglio d’istituto andrebbero direttamente nelle mani
della direzione.
Rodolfo
Borga (Civica Trentina)
Quanto
profughi
sono
stati
arrestati?
Il
consigliere chiede di sapere quanti comuni hanno messo a disposizione
immobili per i profughi; quanti sono i richiedenti asilo arrestati o
denunciati e per quali reati e quanti sono stati espulsi.
La
risposta. L’assessore
Zeni ha risposto che sei sono stati i comuni che hanno messo a
disposizione alloggi per i richiedenti asilo: Rovereto, 5 alloggi per
30 persone; Volano un alloggio per 2 persone; Besenello, un alloggio
per 2 persone; Mori 3 alloggi per 6 persone; Denno un alloggio per 3
persone; Ville d’Anaunia 1 alloggio per tre persone. Per quanto
riguarda l’operazione Mandinka Dei 19 denunciati, 5 non sono mai
stati accolti in Trentino, alti, 14 lo sono stati o lo sono ancora.
Le persone ancora in accoglienza saranno espulse dal progetto di
assistenza. Negli ultimi due anni, 24 sono stati fatti usciere dal
progetto, 3 per droga, 15 per violenze e minacce, 6 trasferiti in
altri territori per incompatibilità.
La
replica. Borga ha
replicato che solo tre sindaci della Rotaliana hanno accettato i
richiedenti asilo, solo 6 comuni hanno messo a disposizione immobili
per i richiedenti asilo. Borga ha inoltre denunciato il fatto che i
richiedenti asilo negli alloggi del Cinformi subaffittano gli
appartamenti.
Filippo
Degasperi (5 Stelle)
Profughi,
quali
sono
le organizzazioni
interessante
Il
consigliere, prendendo spunto dall’arresto degli 11 richiedenti
asilo accusati di spaccio, chiede di sapere quali sono le
organizzazioni coinvolte nella gestione dei richiedenti asilo in
Trentino e a quanto ammontano i corrispettivi versati dalla Pat,
tenendo conto che negli ultimi anni in Italia sono stati spesi 250
milioni per l’accoglienza.
La
risposta. Zeni ha
affermato che i soggetti del privato sociale lavorano secondo il
protocollo d’intesa col Commissariato del Governo, il quale prevede
che quando i comportamenti non sono adeguati i soggetti vengono
richiamati e, nei casi più gravi, espulsi. Negli alloggi ci sono
controlli notturni a campione, nelle strutture il controllo è sulle
24 ore.
La
replica. Il
consigliere si chiede come vengano scelti i soggetti che lavorano con
i richiedenti asili, quali sono i controlli della Pat, visto che gli
11 arrestati vengono dal Gambia dove non ci sono guerre e vanno in
vacanza i facoltosi del resto dell’Africa.